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Document 52022AE1686
Opinion of the European Economic and Social Committee on Communication from the Commission to the European Parliament, the European Council, the Council, the European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions — REPowerEU: Joint European Action for more affordable, secure and sustainable energy (COM(2022) 108 final)
Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «REPowerEU: azione europea comune per un’energia più sicura, più sostenibile e a prezzi più accessibili» [COM(2022) 108 final]
Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «REPowerEU: azione europea comune per un’energia più sicura, più sostenibile e a prezzi più accessibili» [COM(2022) 108 final]
EESC 2022/01686
GU C 323 del 26.8.2022, pp. 123–128
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
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26.8.2022 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 323/123 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «REPowerEU: azione europea comune per un’energia più sicura, più sostenibile e a prezzi più accessibili»
[COM(2022) 108 final]
(2022/C 323/21)
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Relatori: |
Thomas KATTNIG Alena MASTANTUONO Simo TIAINEN |
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Consultazione |
Commissione europea, 2.5.2022 |
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Base giuridica |
Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea |
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Sezione competente |
Trasporti, energia, infrastrutture e società dell’informazione |
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Adozione in sezione |
2.5.2022 |
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Adozione in sessione plenaria |
18.5.2022 |
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Sessione plenaria n. |
569 |
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Esito della votazione (favorevoli/contrari/astenuti) |
159/3/4 |
1. Conclusioni e raccomandazioni
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1.1. |
L’attuale situazione geopolitica causata dall’invasione russa dell’Ucraina evidenzia l’importanza della sicurezza dell’approvvigionamento energetico e impone di aumentare l’indipendenza e l’autonomia energetica dell’UE. Il CESE sostiene pienamente l’obiettivo, da attuare quanto prima, di abbandonare l’energia russa. |
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1.2. |
Nell’ultimo anno l’UE ha anche fatto fronte a un’impennata senza precedenti dei prezzi energetici. Questa situazione si è acuita ulteriormente a causa dell’aggressione russa in Ucraina, e ha imposto un onere insopportabile alle famiglie e alle imprese europee. |
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1.3. |
Si giustificano pertanto degli interventi immediati per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e attenuare le ripercussioni dei prezzi elevati sulle famiglie, sugli agricoltori, sulle imprese e sull’industria. La comunicazione «REPowerEU: azione europea comune per un’energia più sicura, più sostenibile e a prezzi più accessibili» prevede nuove azioni per aumentare la produzione di energia verde, diversificare gli approvvigionamenti e ridurre la domanda di gas russo che ha provocato significativi aumenti dei prezzi del mercato dell’energia elettrica a causa della manipolazione del mercato. |
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1.4. |
Il CESE accoglie con favore la comunicazione REPowerEU, in quanto presenta soluzioni in linea con gli obiettivi del Green Deal e dell’Unione europea dell’energia. Avverte che l’Europa deve mostrarsi particolarmente cauta per quanto riguarda le fonti alternative al gas russo, in termini di impatto sull’ambiente e di nuova dipendenza da paesi terzi che non condividono i valori europei. |
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1.5. |
Il CESE osserva con rammarico che la sua richiesta (1) di ridurre la dipendenza strategica da terzi inaffidabili non è stata tradotta in azione dai leader politici, e che al contrario tale dipendenza è aumentata. L’attuale crisi dei prezzi dell’energia colpirebbe i cittadini e le imprese europee in misura molto minore se l’Europa non fosse così dipendente dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia. |
