EUR-Lex Access to European Union law

Back to EUR-Lex homepage

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 32017D1428

Decisione (PESC) 2017/1428 del Consiglio, del 4 agosto 2017, a sostegno dell'attuazione del piano d'azione di Maputo per l'attuazione della convenzione del 1997 sul divieto d'impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione

GU L 204 del 5.8.2017, p. 101–109 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

Legal status of the document No longer in force, Date of end of validity: 28/02/2021: This act has been changed. Current consolidated version: 29/06/2020

ELI: http://data.europa.eu/eli/dec/2017/1428/oj

5.8.2017   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

L 204/101


DECISIONE (PESC) 2017/1428 DEL CONSIGLIO

del 4 agosto 2017

a sostegno dell'attuazione del piano d'azione di Maputo per l'attuazione della convenzione del 1997 sul divieto d'impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sull'Unione europea, in particolare l'articolo 28 e l'articolo 31, paragrafo 1,

vista la proposta dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza,

considerando quanto segue:

(1)

L'Unione europea dovrebbe perseguire un elevato livello di cooperazione in tutti i campi delle relazioni internazionali, tra l'altro al fine di preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, conformemente agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite.

(2)

Il 12 dicembre 2003 il Consiglio europeo ha adottato una strategia europea in materia di sicurezza che individua sfide e minacce a livello mondiale e invita a sviluppare un ordine internazionale basato sul diritto e fondato su un multilateralismo efficace e su istituzioni internazionali ben funzionanti.

(3)

La convenzione sul divieto d'impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione («convenzione») è entrata in vigore il 1o marzo 1999. Essa costituisce l'unico strumento internazionale globale che affronta tutti gli aspetti relativi alle mine antipersona, compresi l'impiego, lo stoccaggio, la produzione, il commercio, la rimozione e l'assistenza alle vittime delle medesime. Dal 1o giugno 2013 tutti gli Stati membri sono parti della convenzione e al 1o settembre 2016 162 Stati hanno espresso il loro consenso a essere vincolati da essa.

(4)

Il 23 giugno 2008 il Consiglio ha adottato l'azione comune 2008/487/PESC (1) a sostegno dell'universalizzazione e dell'attuazione della convenzione.

(5)

Il 3 dicembre 2009, alla seconda conferenza di revisione della convenzione, gli Stati parte della convenzione hanno adottato il piano d'azione di Cartagena 2010-2014 relativo all'universalizzazione e all'attuazione della convenzione in tutti i suoi aspetti. Hanno anche adottato la «direttiva impartita dagli Stati parte all'unità di supporto all'attuazione» in cui gli Stati parte hanno convenuto di affidare all'unità di supporto all'attuazione («ISU») della convenzione il compito di fornire consulenza e sostegno tecnico agli Stati parte riguardo all'attuazione e all'universalizzazione della convenzione, di agevolare la comunicazione tra gli Stati parte e di promuovere la comunicazione e l'informazione che condividono riguardo alla convenzione sia verso gli Stati non parte sia verso il pubblico. Alla loro 14a riunione nel 2015, gli Stati parte hanno adottato una decisione sul rafforzamento della governance finanziaria e della trasparenza in seno all'ISU, che definisce le condizioni a cui quest'ultima può intraprendere attività o progetti che non figurano nel suo bilancio annuale, anche su invito degli Stati parte e di Stati non firmatari.

(6)

Il 13 novembre 2012 il Consiglio ha adottato la decisione 2012/700/PESC (2) a sostegno dell'attuazione del piano d'azione di Cartagena 2010-2014.

(7)

Alla terza conferenza di revisione della convenzione, tenutasi a Maputo, Mozambico, nel giugno 2014, gli Stati parte hanno adottato il piano d'azione di Maputo con l'obiettivo di conseguire progressi rilevanti e sostenibili in materia di attuazione della convenzione nel periodo precedente alla conferenza di revisione successiva (2014-2019) e hanno rilasciato una dichiarazione comune in cui affermano di voler raggiungere gli obiettivi della convenzione nella massima misura possibile entro il 2025.

