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Document 52001DC0295

    Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo- Programma d'azione per l'integrazione della parità tra i generi nella cooperazione allo sviluppo della Comunità

    /* COM/2001/0295 def. */

    52001DC0295

    Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo- Programma d'azione per l'integrazione della parità tra i generi nella cooperazione allo sviluppo della Comunità /* COM/2001/0295 def. */


    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO - Programma d'azione per l'integrazione della parità tra i generi nella cooperazione allo sviluppo della Comunità

    RIASSUNTO

    La parità tra i generi è un elemento determinante per lo sviluppo in generale, inoltre il legame esistente tra i generi e la povertà ha reso più imperativo che mai la sua integrazione nella cooperazione allo sviluppo. Si tratta di un approccio progressivo a lungo termine che mira a tenere conto delle questioni di genere nelle politiche e nella pianificazione. Tre grandi ragioni giustificano l'integrazione delle questioni di genere nella cooperazione allo sviluppo della Comunità:

    - la stragrande maggioranza dei poveri del mondo è costituita da donne che, in alcuni casi, non soltanto non hanno accesso a importanti risorse economiche e sociali, ma si vedono anche private dei loro diritti come esseri umani;

    - gli investimenti fatti per migliorare la situazione delle donne (offerta di istruzione, miglioramento della sanità e tutela dei diritti alla terra e al lavoro) si sono tradotti in un aumento del livello della produttività e in una diminuzione della mortalità infantile e femminile, dell'insicurezza alimentare e della povertà;

    - l'Unione europea ha una lunga tradizione di promozione della parità tra i generi e ha svolto un ruolo attivo nelle conferenze internazionali che promuovono i diritti delle donne, in particolare la quarta conferenza mondiale sulle donne, che si è tenuta a Pechino nel 1995. È ormai venuto il momento di mettere l'accento sulle misure di discriminazione positiva e di integrare i temi della parità tra i generi a tutti i livelli della cooperazione allo sviluppo.

    Un certo numero di politiche, di orientamenti e di dichiarazioni della Comunità europea sollecitano esplicitamente l'integrazione della parità nella cooperazione allo sviluppo. Questi inviti si trovano rafforzati nel quadro della politica di sviluppo della Comunità recentemente adottata (COM (2000) 212 definitivo del 26 aprile 2000), come pure negli accordi di partenariato conclusi tra l'UE e i paesi in via di sviluppo.

    Il presente programma d'azione si impernia su questi traguardi e propone un certo numero di azioni concrete per il futuro. Esso propone di integrare la parità tra i generi secondo tre grandi direttrici.

    I. L'analisi e l'integrazione della dimensione uomo-donna nei settori prioritari identificati nella politica di sviluppo della Comunità, cioè:

    1. il sostegno alle politiche macroeconomiche e alle strategie di lotta contro la povertà e l'attuazione di programmi di sviluppo sociale nei settori sanitari e dell'istruzione;

    2. la sicurezza alimentare e lo sviluppo rurale sostenibile;

    3. i trasporti;

    4. il rafforzamento delle capacità istituzionali, la buona gestione degli affari pubblici e lo Stato di diritto;

    5. il commercio e lo sviluppo, e

    6. l'integrazione e la cooperazione regionali.

    La parità tra i generi costituisce un tema intersettoriale, presente in tutti questi sei settori.

    I metodi proposti per integrare le questioni di genere in questi settori comprendono in particolare il riesame delle attuali politiche e linee direttive della Commissione, il rafforzamento dell'utilizzo di indicatori sensibili alla dimensione del genere e di dati ripartiti sulla stessa base in sede di analisi, l'attuazione e la valutazione delle attività, come pure lo sviluppo di strumenti che permettono il controllo della qualità e un sostegno adeguati.

    II. Il rafforzamento dell'integrazione della parità tra i generi nei progetti e programmi condotti a livello regionale e nazionale. La principale responsabilità su questo punto spetta ai poteri pubblici nazionali mentre la Commissione svolge un ruolo chiave sostenendo le priorità e le iniziative dei governi e della società civile dei paesi partner in relazione all'integrazione della dimensione di genere. Essa avanza proposte per integrare la parità tra i generi nei dialoghi politici che la CE conduce con i governi e la società civile, e incoraggia gli Stati membri e i paesi partner ad organizzare partenariati per facilitare gli scambi di informazioni e la condivisione di risorse con altre organizzazioni e partner internazionali. In tutte le fasi di programmazione e gestione dei progetti viene data importanza all'identificazione delle questioni di genere.

    III. Il rafforzamento delle capacità in materia di parità tra i generi. Si tratta di un processo progressivo che permetterà alla Commissione di integrare più efficacemente le questioni di genere a tutti i livelli. Una serie di metodi è in fase di elaborazione, quali la formazione alla dimensione di genere offerta a tutto il personale sia nella sede centrale che nelle delegazioni.

    Il programma d'azione sarà attuato su un periodo di cinque anni (2001-2006). Il risultato della sua attuazione a tutti i livelli delle attività proposte sarà oggetto di una valutazione intermedia e di una valutazione finale.

    Un impegno fermo da parte della CE, dei paesi in via di sviluppo, degli Stati membri e degli altri donatori dimostrerà che è possibile raggiungere una migliore uguaglianza tra i generi adottando un approccio d'integrazione sistematica e coerente.

    INDICE

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO

    Programma d'azione per l'integrazione della parità tra i generi nella cooperazione allo sviluppo della Comunità

    RIASSUNTO

    1 Introduzione

    2 Dimensione di genere nei paesi in via di sviluppo

    3 Necessità di un'integrazione efficace della parità tra i generi nella cooperazione allo sviluppo della CE

    4 Ruolo specifico della Comunità europea nell'integrazione della parità tra i generi

    4.1 Quadro politico mondiale e regionale

    4.2 Politiche, misure e azioni della CE

    4.2.1 Integrazione della parità tra i generi nella cooperazione allo sviluppo della CE

    5 Settori e azioni di evoluzione progressiva

    5.1 Quadro e obiettivi

    5.1.1 Analisi e integrazione della parità tra i generi nei sei settori d'azione prioritari della cooperazione allo sviluppo della CE

    5.1.2 Integrazione della parità tra i generi nei progetti e programmi concepiti a livello nazionale o regionale

    5.1.3 Rafforzamento delle capacità interne, degli strumenti e dei metodi della CE in materia di parità tra i generi

    6 Attuazione

    7 Conclusioni

    1 Introduzione

    2 Dimensione di genere nei paesi in via di sviluppo

    3 Necessità di un'integrazione efficace della parità tra i generi nella cooperazione allo sviluppo della CE

    4 Ruolo specifico della Comunità europea nell'integrazione della parità tra i generi

    4.1 Quadro politico mondiale e regionale

    4.2 Politiche, misure e azioni della CE

    4.2.1 Integrazione della parità tra i generi nella cooperazione allo sviluppo della CE

    5 Settori e azioni di evoluzione progressiva

    5.1 Quadro e obiettivi

    5.1.1 Analisi e integrazione della parità tra i generi nei sei settori d'azione prioritari della cooperazione allo sviluppo della CE

    5.1.2 Integrazione della parità tra i generi nei progetti e programmi concepiti a livello nazionale o regionale

    5.1.3 Rafforzamento delle capacità interne, degli strumenti e dei metodi della CE in materia di parità tra i generi

    6 Attuazione

    7 Conclusioni 17

    ALLEGATO I Integrazione della parità tra i generi: concetti e definizioni

    ALLEGATO II Dimensioni di genere nei paesi in via di sviluppo

    ALLEGATO III Esempi di buone pratiche e di esperienze in materia d'uguaglianza tra i generi nella cooperazione comunitaria allo sviluppo

    ALLEGATO IV Documenti, regolamentazione e strumenti comunitari che riguardano il genere

    ALLEGATO V Elenco di abbreviazioni

    ALLEGATO VI Calendario annuale indicativo

    1 Introduzione

    Il principale obiettivo della politica di sviluppo della Comunità europea [1] è di stimolare lo sviluppo sostenibile per sradicare la povertà nei paesi in via di sviluppo. L'integrazione della parità tra i generi costituisce un elemento essenziale di questa politica. Le azioni condotte in questo settore cercano di prendere sistematicamente in considerazione la situazione, le priorità e le necessità delle donne e degli uomini in tutte le politiche e le misure adottate, considerando le ripercussioni che hanno queste ultime sulla situazione di entrambi i sessi.

