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Document 52018XC1228(04)

    Pubblicazione del documento unico modificato in seguito alla domanda di approvazione di una modifica minore ai sensi dell’articolo 53, paragrafo 2, secondo comma, del regolamento (UE) n. 1151/2012

    C/2018/8065

    GU C 466 del 28.12.2018, p. 24–29 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    28.12.2018   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 466/24


    Pubblicazione del documento unico modificato in seguito alla domanda di approvazione di una modifica minore ai sensi dell’articolo 53, paragrafo 2, secondo comma, del regolamento (UE) n. 1151/2012

    (2018/C 466/14)

    La Commissione europea ha approvato tale domanda di modifica minore ai sensi dell’articolo 6, paragrafo 2, terzo comma, del regolamento delegato (UE) n. 664/2014 della Commissione (1).

    La domanda di approvazione di tale modifica minore è accessibile al pubblico nella base dati DOOR della Commissione.

    DOCUMENTO UNICO

    «SIDRA DE ASTURIAS»/«SIDRA D’ASTURIES»

    N. UE PDO-ES-0260-AM01 — 31.10.2017

    DOP ( X ) IGP ( )

    1.   Nome

    «Sidra de Asturias»/«Sidra d’Asturies»

    2.   Stato membro o paese terzo

    Spagna

    3.   Descrizione del prodotto agricolo o alimentare

    3.1.   Tipo di prodotto

    Classe 1.8. Altri prodotti dell’allegato I del trattato (spezie ecc.)

    3.2.   Descrizione del prodotto cui si applica la denominazione di cui al punto 1

    I prodotti da proteggere attraverso la denominazione di origine protetta «Sidra de Asturias» sono i seguenti:

    Sidro: bevanda prodotta dalla fermentazione alcolica, totale o parziale, della mela fresca o del suo mosto. Il suo titolo alcolometrico volumico minimo (alcole acquisito) deve essere pari al 5 %.

    Si definisce secco il sidro il cui tasso di zuccheri è inferiore a 30 g/l; semisecco quando esso oscilla fra i 30 e i 50 g/l, dolce quando è superiore a 50 g/l (il suo limite massimo è fissato a 80 g/l).

    Dal punto di vista organolettico il sidro è caratterizzato da un sapore schietto che può essere secco, semisecco o dolce e dalla persistenza di bolle, globuli e corone sottili derivanti dall’anidride carbonica endogena; l’aroma è netto ed equilibrato con un retrogusto che ricorda la mela fresca o la composta di mela; si presenta come una bevanda trasparente e brillante, con diverse tonalità di giallo.

    Sidro naturale: bevanda prodotta dalla fermentazione alcolica, totale o parziale, della mela fresca o del suo mosto, elaborata secondo i metodi tradizionali, senza aggiunta di zuccheri, contenente anidride carbonica di origine esclusivamente endogena. Il titolo alcolometrico volumico minimo deve essere pari al 5 %.

    Il sidro naturale è caratterizzato da un sapore schietto e dall’equilibrio fra acidità e amaro, associato ad un retrogusto leggermente frizzante naturale. Il suo aroma è netto e fresco, con note varietali e fruttate ed una punta di acidità. Si presenta come una bevanda trasparente e brillante, il colore comprende tonalità che vanno dal giallo al paglierino.

    Metodi consentiti

    1.   Mosti

    a)

    L’estrazione dei mosti per spremitura delle varietà di mela da sidro autorizzate e delle mescolanze delle stesse.

    b)

    L’applicazione di fonti di freddo o gas inerti per il mantenimento dei mosti naturali.

    c)

    Il filtraggio e la chiarificazione con materie autorizzate ed enzimi pectolici.

    d)

    La correzione dei mosti con sostanze autorizzate.

    e)

    La concentrazione dei mosti ottenuti per spremitura delle varietà autorizzate ai fini di edulcorazione.

