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Document 02023D2135-20241010
Council Decision (CFSP) 2023/2135 of 9 October 2023 concerning restrictive measures in view of activities undermining the stability and political transition of Sudan
Consolidated text: Decisione (PESC) 2023/2135 del Consiglio, del 9 ottobre 2023, concernente misure restrittive in considerazione delle attività che compromettono la stabilità e la transizione politica del Sudan
Decisione (PESC) 2023/2135 del Consiglio, del 9 ottobre 2023, concernente misure restrittive in considerazione delle attività che compromettono la stabilità e la transizione politica del Sudan
02023D2135 — IT — 10.10.2024 — 003.001
Il presente testo è un semplice strumento di documentazione e non produce alcun effetto giuridico. Le istituzioni dell’Unione non assumono alcuna responsabilità per i suoi contenuti. Le versioni facenti fede degli atti pertinenti, compresi i loro preamboli, sono quelle pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e disponibili in EUR-Lex. Tali testi ufficiali sono direttamente accessibili attraverso i link inseriti nel presente documento
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DECISIONE (PESC) 2023/2135 DEL CONSIGLIO del 9 ottobre 2023 (GU L 2135 del 11.10.2023, pag. 1) |
Modificata da:
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Gazzetta ufficiale |
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n. |
pag. |
data |
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L 383 |
1 |
22.1.2024 |
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L 1784 |
1 |
24.6.2024 |
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DECISIONE (PESC) 2024/2655 DEL CONSIGLIO dell'8 ottobre 2024 |
L 2655 |
1 |
9.10.2024 |
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DECISIONE (PESC) 2023/2135 DEL CONSIGLIO
del 9 ottobre 2023
concernente misure restrittive in considerazione delle attività che compromettono la stabilità e la transizione politica del Sudan
Articolo 1
Gli Stati membri adottano le misure necessarie per impedire l'ingresso o il transito nel loro territorio di:
persone fisiche responsabili di azioni o politiche che minacciano la pace, la stabilità o la sicurezza del Sudan, o le sostengono o ne traggono vantaggio o vi hanno partecipato direttamente o indirettamente:
persone fisiche che ostacolano o compromettono gli sforzi volti a riprendere la transizione politica in Sudan;
persone fisiche che ostacolano la fornitura, l'accesso o la distribuzione di assistenza umanitaria in Sudan, inclusi agli attacchi agli operatori sanitari e umanitari e il sequestro e la distruzione di infrastrutture e beni umanitari o sanitari;
persone fisiche che pianificano, dirigendo o eseguendo atti in Sudan che costituiscono gravi violazioni o abusi dei diritti umani o violazioni del diritto internazionale umanitario, compresi gli omicidi e le menomazioni, gli stupri e altre gravi forme di violenza sessuale e di genere, i rapimenti e gli sfollamenti forzati;
persone fisiche associate alle persone designate alle lettere da a) a d); il cui elenco figura nell'allegato.
Il paragrafo 1 lascia impregiudicate le situazioni in cui uno Stato membro sia vincolato da un obbligo di diritto internazionale, segnatamente:
in qualità di paese che ospita un'organizzazione intergovernativa internazionale;
in qualità di paese che ospita una conferenza internazionale convocata dalle Nazioni Unite o sotto gli auspici di questa organizzazione;
in base ad un accordo multilaterale che conferisce privilegi e immunità; oppure
in virtù del trattato di conciliazione del 1929 (Patti lateranensi) concluso tra la Santa Sede (Stato della Città del Vaticano) e l'Italia.
Articolo 2
Sono congelati tutti i fondi e le risorse economiche appartenenti a, posseduti, detenuti o controllati da:
persone fisiche o giuridiche, entità o organismi che sono responsabili di azioni o politiche che minacciano la pace, la stabilità o la sicurezza del Sudan, o le sostengono o ne traggono vantaggio o vi hanno partecipato direttamente o indirettamente;
persone fisiche o giuridiche, entità o organismi che ostacolano o compromettono gli sforzi volti a riprendere la transizione politica in Sudan;
persone fisiche o giuridiche, entità o organismi che ostacolano la fornitura, l'accesso o la distribuzione di assistenza umanitaria in Sudan, inclusi agli attacchi agli operatori sanitari e umanitari e il sequestro e la distruzione di infrastrutture e beni umanitari o sanitari; oppure
persone fisiche o giuridiche, entità o organismi che pianificano, dirigono o eseguono atti in Sudan che costituiscono gravi violazioni o abusi dei diritti umani o violazioni del diritto internazionale umanitario, compresi gli omicidi e le menomazioni, gli stupri e altre gravi forme di violenza sessuale e di genere, i rapimenti e gli sfollamenti forzati;
persone fisiche o giuridiche, entità o organismi associati alle persone designate alle lettere da a) a d); il cui elenco figura nell'allegato.