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1.6. |
L’UE deve rispettare in modo coerente gli obiettivi fondamentali della sua politica energetica: sicurezza di approvvigionamento, costi e prezzi ragionevoli, e neutralità in termini di carbonio. È quindi essenziale concentrarsi su misure atte a generare il massimo beneficio in rapporto a tutti gli obiettivi, sia nell’attuale situazione di emergenza che a lungo termine. |
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1.7. |
Pur concordando con la Commissione europea sull’obiettivo di conseguire l’indipendenza dal gas russo, il CESE sottolinea che per l’economia e la società europee sarà estremamente difficile ridurre di due terzi entro la fine di quest’anno la domanda di gas russo. Ciò implica la diversificazione, da un lato, specie a breve termine attraverso il GNL e il biometano, dall’altro attraverso l’efficienza energetica e l’espansione delle energie rinnovabili. La sostituzione di un fornitore e di una fonte energetica che rappresentano una quota considerevole del mix energetico dell’UE costituisce una questione complessa, e non può essere attuata da un giorno all’altro. Nel breve termine ciò significa che tutte le fonti di energia disponibili dovrebbero essere utilizzate senza pregiudizio, privilegiando le fonti rinnovabili disponibili, per evitare blackout e disordini sociali. |
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1.8. |
Affinché i prezzi dell’energia siano socialmente accettabili e l’UE continui a progredire per mantenere la sua posizione di leader nella diffusione delle energie rinnovabili, il CESE chiede di:
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1.9. |
Il CESE riconosce che per garantire ai consumatori finali prezzi accessibili e prevenire la povertà energetica saranno necessari interventi degli Stati membri, siano essi fiscali o regolamentari. Inoltre, esorta la Commissione e il Consiglio ad adottare ulteriori misure per stabilizzare i prezzi nel sistema energetico dell’UE in modo da evitare aumenti improvvisi e imprevisti dei prezzi. Tuttavia, i responsabili politici dovrebbero garantire che tali interventi non ostacolino il funzionamento del mercato interno dell’energia, non compromettano gli sforzi di decarbonizzazione e di efficienza energetica e non causino incertezze negli investimenti nel settore dell’energia. Qualsiasi misura, a livello di Stato membro o europeo, dovrebbe essere adottata in stretta consultazione con i soggetti interessati, ad esempio le parti sociali. |
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1.10. |
Il mercato interno dell’energia non è completo e, in un periodo di crisi, l’aspetto della solidarietà è molto importante. Occorre potenziare le infrastrutture per consentire l’avvio della transizione verde e il passaggio a fonti di gas diversificate, garantendo nel contempo il flusso di energia tra gli Stati membri attraverso interconnessioni di trasmissione. |
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1.11. |
Il CESE accoglie con favore gli annunci della Commissione riguardo i tempi di trattamento dei fascicoli in materia di aiuti di Stato (entro l’estate). |
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1.12. |
Il CESE sostiene fermamente la proposta della Commissione sullo stoccaggio del gas ed esorta le istituzioni a:
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1.13. |
Un mix versatile di modi di produzione dell’energia fa parte della sicurezza dell’approvvigionamento energetico. È quindi importante utilizzare, oltre all’energia eolica e solare, l’ampia varietà di fonti energetiche a basse emissioni di carbonio che si inseriscono economicamente ed ecologicamente in un sistema energetico. Fino al completamento della diversificazione energetica dell’UE, il CESE accoglierebbe con favore il ricorso pratico a fonti energetiche stabili e a prezzi accessibili che soddisfino i requisiti in materia di basse emissioni di carbonio. |
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1.14. |
Il CESE si rammarica del fatto che la comunicazione non menzioni il ruolo delle fonti stabili a basse emissioni di carbonio nella stabilità dell’approvvigionamento energetico. |
2. Antefatti e contesto
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2.1. |