(8)

Nelle conclusioni del 16 e 17 giugno 2014 in occasione della terza conferenza di revisione della convenzione, il Consiglio dell'Unione europea ha ricordato l'unità dell'Unione nel perseguire gli obiettivi della convenzione, con tutti i 28 Stati membri ora Stati parte, e che l'Unione e i suoi Stati membri vantano una lunga storia di sostegno al proposito dello sminamento e della distruzione delle scorte di mine antipersona, nonché di assistenza alle vittime di queste ultime. Le conclusioni ribadivano il fermo sostegno dell'Unione agli Stati parte nella loro opera di piena ed efficace attuazione della convenzione e il suo impegno a promuoverne l'universalizzazione, a fornire risorse per finanziare l'azione antimine e assistenza concreta e sostenibile alle vittime delle mine antipersona, alle loro famiglie e alle comunità,

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1

1.   Per contribuire alla sicurezza umana sostenendo l'attuazione del piano d'azione di Maputo 2014-2019 adottato dagli Stati parte in occasione della terza conferenza di revisione della convenzione del 1997 sul divieto d'impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione («convenzione»), nel quadro della strategia europea in materia di sicurezza e conformemente alle pertinenti decisioni della comunità internazionale, l'Unione europea persegue i seguenti obiettivi:

a)

sostenere gli sforzi degli Stati parte della convenzione per attuare gli aspetti del piano d'azione di Maputo relativi allo sminamento;

b)

sostenere gli sforzi degli Stati parte della convenzione per attuare gli aspetti del piano d'azione di Maputo relativi all'assistenza alle vittime;

c)

promuovere l'universalizzazione della convenzione;

d)

sostenere gli sforzi degli Stati parte della convenzione per attuare gli aspetti del piano d'azione di Maputo relativi alla distruzione delle scorte;

e)

dimostrare l'impegno continuo dell'Unione e dei suoi Stati membri a favore della convenzione e la loro determinazione a cooperare con gli Stati che necessitano di sostegno per rispettare i loro impegni conformemente alla convenzione, e a estendere l'assistenza a tali Stati, nonché rafforzare il ruolo guida dell'Unione nel perseguire il proposito della convenzione di porre fine in modo definitivo alle sofferenze e alle perdite di vite umane causate dalle mine antipersona.

2.   Tutti gli obiettivi di cui al paragrafo 1 i devono essere perseguiti in modo da rafforzare la tradizione, promossa dalla convenzione, di partenariato e di collaborazione tra Stati, organizzazioni non governative e organizzazioni di altro tipo, compresi i rappresentanti delle comunità colpite dal problema delle mine. Tutte le azioni dovranno ricomprendere aspetti di genere e di diversità a livello di progettazione, gestione e attuazione.

3.   Per conseguire gli obiettivi di cui al paragrafo 1, l'Unione sostiene i seguenti progetti:

a)

sminamento: prestare sostegno all'attuazione dell'azione III del piano d'azione di Maputo, anche agevolando e rafforzando la pianificazione e la comunicazione nazionali in un massimo di cinque Stati parte colpiti per i quali sono imminenti le scadenze per lo sminamento nel 2018, 2019, 2020 e oltre;

b)

assistenza alle vittime: prestare sostegno all'attuazione delle azioni di assistenza alle vittime del piano d'azione di Maputo in un massimo di cinque Stati parte colpiti. Il progetto presterà sostegno agli Stati parte affinché inseriscano gli aspetti del piano d'azione di Maputo relativi all'assistenza alle vittime in una politica integrata connessa con le politiche nazionali in materia di diritti umani e diritti delle persone con disabilità. Il progetto è volto ad aiutare le vittime delle mine a diventare agenti attivi nel proprio sviluppo;

c)

al fine di promuovere l'universalizzazione della convenzione, il progetto sosterrà la presidenza della convenzione e una task force ad alto livello nell'avviare il dialogo ad alto livello con Stati che non sono parti della convenzione. Lo studio sulla sicurezza delle frontiere avviato conformemente alla decisione 2012/700/PESC sarà sviluppato ulteriormente;

d)

distruzione delle scorte: sostegno all'attuazione delle azioni di distruzione delle scorte del piano d'azione di Maputo;

e)

al fine di dimostrare l'impegno dell'Unione e garantirne la visibilità, sarà tenuto un evento di lancio per promuovere la presente decisione e il sostegno dell'Unione all'azione antimine in generale e sarà organizzato un evento di chiusura per pubblicizzare le attività previste dalla presente decisione e i loro risultati, sottolineando in tal modo il contributo dell'Unione.

