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Document 52009AE0345
Opinion of the European Economic and Social Committee on the European Civic Service (exploratory opinion)
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Il servizio civile europeo (parere esplorativo)
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Il servizio civile europeo (parere esplorativo)
GU C 218 del 11.9.2009, p. 1–7
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
11.9.2009 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 218/1 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Il servizio civile europeo» (parere esplorativo)
(2009/C 218/01)
Con lettera datata 3 luglio 2008, il ministro francese per gli Affari esteri ed europei ha chiesto al Comitato economico e sociale europeo, nell'ambito della presidenza francese dell'Unione europea, di elaborare un parere esplorativo sul tema:
«Il servizio civile europeo».
La sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 4 febbraio 2009, sulla base del progetto predisposto dal relatore JANSON e dal correlatore SIBIAN.
Il Comitato economico e sociale europeo, in data 25 febbraio 2009 nel corso della 451a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 131 voti favorevoli, 7 voti contrari e 9 astensioni.
1. Sintesi e conclusioni
1.1 |
Il CESE accoglie con grande favore l'iniziativa della presidenza francese. Rimanda inoltre alla raccomandazione del Consiglio del 20 novembre 2008 relativa alla mobilità dei giovani volontari nell'Unione europea (1). Tuttavia, data la grande varietà di sistemi esistenti in materia di partecipazione attiva dei giovani alla società, l'approccio migliore consiste nel basare un'iniziativa europea sul quadro seguente:
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1.2 |
La partecipazione attiva alla società, anche tramite gli scambi internazionali, contribuisce molto alla crescita personale, specialmente dei giovani, e allo sviluppo della società civile organizzata in Europa. Per chi fa volontariato, si tratta di un'opportunità unica di apprendimento formale e informale e di acquisizione di competenze sociali e linguistiche che può altresì contribuire a ravvivare il sentimento di cittadinanza europea e a rafforzare nei giovani l'intento di continuare a svolgere attività di volontariato anche in seguito. L'inclusione di altre fasce d'età, tra cui gli anziani, consentirebbe a questi ultimi di mettere a frutto l'esperienza di vita maturata, con effetti positivi sulla loro salute e qualità di vita. Lo svolgimento di attività comuni, all'interno del volontariato, da parte di diverse fasce d'età può inoltre contribuire a promuovere la comprensione intergenerazionale. |
1.3 |
Il CESE è del parere che l'UE debba prefiggersi degli obiettivi ambiziosi miranti ad ampliare la partecipazione alla società civile. Un primo passo in questa direzione è seguire le raccomandazioni formulate dal CESE nel suo parere precedente (2). |
1.4 |
Il CESE apprezzerebbe quindi che gli Stati membri avviassero una cooperazione tra le istituzioni che organizzano attività volontarie in modo da conferire una dimensione transnazionale alle forme di volontariato già esistenti. |
1.5 |
L'UE dovrebbe promuovere un'Iniziativa civica europea (3) comprendente politiche e attività nel quadro di programmi di scambio che vadano al di là dell'attuale enfasi sui giovani. Un obiettivo potrebbe essere quello di contribuire all'integrazione europea. Il CESE ritiene naturale che l'UE consacri maggiori risorse finanziarie a tali programmi. L'iniziativa dovrebbe consentire di raddoppiare in un primo tempo l'attuale tasso di partecipazione agli scambi giovanili e di aumentare sensibilmente il tasso di partecipazione di altre fasce d'età. |
1.6 |
Il CESE ritiene necessario puntare maggiormente ai gruppi svantaggiati e in particolare ai giovani con meno opportunità. |
1.7 |