Come diretta conseguenza e reazione all’invasione russa dell’Ucraina, nel marzo 2022 la Commissione europea ha annunciato e proposto una bozza del piano rivolto a rendere l’UE indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, iniziando immediatamente con il gas. |
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2.2. |
È possibile ampliare il settore di intervento per raggiungere gradualmente l’indipendenza dalla Russia per carbone e petrolio, per i quali l’UE può contare su una maggiore varietà di potenziali fornitori alternativi. L’UE importa il 90 % del gas che consuma, e oltre il 40 % del suo consumo totale di gas proviene dalla Russia. Dalla Russia provengono anche il 27 % delle importazioni di petrolio e il 46 % delle importazioni di carbone. |
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2.3. |
Il piano descrive inoltre una serie di misure volte a reagire all’aumento dei prezzi dell’energia e a ricostituire le scorte di gas per il prossimo inverno. Oltre al pacchetto di misure in materia di prezzi dell’energia, il piano fornisce agli Stati membri ulteriori orientamenti, confermando la possibilità di regolamentare i prezzi in circostanze eccezionali e indicando come gli Stati membri possono ridistribuire ai consumatori le entrate derivanti dagli elevati profitti del settore energetico e dallo scambio di quote di emissione. Le norme dell’UE in materia di aiuti di Stato offrono inoltre agli Stati membri possibilità di fornire sostegno a breve termine alle imprese che risentono dell’aumento dei prezzi dell’energia e di contribuire a ripararle dalla volatilità dei prezzi a medio e lungo termine. A tale riguardo, la Commissione esaminerà tutte le possibili misure di emergenza volte a limitare l’effetto di contagio dei prezzi del gas sui prezzi dell’energia elettrica. |
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2.4. |
Il piano REPowerEU mira a diversificare le consegne e la fornitura di gas, ad accelerare la produzione di gas da fonti rinnovabili e a prevedere anche la sostituzione del gas nel riscaldamento e nella produzione di energia elettrica. L’insieme di queste misure è inteso a ridurre di due terzi la domanda di gas russo dell’UE entro la fine del 2022. |
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2.5. |
La diversificazione dell’approvvigionamento energetico complessivo dell’UE deve avvenire attraverso:
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3. Osservazioni generali
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3.1. |
Il CESE è consapevole del fatto che REPowerEU costituisce una misura straordinaria e urgente, resa necessaria da un’escalation dell’aggressione russa e dal suo impatto sul funzionamento e sulla sicurezza futura del mercato energetico dell’UE. Concorda inoltre sul fatto che tale misura deve essere solida e deve essere attuata nella pratica quanto prima. La situazione attuale non riguarda solo i prezzi all’importazione delle materie prime strategiche, ma anche l’adeguamento dell’approvvigionamento necessario per il funzionamento dell’economia e della società dell’UE. |
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3.2. |
Il CESE accoglie con favore la comunicazione REPowerEU, in quanto presenta soluzioni in linea con gli obiettivi del Green Deal e dell’Unione europea dell’energia. Tuttavia, avverte che l’Europa deve mostrarsi particolarmente cauta per quanto riguarda le fonti alternative al gas russo, in termini di impatto sull’ambiente e di nuova dipendenza da paesi terzi che non condividono i valori europei. |
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3.3. |
Tale nuova realtà richiede una drastica accelerazione della transizione verso l’energia pulita e un aumento dell’indipendenza e dell’autonomia energetica dell’UE. Occorre potenziare le infrastrutture per consentire l’avvio della transizione verde verso gli obiettivi del Green Deal e il passaggio a fonti di gas diversificate, garantendo nel contempo il flusso di energia tra gli Stati membri attraverso interconnessioni di trasmissione. Nel suo documento la Commissione chiede la compatibilità con l’idrogeno, e il CESE sostiene tale richiesta. |
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3.4. |
