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Document 52002DC0089

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni - Quadro di valutazione dei progressi compiuti nell'attuazione dell'agenda per la politica sociale

/* COM/2002/0089 def. */

52002DC0089

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni - Quadro di valutazione dei progressi compiuti nell'attuazione dell'agenda per la politica sociale /* COM/2002/0089 def. */


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE E AL COMITATO DELLE REGIONI - QUADRO DI VALUTAZIONE DEI PROGRESSI COMPIUTI NELL'ATTUAZIONE DELL'AGENDA PER LA POLITICA SOCIALE

INDICE

1. Introduzione

2. La situazione occupazionale e sociale

3. L'attuazione dell'agenda per la politica sociale

3.1. POSTI DI LAVORO PIÙ NUMEROSI E MIGLIORI

3.2. ANTICIPARE E GESTIRE IL CAMBIAMENTO

3.3. PROMUOVERE L'INTEGRAZIONE SOCIALE

3.4. MODERNIZZARE LA PROTEZIONE SOCIALE

3.5. PROMUOVERE LA PARITÀ TRA I SESSI

3.6. RAFFORZARE GLI ASPETTI DELLA POLITICA SOCIALE CONNESSI CON L'ALLARGAMENTO E CON LE RELAZIONI ESTERNE DELL'UNIONE EUROPEA

4. Conclusioni e prospettive future

1. Introduzione

L'agenda per la politica sociale costituisce per l'UE la falsariga da seguire per modernizzare e migliorare il modello sociale europeo investendo nelle persone e costruendo uno Stato sociale attivo. Essa dovrebbe contribuire a raggiungere l'obiettivo strategico definito al vertice di Lisbona nel marzo 2000.

Il suo obiettivo è di dare risposta alle sfide comuni che l'UE si trova ad affrontare e di assicurare nel contempo che si faccia pieno uso delle nuove opportunità. La realizzazione dell'obiettivo di Lisbona - meglio precisato in successive riunioni del Consiglio europeo - che persegue un'interazione dinamica e sinergica tra gli aspetti dell'economia, dell'occupazione e della politica sociale costituisce la pietra angolare dell'agenda.

L'agenda dovrebbe consolidare la politica sociale intesa non solo quale fattore produttivo, bensì anche quale fattore di solidarietà e di equità sociale. La promozione della "qualità" è una delle grandi forza motrici che animano l'agenda.

Sia il Parlamento europeo che il Consiglio europeo hanno ribadito l'importanza di un quadro di valutazione annuale che consenta di fare il punto sui risultati ottenuti e di verificare l'impegno e i contributi recati dai diversi attori nell'esecuzione di tale agenda.

L'elemento di riferimento rispetto al quale misurare i progressi è costituito dalla comunicazione della Commissione [1] del giugno 2000, nonché dagli orientamenti politici sottoscritti al Consiglio europeo di Nizza nel dicembre 2000. Il presente è il secondo quadro di valutazione dei progressi compiuti presentato sinora.

[1] COM 2000 (379) del 28/06/2000

Questo quadro di valutazione integra larelazione annuale di sintesi al Consiglio europeo che si terrà in primavera a Barcellona per quanto concerne le azioni che rientrano nell'Agenda per la politica sociale [2]

[2] COM 2002 (14) del 15/01/2002

2. La situazione occupazionale e sociale

Nel 2000 la crescita dell'occupazione è stata la più forte dell'ultimo decennio. Si sono creati quasi 3 milioni di nuovi posti di lavoro, il che ha portato il tasso di occupazione al 63,2% - 1% in più rispetto al 1999 - che però è ancora inferiore di quasi 4% all'obiettivo intermedio di Stoccolma e di 7% rispetto all'obiettivo di Lisbona per il 2010. Stando alle stime attuali, l'occupazione dovrebbe crescere dell'1,1% e il tasso di occupazione dovrebbe raggiungere il 64% nel 2001.

Nel periodo 1998-2000 è stato creato un maggior numero di posti di lavoro a tempo pieno che di posti part-time. Erano a tempo pieno quasi 70% dei nuovi posti di lavoro creati nel 2000, fino al 60% nel 1999 e 54% nel 1998.

Il tasso di disoccupazione è sceso nel 2000, passando dal 9,1% all'8,2% e il numero dei disoccupati si è ridotto di 1,5 milioni di unità - la più grande riduzione nell'ultimo decennio. Ciò ha abbassato il numero complessivo di disoccupati, portandolo a un livello che è ancora molto elevato, pari a 14,5 milioni. La disoccupazione di lunga durata si è ridotta a un ritmo più celere della disoccupazione complessiva, raggiungendo il 3,6%. Per il 2001 il tasso medio di disoccupazione è stimato a 7,7% per l'UE-15, che corrisponde a una riduzione del numero di disoccupati di quasi un milione di unità, e a 8,4% per la zona dell'euro.

I risultati delle riforme strutturali dei mercati del lavoro europei stanno diventando visibili soprattutto per quanto concerne la più alta intensità occupazionale della crescita, la maggiore creazione di posti di lavoro in settori ad alta tecnologia e ad alta intensità di sapere - il che rispecchia il passaggio a un'economia basata sui saperi - e un forte afflusso di donne sul mercato del lavoro. I settore delle alte tecnologie e quelli ad alta intensità di conoscenze hanno dato più forte impulso alla recente creazione di posti di lavoro, contribuendo a più di 60% del totale di 10 milioni di nuovi posti di lavoro creati tra il 1995 e il 2000. Ciò è andato a vantaggio non solo dei lavoratori maggiormente qualificati, ma anche di quelli a bassa e media qualifica occupati in tali settori. Più di 1,6 milioni dei nuovi posti di lavoro sono stati occupati da donne, il cui tasso di occupazione è passato dal 52,8% nel 1999 al 54% nel 2000 e dovrebbe aver raggiunto il 54,7% nel 2001.

Tuttavia, permangono debolezze strutturali nel campo dell'occupazione che richiedono un'attenzione continua e rafforzata:

* Tassi di occupazione bassi per i lavoratori anziani: si stima un 38,3 % nel 2001rispetto all'obiettivo di Stoccolma di 50% nel 2010.

* Significativi divari di genere: 18 % in termini di tassi di occupazione e 14 % in termini di retribuzione.

* Elevati livelli di disoccupazione: circa 8% della forza lavoro e 3,6% di questi interessano disoccupati di lunga durata e 16% giovani.

* Le differenze regionali in materia di occupazione e disoccupazione rimangono molto alte.

Per il prossimo futuro, tenendo conto delle più contenute previsioni economiche per il 2001 e il 2002 [3], l'economia dell'UE non dovrebbe presentare lo stesso contesto foriero di posti di lavoro che faccia sperare in miglioramenti sul fronte dell'occupazione. La profondità e la durata del rallentamento dell'economia è ancora incerta, come lo è il suo impatto specifico sull'occupazione.

[3] Ad esempio, Previsioni economiche della. Commissione 2001-2003 - L'economia europea; tendenze economiche n. 10/11 - 2001).

Nel suo contributo [4] al Consiglio europeo informale di Gand nell'ottobre 2001 la Commissione ha presentato un'analisi del rallentamento dell'economia, indicando che tutte le principali regioni del mondo erano già in fase di rallentamento prima degli eventi drammatici dell'11 settembre negli Stati Uniti. Anche se le basi della sua economia sono salde, l'UE non è sfuggita al rallentamento e il suo impatto sull'occupazione si è già fatto sentire nel secondo semestre del 2000 in alcuni Stati membri e, in varia misura, in diversi settori dell'economia. L'analisi è stata approfondita nella Relazione di sintesi annuale [5] al Consiglio europeo di primavera a Barcellona, evidenziando le diversissime condizioni economiche e politiche riscontrabili nel marzo 2000 o anche al tempo del Consiglio europeo di primavera dell'anno scorso. Tuttavia, sono state fornite indicazioni che danno adito a un cauto ottimismo quanto al fatto che l'attuale flessione sia destinata a durare poco.

[4] COM 2001 (611) del 17/10/2001

[5] COM (2002) 14 del 15/01/2002

Tuttavia,verso la fine del 2001 il rallentamento dell'economia aveva già determinato un arresto nel calo mensile dei tassi di disoccupazione. Queste tendenze costituiscono una sfida per le politiche attive del mercato del lavoro, in vista del reinserimento dei disoccupati nel mondo del lavoro e della lotta contro la disoccupazione di lunga durata. Esse impongono anche che ci s'impegni nella strategia di Lisbona volta ad accrescere la partecipazione sul mercato del lavoro, in particolare delle donne e dei lavoratori anziani.

In contrasto con la diffusa accettazione del fatto che la situazione economica e occupazionale è migliorata nel complesso antecedentemente al 2001, la percezione per quanto concerne le tendenze in materia di povertà e di esclusione sociale è estremamente variegata tra i vari Stati membri.

