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Document 52017DC0200

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO PER UNA POLITICA DEI RIMPATRI PIÙ EFFICACE NELL'UNIONE EUROPEA - UN PIANO D'AZIONE RINNOVATO

    COM/2017/0200 final

    Bruxelles, 2.3.2017

    COM(2017) 200 final

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

    PER UNA POLITICA DEI RIMPATRI PIÙ EFFICACE NELL'UNIONE EUROPEA
    - UN PIANO D'AZIONE RINNOVATO


    Il 9 settembre 2015 la Commissione ha adottato il piano d’azione dell’UE sul rimpatrio 1 comprendente 36 azioni concrete volte a migliorare l’efficienza del sistema di rimpatrio dell’Unione europea. La maggior parte di queste azioni è in corso o è stata attuata come illustrato nell’allegato della presente comunicazione. Ciononostante, l’impatto globale sul bilancio dei rimpatri in tutta l’Unione europea è rimasto limitato, a riprova che è necessaria un’azione più incisiva per produrre risultati tangibili in materia di rimpatrio degli immigrati irregolari.

    Dall’adozione del piano d’azione, le sfide che la politica di rimpatrio dell’Unione europea deve affrontare sono ulteriormente aumentate e questo aspetto della politica migratoria globale dell’UE ha assunto un’importanza centrale. Nel 2015 il numero di migranti irregolari cui era stato ingiunto di lasciare l’Unione europea ammontava a 533 395, rispetto a 470 080 nel 2014. Con circa 2,6 milioni di domande di asilo nel solo periodo 2015/2016, e considerando che il tasso di riconoscimento in prima istanza è stato pari al 57% nei primi tre trimestri del 2016, gli Stati membri potrebbero dover rimpatriare più di 1 milione di persone non appena le richieste di asilo saranno state trattate. Al tempo stesso, i tassi di rimpatrio a livello dell’Unione europea non sono migliorati. Mentre il tasso complessivo di rimpatrio 2 tra il 2014 e il 2015 è passato da 41,8% a 42,5%, il tasso dei rimpatri effettivi verso i paesi terzi è sceso dal 36,6% al 36,4%. Inoltre, escludendo i rimpatri verso i paesi dei Balcani occidentali, il tasso di rimpatrio dell’Unione europea scende ulteriormente raggiungendo il 27%.

    Le sfide fondamentali della nostra politica di rimpatrio sono sempre state sia interne all’Unione europea e agli Stati membri, che esterne. La Commissione, in collaborazione con il Servizio europeo per l’azione esterna e gli Stati membri, ha affrontato gli aspetti esterni attraverso quadri specifici di cooperazione con i paesi terzi. A tal fine, nel giugno 2016 è stato avviato un quadro di partenariato per la migrazione 3 e la terza relazione sui progressi compiuti relativamente a questo quadro è in fase di approvazione 4 .

    Una politica di rimpatrio efficace comincia all’interno dell’Unione europea. Nelle conclusioni del Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre 2016 5 gli Stati membri hanno chiesto un rafforzamento delle procedure amministrative nazionali per i rimpatri. Inoltre, la dichiarazione di Malta dei capi di Stato o di governo 6 , del 3 febbraio 2017, ha sottolineato la necessità di un esame critico della politica di rimpatrio dell’UE, basato su un’analisi obiettiva del modo in cui gli strumenti giuridici, operativi, finanziari e pratici a disposizione a livello dell’Unione e nazionale sono applicati. È pertanto necessario esaminare con pragmatismo l’applicazione della direttiva sui rimpatri 7 e le sue disfunzioni, anche incoraggiando gli Stati membri ad apportare i necessari miglioramenti ai loro sistemi nazionali di rimpatrio per garantire un coordinamento più adeguato e un approccio multidisciplinare. Inoltre, dobbiamo ottimizzare l’utilizzo degli strumenti finanziari o operativi dell’Unione europea, al fine di creare uno spazio di collaborazione per lo scambio di informazioni e di migliorare la cooperazione e il coordinamento tra gli Stati membri e gli organismi competenti dell’UE. Per di più il mandato della nuova guardia costiera e di frontiera europea (EBCG) è stato rafforzato in misura significativa al fine di garantire una migliore assistenza agli Stati membri nello svolgimento delle attività di rimpatrio congiunte e a livello nazionale. I progressi compiuti per rendere operativo il nuovo mandato sono oggetto di monitoraggio nella seconda relazione sulla Guardia costiera e di frontiera europea adottata oggi 8 .

    Il piano d’azione rinnovato sui rimpatri, con ulteriori azioni mirate da attuare parallelamente alle azioni intraprese nel quadro del piano d’azione esistente, è destinato agli Stati membri e alle istituzioni e alle agenzie dell’Unione europea affinché migliorino significativamente i tassi di rimpatrio. Questo piano d’azione costituisce anche il rinnovato impegno a portare a termine l’attuazione del piano d’azione del 2015 e garantirà risultati misurabili in termini di prevenzione della migrazione irregolare e rimpatrio dei migranti irregolari. In quest’ottica la Commissione sta adottando anche una raccomandazione per rendere i rimpatri più efficaci nell’attuazione della direttiva sui rimpatri 9

    I - Il sistema di rimpatrio dell’UE: rendere i sistemi amministrativi e le procedure di rimpatrio nazionali più efficaci

    I.1 La direttiva sui rimpatri

    Il principale atto legislativo che disciplina il rimpatrio dei migranti in posizione irregolare è la direttiva 2008/115/CE (“direttiva sui rimpatri”). Questa direttiva stabilisce le norme e le procedure comuni per il rimpatrio effettivo dei migranti irregolari nel rispetto dei loro diritti fondamentali e del principio di non respingimento. Allo stesso tempo, la direttiva lascia agli Stati membri il margine di manovra necessario per quanto riguarda le modalità per raggiungere tale obiettivo.

       

    Una panoramica esaustiva delle principali sfide che gli Stati membri si trovano ad affrontare nell’effettuare rimpatri è stata realizzata mediante il meccanismo di valutazione Schengen 10 e le informazioni raccolte dalla rete europea sulle migrazioni. Ciò dimostra la necessità per gli Stati membri di utilizzare pienamente la flessibilità prevista dalla direttiva sui rimpatri, al fine di potenziare la loro capacità di rimpatriare il crescente numero di migranti irregolari che si trovano nel territorio dell’Unione.

    Inoltre, con il sostegno della Commissione, gli Stati membri dovrebbero individuare e scambiarsi le buone pratiche per scoraggiare il soggiorno irregolare di cittadini di paesi terzi nel loro territorio.

    Queste misure devono essere attuate in piena conformità con il diritto primario, compresa la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e con l’acquis dell’UE in materia di migrazione. A tal fine, la direttiva sui rimpatri contiene già un congruo insieme di norme, che prevedono anche la possibilità di ricorso effettivo per impugnare una decisione di rimpatrio, il rispetto dell’unità familiare, l’interesse superiore dei minori e le esigenze specifiche delle persone vulnerabili.

    La Commissione continuerà a monitorare l’applicazione e il rispetto della direttiva sui rimpatri al fine di affrontare le carenze specifiche dei sistemi nazionali. Al fine di fornire orientamenti sul modo in cui le disposizioni della direttiva possono essere utilizzate per rafforzare l’efficacia dei rimpatri, la Commissione adotta oggi una raccomandazione per rendere i rimpatri più efficaci nell’attuazione della direttiva sui rimpatri 11 . Gli Stati membri dovrebbero prendere provvedimenti immediati in linea con questa raccomandazione. Inoltre, il manuale sui rimpatri 12 , che fornisce orientamenti sull’interpretazione e l’applicazione pratica delle disposizioni della direttiva rimpatri, deve essere ulteriormente aggiornato anche al fine di garantire la coerenza con questa raccomandazione.

    Sulla base dell’esperienza acquisita con l’attuazione della presente raccomandazione e in funzione della necessità di intraprendere ulteriori azioni per aumentare sostanzialmente i tassi di rimpatrio, la Commissione è pronta ad avviare una revisione della direttiva sui rimpatri.

    Le prossime tappe

    - Gli Stati membri dovrebbero adottare azioni immediate in linea con la raccomandazione della Commissione.

    - La Commissione provvederà ad aggiornare il manuale sui rimpatri, tenendo anche conto della raccomandazione entro la metà del 2017.