L’azione REPowerEU è inoltre collegata alle sanzioni a vasto raggio adottate dall’UE e da altri soggetti del mondo occidentale nei confronti della Russia, e può essere coordinata e adeguata di conseguenza, essendo prevedibile che la portata e l’intensità delle sanzioni possano cambiare nel corso del tempo. Tuttavia, il senso ultimo di REPowerEU, indipendenza dalla Russia per la fornitura di materie prime strategiche e superamento della sua interferenza nel mercato europeo dell’energia, dovrebbe rimanere fermo e invariato. |
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3.5. |
Al tempo stesso il CESE si rammarica del fatto che non siano state tradotte in azione, da parte dei leader politici, le sue numerose esortazioni a ridurre la dipendenza strategica da terzi inaffidabili, e che anzi tale dipendenza sia aumentata. L’attuale crisi dei prezzi energetici sarebbe ben lontana dal colpire tanto duramente i cittadini e le imprese europee se l’Europa non dipendesse così tanto dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia, che sono il risultato di decisioni miopi in materia di energia adottate in alcuni Stati membri nello scorso decennio. |
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3.6. |
In tempi di crisi occorre tenere presenti gli obiettivi generali anziché limitarsi a cercare di risolvere i problemi più urgenti. Il CESE si compiace quindi del fatto che la Commissione lo stia facendo nella sua comunicazione. L’UE deve pertanto rispettare in modo coerente gli obiettivi fondamentali della sua politica energetica e dei suoi sistemi energetici: sicurezza di approvvigionamento, costi e prezzi ragionevoli, e neutralità in termini di carbonio. Considerando che tutti questi obiettivi di base sono attualmente in gioco, l’UE dovrebbe concentrarsi su misure che apportino il massimo beneficio in rapporto a tutti gli obiettivi e contribuiscano nel modo più efficiente a fronteggiare le gravi sfide attuali e a raggiungere gli obiettivi a più lungo termine. |
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3.7. |
Un mix versatile di modi di produzione dell’energia fa parte della sicurezza dell’approvvigionamento energetico. È quindi importante utilizzare, oltre all’energia eolica e solare, l’ampia varietà di fonti energetiche a basse emissioni di carbonio che si inseriscono economicamente ed ecologicamente in un sistema energetico. Occorre inoltre usare in parallelo il teleriscaldamento e le pompe di calore. |
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3.8. |
Il CESE si rammarica del fatto che la comunicazione non menzioni il ruolo delle fonti stabili a basse emissioni di carbonio nella stabilità dell’approvvigionamento energetico. |
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3.9. |
Pur concordando con la Commissione europea sull’obiettivo di conseguire l’indipendenza dal gas russo, il CESE sottolinea che per l’economia e la società europee sarà estremamente difficile ridurre di due terzi entro la fine di quest’anno la domanda di gas russo. Ciò implica la diversificazione, da un lato, specie a breve termine attraverso il GNL e il biometano, dall’altro, attraverso l’efficienza energetica e l’espansione delle energie rinnovabili. La sostituzione di un fornitore e di una fonte energetica che rappresentano una quota considerevole del mix energetico dell’UE costituisce una questione complessa, e non può essere attuata da un giorno all’altro. Per evitare blackout e disordini sociali occorre attivare tutte le fonti energetiche. |
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3.10. |
Il CESE riconosce che per garantire ai consumatori finali prezzi accessibili e prevenire la povertà energetica saranno necessari interventi degli Stati membri, siano essi fiscali o regolamentari. Inoltre, esorta la Commissione e il Consiglio ad adottare ulteriori misure per stabilizzare i prezzi nel sistema energetico dell’UE in modo da evitare aumenti improvvisi e imprevisti dei prezzi. Tuttavia, i responsabili politici dovrebbero garantire che tali interventi non ostacolino il funzionamento del mercato interno dell’energia, non compromettano gli sforzi di decarbonizzazione e di efficienza energetica e non causino incertezze negli investimenti nel settore dell’energia. Qualsiasi misura, a livello di Stato membro o europeo, dovrebbe essere adottata in stretta consultazione con i soggetti interessati, ad esempio le parti sociali. |
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3.11. |