Per garantire un migliore coordinamento tra i programmi nazionali ed europei esistenti, è essenziale ridurre gli ostacoli di carattere tecnico e affrontare le questioni attinenti alla copertura sanitaria o infortunistica. A questo fine, l'UE dovrebbe considerare la creazione di un marchio per contraddistinguere i programmi di scambio che soddisfano i criteri di qualità europei. È importante assicurare la qualità delle attività di volontariato, qualsiasi forma esse assumano, e garantirla con strumenti appropriati. |
1.8 |
Il CESE ritiene importante promuovere una dimensione «paesi terzi» che contribuisca alle attività messe in campo dall'UE per il raggiungimento degli obiettivi del millennio e all'attuazione della politica europea di sviluppo e assistenza umanitaria. |
1.9 |
L'UE deve valutare questo settore avviando e sostenendo la ricerca e sviluppare le componenti statistiche. |
1.10 |
Occorre inoltre risolvere le questioni riguardanti la copertura assicurativa, la salute e la sicurezza. Se è necessario garantire ai volontari un'adeguata protezione sociale durante il servizio, risulta difficile farlo se le disposizioni riguardanti il volontariato transnazionale cambiano da un paese all'altro. Il CESE esorta pertanto la Commissione a promuovere un approccio comune in materia e invita gli Stati membri e le istituzioni competenti a risolvere queste importanti questioni. |
1.11 |
Il CESE è consapevole del fatto che questo tema richiede un certo follow-up, ad esempio sotto forma di una conferenza che veda la partecipazione di tutti i servizi nazionali interessati, della Commissione europea e delle organizzazioni non governative che operano nel settore della gioventù o del servizio volontario, allo scopo di promuovere lo sviluppo di un quadro per l'Iniziativa civica europea. |
2. Punti di partenza
2.1 |
Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie con particolare entusiasmo la richiesta della presidenza francese di elaborare un parere esplorativo sul tema del servizio civile europeo. |
2.2 |
Tuttavia, data la grande varietà di sistemi esistenti in materia di partecipazione attiva dei giovani alla società, sia per quanto riguarda il servizio civile che il servizio volontario e altre forme di partecipazione, per adottare un'iniziativa europea in questo settore occorre disporre di un quadro e di una definizione chiari. Il CESE ritiene che il modo migliore per affrontare tale questione a livello europeo sia andare oltre il servizio civile tradizionale basandosi sul quadro seguente:
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2.3 |
L'iniziativa potrebbe essere denominata «Iniziativa civica europea» e comprendere una grande varietà di tradizioni e pratiche di volontariato ivi compreso il servizio civile dei diversi Stati membri. |
2.4 |
Già nel Trattato istitutivo della Comunità economica europea si evidenziavano disposizioni concernenti gli scambi di giovani lavoratori finalizzati a promuovere e rafforzare la solidarietà fra i popoli d'Europa. |
2.5 |
In un precedente parere sul volontariato (4), il CESE aveva raccomandato una serie di iniziative, tra cui:
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2.6 |
Il CESE è del parere che, nonostante siano stati compiuti alcuni progressi, molte delle sue raccomandazioni e proposte non siano ancora state attuate. Con il presente parere, esso sottolinea ancora una volta la necessità di attuare le raccomandazioni del parere precedente e di fissare obiettivi più ambiziosi per un settore specifico del volontariato, ovverosia i servizi volontari. |
2.7 |
Il CESE ritiene necessario un maggiore coinvolgimento della società civile nel processo di integrazione europea. Un'Iniziativa civica europea ambiziosa e accessibile a tutte le fasce di età può contribuire a colmare il gap di fiducia tra il cittadino comune e l'Unione europea. La promozione della cittadinanza attiva concorre all'affermazione dei principi comunitari di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, parità tra uomini e donne e non discriminazione. |