    - La Commissione, unitamente agli Stati membri, continuerà a controllare l’applicazione e il rispetto della direttiva sui rimpatri, in particolare mediante la valutazione di Schengen in materia di rimpatrio.

    - Con il sostegno da parte della Commissione, gli Stati membri dovrebbero individuare le buone pratiche per scoraggiare i soggiorni irregolari dei cittadini dei paesi terzi nel 2017.

    I. 2 - Affrontare gli abusi in relazione alle procedure di asilo

    I richiedenti asilo respinti rappresentano una percentuale importante dei migranti irregolari presenti nel territorio dell’Unione. Mentre molte persone che arrivano nell’Unione europea fuggono da guerre, violenze e persecuzioni, altri utilizzano le domande di asilo per prolungare la loro presenza in Europa e per evitare il rimpatrio. Spesso, le domande di asilo palesemente infondate sono presentate durante le ultime fasi della procedura di rimpatrio, persino giorni o ore prima della partenza, al solo scopo di ritardare o impedire il rimpatrio. Questo comporta un pesante onere per i sistemi di asilo degli Stati membri.

    Il caso dei cittadini nigeriani è un esempio eloquente: oltre 37 000 cittadini nigeriani sono entrati nell’Unione europea in maniera irregolare nel 2016 – la prima nazionalità ad arrivare attraverso la rotta del Mediterraneo centrale – e più di 47 000 domande di asilo da parte di cittadini nigeriani sono state registrate nel 2016. Per i primi tre trimestri del 2016, il tasso di riconoscimento delle domande di asilo presentate da cittadini nigeriani è stato pari all’8%, il che significa che, probabilmente, oltre 40 000 domande presentate nel 2016 potrebbero in linea di principio essere respinte.

    Al fine di evitare situazioni di questo tipo, gli Stati membri dovrebbero sfruttare immediatamente tutte le possibilità offerte dall’attuale legislazione in materia di asilo al fine di ovviare agli abusi del sistema di asilo da parte dei migranti irregolari che non necessitano di protezione internazionale. Essi dovrebbero in particolare applicare le disposizioni concernenti le procedure accelerate di asilo, il trattamento delle domande reiterate, l’effetto sospensivo non automatico dei ricorsi, in particolare per i migranti provenienti da paesi che sono ritenuti sicuri o vantano un basso tasso di riconoscimento.

    È di fondamentale importanza che le procedure di asilo e rimpatrio procedano insieme senza intoppi. Un processo decisionale rapido e efficace è nell’interesse sia dei richiedenti in buona fede che degli Stati membri. Pertanto, il collegamento formale tra i due processi e una migliore comunicazione e uno scambio di informazioni più efficace tra le autorità responsabili delle procedure di asilo e di rimpatrio sono essenziali.

    A più lungo termine, la riforma del sistema europeo comune di asilo, prevista dalla Commissione nel 2016, offrirà anche nuove opportunità per garantire collegamenti semplificati ed efficienti tra le procedure di asilo e di rimpatrio. In particolare, la proposta di regolamento sulle procedure di asilo 13 prevede l’istituzione di procedure più rapide per rispondere alle domande di asilo manifestamente infondate e delle domande reiterate senza prospettive concrete di successo, nonché per i migranti provenienti da paesi terzi sicuri e da paesi di origine sicuri, riducendo il rischio che le operazioni di rimpatrio siano indebitamente annullate o rinviate.

    Le prossime tappe

    - Gli Stati membri dovrebbero semplificare le procedure di asilo in linea con la legislazione dell’Unione europea vigente per ridurre gli abusi del sistema di asilo finalizzati ad evitare il rimpatrio.

    - Gli Stati membri dovrebbero ricorrere a procedure di asilo e procedure di inammissibilità accelerate in linea con la legislazione dell’Unione europea per far fronte alle domande di asilo palesemente infondate, comprese le domande reiterate. Gli Stati membri non dovrebbero garantire un effetto sospensivo automatico in caso di ricorsi in base a tali motivi.

    - Gli Stati membri dovrebbero adottare le misure amministrative necessarie per collegare meglio le procedure di asilo e quelle di rimpatrio e migliorare il coordinamento tra le autorità competenti.

    I.3 - Potenziare la condivisione delle informazioni per poter eseguire i rimpatri

    Il fermo, l’identificazione e il monitoraggio dei migranti irregolari sono presupposti essenziali per garantire l’effettivo rimpatrio. Ciò richiede uno scambio sistematico di informazioni all’interno degli Stati membri (autorità responsabili dei rimpatri e altre autorità governative, compresi servizi sanitari, sociali e di istruzione), ma anche tra Stati membri nonché con le autorità dell’UE. La disponibilità di informazioni tempestive può aiutare gli Stati membri a orientare meglio e pianificare le loro attività di rimpatrio. Tuttavia, la maggior parte delle informazioni necessarie non è ancora disponibile. Non sono disponibili statistiche affidabili sui soggiornanti fuoritermine in assenza di un sistema di ingressi/uscite e sono disponibili soltanto informazioni limitate sull’effettiva esecuzione delle decisioni di rimpatrio.

    Gli Stati membri dovrebbero pertanto raccogliere dati esaustivi in tempo reale a livello nazionale per avere una chiara e accurata visione d’insieme sulla situazione della migrazione irregolare utilizzando l’applicazione di gestione integrata dei rimpatri (IRMA). Gli Stati membri hanno inoltre l’obbligo di inserire nel SIS tutti i documenti invalidati, quali i permessi di soggiorno, a fini di sequestro. La Commissione esorta gli Stati membri a garantire che questo obbligo sia rispettato in maniera sistematica.

    A sostegno degli Stati membri, la Commissione sta già lavorando per garantire un contesto favorevole per l’attuazione dei rimpatri in tutta l’Unione europea, tramite uno scambio sistematico di informazioni. Nel corso del 2016 la Commissione ha avanzato varie proposte relative al perfezionamento dei sistemi d’informazione esistenti (Sistema di informazione Schengen 14 , Eurodac 15 ) o alla creazione di nuovi sistemi (Sistema di ingressi/uscite 16 , Sistema europea di informazione e autorizzazione relativo ai viaggi 17 ) che contribuiranno a colmare alcune delle attuali carenze sul piano delle informazioni.

    Nell’ambito della valutazione del Sistema d’informazione visti (VIS), gli Stati membri hanno segnalato che utilizzano sempre più questo sistema per l’identificazione dei migranti irregolari. Tuttavia, i dati del sistema di informazione visti da soli non sono generalmente riconosciuti dai paesi terzi come mezzi di prova della cittadinanza o sono necessarie ulteriori indagini. Il fatto che le copie dei passaporti non siano conservate in questo sistema fa sì che l’acquisizione di una copia dall’ambasciata che ha rilasciato un visto Schengen richiede tempi lunghi o è addirittura impossibile. La Commissione intende pertanto avviare uno studio di fattibilità relativo alla conservazione nel sistema di informazione sui visti di una copia dei documenti di viaggio delle persone che hanno richiesto un visto, ivi compresa una copia del loro passaporto.

    Inoltre, la Commissione ha avviato uno studio per esaminare la fattibilità tecnica di un archivio dei permessi di soggiorno UE, anche al fine di agevolare l’applicazione delle legislazione quando un migrante che ha il diritto di soggiornare sul territorio di un solo Stato membro si reca illegalmente in un altro Stato membro 18 .

    Parallelamente la Commissione ha istituito un gruppo di esperti ad alto livello sui sistemi di informazione e l’interoperabilità per garantire l’uso effettivo di questi strumenti. Le autorità competenti per l’immigrazione dovrebbero trarre vantaggi da questi lavori e poter ottenere in un’unica ricerca tutte le informazioni sui migranti irregolari disponibili in tutti i sistemi di ricerca 19 .

    Gli Stati membri inoltre attribuiscono sempre maggiore importanza all’uso più adeguato delle informazioni sulle condanne penali in relazione alle decisioni che pongono fine al soggiorno regolare, in modo da agevolare i rimpatri di cittadini di paesi terzi e di apolidi con precedenti penali In giugno la Commissione presenterà una proposta legislativa rivista relativa alla creazione di una banca dati centralizzata contenente dati identificativi dei cittadini di paesi terzi condannati al fine di individuare lo Stato o gli Stati membri di condanna e pertanto di rafforzare l’efficacia dell’attuale sistema europeo di informazione sui casellari giudiziari (ECRIS).