In deroga ai paragrafi 1 e 2, le autorità competenti degli Stati membri possono autorizzare lo svincolo di taluni fondi o risorse economiche congelati o la messa a disposizione di taluni fondi o risorse economiche, alle condizioni che ritengono appropriate, dopo aver accertato che i fondi o le risorse economiche in questione sono:
necessari per soddisfare le esigenze di base delle persone elencate nell'allegato e dei familiari a loro carico, compresi i pagamenti relativi a generi alimentari, canoni di locazione o ipoteche, medicinali e cure mediche, imposte, premi assicurativi e utenza di servizi pubblici;
destinati esclusivamente al pagamento di onorari ragionevoli e al rimborso delle spese sostenute per la prestazione di servizi legali;
destinati esclusivamente al pagamento di diritti o di spese connessi alla normale gestione o alla custodia dei fondi o delle risorse economiche congelati;
necessari per coprire spese straordinarie, purché l'autorità competente abbia notificato alle autorità competenti degli altri Stati membri e alla Commissione, almeno due settimane prima dell'autorizzazione, i motivi per i quali ritiene che debba essere concessa un'autorizzazione specifica; oppure
pagabili su o da un conto di una rappresentanza diplomatica o consolare o di un'organizzazione internazionale che gode di immunità in conformità del diritto internazionale, nella misura in cui tali pagamenti servono per scopi ufficiali della rappresentanza diplomatica o consolare o dell'organizzazione internazionale.
Lo Stato membro interessato informa gli altri Stati membri e la Commissione di qualsiasi autorizzazione rilasciata a norma del presente paragrafo entro due settimane dall'autorizzazione.
In deroga al paragrafo 1, le autorità competenti degli Stati membri possono autorizzare lo svincolo di taluni fondi o risorse economiche congelati a condizione che:
i fondi o le risorse economiche siano oggetto di una decisione arbitrale emessa anteriormente alla data dell'inserimento della persona fisica o giuridica, dell'entità o dell'organismo di cui al paragrafo 1 nell'elenco figurante nell'allegato, di una decisione giudiziaria o amministrativa emessa nell'Unione o di una decisione giudiziaria esecutiva nello Stato membro interessato, prima o dopo tale data;
i fondi o le risorse economiche siano usati esclusivamente per soddisfare i crediti garantiti da tale decisione o riconosciuti validi dalla stessa, entro i limiti fissati dalle leggi e dai regolamenti applicabili che disciplinano i diritti dei creditori;
la decisione non vada a favore di una persona fisica o giuridica, di un'entità o di un organismo elencati nell'allegato; e
il riconoscimento della decisione non sia contrario all'ordine pubblico nello Stato membro interessato.
Lo Stato membro interessato informa gli altri Stati membri e la Commissione di qualsiasi autorizzazione rilasciata a norma del presente paragrafo entro due settimane dall'autorizzazione.
Il paragrafo 2 non si applica al versamento sui conti congelati di:
interessi o altri profitti dovuti su detti conti;
pagamenti dovuti nell'ambito di contratti e accordi conclusi o di obbligazioni sorte anteriormente alla data in cui tali conti sono stati assoggettati alle misure di cui ai paragrafi 1 e 2; oppure
pagamenti dovuti nell'ambito di decisioni giudiziarie, amministrative o arbitrali emesse nell'Unione o esecutive nello Stato membro interessato;
purché tali interessi, altri profitti e pagamenti continuino a essere soggetti alle misure di cui al paragrafo 1.
I paragrafi 1 e 2, non si applicano alla messa a disposizione dei fondi o delle risorse economiche necessari a garantire la fornitura tempestiva di aiuti umanitari o sostenere altre attività a favore dei bisogni umani fondamentali laddove l'aiuto sia prestato e le altre attività siano svolte:
dalle Nazioni Unite, anche per il tramite dei loro programmi, fondi e altre entità e organismi, e dalle loro agenzie specializzate e organizzazioni collegate;
da organizzazioni internazionali;
da organizzazioni umanitarie aventi status di osservatore presso l'Assemblea generale delle Nazioni Unite e dai membri di tali organizzazioni umanitarie;
da organizzazioni non governative finanziate a livello bilaterale o multilaterale che partecipano ai piani di risposta umanitaria delle Nazioni Unite, ai piani di risposta per i rifugiati, ad altri appelli delle Nazioni Unite o a cluster umanitari coordinati dall'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA);
da organizzazioni e agenzie alle quali l'Unione ha rilasciato il certificato di partenariato umanitario o che sono certificate o riconosciute da uno Stato membro conformemente alle procedure nazionali;
da agenzie specializzate degli Stati membri; oppure
da membri del personale, beneficiari di sovvenzioni, affiliate o partner esecutivi dei soggetti menzionati alle lettere da a) a f), fintantoché e nella misura in cui agiscono in tale veste.