2.8 |
Il CESE sottolinea la necessità che tutti, ma soprattutto i giovani e/o le persone svantaggiate, partecipino di più e più attivamente alla società, in modo che il loro senso di cittadinanza e di solidarietà ne esca rafforzato. Evidenzia inoltre la necessità di potenziare la cooperazione in questo settore tra gli Stati membri, la Commissione europea e il CESE. |
2.9 |
Le politiche per la gioventù e le attività legate alla cittadinanza hanno la loro base giuridica negli articoli 149 e 151 del Trattato attuale, che, pur escludendo qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative, danno tuttavia all'UE la facoltà di incoraggiare la cooperazione tra gli Stati membri e di promuovere gli scambi di giovani. Il Trattato di Lisbona amplia in certa misura l'ambito di applicazione delle politiche per la gioventù inserendovi anche la partecipazione dei giovani alla vita democratica europea. |
2.10 |
Il Trattato di Lisbona, alla sua entrata in vigore, stabilirà un quadro per i contributi comuni dei giovani europei alle operazioni di assistenza umanitaria dell'UE nel quadro del Corpo volontario europeo di aiuto umanitario. |
2.11 |
Le odierne attività di volontariato, basate principalmente sul metodo aperto di coordinamento nel quadro delle politiche europee per la gioventù, si suddividono in tre filoni prioritari:
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2.12 |
Vi sono diversi motivi per riflettere sul tema dell'incremento della partecipazione attiva nella società europea. L'UE ha una responsabilità maggiore di qualsiasi altro continente nella realizzazione degli obiettivi del millennio. Essa è uno dei maggiori donatori mondiali. Il coinvolgimento dei cittadini europei nelle più grandi sfide mondiali non solo contribuirebbe alla crescita personale dei singoli individui, ma favorirebbe anche la comprensione reciproca permettendo la creazione delle necessarie reti all'interno di un mondo globalizzato. |
2.13 |
Il servizio civile nazionale ha talvolta rappresentato un'alternativa al servizio militare. Con la progressiva riduzione delle forze di leva negli eserciti degli Stati membri a favore dei militari di professione, esso subisce però un ridimensionamento. Lo sviluppo di servizi volontari giovanili potrebbe rappresentare un'alternativa interessante per il coinvolgimento sociale dei giovani, anche in caso di minore diffusione del servizio militare/pubblico. |
2.14 |
Il volontariato e altre iniziative della società civile suscitano sempre maggiore attenzione. Nel 2004, su invito della presidenza italiana, i rappresentanti degli Stati membri, degli Stati allora in via di adesione e della Commissione europea si sono incontrati a Roma per la prima conferenza sul servizio civile e i giovani. Nelle sue conclusioni, la presidenza italiana della conferenza proponeva, tra l'altro, quanto segue:
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3. I programmi di scambio attuali
3.1 Europa
3.1.1 |
Il programma Gioventù in azione comprende il servizio volontario europeo (SVE), che consente a volontari di età compresa tra i 18 e i 30 anni di trascorrere da due a 12 mesi all'estero. Gli aderenti possono beneficiare di una formazione specifica e la loro esperienza di apprendimento viene riconosciuta ufficialmente tramite l'iniziativa Youthpass. Nel periodo 1996-2006 hanno partecipato allo SVE 30 000 volontari. |
3.1.2 |
Dal 2009 nelle forme istituzionalizzate di volontariato europeo saranno inseriti i senior, nel quadro del programma Grundtvig. Anche se all'inizio tali scambi non assumeranno grandi proporzioni, vale la pena segnalare il fatto che la Commissione europea ricerca forme di sostegno per il volontariato effettuato da diversi gruppi d'età. Anche le azioni realizzate nel quadro nel programma comunitario «Europa per i cittadini» creano reali possibilità di scambio di volontari di diversi paesi e di diverse fasce d'età. |
