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Document 31998L0064

    Direttiva 98/64/CE della Commissione del 3 settembre 1998 che fissa i metodi di analisi comunitari per la determinazione degli amminoacidi, delle materie grasse grezze e dell'olaquindox negli alimenti per animali e che modifica la direttiva 71/393/CEE (Testo rilevante ai fini del SEE)

    GU L 257 del 19.9.1998, p. 14–28 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

    Questo documento è stato pubblicato in edizioni speciali (CS, ET, LV, LT, HU, MT, PL, SK, SL, BG, RO)

    Legal status of the document No longer in force, Date of end of validity: 25/08/2009; abrogato da 32009R0152

    ELI: http://data.europa.eu/eli/dir/1998/64/oj

    31998L0064

    Direttiva 98/64/CE della Commissione del 3 settembre 1998 che fissa i metodi di analisi comunitari per la determinazione degli amminoacidi, delle materie grasse grezze e dell'olaquindox negli alimenti per animali e che modifica la direttiva 71/393/CEE (Testo rilevante ai fini del SEE)

    Gazzetta ufficiale n. L 257 del 19/09/1998 pag. 0014 - 0028


    DIRETTIVA 98/64/CE DELLA COMMISSIONE del 3 settembre 1998 che fissa i metodi di analisi comunitari per la determinazione degli amminoacidi, delle materie grasse grezze e dell'olaquindox negli alimenti per animali e che modifica la direttiva 71/393/CEE (Testo rilevante ai fini del SEE)

    LA COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE,

    visto il trattato che istituisce la Comunità europea,

    vista la direttiva 70/373/CEE del Consiglio, del 20 luglio 1970, relativa all'introduzione di modi di prelievo di campioni e di metodi di analisi comunitari per il controllo ufficiale degli alimenti per animali (1), modificata da ultimo dall'atto di adesione dell'Austria, della Finlandia e della Svezia in particolare l'articolo 2,

    considerando che la direttiva 70/373/CEE prevede che i controlli ufficiali degli alimenti per animali destinati ad accertare l'osservanza dei requisiti previsti da disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, in materia di qualità e composizione degli alimenti per animali, siano effettuati secondo modi di prelievo di campioni e metodi di analisi comunitari;

    considerando che la direttiva 79/373/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, relativa alla commercializzazione degli alimenti composti per gli animali (2), modificata da ultimo dalla direttiva 97/47/CE della Commissione (3), e la direttiva 93/74/CEE del Consiglio, del 13 settembre 1993, concernente gli alimenti per animali destinati a particolari fini nutrizionali (4), modificata da ultimo dalla direttiva 96/25/CE (5), prevedono la dichiarazione degli amminoacidi e delle materie grasse grezze nell'etichettatura degli alimenti;

    considerando peraltro che la direttiva 70/524/CEE del Consiglio, del 23 novembre 1970, relativa agli additivi nell'alimentazione degli animali (6), modificata da ultimo dalla direttiva 98/19/CE della Commissione (7), prescrive che il contenuto di olaquindox deve esser indicato al momento dell'etichettatura allorché tale sostanza è aggiunta agli alimenti composti per animali;

    considerando che la seconda direttiva 71/393/CEE della Commissione, del 18 novembre 1971, che fissa i metodi d'analisi comunitari per i controlli ufficiali degli alimenti per gli animali (8), modificata da ultimo dalla direttiva 84/4/CEE della Commissione (9), stabilisce metodi d'analisi per la determinazione, tra l'altro, delle sostanze grasse gregge; che occorre modificare il metodo descritto;

    considerando che è necessario stabilire metodi di analisi comunitari per il controllo di dette sostanze;

    considerando che le misure previste dalla presente direttiva sono conformi al parere del comitato permanente degli alimenti per gli animali,

    HA ADOTTATO LA PRESENTE DIRETTIVA:

    Articolo 1

    Gli Stati membri prescrivono che le analisi per i controlli ufficiali degli alimenti per animali, per quanto riguarda il loro contenuto in amminoacidi, in materie grasse grezze e in olaquindox, siano effettuate secondo i metodi descritti nell'allegato della presente direttiva.

    Articolo 2

    Nell'allegato della direttiva 71/393/CE, il punto «4. Determinazione delle sostanze grasse gregge» è sostituito dal testo della parte B dell'allegato della presente direttiva.