La povertà e l'esclusione sociale continuano ad essere fenomeni diffusi nell'Unione europea, ma l'entità e la natura del problema varia significativamente tra gli Stati membri. Tuttavia, poiché continuano a mancare statistiche tempestive e comparabili, non è possibile fare un quadro completo delle tendenze recenti. Ciò anche implica che è difficile valutare l'impatto del periodo di crescita economica, di calo della disoccupazione e di aumento dell'occupazione nella seconda metà dello scorso decennio.

Per quanto concerne la ripartizione dei redditi, i dati del Panel europeo delle famiglie, che è presentato alla stregua di indicatore strutturale a sostegno della relazione annuale di sintesi, mettono in luce notevoli diseguaglianze nella ripartizione del reddito pro capite. Il rapporto tra la fascia del 20% dei redditi più alti sulla scala della ripartizione dei redditi rispetto alla fascia del 20% dei redditi più bassi è di 5,7 per l'UE nel suo insieme, una cifra che cela grandi differenze tra gli Stati membri [6].

[6] Cfr. l'indicatore strutturale IV.1 - ripartizione dei redditi. Fonte: SEC(2002) 29, allegato 2 del documento di lavoro della Commissione a sostegno della relazione della Commissione al Consiglio europeo di primavera a Barcellona.

Particolare preoccupazione suscita la proporzione ancora elevata di giovani a basso reddito. Circa 18% della popolazione, ovvero più di 60 milioni di persone, sono esposte al rischio della povertà, in quanto vivono al disotto di una soglia fissata al 60% del reddito mediano nazionale equivalente. Anche in questo caso vi sono notevoli variazioni tra gli Stati membri, per cui la percentuale della popolazione che si trova sotto tale soglia va dall'8% al 23% [7].

[7] Cfr. l'indicatore strutturale IV.2.2 - tasso del rischio di povertà successivamente ai trasferimenti sociali. Fonte: cfr. la nota precedente.

Se non fosse per i trasferimenti sociali - pensioni escluse - 26% della popolazione dell'UE vivrebbe in condizioni di povertà, rispetto all'attuale 18%. Questo è un esempio specifico che illustra l'impatto che l'assenza di una politica sociale avrebbe sulla società europea [8]. Inoltre, allorché si esaminano la povertà e l'esclusione sociale, un'attenzione particolare va dedicata alla situazione delle persone che vivono con basso reddito per un periodo prolungato di tempo. 9%, vale a dire circa 30 milioni di persone, sono a rischio persistente di povertà, con una variazione tra gli Stati membri che va dal 3 al 15% [9].

[8] Cfr. l'indicatore strutturale IV.2.1 - tasso del rischio di povertà prima dei trasferimenti sociali. Fonte: cfr. la nota precedente.

[9] Cfr. l'indicatore strutturale IV.3 - rischio persistente di povertà. Fonte: cfr. la nota precedente.

3. L'attuazione dell'agenda per la politica sociale

La comunicazione della Commissione del giugno 2000 illustrava nell'allegato 1 le proposte e iniziative della Commissione e il loro scadenzario. Tutte le iniziative enunciate per il 2000 e il 2001 sono state presentate e i preparativi d'importanti azioni - come ad esempio il riesame approfondito della strategia europea per l'occupazione e la nuova strategia in materia di salute e sicurezza - si trovano ora in fase avanzata. Sono già stati realizzati gli indispensabili passi iniziali. Alcune iniziative hanno portato a decisioni, altre sono in via di negoziazione.

Piuttosto che presentare una descrizione dettagliata delle misure avviate dalla Commissione, la presente rassegna presenta un quadro completo delle misure e dei risultati evidenziando, se del caso, il ruolo dei diversi attori. Tuttavia, considerato che l'Agenda per la politca sociale si trova ancora in una fase alquanto iniziale di attuazione, in cui nuove iniziative sono state appena presentate e trasmesse ad altre istituzioni e ad altri attori, queste nuove misure costituiscono una parte significativa del quadro di valutazione.

La struttura della presente rassegna segue gli orientamenti politici contenuti nell'Agenda della politica sociale sottoscritta al Consiglio europeo di Nizza.

3.1. POSTI DI LAVORO PIÙ NUMEROSI E MIGLIORI

Accrescere l'occupazione attiva e combattere la disoccupazione di lunga durata

Il Consiglio europeo di Lisbona ha fatto del progresso verso la piena occupazione una priorità fondamentale per l'Unione europea [10]. L'impulso dato dall'agenda di Lisbona, basato su posti di lavoro più numerosi e migliori, è stato sostenuto dal Consiglio europeo di Stoccolma in cui i capi di Stato e di governo hanno integrato gli obiettivi di Lisbona con obiettivi quantitativi intermedi per il 2005, nonché con un obiettivo specifico per i lavoratori più anziani [11]. Gli Stati membri sono stati invitati a definire indicatori e approcci comuni per quanto concerne la qualità nel lavoro. Sono state sollecitate diverse iniziative a favore delle qualifiche e della mobilità. Il Consiglio e la Commissione sono stati invitati a presentare una relazione comune sul modo per accrescere la partecipazione alla forza lavoro e promuovere l'invecchiamento attivo.

[10] Obiettivi concordati a Lisbona: innalzare il tasso di occupazione, portandolo quanto più vicino possibile al 70% entro il 2010 e portando il numero di donne occupate a 60% nel 2010, tenendo contemporaneamente conto dei diversi punti di partenza degli Stati membri.

[11] Vi si specifica l'obiettivo comunitario di raggiungere il 67% per quanto concerne il tasso di occupazione complessivo e il 57% per l'occupazione femminile entro il 2005. Si è anche introdotto l'obiettivo del 50% per il tasso d'occupazione dei lavoratori più anziani (55-64 anni) da raggiungersi nel 2010.

Qualità del lavoro

La quantità del lavoro non dovrebbe essere contrapposta alla qualità del lavoro. Concretamente, l'opzione scelta dall'UE è di rafforzare la qualità del lavoro quale contributo per accrescere l'occupazione. Ciò è risultato chiaramente negli approcci politici di Lisbona - "posti di lavoro più numerosi e migliori" - e di Stoccolma, ed è stato anche reso esplicito nell'Agenda della politica sociale sottoscritta a Nizza. Una proposta concreta per far progredire questo capitolo è stata formulata nella comunicazione della Commissione di giugno sull'investimento nella qualità ed è incorporata negli orientamenti per l'occupazione relativi al 2002.

Seguendo la relazione elaborata dal Comitato per l'occupazione, il Consiglio ha approvato tutti gli elementi chiave della qualità e i relativi indicatori riassuntivi, nonché gli indicatori contestuali per poter monitorare i cambiamenti e misurare i progressi realizzati. Tuttavia, in questo ambito si dovrà fare di più. Il programma di ricerca socio-economica, che incoraggia e sostiene la ricerca sull'ulteriore sviluppo di indicatori al fine di misurare la qualità del lavoro, potrebbe svolgere un ruolo importante al proposito.

* Comunicazione sull'investimento nella qualità [12]

[12] COM(2001)313 del 20/06/2001

* Obiettivi qualitativi incorporati negli orientamenti per l'occupazione per il 2002

* Indicatori qualitativi approvati al Consiglio europeo di Laeken

Rafforzare e continuare la strategia coordinata per l'occupazione

Il 12 settembre 2001 la Commissione ha proposto un nuovo pacchetto per l'occupazione che - previa consultazione del Parlamento europeo, del Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale - è stato adottato dal Consiglio il 3 dicembre e presentato al vertice di Laeken.

Dall'analisi delle politiche occupazionali degli Stati membri è emerso nella Relazione comune sull'occupazione 2001 che si sono realizzati progressi sostanziali complessivi anche se persistono alcune sfide sul piano strutturale. La valutazione dei risultati sul piano dell'occupazione e dei progressi realizzati unitamente a una prospettiva economica meno favorevole dimostrano che le riforme strutturali del mercato del lavoro dovrebbero essere portate avanti senza cedere a facili autocompiacimenti.

Per quanto concerne i quattro pilastri della strategia per l'occupazione, il policy mix [13] rimane sbilanciato a favore di azioni che rientrano nel pilastro occupabilità, cui fa seguito il pilastro imprenditorialità. Le azioni nell'ambito dei pilastri adattabilità e pari opportunità rimangono relativamente deboli. Anche se si sono sviluppati partenariati tra le autorità pubbliche e le parti sociali, non è sempre facile identificare i contributi specifici delle parti sociali. Ciò vale in particolare per il pilastro adattabilità.

[13] Nel contesto dell'attuazione degli orientamenti per l'occupazione il termine "policy mix" si riferisce all'equilibrio tra i quattro pilastri degli orientamenti.

Chiari progressi si sono compiuti nello sviluppo dell'apprendimento permanente, che è ora una priorità politica invalsa in tutta l'Unione europea. Ampie strategie di apprendimento permanente sono ora attuate in circa la metà degli Stati membri, anche se in una fase ancora iniziale. Un punto debole che si dovrà risolvere è il fatto che pochi Stati membri hanno fissato obiettivi quanto all'aumento di investimenti nelle risorse umane o alla partecipazione all'apprendimento permanente.