    [1] COM (2000) 212 definitivo del 26.4.2000.

    Le disparità tra i sessi nei paesi in via di sviluppo restano ancora assai preoccupanti. Nonostante le diverse misure adottate a livello mondiale, regionale e nazionale, è urgente correggere gli squilibri che continuano a persistere a questo livello nei paesi in via di sviluppo. La parità tra uomini e donne deve essere incoraggiata in modo più efficiente ed efficace.

    Benché la Comunità europea (CE) abbia fatto registrare alcuni progressi nell'elaborazione e nell'introduzione dei principi di uguaglianza tra i sessi nella cooperazione allo sviluppo, occorre ora integrare le buone pratiche e gli insegnamenti tratti dell'esperienza acquisita in azioni più specifiche per innalzarne il livello di riuscita. Come numerosi donatori, la CE si trova di fronte alla cosiddetta 'evaporazione della politica di genere' [2], vale a dire che le buone intenzioni politiche non vengono messe in pratica. È chiaro che la CE deve dare la precedenza a misure di discriminazione positiva e integrare i problemi della parità tra i generi a tutti i livelli della cooperazione allo sviluppo.

    [2] Development in Practice, Volume 7, n° 2, 1997.

    La presente comunicazione identifica tre principali settori d'azione per garantire l'integrazione delle dimensioni di genere in tutte le iniziative di cooperazione allo sviluppo della CE. Essa espone brevemente le ragioni che giustificano un'integrazione più efficace ed efficiente della parità tra i generi sottolineando le misure adottate dalla Comunità fino ad oggi e gli interventi specifici che saranno necessari per raggiungere tre obiettivi globali nel corso dei prossimi cinque anni (2001-2006).

    2 Dimensione di genere nei paesi in via di sviluppo

    La diseguaglianza tra i sessi è ovviamente legata alla povertà, ma la relazione è molto complessa. La Relazione mondiale sullo sviluppo umano del 1995 calcola che, sul miliardo e mezzo di persone che vivono nella povertà, il 70% sono donne. Questa enorme fetta dei poveri della terra è penalizzata anche da un accesso ridotto alla rappresentanza politica e alle risorse per lo sviluppo.

    I fatti mostrano che la correlazione esistente tra diseguaglianza fra i sessi e livello generale di povertà è indipendente dalla situazione geografica. I paesi che conoscono una forte diseguaglianza tra i sessi, come la Sierra Leone, il Niger, il Burkina-Faso o il Mali, occupano anche gli ultimi posti nell'indice di povertà umana. D'altro parte, i paesi dove la parità tra i generi è buona, come Costa Rica, Singapore e Trinidad e Tobago, conoscono livelli di povertà relativamente inferiori.

    I paesi in via di sviluppo che attuano politiche e pratiche che tengono conto delle disparità tra i sessi mostrano migliori risultati nei settori sanitari, dell'alfabetizzazione, della produzione economica e della presa di decisione consensuale. Le possibilità inespresse in questo campo sono considerevoli. Uno studio dell'UNICEF del 1998 ha evidenziato dieci paesi in via di sviluppo 'modello' che conoscono tassi di alfabetizzazione e di istruzione eccezionalmente elevati. Ad esempio, lo Sri Lanka e lo Stato indiano del Kerala vantano impressionanti tassi di istruzione a livello primario e secondario, cosa che è tanto più notevole in quanto i livelli dei paesi del sud dell'Asia in materia d'istruzione sono mediocri, soprattutto per quanto riguarda le donne. La grande caratteristica di questi paesi modello è il relativo grado di autonomia di cui godono le donne e l'elevato livello di uguaglianza tra i generi [3].

    [3] Education for all: Policy Lessons from High-Achieving Countries, S. Mehrotra, UNICEF Working Paper EPP EVL-98-05, UNICEF, 1998.

    In Kenia si è dimostrato che quando le donne beneficiano dello stesso livello di istruzione e dello stesso accesso alle risorse agricole degli uomini aumentano il loro rendimento del 22%. I paesi africani subsahariani, nei quali le giovani donne non hanno accesso all'istruzione, hanno conosciuto una crescita economica negativa annuale dello 0,7% nel corso degli ultimi 30 anni.

    Le relazioni positive fra l'istruzione femminile, il livello di reddito e le attività legate alla maternità a alla cura della prole sono anch'esse ben note. Nei paesi in cui le donne hanno accesso più facile all'istruzione e dispongono di una maggiore autonomia finanziaria, i bambini sono meglio nutriti e si sviluppano meglio. Dove invece prevalgono le restrizioni all'autonomia domestica delle donne si riscontra una importante tasso do mortalità infantile e postinfantile. Le cifre che appaiono nell'allegato II mettono in evidenza altri aspetti della dimensione di genere nei paesi in via di sviluppo.

    In alcuni paesi europei con un tenore di vita più elevato e maggiori investimenti nello sviluppo sociale, i fautori della parità tra i sessi si possono dedicare a questioni complesse quali la rappresentanza politica, l'integrazione istituzionale e il rispetto delle quote. Nei paesi in via di sviluppo, invece, il livello di povertà è così grave che l'attenzione è rimasta incentrata sui problemi di base come la garanzia della parità di accesso e di controllo alle risorse e ai diritti essenziali. È dunque assolutamente urgente rafforzare l'attenzione al genere in questi paesi e correggere gli squilibri più gravi.

    3 Necessità di un'integrazione efficace della parità tra i generi nella cooperazione allo sviluppo della CE

    In passato, in programmi di sviluppo hanno avuto tendenza a concentrarsi esclusivamente sulle donne e hanno contribuito poco a migliorare la loro posizione nella società, le condizioni di vita o la parità tra i sessi. L'evoluzione concettuale del discorso internazionale, che è passato dalla posizione delle donne nello sviluppo alla relazione genere-sviluppo, ha avuto ripercussioni fondamentali sulla pianificazione, l'attuazione e il controllo degli interventi nel settore dello sviluppo (si veda la sezione 4.1).

    Ormai si riconosce che occorre analizzare separatamente la situazione degli uomini e delle donne e coinvolgere sia gli uni che le altre nella definizione degli obiettivi e nell'elaborazione delle strategie e dei piani in modo che gli obiettivi di sviluppo tengano conto della dimensione di genere. In questo modo, si possono tenere conto e affrontare le priorità e le necessità dei due sessi. Così si realizza una cooperazione allo sviluppo equa e duratura, più efficace, con effetti sostenibili e a lungo termine che permettono di avere un impatto positivo nel perseguimento degli obiettivi di lotta contro la povertà.

    Integrare sistematicamente le questioni di genere a tutti i livelli di un'istituzione o di un organismo è un processo costante e a lungo termine. Ovviamente non esiste un approccio universale che sia applicabile in tutti i contesti. Ogni approccio deve essere adattato al contesto nel quale l'integrazione sarà realizzata. Il processo si svolge gradualmente nel tempo.

    Vengono utilizzati due grandi approcci sinergici per integrare le questioni di genere nella cooperazione allo sviluppo.

    1. Il sostegno a progetti o programmi particolari che mirano a migliorare direttamente la situazione delle donne (istruzione, attività generatrici di reddito, partecipazione alla vita politica, diritti giuridici, ecc.). Questo metodo conserva la sua utilità rivolgendosi alle diseguaglianze esistenti ed evidenziando il potenziale delle donne, che rettifica così le pratiche e gli stereotipi discriminatori.