3.1.3 |
Da molti anni migliaia di organizzazioni che operano negli Stati dell'UE realizzano una cooperazione bilaterale in cui gli scambi di volontari costituiscono un elemento importante. Avviene in forma decentrata per cui i dati riguardanti le dimensioni del fenomeno non sono accessibili. Anche se si prendono in considerazione solo gli scambi realizzati dalle organizzazioni che operano nel quadro di strutture mondiali, risulta chiaro che vi partecipa una notevole quantità di europei, in particolare giovani. |
3.1.4 |
Lo SVE si fonda su determinati valori fondamentali e standard qualitativi sanciti da una specifica Carta, per tutelare e sostenere i quali è previsto l'accreditamento preliminare delle organizzazioni interessate a ospitare o inviare volontari o a coordinare progetti nell'ambito di questo programma. |
3.1.5 |
Il programma europeo Erasmus ha contribuito con grande successo ad aumentare la mobilità degli studenti universitari e a sostenere la collaborazione tra gli istituti d'istruzione superiore. Dal suo lancio nel 1987, questo programma, cui aderisce circa il 90 % delle università europee, ha visto la partecipazione di 1,9 milioni studenti e si cerca di allargarne ulteriormente le iniziative di mobilità in futuro con l'obiettivo di arrivare a coinvolgere 3 milioni di studenti entro il 2012. |
3.1.6 |
Il programma Leonardo da Vinci sostiene la mobilità di quanti acquisiscono un'istruzione e una formazione professionale iniziale, dei lavoratori subordinati o autonomi e dei professionisti dell'istruzione e della formazione professionale. |
3.2 Stati membri
3.2.1 |
Il CESE riconosce le diverse forme e tradizioni assunte dal servizio civile e da altre forme di volontariato negli Stati membri miranti a promuovere la cittadinanza attiva, la solidarietà e lo sviluppo sociale. Sottolinea il ruolo e il contributo delle organizzazioni non governative che lavorano nel settore della gioventù o del volontariato. È altresì consapevole del fatto che non si dispone di molte informazioni sui programmi degli Stati membri in materia di servizio civile o di volontariato. |
3.2.2 |
In alcuni Stati membri, come la Germania, l'Italia e la Francia sono già state realizzate forme di servizio civile (obbligatorio o volontario) per i giovani. Altri paesi sono in procinto o ne considerano la creazione. |
4. Un'Iniziativa civica europea
4.1 Iniziative politiche attuali
Il CESE accoglie con favore la raccomandazione del Consiglio volta a promuovere la mobilità dei giovani volontari in Europa. Accoglie con favore anche la risoluzione del Parlamento europeo del 22 aprile 2008 sul contributo del volontariato alla coesione economica e sociale. Evidenzia la necessità di mobilitare risorse per il volontariato e di aprire i programmi ad altri gruppi oltre ai giovani.
Valuta positivamente anche l'invito della Commissione a cercare di attuare l'azione preparatoria Amicus al fine di promuovere il carattere transnazionale del collocamento dei giovani nel servizio civile e nelle attività di volontariato, incoraggiare lo sviluppo di un quadro europeo e consentire una fase di prova e di valutazione.
4.1.1 |
Sarebbe quindi favorevole all'avvio di iniziative di cooperazione intese a conferire una dimensione transnazionale alle attuali forme di servizio civico/civile da parte degli Stati membri che hanno alle spalle una forte tradizione ed interesse per questo settore. |
4.1.2 |
Il CESE concorda nel giudicare preoccupanti l'assenza di azioni coordinate tra i diversi programmi nazionali e la scarsa disponibilità di informazioni, elementi che limitano le possibilità offerte dallo SVE. Apprezza inoltre gli sforzi intrapresi per ottenere un più ampio riconoscimento del «marchio» SVE paragonabile a quello del programma Erasmus. |