    Articolo 3

    1. Gli Stati membri adottano e pubblicano entro il 31 dicembre 1998 le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente direttiva. Essi ne informano immediatamente la Commissione.

    Gli Stati membri applicano tali disposizioni a decorrere dal 1° gennaio 1999.

    Quando gli Stati membri adottano dette disposizioni, queste contengono un riferimento alla presente direttiva oppure sono corredate di un siffatto riferimento all'atto della loro pubblicazione ufficiale. Le modalità del suddetto riferimento sono stabilite dagli Stati membri.

    2. Gli Stati membri comunicano alla Commissione il testo delle principali disposizioni di diritto interno che essi adottano nel settore disciplinato dalla presente direttiva.

    Articolo 4

    La presente direttiva entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale delle Comunità europee.

    Articolo 5

    Gli Stati membri sono destinatari della presente direttiva.

    Fatto a Bruxelles, il 3 settembre 1998.

    Per la Commissione

    Franz FISCHLER

    Membro della Commissione

    (1) GU L 170 del 3. 8. 1970, pag. 2.

    (2) GU L 86 del 6. 4. 1979, pag. 30.

    (3) GU L 211 del 5. 8. 1997, pag. 45.

    (4) GU L 237 del 22. 9. 1993, pag. 23.

    (5) GU L 125 del 23. 5. 1996, pag. 35.

    (6) GU L 270 del 14. 12. 1970, pag. 1.

    (7) GU L 96 del 28. 3. 1998, pag. 39.

    (8) GU L 279 del 20. 12. 1971, pag. 7.

    (9) GU L 15 del 18. 1. 1984, pag. 28.

    ALLEGATO

    PARTE A

    DETERMINAZIONE DEGLI AMMINOACIDI

    1. Scopo e campo di applicazione

    Il metodo serve per determinare gli amminoacidi liberi (sia sintetici che naturali) e totali (legati a peptidi e liberi) nei mangimi mediante un analizzatore di amminoacidi. Il metodo è applicabile ai seguenti amminoacidi: cist(e)ina, metionina, lisina, treonina, alanina, arginina, acido aspartico, acido glutammico, glicina, istidina, isoleucina, leucina, fenilalanina, prolina, serina, tirosina e valina.

    Il metodo non distingue gli amminoacidi dai loro sali e non può distinguere la forma D degli amminoacidi dalla forma L; esso non è adatto per la determinazione del triptofano né degli analoghi idrossilati degli amminoacidi.

    2. Principio

    2.1. Amminoacidi liberi

    Gli amminoacidi liberi aggiunti vengono estratti con acido cloridrico diluito. Le macromolecole azotate coestratte vengono fatte precipitare con acido solfosalicilico e vengono rimosse per filtrazione. La soluzione filtrata viene portata a pH = 2,20. Gli amminoacidi vengono separati mediante cromatografia a scambio ionico e determinati per reazione con la ninidrina, con rivelazione fotometrica a 570 nm.

    2.2. Amminoacidi totali

    La scelta della procedura dipende dagli amminoacidi oggetto dell'analisi. Cist(e)ina e metionina devono essere ossidate ad acido cisteico e al metionina solfone prima dell'idrolisi. La tirosina deve venire determinata in idrolizzati di campioni non ossidati. Tutti gli altri amminoacidi elencati al paragrafo 1 possono venire determinati sia nel campione ossidato sia in quello non ossidato.

    L'ossidazione viene eseguita a 0 °C con una miscela di acido performico/fenolo. L'eccesso del reagente di ossidazione viene decomposto con metabisolfito di sodio. Il campione ossidato e non ossidato viene idrolizzato con acido cloridrico (c = 6 mol/l) per 23 ore. L'idrolizzato viene regolato a pH 2,20. Gli amminoacidi vengono separati mediante cromatografia a scambio ionico e determinati per reazione con la ninidrina, con rivelazione fotometrica a 570 nm (440 nm per la prolina).

    3. Reagenti

    Usare acqua bidistillata o di qualità equivalente (conducibilità NUM>A × E × PM × F

    >DEN>B × P × 1 000

    = g di amminoacido per kg di campione

    Se si usa uno standard interno moltiplicare per D/C

    >SPAZIO PER TABELLA>

    La cistina e la cisteina vengono ambedue determinate come acido cisteico in idrolizzati di campione ossidato, ma vengono calcolate come cistina (C6H12N2O4S2, PM 240,30) utilizzando un peso molecolare di 120,15 (= 0,5 × 240,30).