I progressi nel campo della riforma dei sistemi previdenziali e delle strutture di incentivi al lavoro appaiono spesso insufficienti per promuovere la partecipazione al mondo del lavoro e l'interazione tra i sistemi fiscali e previdenziali necessita di maggiore attenzione.

Nella maggior parte degli Stati membri manca un approccio globale in materia di mainstreaming della dimensione di genere. Le misure volte a ridurre i persistentemente elevati differenziali retributivi tra i generi sono limitate e non si registrano quasi nuove iniziative volte a promuovere il ruolo delle donne nel processo decisionale. I servizi di custodia dei bambini rimangono insufficienti in molti Stati membri e non si riscontra un approccio chiaro per risolvere la questione dell'assistenza agli anziani o ad altre persone non autonome.

Per quanto concerne gli orientamenti per l'occupazione 2002 la Commissione, coadiuvata dalle altre istituzioni dell'UE, ha optato per assicurare la continuità per il 2002, considerati i cambiamenti sostanziali registrati nel 2001 e il riesame approfondito previsto nel 2002. In tutti i casi, gli orientamenti comprendono i nuovi obiettivi occupazionali concordati a Stoccolma nonché un nuovo obiettivo orizzontale distinto in materia di qualità del lavoro.

Inoltre, agli Stati membri è stato indirizzato un insieme di raccomandazioni in materia di occupazione.

Nel 2001 si sono avviati importanti lavori, in stretta cooperazione con le autorità nazionali, ai fini di una valutazione della strategia per l'occupazione, onde preparare il riesame quinquennale previsto per il 2002.

Un altro progresso è stato dato dall'adozione di una decisione sulle misure comunitarie atte a incentivare l'occupazione. Una posizione comune è stata adottata dal Consiglio nel giugno 2001, tenendo conto del parere del Parlamento europeo. Il programma d'azione dovrebbe essere concordato fra breve dal Parlamento europeo e dal Consiglio.

La strategia per l'occupazione è sviluppata in relazione agli Indirizzi di massima per le politiche economiche. Ciò indica che la politica economica e quella per l'occupazione si rafforzano reciprocamente.

Misure chiave

* Adozione della Relazione comune sull'occupazione 2001, degli orientamenti per l'occupazione 2002 e delle raccomandazioni sulla politica occupazionale [14]

[14] COM (2001)438 del 12/09/2001

* Programma d'azione su misure atte a incentivare l'occupazione (posizione comune a giugno - seconda lettura del PE) [15]

[15] COM(2000)459 del 20/07/2000

Il ruolo del Fondo sociale europeo

Come rammentato negli orientamenti per l'occupazione, il Fondo sociale europeo sostiene e integra le attività degli Stati membri che promuovono lo sviluppo dei loro mercati del lavoro e delle loro risorse umane, in particolare nel contesto della strategia europea per l'occupazione e dei piani d'azione nazionali per l'occupazione. Da una rassegna dei programmi adottati nel corso del 2000 emerge che più della metà degli aiuti nel periodo di programmazione 2000-2006 saranno destinati all'occupabilità, in particolare per quanto concerne la promozione di politiche attive del mercato del lavoro e la prevenzione della disoccupazione. Una quota notevole è destinata all'adattabilità della forza lavoro e allo sviluppo di idee in materia di apprendimento permanente. Il Fondo sociale europeo promuove anche attività orientate alle PMI e fornisce aiuti per l'avvio di imprese e la creazione di posti di lavoro nel settore dei servizi. Inoltre, oltre al mainstreaming della dimensione di genere in tutte le attività finanziate, sono previste azioni specifiche per quanto concerne il miglioramento dell'accesso e della partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

L'attuazione dei programmi dev'essere realizzata in modo flessibile dagli Stati membri tenendo conto delle mutevoli circostanze in cui la strategia per l'occupazione viene portata avanti. Un unico paese ha previsto un monitoraggio continuativo della coerenza tra i piani d'azione nazionali e i programmi del Fondo sociale europeo. Questo approccio potrebbe essere adottato anche da altri Stati membri nel contesto del loro processo di monitoraggio, come previsto nel nuovo regolamento dei Fondi strutturali [16].

[16] Regolamento 1260/1999, articolo 36.

Misure chiave

* Accordo con gli Stati membri sui quadri comunitari di sostegno e altri documenti di programmazione per il Fondo sociale europeo

* Adozione di 17 programmi operativi per EQUAL

Le dimensioni locale e regionale della strategia per l'occupazione

Nel contesto della nuova e migliore governance, si è consacrata un'attenzione specifica alla promozione della dimensione regionale e locale della politica per l'occupazione. Anche se la definizione complessiva della strategia per l'occupazione è decisa a livello europeo, la sua formulazione e la sua attuazione efficace dipendono per l'essenziale da attori locali. Ciò richiede la mobilitazione di tutte le risorse disponibili e il sostegno attivo delle autorità regionali e locali.

Di tale dimensione si deve tener conto per assicurare che la ricchezza delle esperienze e delle conoscenze a tali livelli possa essere condivisa ampiamente. Questo è il motivo per cui la Commissione ha proposto la diffusione delle buone pratiche negli e tra gli Stati membri. Essa ha anche proposto lo sviluppo di strategie locali per l'occupazione in linea con i piani d'azione nazionali e che rispecchino le priorità a livello locale.

Misure chiave

* Comunicazione su Agire a livello locale in materia di occupazione - Dare una dimensione locale alla strategia europea per l'occupazione [17]

[17] COM(2000)196 del 7/04/2000

* Comunicazione sul rafforzamento della dimensione locale della strategia per l'occupazione [18]

[18] COM(2001)629 del 7/11/2001

* Invito a presentare proposte in virtù dell'articolo 6 dell'FSE a sostegno di progetti per lo sviluppo di strategie locali per l'occupazione [19]

[19] GU C 306 del 31.10.2001.

La dimensione occupazionale e sociale della società dell'informazione

Un passaggio veloce a un'economia basata sui saperi è un elemento centrale della strategia di Lisbona. La dimensione occupazionale e sociale è stata affrontata in una relazione di benchmarking che sottolinea il crescente impatto delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) sui posti di lavoro, sulla formazione e sull'organizzazione del lavoro. Inoltre, è stato portato avanti un piano d'azione in materia di elearning che delinea l'istruzione di domani.

L'accreditamente delle conoscenze in materia di tecnologia dell'informazione, che è una componente dell'iniziativa più ampia e-Europe, è stata affrontata dal Gruppo ad alto livello sull'occupazione e la dimensione sociale della società dell'informazione; esso è identificato nella Patente europea del computer con possibile sistema di accreditamento e ha chiesto che la futura impostazione di un diploma europeo delle abilità di base nel campo delle TI venga portata avanti nell'ambito del piano d'azione eLearning come ivi contemplato.

Misure chiave

* Comunicazione su eEurope 2002 - Impatto e priorità [20]

[20] COM(2001)140 del 13/03/2001

* Relazione di benchmarking facente seguito alle Strategie per l'occupazione nella società dell'informazione [21]

[21] SEC(2001)222 del 7/02/2001

* Comunicazione sul piano d'azioen elearning [22]

[22] COM(2001)172 del 28/03/2001

Mobilità

Inoltre, un'Europa basata sui saperi richiede nuove iniziative per agevolare la mobilità, in partioclare quella degli insegnanti, dei ricercatori, dei professionisti della formazione e delle persone in formazione. Di tali gruppi si è tenuto conto in una raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 10 luglio 2001 [23]. La Commissione ha anche adottato una comunicazione su una strategia di mobilità per lo spazio europeo della ricerca [24]. Alla fine di febbraio 2001 la Commissione ha adottato una comunicazione sui nuovi mercati del lavoro europei, aperti a tutti e accessibili a tutti [25]. Questa iniziativa intende rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla mobilità e innalzare il grado di qualificazione della manodopera europea a tutti i livelli. Essa ha portato alla costituzione di una Task Force su competenze e mobilità, la cui relazione contribuirà allo sviluppo di un piano d'azione sulla mobilità da presentarsi all'inizio del 2002. Per quanto riguarda lo sviluppo delle abilità, è stato presentato anche un programma di lavoro sugli obiettivi concreti dei sistemi d'istruzione e formazione [26].

[23] COM(1999)708 del 21/01/2000

[24] COM(2001)331 del 20/06/2001

[25] COM(2001)116 del 28/02/2001

[26] COM(2001)501 del 7/09/2001

Queste misure nel campo dell'occupazione dovrebbero essere integrate da progressi concreti per quanto concerne il coordinamento dei sistemi di previdenza sociale. Il Consiglio ha proceduto sulla via del coordinamento dei sistemi di previdenza sociale adottando parametri per l'ammodernamento del regolamento (CEE) n. 1408/71. Per salvaguardare i diritti addizionali a pensione dei lavoratori che si spostano all'interno dell'Unione europea è stato istituito nel luglio 2001 un comitato che si occupa delle pensioni integrative [27].