Gli Stati Membri interessati comunicano agli altri Stati membri e alla Commissione qualsiasi autorizzazione rilasciata a norma del presente articolo entro quattro settimane dal rilascio.
Articolo 3
Articolo 4
Articolo 5
Il Consiglio e l'alto rappresentante possono trattare i dati personali per svolgere i propri compiti a norma della presente decisione, in particolare:
per quanto riguarda il Consiglio, per la preparazione e l'introduzione delle modifiche nell'allegato;
per quanto riguarda l'alto rappresentante, per la preparazione delle modifiche nell'allegato.
Articolo 6
Non è soddisfatta alcuna richiesta in relazione a contratti o transazioni sulla cui esecuzione abbiano inciso, direttamente o indirettamente, integralmente o in parte, le misure istituite dalla presente decisione, anche a fini di indennizzo o richiesta analoga, ad esempio una richiesta di compensazione o una richiesta coperta da garanzia, segnatamente una richiesta di proroga o di pagamento di un'obbligazione, di una garanzia o di una controgaranzia, in particolare finanziaria, indipendentemente dalla sua forma, se la richiesta è presentata da:
persone fisiche o giuridiche, entità od organismi designati elencati nell'allegato;
qualsiasi persona fisica o giuridica, entità od organismo che agisca per il tramite o per conto di una delle persone fisiche o giuridiche, delle entità o degli organismi di cui alla lettera a).
Articolo 7
È vietato partecipare, consapevolmente o deliberatamente, ad attività aventi l'obiettivo o il risultato di eludere i divieti di cui alla presente decisione.
Articolo 8
Per massimizzare l'impatto delle misure stabilite dalla presente decisione, l'Unione incoraggia i paesi terzi ad adottare misure restrittive analoghe a quelle previste nella presente decisione.
Articolo 9
La presente decisione è costantemente riesaminata. Se del caso, è prorogata o modificata qualora il Consiglio ritenga che i suoi obiettivi non siano stati raggiunti.
Articolo 10
La presente decisione entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.
ALLEGATO
A. Elenco delle persone fisiche di cui all’articolo 1, paragrafo 1, e all’articolo 2, paragrafo 1
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Nome |
Informazioni identificative |
Motivi |
Data di inserimento nell’elenco |
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1. |
Mirghani Idriss SULEIMAN |
Cittadinanza: sudanese Sesso: maschile Funzione: Tenente generale delle SAF; direttore generale del Defence Industries System; capo della Sudanese Army Production Agency Persone associate: Generale Abdel-fattah Al Burhan, comandante in capo delle SAF Entità associate: Defense Industries System, SMT Engineering; SAF |
Il Tenente generale Mirghani Idriss Suleiman è un ufficiale delle SAF e il direttore generale del Defense Industry System (DIS), società oggetto di sanzioni da parte dell’Unione europea perché fornisce sostegno alle azioni e alle politiche che minacciano la pace, la stabilità e la sicurezza del Sudan. DIS è descritta come la più grande società sudanese nel settore della difesa: genera infatti circa 2 miliardi di USD di entrate attraverso centinaia di filiali in vari settori dell’economia sudanese. La società produce una serie di armi leggere, armi convenzionali, munizioni e veicoli militari per le SAF. In qualità di direttore generale di DIS, Mirghani Idriss Suleiman ha compiuto numerosi viaggi con il Generale Abdel-fattah Al Burhan, comandante in capo delle SAF, dall’inizio della guerra, presumibilmente per rafforzare le capacità delle SAF di combattere le RSF su diversi fronti a Khartoum, nel Darfur e nel Kordofan. Pertanto, Mirghani Idriss Suleiman fornisce sostegno alle azioni o alle politiche che minacciano la pace, la stabilità e la sicurezza del Sudan. |
24.6.2024 |
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2. |
EL TAHIR Mohamed EL AWAD EL AMIN alias EL TAHIR Mohamed EL AWAD EL AMIN AL-TAHER; Mohammed AL-AWAD AL-AMIN |