    La metionina viene determinata come metionina sulfone negli idrolizzati del campione ossidato, ma viene calcolata come metionina utilizzando il peso molecolare PM = 149,21 della metionina.

    La metionina libera aggiunta viene determinata dopo estrazione come metionina e per il calcolo si usa lo stesso valore di PM.

    6.1. Il volume di diluizione totale degli estratti (F) per la determinazione degli amminoacidi liberi (5.2) viene calcolato come segue:

    F = 100 ml ×

    >NUM>(10 ml + 5ml)

    >DEN>10 ml

    ×

    >NUM>Vml

    >DEN>10 ml

    V = volume dell'estratto finale

    7. Valutazione del metodo

    Il metodo è stato testato mediante confronto internazionale tra laboratori nel 1990 utilizzando quattro mangimi differenti (mangime composto per maiali, mangime composto per polli, concentrato di proteine, premiscela). Le medie e le deviazioni standard ottenute dopo eliminazione dei risultati anomali sono presentati nella seguente tabella:

    >SPAZIO PER TABELLA>

    7.1. Ripetibilità

    Valori di ripetibilità per gli amminoacidi testati. La ripetibilità (espressa come «deviazione standard entro i laboratori») del confronto entro laboratori è presentata nelle seguenti tabelle:

    >SPAZIO PER TABELLA>

    >SPAZIO PER TABELLA>

    7.2. Riproducibilità

    I risultati della deviazione standard tra laboratori ottenuti mediante la comparazione interlaboratori suddetta sono presentati nella seguente tabella:

    >SPAZIO PER TABELLA>

    >SPAZIO PER TABELLA>

    8. Utilizzazione di materiali di riferimento

    La corretta applicazione del metodo può venire verificata effettuando misure multiple su materiali di riferimento certificati. Si raccomanda di effettuare la calibrazione con una soluzione standard certificata di amminoacidi.

    9. Osservazioni

    9.1. A causa delle differenze tra gli analizzatori di amminoacidi, le concentrazioni finali delle soluzioni di taratura di amminoacidi standard (vedi 3.27.4 e 3.27.5) e dell'idrolizzato (vedi 5.3.4) devono essere considerate valori indicativi.

    Per tutti gli amminoacidi deve essere testato il «range» della risposta lineare dell'apparecchiatura.

    La soluzione standard viene diluita con tampone al citrato per ottenere le aree dei picchi al centro del «range».

    9.2. Se si fa uso di apparecchi di cromatografia liquida ad alta prestazione per analizzare gli idrolisati, le condizioni sperimentali devono essere ottimizzate secondo le raccomandazioni del fabbricante.

    9.3. Con l'applicazione del metodo a mangimi contenenti cloruro in misura superiore all'1 % (concentrato, alimenti a base di minerali, mangimi integrativi) può risultare una sottostima della metionina ed è necessario un trattamento speciale.

    PARTE B

    DETERMINAZIONE DI OLI E GRASSI GREGGI

    1. Scopo e campo di applicazione

    Il metodo permette di determinare il contenuto di oli e grassi greggi negli alimenti per gli animali. Esso non riguarda l'analisi dei semi e dei frutti oleosi descritta nel regolamento n. 136/66/CEE del Consiglio, del 22 settembre 1996.

    Dei due procedimenti sotto descritti, dovrà essere applicato il primo o il secondo in funzione della natura e della composizione dell'alimento, nonché del motivo per cui si esegue l'analisi.

    1.1. Procedimento A - Oli e grassi greggi estraibili direttamente

    Il metodo è applicabile a singoli materiali di origine vegetale, fatta eccezione per quelli di cui al procedimento B.

    1.2. Procedimento B - Oli e grassi greggi totali

    Il metodo è applicabile a materiali singoli di origine animale e a tutti gli alimenti composti. Esso deve essere usato per tutti i materiali dai quali gli oli e i grassi non possono essere completamente estratti senza idrolisi preliminare, ad esempio i glutini, i lieviti, le proteine di patata e i prodotti che sono stati sottoposti a procedimenti quali l'estrusione, la fioccatura ed il riscaldamento.