    A momento di adottare le decisioni di rimpatrio, gli Stati membri dovrebbero tenere conto delle decisioni di condanna per reati gravi nell’Unione europea per valutare la situazione individuale dei migranti irregolari, ad esempio per quanto riguarda il rimpatrio volontario, le esigenze cautelari di trattenimento e la durata del divieto d’ingresso.

    Le prossime tappe

    - La Commissione avvierà uno studio di valutazione d’impatto sulla fattibilità e le implicazioni della conservazione di una copia del documento di viaggio delle persone che hanno richiesto un visto nel sistema d’informazione visti al fine di agevolare l’identificazione dei migranti irregolari.

    - La Commissione esaminerà entro settembre 2017 la fattibilità tecnica di un archivio dei permessi di soggiorno dell’UE.

    - Gli Stati membri saranno tenuti a registrare rapidamente nel SIS tutti i permessi di soggiorni ritirati, scaduti e invalidati.

    - Al momento di adottare le decisioni di rimpatrio gli Stati membri dovrebbero tenere conto delle precedenti condanne per reati gravi nell’Unione europea.

    I.4 - Migliorare le procedure di rimpatrio e favorire il reinserimento

    La direttiva sui rimpatri stabilisce chiaramente che a livello di UE il rimpatrio volontario è preferibile a quello forzato, se non compromette la finalità della procedura di rimpatrio. I pacchetti di rimpatrio volontario assistito e di reinserimento di norma prevedono degli incentivi per incoraggiare il rimpatrio.

    Migliorare ulteriormente la diffusione delle informazioni sul rimpatrio volontario ai migranti irregolari è indispensabile al fine di garantire che questi ultimi abbiano accesso a informazioni accurate, anche quando è più probabile che facciano affidamento soprattutto sulle fonti di informazioni informali in seno alle loro comunità, ma anche quando si rifiutano di ottemperare a una misura di rimpatrio e/o non si fidano delle autorità preposte all’immigrazione.

    Sempre più spesso i paesi di origine devono affrontare situazioni in cui i loro migranti irregolari che rientrano da Stati membri diversi beneficiano di pacchetti di aiuto al reinserimento di livelli diversi (contributi in contanti o in natura). Ciò rischia di indurre i paesi di origine a favorire solo i rimpatri dagli Stati membri che offrono aiuti al reinserimento più generosi o persino di provocare nell’Unione europea un fenomeno di ricerca delle condizioni di rimpatrio più vantaggiose (il cosiddetto “return shopping”) per quanto riguarda gli aiuti ai rimpatri volontari dei migranti irregolari. È pertanto essenziale al fine di migliorare i tassi di rimpatrio che i pacchetti di reinserimento e, in generale, le pratiche di incentivazione al rimpatrio siano coerenti tra tutti gli Stati membri. A tal fine, la Commissione sosterrà l’azione degli Stati membri mediante il gruppo di esperti sul rimpatrio in seno alla rete europea sulle migrazioni.

    I migranti irregolari sono più inclini ad accettare gli aiuti al rimpatrio volontario se sanno che l’unica alternativa è il rimpatrio forzato in quanto il soggiorno irregolare non sarebbe più un’opzione praticabile.

    L’efficacia dei programmi di rimpatrio volontario assistito e di reinserimento e delle misure di reinserimento che li accompagnano presuppongono norme comuni. Tutti gli Stati membri dovrebbero applicare le linee guida sull’utilizzo di programmi di rimpatrio volontario assistito e di reinserimento (che rivestono carattere non vincolante) approvate dal Consiglio il 9 giugno 2016 con l’obiettivo di intensificare la cooperazione e il coordinamento tra Stati membri.

    Occorre rafforzare le capacità e le competenze a livello degli Stati membri per mettere a punto e gestire progetti e programmi connessi ai rimpatri. Pertanto le azioni che prevedono la collaborazione tra Stati membri saranno incoraggiate nell’interesse dell’Unione europea nel suo complesso. Nell’ambito di questi progetti si realizzeranno attività legate al rimpatrio, comprese misure di rimpatrio per tutti i tipi di assistenza di “prerimpatrio”, al potenziamento delle capacità e al reinserimento al fine di incrementare l’efficienza dei rimpatri. Questi progetti saranno collegati ad iniziative esistenti nell’ambito dell’approccio

    di gestione integrata dei rimpatri e saranno attuati attraverso la piattaforma dell’applicazione di gestione integrata dei rimpatri.

    Le prossime tappe

    - Col sostegno della Commissione, gli Stati membri dovrebbero garantire un approccio coerente in materia di assistenza al reinserimento e di pratiche generali di incentivazione al rimpatrio.

    - Gli Stati membri dovrebbero partecipare attivamente a programmi comuni per tutti i tipi di assistenza prerimpatrio.

    I.5 - Lavorare insieme

    Una migliore cooperazione in materia di rimpatrio

    È necessario che gli Stati membri migliorino e rafforzino le loro capacità in materia di rimpatri al fine di garantire un approccio e una gestione più integrati e coordinati dei rimpatri, come auspicato nella raccomandazione. Ciò dovrebbe contribuire a una condivisione più efficace delle informazioni, a un approccio multidisciplinare e alla razionalizzazione di tutte le questioni connesse al rimpatrio. Gli Stati membri possono utilizzare i loro programmi nazionali del Fondo Asilo, migrazione e integrazione per sostenere il rafforzamento di queste capacità al fine di migliorare la pianificazione, il coordinamento e il follow-up fra le autorità di contrasto e quelle competenti in materia di immigrazione, le azioni coordinate con le autorità giudiziarie, le autorità competenti per il trattenimento, i sistemi di tutela legale e i servizi medici e sociali in modo da garantire reazioni rapide e adeguate qualora sia necessario un intervento multidisciplinare.

    La Commissione, dal canto suo, garantirà il miglioramento del coordinamento e del follow-up con le controparti nazionali a livello dell’Unione europea nell’ambito dell’approccio di gestione integrata dei rimpatri; queste controparti utilizzano come piattaforma il gruppo di esperti sul rimpatrio in seno alla rete europea sulle migrazioni e le riunioni dei punti di contatto diretto dell’agenzia della Guardia costiera e di frontiera europea.

    Il piano d’azione in materia di rimpatri del 2015 menzionava l’istituzione di una rete di punti di contatto degli Stati membri sulla revoca dei permessi di soggiorno che doveva essere istituita dalla Commissione ma non è ancora stata realizzata. Gli Stati membri hanno già la possibilità di inserire nel SIS tutti i permessi di soggiorno revocati, scaduti e invalidi, consentendo agli agenti sul terreno di verificare lo status del titolare di un permesso di soggiorno.

    Le prossime tappe

    - La Commissione e gli Stati membri dovrebbero rafforzare ulteriormente il coordinamento nell’ambito dell’approccio di gestione integrata dei rimpatri.

    - La Commissione istituirà una rete di punti di contatto degli Stati membri sulla revoca dei permessi di soggiorno nel 2017.

    Applicazione per la gestione integrata dei rimpatri (IRMA)

    L’applicazione per la gestione integrata dei rimpatri è un sistema di scambio di informazioni ad accesso limitato destinato agli esperti degli Stati membri che agevola già la pianificazione, l’organizzazione e l’attuazione delle attività di rimpatrio e riammissione da parte degli Stati membri con l’obiettivo di aumentare ulteriormente i tassi di rimpatrio. Essa offre anche informazioni sugli aspetti seguenti: migliori pratiche e orientamenti per paese terzo, legislazione, programmi di rimpatrio, dati sulle operazioni di rimpatrio e statistiche.

    Il sistema è stato introdotto in tutti gli Stati membri, nonché in Norvegia e Svizzera. Le informazioni che fornisce consentono inoltre all’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera di svolgere un ruolo più proattivo nella pianificazione delle operazioni di rimpatrio congiunte e di pianificare meglio le operazioni di rimpatrio.