Cittadinanza: sudanese Sesso: maschile Funzione: Tenente generale, comandante dell’aeronautica sudanese dal 1o settembre 2022. Ex decano dell’accademia aeronautica sudanese. Ex comandante della base aerea di Khartoum. Persone associate: Generale Abdel-fattah Al-Burhan, comandante supremo delle SAF; Tenente generale Yasir Al-Atta, vicecomandante in capo delle SAF; Generale Mohamed Osman al-Hussein, capo di stato maggiore delle forze terrestri delle SAF Entità associate: SAF |
EL Tahir Mohamed El Awad El Amin è Tenente generale delle SAF e comandante dell’aeronautica sudanese dal 1o settembre 2022. È pertanto responsabile delle operazioni effettuate dall’aeronautica delle SAF dallo scoppio del conflitto il 15 aprile 2023 tra le SAF, le RSF e le milizie loro alleate, come sottolineato dalla sua partecipazione a riunioni ad alto livello di alti comandanti delle SAF rese pubbliche e presiedute dal comandante in capo Abdelfattah Al-Burhan presso il comando generale delle SAF a Khartoum nel maggio e luglio 2023. EL Tahir Mohamed El Awad El Amin detiene pertanto una responsabilità diretta di comando nei bombardamenti aerei indiscriminati effettuati dall’aeronautica delle SAF in zone residenziali densamente popolate, in particolare a Khartoum, Omdurman, Nyala (Darfur meridionale) e nel Kordofan settentrionale, come documentato dalla missione integrata di assistenza delle Nazioni Unite per la transizione in Sudan (UNITAMS) nelle sue relazioni al segretario generale del 31 agosto 2023 e del 13 novembre 2023, dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani nella sua relazione del 22 febbraio 2024 e dal gruppo di esperti sul Sudan delle Nazioni Unite nella sua relazione del 15 gennaio 2024. El Tahir Mohamed El Awad El Amin ha pertanto partecipato direttamente al proseguimento del conflitto sudanese, che minaccia la pace, la stabilità e la sicurezza del Sudan, ed è stato coinvolto nella pianificazione, nella direzione e nello svolgimento di operazioni aeree che hanno portato a gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, provocando un elevato numero di vittime civili, causando lo sfollamento della popolazione civile e la distruzione di infrastrutture critiche, tra cui strutture mediche quali l’East Nile Hospital a Khartoum nel maggio 2023 e il Babiker Nahar Paediatric Hospital a El-Fasher nel maggio 2024. |
24.6.2024 |
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3. |
Ali Ahmed KARTI MOHAMED |
Data di nascita: 11.3.1953 Luogo di nascita: Hagar Elassal — Sudan Cittadinanza: sudanese Sesso: maschile Funzione: militante del partito del Congresso nazionale; segretario generale del movimento islamico sudanese; ex ministro sudanese degli Affari esteri Numero ID: 11822483949 Entità associate: ministero degli Esteri sudanese; movimento islamico sudanese |
Ali Ahmed Karti Mohamed è stato ministro degli Affari esteri sudanese nel governo di Omar al-Bashir. A seguito della caduta del regime di al-Bashir, Ali Ahmed Karti Mohamed è stato scelto come uno dei leader del movimento islamico sudanese e ha guidato gli sforzi per vanificare i progressi del Sudan verso una piena transizione democratica, compromettendo l’ex governo transitorio a guida civile e il processo dell’accordo politico quadro. Ciò ha contribuito al conflitto tra le SAF e le RSF, iniziato il 15 aprile 2023. Il suddetto e altri islamici sudanesi intransigenti ostacolano attivamente gli sforzi volti a raggiungere un cessate il fuoco per porre fine al conflitto e si oppongono agli sforzi civili tesi a ripristinare la transizione democratica del Sudan. Ali Ahmed Karti Mohamed è un militante del partito del Congresso nazionale, fondato da Omar Al-Bashir nel 1998. Il partito è l’organizzazione che succede al Fronte nazionale islamico affiliato ai Fratelli musulmani. Ali Ahmed Karti Mohamed è attualmente il segretario generale del movimento islamico sudanese, un’ampia alleanza di gruppi islamisti, ed è considerato l’uomo alla base della rinascita del partito. Il movimento islamista esercita una forte influenza sulle SAF, sulla polizia e sui servizi di intelligence. Ali Ahmed Karti Mohamed partecipa pertanto direttamente o indirettamente alle azioni o alle politiche che minacciano la pace, la stabilità o la sicurezza del Sudan, le sostiene o ne trae vantaggio. |
24.6.2024 |
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4. |