    1.3. Interpretazione dei risultati

    Se il valore ottenuto con il procedimento B è più elevato di quello ottenuto con il procedimento A, si considera corretto il risultato ottenuto con il procedimento B.

    2. Principio

    2.1. Procedimento A

    Il campione è estratto con etere di petrolio. Il solvente viene eliminato ed il residuo viene essiccato e pesato.

    2.2. Procedimento B

    Il campione è trattato a caldo con acido cloridrico. La miscela viene raffreddata e filtrata. Dopo essere stato lavato ed essiccato, il residuo è sottoposto all'analisi secondo il procedimento A.

    3. Reattivi

    3.1. Etere di petrolio, con punto di ebollizione compreso fra 40 °C e 60 °C. L'indice di bromo deve essere inferiore a 1 ed il residuo all'evaporazione inferiore a 2 mg/100 ml.

    3.2. Solfato di sodio, anidro.

    3.3. Acido cloridrico 3 M.

    3.4. Coadiuvante di filtrazione, per esempio farina fossile, Hyflo-supercel.

    4. Apparecchiatura

    4.1. Estrattore. Se l'apparecchio è munito di un sifone (apparecchio di Soxhlet), la portata del riflusso deve essere regolata in modo da ottenere almeno 10 cicli l'ora. Se si tratta di un apparecchio senza sifone, il liquido deve rifluire in quantità pari a circa 10 ml al minuto.

    4.2. Ditali da estrazione, esenti da sostanze solubili nell'etere di petrolio, la cui porosità sia compatibile con le esigenze di cui al punto 4.1.

    4.3. Stufa per essiccazione nel vuoto a 75 °C ± 3 °C o a pressione atmosferica a 100 °C ± 3 °C.

    5. Modo di operare

    5.1. Procedimento A (punto 8.1)

    Pesare, con l'approssimazione di 1 mg, 5 g del campione; introdurli in un ditale da estrazione (4.2) e coprire con un tampone di cotone sgrassato.

    Porre il ditale in un estrattore (4.1) ed estrarre per 6 ore con etere di petrolio (3.1). Raccogliere l'estratto in un pallone essiccato, contenente qualche granello di pietra pomice (1), e tarato.

    Eliminare il solvente per distillazione. Essiccare il residuo introducendo il pallone in una stufa per essiccazione (4.3), lasciandovelo per un'ora e mezza. Lasciar raffreddare in un essiccatore e pesare. Essiccare una seconda volta per 30 minuti, onde assicurarsi che il peso della sostanza oleosa o grassa rimanga costante (la perdita di peso tra due pesate successive deve essere inferiore a 1 mg).

    5.2. Procedimento B

    Pesare, con l'approssimazione di 1 mg, 2,5 g del campione (punto 8.2); introdurli in un becher da 400 ml o in una beuta da 300 ml ed aggiungere 100 ml di acido cloridrico 3 M (3.3) e qualche frammento di pietra pomice. Ricoprire il becher con un vetro da orologio o applicare sulla beuta un refrigerante a ricadere. Portare la miscela a lenta ebollizione su piccola fiamma o su piastra riscaldante e mantenerla per un'ora. Evitare che la sostanza aderisca alle pareti del recipiente.

    Raffreddare ed aggiungere una quantità sufficiente di un coadiuvante di filtrazione (3.4) per evitare qualsiasi perdita di sostanza grassa durante la filtrazione stessa. Filtrare su un doppio filtro di carta bagnato, esente da materie grasse. Lavare il residuo con acqua fredda fino a reazione neutra del filtrato. Verificare che il filtrato non contenga sostanza grasse. La presenza di queste nel filtrato indica che, prima dell'idrolisi, deve essere effettuata un'estrazione del campione con etere di petrolio, secondo il procedimento A.

    Porre il doppio filtro con il residuo su un vetro da orologio ed essiccare per un'ora e mezza nella stufa a 100 °C ± 3 °C.

    Introdurre il doppio filtro con il residuo secco in un ditale da estrazione (4.2) e coprire con un tampone di cotone sgrassato. Porre il ditale in un estrattore (4.1) e proseguire come indicato al punto 5.1, secondo e terzo paragrafo.

    6. Calcolo dei risultati

    Esprimere il risultato della pesata in parti per cento del campione.