    È già previsto l’ulteriore sviluppo dell’applicazione per la gestione integrata dei rimpatri al fine di migliorare la raccolta di dati sulle operazioni di rimpatrio e riammissione. La Commissione sta mettendo a punto strumenti informatici dedicati nell’ambito dell’applicazione per la gestione integrata dei rimpatri in modo che tali informazioni siano messe a disposizione degli Stati membri e dell’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera attraverso un unico canale. Ciò consentirà di razionalizzare la raccolta dei dati per quanto riguarda l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO) e EUROSTAT e pertanto di limitare l’onere amministrativo dovuto alle molteplici richieste di dati. La frequenza di raccolta dei dati sarà mensile. La Commissione e gli Stati membri avranno accesso a questi dati in modo limitato. L’entrata in vigore del sistema d’informazione Schengen rivisto agevolerà ulteriormente questo processo. Le informazioni in tempo reale sull’adozione e il rispetto delle decisioni di rimpatrio saranno messe a disposizione nell’applicazione di gestione integrata dei rimpatri.

    Inoltre, occorre mettere a punto un sistema informatico autonomo per il trattamento dei casi di rimpatrio a livello nazionale per gli Stati membri che ancora non dispongono di un sistema di questo tipo. Ciò consentirà una gestione standardizzata più efficiente e una panoramica dei rimpatriati in applicazione delle procedure decisionali nazionali.

    Al fine di agevolare la cooperazione con i paesi terzi, sono necessari dati individuali riguardo ai rimpatriandi, come i dati di identificazione e i documenti giustificativi necessari. Tali dati devono essere comunicati in condizioni di sicurezza ai governi dei paesi terzi affinché sia confermata la cittadinanza del rimpatriando e che siano rilasciati i documenti di viaggio necessari. Per farlo in modo efficiente, è necessario dotare la piattaforma dell’applicazione di gestione integrata dei rimpatri di un’interfaccia IT unica per la gestione dei casi di riammissione, senza darne l’accesso ai paesi terzi e, viceversa, senza che gli Stati membri abbiano accesso al sistema dei paesi terzi.

    Questi sviluppi sono finanziati dalla Commissione nell’ambito del programma di lavoro pluriennale 2017-2018 della rete europea sulle migrazioni.

    Le prossime tappe

    - Gli Stati membri dovrebbero fornire ogni mese i dati richiesti sul rimpatrio per l’applicazione di gestione integrata dei rimpatri.

    - La Commissione metterà a disposizione sia un sistema IT autonomo per il trattamento dei casi di rimpatrio a livello nazionale sia l’interfaccia comune corrispondente nell’applicazione di gestione integrata dei rimpatri.

    - La Commissione metterà a punto un’interfaccia IT unica per la gestione dei casi di riammissione destinata alla piattaforma dell’applicazione di gestione integrata dei rimpatri.

    - La Commissione sosterrà l’ulteriore sviluppo, nell’ambito dell’architettura IT dell’applicazione di gestione integrata dei rimpatri, delle capacità di coordinamento degli Stati membri in materia di rimpatri.

    Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera

    L’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera è parte integrante dell’impegno dell’Unione europea per istituire un quadro operativo europeo che renda più efficace il sistema di rimpatrio dell’Unione. Il nuovo regolamento relativo all’Agenzia europea della guardia di frontiera fa del rimpatrio dei migranti irregolari un ambito di azione prioritario dell’Agenzia, consentendo a quest’ultima di rafforzare considerevolmente il sostegno fornito agli Stati membri e di sviluppare nuove attività nel settore dei rimpatri. I progressi dell’Agenzia nell’attuazione del nuovo mandato e delle azioni individuate nel presente piano d’azione rinnovato saranno monitorati nelle relazioni della Commissione sulla messa in opera dell’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera.

    Il mandato ampliato dell’Agenzia consente a quest’ultima di fornire assistenza in tutti gli ambiti dei rimpatri. Copre infatti le partenze volontarie e i rimpatri forzati autorizzando l’Agenzia ad organizzare operazioni di rimpatrio (da uno o più Stati membri) e a collaborare con i paesi terzi affinché migliorino la loro capacità di cooperare con gli Stati membri durante le operazioni di rimpatrio. L’Agenzia, già da quest’anno, deve esercitare pienamente il proprio mandato, sviluppando nuove modalità di sostegno degli Stati membri.

    Il ruolo dell’Agenzia nelle attività di rimpatrio a livello europeo inizia con le attività dette di “pre-rimpatrio” che occorre continuare a intensificare, in particolare per quanto concerne il sostegno all’identificazione dei migranti irregolari e al rilascio da parte dei paesi terzi di documenti di viaggio per il rimpatrio di questi migranti. Occorre continuare ad organizzare missioni di identificazione dai principali paesi terzi in conseguenza delle quali le autorità partecipanti rilasciano documenti di viaggio durante o immediatamente dopo tali missioni. L’Agenzia dovrebbe inoltre definire e sviluppare ulteriormente altri strumenti che possono consentire la rapida identificazione dei migranti irregolari e il rilascio di documenti di identità e di viaggio da parte dei paesi terzi.

    Attualmente disponiamo di poche informazioni sui principali rischi operativi e le sfide che gli Stati membri devono affrontare in materia di rimpatri, e sul modo in cui l’Agenzia potrebbe essere disposta a aiutare le autorità nazionali a farvi fronte. Una volta che l’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera avrà completato la mappatura delle capacità e delle esigenze degli Stati membri, dovrebbe elaborare piani di intervento specifici, concepiti su misura. Questi piani daranno una chiara indicazione sulle competenze necessarie per ciascun Stato membro e sul modo in cui l’Agenzia può contribuire a o varare dei progetti pilota.

    Occorrerebbe inoltre ricorrere in misura maggiore a “operazioni di rimpatrio collettive”, nell’ambito delle quali le autorità dei paesi terzi organizzano rimpatri dei propri cittadini dall’Unione europea conformemente alle disposizioni del regolamento concernente l’Agenzia europea della guardia costiera e di regolamento. Tali operazioni possono potenzialmente rafforzare ulteriormente le capacità di rimpatrio dell’Europa in modo efficiente sotto il profilo dei costi: l’Agenzia dovrebbe pertanto investire maggiormente per sostenere la capacità dei paesi terzi di partecipare a tali operazioni, anche attraverso formazioni specifiche. Le modalità delle operazioni di rimpatrio congiunte coordinate dovrebbero essere in linea con la “Guida per le operazioni congiunte di rimpatrio per via aerea coordinate da Frontex” del 12 maggio 2016.

    Da ultimo, ma non per importanza, vi è l’urgente necessità che l’Agenzia predisponga un meccanismo per assistere gli Stati membri nello svolgimento dei rimpatri con voli commerciali destinato a finanziare i rimpatri volontari e forzati degli Stati membri organizzati in questo modo. Inoltre, l’Agenzia dovrebbe negoziare accordi quadro con le compagnie aeree che potrebbero essere utilizzati se necessario dalle autorità nazionali responsabili dei rimpatri, fissando le condizioni generali per l’uso dei voli commerciali (ad esempio numero di rimpatriati a bordo, numero di persone di scorta) e per garantire che un numero di posti possa essere rapidamente reso disponibile a bordo di voli verso le principali località di rimpatrio.

    Per far fronte all’ulteriore carico di lavoro che tali attività comportano, e soddisfare pienamente le aspettative connesse al suo nuovo mandato, l’Agenzia dovrebbe adottare misure immediate per garantire che le posizioni vacanti siano occupate e che lo stanziamento assegnato alle attività di rimpatrio sia interamente utilizzato.

    Le prossime tappe

    Nel 2017 l’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera dovrebbe:

    - aumentare il personale dell’unità di sostegno ai rimpatri entro giugno;

    - predisporre un meccanismo in materia di voli commerciali entro giugno;

    - intensificare l’assistenza pre-rimpatrio organizzando missioni di identificazione entro giugno;

    - portare a termine la mappatura delle capacità e delle esigenze in termini di rimpatri degli Stati membri entro giugno;

    - intensificare la formazione delle autorità dei paesi terzi che partecipano a operazioni di rimpatrio collettive entro ottobre.

    - utilizzare appieno gli stanziamenti entro la fine dell’anno.

    I.6 - Finanziamenti dell’Unione europea per il rimpatrio e la riammissione

    La Commissione fornisce una congrua assistenza finanziaria per aiutare gli Stati membri nell’organizzazione di rimpatri effettivi in linea con la direttiva sui rimpatri, nonché per sostenere la cooperazione pratica e la condivisione delle migliori pratiche in materia di rimpatrio e riammissione. Il principale strumento di finanziamento dell’UE per sostenere gli Stati membri in questo ambito è il Fondo asilo, migrazione e integrazione (FAMI).