4.   Le misure da intraprendere per conseguire gli obiettivi di cui al paragrafo 1 sono descritte in dettaglio nell'allegato.

Articolo 2

1.   L'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza («alto rappresentante») è responsabile dell'attuazione della presente decisione.

2.   L'esecuzione tecnica dei progetti di cui all'articolo 1, paragrafo 3, è realizzata dall'ISU, rappresentata dal Centro internazionale di Ginevra per lo sminamento a fini umanitari («GICHD)».

3.   L'ISU svolge tali compiti sotto la responsabilità dell'alto rappresentante. A tal fine, l'alto rappresentante definirà le necessarie modalità con il GICHD.

Articolo 3

1.   L'importo di riferimento finanziario per l'attuazione delle misure di cui all'articolo 1, paragrafo 3, è pari a 2 303 274,47 EUR.

2.   Le spese finanziate con l'importo di cui al paragrafo 1 sono gestite secondo le procedure e le norme applicabili al bilancio generale dell'Unione.

3.   La Commissione vigila sulla corretta gestione delle spese di cui al paragrafo 1. A tal fine, conclude un accordo di finanziamento con il GICHD ai cui sensi l'ISU deve assicurare la visibilità del contributo dell'Unione in funzione della sua entità.

4.   La Commissione si adopera per concludere l'accordo di finanziamento di cui al paragrafo 3 non appena possibile dopo l'entrata in vigore della presente decisione. Essa informa il Consiglio delle eventuali difficoltà riscontrate in tale processo e della data di conclusione dell'accordo di finanziamento.

5.   L'ISU svolge i compiti di cui all'articolo 2 conformemente alla decisione sul rafforzamento della governance finanziaria e della trasparenza in seno all'ISU, adottata nel 2015 in occasione della 14a riunione degli Stati parte della convenzione (3).

Articolo 4

L'alto rappresentante riferisce al Consiglio in merito all'attuazione della presente decisione sulla scorta di relazioni periodiche elaborate dall'ISU. Su tali relazioni si basa la valutazione del Consiglio. La Commissione fornisce informazioni sugli aspetti finanziari dell'attuazione della presente decisione.

Articolo 5

La presente decisione entra in vigore il giorno dell'adozione.

Essa cessa di produrre effetti trentasei mesi dopo la data di conclusione dell'accordo di finanziamento di cui all'articolo 3, paragrafo 3, o sei mesi dopo la data di adozione qualora non sia stato concluso un accordo di finanziamento entro tale termine.

Fatto a Bruxelles, il 4 agosto 2017

Per il Consiglio

Il presidente

M. MAASIKAS


(1)  Azione comune 2008/487/PESC del Consiglio, del 23 giugno 2008, a sostegno dell'universalizzazione e attuazione della convenzione del 1997 sul divieto d'impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione nell'ambito della strategia europea in materia di sicurezza (GU L 165 del 26.6.2008, pag. 41).

(2)  Decisione 2012/700/PESC del Consiglio, del 13 novembre 2012, nel quadro della strategia europea in materia di sicurezza a sostegno dell'attuazione del piano d'azione di Cartagena 2010-2014, adottato dagli Stati parti della convenzione del 1997 sul divieto d'impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione (GU L 314 del 14.11.2012, pag. 40).

(3)  APLC/MSP.14/2015/L.1 — http://www.apminebanconvention.org/fileadmin/APMBC/MSP/14MSP/ISU Financing Decision Draft 30Nov2015.pdf


ALLEGATO

1.   Obiettivo

Contribuire alla sicurezza umana sostenendo l'attuazione del piano d'azione di Maputo 2014-2019 adottato dagli Stati parte in occasione della terza conferenza di revisione della convenzione del 1997 sul divieto d'impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione («convenzione»), nel quadro della strategia europea in materia di sicurezza e in linea con le pertinenti decisioni della comunità internazionale.