    7. Ripetibilità

    La differenza tra i risultati di due determinazioni parallele effettuate sullo stesso campione dallo stesso analista non deve essere superiore a:

    - 0,2 %, in valore assoluto, per i contenuti in materie oleose e grasse gregge inferiori a 5 %,

    - 4,0 % del risultato più elevato, per i contenuti compresi fra 5 % e 10 %,

    - 0,4 %, in valore assoluto, per i contenuti superiori a 10 %.

    8. Osservazioni

    8.1. Per i prodotti ad elevato tenore in sostanze oleose e grasse, difficili da macinare o non appropriati per il prelevamento di una piccola quantità omogenea, procedere come segue:

    Pesare, con l'approssimazione di 1 mg, 20 g di campione e mescolarli con 10 g o più di solfato di sodio anidro (3.2). Procedere all'estrazione con etere di petrolio (3.1) come indicato al punto 5.1. Portare l'estratto ottenuto al volume di 500 ml con etere di petrolio (3.1) e mescolare. Introdurre 50 ml della soluzione in un palloncino essiccato, contenente qualche frammento di pietra pomice (2), e tarato. Eliminare il solvente per distillazione, essiccare e proseguire come indicato al punto 5.1, ultimo paragrafo.

    Eliminare il solvente dal residuo dell'estrazione che si trova nel ditale, macinare il residuo alla finezza di 1 mm, porlo nuovamente nel ditale (non aggiungere solfato di sodio) e proseguire come indicato al punto 5.1, secondo e terzo paragrafo.

    Il contenuto in materie oleose e grasse gregge in parti per cento del campione è dato dalla formula:

    (10 a + b) × 5

    nella quale

    a = massa, in grammi, del residuo della prima estrazione (parte aliquota dell'estratto)

    b = massa, in grammi, del residuo della seconda estrazione.

    8.2. La quantità di sostanza sottoposta all'analisi nel caso di prodotti poveri di materie oleose e grasse può essere portata a 5 g.

    8.3. Gli alimenti per animali domestici, contenenti un elevato tenore di acqua, possono rendere necessaria l'aggiunta di solfato di sodio anidro prima dell'idrolisi e dell'estrazione ai sensi del procedimento B.

    8.4. Nel procedimento descritto al punto 5.2 può essere preferibile usare acqua calda, invece che fredda, per lavare il residuo dopo la filtrazione.

    8.5. Per alcuni mangimi il tempo di essiccazione di 1,5 h deve essere prolungato; va tuttavia evitata una essiccazione eccessiva, che potrebbe portare a risultati insoddisfacenti. È possibile usare altresì un forno a microonde.

    8.6. Se il tenore di sostanza oleosa o grassa è superiore al 15 %, nel procedimento A si raccomanda di effettuare una estrazione preliminare prima dell'idrolisi e nel procedimento B una riestrazione. Ciò può dipendere in parte dalla natura del mangime e da quella della sostanza oleosa o grassa contenuta nel mangime stesso.

    PARTE C

    DOSAGGIO DELL'OLAQUINDOX 2-[N-2'-(idrossietil) carbamoil]-3-metilchinoxalin-N1,N4-biossido

    1. Scopo e campo d'applicazione

    Il presente metodo serve per la determinazione dell'olaquindox nei mangimi. Il limite inferiore di dosaggio è di 5 mg/kg.

    2. Principio

    Il campione viene estratto con una miscela acqua/metanolo. Il tenore di olaquindox viene determinato mediante cromatografia liquida ad alte prestazioni (HPLC) in fase inversa, usando un rivelatore UV.

    3. Reattivi

    3.1. Metanolo.

    3.2. Metanolo di qualità HPLC.

    3.3. Acqua di qualità HPLC.

    3.4. Fase mobile per HPLC:

    Miscela acqua (3.3)-metanolo (3.2), 900 + 100 (V + V).

    3.5. Sostanza standard: olaquindox puro: 2-[N-2'-(idrossietil)carbamoil]-3-metilchinoxalin-N1,N4-biossido, E 851.

    3.5.1. Soluzione standard madre di olaquindox, 250 ìg/ml:

    Pesare con l'approssimazione di 0,1 mg 50 mg di olaquindox (3.5) in un matraccio tarato da 200 ml ed aggiungere circa 190 ml di acqua. Immergere quindi il matraccio per 20 minuti in un bagno ultrasonico (4.1). Dopo il trattamento ultrasonic, portare la soluzione a temperatura ambiente, portare il contenuto a volume con acqua e agitare. Avvolgere il matraccio in un foglio di alluminio e conservare in frigorifero. La soluzione va preparata di fresco ogni mese.

