Raccomandazione:
•Il vertice offre un'occasione unica per rinnovare l'impegno comune e confermare la nostra responsabilità collettiva di proteggere vite umane e fornire aiuto umanitario. Occorre che il vertice inviti i diversi soggetti a perseguire questo obiettivo con tutti i mezzi, nei campi della politica, dello sviluppo e dell'aiuto umanitario. L'esito del vertice dovrebbe confermare i principi fondamentali comuni: i valori della dignità, dell'integrità e della solidarietà; i principi umanitari; il rispetto degli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale; l'impegno a mantenere le attività umanitarie distinte dagli interessi politici.
a)Garantire l'accesso
L'esperienza operativa dimostra che l'applicazione dei principi umanitari è effettivamente in grado di facilitare l'accesso. Quest'ultimo riguarda, in primo luogo, la possibilità per le persone di beneficiare dell'aiuto umanitario: facilitare l'accesso degli operatori umanitari alle persone colpite è la premessa fondamentale per erogare gli aiuti.
Tuttavia, la natura dei conflitti ha fatto aumentare le aggressioni contro il personale umanitario e i furti a loro danno. Molte regioni colpite sono così diventate impraticabili agli operatori umanitari, con la conseguenza di negare sistematicamente alle popolazioni vulnerabili l'accesso agli aiuti. Non si devono lesinare sforzi per aumentare la consapevolezza dei valori universali che sono alla base dell'azione umanitaria, in particolare negli Stati fragili. Il dialogo con le parti di un conflitto, in particolare con i soggetti non governativi, dovrebbe tornare ad occuparsi dei bisogni oggettivi delle persone.
Alcuni governi e alcuni soggetti non governativi mettono ostacoli all'accesso umanitario imponendo restrizioni alla circolazione e oneri burocratici agli operatori e agli approvvigionamenti, oppure non garantendone la protezione. I lavori della Commissione del diritto internazionale sulla "protezione delle persone in caso di catastrofe", tuttora in andamento, dovrebbero fornire orientamenti a tale riguardo. Al tempo stesso, le organizzazioni esecutive sono talvolta restie a impegnarsi in zone difficili. Inoltre, in determinate situazioni le misure antiterrorismo di alcuni governi di paesi donatori possono influire sull'azione degli operatori umanitari, che devono scegliere fra lasciare senza risposta i bisogni umanitari o rischiare di incorrere in azioni penali. Tutto ciò ostacola una fornitura equilibrata dell'assistenza essenziale.
Raccomandazioni:
•Gli operatori umanitari dovrebbero dedicarsi con maggiore impegno al dialogo e ad azioni di sensibilizzazione con le parti in conflitto per garantire accesso, protezione e sicurezza. Le comunità locali, in particolare la società civile, dovrebbero essere incoraggiate a svolgere attività di promozione dei valori universali che soggiacciono all'azione umanitaria (e messe in condizione di farlo) presso le parti di un conflitto.
•I governi dovrebbero in primo luogo garantire un ambiente sicuro per l'azione umanitaria. Dovrebbero inoltre disporre di un quadro giuridico e politico adeguato per agevolare l'accesso degli aiuti umanitari: a) per il personale di soccorso: relativamente a privilegi e immunità, visti e condizioni di ingresso, permessi di lavoro, libertà di circolazione; nonché all'autorizzazione di svolgere l'azione umanitaria basata sui principi anche nel contesto delle misure antiterrorismo; b) per il materiale e i beni: relativamente a obblighi e dazi doganali, imposte e trasporti.
•Le organizzazioni esecutive dovrebbero aumentare la loro presenza nelle aree isolate e pericolose per assicurare la prossimità alle popolazioni colpite. Ciò richiede protocolli di sicurezza rigorosi ma flessibili, lo spiegamento di personale qualificato e formato e la cooperazione con gli altri soggetti che hanno accesso alle aree interessate.
b)Mettere la protezione al centro della risposta umanitaria
Le crisi umanitarie spesso rendono le popolazioni colpite vulnerabili allo sfruttamento e ai maltrattamenti. Il mancato rispetto dei principi umanitari e del diritto umanitario internazionale aggrava l'insicurezza, le discriminazioni, gli abusi e le minacce alla vita. I più vulnerabili sono spesso i bambini, le donne e le ragazze, gli anziani e i disabili. Va sottolineato che la responsabilità di proteggere le persone colpite dalle crisi umanitarie ricade in primo luogo sugli Stati. Ma quando questi ultimi non riescono a fronteggiare la situazione o addirittura violano essi stessi il diritto internazionale umanitario, gli operatori umanitari devono intervenire.
A tutt'oggi la protezione delle persone non ha ancora l'importanza che le compete nell'ambito dell'azione umanitaria. Ciò dipende da diversi fattori, fra cui la mancanza di un orientamento strategico, limitazioni di capacità, interpretazioni divergenti del concetto di protezione e l'incapacità di collegarsi con le comunità interessate nei contesti di conflitto. Occorre rinnovare l'appello a collocare la protezione al centro della risposta umanitaria. Se da un lato le attività umanitarie s'incentrano esclusivamente sui bisogni, pure dovrebbero mirare a garantire il rispetto dei diritti di tutte le persone in conformità al diritto internazionale umanitario, ai diritti umani e al diritto dei rifugiati. Al tempo stesso, l'azione umanitaria dovrebbe sostenere i meccanismi efficaci di protezione esistenti nelle comunità interessate, senza sostituirli.
Gli operatori umanitari non possono assicurare da soli la protezione dei beneficiari. È necessario forgiare vincoli più stretti tra gli operatori umanitari e la collettività dei diritti umani. Tuttavia, è essenziale ribadire che l'azione umanitaria deve restare neutrale, imparziale e indipendente per evitare di esporre gli operatori umanitari e le popolazioni alle aggressioni delle parti in conflitto e al rischio di perdere l'accesso alle zone colpite.
Raccomandazioni:
•La comunità umanitaria dovrebbe integrare sistematicamente la protezione nella risposta umanitaria, tenendo conto delle vulnerabilità e delle capacità di specifici gruppi di popolazione in determinati contesti e delle minacce cui sono soggetti. Le organizzazioni esecutive, attraverso pertinenti meccanismi di coordinamento quali le squadre o i gruppi umanitari per paese, dovrebbero sviluppare strategie di protezione di ampia portata comprendenti l'analisi, la programmazione e il monitoraggio e dovrebbero disporre di apposito personale addetto alla protezione.
•Occorre rafforzare la cooperazione tra la collettività umanitaria e quella dei diritti umani, entrambe interessate dalla problematica della protezione. Tuttavia, è opportuno che il personale umanitario rimanga esente da obblighi di segnalazione che possano comprometterne la neutralità, l'imparzialità e l'indipendenza o rischino di limitarne l'accesso alle zone interessate.
2.Un partenariato globale per un'azione umanitaria efficace
a)Un partenariato globale incentrato sui fondamenti dell'efficacia nell'azione umanitaria