2.   Descrizione dei progetti

2.1.   Sminamento: sostegno all'attuazione dell'azione III del piano d'azione di Maputo, comprese la pianificazione e la comunicazione nazionali in un massimo di cinque Stati parte colpiti

2.1.1.   Obiettivo del progetto

Un massimo di cinque Stati parte della convenzione riceve sostegno nell'attuazione degli aspetti del piano d'azione di Maputo relativi allo sminamento.

2.1.2.   Descrizione del progetto

L'ISU fornirà sostegno a un massimo di cinque Stati parte per agevolare dialoghi nazionali tra le parti interessate. Gli Stati parte ammissibili sono quelli per i quali le scadenze per lo sminamento sono imminenti (2018, 2019, 2020 e oltre). Il comitato sull'attuazione dell'articolo 5 della convenzione sarà coinvolto nella selezione degli Stati parte beneficiari.

I dialoghi nazionali tra le parti interessate saranno agevolati dall'ISU in cooperazione con parti interessate quali funzionari governativi competenti, rappresentanti delle popolazioni colpite dal problema delle mine, donatori dell'azione antimine, comprese le entità dell'Unione pertinenti, le organizzazioni di sminamento, la Campagna internazionale anti-mine (ICBL), agenzie ONU e il GICHD. Se del caso, i suddetti attori chiave saranno direttamente coinvolti nell'attuazione del progetto fatte salve le condizioni da elaborare nella scheda di incidenza sul bilancio. I dialoghi porteranno all'elaborazione di un documento finale dettagliato che porrà in evidenza informazioni specifiche sotto il profilo geografico, riguardanti le zone che ancora richiedono rilevamenti e sminamento, metodologie per affrontare le zone rimanenti e sfide poste dall'adempimento degli obblighi in materia di sminamento, come pure raccomandazioni per superare tali sfide e tappe fondamentali per rispondere alle sfide individuate. I dialoghi nazionali tra le parti interessate ricomprenderanno aspetti di genere e di diversità dello sminamento a livello di progettazione, gestione e attuazione.

In un massimo di cinque casi saranno intraprese azioni di follow-up in risposta alle raccomandazioni contenute nei documenti finali. Tali azioni di follow-up offriranno un ulteriore supporto tecnico da parte dell'ISU (ad esempio per la redazione/l'aggiornamento dei piani d'azione nazionali di sminamento, l'elaborazione di una o più proposte di progetti ecc.).

2.1.3.   Risultati del progetto

Dai dialoghi tra le parti interessate risulterà un documento finale dettagliato che fisserà le sfide ancora aperte, gli obiettivi, le tempistiche e le raccomandazioni per ulteriori azioni.

Gli Stati parte selezionati per i dialoghi nazionali tra le parti interessate saranno in grado di presentare in modo strutturato lo stato di attuazione della convenzione e del piano d'azione di Maputo, oltre che di migliorare le proprie relazioni annuali destinate agli Stati parte in merito all'attuazione dei loro obblighi entro il termine previsto.

Gli Stati selezionati elaboreranno prassi per la creazione e la promozione di partenariati, anche con i donatori e le organizzazioni di sminamento, grazie alla quale saranno in grado di sostenere le iniziative destinate a consentire loro di adempiere ai propri obblighi nel più breve tempo possibile.

Gli Stati selezionati saranno in grado di esprimere in modo più articolato la loro intenzione di rispettare gli impegni previsti dal piano d'azione di Maputo e le loro esigenze in materia di sostegno, ad esempio, per la redazione e l'aggiornamento dei piani d'azione nazionali di sminamento, l'elaborazione di proposte di progetti).

2.1.4.   Beneficiari

Gli Stati parte della convenzione che stanno attuando i loro obblighi in materia di sminamento ai sensi della convenzione.

Donne, ragazze, ragazzi e uomini le cui vite sono state segnate dalla presenza o sospetta presenza di mine antipersona nonché le loro famiglie e comunità.

Esperti nazionali incaricati delle questioni pertinenti allo sminamento.

Stati e organizzazioni che sostengono gli sforzi di sminamento.