[27] C(2001)1775 del 2/07/2001

Misure chiave

* Creazione di una Task Force sulle competenze e la mobilità - la sua relazione del dicembre 2001 contribuirà allo sviluppo di un piano d'azione sulla mobilità da presentarsi all'inizio del 2002 [28]

[28] Creazione di una Task Force sulle competenze e la mobilità, a seguito del Consiglio europeo di Stoccolma e della comunicazione della Commissione.

* Comunicazione sull'apprendimento permanente [29]

[29] COM(2001)678 del 21/11/2001

* Adozione di parametri per l'ammodernamento del regolamento 1408/71 sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale [30]

[30] COM(1998)779 del 21/12/1998

3.2. ANTICIPARE E GESTIRE IL CAMBIAMENTO

Coinvolgere maggiormente i lavoratori nella gestione del cambiamento

L'approvazione finale del Consiglio del regolamento che definisce lo statuto della società europea e la direttiva sulla partecipazione dei lavoratori in tali imprese costituisce un importante risultato nel 2001. Questo sarà un elemento cruciale per aiutare le imprese a meglio avvantaggiarsi del mercato interno, poiché consentirà di migliorare gli aspetti organizzativi e gestionali. In tal senso si è sormontato un grande ostacolo costituito dalla diversità delle regole e delle procedure che si applicavano alle aziende operanti nell'Unione europea. Si sono concordate regole specifiche in merito alla partecipazione dei lavoratori in questo nuovo tipo d'imprese.

Inoltre, sia il Consiglio che il Parlamento europeo hanno adottato una direttiva che istituisce un quadro generale per l'informazione e la consultazione dei lavoratori nella Comunità europea. Inoltre, la direttiva sui trasferimenti d'impresa del 1977 e del 1988 è stata codificata nel 2001 [31].

[31] COM(2000)259

Misure chiave

* Statuto della società europea e direttiva sulla partecipazione dei lavoratori (approvati) [32]

[32] COM(1989)268 del 24/08/1989

* Direttiva sull'informazione e la consultazione (approvata) [33]

[33] COM(1998)612 dell'11/11/1998

* Sostegno in virtù dell'articolo 6 dell'FSE a 35 misure innovative concernenti l'adattamento alla nuova economia nel quadro del dialogo sociale [34]

[34] L'elenco di tali iniziative è reperibile al seguente indirizzo: http://europa.eu.int/comm/dgs/employment_social/tender_en.htm (riferimento VP/2001/005).

Salute e sicurezza sul lavoro

L'aspetto della salute e sicurezza sul lavoro è un importante elemento della qualità del lavoro e contribuisce a realizzare condizioni di concorrenza eque per le aziende in tutta l'UE in quanto definisce un insieme uniforme di standard comuni. Tali standard garantiscono la sicurezza dei lavoratori, aiutando nel contempo le aziende a ridurre i costi derivanti dagli infortuni sul lavoro e dalle malattie professionali e facendo leva sulla prevenzione.

La definizione di standard minimi che garantiscono un elevato livello di protezione e creano condizioni di equità comporta tutta una serie di misure legislative.

Il lavoro legislativo si è concentrato su quattro tematiche: i ponteggi, l'asbesto, le vibrazioni e il rumore. Inoltre, le parti sociali sono state consultate in materia di salute e sicurezza per quanto concerne i lavoratori autonomi.

Negli ultimi anni si sono registrati progressi nella riduzione degli infortuni sul lavoro e il numero complessivo di infortuni gravi si è ridotto a partire dalla metà degli anni novanta, anche se non dappertutto nell'Unione europea. La riduzione complessiva degli infortuni di circa il 10% per il periodo 1994-1998 evidenzia i benefici derivanti da misure di prevenzione e da standard in materia di salute e sicurezza.

Tuttavia, i tassi elevati di infortuni sul lavoro continuano ad essere estremamente costosi per la competitività europea: nel 1998 e nel 1999 si sono perduti 148 milioni di giornate di lavoro a causa di infortuni. Nel 1998 l'indicenza degli infortuni gravi sul lavoro è scesa a 4.089 per 100.000 lavoratori - cui corrispondono comunque 4,7 milioni di infortuni in totale. Nel 1998 si sono verificati anche 5.476 infortuni mortali sul lavoro [35] Tale cifra evidenzia le carenze delle attuali prassi in materia di salute e sicurezza sul lavoro e quindi il costo che le aziende e i lavoratori devono sostenere a causa di una politica non sociale.

[35] Infortuni sul lavoro nell'UE 1998-1999. Fonte: Statistics in focus. Population and social conditions (16-2001).

Hanno rilevanza anche i diversi modelli di composizione settoriale dell'economia e delle categorie occupazionali. L'incidenza degli infortuni sul lavoro è più alta della media nell'industria della pesca (2,4), nell'agricoltura (1,3), nella costruzione (1,4) e nei trasporti (1,1) e colpisce in particolare uomini in possesso di un titolo di studio inferiore a quello dell'istruzione secondaria, che per l'appunto si concentrano in tali settori [36].

[36] Fonte: cfr. la nota precedente.

Inoltre, il mondo del lavoro in rapido mutamento impone nuove forme di organizzazione del lavoro che, con ritmi di lavoro più intensi, crea nuovi problemi e richiede nuove soluzioni. Emergono nuovi tipi di rischi che danno adito a nuovi problemi sul piano sanitario, tra cui affezioni muscoloscheletriche e patologie psicosociali quali stress, depressione e ansietà che rappresentano 26% dei casi di assenza dal lavoro di più di due settimane [37].

[37] Problemi di salute dovuti al lavoro nell'UE 1998-1999. Fonte: EUROSTAT Statistics in focus. Population and social conditions (17-2001).

Per preparare la nuova strategia in materia di salute e sicurezza che verrà presentata all'inizio del 2002, il Comitato economico e sociale ha adottato un parere esplorativo. Tale relazione - elaborata congiuntamente da rappresentanti dei datori di lavoro, dei lavoratori e di altri gruppi d'interesse - costituisce un'importante base per la nuova strategia, in quanto mette in luce come l'Unione europea possa rispondere ai vecchi e nuovi rischi sul posto di lavoro ed esamina il modo in cui i diversi strumenti disponibili a livello europeo possono essere combinati per migliorare gli standard e le prassi in tutta l'Unione europea.

Misure chiave

* Direttiva sui ponteggi (adottata nel giugno 2001) [38]

[38] COM(1998)678 del 27/11/1998

* Salute e sicurezza per i lavoratori autonomi - seconda fase di consultazione delle parti sociali (giugno 2001) [39]

[39] C(2001)1535 del 7/06/2001

* Direttiva sulle vibrazioni (posizione comune nel giugno 2001 // PE seconda lettura in ottobre [40]

[40] COM(1992)560 del 23/12/1992

* Direttiva sul rumore (posizione comune nell'ottobre 2001) [41]

[41] COM(1992)560

* Direttiva sull'asbesto (proposta della Commissione - luglio 2001) [42]

[42] COM(2001)417 del 20/07/2001

* Relazione di propria iniziativa del CES sulla salute e sicurezza sul posto di lavoro [43]

[43] CES(2001)937 dell'11/07/2001

Ambiente di lavoro e relazioni di lavoro

Nel 2001 è stato istituito il Centro europeo di monitoraggio del cambiamento. Tra i suoi compiti è la raccolta e la diffusione d'informazioni sugli aspetti del cambiamento economico e sociale risultanti dai mutamenti nelle tecnologie, nell'organizzazione di lavoro, nei modelli produttivi e aziendali e nelle prassi lavorative.

È stato anche istituito un Gruppo ad alto livello sulle relazioni industriali. Esso si occuperà delle principali sfide che emergono sul piano delle relazioni industriali in un contesto che cambia e consacrerà un'attenzione specifica all'allargamento. Tale gruppo presenterà una relazione al Consiglio europeo di primavera di Barcellona, delineando un elenco di proposte per aiutare i decisori politici in Europa, in particolare le parti sociali, a contribuire in modo efficace al miglioramento del processo di gestione del cambiamento. Le parti sociali hanno affrontato, con una prima e seconda fase di consultazione, le questioni dell'ammodernamento e del miglioramento delle relazioni di lavoro e hanno quindi aperto negoziati sul telelavoro, al fine di raggiungere un accordo da attuarsi per il tramite dei loro membri nazionali, conformemente all'articolo 139, paragrafo 2, del Trattato CE. Orientamenti nel merito sono già stati concordati nel settore delle telecomunicazioni (febbraio 2001) e in quello del commercio (aprile 2001).

Per quanto concerne le agenzie di lavoro interinale, i negoziati con le parti sociali non sono sfociati in un accordo. La Commissione presenterà una proposta di direttiva del Consiglio e del Parlamento europeo all'inizio del 2002, tenendo conto dei risultati delle discussioni delle parti sociali e in particolare degli aspetti su cui è emerso un consenso. Essa terrà anche conto della dichiarazione congiunta dell'ottobre 2001 formulata dalle parti sociali settoriali in materia di lavoratori a prestito.