    2. L'integrazione degli aspetti di genere nelle politiche e nelle strategie di cooperazione allo sviluppo tramite trattative con i partner in tutte le fasi del ciclo di progetto o di programma: elaborazione, attuazione, controllo e valutazione.

    Il presente programma d'azione riguarda il secondo approccio, precisando le varie azioni e i diversi strumenti da attuare per giungere alla piena integrazione degli aspetti di genere nella cooperazione allo sviluppo della CE.

    4 Ruolo specifico della Comunità europea nell'integrazione della parità tra i generi

    L'Unione europea è uno dei principali attori della cooperazione internazionale e dell'aiuto allo sviluppo. Nel complesso, la Comunità europea (CE) e i suoi Stati membri forniscono circa 55% dell'aiuto internazionale pubblico allo sviluppo e più dei due terzi dell'aiuto non rimborsabile.

    La quota dell'aiuto europeo gestito dalla Commissione e dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI) è gradualmente passata dal 7% di trenta anni fa al 17% nel 2000. La Comunità europea ha la responsabilità politica e finanziaria di oltre il 10% dell'aiuto pubblico allo sviluppo totale mondiale, contro il 5% nel 1985. Essa è anche un importante donatore d'aiuto umanitario [4].

    [4] COM (2000) 212 definitivo del 26.4.2000.

    Cercando di contribuire alla parità tra i generi con i loro interventi a favore dello sviluppo, la Commissione europea e gli Stati membri sono guidati da impegni concreti e risoluzioni assunte a livello internazionale, regionale e nazionale, esposti qui di seguito.

    Tuttavia, i risultati della messa in pratica di queste politiche non sono stati ancora misurati completamente né dalla Commissione, né dagli Stati membri. Gli strumenti che permettono l'elaborazione di statistiche e di altri dati legati alla spesa reale dell'aiuto allo sviluppo della CE destinato alla relazione genere-sviluppo saranno sviluppati ulteriormente nel quadro del presente programma d'azione. L'opera sugli indicatori di input, di risultati e di prestazione sarà condotta nelle sedi adeguate come il Cas dell'OCSE.

    4.1 Quadro politico mondiale e regionale

    Alcuni obiettivi importanti per migliorare la parità tra i generi sono stati fissati nelle seguenti incontri internazionali: la conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (Il Cairo, 1994), il vertice mondiale per lo sviluppo sociale (Copenaghen, 1995) e la quarta conferenza mondiale sulle donne (Pechino, 1995).

    La conferenza di Pechino ha segnato una tappa importante spostando l'accento dalla posizione delle donne nello sviluppo alla relazione genere-sviluppo. Anziché considerare isolatamente gli aspetti della problematica femminile, i principi stabiliti nel programma d'azione e nella dichiarazione di Pechino sono passati ad un approccio più complesso secondo il quale, per combattere le cause fondamentali della diseguaglianza tra i sessi, occorre che sia le donne che gli uomini siano implicati nel processo. Questi principi sono stati ribaditi nelle conclusioni della sessione straordinaria dell'assemblea generale delle Nazioni Unite sulle donne (bilancio Pechino più 5) che si è tenuta nel giugno 2000.

    Nel 1996, il comitato per l'assistenza allo sviluppo dell'OCSE ha individuato una serie di obiettivi quantificabili per lo sradicamento della povertà, fra cui la riduzione delle disparità tra uomini e donne [5]. Gli obiettivi dello sviluppo internazionale comprendono la parità tra i generi per 'rafforzare l'autonomia delle donne eliminando ogni discriminazione tra i sessi nell'insegnamento elementare e secondario entro il 2005'.

    [5] Shaping the 21st Century: the contribution of Development Co-operation, maggio 1996.

    4.2 Politiche, misure e azioni della CE

    Il trattato di Amsterdam del 1998 (articolo 3, paragrafo 2) cita esplicitamente la parità tra gli uomini e le donne fra gli obiettivi dell'Unione europea, precisando che la discriminazione positiva costituisce un mezzo legittimo nel perseguimento di questo fine.

    La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea [6] stabilisce altresì il principio della parità tra i sessi in tutti i settori e comprende molte disposizioni destinate a promuoverla.

    [6] Proclamata dai presidenti del Consiglio, del Parlamento e della Commissione all'inizio del Consiglio europeo di Nizza, il 7 dicembre 2000 (GU C 364 del 18.12.2000, p. 1).

    Per ciò che riguarda la cooperazione allo sviluppo, la Comunità europea ha concordato un quadro politico globale, presentato nei seguenti documenti di base: la comunicazione della commissione al consiglio e al parlamento europeo sull'integrazione degli aspetti relativi alla tematica uomo-donna nella cooperazione allo sviluppo (18 settembre 1995, COM (95) 423 def.), la risoluzione del Consiglio del 20 dicembre 1995 sull'integrazione della tematica uomo-donna nella cooperazione allo sviluppo e il regolamento (CE) n. 2836/98 del Consiglio del 22 dicembre 1998 relativo all'integrazione delle questioni "di genere" nella cooperazione allo sviluppo. Nel quadro di questo ultimo regolamento, la Commissione si è impegnata a procedere regolarmente alla valutazione delle operazioni finanziarie legate alle questioni della parità tra i sessi nella cooperazione allo sviluppo.

    La strategia-quadro comunitaria in materia d'uguaglianza tra i generi (2001-2005) [7] fornisce un ambito d'azione nel quale tutte le attività comunitarie contribuiranno a raggiungere l'obiettivo di soppressione delle diseguaglianze e di promozione della parità tra uomini e donne. Tutti i dipartimenti della Commissione devono adattare le loro politiche (integrazione della dimensione di genere) e/o attuare azioni concrete rivolte alle donne (azioni specifiche). Di conseguenza, è stato rafforzato il gruppo interservizi sulla parità tra uomo e donna diretto dalla DG occupazione e affari sociali. Sulla base di questo quadro comunitario, i vari servizi elaborano programmi di lavoro annuali. Le informazioni comunicate saranno utilizzate con finalità di monitoraggio e verranno integrate nella relazione annuale prevista dal quadro comunitario.

    [7] COM (2000) 335 definitivo del giugno 2000.

    4.2.1 Integrazione della parità tra i generi nella cooperazione allo sviluppo della CE

    L'integrazione della parità tra i generi è ormai un principio direttivo della politica di cooperazione allo sviluppo della CE. Esso prevede che la dimensione di genere debba essere considerata un tema trasversale ed integrata nella pianificazione di tutte iniziative in materia di sviluppo [8]. I principali regolamenti e accordi che disciplinano la cooperazione allo sviluppo (regolamento MEDA del 2000, regolamento ALA del 1992, accordo di partenariato ACP-UE, accordo di Cotonou del 2000) contengono disposizioni a favore dell'integrazione della parità tra i generi. L'articolo 31 dell'accordo di Cotonou richiede esplicitamente l'attuazione di azioni positive e l'integrazione di approcci e problemi di genere 'a ogni livello della cooperazione allo sviluppo, comprese le politiche, le strategie e le azioni macroeconomiche'. Alcune misure di 'integrazione settoriale' sono state già introdotte nella cooperazione allo sviluppo. Ad esempio, nel settore dell'istruzione fra gli obiettivi definiti per l'anno prossimo appaiono delle misure d'istruzione civica tendenti a promuovere l'equilibrio uomo-donna e lo sradicamento delle discriminazioni convenzionali operate sulla base di stereotipi sessisti.

    [8] COM (2000) 212 definitivo del 26.4.2000.