Abdulrahman JUMA BARAKALLAH alias Major-General Abdulrahman GOMAA; Abdul Rahman JUMA BARAKALLAH |
Luogo di nascita: AlDaein- Abu Matareq, Darfur orientale, Sudan Cittadinanza: sudanese Sesso: maschile Funzione: Maggiore Generale delle RSF e comandante delle RSF del Darfur occidentale Entità associate: RSF |
Abdulrahman Juma Barakallah è un generale di spicco delle RSF ed è a capo delle forze armate delle RSF nel Darfur occidentale. È responsabile della commissione di atrocità e altri abusi e di aver causato uccisioni di matrice etnica, attacchi mirati contro attivisti e difensori dei diritti umani, violenze sessuali connesse ai conflitti e saccheggi e incendi di comunità. È inoltre responsabile del rapimento e dell’assassinio del governatore del Darfur occidentale Khamis Abbakar e di suo fratello. Khamis Abbakar è stato ucciso poche ore dopo aver accusato le RSF e le milizie alleate di aver attaccato le comunità locali ad Al Geneina, capitale del Darfur occidentale, in occasione di un’intervista con l’emittente televisiva di proprietà saudita Al Hadath e la televisione degli Emirati arabi uniti Al Arabiya. Abdulrahman Juma Barakallah è stato inoltre accusato da organizzazioni non governative internazionali di essere responsabile del genocidio della comunità Masalit. Pertanto, Abdulrahman Juma Barakallah è responsabile della pianificazione, della direzione o dell’esecuzione di atti nel Darfur occidentale che costituiscono gravi violazioni o abusi dei diritti umani o violazioni del diritto internazionale umanitario, compresi omicidi e menomazioni, stupri e altre gravi forme di violenza sessuale e di genere, rapimenti e sfollamenti forzati. In qualità di generale delle RSF nel Darfur occidentale, partecipa inoltre direttamente o indirettamente alle azioni o alle politiche che minacciano la pace, la stabilità o la sicurezza del Sudan. |
24.6.2024 |
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5. |
Mustafa Ibrahim ABDEL NABI MOHAMED |
Cittadinanza: sudanese Sesso: maschile Funzione: direttore della al-Khaleej Bank; azionista di maggioranza della Shield Protective Solutions Co. Ltd. (Sudan); consulente finanziario del leader delle RSF N. di passaporto: B CH 4930920 Persone associate: Musa Hamdan Dagalo Musa, fratello del leader delle RSF Mohamed Hamdan Dagalo Entità associate: al-Khaleej Bank; Shield Protective Solutions Co. Ltd. (Sudan) |
Mustafa Ibrahim Abdel Nabi Mohamed è un ex alto funzionario della Banca centrale sudanese che è diventato consulente finanziario delle RSF, e in tale veste le aiuta a gestire una rete di società ed enti strumentali. Una recente relazione del gruppo di esperti delle Nazioni Unite sulle sanzioni nel Darfur ha fatto riferimento a un ex alto funzionario della Banca centrale sudanese che risiede a Dubai ed è diventato consulente finanziario delle RSF, senza nominarlo. La relazione spiega inoltre che la al-Khaleej Bank è diventata determinante per il finanziamento delle RSF nel 2019, quando la sua partecipazione maggioritaria è stata acquisita da persone ed entità associate alle RSF. Secondo le notizie diffuse dai media e i gruppi di riflessione, la sua identità corrisponde a quella di Mustafa Ibrahim Abdel Nabi Mohamed, direttore della al-Khaleej Bank, una banca sudanese. Oltre il 60 % delle azioni della al-Khaleej Bank è detenuto da società associate alla famiglia di Mohammad Hamdan Dagalo (Hemedti), capo delle RSF. Mustafa Ibrahim Abdel Nabi Mohamed è anche azionista di maggioranza della Shield Protective Solutions Co. Ltd. L’altro azionista di questa società, che detiene più del 14 % della partecipazione azionaria nella al-Khaleej Bank, è uno dei fratelli di Hemedti, ossia Musa Hamdan Dagalo Musa. In qualità di consulente finanziario delle RSF e della famiglia Dagalo, Mustafa Ibrahim Abdel Nabi Mohamed partecipa direttamente o indirettamente alle azioni o alle politiche che minacciano la pace, la stabilità o la sicurezza del Sudan, le sostiene o ne trae vantaggio. |
24.6.2024 |
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6. |
Masar Abdurahman ASEEL alias Massar Abdelrahman ASSIL Masar Abdelrahman ESEIL Massar ASSEL Masar ASIL |