Nell'agosto 2001 la Commissione ha avviato la prima fase di consultazione con le parti sociali sulla protezione dei dati dei lavoratori.

Inoltre, le parti sociali sono invitate a contribuire all'attuazione della strategia europea per l'occupazione, in particolare del pilastro adattabilità.

La formazione professionale costituisce un elemento cruciale in proposito. Le parti sociali a livello intersettoriale stanno preparando una relazione comune per il Consiglio europeo di Barcellona imperniata su un insieme di azioni chiave tra cui l'identificazione e l'anticipazione delle competenze necessarie; il riconoscimento e la convalida delle competenze, l'informazione, il sostegno e l'erogazione di orientamenti; e la mobilitazione di risorse. L'intenzione è di aprire successivamente negoziati su tali tematiche.

Sempre a livello settoriale le parti sociali affrontano le questioni della formazione professionale, in particolare mediante progetti congiunti concreti. In campo legislativo si sono compiuti progressi per quanto concerne la proposta della Commissione di una direttiva che modifica la direttiva 80/987/CEE del Consiglio sulla tutela dei lavoratori subordinati in caso di insolvenza del datore di lavoro. Il parere del Parlamento europeo in prima lettura è stato adottato il 29 novembre 2001 e il Consiglio ha raggiunto un accordo politico su una posizione comune il 3 dicembre 2001. Per preparare la comunicazione e il piano d'azione sulla partecipazione finanziaria dei lavoratori e per agevolare un'ampia consultazione sulla questione, la Commissione ha pubblicato un documento di lavoro a luglio [44].

[44] SEC 2001 (1308) del 26/07/2001

La Commissione ha inoltre adottato una comunicazione sugli aspetti sociali degli appalti pubblici.

* Creazione del Centro europeo di monitoraggio del cambiamento

* Contributo delle parti sociali all'attuazione della strategia per l'occupazione

* Adattabilità e ammodernamento delle relazioni industriali in relazione alla strategia per l'occupazione - seconda fase di consultazione delle parti sociali sfociante in negoziati sul telelavoro - avviata nell'ottobre 2001

* Insolvenza - posizione comune nel dicembre 2001 [45]

[45] COM(2000)832 del 15/01/2001

* Comunicazione che interpreta gli aspetti sociali degli appalti pubblici [46]

[46] COM 2001 (566) del 15/10/2001

Responsabilità sociale delle imprese

Sono stati incoraggiati un dibattito su scala europea e uno scambio di buone prassi a seguito del Libro verde sulla promozione di un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese. Anche se ciò si basa essenzialmente su un'azione volontaria, le imprese hanno dimostrato un grande interesse a portare avanti e rafforzare la loro responsabilità sociale - nei confronti dei loro lavoratori e dell'ambiente in cui operano. Si tratta di un aspetto cruciale per raggiungere uno sviluppo sostenibile e meglio articolare gli imperativi economici, sociali e ambientali, in particolare alla luce delle richieste dei consumatori.

* Libro verde sulla responsabilità sociale delle imprese [47]

[47] COM(2001)366 del 18/07/2001

3.3. PROMUOVERE L'INTEGRAZIONE SOCIALE

Le conclusioni del Consiglio europeo di Lisbona hanno dichiarato esplicitamente che "Il numero delle persone che nell'Unione vivono al disotto della soglia di povertà e in condizioni di esclusione sociale è inaccettabile". Esse invitano quindi esplicitamente a prendere misure per esercitare un impatto decisivo ai fini dell'eliminazione della povertà entro il 2010. Anche se non è riuscita a fissare obiettivi comunemente concordati, Lisbona ha definito le prime misure su cui dovrebbero essere impostati gli sforzi per accrescere la cooperazione a livello di UE in materie di politiche di lotta contro la povertà e l'esclusione sociale. Essa ha anche dichiarato esplicitamente che il "metodo aperto di coordinamento" dovrebbe essere la base appropriata per questa cooperazione politica.

Strategia di inclusione sociale - il metodo aperto di coordinamento

Questo importante risultato sul piano politico è stato ulteriormente sviluppato nell'ambito dell'Agenda della politica sociale, in particolare con l'impegno a presentare entro il giungo 2001 un piano d'azione nazionale per il biennio successivo. Gli obiettivi della strategia cui rispondono tali piani sono stati sottoscritti dal Consiglio europeo di Nizza [48]. Essi tengono conto della natura complessa e pluridimensionale della povertà e dell'esclusione sociale e mobilitano un'ampia gamma di politiche. Sono stati identificati quattro obiettivi chiave:

[48] Accordo politico del Consiglio del 17 ottobre 2000.

* facilitare la partecipazione al mondo del lavoro e l'accesso di tutti alla risorse, ai diritti, ai beni e ai servizi

* prevenire i rischi di esclusione

* aiutare i gruppi più vulnerabili

* mobilitare tutti gli enti pertinenti.

La relazione congiunta sull'inclusione sociale fornisce un'analisi approfondita della situazione in tutti gli Stati membri, una valutazione delle principali sfide future e un'identificazione delle buone pratiche e degli approcci innovativi che rivestono un interesse comune. Sulla base dei piani d'azione nazionali contro la povertà e l'esclusione sociale presentati da tutti gli Stati membri nel giugno 2001 e alla luce dei quattro obiettivi comuni, la relazione costituisce il primo documento strategico della Commissione e del Consiglio volto ad affrontare la povertà e l'esclusione sociale a livello di UE ed è quindi una pietra miliare sulla via del rafforzamento del modello sociale europeo. Esso anche costituisce una dimostrazione della fattibilità del metodo aperto di coordinamento in ambito sociale e delle potenzialità del metodo di valutazione ad opera di un gruppo di pari, cruciale per la piena attuazione di tale strategia.

Progressi significativi si sono anche compiuti per quanto concerne lo sviluppo e la messa a punto di indicatori concordati e definiti di comune accordo nel campo dell'inclusione sociale. Inoltre, un piano d'azione quinquennale (2002-2006) contribuirà a migliorare la conoscenza e la comprensione del fenomeno della povertà e dell'esclusione sociale, lo scambio di informazioni e di buone pratiche e la messa in rete tra le organizzazioni pertinenti mediante una serie di azioni per le quali sono stati stanziati 75 milioni di euro. Inoltre, tali azioni agevoleranno il coinvolgimento attivo delle organizzazioni non governative e di altri interessati che possono svolgere un ruolo cruciale nell'attuazione della strategia. Il programma d'azione prevede un'iniziativa a carattere strategico che integra la ricerca scientifica sull'esclusione sociale e l'integrazione sociale che il programma di ricerca socio-economica della Comunità europea sta patrocinando.

Misure chiave

* Il metodo aperto di coordinamento è stato avviato con successo nel campo dell'inclusione sociale.

* l'accordo su obiettivi comuni raggiunto nel Consiglio europeo di Nizza,

* lo sviluppo di indicatori concordati e definiti di comune accordo sotto l'egida del Comitato per la protezione sociale,

* la preparazione e presentazione ad opera di tutti gli Stati membri di due piani d'azione nazionali annuali contro la povertà e l'esclusione sociale

* la Relazione congiunta sull'inclusione sociale presentata dalla Commissione e dagli Stati membri in cui si identificano buone pratiche e approcci innovativi d'interesse comune [49]

[49] COM(2001)565 del 10/10/2001

* la decisione del Consiglio e del Parlamento che istituisce un programma d'azione comunitaria quinquennale per combattere l'esclusione sociale [50].

[50] COM(2000)368 del 16/06/2000

Questi sono importanti punti d'avvio, ma le azioni dovranno essere intensificate e occorreranno ulteriori sforzi politici nei prossimi anni se si vorrà esercitare un impatto decisivo sulla problematica della povertà e dell'esclusione sociale.

Il gap digitale

La prevenzione dell'esclusione sociale e della povertà richiede misure che consentano di assicurare l'accesso alle nuove tecnologie. Un gap digitale creerebbe nuovi ostacoli e nuove barriere alla piena partecipazione al mercato del lavoro e alla società. D'altro canto, le tecnologie dell'informazione forniscono opportunità per abbattere certe barriere ora esistenti. Oltre ai lavori attualmente in corso nel contesto sia della strategia per l'occupazione che del metodo aperto di coordinamento in materia di inclusione sociale, il Consiglio ha adottato una risoluzione sulle possibiltà offerte dalla società dell'informazione ai fini dell'inclusione sociale, intensificando così gli sforzi politici e affrontando le sfide identificate in un documento della Commissione sulle potenzialità offerte dalla società dell'informazione ai fini dell'inclusione sociale.