    Nelle corso delle sue azioni nel 2001, l'Ufficio d'aiuto umanitario della Commissione europea (ECHO) continuerà a mirare alle azioni di difesa e di sensibilizzazione verso le violazioni dei diritti umani fondate sul genere nelle situazioni di conflitto armato e a sostenere un'assistenza umanitaria mirata che tenga conto delle necessità specifiche delle donne. L'iniziativa sulla povertà e l'ambiente, lanciata nel 1998 in collaborazione con il Pnud, comprende la dimensione di genere come questione trasversale, sulla base del fatto che la protezione dei diritti e dei titoli sulla terra detenuti delle donne avrà inevitabilmente ripercussioni positive sulla tutela dell'ambiente. L'allegato III fornisce esempi supplementari di buone pratiche in materia d'uguaglianza tra i generi nella cooperazione allo sviluppo della CE.

    Questi sono alcuni importanti traguardi istituzionali che la CE ha raggiunto finora in materia d'integrazione della parità tra i generi nella cooperazione allo sviluppo, in particolare l'elaborazione di una strategia d'attuazione ben concepita. Un altro successo riguarda il buon avvio dell'inclusione generalizzata delle questioni di genere nelle politiche e nelle procedure quali la gestione del ciclo di progetto e la formazione, e ciò tanto in paesi e settori pilota che al livello di progetti e programmi. A livello nazionale, l'assistenza tecnica e le missioni di sostegno hanno operato sulla sensibilizzazione, conducendo azioni di ricerca, identificando vie d'accesso per l'integrazione della parità tra i generi e mettendo a disposizione programmi di formazione destinati alla sensibilizzazione sulle questioni di genere e al rafforzamento delle capacità. L'assistenza ha fornito consulenza ai paesi partner per la valutazione delle necessità di genere e l'elaborazione di strategie nazionali coordinate in vista della loro integrazione.

    Il gruppo di esperti degli Stati membri dell'UE sulla parità tra i sessi ha il compito specifico di esaminare la politica di sviluppo della Comunità relativamente alle questioni di genere. Questo gruppo, costituito da funzionari della Commissione e da rappresentanti dei governi degli Stati membri, si riunisce una volta all'anno. Uno dei suoi settori di studio riguarda l'elaborazione e l'utilizzo di indicatori di prestazione.

    In passato, la Comunità si basava sul FES e sui fondi di bilancio (programmi indicativi nazionali, programmi indicativi regionali, linee di bilancio speciali) per condurre progetti o programmi nei paesi in via di sviluppo specificamente destinati alle donne. Ad esempio, a seguito della conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo del 1994, la Commissione ha impegnato oltre 780 milioni di euro in misure conformi al programma d'azione del Cairo. La Comunità concentra attualmente i suoi sforzi su sei settori relativi alla salute della riproduzione, uno dei quali sulla lotta contro la violenza basata sul genere e gli abusi sessuali [9].

    [9] Gli altri settori sono: l'accesso ai servizi di pianificazione familiare, la gravidanza e il parto, la salute sessuale e riproduttiva nei giovani, la lotta contro la propagazione dell'AIDS/HIV e delle malattie veneree e la realizzazione di partenariati con la società civile.

    Per l'integrazione della parità tra i generi, la Commissione dispone soltanto di uno strumento specifico chiaramente catalizzante. Si tratta della linea speciale di bilancio B7-6220 'integrazione delle questioni di genere nella cooperazione allo sviluppo', che è stata utilizzata per offrire assistenza tecnica a una migliore inclusione delle questioni di genere nella cooperazione allo sviluppo della Comunità. Dal 1998, sono stati spesi 10,2 mio Euro a carico di questa linea di bilancio. Per il 2001, l'ammontare è di 2,02 mio Euro. La validità del regolamento, ciò che costituisce la base giuridica di questa linea di bilancio, scade alla fine del 2003. Una valutazione globale degli interventi finanziari realizzati nel settore della parità tra i generi sarà lanciata nel 2002 per proporre eventualmente un nuovo regolamento per questa linea di bilancio speciale.

    I servizi della Commissione devono proseguire nell'impegno di mettere in pratica le buone intenzioni politiche. Il presente programma d'azione traccia una strada in questo senso.

    5 Settori e azioni di evoluzione progressiva

    5.1 Quadro e obiettivi

    Per istituzionalizzare interamente l'integrazione della parità tra i generi nella cooperazione allo sviluppo della CE, occorre perseguire i tre obiettivi seguenti:

    1. analisi e integrazione della parità tra i generi nei sei settori d'azione prioritari della cooperazione allo sviluppo della CE;

    2. integrazione della parità tra i generi nei progetti e programmi concepiti a livello nazionale o regionale;

    3. rafforzamento delle capacità interne della CE in materia di parità.

    Gli obiettivi definiti sono molto specifici e si sostengono su quadri politici globali che espongono i principi di base stabiliti (si veda la sezione 4). In particolare, l'obiettivo legato al rafforzamento delle capacità interne può essere considerato un canale o un metodo piuttosto che un obiettivo distinto. Tuttavia, come ha dimostrato l'esperienza passata, non si può attuare interamente nessun elemento di politica globale senza un rafforzamento delle capacità interne. La Commissione si è dunque posta degli obiettivi chiari in materia di rafforzamento delle sue capacità istituzionali.

    5.1.1 Analisi e integrazione della parità tra i generi nei sei settori d'azione prioritari della cooperazione allo sviluppo della CE

    La politica di sviluppo della Comunità europea [10] individua sei settori prioritari su cui concentrare le proprie azioni di cooperazione allo sviluppo. I vari settori sono indicati sotto. L'ordine di presentazione riflette la loro priorità in termini di integrazione della parità tra i generi (obiettivo, impatto e calendario) relativamente al presente programma d'azione. Poiché il processo d'integrazione è più avanzato nei settori dello sviluppo sociale, della sicurezza alimentare e dello sviluppo rurale, sarà necessario proseguire nell'impegno a favore di questi settori per non arrestare la dinamica avviata. Il settore dei trasporti necessita anch'esso di approfondimenti in quanto esso viene spesso considerato prioritario nella programmazione nazionale. Ogni settore sarà oggetto di una presentazione generica dal punto di vista dell'integrazione della parità tra i generi. Cinque azioni specifiche, che dovranno essere condotte in tutti i sei settori saranno presentate in seguito.

    [10] COM (2000) 212 definitivo del 26.4.2000.

    1. Sostegno alle politiche macroeconomiche, alle strategie di riduzione della povertà e ai programmi adottati nel settore sociale in materia di sanità e istruzione: esiste un legame stretto e chiaro tra la crescita economica e gli investimenti a favore delle strategie di sradicamento della povertà. La questione della parità tra i generi entra inevitabilmente in questo discorso poiché la grande maggioranza delle donne povere è spesso doppiamente penalizzata: una prima volta a causa del genere e una seconda a causa del loro status sociale subordinato. Si riconosce che le donne sono state penalizzate, a breve termine, dalle politiche di adeguamento strutturale adottate negli anni 80 che si sono spesso tradotte in una riduzione dei bilanci nazionali dedicati alla protezione sociale, alla sanità e all'istruzione ("Engendering adjustment for the 1990s" [11]). In futuro, le analisi di genere dovrebbero valutare in che misura le politiche macroeconomiche (comprese le priorità dei bilanci nazionali e i meccanismi fiscali) contribuiscono alla lotta contro la povertà e a garanzia della sussistenza e/o se esistono misure di sostegno a favore delle cure sanitarie primarie, dell'istruzione, della sanità pubblica, dell'igiene, del risanamento e dell'approvvigionamento di acqua potabile e combustibili, tutti elementi che hanno un impatto diretto sul lavoro delle donne e quindi sulla loro capacità di generare reddito e svolgere interamente il loro ruolo nella società.