Sesso: maschile Funzione: emiro del clan Mahamid nel Darfur occidentale; membro dell’amministrazione nativa del Darfur occidentale |
Masar Abdurahman Aseel è un capo tribale di spicco del clan Mahamid nel Darfur occidentale. Il clan Mahamid appartiene alla tribù Rizeigat, che riunisce le comunità arabe che abitano nel Darfur e in Ciad. Masar Abdurahman Aseel detiene il titolo di emiro ed è membro dell’amministrazione nativa del Darfur occidentale. Masar Abdurahman Aseel ha agevolato gli attacchi sferrati dalle forze di supporto rapido (RSF) e dalle loro milizie alleate contro le comunità locali che vivono a El Geneina (Darfur occidentale), in particolare il popolo Massalit, a partire dall’aprile 2023. In particolare, ha contribuito direttamente al reclutamento e all’armamento di milizie da parte delle RSF e al coordinamento tra queste forze, come riportato nella 15a relazione finale del gruppo di esperti sul Sudan delle Nazioni Unite pubblicata nel gennaio 2024, affinché compiessero attacchi mirati di stampo etnico, segnatamente contro le comunità Massalit, nel Darfur occidentale tra la fine di aprile e l’inizio di novembre 2023. A marzo e aprile 2024 le RSF hanno pubblicato video di propaganda di Masar Abdurahman Aseel che dimostrano il suo sostegno guerrafondaio alle RSF e il suo ruolo nel radunare le truppe di supporto alle RSF affinché contribuissero alla loro lotta contro le SAF a partire dal 15 aprile 2023. Masar Abdurahman Aseel ha pertanto partecipato direttamente alle azioni e alle politiche che minacciano la pace, la stabilità e la sicurezza del Sudan, le ha sostenute o ne ha tratto vantaggio. Sostenendo l’occupazione del Darfur occidentale da parte delle RSF, Masar Abdurahman Aseel ha rafforzato la sua posizione e la sua influenza all’interno dell’amministrazione nativa del Darfur occidentale, a scapito di altri leader delle comunità, in particolare appartenenti alla comunità Massalit, che sono stati presi di mira dalle RSF e dalle loro milizie alleate. |
24.6.2024 |
B. Elenco delle persone giuridiche, delle entità o degli organismi di cui all’articolo 2, paragrafo 1
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Nome |
Informazioni identificative |
Motivi |
Data di inserimento nell’elenco |
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1. |
Defense Industries System alias: Military Industry Corporation; Defense Industries Corporation |
Indirizzo: Khartoum North, Khartoum 10783 Tipo di entità: ente pubblico Data di registrazione: 1993 |
Defense Industries System (DIS), nota in precedenza come Military Industrial Corporation (MIC), è un grande conglomerato di proprietà delle Forze armate sudanesi (SAF) che gestisce una rete di società a controllo militare. DIS genera notevoli introiti annuali, stimati a 2 miliardi di USD nel 2020. DIS fabbrica e fornisce alle SAF una serie di attrezzature militari, tra cui armi, munizioni, aeromobili e veicoli militari, utilizzati dalle forze armate nel conflitto in Sudan. DIS controlla insieme a SMT Engineering (SMT), attraverso una rete di partecipazioni dirette e indirette, numerose società del conglomerato GIAD controllato dalle SAF, anch’esso coinvolto nella produzione di armi e veicoli per le forze armate, nonché nella fornitura di servizi alle SAF, in particolare attraverso un partenariato tra GIAD for Automotive Services e il Corpo degli ingegneri. Il direttore generale di DIS ha accompagnato il comandante Al-Burhan durante le sue visite ufficiali all’estero dall’aprile 2023. Pertanto, DIS fornisce sostegno alle azioni e alle politiche delle SAF che minacciano la pace, la stabilità e la sicurezza del Sudan. Inoltre, DIS è associata a SMT, che fornisce a sua volta sostegno alle azioni e alle politiche delle SAF che minacciano la pace, la stabilità e la sicurezza del Sudan. |
22.1.2024 |
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2. |
SMT Engineering alias: Sudan Master Technology; SMT |
Indirizzo: SMT Building Madani Road, KM 50 Khartoum, Giad Industrial Complex, Gamhuria Street Khartoum Tipo di entità: società controllata dallo Stato |