4.2 Quali dovrebbero essere gli obiettivi?
4.2.1 |
Il CESE ritiene che l'Unione europea dovrebbe fissare obiettivi ambiziosi miranti ad ampliare la partecipazione alla società civile. Un primo passo da compiere sarebbe seguire le raccomandazioni formulate dal CESE nel parere precedente (si veda il punto 2.5 del presente parere). |
4.2.2 |
L'UE dovrebbe promuovere un'Iniziativa civica europea comprendente politiche e attività nel quadro di programmi di scambio che non soltanto valorizzino i giovani, ma garantiscano anche il rafforzamento della componente europea. Il periodo di servizio dovrebbe idealmente essere trascorso in un paese diverso dal proprio. Il CESE è del parere che l'UE dovrebbe consacrare maggiori risorse finanziarie a tali programmi. |
4.2.3 |
Nella prima fase, si dovrebbe puntare a raddoppiare l'attuale tasso di partecipazione agli scambi di giovani volontari, un obiettivo possibile se si tiene conto che oggi il programma Erasmus coinvolge più di 100 000 studenti, mentre gli altri programmi di scambio giovanili in Europa non coinvolgono che un'esigua percentuale dei giovani europei. Sul lungo periodo, si potrebbe mirare a eguagliare il tasso di partecipazione del programma Erasmus. |
4.2.4 |
Il CESE ritiene necessario puntare in misura più massiccia ai giovani svantaggiati, il gruppo che trarrebbe maggiore vantaggio dalla partecipazione alla società civile, ma che spesso non dispone dei mezzi finanziari/titoli di studio necessari. |
4.2.5 |
Una tale iniziativa dovrebbe rivolgersi anche ad altri gruppi oltre che ai giovani. L'Europa invecchia, ma oggi le persone anziane sono più attive di un tempo e desiderano esercitare un ruolo più visibile nella società. L'inclusione di altri gruppi (come ad esempio i pensionati) contribuirebbe ad affermare il concetto di «invecchiamento attivo» e a rafforzare i legami tra nuovi gruppi di persone provenienti da paesi diversi. Consentirebbe agli anziani di essere partecipi della vita sociale, di mettere a frutto l'esperienza di vita maturata e di sentirsi utili, con effetti positivi sulla loro salute e qualità di vita. L'attività comune di giovani e anziani all'interno del volontariato può inoltre contribuire a promuovere la comprensione intergenerazionale, lo scambio di esperienze e il sostegno reciproco. |
4.2.6 |
È importante garantire un migliore coordinamento tra i programmi nazionali ed europei esistenti poiché in questo modo si riducono gli ostacoli di carattere tecnico, come ad esempio il non riconoscimento reciproco dell'esperienza e delle qualifiche ottenute dai giovani nel servizio civile e le questioni attinenti alla copertura sanitaria o infortunistica. A questo fine, l'UE dovrebbe creare un marchio per i programmi di scambio che soddisfano i criteri di qualità europei. |
4.2.7 |
Oggi il sostegno statale è fondamentale per stimolare lo sviluppo dei programmi e garantire gli standard qualitativi. Nessun paese, tuttavia, arriva a coprire la totalità dei costi dei progetti di volontariato: il ricorso a fonti di finanziamento supplementari private è molto frequente, specialmente quando si tratta di attività transnazionali. Per incoraggiare gli scambi e costruire un'Iniziativa civica europea è quindi opportuno che l'UE incrementi sensibilmente gli stanziamenti di bilancio riservati alle attività di volontariato (scambi compresi) in modo da coprire, ad esempio, le spese di coordinamento, gli incentivi e le sovvenzioni incrociate tra paesi. Il CESE incoraggia inoltre gli Stati membri ad aumentare i finanziamenti destinati a queste attività. |
4.2.8 |
Il CESE ritiene importante promuovere una dimensione «paesi terzi» per far sì che i volontari possano prestare servizio all'estero apportando il proprio contributo alle attività messe in campo dall'UE per il raggiungimento degli obiettivi del millennio e l'attuazione della politica europea di sviluppo e assistenza umanitaria. Un'iniziativa mirante a promuovere un più ampio quadro e un maggior numero di scambi dovrebbe inoltre essere coordinata con il Corpo volontario europeo di aiuto umanitario previsto dal Trattato di Lisbona. A lungo andare, anche questo corpo dovrebbe essere aperto ad altri gruppi oltre che ai giovani europei. In questo contesto, è importante fare in modo che la politica dell'UE in materia di visti non impedisca necessariamente tali scambi. |