    Gli Stati membri hanno assegnato circa 806 milioni di EUR alle attività in materia di rimpatrio e reinserimento attraverso i programmi nazionali concernenti il Fondo asilo, migrazione e integrazione per il periodo 2014-2020. Tali attività comprendono il sostegno all’impegno a livello nazionale degli Stati membri a favore del rimpatrio e delle iniziative congiunte europee a favore di rimpatrio e reinserimento (in particolare la rete europea dello strumento di reintegrazione – ERIN, l’iniziativa europea integrata per il rimpatrio – EURINT, la rete europea dei funzionari di collegamento per il rimpatrio – EURLO).

    A partire dal 2014 inoltre è stato stanziato un aiuto di urgenza di 6,2 milioni di EUR per affrontare esigenze urgenti connesse al rimpatrio, quali il rimpatrio volontario assistito. Nell’ambito del Fondo asilo, migrazione e integrazione sono state finanziate altre iniziative legate al rimpatrio e alla riammissione, tra cui lo strumento per il rafforzamento delle capacità di riammissione con il contributo 2015-2016 del Fondo pari a 12 milioni di EUR.

    Le prossime tappe

    Nel 2017 la Commissione:

    - metterà ulteriori 200 milioni di EUR a favore di azioni legate al rimpatrio a disposizione degli Stati membri tramite i loro programmi nazionali del Fondo Asilo, migrazione e integrazione. Ciò consentirà di incrementare ulteriormente le capacità operative degli Stati membri in materia di assistenza pre-rimpatrio, rafforzamento delle capacità, reinserimento, ecc. al fine di aumentare il numero di rimpatri.

    - incrementerà il bilancio per rafforzare la cooperazione tra l’UE e i suoi paesi partner in materia di riammissione nell’ambito dello strumento di rafforzamento delle capacità di riammissione.

    II - Superare le sfide in materia di riammissione

    Come annunciato nel piano d’azione del 2015 sul rimpatrio, l’Unione europea ha notevolmente intensificato il dialogo con i principali paesi di origine, sia in Africa che in Asia. Alcuni paesi d’origine cooperano per la riammissione dei loro cittadini, in linea con gli obblighi derivanti dal diritto internazionale (e per i paesi ACP, anche ai sensi dell’articolo 13 dell’accordo di Cotonou), mentre molti altri paesi non collaborano in modo soddisfacente. Gli Stati membri segnalano in particolare difficoltà per ottenere i documenti di viaggio d’emergenza dai paesi terzi o per utilizzare, in alternativa, il documento di viaggio europeo, anche nei casi in cui l’identità e la nazionalità sono note.

    Attraverso periodiche riunioni del comitato misto di riammissione e progetti specifici, l’intenso lavoro sull’attuazione dei 17 accordi di riammissione esistenti ha contribuito a rimuovere alcuni degli ostacoli alla riammissione migliorando nel contempo le pratiche nonché la comunicazione fra le autorità competenti. Tuttavia, in alcuni di questi paesi le disposizioni degli accordi non sono ancora pienamente rispettate nella pratica.

    La Commissione ha registrato progressi nei negoziati su nuovi accordi di riammissione. I negoziati con la Bielorussia sono ormai quasi giunti al termine, e nel contempo sono stati avviati quelli con la Nigeria, la Tunisia e la Giordania in parallelo con i negoziati sulla facilitazione dei visti. D’altro canto, i negoziati con il Marocco, che sono iniziati nel 2003 sono entrati in una fase di stallo e quelli con l’Algeria non sono stati neanche avviati, nonostante il mandato di negoziato risalga al 2002.

    Con paesi con i quali un accordo di riammissione ufficiale non poteva essere perseguito, la Commissione si è concentrata sul miglioramento della cooperazione pratica mediante strumenti operativi come le procedure operative standard.

    A seguito di una serie di dialoghi ad alto livello, la cooperazione in materia di obblighi di riammissione è ormai parte integrante del dialogo politico rinnovato dell’Unione europea con i paesi terzi. Il piano d’azione annunciava inoltre che l’assistenza e le politiche dell’Unione dovrebbero essere utilizzate per incentivare la disponibilità dei paesi partner a cooperare e quindi per aumentare l’influenza esercitata dall’Unione europea in materia di riammissione. Questa impostazione si è concretizzata nell’approccio fondato sul quadro di partenariato proposto del giugno 2016 20 , che mira a conseguire una gestione congiunta della migrazione con i paesi di origine e di transito che riguarderà inizialmente l’Etiopia, la Nigeria, il Senegal, il Mali e il Niger.

    L’applicazione e i risultati del quadro di partenariato sono illustrati in tre relazioni ad hoc del mese di ottobre e dicembre 2016 e del 1º marzo 2017 21 . Instaurando un dialogo con i paesi terzi tramite il quadro di partenariato e utilizzando tutti gli strumenti e le politiche disponibili 22 , si favorirà una migliore cooperazione ai fini dell’identificazione, del rilascio di nuovi documenti e della riammissione dei loro cittadini. In generale, andrebbero utilizzati approcci su misura per individuare tutti gli interessi, gli incentivi e gli effetti leva in gioco con un determinato paese partner, al fine di conseguire gli obiettivi stabiliti e dar seguito agli impegni assunti; l’UE e gli Stati membri interessati dovrebbero mettere a disposizione del paese partner delle misure di sostegno specifiche – ad esempio, per un reinserimento efficace dei rimpatriati – garantendo in tal modo una gestione più efficiente della migrazione e, in tale contesto, un ulteriore miglioramento della cooperazione in materia di rimpatrio e riammissione. Per conseguire questo risultato l’UE e gli Stati membri dovranno esercitare la loro capacità di influenza collettiva in maniera coordinata ed efficace.

    Le prossime tappe

    La Commissione intende:

    - monitorare e affrontare gli attuali problemi inerenti all’attuazione degli accordi di riammissione;

    - adoperarsi per concludere rapidamente i negoziati sugli accordi di riammissione con la Nigeria, la Tunisia e la Giordania, e sforzarsi per avviare nel contempo il dialogo con il Marocco e l’Algeria;

    - insieme agli Stati membri, intensificare gli sforzi per migliorare la cooperazione pratica stabilendo, di comune accordo con i paesi terzi, le procedure di riammissione, i canali di comunicazione e i flussi di lavoro, nel rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

    L’Unione europea e i suoi Stati membri utilizzeranno, nel quadro di partenariato, la loro influenza collettiva in maniera coordinata ed efficace per stabilire con i paesi terzi approcci “su misura” per una gestione congiunta della migrazione e per migliorare ulteriormente la cooperazione in materia di rimpatrio e riammissione.

    III – Conclusione

    Insieme alla raccomandazione su come rendere i rimpatri più efficaci nell’attuazione della direttiva sui rimpatri, il piano d’azione rinnovato prevede una serie di azioni mirate per consentire agli Stati membri e all’Unione europea di migliorare sensibilmente i tassi di rimpatrio. Nel contempo, questo approccio invierà ai migranti che non avranno il diritto di soggiornare nell’Unione europea il chiaro messaggio che non dovrebbero intraprendere il pericoloso viaggio per entrare illegalmente in Europa. Questo contribuirà anche a smantellare il modello di attività dei trafficanti di migranti.

    Quando procedono ai rimpatri, le autorità nazionali competenti degli Stati membri devono applicare le norme e le procedure di cui alla direttiva sul rimpatrio in modo più efficace e diretto; nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e delle garanzie per un rimpatrio dignitoso in linea con la raccomandazione.

    La Commissione, da parte sua e con il sostegno delle agenzie competenti dell’Unione europea, predisporrà le misure di sostegno operativo individuate nel presente piano d’azione rinnovato per rafforzare e sostenere ulteriormente gli Stati membri nell’attuazione del sistema di rimpatrio dell’Unione europea.

    Inoltre la Commissione, in collaborazione con il SEAE, intensificherà gli sforzi per concludere accordi di riammissione e migliorare la cooperazione con i paesi terzi in questo ambito, esercitando collettivamente la capacità di influenza in modo coordinato ed efficace nell’ambito del quadro di partenariato in materia di migrazione.