SMT Engineering (SMT) è una società con sede in Sudan che possiede o controlla, insieme a DIS, numerose società del conglomerato GIAD controllato dalle SAF attraverso una rete di partecipazioni dirette e indirette. SMT è il principale azionista di tre società GIAD di cui DIS detiene il resto delle azioni (il complesso GIAD per l’industria automobilistica e degli autocarri, il complesso GIAD per le industrie dei meccanismi pesanti e il complesso GIAD per le industrie metallurgiche). SMT inoltre possiede o controlla, direttamente o indirettamente, molte altre società che fanno parte del conglomerato GIAD, e di cui anche DIS detiene partecipazioni, come GIAD for Automotive Services. Il conglomerato GIAD è coinvolto nella produzione di armi e veicoli per le forze armate, nonché nella fornitura di servizi alle SAF, in particolare attraverso un partenariato tra GIAD for Automotive Services e il Corpo degli ingegneri. DIS è un grande conglomerato di proprietà delle SAF che fornisce sostegno alle azioni e alle politiche delle SAF che minacciano la pace, la stabilità e la sicurezza del Sudan, in particolare attraverso la fabbricazione e la fornitura di una serie di attrezzature militari, tra cui armi, munizioni, aeromobili e veicoli militari, utilizzate dalle forze armate nel conflitto in Sudan. Pertanto, SMT Engineering fornisce sostegno alle azioni e alle politiche delle SAF che minacciano la pace, la stabilità e la sicurezza del Sudan. Inoltre, è associata a DIS, che fornisce a sua volta sostegno alle azioni e alle politiche delle SAF che minacciano la pace, la stabilità e la sicurezza del Sudan. |
22.1.2024 |
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3. |
Zadna International Company for Investment Limited |
Indirizzo: Doha Street Property 436, Manshia Doha Street, Khartoum, Sudan, 11429 Tipo di entità: società controllata dallo Stato Data di registrazione: 1997 |
Zadna International Company for Investment Limited (Zadna) è una holding operante nel settore dell’agricoltura e dell’edilizia detenuta al 99 % dal fondo speciale per la sostenibilità della Cassa di Previdenza delle Forze Armate (Special Fund for the Social Security of the Armed Forces – SFSSAF) controllato dalle SAF, in precedenza conosciuto come Organizzazione di beneficenza per il sostegno delle Forze Armate (Charity Organisation for the Support of the Armed Forces). Nell’ottobre 2021 il comandante Al-Burhan, leader delle SAF, ha nominato presidente di Zadna il generale El Mirghani Idris Suleiman, che è uno dei suoi amici e direttore di DIS. Nel maggio 2023 ha inoltre nominato la dottoressa Taha Hussein Yousef direttore generale di Zadna. SFSSAF e Zadna fanno parte della vasta rete di società e organizzazioni possedute o controllate dalle SAF che sono utilizzate per sostenere il potere delle forze armate sull’economia sudanese. Zadna è un’importante società impegnata in accordi commerciali internazionali di alto profilo ed è una delle società dalle entrate più elevate nella rete di società dell’esercito. Genera pertanto entrate sostanziali a beneficio delle SAF, il che consente alle forze armate di finanziare e proseguire il conflitto in Sudan. Pertanto, Zadna International Company for Investment Limited fornisce sostegno alle azioni e alle politiche delle SAF che minacciano la pace, la stabilità e la sicurezza del Sudan. |
22.1.2024 |
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4. |
Al Junaid Multi Activities Co Ltd alias: Ajmac multi activities company; Al Gunade |
Indirizzo: Street 3 Khartoum Block 17 Alryad, Sudan Industrial Area 13, Sharjah, UAE P.O. Box 61401, Sharjah Tipo di entità: società a responsabilità limitata Data di registrazione: 2009 |