Misure chiave

* Comunicazione su eEurope 2002 - Impatto e priorità [51]

[51] COM(2001)140 del 13/03/2001

* ePartecipazione - Potenzialità della società dell'informazione per l'inclusione sociale in Europa [52]

[52] SEC(2001)1428 del 28/09/2001

* Risoluzione del Consiglio dell'8 ottobre 2001 su "e-Partecipazione" - Sfruttare le possibilità offerte dalla società dell'informazione ai fini dell'inclusione sociale [53]

[53] "e-Partecipazione" - Sfruttare le possibilità offerte dalla società dell'informazione ai fini dell'inclusione sociale"

Combattere tutti i tipi di discriminazione

L'equità sociale richiede il rispetto dei diritti fondamentali e la lotta contro la discriminazione. Questi sono elementi essenziali per una società equa e il rispetto della dignità umana. L'agenda per la politica sociale lo ha sottolineato con forza, in particolare per quanto concerne la definizione di standard comuni vincolanti sul piano normativo.

Ciò è chiaramente visibile nelle due direttive fondate sull'articolo 13 del Trattato CE - articolo anti discriminazione che dev'essere recepito entro il 2003. La promozione della consapevolezza e la realizzazione di azioni concrete per promuovere la non-discriminazione sono sostenute dal programma d'azione che il Consiglio e il Parlamento europeo hanno concordato stanziando 100 milioni di euro per un periodo di sei anni. Tale programma contribuisce anche ad assicurare la partecipazione attiva della società civile.

Misure chiave

* Direttiva che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica [54]

[54] COM(1999)566 del 24/11/1999

* Direttiva che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro [55]

[55] COM(1999)565 del 25/11/1999

* Decisione che istituisce un programma d'azione comunitaria per combattere la discriminazione [56]

[56] COM(1999)567 del 25/11/1999

Politica d'integrazione per i cittadini di paesi terzi

Oltre alla strategia europea per l'occupazione e la sua attenzione per un accesso equo al mercato del lavoro, e oltre alla strategia per l'inclusione sociale, un importante progresso si è registrato estendendo il coordinamento dei regimi di sicurezza sociale ai cittadini di paesi terzi a seguito delle conclusioni del Consiglio sulla base giuridica per l'estensione del regolamento (CEE) n. 1408/71 a tale categoria di persone. Il Consiglio europeo di Laeken aveva invitato il Consiglio ad adottare quanto prima le disposizioni necessarie [57].

[57] Cfr. il punto 29 delle conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Laeken.

La Commissione ha proposto inoltre una direttiva sulle condizioni d'ingresso e di residenza dei cittadini di paesi terzi ai fini di un'occupazione remunerata e di un'attività lavorativa autonoma.

Misure chiave

* Accordo sulla base giuridica per l'estensione del regolamento 1408/71 sul coordinamento dei regimi di sicurezza sociale ai cittadini di paesi terzi [58].

[58] COM(1998)779 del 21/12/1998

* Proposta di direttiva relativa alle condizioni di ingresso e di soggiorno dei cittadini di paesi terzi che intendono svolgere attività di lavoro subordinato o autonomo [59].

[59] COM(2001)386 of 11/7/2001

Integrazione dei disabili

Per far opera di sensibilizzazione sulle disabilità e incoraggiare l'integrazione dei disabili nell'economia nonché accrescere le loro opportunità di partecipare appieno alla società, il 2003 è stato dichiarato Anno europeo dei disabili. Il fatto di richiamare l'attenzione sulla disabilità e di scambiare esperienze e buone pratiche dovrebbe essere funzionale all'avanzamento delle misure politiche nel contesto della strategia europea per l'occupazione e del metodo aperto di coordinamento nel campo dell'inclusione sociale.

Misura chiave

* Decisione del Consiglio relativa all'Anno europeo delle persone con disabilità [60]

[60] COM(2001)271 del 29/05/2001

Partenariato efficiente

La lotta contro la povertà, l'esclusione e la discriminazione rientra per definizione in ambiti politici nei quali un'ampia gamma di attori dovrebbe essere pienamente coinvolta nella concezione e attuazione delle misure. In tal senso si tratta di un ambito in cui andrebbe applicata la nozione di una migliore governance ispirata alla partecipazione attiva di un'ampia gamma di attori a tutti i livelli con responsabilità condivise. Ciò richiede apertura, trasparenza, efficacia, coerenza e responsabilità. Ciò metterà in luce anche l'impegno a rispettare le diverse culture e tradizioni.

Il coinvolgimento della società civile si basa su una definizione ampia e abbraccia tutta una gamma di attori, in particolare ONG, autorità regionali e locali, sindacati e organizzazioni dei datori di lavoro.

3.4. MODERNIZZARE LA PROTEZIONE SOCIALE

Anche in merito alla modernizzazione della protezione sociale il Consiglio europeo di Lisbona ha compiuto un importante passo avanti facendo presente che le sfide comuni possono essere meglio affrontate nell'ambito di uno sforzo di cooperazione. Gli orientamenti politici di Nizza ribadiscono che la modernizzazione dei sistemi di protezione sociale deve rispondere a requisiti di solidarietà, in particolare per quanto concerne le pensioni e l'assistenza sanitaria, pur contribuendo a mantenere uno Stato sociale attivo che incoraggi la partecipazione al mondo del lavoro.

Cooperazione per assicurare pensioni sicure e sostenibili

La prima questione riguarda i sistemi pensionistici. Questo è un ambito in cui una modernizzazione dei sistemi è resa urgente dall'invecchiamento della popolazione e dall'impatto che esso avrà sul tasso di dipendenza degli anziani. Se non si prendono misure - in particolare volte ad accrescere la partecipazione al mondo del lavoro, a consolidare le finanze pubbliche e ad adattare i sistemi di protezione sociale - in futuro le pensioni possono diventare insostenibili sul piano finanziario e quindi possono non essere in grado di raggiungere il loro obiettivi sociali.

Anche se la riforma dei regimi pensionistici è di responsabilità degli Stati membri, la cooperazione a livello dell'Unione europea si è intensificata - in particolare tramite il Comitato per la protezione sociale, e ha beneficiato dei lavori intrapresi dal Comitato per la politica economica e delle sue analisi sul possibile impatto finanziario dell'invecchiamento. Al Consiglio europeo di Göteborg sono state ribadite le potenzialità del metodo aperto di coordinamento e il Consiglio europeo di Laeken ha concordato gli obiettivi cui devono conformarsi le relazioni nazionali.

Questi obiettivi comuni per regimi pensionistici sostenibili ribadiscono la necessità di mantenere un'adeguata erogazione di pensioni e la solidarietà nei sistemi pensionistici, di assicurare la sostenibilità tramite un elevato livello di occupazione, una sana gestione delle finanze pubbliche e appropriate riforme delle pensioni, nonché di modernizzare i sistemi pensionistici per tener conto delle mutate esigenze della società e delle singole persone.

Misure chiave

* Comunicazione sulla futura evoluzione della protezione sociale nel lungo periodo [61]

[61] COM(2000)622 dell'11/10/2000

* Comunicazione sul sostegno alle strategie nazionali volte a garantire pensioni sicure e sostenibili [62]

[62] COM(2001)362 del 3/07/2001

* Contributi del Comitato per la protezione sociale e del Comitato per la politica economica che esaminano l'impatto sociale e finanziario dell'invecchiamento della popolazione - anche tramite una relazione congiunta - e portano avanti la cooperazione per assicurare pensioni sicure e sostenibili.

* Obiettivi per un metodo aperto di coordinamento in materia di pensioni sottoscritto in occasione del Consiglio europeo di Laeken

Sanità

La scadenza, nell'Agenda della politica sociale, per azioni concrete in materia di sanità è il 2003 [63]. La Commissione ha preparato il terreno presentando una comunicazione sul futuro dell'assistenza sanitaria e dell'assistenza agli anziani, in particolare nel contesto dell'invecchiamento demografico [64].

[63] COM(2000)285 del 16/05/2000

[64] COM(2001)723 del 5/12/2001

Essa esplora le basi per una cooperazione reperibili nel Trattato e in altri acquis della CE e segnala che i sistemi nazionali si trovano ad affrontare sfide comuni, vale a dire l'invecchiamento, le innovazioni tecniche e nuove richieste da parte dei cittadini stimolate dall'innalzamento dei livelli di vita e dalla disponibilità di una migliore informazione. Essa identifica tre obiettivi di lungo periodo che dovrebbero essere raggiunti contemporaneamente:

* Assicurare che ciascuno abbia accesso all'assistenza sanitaria

* Migliorare la qualità dei sistemi sanitari

* Mantenere la stabilità finanziaria dei sistemi di assistenza

La presente comunicazione recherà un contributo all'elaborazione della relazione comune sui progressi realizzati in materia di orientamenti nel campo della sanità e dell'assistenza agli anziani che il Comitato per la protezione sociale e il Comitato per la politica economica presenteranno al Consiglio europeo di Barcellona.

I lavori in tale ambito dovrebbero essere considerati in relazione alla strategia comunitaria in materia di sanità.