    3.5.2. Soluzioni standard media di olaquindox, 25 ìg/ml:

    Trasferire 10,0 ml di soluzione standard madre (3.5.1) in un matraccio tarato da 100 ml, portare a volume con la fase mobile (3.4) ed agitare. Avvolgere il matraccio in un foglio di alluminio e conservare in frigorifero. La soluzione va preparata di fresco quotidianamente.

    3.5.3. Soluzioni di taratura:

    In una serie di matracci graduati da 50 ml trasferire 1,0; 2,0; 5,0; 10,0; 15,0 e 20,0 ml di soluzione standard intermedia (3.5.2). Portare a volume con la fase mobile (3.4) ed agitare. Avvolgere i matracci in fogli di alluminio. Queste soluzioni corrispondono rispettivamente a 0,5; 1,0; 2,5; 5,0; 7,5 e 10,0 ìg di olaquindox e vanno rinnovate ogni giorno.

    4. Apparecchiatura

    4.1. Bagno ultrasonico.

    4.2. Agitatore meccanico.

    4.3. Apparecchiatura HPLC a rivelatore UV, a lunghezza d'onda variabile, oppure rivelatore a serie diodi.

    4.3.1. Colonna per cromatografia liquida, 250 mm × 4 mm, C 18, con riempimento da 10 ìm o equivalente.

    4.4. Filtri a membrana 0,45 ìm.

    5. Modo di operare

    NB: L'olaquindox è fotosensibile. Effettuare tutte le operazioni in luce soffusa, oppure usare vetreria scura.

    5.1. Generalità

    5.1.1. Analizzare un mangime testimone, onde verificare l'assenza di olaquindox o di sostanze che possano interferire.

    5.1.2. Deve essere effettuata una prova di recupero analizzando il mangime testimone al quale è stato addizionato un certo quantitativo di olaquindox analogo a quello presente nel campione. Per ottenere una concentrazione di 50 mg/kg, trasferire 10,0 ml della soluzione madre standard (3.5.1) in una beuta da 250 ml e concentrare la soluzione mediante evaporazione a circa 0,5 ml. Aggiungere 50 g del mangime testimone, miscelare accuratamente e lasciar riposare per 10 minuti agitando nuovamente parecchie volte prima di procedere all'estrazione.

    NB: Il mangime testimone deve essere di tipo analogo a quello del campione e in esso non dev'essere presente olaquindox.

    5.2. Estrazione

    Pesare con l'approssimazione di 0,01 g 50 g circa del campione. Trasferire in una beuta da 1 000 ml, aggiungere 100 ml di metanolo (3.1) e immergere per 5 minuti la beuta in un bagno ultrasonico (4.1). Aggiungere 410 ml di acqua e lasciare nel bagno ultrasonico altri 15 minuti. Togliere la beuta dal bagno ultrasonico, agitare per 30 minuti mediante l'agitatore (4.2) e filtrare attraverso un filtro a pieghe. Trasferire 10,0 ml del filtrato in un matraccio tarato da 20 ml, portare a volume con acqua e agitare. Un'aliquota viene filtrata attraverso un filtro a membrana (4.4). (cfr. osservazione al paragrafo 9). Procedere al dosaggio HPLC (5.3).

    5.3. Dosaggio HPLC

    5.3.1. Parametri

    Le seguenti condizioni vengono proposte a titolo di orientamento; è possibile operare in condizioni diverse, purché diano risultati equivalenti.

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Verificare la stabilità del sistema cromatografico iniettando più volte la soluzione di taratura (3.5.3) contenente 2,5 ìg/ml fino ad ottenimento di altezze dei picchi e di tempi di ritenzione costanti.

    5.3.2. Curva di taratura

    Iniettare ciascuna soluzione di taratura (3.5.3) parecchie volte e determinare le altezze (superfici) medie dei picchi per ciascuna concentrazione. Tracciare una curva di taratura indicando le altezze (superfici) medie dei picchi delle soluzioni di taratura sulle ordinate e le concentrazioni corrispondenti in mg/ml nelle ascisse.