4.2.9 |
Infine l'UE deve valutare e fare luce su questo settore avviando e sostenendo la ricerca e sviluppando la componente statistica. La cooperazione tra i servizi civili esistenti va ulteriormente discussa, seguita e monitorata nel quadro istituzionale più appropriato. |
4.3 Vantaggi e sfide
4.3.1 |
L'Iniziativa civica europea contribuirebbe a sostenere i valori universali ed europei di libertà, democrazia e rispetto dei diritti umani oltre che le libertà fondamentali e lo Stato di diritto. Essa dovrebbe inoltre mirare a sviluppare le competenze sociali linguistiche e interpersonali, la costruzione e il funzionamento dell'UE e l'acquisizione e lo scambio di esperienze. Il desiderio di acquisire conoscenze e di capire meglio se stessi e le proprie capacità sono spesso i moventi dell'impegno giovanile nel volontariato. Contribuiscono inoltre a fare in modo che essi soddisfino i requisiti della società della conoscenza. |
4.3.2 |
Il CESE ritiene che la cooperazione e lo scambio di volontari a livello transnazionale abbiano ampie possibilità di svilupparsi in diversi settori (per es. inclusione sociale, bisogni umani, giovani e bambini, sport, informazione, tutela del patrimonio culturale, arte e cultura, ambiente, protezione civile, ecc.) che possono contribuire a rafforzare la dimensione europea della cittadinanza. |
4.3.3 |
Il CESE stima che l'Iniziativa civica europea potrebbe altresì servire a migliorare la cooperazione tra Stati membri, Stati aderenti e paesi dello Strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI) in termini di cittadinanza attiva e di sviluppo del senso di solidarietà. |
4.3.4 |
I volontari possono maturare notevoli esperienze e conoscenze non formali (un elemento richiesto dal mercato del lavoro) e costruire una rete di contatti. Possono inoltre acquisire competenze e conoscenze chiave in settori quali pubblicità, comunicazione, espressione, capacità sociali, gestione e formazione professionale. Le attività di volontariato possono quindi rappresentare una parte importante del curriculum vitae e della carriera professionale di una persona. A tal fine è tuttavia necessario assicurare il riconoscimento delle attività di volontariato svolte dai giovani e delle loro esperienze di apprendimento non formale. |
4.3.5 |
Oltre ai vantaggi già visti, il servizio civile europeo presenta anche alcune sfide. Una di queste è l'assenza di uno statuto giuridico per i volontari. La legislazione degli Stati membri definisce infatti lo statuto dei volontari e delle loro organizzazioni nei rispettivi paesi e (in misura più limitata) all'estero. Non esistono quadri normativi nazionali che riconoscano ai volontari dello SVE, ad esempio, un statuto giuridico analogo. |
4.3.6 |
Vanno inoltre risolte le questioni assicurative, sanitarie e di sicurezza. Se bisogna infatti garantire ai volontari un'adeguata protezione sociale durante il servizio, diventa difficile farlo se le disposizioni che disciplinano il volontariato transnazionale in materia di sicurezza sociale cambiano da un paese all'altro. Per tale motivo, il CESE incoraggia la Commissione a promuovere un'intesa comune in merito ed esorta gli Stati membri e le istituzioni competenti a risolvere tali importanti questioni. |
4.3.7 |
Occorre fare il possibile per evitare potenziali conflitti in merito alla definizione dei concetti di lavoro remunerato e di servizio volontario. A questo fine, bisogna definire chiaramente, se del caso, le differenze tra lavoratori subordinati e volontari e i compiti dei volontari. Il volontariato non deve sostituire il lavoro remunerato. Per questo è importante la cooperazione con le parti sociali. |
5. Il ruolo del CESE e la società civile organizzata
5.1 |
La società civile organizzata è il principale settore d'attività del volontariato. Il numero delle organizzazioni della società civile che partecipa allo SVE e ad altri programmi europei è già molto elevato. Le organizzazioni del volontariato devono continuare a svolgere un ruolo chiave anche in un programma di scambi più ampio. |