Al Junaid Multi Activities Co Ltd (Al Junaid) è una holding sudanese controllata dal comandante delle Forze di supporto rapido (RSF) Mohamed Hamdan Dagalo (Hemedti) e da suo fratello, vicecomandante delle RSF, Abdul Rahim Dagalo. La società è di proprietà di Abdul Rahim Dagalo e dei suoi due figli. Hemedti stesso fa parte del consiglio di amministrazione. Al Junaid, che ha sede a Khartoum, gestisce controllate in vari settori economici, tra cui l’estrazione e il commercio dell’oro, e rappresenta una larga quota del settore dell’oro del Sudan. La società detiene concessioni minerarie nel Darfur, in particolare in prossimità di Jebel Amer (Darfur settentrionale) e nella zona di Singo (Darfur meridionale), e opera anche al di fuori di tale regione. Le miniere d’oro del Darfur sono controllate dalle RSF, compreso il sito di Jebel Amer dal 2017. L’estrazione e il commercio dell’oro tramite Al-Junaid costituiscono una considerevole fonte di reddito per la famiglia Dagalo e le RSF, che consente loro di finanziare e proseguire il conflitto in Sudan. Le RSF utilizzano inoltre la produzione e le esportazioni d’oro di Al Junaid per ottenere il sostegno militare degli Emirati arabi uniti (EAU), paese destinatario della gran parte del contrabbando del minerale prodotto dal Sudan, e del Wagner Group, compresa la fornitura di armi usate dalle RSF nel conflitto in Sudan. Pertanto, Al Junaid Multi Activities Co Ltd fornisce sostegno alle azioni delle RSF che minacciano la pace, la stabilità e la sicurezza del Sudan. |
22.1.2024 |
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5. |
Tradive General Trading Co |
Indirizzo: P.O. Box 86436, Dubai (UAE) Tipo di entità: società a responsabilità limitata Data di registrazione: 2018 |
Tradive General Trading Co (Tradive) è una società con sede negli EAU il cui direttore e titolare effettivo in ultima istanza è il maggiore Algoney Hamdan Daglo delle RSF, il fratello più giovane di Mohammed Hamdan Dagalo (Hemedti). Tradive fa parte della rete commerciale delle RSF, che genera entrate stabili per le RSF, consentendo loro di finanziare e proseguire il conflitto in Sudan. Essa è utilizzata come società di copertura delle RSF, per movimentare ingenti somme destinate alle RSF o da queste utilizzate e consentire l’acquisto di materiale a sostegno delle operazioni delle RSF. A titolo di esempio, Tradive ha acquistato veicoli per le RSF, compresi pick-up Toyota Hilux e Land Cruiser, che spesso vengono convertiti nelle cosiddette «tecniche», veicoli armati ad elevata mobilità per il deserto. Nel corso del primo semestre del 2019 sono stati importati in Sudan oltre mille di tali veicoli provenienti dagli Emirati arabi uniti. Tali veicoli convertiti sono stati a lungo utilizzati dalle RSF e continuano ad essere utilizzati dalle RSF nel conflitto in Sudan, in particolare per pattugliare le zone sotto il controllo delle RSF. Pertanto, Tradive General Trading Co fornisce sostegno alle azioni delle RSF che minacciano la pace, la stabilità e la sicurezza del Sudan. |
22.1.2024 |
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6. |
GSK ADVANCE COMPANY LTD |
Indirizzo: Ahmed Khair Street, Khartoum 11111, Sudan Tipo di entità: società a responsabilità limitata |
GSK è una società di tecnologia e sicurezza dell’informazione con sede nel Sudan, di proprietà per il 60 % del maggiore Algoney Hamdan Daglo delle RSF, il fratello più giovane di Mohamed Hamdan Dagalo (Hemedti). GSK fa parte della rete commerciale delle RSF, che genera entrate stabili per le RSF, consentendo loro di finanziare e proseguire il conflitto in Sudan. Essa è utilizzata dalle RSF come società di copertura, facilitando i flussi di cassa destinati alle RSF e venendo coinvolta nelle procedure di appalto delle RSF Inoltre, almeno dal 2019 GSK collabora con Aviatrade LLC, una società con sede in Russia che si occupa di approvvigionamenti militari, per l’acquisto e la fornitura di materiale e attrezzature a vantaggio delle RSF, nonché per la formazione corrispondente, nonché per l’acquisto e la fornitura di aeromobili senza equipaggio, apparecchiature per monitoraggio e parti di ricambio. I droni da ricognizione e armati sono utilizzai dalle RSF nel conflitto in Sudan. Pertanto, GSK Advance Company LTD fornisce sostegno alle azioni delle RSF che minacciano la pace, la stabilità e la sicurezza del Sudan. |
22.1.2024 |
( 1 ) Regolamento (UE) 2018/1725 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2018, sulla tutela delle persone fisiche in relazione al trattamento dei dati personali da parte delle istituzioni, degli organi e degli organismi dell'Unione e sulla libera circolazione di tali dati, e che abroga il regolamento (CE) n. 45/2001 e la decisione n. 1247/2002/CE (GU L 295 del 21.11.2018, pag. 39).