2.2.   Assistenza alle vittime: sostegno all'attuazione delle azioni di assistenza alle vittime del piano d'azione di Maputo in un massimo di cinque Stati parte colpiti

2.2.1.   Obiettivo del progetto

Nel piano d'azione di Maputo è specificato che l'assistenza alle vittime dovrebbe essere integrata in politiche nazionali, piani e quadri giuridici più ampi connessi ai diritti delle persone con disabilità, alla sanità, all'istruzione, all'occupazione, allo sviluppo e alla riduzione della povertà. Il progetto presterà sostegno a un massimo di cinque Stati parte affinché inseriscano gli aspetti del piano d'azione di Maputo collegati all'assistenza alle vittime in un più ampio contesto di politiche nazionali in materia di diritti umani e diritti delle persone con disabilità. Il progetto è volto ad aiutare chi è stato ferito da mine o altri residuati bellici esplosivi, i sopravvissuti, le vittime indirette come famigliari di vittime delle mine antipersona e persone residenti in aree colpite dal problema delle mine, a diventare agenti attivi nel proprio sviluppo. I dialoghi nazionali tra le parti interessate ricomprenderanno aspetti di genere e di diversità dell'assistenza alle vittime a livello di progettazione, gestione e attuazione.

2.2.2.   Descrizione del progetto

L'ISU fornirà sostegno a un massimo di cinque Stati parte colpiti affinché siano convocati dialoghi nazionali tra le parti interessate negli Stati parte che:

a)

si sono scarsamente impegnati nell'assistenza alle vittime e beneficerebbero pertanto di un incentivo a farlo; o

b)

si sono impegnati nell'attuazione delle azioni di assistenza alle vittime previste dal piano d'azione di Maputo e beneficerebbero di un dialogo nazionale tra le parti interessate al fine di promuovere tali sforzi in materia di attuazione.

Il comitato per l'assistenza alle vittime nell'ambito della convenzione sarà coinvolto nella selezione degli Stati parte beneficiari.

I dialoghi nazionali tra le parti interessate saranno agevolati dall'ISU in cooperazione con attori chiave quali funzionari governativi competenti, donatori, comprese le pertinenti entità dell'Unione, agenzie ONU, l'ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (UNOHCHR), la Campagna internazionale anti-mine e Coalizione contro le munizioni a grappolo («ICBL-CMC») e le organizzazioni di persone con disabilità. Dai dialoghi nazionali tra le parti interessate emergerà altresì la redazione di un documento finale dettagliato, elaborato in consulenza con le parti interessate, in cui saranno individuate sfide e carenze dell'attuazione degli impegni in materia di assistenza alle vittime previsti dal piano d'azione di Maputo, saranno formulate raccomandazioni per superarle e saranno fissati obiettivi.

In un massimo di cinque casi saranno intraprese azioni di follow-up in risposta alle raccomandazioni contenute nei documenti finali. Tali azioni di follow-up possono coinvolgere la fornitura da parte dell'ISU di ulteriore supporto tecnico, ad esempio, per la revisione dei piani nazionali, l'elaborazione di una o più proposte di progetti ecc..

La decisione 2012/700/PESC sosteneva una conferenza globale, tenutasi a Medellin, Colombia, nell'aprile 2014, intitolata «Bridges between Worlds», volta a promuovere la consapevolezza della comunità internazionale relativamente al ruolo dell'assistenza alle vittime in contesti più ampi. La presente decisione, che vi dà seguito, consentirà all'ISU, in cooperazione con attori chiave quali l'UNOHCHR, le pertinenti entità dell'Unione, l'ICBL-CMC e le organizzazioni di persone con disabilità, di organizzare una conferenza internazionale per esperti nazionali al fine di esaminare sfide e buone prassi collegate all'integrazione dell'assistenza alle vittime nel più ampio contesto della disabilità e dello sviluppo a livello nazionale. In particolare la conferenza internazionale sarà volta a rafforzare i collegamenti con gli sforzi di attuazione della convenzione sui diritti delle persone con disabilità («CRPD») nonché a pianificare i processi per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'ONU. La conferenza internazionale si baserà sui lavori svolti dal comitato per l'assistenza alle vittime nell'ambito della convenzione per la messa al bando delle mine antipersona e dai rappresentanti di altri pertinenti organismi come i coordinatori dell'assistenza alle vittime nell'ambito della convenzione sulle munizioni a grappolo («CCM»), e sul protocollo V sui residuati bellici esplosivi della convenzione sulla proibizione o la limitazione dell'uso di alcune armi convenzionali che possono essere considerate dannose o aventi effetti indiscriminati («CCW»).