I prezzi elevati dell’energia determinano profitti elevati per molte compagnie petrolifere, nonché per alcuni fornitori e commercianti di energia. L’Agenzia internazionale per l’energia stima che questi cosiddetti «profitti straordinari» ammontino nell’UE a circa 200 miliardi di euro nel 2022, e propone di assoggettarli a un prelievo fiscale e di ridistribuirli come compensazione finanziaria a consumatori di energia, come le famiglie vulnerabili, le imprese ad alta intensità energetica, l’agricoltura e la silvicoltura, nonché di utilizzarli per espandere la produzione di energia rinnovabile e le necessarie infrastrutture di rete. Il CESE sottolinea che con qualsiasi tassazione dei profitti straordinari occorre aver cura di non scoraggiare gli investimenti delle imprese energetiche in soluzioni a basse emissioni di carbonio proprio in un momento in cui all’Europa viene chiesto di accelerare tali investimenti per raggiungere gli obiettivi del Green Deal. |
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3.12. |
Qualsiasi misura di sostegno volta ad attenuare la crisi dovrebbe essere temporanea e ben mirata a coloro che soffrono maggiormente, siano essi cittadini, PMI o industrie ad alta intensità energetica. Invece dei nuovi strumenti dell’UE si dovrebbero utilizzare i fondi esistenti, quali il dispositivo per la ripresa e la resilienza, il Fondo per una transizione giusta e le maggiori entrate provenienti dal sistema di scambio di quote di emissione. |
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3.13. |
In caso di interruzione totale delle forniture russe, l’Europa non sarebbe in grado di far fronte alla sua domanda di gas nel periodo invernale, nella seconda metà dell’anno. Bisogna quindi valutare come organizzare la domanda e aumentare l’offerta. In primo luogo occorre organizzare la domanda, e l’Agenzia internazionale per l’energia ha formulato proposte in tal senso, che ridurrebbero la dipendenza dell’UE dal gas russo (sobrietà energetica, piano organizzato di riduzione del carico ecc.). Occorre poi attivare tutte le opzioni per diversificare l’approvvigionamento di gas attraverso l’importazione di GNL (riempire il più possibile gli impianti di stoccaggio importando GNL e al tempo stesso aumentare le capacità di importazione di GNL). |
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3.14. |
Non tutti gli Stati membri hanno accesso a terminali GNL e la situazione richiede uno sforzo straordinario di solidarietà tra gli Stati membri e un’accelerazione delle interconnessioni di trasmissione. Tutti questi cambiamenti comporteranno enormi costi aggiuntivi per i necessari investimenti. Occorre stabilire un calendario della fattibilità pratica di tali misure e investimenti. Ci vorrà semplicemente del tempo, probabilmente qualche anno, per completare gli investimenti nelle infrastrutture necessarie. |
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3.15. |
Il maggiore ricorso a energie rinnovabili renderà necessario rafforzare le infrastrutture e gli investimenti in questo settore dovrebbero essere incentivati piuttosto che ostacolati. Le reti di distribuzione sono fondamentali per integrare grandi quantità di elettricità verde e devono essere ampliate e digitalizzate di conseguenza. Per evitare costi irrecuperabili queste decisioni di investimento devono essere ben ponderate, e pianificate in funzione delle esigenze future. |
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3.16. |
Le attuali condizioni di mercato non incentivano in alcun modo lo stoccaggio di gas in estate. Il CESE si compiace del fatto che la Commissione designi lo stoccaggio del gas come «infrastruttura critica». Il CESE sostiene fermamente la proposta della Commissione sullo stoccaggio del gas. Il Comitato esorta le istituzioni a:
Date le differenze nei sistemi dei vari Stati membri deve essere possibile adempiere agli obblighi in materia di stoccaggio del gas anche con combustibili alternativi. |
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3.17. |