    La Commissione valuterà i progressi compiuti e riferirà sull’attuazione della raccomandazione e del piano d’azione rinnovato entro dicembre 2017.

    (1)

    COM(2015) 453 final.

    (2)

    Questa cifra comprende il rimpatrio verso paesi terzi nonché il rinvio di migranti irregolari da uno Stato membro a un altro, sulla base di accordi bilaterali di riammissione ai sensi dell’articolo 6, paragrafo 3, della direttiva sul rimpatrio.

    (3)

    Comunicazione sulla creazione di un nuovo quadro di partenariato con i paesi terzi nell’ambito dell’agenda europea sulla migrazione, COM(2016) 385 final del 7 giugno 2016.

    (4)

    Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio – Terza relazione sui progressi compiuti relativamente al quadro di partenariato con i paesi terzi nell’ambito dell’agenda europea sulla migrazione, COM(2017) 205 final del 1° marzo 2017.

    (5)

    EUCO 31/16.

    (6)

    Comunicato stampa 43/17 del 3.2.2017.

    (7)

    Direttiva 2008/115/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008, recante norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare (GU L 348 del 24.12.2008, pag. 98).

    (8)

     Second report from the Commission to the European Parliament, the European Council and the Council on the operationalisation of the European Border and Coast Guard, COM(2017) 201 final del 1° marzo 2017

    (9)

    Raccomandazione della Commissione del 1° marzo 2017 per rendere i rimpatri più efficaci nell’attuazione della direttiva 2008/115/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, C(2017) 1600.

    (10)

    Regolamento (UE) n. 1053/2013 del Consiglio, del 7 ottobre 2013, che istituisce un meccanismo di valutazione e di controllo per verificare l’applicazione dell’acquis di Schengen e che abroga la decisione del comitato esecutivo del 16 settembre 1998 che istituisce una Commissione permanente di valutazione e di applicazione di Schengen (GU L 295 del 6.11.2013, pag. 27).

    (11)

    Raccomandazione della Commissione dell’1.3.2017 per rendere i rimpatri più efficaci nell’attuazione della direttiva 2008/115/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, C(2017) 1600.

    (12)

    C(2015) 6250 final.

    (13)

    Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce una procedura comune di protezione internazionale nell’Unione e abroga la direttiva 2013/32/UE, COM(2016) 467 final.

    (14)

    COM(2016) 881, 882 e 883 final.

    (15)

    COM(2016) 272 final.

    (16)

    COM(2016) 194 final.

    (17)

    COM(2016) 731 final.

    (18)

    Articolo 6, paragrafo 2, della direttiva sui rimpatri.

    (19)

    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio – Fifth progress report towards an effective and genuine Security Union, COM(2017) 203 final.

    (20)

    Comunicazione sulla creazione di un nuovo quadro di partenariato con i paesi terzi nell’ambito dell’agenda europea sulla migrazione, COM(2016) 385 final del 7 giugno 2016.

    (21)

    COM(2016) 700 final del 18.10.2016 e 960 final del 14.12.2016.

    (22)

    Conformemente ai principi umanitari, gli aiuti umanitari non possono essere subordinati ad alcuna condizione.

    Top

    Bruxelles, 2.3.2017

    COM(2017) 200 final

    ALLEGATO

    della

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

    PER UNA POLITICA DEI RIMPATRI PIÙ EFFICACE NELL'UNIONE EUROPEA -
    UN PIANO D'AZIONE RINNOVATO


    I. Aumentare l'efficacia del sistema dell'UE per il rimpatrio dei migranti in posizione irregolare

       Azione    

    Realizzata

    Non realizzata

    Osservazioni

    1. Promuovere il rimpatrio volontario

    Controllare gli effetti delle differenze tra i programmi nazionali di rimpatrio volontario (breve termine) – evitare il "return shopping", cioè una situazione in cui i migranti scelgano gli Stati membri che offrono le condizioni più vantaggiose

    In corso

    La rete europea dello strumento di reinserimento (ERIN) ha istituito il gruppo di lavoro sull'armonizzazione.

    Il gruppo di esperti sul rimpatrio della rete europea sulle migrazioni (REM) monitora quest'attività su base permanente e ha prodotto un'analisi intitolata "Incentivi al rimpatrio in un paese terzo e sostegno fornito ai migranti per il loro reinserimento 1  

    Finanziare programmi di rimpatrio volontario assistito (breve termine) attraverso l'AMIF – in collaborazione con partner governativi e non governativi, come l'OIM 

    In corso

    Questo fa parte dell'assistenza per il rimpatrio volontario e il reinserimento concessa attraverso il Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF).

    Promuovere le migliori prassi per i programmi di rimpatrio volontario e reintegrazione tramite la REM (medio termine) – incoraggiare gli Stati membri a elaborare un quadro efficace per consentire ai migranti irregolari di accedere facilmente ai programmi di rimpatrio volontario

    In corso

    Il gruppo di esperti sul rimpatrio della rete europea sulle migrazioni (REM) monitora quest'attività su base permanente. È disponibile la seguente relazione:

    -"Dissemination of Information on Voluntary Return: how to reach irregular migrants not in contact with the authorities" 2 .

    Nelle conclusioni del Consiglio del 9 giugno 2016 sono inoltre state adottate norme comuni non vincolanti in materia di rimpatrio volontario assistito/reinserimento sulla base di una raccomandazione del gruppo di esperti sul rimpatrio della rete europea sulle migrazioni.

    Sostenere i programmi congiunti di reinserimento (medio termine) – migliorare sia la qualità del sostegno fornito ai migranti sia la sua efficacia in termini di costi (grazie a economie di scala sui costi amministrativi).

     

    In corso

    Ora gli incentivi al rimpatrio vengono generalmente forniti da molti Stati membri nell'ambito di programmi di rimpatrio volontario assistito (e di reinserimento).

    2. Rafforzare l'esecuzione delle norme dell'UE

    Valutare lo stato di applicazione della direttiva "rimpatri" (breve termine) – farla attuare correttamente, per quanto riguarda sia la protezione dei diritti dei migranti irregolari, sia la piena ed efficace attuazione del processo di rimpatrio

    In corso

    Quest'azione è in corso.

    La valutazione è effettuata attraverso le visite negli Stati membri nell'ambito del meccanismo di valutazione Schengen; entro il 1° aprile 2017 sarà inoltre avviato uno studio del gruppo di esperti sul rimpatrio della rete europea sulle migrazioni.

    Valutazioni Schengen in materia di rimpatrio (in corso) – facilitare l'identificazione e la correzione delle carenze nelle normative e nelle prassi amministrative nazionali di attuazione delle norme UE sul rimpatrio 

    In corso

    Quest'azione è in corso.

    La raccomandazione del 1° marzo si basa anche sui risultati globali delle visite.

    Nuovi strumenti utilizzati: nel 2016 sono state effettuate le prime due visite senza preavviso in materia di rimpatrio.

    Eventuale revisione della direttiva "rimpatri", basata sulla seconda relazione di attuazione (al più tardi nel 2017)

    Da prendere in considerazione

    Sulla base dell'esperienza acquisita con l'attuazione di questa raccomandazione e in funzione della necessità di intraprendere ulteriori azioni per aumentare considerevolmente i tassi di rimpatrio, la Commissione è pronta ad avviare una revisione della direttiva "rimpatri".

    Mappatura delle migliori pratiche e degli ostacoli al rimpatrio nelle normative e nelle prassi amministrative nazionali tramite la REM (medio termine) – facilitare l'identificazione e la correzione delle carenze nelle normative e nelle prassi amministrative nazionali di attuazione delle norme UE sul rimpatrio

    In corso

    Gli ostacoli al rimpatrio in relazione all'attuazione della direttiva "rimpatri" sono analizzati dal gruppo di esperti sul rimpatrio della rete europea sulle migrazioni.

    Integrazione delle informazioni sul rimpatrio volontario assistito nella procedura di asilo (medio termine) – informare i richiedenti asilo sin dall'inizio, e in tutte le fasi della procedura, della possibilità di usufruire del rimpatrio volontario assistito per fornire un'alternativa sensata a coloro che desiderano tornare nei rispettivi paesi in condizioni dignitose

    In corso

    Il gruppo di esperti sul rimpatrio della rete europea sulle migrazioni (REM) monitora quest'attività su base permanente.