    2.   Sidro

    a)

    La mescolanza dei sidri protetti dalla DOP.

    b)

    Le pratiche proprie dell’elaborazione, del travasamento, delle chiarificazioni e dei filtraggi.

    c)

    L’utilizzo di trattamenti di refrigerazione.

    d)

    Le correzioni mediante l’impiego di sostanze autorizzate.

    e)

    L’utilizzo di gas inerti (azoto) per il mantenimento dei sidri.

    f)

    La fermentazione con lieviti selezionati.

    g)

    L’incorporamento di anidride carbonica prima dell’imbottigliamento. L’origine dell’anidride carbonica sarà esclusivamente endogena, ottenuta durante il processo di fermentazione del mosto.

    h)

    L’aggiunta, come edulcorante, di massimo 80 grammi di zucchero al litro sotto forma di sciroppo di zucchero, di mosto naturale o di mosto concentrato di mela e, come percentuale massima in volume, una parte di liquore ogni dieci parti di sidro base.

    3.   Sidro naturale

    a)

    La mescolanza di sidri protetti dalla DOP.

    b)

    Le pratiche tradizionali di pigiatura, di travasamento, di chiarificazione e di filtraggio.

    c)

    L’utilizzo di trattamenti di refrigerazione.

    d)

    Le correzioni mediante l’impiego di sostanze autorizzate.

    e)

    L’utilizzo di gas inerti (azoto) per il mantenimento dei sidri.

    f)

    La fermentazione con lieviti selezionati.

    Pratiche vietate

    1.   Mosti

    a)

    È vietata qualsiasi operazione che modifichi il tenore zuccherino naturale dei mosti naturali di mela.

    b)

    La mescolanza dei mosti naturali con mosti concentrati, in qualsiasi proporzione.

    c)

    L’aromatizzazione artificiale dei mosti.

    d)

    La pastorizzazione.

    2.   Sidro

    a)

    È vietato aumentare in maniera artificiale la gradazione alcolica naturale.

    b)

    La correzione e/o aggiunta di prodotti non autorizzati.

    c)

    L’aggiunta di acqua in qualsiasi fase di elaborazione.

    d)

    L’aggiunta di vini, di fermentati di frutta e/o di alcol di qualsiasi origine.

    e)

    L’impiego di edulcoranti artificiali e di destrine.

    f)

    L’impiego di materie coloranti diverse dal caramello di zucchero.

    g)

    L’impiego di esteri, aromi e sostanze simili di qualsiasi classe od origine.

    h)

    La pastorizzazione.

    i)

    L’aggiunta di anidride carbonica esogena.

    3.   Sidro naturale

    a)

    Tutte le pratiche previste al paragrafo 2.

    b)

    L’aggiunta di anidride carbonica di qualsiasi origine.

    c)

    L’impiego di zuccheri di qualsiasi origine.

    Il sidro naturale deve presentare le seguenti caratteristiche fisico-chimiche:

    Acidità volatile: < 2,0 g/l acido acetico. Titolo alcolometrico: > 5 % (v/v). Anidride solforosa totale: < 150 mg/l. Pressione di anidride carbonica in bottiglia (20 °C): > 0,5 atm.

    Il sidro deve presentare le seguenti caratteristiche fisico-chimiche:

    Acidità volatile: < 2,0 g/l acido acetico. Titolo alcolometrico: > 5 % (v/v). Anidride solforosa totale: < 200 mg/l. Pressione di anidride carbonica in bottiglia (20 °C): > 3 atm.

    3.3.   Alimenti per animali (solo per i prodotti di origine animale) e materie prime (solo per i prodotti trasformati)

    Entrambi i prodotti, sidro e sidro naturale, sono elaborati a partire da varietà di mele da sidro tradizionalmente coltivate nella zona di produzione.

    Le varietà autorizzate sono classificate, in base all’acidità e alla concentrazione di composti fenolici, in nove tipologie vegetali: dolce, dolce-amara, amara, semiacida, semiacida-amara, amara-semiacida, acida, acido-amara e amaro-acida.

    Classificazione tecnologica

    Acida:

    Blanquina, Limón Montés, Teórica, San Roqueña, Raxao, Fuentes, Xuanina, Regona, Prieta, Collaos, Josefa, Carrandona, Raxila Ácida, Collaina, Raxina Marelo, Perurico Precoz, Perurico, Raxona Ácida, Raxina Ácida, Arbeya, Reineta Caravia, Durón Encarnado, Fresnosa, Peñarudes, Perracabiella, Reineta Encarnada, Repinaldo de Hueso, San Justo e Sucu.

    Acido-amara:

    Beldredo, Picón, Madiedo, Martina e Montoto.

    Amara:

    Clara, Amariega e Cladurina.

    Amaro-acida:

    Meana, Lin, Cladurina Amargoácida e Rosadona.