Il CESE accoglie con favore l’accelerazione annunciata per l’idrogeno e i nuovi obiettivi (+ 15 milioni di tonnellate entro il 2030), ma serve un approccio realistico. C’è bisogno di flessibilità nella diffusione (ad esempio addizionalità), di pragmatismo nel sostegno (e decisioni quanto più possibile rapide in materia di importanti progetti di comune interesse europeo [IPCEI] e di aiuti di Stato) e di una soppressione dei vincoli inutili che possono ostacolare gli investimenti. In quest’ottica il CESE accoglie con favore gli annunci della Commissione riguardo i tempi di trattamento dei fascicoli in materia di aiuti di Stato (entro l’estate). |
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3.18. |
Il CESE ribadisce la sua esortazione a collocare, come obiettivo principale, i cittadini al centro dell’Unione dell’energia (2). Tuttavia, per mettere rapidamente in pratica questa idea e liberare l’UE dalla sua dipendenza dalla Russia bisogna che nella legislazione dell’UE siano adottate misure concrete. La complessità dell’accesso dei consumatori alla loro stessa produzione e alla condivisione delle energie rinnovabili rende più difficile proteggere questi clienti dall’aumento dei prezzi dell’energia. Il CESE chiede una valutazione delle attuali disposizioni burocratiche sull’installazione e la commercializzazione o l’utilizzazione in proprio delle energie rinnovabili, e la rimozione di tutte le barriere inutili al fine di sfruttare appieno il potenziale dell’energia dei cittadini e delle comunità, concentrandosi sugli impianti più piccoli e sulle opzioni di flessibilità. |
4. Osservazioni particolari
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4.1. |
Il CESE invita la Commissione europea a istituire un nucleo incaricato di monitorare in modo permanente l’attuazione pratica del piano, la valutazione della sua fattibilità e i rischi potenziali. Le circostanze possono cambiare radicalmente, e gli obiettivi di REPowerEU devono essere realizzati e attuati con successo per importanti ragioni strategiche. |
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4.2. |
Nonostante la necessità di un’azione urgente, è essenziale anche proseguire gli investimenti nella ricerca e nell’innovazione, tenendo debitamente conto della crescente necessità di trovare soluzioni per gestire i rischi e le sfide geoeconomici, sociali e ambientali connessi all’energia. |
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4.3. |
Nella comunicazione REPowerEU viene suggerito di incrementare la produzione di biometano a 35 miliardi di metri cubi entro il 2030. Il CESE accoglie con favore questo obiettivo, ma lo reputa molto ambizioso, e chiede misure e incentivi concreti per conseguirlo. |
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4.4. |
L’obiettivo di installazione di pompe di calore dovrebbe raddoppiare a due milioni l’anno. Ciò può portare a una diminuzione significativa del consumo di gas per il riscaldamento, pari a circa 35 miliardi di metri cubi entro il 2030. Si dovrebbero considerare modi per incoraggiare una diffusione più rapida delle pompe di calore. Occorre tuttavia aver cura di non creare problemi di gestione dei picchi elettrici in tutta Europa e prendere in considerazione anche le pompe di calore ibride. Bisogna potenziare le infrastrutture attuali con reti intelligenti al fine di rispondere a una maggiore domanda di elettrificazione. |
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4.5. |
L’accelerazione degli investimenti richiede un contesto favorevole e sicuro per gli investimenti. La proposta di accelerare le procedure di rilascio delle autorizzazioni è accolta con favore, ma è importante non compromettere l’adeguata consultazione delle parti interessate. Al tempo stesso, un rapido aumento degli investimenti comporta molte sfide che devono anch’esse essere gestite, tra cui la disponibilità di manodopera qualificata e i materiali e le attrezzature necessari. |
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4.6. |
Bisogna incentivare gli Stati membri a definire aree di riferimento che si prestano per aumentare la diffusione delle energie rinnovabili. C’è un potenziale inutilizzato di sinergie in termini di diffusione delle energie rinnovabili e di realizzazione di altre attività vantaggiose dal punto di vista sociale ed economico, come le transizioni in siti dismessi o il pieno sfruttamento del potenziale di diffusione delle energie rinnovabili nei settori residenziale e commerciale. |
Bruxelles, 18 maggio 2022
La presidente del Comitato economico e sociale europeo
Christa SCHWENG
(1) Parere del CESE sul tema Prezzi dell'energia (GU C 275 del 18.7.2022, pag. 80).