3.5. PROMUOVERE LA PARITÀ TRA I SESSI

Mainstreaming

La promozione della parità tra i sessi nell'Unione europea si basa su due pilastri: il mainstreaming e misure specifiche. Il mainstreaming implica che la parità tra i sessi dev'essere posta al centro dell'attenzione - con eventuali adattamenti strategici - in tutti gli ambiti politici. La promozione della parità tra i sessi non è basata soltanto su diritti, ma è un elemento essenziale per promuovere il progresso economico e sociale. Questo è il motivo per cui essa ha un posto così prominente nella strategia per l'occupazione ed è contemplata anche nella strategia di inclusione. L'obiettivo complessivo è di promuovere la piena partecipazione delle donne alla vita economica, scientifica, sociale, politica e civile.

Un esame completo dei progressi sulla via della parità tra i sessi è stato effettuato nella relazione annuale che ha delineato il contesto per il primo programma di lavoro annuale di ciascun servizio della Commissione per l'attuazione della strategia quadro in materia di parità tra i sessi [65]. Una comunicazione sul mainstreaming della parità tra i sessi nella cooperazione allo sviluppo della Comunità ha illustrato il modo in cui funziona il mainstreaming in altri ambiti politici [66].

[65] SEC(2001)382 del 2/03/2001

[66] COM(2001)295 del 21/06/2001

Misure vincolanti contro la discriminazione

Il Parlamento e il Consiglio stanno negoziando il riesame della direttiva 76/207 sull'attuazione del principio di parità di trattamento per le donne e gli uomini per quanto concerne l'accesso all'occupazione, alla formazione professionale e alla promozione e alle condizioni di lavoro. Una posizione comune è stata concordata dal Consiglio nel luglio 2001 e il Parlamento europeo ha espresso il suo parere in seconda lettura a ottobre, al che farà seguito una procedura di conciliazione tra queste due istituzioni al fine di pervenire a una decisione nel primo semestre del 2002.

Sensibilizzazione

Al centro dell'opera di sensibilizzazione e dello scambio di buone pratiche è il programma di azione che rientra nella strategia quadro per la parità tra i generi. Per il 2001 l'attenzione si è concentrata sui differenziali retributivi di genere e sul modo in cui tali differenziali possono essere ridotti e neutralizzati completamente [67].

[67] COM(2001)119 del 2/03/2001

È stato avviato uno studio di fattibilità per la creazione di un Istituto europeo del genere.

Parità retributiva

Quello della pari retribuzione a parità di lavoro è un principio fondamentale del Trattato. Ed è anche l'aspetto più visibile della discriminazione di genere nell'Europa di oggi. Tale tematica è stata prescelta quale tematica prioritaria per il 2001 nel programma parità. Il Consiglio europeo ha sollevato la questione dei differenziali retributivi di genere nel marzo del 2001 e ha identificato la necessità di indicatori per monitorare i progressi compiuti. Facendo leva sia sulla valutazione della qualità del lavoro e sull'esperienza nel processo di occupazione, il differenziale retributivo "brutto" di genere è stato incluso quale indicatore strutturale che serve a misurare il progresso sulla via della strategia di Lisbona. Tali lavori sono stati supportati da una relazione su iniziativa del Parlamento europeo in merito alla "pari retribuzione per lavori di pari valore" adottata nel settembre 2001 e con l'adozione di nuovi indicatori sui differenziali retributivi ad opera del Consiglio quale follow-up della piattaforma di Pechino.

Conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare

Questo è un ambito politico che viene ampiamente affrontato nel contesto della strategia europea per l'occupazione, in particolare nell'ambito del pilastro relativo alle pari opportunità. Tuttavia, la conciliazione è agevolata anche dalla legislazione in vigore sul congedo parentale, in merito alla quale la Commissione sta preparando una relazione.

Misure chiave

* Mainstreaming dell'uguaglianza tra i sessi in tutti i pertinenti ambiti politici

* Relazione annuale sulle pari opportunità per le donne e gli uomini nell'Unione europea 2000 [68]

[68] COM(2001)179 del 2/04/2001

* Affrontare il differenziale retributivo di genere: relazione di iniziativa propria del PE [69], il programma d'azione in materia di parità tra i sessi, gli indicatori strutturali che accompagnano la strategia di Lisbona

[69] Relazione di iniziativa propria del PE A5/2001/275 dell'11/07/2001

* Rafforzamento del pilastro "pari opportunità" della strategia per l'occupazione

* Progressi compiuti dal Parlamento europeo e dal Consiglio nella revisione delle direttive sull'accesso all'occupazione, la formazione professionale, la promozione e le condizioni di lavoro

3.6. RAFFORZARE GLI ASPETTI DELLA POLITICA SOCIALE CONNESSI CON L'ALLARGAMENTO E CON LE RELAZIONI ESTERNE DELL'UNIONE EUROPEA

Allargamento

L'Agenda della politica sociale ha delineato diverse misure che dovrebbero contribuire a preparare l'allargamento dell'Unione in condizioni di sviluppo equilibrato sul piano socio-economico. Il monitoraggio del rispetto dell'acquis comunitario in campo occupazionale e sociale è un aspetto importante dei preparativi per l'allargamento. Nell'ambito della strategia di preadesione una questione altrettanto importante è quella di aiutare a preparare i paesi candidati ad assicurare che, una volta divenuti Stati membri dell'UE, possano essere immediatamente e pienamente coinvolti nell'attuale processo politico. Ciò non si applica soltanto alla politica dell'occupazione e dell'inclusione sociale, ma implica anche che le parti sociali e le ONG possano participare appieno agli sviluppi politici e alla loro attuazione. Quest'opera è essenzialmente condotta mediante contatti bilaterali, eventi congiunti e l'elaborazione di documenti comuni.

La strategia per l'occupazione è echeggiata nella valutazione comune delle politiche in campo occupazionale sottoscritta dalla Commissione e dai paesi candidati interessati. Alla fine del 2001 sono stati firmati documenti comuni attinenti a Repubblica ceca, Slovenia, Polonia, Estonia, Malta, Ungheria, Slovacchia e Cipro. La Commissione prepara inoltre proposte per sviluppare la cooperazione con i paesi candidati in materia di inclusione sociale. Per aiutare le parti sociali dei paesi candidati a prepararsi all'adesione e per rafforzare le strutture delle parti sociali la Commissione ha promosso adeguate iniziative rivolte alle parti sociali.

Si conducono misure per preparare i paesi candidati a partecipare al Fondo sociale europeo. La Commissione ha presentato una comunicazione sull'impatto dell'allargamento nelle regioni che confinano con i paesi candidati.

Misure chiave

* È in corso il monitoraggio del rispetto dell'acquis comunitario

* Documenti comuni di valutazione sulle priorità politiche in materia di occupazione

* Contatti bilaterali ed eventi comuni a sostegno del ruolo delle parti sociali

* Sostegno alla società civile

* Preparazione alla partecipazione all'FSE

* Comunicazione sull'azione comunitaria per le regioni confinanti [70]

[70] COM(2001)437 del 25/07/2001

Cooperazione internazionale

La Commissione ha fornito un input alla conferenza mondiale di Durban contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza. Essa ha anche presentato una comunicazione sugli standard fondamentali in materia di lavoro e sul miglioramento della governance sociale nel contesto della globalizzazione. Lo scambio di lettere tra la Commissione e l'OIL nel maggio 2001 è importante in tale contesto. Alla quarta Conferenza ministeriale dell'OMC nel novembre 2001 i membri dell'OMC hanno confermato il loro impegno nei confronti di standard fondamentali in materia di lavoro e di una cooperazione tra i segretariati dell'OIL e dell'OMC. A tal fine, la Comunità incoraggerà il Segretariato dell'OMC a svolgere un ruolo attivo e la cooperazione della Commissione con l'OIL verrà rafforzata in seguito alle conclusioni di Doha.

Per quanto concerne le donne nei paesi del Mediterraneo, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sulle conseguenze della globalizzazione.

Per dare maggiore visibilità alla dimensione esterna della sua politica sociale la Commissione ha organizzato nel novembre 2001 una conferenza intitolata "L'agenda sociale europea e i partner internazionali dell'UE".

Misure chiave

* Comunicazione per la conferenza di Durban contro il razzismo [71]

[71] COM(2001)291 dell'1/06/2001

* Comunicazione su standard fondamentali in materia di lavoro [72]

[72] COM(2001)416 del 18/07/2001

* Risoluzione del PE sulle conseguenze della globalizzazione per le donne che immigrano dai paesi del Mediterraneo [73]

[73] "Le conseguenze della globalizzazione per le donne migranti dai paesi del Mediterraneo".

4. Conclusioni e prospettive future

In complesso l'agenda si trova in fase ben avanzata laddove si tratta di tradurre gli impegni in azioni concrete. Tutte le nuove questioni che la Commissione ha annunciato esplicitamente di voler affrontare entro il 2001 sono state trattate.