    Amaro-semiacida:

    Durcolorá e Colorá Amarga.

    Semiacida:

    Solarina, De la Riega, Carrió, Perico, Perezosa, Durona de Tresali, Panquerina, Raxila Rayada, Antonona, Chata Encarnada, Durón d’Arroes, Maria Elena, Mariñana, Miyeres, Repinaldo Caravia, Reineta Pinta e Celso.

    Semiacida-amara:

    Montes de Llamera e Corchu.

    Dolce:

    Ernestina, Verdialona, Raxila Dulce, Raxina Dulce, Raxona Dulce, Chata Blanca, Cristalina, Dura, Montés de Flor, Paraguas e Verdosa.

    Dolce-amara:

    Coloradona, Raxina Amarga e Raxarega.

    3.4.   Fasi specifiche della produzione che devono avere luogo nella zona geografica delimitata

    L’elaborazione dei prodotti (sidro naturale e sidro) protetti dalla DOP «Sidra de Asturias/Sidra d’Asturies» si effettua a partire dalle varietà di mela da sidro autorizzate dal regolamento, provenienti da parcelle iscritte nei registri del Consejo Regulador ed elaborate in impianti anch’essi regolarmente iscritti, ubicati nella zona di produzione/elaborazione, che abbiano superato i controlli di produzione e trasformazione relativi alle varietà, alle tecniche di coltivazione, alla materia prima, alla spremitura, al processo di elaborazione, all’imbottigliamento e all’etichettatura, conformemente alla Procedura documentata del Sistema di Qualità elaborato dal Consejo Regulador.

    Nell’elaborazione del «sidro» si deve verificare in particolar modo che, al momento di incorporare l’anidride carbonica, questa sia di origine esclusivamente endogena, che sia ottenuta durante la fase di fermentazione del mosto e che, una volta raccolta, depurata, compressa, filtrata e immagazzinata, venga aggiunta al sidro prima dell’imbottigliamento. Il controllo dell’intero processo viene effettuato secondo i metodi previsti dal Manuale di Qualità del Consejo Regulador, nel quale deve essere descritta almeno la tecnica di analisi per rilevare la presenza di anidride carbonica, tramite la determinazione di isotopi leggeri stabili e del rapporto C13/C12, che consente di risalire alla provenienza dell’anidride carbonica così incorporata.

    Il processo di certificazione consiste in ispezioni di tipo visivo, documentale, nonché in prelievi di campioni del prodotto. Le varietà di sidro che ottengono la certificazione possono essere etichettate con il logotipo del Consejo Regulador e la dicitura «Denominación de Origen Protegida Sidra de Asturias» e sul loro imballaggio deve essere apposta un’etichetta numerata di controllo, fornita dal Consejo Regulador.

    Le fasi di elaborazione sono: mondatura e molitura delle mele, estrazione del mosto naturale di mela per spremitura, fermentazione, travasamento, chiarificazione, filtraggio con prodotti e materiali consentiti e, infine, imbottigliamento.

    Nel caso del «sidro», si può produrre la carbonatazione con CO2 di origine endogena, conformemente a quanto stabilito in questa scheda, nel Disciplinare e nel Manuale di qualità.

    3.5.   Norme specifiche in materia di affettatura, grattugiatura, confezionamento ecc. del prodotto cui si riferisce la denominazione registrata

    Il fatto di considerare l’imbottigliamento nella zona delimitata come una fase del processo di elaborazione della DOP «Sidra de Asturias» è un modo per proteggere la reputazione della denominazione garantendo, oltre all’autenticità del prodotto, il mantenimento della sua qualità e delle sue caratteristiche, la cui responsabilità è assunta interamente e collettivamente dai beneficiari tramite il Consejo Regulador costituito a tale scopo.

    Si facilita il controllo e la tracciabilità dei prodotti ottenuti, evitando di mescolarli con altri sidri di provenienza diversa, dato che i controlli previsti nella regione di produzione sotto la responsabilità dei beneficiari della DOP sono realizzati scrupolosamente e sistematicamente da esperti che hanno una conoscenza approfondita delle caratteristiche del prodotto.