    [11] Relazione del gruppo di esperti del Commonwealth sulle donne e l'adeguamento strutturale, 1991

    Nel settore dell'istruzione, la diseguaglianza tra i sessi è considerevole e le ragazze sono spesso svantaggiate in termini di istruzione a livello primario, di frequenza dei corsi e di possibilità di trovare un'occupazione al loro completamento. Di norma, le donne sono sottorappresentate nelle strutture decisionali dei ministeri e degli istituti di istruzione. Fattori culturali (preferenza data all'istruzione dei ragazzi piuttosto che delle ragazze), impianti insufficienti e la mancanza di materiali didattici costituiscono altri ostacoli frapposti ai progressi in questo settore. In risposta a questa situazione, la cooperazione allo sviluppo può svolgere un ruolo determinante valorizzando lo status delle donne, migliorando gli impianti e il materiale educativo ed elaborando strumenti analitici e statistici per valutare la situazione delle ragazze. Nella sua politica di sviluppo consacrata all'istruzione, la CE ha messo decisamente l'accento sulla promozione dell'insegnamento elementare, in particolare per le bambine.

    Nel settore sanitario, oltre alla necessità di rafforzare tutti i sistemi di trattamento, è considerato di vitale importanza concentrarsi sulla salute riproduttiva e sulle principali malattie contagiose, come l'HIV/AIDS, la malaria e la tubercolosi. Si riconosce in particolare che il problema dell'HIV/AIDS non è semplicemente una questione sanitaria, ma che esso ha ripercussioni anche in altri settori. A causa della prevalenza del virus dell'AIDS nelle zone rurali, in un numero crescente di famiglie i capifamiglia sono donne che percepiscono anche la principale fonte di reddito. Il deterioramento dello stato di salute di queste donne o il loro decesso compromette inevitabilmente le strategie di sopravvivenza di tutta la famiglia.

    2. Sicurezza alimentare e sviluppo rurale duraturo: benché le donne svolgano un ruolo predominante nella produzione agricola, esse soffrono ancora di un diseguale accesso e controllo delle risorse e non vedono riconosciuta la tutela dei loro diritti sulla terra. Spesso le donne hanno accesso a lotti più piccoli, isolati e meno fertili per la produzione alimentare, il che si traduce in rendimenti minori e tecniche agricole rudimentali. L'assenza di titoli di proprietà garantiti rafforza la precarietà della loro esistenza e impedisce a queste donne l'accesso a servizi e a input agricoli utili ad aumentare la produzione di prodotti alimentari di sussistenza o destinati alla vendita. Nella sua politica di cooperazione allo sviluppo, la Commissione raccomanda esplicitamente un approccio pluridisciplinare in questo settore in cui la parità tra i generi svolge un ruolo fondamentale.

    3. Trasporti: nonostante il loro carattere apparentemente non discriminatorio, le politiche dei trasporti riproducono spesso le diseguaglianze tra i generi presenti in una società data omettendo, ad esempio, di prendere in considerazione i diversi gradi di mobilità permessi ai due sessi. Trascurare la questione costituisce un ostacolo alla circolazione delle donne e limita il loro accesso ai servizi sociali.

    4. Rafforzamento delle capacità istituzionali, buongoverno e Stato di diritto: le donne sono spesso marginalizzate nel processo decisionale a livello politico ed economico nazionale e locale. Ciò porta all'elaborazione di politiche che, ignorando la dimensione di genere, ostacolano la partecipazione attiva delle donne e contribuiscono al rafforzamento di rapporti di potere iniqui nella società nel suo complesso. È importante che i paesi in via di sviluppo procedano a delle riforme e attuino risolutamente un quadro giuridico completo che instauri la parità tra i generi e insista sulla parità dei diritti e sui principi di non discriminazione. L'integrazione della parità tra i sessi nel quadro giuridico è essenziale per istituire o rafforzare i principi di uguaglianza dei diritti, di democrazia e di buongoverno.

    Il rafforzamento dei poteri e dell'autonomia delle donne come pure il miglioramento del loro status politico sono elementi essenziali per instaurare una situazione di buongoverno e il rispetto dello Stato di diritto sia per le donne che per gli uomini. Le donne sono in gran parte sottorappresentate in quasi tutti i livelli di governo e hanno fatto scarsi progressi per ciò che riguarda il potere politico negli organi legislativi. La sottorappresentanza delle donne si dovrebbe correggere nel quadro del consolidamento della democrazia e del miglioramento delle capacità istituzionali dei paesi in via di sviluppo.

    5. Commercio e sviluppo: l'analisi delle implicazioni sociali della mondializzazione dal punto di vista del genere è fondamentale per identificare i meccanismi che garantiscono che il commercio e gli investimenti siano propizi alla parità. L'espansione commerciale non ha portato benefici uniformi agli uomini e alle donne, cosa che riflette in gran parte la struttura sociale interna di ogni paese. La CE intende sostenere, nei paesi in via di sviluppo, le riforme di politica commerciale che comportano strategie che mirano a garantire la sostenibilità economica, sociale e ambientale delle politiche applicate in materia di commercio e d'investimenti. In preparazione al prossimo ciclo di negoziati dell'OMC che si terrà in Qatar nel novembre 2001, si cercherà di promuovere il dialogo internazionale e gli incentivi in materia di sviluppo commerciale e sociale per migliorare la comprensione e garantire una sinergia efficace. Nel contesto dell'accordo di partenariato ACP-UE ad esempio, i futuri negoziati commerciali terranno conto dell'impatto socioeconomico, compreso quello di genere, delle misure commerciali applicate ai paesi ACP.

    6. Integrazione e cooperazione regionali: l'integrazione e la cooperazione regionali contribuiscono all'integrazione dei paesi in via di sviluppo nell'economia mondiale e svolgono un ruolo decisivo nel consolidamento della pace e per la prevenzione dei conflitti. Solo così infatti si permette ai paesi interessati di far fronte alle sfide transfrontaliere, in particolare nei settori dell'ambiente e dell'utilizzo e della gestione delle risorse naturali, cosa che ha delle ripercussioni dirette sulla vita degli uomini e delle donne che vivono nelle regioni transfrontaliere. Le azioni condotte in questi settori avranno ripercussioni positive in termini di rafforzamento delle istituzioni e delle capacità e di prevenzione e risoluzione dei conflitti. Le questioni di genere sono trasversali rispetto a questi settori.

    Nei sei settori prioritari identificati, la Commissione intende condurre le azioni seguenti, pur coordinando i suoi interventi in funzione delle necessità specifiche, delle buone pratiche e delle lezioni tratte dall'esperienza acquisita:

    * riesame e analisi degli orientamenti politici in funzione della situazione delle donne e degli uomini in ogni settore prioritario per la CE;

    * rafforzamento dell'utilizzo di indicatori di risultato sensibili rispetto al genere al fine di valutare le politiche e le strategie settoriali; questi indicatori serviranno anche all'individuazione, all'attuazione e al seguito dei progetti o programmi di cooperazione allo sviluppo specifici in questo settore;

    * rafforzamento, a livello delle delegazioni, delle capacità in materia di dialogo politico settoriale con i pubblici poteri e la società civile per dare una posizione di sempre maggior preminenza alla dimensione di genere e al ruolo delle donne;

    * rafforzamento dei metodi per garantire un controllo di qualità adeguato delle politiche settoriali con implicazioni di genere. Il gruppo interservizi di sostegno alla qualità (Inter-service Quality Support Group), in seno al quale tutti i documenti di strategia nazionale saranno esaminati prima della loro adozione, valuterà sistematicamente gli aspetti di genere.

    5.1.2 Integrazione della parità tra i generi nei progetti e programmi concepiti a livello nazionale o regionale

    La responsabilità finale della definizione delle priorità e dell'esecuzione delle politiche stabilite in materia d'uguaglianza tra i sessi spetta ai paesi in via di sviluppo. La CE si è fermamente impegnata a sostenere i paesi partner, i pubblici poteri, la società civile e il settore privato nell'attuazione rapida delle politiche di sviluppo concordate. Peraltro, essa si è impegnata ad integrare gli obiettivi della parità tra i generi in tutte le sue politiche, i programmi e i progetti di cooperazione allo sviluppo. Per consolidare questo processo, sono state individuate alcune azioni specifiche.