    Ferma restando la necessità di fare di più, è disponibile la seguente relazione: "The Return of Rejected Asylum Seekers: Challenges and Good Practices 3 ".

    3. Una maggiore condivisione delle informazioni per poter eseguire i rimpatri

    Valutazione del SIS (in corso) (breve termine) – essere in grado di proporre modifiche per migliorare l'efficienza del sistema di rimpatrio dell'UE

    Valutazione pubblicata il 21.12.2016 – COM(2016) 880 final; SWD(2016) 450 final.

    Istituzione di una rete di punti di contatto nazionali che si occupi della revoca dei permessi di soggiorno (breve termine) – rafforzare lo scambio di informazioni tra gli Stati membri sulla revoca dei permessi di soggiorno

    No

    Secondo il piano d'azione sul rimpatrio del 2015, la Commissione avrebbe dovuto istituire una rete di punti di contatto nazionali che si occupasse della revoca dei permessi di soggiorno, ma questo non è ancora stato fatto. L'azione dovrà essere realizzata dalla Commissione nel corso del 2017.

    Proposte legislative sulla registrazione obbligatoria nel SIS dei divieti d'ingresso e delle decisioni di rimpatrio (2016) (medio termine) – garantire nella pratica il riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio emesse dagli Stati membri e la loro esecuzione in tutta l'UE 

    Proposte adottate il 21.12.2016.

    COM(2016) 881 – decisioni di rimpatrio nel SIS

    COM(2016) 882 – tutti i divieti d'ingresso nel SIS

    Proposta riveduta sulle frontiere intelligenti (2016) – migliorare il tasso di rimpatrio, mediante la creazione di un registro di tutti i movimenti transfrontalieri dei cittadini di paesi terzi 

    Presentata il 6.4.2016. Il pacchetto "frontiere intelligenti" comprende:

    -una comunicazione intitolata "Sistemi d'informazione più solidi e intelligenti per le frontiere e la sicurezza" 4 ;

    -un regolamento che istituisce un sistema di ingressi/uscite 5 ;

    -una proposta di modifica del codice frontiere Schengen per integrare i cambiamenti tecnici richiesti dal sistema di ingressi/uscite.

    Vagliare la possibilità di estendere il regolamento Eurodac (medio termine) – consentire l'uso di questi dati a fini di rimpatrio 

    Proposta adottata il 4.5.2016 - COM(2016) 272 final.

    Valutazione dell'attuazione del VIS (2016) (medio termine)

    Adottata il 14.10.2016 - COM(2016) 655 final.

    4. Rafforzamento del ruolo e del mandato dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (ex Frontex)

    Un uso più sistematico delle operazioni di rimpatrio congiunte coordinate dall'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (ex Frontex) (breve termine) – consentire la messa in comune delle risorse da parte degli Stati membri

    In corso

    Il ritmo delle operazioni di rimpatrio organizzate dall'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera è in costante aumento. Tra il 12 gennaio e il 20 febbraio 2017, l'Agenzia ha organizzato 29 voli per il rimpatrio di 1 602 cittadini di paesi terzi, che portano a 1 663 il numero totale dei rimpatri effettuati nel 2017.

    Formazione, impartita dall'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (ex Frontex), di accompagnatori e accompagnatori esperti (in corso) (breve termine) – aiutare gli Stati membri a costituire gruppi di accompagnatori che possano rapidamente prestare servizio sui voli di rimpatrio

    In corso

    Parzialmente attuata. È necessaria un'ulteriore formazione per i casi in cui gli Stati membri forniscono le scorte, gli osservatori e gli esperti per i rimpatri forzati necessari per conseguire l'obiettivo di 690 membri dei gruppi.

    Proposte legislative per estendere il mandato dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (ex Frontex) in materia di rimpatrio (2016) (medio termine) – rafforzare e ampliare ulteriormente il ruolo dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (ex Frontex) in materia di rimpatrio 

    Proposta legislativa presentata il 15.12.2015 – COM(2015) 671.

    Regolamento (UE) 2016/1624 relativo alla guardia di frontiera e costiera europea, adottato il 14.9.2016.

    5. Un sistema integrato per la gestione dei rimpatri

    Costituire un sistema integrato per la gestione dei rimpatri (breve termine) – ottenere un sistema coerente ed efficace per la gestione dei rimpatri in collaborazione con l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (ex Frontex) 

    L'applicazione di gestione integrata dei rimpatri (IRMA) è stata sviluppata nel 2016. Il sistema è stato introdotto in tutti gli Stati membri dell'UE, in Norvegia e in Svizzera ed è attualmente operativo.

    Definire i compiti e i paesi prioritari per l'invio di funzionari EMLO (breve termine) – facilitare la cooperazione con le autorità locali di questi paesi per la riammissione dei loro cittadini

    L'invio dei funzionari EMLO è attualmente in corso.

    Tabella di marcia per migliorare la raccolta di dati statistici sui rimpatri (breve termine) – consentire la formulazione di risposte politiche adeguate

    In corso

    Definizione e applicazione di un metodo migliorato per la raccolta di dati operativi su rimpatri e riammissioni consistente nell'utilizzare come piattaforma l'applicazione di gestione integrata dei rimpatri, che è in vigore dal 2016 e a cui partecipano tutti gli Stati membri. La raccolta mensile di dati operativi sui rimpatri, in base a definizioni e indicatori concordati, dovrebbe agevolare la programmazione, il coordinamento e la gestione delle capacità e delle operazioni di rimpatrio da parte degli Stati membri, dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, dell'EASO e di Eurostat.

    Inviare funzionari EMLO nei paesi terzi strategici

    (medio termine)

    In corso

    L'invio è iniziato nel 2016 e dovrebbe essere completato nel 2017.

    Valutare la legislazione dell'UE sui funzionari di collegamento per la migrazione (ILO, immigration liaison officer) ed eventuali proposte legislative per una sua revisione (medio termine) – considerare la necessità di rivederla per rafforzare il valore aggiunto fornito dalla rete ILO 

    In corso

     

    Da completare nel marzo 2017.

     

    Esplorare come poter migliorare l'accettazione da parte dei paesi terzi dei lasciapassare rilasciati dell'UE (medio termine) – ad esempio aumentando le caratteristiche di sicurezza dei documenti

    In corso

    Proposta relativa a un documento di viaggio europeo per il rimpatrio dei cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare, presentata il 15.12.2015 – COM(2015) 668.

    Regolamento (UE) 2016/1953 relativo all'istituzione di un documento di viaggio europeo per il rimpatrio dei cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare, adottato il 26.10.2016.

    II. RAFFORZARE LA COOPERAZIONE IN MATERIA DI RIAMMISSIONE CON I PAESI DI ORIGINE E DI TRANSITO

    Azione

    Realizzata

    Non realizzata

    Osservazioni

    1. Un'efficace attuazione degli obblighi in materia di riammissione

    Garantire l'attuazione degli obblighi assunti riguardo alle riammissioni sia nell'ambito di accordi specifici in materia, sia nell'ambito dell'accordo di Cotonou

    In corso

    Oltre all'organizzazione di riunioni periodiche dei comitati misti di riammissione e di altre riunioni a livello politico e tecnico, vengono forniti mezzi per migliorare la capacità dei paesi terzi di gestire la riammissione.

    Organizzare riunioni bilaterali di riammissione con i paesi subsahariani di origine, a cominciare da Nigeria e Senegal (breve termine) – migliorare ulteriormente la cooperazione pratica e aumentare il tasso dei rimpatri verso i paesi partner

    In corso

    Riunioni organizzate con i principali paesi di origine: Ghana, Senegal, Costa d'Avorio, Mali, Etiopia e Nigeria, per garantire il rispetto dell'obbligo di riammissione di cui all'articolo 13 dell'accordo di Cotonou.