    5.3.3. Soluzione del campione

    Iniettare l'estratto del campione (5.2) parecchie volte usando lo stesso volume di quello preso per le soluzioni di taratura e determinare l'altezza media del picco (superficie) dei picchi di olaquindox.

    6. Calcolo dei risultati

    Partendo dall'altezza (superficie) media dei picchi di olaquindox della soluzione del campione, determinare la concentrazione di tale soluzione in mg/ml rispetto alla curva di taratura (5.3.2).

    Il tenore t di olaquindox, espresso in mg/kg del campione, è dato dalla seguente formula:

    t = >NUM>c × 1 000

    >DEN>m

    in cui:

    c = concentrazione di olaquindox nell'estratto del campione (5.2) espresso in ìg/ml

    m = massa della sostanza da analizzare in g.

    7. Convalida dei risultati

    7.1. Identità

    L'identità dell'analita può essere confermata mediante co-cromatografia oppure mediante un rivelatore a serie di diodi che permette di confrontare gli spettri dell'estratto del campione (5.2) e della soluzione di taratura (3.5.3) contenente 5,0 ìg/ml.

    7.1.1. Co-cromatografia

    A un estratto del campione (5.2) viene aggiunto un quantitativo adeguato della soluzione di taratura (3.5.3). Il quantitativo di olaquindox aggiunto deve essere analogo a quello di olaquindox rilevato nell'estratto del campione.

    Soltanto l'altezza del picco dell'olaquindox deve essere aumentata tenendo conto del quantitativo aggiunto e della diluizione dell'estratto. L'ampiezza del picco a mezza altezza deve essere situata approssimativamente al ± 10 % dell'ampiezza iniziale del picco dell'olaquindox dell'estratto del campione iniziale.

    7.1.2. Rivelazione mediante serie di diodi

    I risultati vengono valutati secondo i criteri seguenti:

    a) La lunghezza d'onda di assorbimento massimo degli spettri del campione e dello standard, registrata alla sommità del picco sul cromatogramma, deve situarsi in un margine determinato dal potere di risoluzione del sistema di rivelazione. Per la rivelazione mediante serie di diodi essa è in genere di ± 2 nm.

    b) Tra 220 e 400 nm gli spettri del campione e dello standard registrati alla sommità del picco del cromatogramma non devono essere diversi per le parti dello spettro situate tra il 10 % e il 100 % dell'assorbanza relativa. Questo criterio è soddisfatto quando sono presenti gli stessi valori massimi e quando in nessun caso lo scarto osservato tra gli spettri supera il 15 % della densità ottica dello spettro alla sommità del picco.

    c) Tra 220 e 400 nm gli spettri della curva ascendente, dell'apice e della curva discendente del picco prodotti dall'estratto del campione non devono essere diversi gli uni dagli altri per le parti dello spettro situate tra il 10 % e il 100 % dell'assorbanza relativa. Questo criterio è soddisfatto quando gli stessi massimi sono presenti e quando in tutti i punti osservati la derivazione tra gli spettri non supera il 15 % dell'assorbanza dello spettro dell'apice del picco.

    Se uno di questi criteri non è soddisfatto, la presenza dell'analita non è confermata.

    7.2. Ripetibilità

    La differenza tra i risultati di due dosaggi paralleli effettuati sullo stesso campione non deve superare il 15 % del risultato superiore per i tenori di olaquindox compresi tra 10 e 200 mg/kg.

    7.3. Resa

    Per un campione addizionato, la resa deve essere di almeno il 90 %.

    8. Risultati di uno studio effettuato in cooperazione tra vari laboratori

    È stato organizzato uno studio comunitario in cooperazione tra vari laboratori durante il quale quattro campioni di alimenti per suinetti, ivi compreso un alimento testimone, sono stati analizzati da 13 laboratori. I risultati dello studio figurano qui di seguito.

    >SPAZIO PER TABELLA>

    9. Osservazione

    Anche se il metodo non è stato validato per quantità superiori a 100 mg/kg, è possibile ottenere risultati soddisfacenti pesando una quantità di campione più piccola e/o diluendo l'estratto (5.2) fino a raggiungere una concentrazione entro il campo della curva di calibrazione.

    (1) Sostituire i frammenti di pietra con alcune palline di vetro, quando si debbano eseguire ulteriori esami qualitativi sulla sostanza oleosa o grassa.

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