    A livello nazionale e regionale:

    * la questione della parità tra i generi sarà integrata negli orientamenti di programmazione esistenti e futuri relativi alla cooperazione allo sviluppo;

    * orientamenti di programmazione che tengono conto della parità tra i generi verranno comunicati alle delegazioni e ai paesi partner, che saranno incoraggiati ad integrare la dimensione di genere nei quadri strategici di lotta contro la povertà, nei documenti di strategia nazionali e nei resoconti annuali, sia durante la loro elaborazione che in fase di riesame;

    * saranno rafforzate le capacità del personale della Commissione nelle delegazioni. I funzionari della Commissione avranno un ruolo catalizzatore incoraggiando l'integrazione della dimensione di genere a livello nazionale o regionale e contribuendo all'elaborazione e all'attuazione di strategie nazionali adeguate al contesto locale specifico;

    * gli esperti nazionali che lavorano in unità impegnate sulla parità tra i generi nell'ambito dei diversi ministeri nazionali vedranno le loro capacità rafforzate e saranno incorporati nelle attività di rafforzamento delle capacità interne previste per i funzionari della Commissione (vedere il punto 5.1.3);

    * sarà rafforzata l'assistenza tecnica sul posto migliorando lo sviluppo della ricerca e delle conoscenze su base partecipe e sulla base di azioni, diffondendo le informazioni e conducendo azioni di formazione. I consulenti e i ricercatori dovrebbero fornire un aiuto prezioso al dialogo politico e all'attuazione;

    * La Commissione incoraggerà risolutamente la collaborazione e il coordinamento tra i donatori in loco, in particolare tra gli Stati membri, le agenzie delle Nazioni Unite, la Banca mondiale, l'USAID e altre, per giungere agli obiettivi fissati in materia di parità tra i generi. Di conseguenza, i gruppi di coordinamento locale tra i donatori che intervengono nel settore della parità tra i generi svolgeranno un ruolo attivo o, in mancanza di tale meccanismo, un tale organo di coordinamento sarà realizzato ex novo.

    A livello dei progetti e della programmazione:

    * Gli elementi metodologici di base definiti nel programma d'azione di Pechino prevedono un'analisi della situazione delle donne e degli uomini prima di intraprendere qualsiasi intervento in materia di sviluppo, a livello di progetti e di programmi (studi iniziali, progetto preliminare). L'obiettivo è di facilitare la valutazione dell'impatto potenziale degli interventi sulle donne e sugli uomini e di determinare il mezzo più efficace per garantire che le donne e gli uomini possano influire sul processo di sviluppo, parteciparvi e trarne beneficio.

    * La Commissione rafforzerà l'attenzione sulle questioni della parità tra i generi durante tutto il ciclo di progetto allo scopo d'analizzare i problemi, di definire i gruppi-obiettivo e dei beneficiari, di determinare gli obiettivi, di formulare gli indicatori e infine per le attività di controllo.

    * La Commissione diffonderà sistematicamente e utilizzerà gli orientamenti di valutazione rivisti che stipulano che tutti i progetti e programmi debbano essere seguiti e valutati dal punto di vista della parità tra i generi. A tale riguardo, i gruppi di valutazione dovrebbero essere composti, nella misura del possibile, da persone dotate di conoscenze o di competenze specifiche sulle questioni di genere.

    * Per alcuni progetti e programmi specifici, la Commissione definirà anche indicatori in materia di parità tra i generi e produrrà dati ripartiti per genere che saranno utilizzati a scopo di programmazione, attuazione, controllo, valutazione e seguito. L'obiettivo è di identificare indicatori che permettano di valutare l'integrazione della problematica di genere nelle varie attività di gestione (analisi, formulazione di progetto, istruzione, scelta di esperti, controllo, valutazione, ecc.) e di evitare indicatori che si limitano "a contare le parole" (donne, genere) nei documenti. L'utilizzo di dati ripartiti per genere fungerà da base per mettere in luce e analizzare le differenze di genere al fine di concepire soluzioni e strategie più innovatrici e ridurre le disparità tra i generi.

    5.1.3 Rafforzamento delle capacità interne, degli strumenti e dei metodi della CE in materia di parità tra i generi

    Nonostante forze di lavoro limitate, in questi ultimi anni è stato elaborato, o è in corso di elaborazione, un certo numero di strumenti per l'integrazione della parità tra i generi. Fra gli altri, citiamo la bozza di progetto di documento-fonte sulla dimensione di genere, gli strumenti di formazione adeguati a diverse situazioni, e gli orientamenti di programmazione per il nono FES. All'occorrenza, questi strumenti sono stati armonizzati con le linee direttive per la parità uomo/donna nell'ambito della cooperazione allo sviluppo del Cas (OCSE). Il riesame, il miglioramento, l'adattamento e l'affinamento di tali strumenti dovrebbe essere oggetto di un processo permanente. Tuttavia, un certo numero di questi strumenti non è stato completato e altri devono essere ancora perfezionati.

    * Il documento-fonte sulla dimensione di genere, che fungerà da documento di informazione e di riferimento per tutto il personale, deve essere redatto. Esso presenterà le buone pratiche, come pure alcune teorie utili per l'orientamento dei lavori in materia di parità tra i generi e degli orientamenti politici pertinenti. Il documento sarà aggiornato periodicamente. La versione rivista del manuale di gestione del ciclo di progetto (GCP) e le azioni di formazione permetteranno di fornire indicazioni sul modo di integrare le buone pratiche in materia d'uguaglianza dei sessi nell'ambito delle procedure di lavoro normali. Delle specifiche standardizzate che tengono conto della dimensione di genere saranno utilizzate per gli studi di prefattibilità e per le valutazioni;

    * il sito intranet dedicato a genere e sviluppo sarà migliorato e tenuto aggiornato. Esso comprenderà il documento-fonte sulla dimensione di genere ed alcuni rimandi ipertestuali che rinviano ai documenti della Commissione che si riferiscono alla parità tra i generi;

    * nella sede centrale e nelle delegazioni sarà condotto un programma di formazione sulle questioni di genere. Esso si prefiggerà di sensibilizzare il personale sui problemi di genere e migliorare in questo modo la qualità degli interventi in materia di sviluppo in termini di risposta alle necessità e agli interessi diversi delle donne e degli uomini nei paesi partner. Questa formazione permetterà di raggiungere un certo livello di coerenza terminologica tra le varie iniziative di integrazione e tra i vari consulenti in materia di genere e sviluppo. Gli strumenti di formazione saranno adattati a ogni contesto;

    * la competenza del personale della CE in materia di parità tra i generi sarà rafforzata ai livelli appropriati tanto alla sede che nelle delegazioni;

    * sarà rafforzata l'assistenza tecnica su richiesta disponibile a livello locale, regionale e alla sede. Un gruppo di consulenti esterni qualificati potrà, su richiesta, portare sostegno e procedere a consultazioni con i responsabili settoriali e geografici, i funzionari regionali e le delegazioni;

    * i partenariati con gli Stati membri, le agenzie delle Nazioni Unite, la società civile e gli altri attori interessati dovrebbero migliorare lo scambio di informazioni, in particolare per quanto riguarda le buone pratiche e i metodi.

    6 Attuazione

    Nel quadro del presente programma d'azione, spetta alla Commissione verificare e rafforzare la sensibilizzazione, l'impegno e le capacità necessari. Si auspica come risultato principale che, entro il 2006, tutto il personale della Commissione che lavora nel settore della cooperazione allo sviluppo disponga della competenza professionale (in materia di dialogo con i paesi in via di sviluppo) necessaria per promuovere la parità tra donne e uomini.