    Analogamente, il fatto che i «sidri» possano contenere anidride carbonica, esclusivamente di carattere endogeno, ottenuta durante il processo di elaborazione, presuppone l’utilizzo di impianti idonei, integrati in quelli di imbottigliamento. Non è quindi consigliabile — e oltretutto renderebbe estremamente difficile il controllo — trasportare il sidro verso altri impianti di imbottigliamento con il rischio di «adulterare» il processo.

    3.6.   Norme specifiche in materia di etichettatura del prodotto cui si riferisce la denominazione registrata

    Per non indurre in errore il consumatore, occorre applicare le disposizioni in materia di etichettatura sancite dall’Ordinanza del 10 agosto 1979 che disciplina i sidri e le altre bevande ottenute dalla mela. L’articolo 17 dell’Ordinanza in parola prevede l’obbligo di far figurare sulle bottiglie, fra le altre menzioni obbligatorie, la denominazione «sidro» o «sidro naturale» a seconda dei casi.

    Sulle etichette e sulle controetichette del sidro imbottigliato debbono figurare obbligatoriamente e in modo leggibile il nome della denominazione di origine «Sidra de Asturias» e i dati definiti dalla normativa d’applicazione.

    Il consumatore distingue chiaramente il tipo di sidro grazie al diverso dispositivo di chiusura della bottiglia. Poiché per il «sidro» la pressione nella bottiglia è superiore a tre atmosfere, sia il sistema di chiusura che il tipo di bottiglia sono diversi da quelli adoperati per il sidro naturale.

    Ad ogni modo, la DOP «Sidra de Asturias» è la menzione che deve figurare sull’etichetta di tutti i sidri protetti che rispondono ai requisiti del regolamento d’applicazione approvato; inoltre, conformemente alla normativa generale in materia di etichettatura e di presentazione dei prodotti alimentari, le menzioni «Sidra» o «Sidra natural», secondo i casi, sono obbligatorie.

    Tutti i recipienti che contengono sidro protetto dalla DOP debbono essere provvisti di un’etichetta di controllo numerata fornita dal Consejo Regulador.

    4.   Delimitazione concisa della zona geografica

    La zona di produzione della mela e di elaborazione del sidro protetto dalla denominazione di origine protetta «Sidra de Asturias» comprende il territorio della «Comunidad Autónoma del Principado de Asturias» (Comunità autonoma del principato di Asturia), regione geografica e storica della Spagna settentrionale che include 78 territori comunali (concejos): Allande, Aller, Amieva, Avilés, Belmonte de Miranda, Bimenes, Boal, Cabrales, Cabranes, Candamo, Cangas de Narcea, Cangas de Onís, Caravia, Carreño, Caso, Castrillón, Castropol, Coaña, Colunga, Corvera, Cudillero, Degaña, El Franco, Gijón, Gozón, Grado, Grandas de Salime, Ibias, Illano, Illas, Langreo, Las Regueras, Laviana, Lena, Llanera, Llanes, Mieres, Morcín, Muros de Nalón, Nava, Navia, Noreña, Onís, Oviedo, Parres, Peñamellera Alta, Peñamellera Baja, Pesoz, Piloña, Ponga, Pravia, Proaza, Quirós, Ribadedeva, Ribadesella, Ribera de Arriba, Riosa, Salas, San Martín de Oscos, San Martín del Rey Aurelio, Santirso de Abres, Santa Eulalia de Oscos, Santo Adriano, Sariego, Siero, Sobrescobio, Somiedo, Soto del Barco, Tapia de Casariego, Taramundi, Teverga, Tineo, Valdés, Vegadeo, Villanueva de Oscos, Villaviciosa, Villayón, Yernes e Tameza.

    Occorre tener presente che, sebbene la zona geografica delimitata abbia una superficie di 10 560 km2, la regione delle Asturie è una delle più montagnose d’Europa, il che riduce notevolmente la superficie agricola da destinare alla coltivazione della mela, coltivazione che è possibile quindi soltanto in piccole valli e sulle pendici di tutto il territorio (i 78 comuni citati).

    Le condizioni orografiche e produttive della regione asturiana sono tali che, in maggiore o minore misura, le aziende agricole sono disseminate in tutti i comuni, il che, a sua volta, fa sì che i centri rurali siano piccoli e sparsi ovunque, così come le parcelle.