5.2 |
Se è vero che le organizzazioni del volontariato e senza scopo di lucro sono, in larga misura, prestatori di servizi sociali in Europa, è vero anche che la partecipazione ai movimenti popolari vi è spesso in declino. In questo contesto, un'Iniziativa civica europea potrebbe al tempo stesso contribuire a rafforzare l'adesione dei cittadini alla società civile organizzata e migliorare le possibilità di sviluppo autonomo delle organizzazioni. Una revisione e un esame del ruolo e della posizione delle organizzazioni senza scopo di lucro nella società potrebbero modificarne il contributo specifico e sensibilizzare maggiormente l'opinione pubblica sul valore aggiunto che esse apportano alla società. |
5.3 |
L'Iniziativa civica europea può inoltre contribuire a creare una società civile più forte e attiva. Questo aspetto servirà anche a far progredire il capitale sociale in termini di fiducia, diminuzione della corruzione e affiliazione alle associazioni del volontariato. |
5.4 |
Le organizzazioni della società civile hanno spesso risentito del problema dell'accreditamento delle organizzazioni e della questione della qualità del periodo di scambio. Il CESE intende incoraggiare la società civile organizzata a cooperare, sia a livello degli Stati membri che a livello europeo, all'individuazione di principi comuni di accreditamento e all'elaborazione di altri criteri comuni di qualità, ove opportuno in collaborazione con le pubbliche amministrazioni competenti. |
5.5 |
Il CESE è consapevole del fatto che questo tema richiede un certo follow-up, ad esempio sotto forma di una conferenza che veda la partecipazione di tutti i servizi nazionali interessati, della Commissione europea e delle organizzazioni non governative che operano nel settore della gioventù o del servizio volontario, allo scopo di promuovere lo sviluppo di un quadro per l'Iniziativa civica europea. |
Bruxelles, 25 febbraio 2009
Il presidente
del Comitato economico e sociale europeo
Mario SEPI
(1) 14825/08 JEUN 101.
(2) Cfr. parere del CESE sul tema Le attività di volontariato, il loro ruolo nella società europea e il loro impatto, relatrice: KOLLER (GU C 325 del 30.12.2006).
(3) Per evitare ogni confusione derivante dal diverso significato dato all'espressione «servizio civile» nei diversi paesi, nel presente parere il CESE utilizza l'espressione «iniziativa civica».
(4) Cfr. il parere CESE sul tema Le attività di volontariato, il loro ruolo nella società europea e il loro impatto, relatrice: KOLLER (GU C 325 del 30.12.2006).
ALLEGATO
al Parere del Comitato economico e sociale europeo
I seguenti emendamenti, che hanno ottenuto più di un quarto dei voti espressi, sono stati respinti nel corso del dibattito:
Punto 2.11
Modificare come segue:
«Le odierne attività di volontariato dei giovani, basate principalmente sul metodo aperto di coordinamento che rappresentano una priorità del metodo di coordinamento aperto nel quadro delle politiche europee per la gioventù, si suddividono in tre filoni prioritari:
— |
incoraggiare la partecipazione dei giovani alla cittadinanza attiva e alla società civile, |
— |
promuovere le attività di volontariato tra i giovani, |
— |
potenziare l'informazione destinata ai giovani e i servizi informativi già esistenti in questo settore, promuovere il volontariato giovanile e favorire una maggiore comprensione e conoscenza dei giovani.» |
Esito della votazione:
Voti favorevoli: 49 Voti contrari: 69 Astensioni: 19
Punto 4.3.7
«Occorre fare il possibile per evitare potenziali conflitti in merito alla definizione dei concetti di lavoro remunerato e di servizio volontario. A questo fine, bisogna definire chiaramente, se del caso, le differenze tra lavoratori subordinati e volontari e i compiti dei volontari. Il volontariato non deve sostituire il lavoro remunerato. Per questo è importante la cooperazione con fra le organizzazioni rappresentative del volontariato e le parti sociali.»
Esito della votazione:
Voti favorevoli: 48 Voti contrari: 77 Astensioni: 23