    La relazione sull'attuazione del presente programma d'azione farà parte integrante della relazione annuale presentata dalla Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo riguardante l'attuazione della politica di sviluppo della Comunità europea [12]. Il presente programma d'azione sarà oggetto di un controllo meticoloso, conformemente al piano di lavoro presentato nell'allegato VI, come pure di una valutazione intermedia e di una valutazione finale. Queste riguarderanno l'efficienza, l'efficacia, l'impatto e l'adeguatezza delle misure di integrazione della parità tra i generi e forniranno raccomandazioni per migliorare le azioni.

    [12] Conclusioni del Consiglio del 10 novembre 2000, Politica di sviluppo della Comunità europea, articolo 43.

    La linea di bilancio speciale dedicata all'integrazione delle questioni di genere nella cooperazione allo sviluppo, che costituisce il principale catalizzatore di questo processo, continuerà ad essere utilizzata per fornire assistenza tecnica supplementare su richiesta. Per garantire risultati significativi in materia di sviluppo di metodi, di ricerca applicata, di studi specifici e di formazione e sensibilizzazione, gli importi disponibili a titolo di questa linea di bilancio speciale saranno mantenuti nel 2001 e 2002.

    Di conseguenza, saranno necessari partenariati operativi e innovativi con gli Stati membri e gli altri donatori per mobilitare risorse tecniche e competenze supplementari.

    7 Conclusioni

    L'integrazione della parità tra i generi nella cooperazione allo sviluppo sarà determinante per raggiungere gli obiettivi di sviluppo fissati a livello internazionale in materia di riduzione della povertà. La presente comunicazione sottolinea i vantaggi e le possibilità che l'integrazione della dimensione di genere può portare alla politica comunitaria di cooperazione allo sviluppo; essa indica anche in che modo questo processo potrà rafforzare l'impegno verso la cooperazione allo sviluppo.

    L'obiettivo è di sostenere gli sforzi compiuti dai paesi partner e dalla CE per promuovere la parità tra i generi e sostenere i processi di integrazione a livello nazionale, di integrare le questioni di genere nelle politiche di sviluppo e di rafforzare le capacità proprie della Commissione in questo settore. Il documento sottolinea che la responsabilità finale di promuovere la parità fra donne e uomini spetta ai poteri pubblici nazionali.

    Il calendario d'attuazione del presente programma d'azione, che figura nell'allegato VI, orienterà in pratica il controllo degli impegni di cooperazione allo sviluppo sostenuti dalla CE per promuovere la parità tra i generi nei paesi partner sostenendo le priorità e le iniziative dei partner nazionali, dei pubblici poteri, delle ONG e di altri gruppi della società civile. Ne contempo, esso permette anche approcci coerenti tra le misure adottate dalla Comunità stessa per istituzionalizzare l'integrazione della parità tra i generi e quelle dei paesi partner.

    Un impegno fermo da parte della CE, dei paesi in via di sviluppo, degli Stati membri e gli altri donatori dimostrerà che è possibile raggiungere una migliore parità tra i generi adottando un approccio d'integrazione sistematica e coerente.

    ALLEGATO I Integrazione della parità tra i generi: concetti e definizioni

    GENERE

    Nozione che si riferisce alle differenze sociali, in opposizione alle differenze biologiche, esistenti tra uomini e donne. Esse sono acquisite, evolvono nel tempo e possono variare ampiamente da una cultura a un'altra o nell'ambito di una stessa cultura.

    ANALISI DI GENERE

    Studio delle differenze di condizione, necessità, tasso di partecipazione, accesso alle risorse e allo sviluppo, controllo dei beni, potere decisionale, ecc. tra uomini e donne nei ruoli di genere a loro socialmente assegnati.

    DATI RIPARTITI PER GENERE

    Raccolta e disaggregazione dei dati e delle informazioni statistiche secondo il genere, allo scopo di condurre analisi comparative o analisi dal punto di vista dei generi.

    VALUTAZIONE DELL'IMPATTO SUI GENERI

    Esame delle politiche proposte per determinare se esse influiscono diversamente sulle donne e sugli uomini e, se necessario, per modificarle in modo che i loro effetti discriminatori siano neutralizzati e che sia incoraggiata la parità tra i generi.

    INTEGRAZIONE DELLA PARITÀ TRA I GENERI

    Integrazione sistematica in tutte le politiche di condizioni, priorità e necessità rispettive delle donne e degli uomini per promuovere la parità tra i sessi e mobilitare esplicitamente a questo scopo tutte le azioni e le politiche generali tenendo conto in modo attivo e aperto, in fase di programmazione, i loro effetti sulle situazioni rispettive delle donne e degli uomini nell'attuazione, nel controllo e nella valutazione [13].

    [13] COM(1996) 67 def. del 21.2.1996.

    PIANIFICAZIONE IN FUNZIONE DEL GENERE

    Approccio di pianificazione attiva che considera il genere come variabile o criterio fondamentale e che cerca di integrare una esplicita dimensione di genere nelle politiche o nelle azioni.

    ALLEGATO II Dimensioni di genere nei paesi in via di sviluppo

    Rappresentanza politica:

    * Nel 1999, nei parlamenti di tutto il mondo le donne erano soltanto il 12,7%, questa cifra scende all'8,7 % nei paesi meno sviluppati

    Settori produttivi:

    * Le donne realizzano il 53% di tutta l'attività economica nei paesi in via di sviluppo ma solo un terzo circa del loro lavoro è attualmente misurato e contabilizzato nei conti nazionali, contro i tre quarti del lavoro degli uomini.

    * In America Latina e nei paesi dei Caraibi, una esigua percentuale compresa fra il 7 e l'11% dei clienti degli istituti di credito ufficiali sono donne. In molti paesi africani, nonostante il fatto che esse rappresentano oltre il 60% della manodopera e contribuiscono quasi all'80% della produzione alimentare totale, le donne ricevono meno del 10% del credito destinato alle piccole aziende agricole e soltanto l'1% di tutto il credito assegnato all'agricoltura.

    Sanità/AIDS/popolazione:

    * Rispetto agli uomini, la proporzione di donne colpite dal virus dell'AIDS è raddoppiata dal 1992 e raggiunge ormai quasi il 50%. Nei paesi più poveri, è aumentato sensibilmente il numero di giovani donne sieropositive, in particolare nella classe d'età compresa fra i 14 a i 20 anni.

    * nel mondo vivono 130 milioni di donne che hanno subito mutilazioni sessuali, una cifra che ogni anno aumenta di 2 milioni.

    Istruzione:

    * Nel mondo, il 24% della popolazione femminile in età di partecipare alla scuola primaria non la frequenta, contro il 16% dei ragazzi.

    * Nei paesi meno sviluppati, il tasso d'alfabetizzazione degli uomini adulti è del 61% mentre raggiunge soltanto il 41% nelle donne.

    * Lo Sri Lanka, nonostante la sua instabilità politica, presenta un tasso netto di partecipazione femminile all'istruzione primaria del 97%, contro il 70% degli altri paesi della regione. Parallelamente, il tasso di analfabetismo delle giovani donne è soltanto del 7%, contro il 42% negli altri paesi dell'Asia del sud.

    Ambiente:

    * L'estendersi della desertificazione e il deterioramento dell'ambiente comporta un aggravio di lavoro per le donne, che spesso vengono incaricate di produrre l'alimentazione di sussistenza e di procurare combustibile e acqua.

    Violenza contro le donne:

    * Nel mondo, una donna su tre è stata vittima di violenza in una relazione intima.

    ALLEGATO III Esempi di buone pratiche e di esperienze in materia di parità tra i generi nella cooperazione comunitaria allo sviluppo [14]

    [14] Per più ampie informazioni riguardanti la cooperazione con la CE a livello nazionale, consultare A Review of Mainstreaming Gender at Country Level, volume 1, relazione principale, Royal Tropical Institute (KIT), marzo 1999.