L'attuazione dell'Agenda della politica sociale è un chiaro esempio di governance nuova e migliorata e dimostra nella pratica il modo in cui le autorità pubbliche a livello europeo, nazionale, regionale e locale, assieme alle parti sociali e alla società civile, operano efficacemente assieme per realizzare la riforma. Ciò è strettamente correlato con l'uso della combinazione appropriata di strumenti politici.

I mercati del lavoro vengono riformati tramite la Strategia europea per l'occupazione. A ciò reca il suo contributo il Fondo sociale europeo, in particolare mediante l'investimento nelle persone. Il Consiglio e il Parlamento europeo portano avanti negoziati su un numero di proposte legislative in ambiti che comprendono la salute e la sicurezza sul posto di lavoro, la partecipazione dei lavoratori e la parità di trattamento tra le donne e gli uomini. Il metodo aperto di coordinamento fornisce misure concrete per combattere la povertà e l'esclusione sociale. La riforma dei regimi di previdenza sociale, in particolare delle pensioni, è affrontata al fine di raggiungere gli obiettivi sociali e finanziari in modo sostenibile. I negoziati condotti dalle parti sociali porteranno a una modernizzazione della flessibilità e della sicurezza in relazione all'organizzazione del lavoro e in particolare con il telelavoro. I programmi d'azione in materia di lotta contro la discriminazione, di pari opportunità e di inclusione sociale non solo facilitano lo scambio di esperienze e di buone pratiche, ma servono anche a coinvolgere tutti gli interessati, comprese le ONG a livello europeo, in questi ambiti. L'incoraggiamento alle imprese a condurre attività volontaria a sostegno dello sviluppo sostenibile proviene dal Libro verde sulla responsabilità sociale delle imprese.

Per quanto concerne il futuro, vi sono diverse importante nuove iniziative da avviare nel 2002. Il principale obiettivo dovrebbe essere di continuare a realizzare la riforma strutturale contemplata a Lisbona e delineata nell'Agenda della politica sociale contestualmente ai diversi processi e alle diverse politiche, introducendo nel contempo nuovi elementi per rispondere alle nuove sfide. Ciò rispecchierà la natura dinamica e flessibile dell'agenda.

- Sul fronte dell'occupazione le iniziative principali riguarderanno:

* Il completamento di una valutazione del primo quinquennio di attuazione del processo di Lussemburgo, che sfocerà in una comunicazione cui si ispirerà il pacchetto occupazione 2002

* Relazione comune Commissione/Consiglio sull'incoraggiamento della partecipazione alla forza lavoro e sulla promozione di un invecchiamento attivo, dando seguito alle richieste del Vertice di Stoccolma

* La presentazione al Consiglio europeo di Barcellona di un piano d'azione su competenze e mobilità. Una nuova misura in proposito potrebbe essere data dalla preparazione di una carta europea di assicurazione sanitaria nel contesto del piano d'azione per la mobilità. Questo sarà un aspetto cruciale ai fini di migliorare effettivamente la libera circolazione nell'Unione europea e incoraggerà lo sviluppo della mobilità della manodopera. Più avanti nell'anno si formulerà anche una proposta di revisione della base giuridica di EURES.

* La preparazione di una comunicazione sul mainstreaming degli aspetti occupazionali in altre politiche comunitarie, da presentarsi nel 2003.

- Per quanto concerne il cambiamento e l'ambiente di lavoro,

* la natura dinamica e flessibile dell'agenda si rispecchierà in una nuova iniziativa sull'anticipo e la gestione del cambiamento e sulla necessità di una nuova attenzione per gli aspetti sociali della ristrutturazione delle imprese. Quest'iniziativa intende stimolare il dialogo tra le parti sociali onde identificare e sviluppare prassi ottimali per anticipare e gestire la ristrutturazione. L'obiettivo di riorientare i punti d'attenzione intenderà facilitare il miglioramento dell'economia e contribuire a un contesto in cui il recupero economico possa tradursi meglio e più celermente in una creazione netta di posti di lavoro. Fare dell'Europa l'economia più competitiva al mondo entro il 2010 richiederà per l'appunto misure volte a consentire di coniugare gli obiettivi di breve termine con gli obiettivi strategici di lungo periodo.

* La Commissione presenterà all'inizio del 2002 una nuova strategia in materia di salute e sicurezza.

* Prendendo le mosse dalla dichiarazione congiunta delle parti sociali formulata a Laeken, un rinnovato dialogo sociale correlato al contesto economico potrebbe inoltre comprendere:

- Il completamento di nuovi "accordi volontari" sull'apprendimento permanente e il telelavoro

- Rafforzare il coinvolgimento delle parti sociali nel metodo aperto di coordinamento, in particolare nella strategia per l'occupazione.

- Rafforzare il dialogo sociale settoriale in relazione all'evoluzione dell'economia.

- La promozione della responsabilità sociale delle imprese con un quadro di riferimento per sviluppi futuri, prendendo le mosse da una nuova comunicazione sulla responsabilità sociale delle imprese.

* La Commissione presenterà inoltre prima dell'estate del 2002 una comunicazione sul dialogo sociale contenente una proposta relativa a un nuovo comitato di concertazione.

* Inoltre la Commissione avvierà una consultazione di seconda fase sulla protezione dei dati dei lavoratori nel primo semestre del 2002. Essa presenterà inoltre una comunicazione e un piano d'azione sulla partecipazione finanziaria.

* Per quanto concerne la legislazione, la Commissione presenterà all'inizio del 2002 una proposta di direttiva sul lavoro interinale. Essa contemplerà anche una revisione della direttiva sul Comitato aziendale europeo.

- Per quanto concerne l'inclusione sociale,

* La definizione di obiettivi concreti di lungo periodo per l'Unione, alla luce dell'impegno di Lisbona di esercitare un impatto decisivo per l'eliminazione della povertà entro il 2010, prendendo come riferimento la relazione concordata in materia d'indicatori sull'inclusione sociale, costituirebbe un'importante iniziativa nella lotta contro la povertà e l'esclusione sociale.

* Nel complesso, tuttavia, il 2002 dovrebbe essere un anno di consolidamento del processo d'inclusione recentemente avviato. Esso costituirà anche l'inizio dell'attuazione del programma d'azione.

* Inoltre, si consacrerà un'attenzione specifica alla preparazione dell'Anno europeo per i disabili.

- Per quanto concerne la modernizzazione della protezione sociale,

* Le prime strategie nazionali in materia di pensioni sono previste entro il settembre 2002 e una prima relazione comune Commissione/Consiglio è prevista per dicembre.

* Anche per quanto concerne la sanità e l'assistenza agli anziani, una relazione iniziale sarà presentata al Consiglio europeo di Barcellona.

- La combinazione di strumenti disponibili sarà usata nel 2002 per potenziare la parità tra i sessi tramite

* Una proposta di direttiva, basata sull'articolo 13 del Trattato CE, volta a combattere la discriminazione sulla base del sesso in ambiti diversi da quelli dell'occupazione e del lavoro;

* Un'iniziativa politica in materia di genere nell'ambito delle relazioni esterne;

* La concentrazione degli sforzi sulla tematica della conciliazione della vita lavorativa e di quella familiare nel contesto della strategia europea per l'occupazione nell'ambito del pilastro "pari opportunità";

* Il programma d'azione nel campo del congedo parentale su cui la Commissione prepara una relazione;

* Conferenza sulla violenza contro le donne.

- Per quanto concerne l'allargamento e le relazioni esterne,

* La cooperazione con i paesi candidati sarà intensificata e la relazione annuale di sintesi della Commissione 2003 riferirà i progressi realizzati negli ambiti occupazionale e sociale.

* Da evidenziare nell'ambito della strategia di preadesione vi sono le misure preparatorie volte ad aiutare i paesi candidati a partecipare al metodo aperto di coordinamento nell'ambito dell'occupazione e dell'inclusione sociale, nonché la progressiva apertura ai paesi candidati dei programmi occupazionali e sociali.

* Per quanto concerne le attività di cooperazione internazionale, la Commissione organizzerà eventi congiunti in materia di "competenze e mobilità" con gli Stati Uniti e "Lavoratori anziani" con il Giappone agli inizi del 2002.

* Anche l'invecchiamento attivo sarà al centro dell'assemblea mondiale sull'invecchiamento che si terrà a Madrid e del G-8 che si terrà a Montreal nell'aprile 2002.

* In cooperazione con l'OIL si consacrerà un'attenzione particolare alle norme in materia di lavoro, anche nel contesto delle sequele della comunicazione sugli standard fondamentali in materia di lavoro.

Anche per il 2002 l'Agenda sarà un buon esempio del modo in cui tutti gli strumenti comunitari possono essere combinati per raggiungere obiettivi strategici. Il metodo aperto di coordinamento, gli strumenti normativi, il dialogo sociale, il sostegno tramite i fondi strutturali, i programmi d'aiuto europei sono rivolti tutti a raggiungere gli obiettivi del progresso economico e sociale.

Il successo di tutto ciò dipenderà però completamente dall'impegno di tutti gli attori ad assumersi le loro responsabilità.

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