2.2.3.   Risultati del progetto

Dai dialoghi nazionali tra le parti interessate emergerà un documento finale dettagliato in cui saranno individuate le sfide e carenze e che indicherà agli Stati selezionati raccomandazioni e azioni concrete che potranno intraprendere per rispondere alle sfide individuate nell'attuazione degli impegni in materia di assistenza alle vittime previsti dal piano d'azione di Maputo.

Il documento finale fornirà sostegno allo sviluppo di politiche nazionali e agevolerà il dialogo e la cooperazione con i donatori e le agenzie esecutive.

Le azioni di follow-up in un massimo di cinque Stati parte a sostegno degli sforzi per superare le sfide e le carenze individuate nel corso dei dialoghi nazionali tra le parti interessate risulteranno in una maggiore capacità degli Stati parte di ottemperare agli impegni previsti dal piano d'azione di Maputo, per esempio la revisione dei piani nazionali, l'elaborazione di una o più proposte di progetti.

I dialoghi nazionali tra le parti interessate creeranno consapevolezza relativamente allo sforzo globale e alle migliori prassi per rispondere alle esigenze dei sopravvissuti e garantirne i diritti grazie a quadri più ampi.

Gli Stati selezionati saranno in grado di presentare in modo più strutturato lo stato di attuazione del piano d'azione di Maputo e di riferire in merito ai relativi piani di attuazione.

Gli esperti nazionali che parteciperanno alla conferenza internazionale comprenderanno meglio il ruolo dell'assistenza alle vittime negli sforzi di attuazione della CRPD e le procedure di pianificazione per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'ONU.

2.2.4.   Beneficiari

Gli Stati parte della convenzione che hanno notificato la loro assunzione di responsabilità per un numero considerevole di sopravvissuti alle mine terrestri.

Donne, ragazze, ragazzi e uomini vittime di mine terrestri e altri residuati bellici esplosivi nonché le loro famiglie e comunità.

Esperti nazionali incaricati delle questioni pertinenti all'assistenza alle vittime.

2.3.   Universalizzazione della convenzione

2.3.1.   Obiettivo del progetto

Al fine di procedere verso l'universalizzazione della convenzione, la decisione sosterrà la presidenza della convenzione e una task force ad alto livello nell'avviare il dialogo ad alto livello con Stati non parte. Nell'ambito di tale sforzo sono definiti e affrontati gli ostacoli che si frappongono all'adesione alla convenzione e sono raccolte informazioni aggiornate sullo stato di ratifiche e adesioni.

2.3.2.   Descrizione del progetto

Una task force ad alto livello sull'universalizzazione della convenzione riceverà il sostegno dell'ISU, nonché di personalità di alto livello che possano coinvolgere, a livello ministeriale o più elevato, leader di un massimo di cinque Stati non parte in un dialogo relativo all'adesione alla convenzione e/o al rispetto della stessa e delle relative norme.

Si cercheranno conoscenze dirette aggiornate in merito agli ostacoli che si frappongono all'adesione degli Stati che non sono parte della convenzione nella prospettiva che tali informazioni contribuiscano a documenti sostanziali preparati per la quarta conferenza di revisione del 2019, anche tramite una relazione globale sui progressi compiuti riguardo all'universalizzazione della convenzione e delle sue norme nonché al margine per ulteriori progressi.

In cooperazione con partner quali il Centro ginevrino per la politica di sicurezza (GCSP) o il Centro di Ginevra per il controllo democratico delle forze armate (DCAF), lo studio sulla sicurezza delle frontiere avviato conformemente alla decisione 2012/700/PESC sarà ampliato ulteriormente così da diventare un mezzo di universalizzazione destinato agli Stati che continuano a considerare le mine antipersona uno strumento indispensabile della sicurezza delle frontiere.