    Realizzazione di sinergie con gli Stati membri

    In Sudafrica, il coordinamento dei donatori degli Stati membri ha permesso di integrare meglio le considerazioni di genere nella cooperazione allo sviluppo dell'UE. Su iniziativa della Swedish International Development Agency i donatori coordinano regolarmente i loro interventi nel settore della parità tra i generi. La delegazione della CE ha svolto un ruolo attivo a questo livello organizzando riunioni di coordinamento dei donatori e partecipando a uno studio avviato su iniziativa dei donatori sul tema del genere nei settori della cooperazione allo sviluppo in Sudafrica.

    Ambiente

    Nelle isole Salomone, nel settore delle risorse forestali, le ricerche sulla tematica uomo-donna svolte in consultazione con funzionari locali hanno sottolineato le difficoltà incontrate dalle donne nel trasporto del legname raccolto. La risposta immediata degli specialisti del settore e del personale impegnato nel progetto è stata quella di affidare il lavoro a manodopera maschile. Tuttavia, dalla discussione è emerso che l'attività nella silvicoltura rappresentava la principale fonte di reddito per le donne. La delegazione della CE ha proposto quindi una tecnologia più avanzata (un sistema di pulegge per il sollevamento del legname) che permettesse alle donne di mantenere il controllo di questo tipo di attività.

    Istruzione

    Incontri separati di consultazione con studenti e studentesse dell'Università per gli studi tecnologici (UNITECH) di Lae in Papua Nuova Guinea hanno evidenziato esigenze notevolmente diverse, con conseguenti implicazioni per i piani di sviluppo di infrastrutture locali finanziati dalla CE. Le richieste degli studenti maschi erano infatti concentrate sulle infrastrutture in generale: palestre, attrezzature informatiche, ecc. La principale preoccupazione delle studentesse era invece quella di disporre di infrastrutture esclusivamente destinate alle donne, a causa dell'incidenza di episodi di violenza e stupro. Le loro richieste riguardavano perciò recinzioni sicure a protezione dei dormitori e la possibilità di usufruire di infrastrutture di base (ad es. computer) situate all'interno della recinzione per lo studio serale. Anche il diverso ruolo della donna all'interno della famiglia era alla base di esigenze differenti: se infatti sia uomini che donne chiedevano misure a favore delle coppie sposate, le donne sottolineavano in particolare la necessità di disporre di un trimestre di congedo di maternità.

    Sanità/AIDS/demografia

    La linea di bilancio della CE dedicata all'HIV/AIDS è una delle poche ad imporre 'l'integrazione delle questioni di genere' come condizione del finanziamento da parte della CE. Se questa non viene rispettata, la proposta di progetto non viene finanziata. Vengono anche assegnati crediti a progetti riguardanti specificamente le donne come, ad esempio, quelli che riguardano le mutilazioni sessuali.

    Istituzionalizzazione e integrazione delle questioni di genere nello sviluppo rurale

    In Guinea Conakry, la CE ha organizzato la rete GIGED (gruppo interprogetti su genere e sviluppo) che comprende un gruppo permanente di due o tre consulenti nazionali (ufficio GIGED) e un numero variabile di specialisti che lavorano nel quadro dell'accordo ACP-UE a vari livelli e in vari settori (programmi e progetti, ordinatore nazionale e delegazione). Il progetto GIGED si prefiggeva di garantire l'integrazione delle questioni di genere nella cooperazione allo sviluppo condotta con il paese ACP beneficiario, conformemente alla risoluzione del Consiglio, alla convenzione di Lomé e alla politica nazionale. Dopo un primo anno sperimentale, è stato lanciato il progetto GIGED 2. Finanziato nel quadro del PIN (programma indicativo nazionale) e coordinato da un'ONG nazionale, il suo obiettivo era di aiutare gli attori della cooperazione UE-Guinea (ordinatore nazionale, delegazione, personale responsabile di programmi e progetti) ad integrare la dimensione di genere nelle loro attività. La rete GIGED è transitoria e sarà gradualmente eliminata quando le capacità necessarie saranno state organizzate e diventeranno autonome. Tenuto conto del suo successo in Guinea Conakry, l'esperienza sarà riprodotta in Mali e in Madagascar.

    ALLEGATO IV Documenti, regolamentazione e strumenti comunitari che riguardano il genere

    Elenco di documenti comunitari relativi al genere

    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'integrazione degli aspetti relativi alla tematica uomo-donna nella cooperazione allo sviluppo, 18 settembre 1995 - COM (95) 423 def.

    Risoluzione del Consiglio del 20 dicembre 1995, parità dei sessi nella cooperazione allo sviluppo.

    Relazione di avanzamento della Commissione 1997, integrazione della tematica uomo-donna nella cooperazione allo sviluppo.

    Regolamento (CE) n. 2836/98 del Consiglio del 22 dicembre 1998 relativo all'integrazione delle questioni "di genere" nella cooperazione allo sviluppo.

    La politica di sviluppo della Comunità europea, 26 aprile 2000 - COM (2000) 212 definitivo.

    Accordo UE-ACP di Cotonou, 2000.

    Dichiarazione congiunta del Consiglio e della Commissione del 10 novembre 2000 sulla politica di sviluppo della Comunità europea.

    Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Consiglio Economico e Sociale e al Comitato delle regioni su un programma quadro comunitario per la parità tra uomo e donna, COM (2000) 335 definitivo.

    Strumenti d'integrazione della parità di genere nell'ambito della Commissione in fase di elaborazione o di riesame

    Progetto/prima versione di documento-fonte sulla dimensione di genere.

    Modifica del manuale per la gestione del ciclo dei progetti e formato di presentazione delle proposte di finanziamento (manuale GCP integrato per la dimensione di genere).

    Schede di identificazione di progetto.

    Sito intranet della Commissione dedicato alla parità tra i generi e allo sviluppo.

    Strumenti di formazione adeguati a diverse situazioni.

    Linee direttive per la programmazione del nono FES (Fondo Europeo di Sviluppo).

    Profili nazionali che integrano la dimensione di genere.

    Formulario e linee direttive di valutazione sull'impatto rispetto al genere.

    Le specifiche generali per le valutazioni e gli studi di fattibilità.

    ALLEGATO V Elenco di abbreviazioni

    ACP // Africa, Caraibi e Pacifico

    AIDCO // Ufficio di cooperazione EuropeAid

    AIDS // Sindrome di immunodeficienza acquisita

    ALA // Programma di cooperazione allo sviluppo in Asia e in America Latina

    CAS // Comitato per l'assistenza allo sviluppo

    DFID // United Kingdom Department for International Development - Dipartimento dello sviluppo internazionale (Regno Unito)

    DG // Direzione Generale

    END // Esperto nazionale distaccato

    CE // Comunità europea

    ECHO // Ufficio umanitario della Comunità europea

    FES // Fondo europeo di sviluppo

    UE // Unione europea

    FAO // Organizzazioni delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura

    GIGED // Rete di gruppi interprogetti su genere e sviluppo

    HIV // Virus della immunodeficienza umana

    MEDA // Programma d'aiuto allo sviluppo a favore dei paesi del bacino mediterraneo

    ONG // Organizzazione non governativa

    PIN // Programma indicativo nazionale

    OCSE // Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico

    GCP // Gestione del ciclo di progetto

    RELEX // Direzione generale delle relazioni estere

    Pnud // Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo

    UNESCO // Organizzazioni delle Nazioni Unite per l'istruzione, la scienza e la cultura

    UNICEF // Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia

    ALLEGATO VI Calendario annuale indicativo

    Piano di lavoro per la prosecuzione dell'integrazione della parità tra i generi: obiettivi, azioni, calendario e insieme di indicatori interni di prestazione

    >SPAZIO PER TABELLA>

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