    La coltivazione tradizionale della mela da sidro nelle Asturie è di tipo estensivo misto (mela da sidro, prati naturali). A causa delle piccole dimensioni delle aziende agricole asturiane, l’abbinamento dell’allevamento con la coltivazione della mela destinata all’elaborazione del sidro costituisce una delle principali caratteristiche socio-economiche dell’ambiente rurale della regione nonché una fonte di reddito supplementare all’interno dell’azienda agricola familiare; ciò, d’altro canto, permette di evitare in qualche misura l’esodo rurale, dando vita ad un’attività rispettosa dell’ambiente e capace di trattenere sul posto la popolazione.

    Analogamente alla distribuzione delle zone di coltivazione dei meli da sidro, anche i torchi fanno storicamente la loro comparsa nel territorio sotto forma di impianti di piccole dimensioni all’interno delle aziende agricole che elaboravano il sidro per consumo familiare. Con il passare del tempo questa pratica è stata abbandonata e gli impianti si sono andati via via concentrando in località site in prossimità delle infrastrutture e dotate di servizi più adeguati allo sviluppo di un’attività a livello industriale.

    5.   Legame con la zona geografica

    Storico

    L’Asturia è al primo posto fra le regioni spagnole produttrici di sidro (80 % della produzione nazionale). La storia della regione asturiana è indissolubilmente legata alla coltivazione della mela da sidro e all’elaborazione di questa bevanda come documentano le relazioni del geografo Strabone sessanta anni avanti Cristo.

    Naturale

    Gli agricoltori asturiani si sono attenuti per secoli ad un processo di selezione di varietà a partire da alberi ottenuti da sementi, non innestati, scelti fra i più produttivi, maggiormente adattati all’ambiente e dalle cui mele si ricavava sidro di qualità superiore. Le varie caratteristiche delle varietà (dolce, dolce-amara, amara, semiacida, semiacida-amara, amara-semiacida, acida, acida-amara e amara acida) e tutte le mescolanze che ne scaturiscono conferiscono ai sidri asturiani le loro peculiari caratteristiche semiacide.

    L’inclusione nella denominazione dei due tipi di prodotto (sidro naturale e sidro) è condizionata dalla norma di qualità esistente in Spagna (Ordinanza ministeriale dell’1 settembre 1979) che differenzia i due tipi e stabilisce che il «sidro» possa essere elaborato con l’aggiunta di anidride carbonica esogena di qualsiasi origine.

    I due tipi di sidro protetti dalla denominazione partono dalla denominazione «sidro naturale» che, nel caso del «sidro», consente l’aggiunta di CO2 recuperato durante il processo di fermentazione (ovverosia di carattere esclusivamente endogeno) ed eventualmente di sciroppo di zucchero in piccola quantità. La materia prima, la tecnologia di elaborazione e gli impianti industriali sono praticamente identici e, sebbene il «sidro naturale» sia molto più antico, i «sidri» contenenti anidride carbonica aggiunta compaiono già nel secolo XIX, grazie al progresso tecnologico ed alla ricerca.

    Il nome geografico «Asturias» è storicamente vincolato all’elaborazione e al consumo di sidro in Spagna; è infatti in questa regione che si produce la maggior parte del sidro nazionale.

    Il fattore umano

    Il sidro occupa il terzo posto, in termini di fatturato, nel settore agroalimentare asturiano. Il sidro naturale è prodotto nei tradizionali locali di torchiatura (pigiatoi); nella regione asturiana si contano 106 pigiatoi a dimensione commerciale. L’aspetto della tradizione familiare di questo tipo di aziende è tale che oltre il 60 % è passato di padre in figlio. La forma giuridica più frequente è quella di impresa individuale; soltanto il 10 % ha assunto la forma di società per azioni o società a responsabilità limitata. Il mercato asturiano rappresenta il 93 % della produzione nazionale di sidro naturale. La produzione di sidro, invece, si concentra in 10 imprese, le quali costituiscono il 61 % del fatturato totale del settore. Il mercato nazionale assorbe l’80 % della produzione mentre all’esportazione viene destinata una percentuale compresa fra il 13 e il 14 %; il rimanente 7 % viene consumato nella regione stessa.

    Riferimento alla pubblicazione del disciplinare

    (articolo 6, paragrafo 1, secondo comma, del presente regolamento)

    https://www.asturias.es/Asturias/descargas/PDF_TEMAS/Agricultura/Alimentaci%C3%B3n/sidra_de_asturias_modificado.pdf


    (1)  GU L 179 del 19.6.2014, pag. 17.


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