2.3.3.   Risultati del progetto

Con un massimo di cinque Stati non parte si avvierà un dialogo a livello ministeriale o più elevato sull'adesione alla convenzione.

Si otterranno conoscenze aggiornate sulle politiche in materia di mine antipersona condotte dagli Stati non parte. Tali informazioni saranno utilizzate nella preparazione di un documento sostanziale per la quarta conferenza di revisione, anche tramite una relazione globale sui progressi compiuti riguardo al perseguimento degli obiettivi di rendere universale la convenzione nonché al margine per ulteriori progressi.

Si imprimerà un nuovo slancio all'appoggio prestato dagli Stati parte della convenzione e dalle organizzazioni non governative sulla base delle azioni di follow-up derivanti dalle visite della task force ad alto livello.

Maggiori conoscenze saranno raccolte ed elaborate in una pubblicazione che affronterà gli ostacoli più frequentemente percepiti verso l'adesione alla convenzione e che può essere utilizzata per sostenere gli sforzi di universalizzazione.

Gli Stati non parte che si sono impegnati su detto progetto compiranno progressi verso l'adesione alla convenzione e/o verso un'applicazione delle sue norme.

2.3.4.   Beneficiari

Gli Stati diversi da quelli parte che non hanno ancora ratificato, approvato, accettato o aderito alla convenzione.

Gli Stati parte della convenzione e le organizzazioni non governative e internazionali coinvolti negli sforzi volti a promuovere l'universalizzazione della convenzione.

2.4.   Distruzione delle scorte: sostegno all'attuazione delle azioni di distruzione delle scorte del piano d'azione di Maputo

2.4.1.   Obiettivo del progetto

Assistere gli Stati parte che hanno segnalato difficoltà a rispettare gli obblighi di distruzione delle scorte previsti dalla convenzione al fine di superarle.

2.4.2.   Descrizione del progetto

L'ISU si impegnerà al fine di individuare le principali sfide e le possibili soluzioni per portare a termine gli sforzi di distruzione delle scorte negli Stati per i quali le scadenze sono imminenti o che non hanno rispettato le scadenze per la distruzione delle scorte.

2.4.3.   Risultati del progetto

Acquisizione di maggiori conoscenze relativamente allo stato di completamento degli sforzi di distruzione delle scorte e alle sfide collegate.

2.4.4.   Beneficiari

Gli Stati parte della convenzione che stanno attuando i loro obblighi in materia di distruzione delle scorte ai sensi della convenzione.

2.5.   Dimostrazione dell'impegno dell'Unione europea

2.5.1.   Obiettivo del progetto

Comprovare il continuo impegno dell'Unione e degli Stati membri relativamente alla convenzione e all'attuazione del piano d'azione di Maputo e il loro sostegno agli Stati parte nel processo di attuazione dei principali obblighi previsti dalla convenzione.

2.5.2.   Descrizione del progetto

Sarà tenuto un evento di lancio per promuovere la presente decisione e il sostegno dell'Unione all'azione antimine in generale; sarà inoltre organizzato un evento di chiusura per pubblicizzare le attività previste dalla decisione e i loro risultati, sottolineando in tal modo il contributo dell'Unione.

Nel corso dell'attuazione della presente decisione, le iniziative di comunicazione relative alle attività della decisione e all'impegno dell'Unione ad attuare la convenzione saranno poste in evidenza sul sito della convenzione, su piattaforme di media sociali e sulla stampa nazionale e internazionale.

Sarà acquisito materiale di comunicazione, per esempio manifesti, annunci, filmati, materiale pubblicitario, che sarà messo a disposizione delle parti interessate e dei partner.

2.5.3.   Risultati del progetto

I funzionari dell'Unione e dei suoi Stati membri saranno sensibilizzati alla decisione e a come possa rapportarsi al loro lavoro.

L'impegno dell'Unione relativamente alla convenzione e in generale all'azione antimine sarà enfatizzato per gli Stati parte della convenzione e il pubblico globale interessato in generale alla sicurezza umana.

Sarà rafforzata la consapevolezza in merito agli obiettivi della convenzione e al piano d'azione di Maputo.


Top