    2. Conclusione dei negoziati in corso e apertura di nuovi negoziati sugli accordi di riammissione

    Lanciare o rilanciare negoziati con paesi dell'Africa settentrionale (breve termine)

    In corso

    - Tunisia: negoziati avviati nell'ottobre 2016 (in base al mandato del dicembre 2014)

    Marocco: negoziati ancora bloccati (l'ultima tornata si è svolta nel gennaio 2015)

    - Algeria: negoziati non avviati. Dialogo informale sulla migrazione, che copre anche la riammissione, nell'aprile 2016

    Considerare l'avvio di negoziati per la conclusione di nuovi accordi di riammissione con i paesi di origine strategici (medio termine)

    In corso

    - Negoziati avviati con la Nigeria nell'ottobre 2016

    - Prima lettura della proposta di accordo di riammissione con la Giordania, novembre 2016

    3. Dialoghi politici ad alto livello sulla riammissione

    Svolgere dialoghi politici ad alto livello con i paesi prioritari per la migrazione (medio termine) – dare priorità ai temi del rimpatrio e della riammissione nelle relazioni con i paesi in cui sono necessari un impegno politico e una certa pressione affinché vengano attuati gli impegni esistenti oppure si concludano o si avviino negoziati su accordi di riammissione

    In corso

    - Dialogo politico ad alto livello con i seguenti paesi subsahariani nell'ambito del quadro di partenariato: Niger, Etiopia, Mali, Senegal, Nigeria (prima di ciò, dal ministero degli Affari esteri dei Paesi Bassi per conto dell'AR/VP, con Costa d'Avorio, Mali e Ghana)

    - Dialoghi politici ad alto livello con l'Egitto e il Pakistan

    - Il dialogo politico ad alto livello con l'Afghanistan ha portato alla firma dell'Azione congiunta per il futuro nell'ottobre 2016

    - Nel 2016 sono stati organizzati diversi seminari sulle migliori pratiche in materia di rimpatrio, riammissione e reinserimento nell'ambito dei processi di Rabat e Khartoum

    L'assistenza e le politiche dell'Unione sono utilizzate come incentivi per stimolare la disponibilità dei paesi partner a cooperare con l'UE

    In corso

    - Per i paesi subsahariani questo si traduce nell'approccio del quadro di partenariato presentato nel giugno 2016, con particolare attenzione a Senegal, Mali, Etiopia, Nigeria e Niger

    - Sostegno finanziario supplementare per i paesi terzi nell'ambito del fondo fiduciario dell'Unione europea per l'Africa

    4. Sostegno al reinserimento e sviluppo di capacità

    Istituzione di un apposito strumento per il rafforzamento delle capacità di riammissione (breve termine) – migliorare la capacità delle autorità competenti di rispondere tempestivamente alle domande di riammissione, nonché la capacità dei paesi di origine di agevolare e sveltire l'identificazione dei propri cittadini 

    In corso

    Strumento per il rafforzamento delle capacità di riammissione istituito a titolo del Fondo asilo, migrazione e integrazione. Obiettivo: fornire assistenza/sviluppo di capacità ai paesi terzi per sostenere la cooperazione relativa agli accordi di riammissione o i negoziati sugli accordi di riammissione. Si stanno preparando diverse azioni (Pakistan, Bangladesh, Afghanistan, Sri Lanka).

    Programmi di rimpatrio volontario nei paesi terzi nell'ambito dei programmi regionali di sviluppo e protezione (breve termine)

    In corso

    L'Organizzazione internazionale per le migrazioni fornisce supporto per il rimpatrio volontario assistito e il reinserimento a 100 migranti vulnerabili bloccati in Mauritania (assistenza prima della partenza e sostegno al reinserimento), nell'ambito del programma regionale di sviluppo e protezione per l'Africa settentrionale, sostenuto dalla sovvenzione per il 2015 concessa al ministero dell'Interno italiano, in quanto capo del consorzio per il programma, dal Fondo asilo, migrazione e integrazione. Nell'ambito dello stesso programma, il Belgio sta collaborando con le autorità tunisine e marocchine per facilitare una migliore gestione dei rimpatri volontari e delle attività di reinserimento.

    Sostegno ai programmi di rimpatrio volontario dei Balcani occidentali (breve termine) – consentire ai migranti in transito di cogliere l'opportunità di tornare volontariamente nei loro paesi di origine prima di affrontare il resto di un viaggio così pericoloso

    In corso

    Nell'ambito del progetto "Sostegno dell'UE alla Serbia e all'ex Repubblica jugoslava di Macedonia nella gestione della crisi migratoria/dei rifugiati lungo la rotta dei Balcani", finanziato dal fondo Madad, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni ha organizzato, insieme al Commissariato per i rifugiati e la migrazione, 9 sessioni informative sul rimpatrio volontario assistito per i migranti nei centri di accoglienza e di asilo in Serbia (hanno partecipato circa 400 persone). Cinque migranti sono tornati nel paese di origine la settimana scorsa (dati al 20.2.2017) nell'ambito del rimpatrio volontario assistito, mentre per altri 33 migranti sono stati avviati la procedura di rimpatrio volontario assistito e i preparativi per il ritorno nel paese di origine. Le attività di sensibilizzazione e informazione e le consulenze individuali sul rimpatrio volontario assistito proseguiranno per tutto l'anno. Nel periodo 1° gennaio – 17 febbraio vi sono stati in tutto 27 rimpatri volontari assistiti: Iraq (11), Algeria (5), Pakistan (5), Iran (4), Ghana (1) e Turchia (1).

    Sostegno strutturale per il reinserimento delle persone rimpatriate nell'ambito del fondo fiduciario varato nel corso del vertice UE-Africa sulla migrazione di La Valletta (medio termine) – incorporare ed estendere il sostegno al reinserimento in programmi già esistenti nei paesi di origine, come quelli per l'istruzione e la formazione professionale 

    In corso

    - Iniziativa per migliorare la gestione della migrazione, compresa l'assistenza al rimpatrio e al reinserimento dei migranti, che beneficia di una dotazione di 100 milioni di EUR e copre le regioni del Sahel e del lago Ciad e i paesi limitrofi, compresa la Libia - adottata nell'ambito del fondo fiduciario dell'Unione europea per l'Africa.

    - Lo "strumento per il rimpatrio e il reinserimento sostenibili e dignitosi a sostegno del processo di Khartoum" (25 milioni di EUR) contribuirà al rimpatrio e al reinserimento dei migranti in determinati paesi partner di origine, transito e destinazione.

    5. Aumentare la pressione esercitata dall'UE in materia di rimpatrio e di riammissione

    Accordo su un pacchetto globale a sostegno dei negoziati sulla riammissione e miglioramento del tasso di rimpatrio, in base al principio "più progressi, più aiuti" (breve termine)

    In corso

    - L'approccio è stato ulteriormente elaborato e reso operativo con la comunicazione sul quadro di partenariato. È stato raggiunto un certo livello di coordinamento della pressione esercitata dall'Unione europea e dagli Stati membri per sostenere i negoziati sulla riammissione.

    - L'assistenza finanziaria rimane, fra tutte le politiche, lo strumento principale; gli altri ambiti di intervento (commercio, politica in materia di visti, politica di vicinato, energia, clima, ambiente, affari marittimi e pesca, agricoltura, politica digitale e istruzione) devono ancora fornire strumenti di pressione.

    Per informazioni dettagliate consultare le relazioni sul quadro di partenariato 6  

    Priorità al rimpatrio e alla riammissione, affrontando la questione in tutti i contatti con i paesi terzi prioritari (breve termine) – attenersi a un chiaro messaggio da rivolgere ai paesi di origine e di transito dei migranti irregolari circa la necessità di cooperare in materia di riammissione

    In corso

    - Inclusione nei contatti con i paesi terzi interessati dei messaggi sulla lotta alla migrazione irregolare e sul miglioramento della cooperazione in materia di rimpatrio/riammissione.

    - Occorre migliorare ulteriormente il coordinamento delle posizioni dell'Unione europea e dei suoi Stati membri e la coerenza nel dialogo con i paesi terzi.

    Sviluppo di pacchetti su misura, destinati a paesi specifici (medio termine) – aiutare i paesi partner ad adempiere nella pratica ai propri obblighi di riammissione e sostenere i negoziati

    In corso

    I pacchetti su misura per paese vengono elaborati e utilizzati come base per le discussioni con i paesi terzi, e comprendono progetti e strumenti volti a migliorare la capacità di gestire la riammissione.

    (1) https://ec.europa.eu/home-affairs/what-we-do/networks/european_migration_network/reports_en
    (2) Ibidem.
    (3) Ibidem.
    (4) COM(2016) 205 final.
    (5) COM/2016/0194 final - 2016/0106 (COD).
    (6) COM(2016) 700 del 18.10.2016; COM(2016) 960 del 14.12.2016.
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