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Document 52021IE3602
Opinion of the European Economic and Social Committee on The role of Civil Society Organisations as guardians of the common good in the post-pandemic recovery and reconstruction of EU societies and economies (own-initiative opinion)
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema: Il ruolo delle organizzazioni della società civile in quanto custodi del bene comune nella ripresa e ricostruzione post-pandemia delle società e delle economie dell’UE (parere d’iniziativa)
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema: Il ruolo delle organizzazioni della società civile in quanto custodi del bene comune nella ripresa e ricostruzione post-pandemia delle società e delle economie dell’UE (parere d’iniziativa)
EESC 2021/03602
GU C 323 del 26.8.2022, pp. 13–18
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
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26.8.2022 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 323/13 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema: Il ruolo delle organizzazioni della società civile in quanto custodi del bene comune nella ripresa e ricostruzione post-pandemia delle società e delle economie dell’UE
(parere d’iniziativa)
(2022/C 323/03)
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Relatore: |
Ioannis VARDAKASTANIS |
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Decisione dell’Assemblea plenaria |
28.4.2021 |
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Base giuridica |
Articolo 32, paragrafo 2, del Regolamento interno |
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Parere d’iniziativa |
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Sezione competente |
Occupazione, affari sociali e cittadinanza |
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Adozione in sezione |
3.5/2022 |
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Adozione in sessione plenaria |
18.5.2022 |
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Sessione plenaria n. |
569 |
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Esito della votazione (favorevoli/contrari/astenuti) |
189/1/4 |
1. Conclusioni e raccomandazioni
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1.1. |
La società civile e le parti sociali fanno da ponte tra i responsabili politici e le realtà di coloro che rappresentano. Attraverso il dialogo con queste parti interessate, i responsabili politici possono quindi comprendere in modo efficace le diverse esigenze delle persone appartenenti a gruppi sociali differenti. Inoltre, la società civile incoraggia la partecipazione di tutti alla «democrazia civica» per incidere sulle questioni che hanno un impatto sulla loro vita. |
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1.2. |
Nell’UE la società civile e le parti sociali operano a diversi livelli. Alcune organizzazioni operano a livello dell’UE, altre a livello nazionale e altre ancora a livello regionale o locale. Gli ambiti di intervento ai vari livelli sono complementari. Per quanto riguarda le attività di sensibilizzazione, le tematiche affrontate dall’UE rispetto alle organizzazioni nazionali sono spesso determinate dal modo in cui le competenze politiche sono ripartite tra UE e livello nazionale. |
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1.3. |
Le organizzazioni della società civile che operano al livello di base possono svolgere un ruolo importante anche nel monitoraggio dell’attuazione di nuove politiche e iniziative e dei relativi effetti. Tuttavia, la società civile non si limita ad incidere sulle decisioni politiche, ma esiste anche per fornire effettivamente dei servizi alle persone che rappresenta. |
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1.4. |
Durante la pandemia di COVID-19 e la lenta ripresa dell’Europa dalla profonda crisi in cui era precipitata, il ruolo della società civile e delle parti sociali ha dovuto adattarsi. Un’attenzione ancora maggiore che in passato è stata rivolta alla prestazione di servizi essenziali, alla protezione dei diritti umani e al salvataggio di vite umane, nonché ad affrontare nel contempo le difficoltà incontrate dalle organizzazioni nel finanziarsi e sostenere il proprio personale. Inoltre, con la pandemia sono state adottate una serie di nuove iniziative di finanziamento dell’UE, che a loro volta hanno richiesto un forte sostegno per garantire che gli investimenti raggiungessero le persone più bisognose. |
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1.5. |
La società civile europea sta passando dalla crisi provocata dalla COVID-19 a una crisi completamente nuova. Numerosi attori della società civile stanno ora concentrando i loro sforzi sulla risposta alle ripercussioni dell’invasione non provocata dell’Ucraina da parte delle autorità russe. Molte ONG, ad esempio, stanno utilizzando gli insegnamenti appresi in materia di gestione delle crisi durante la pandemia per sostenere i profughi ucraini, raccogliere fondi di emergenza e aiutarli a fuggire dalla cruenta invasione del loro paese. Stanno inoltre concentrando i loro sforzi sulle persone più a rischio di povertà nel resto dell’UE, a causa del drastico aumento dei prezzi del carburante e dell’impennata dell’inflazione. |
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1.6. |
L’inclusione della società civile nel processo decisionale è parte integrante dei valori dell’UE, come sancito dall’articolo 1 del trattato sull’Unione europea in cui si afferma che le decisioni dovrebbero essere «prese nel modo più trasparente possibile e il più vicino possibile ai cittadini». Non vi può essere spazio per la repressione del dialogo sociale e del dialogo con la società civile nell’UE. Il rispetto di tali valori dovrebbe essere un prerequisito affinché gli Stati membri possano beneficiare dei finanziamenti dell’UE. |
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1.7. |
L’UE non dovrebbe dimostrare alcuna tolleranza nei confronti degli Stati membri in cui il margine d’azione della società civile si sta restringendo. Un sistema in cui viene messa a tacere la voce della società civile, in particolare di quanti hanno una visione critica dell’operato del governo, compromette di fatto la dinamica in base alla quale i decisori politici agiscono nell’interesse dei cittadini. Diventa invece un sistema in cui chi detiene il potere agisce solo nel proprio interesse. Tale approccio costituisce una minaccia per la democrazia all’interno dell’UE ed è inconciliabile con i valori europei delineati nei criteri di Copenaghen (1). |
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1.8. |
Garantire che gli Stati membri rispettino i valori dell’UE non significa solo che siano disposti a collaborare con la società civile, ma implica anche che ne facilitino l’esistenza, anche quando è critica nei confronti delle politiche attuate dal governo o è politicamente avversa a quest’ultimo. Tutte le organizzazioni della società civile (OSC) nell’UE devono essere libere e indipendenti. Gli Stati membri che accettano il dialogo solo con poche organizzazioni selezionate e favorevoli al governo, nel quadro di un esercizio meramente formale, sono colpevoli di pratiche antidemocratiche tanto quanto i governi che non coinvolgono in alcun modo la società civile. |
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1.9. |
I responsabili politici dovrebbero garantire la partecipazione significativa della società civile, e non soltanto a livello superficiale. Ciò significa coinvolgere le organizzazioni in tutte le fasi del processo decisionale. Significa altresì ascoltare il parere della società civile durante il processo di elaborazione di nuove normative, nuovi progetti o iniziative, e consultarla regolarmente mentre questi prendono forma, vengono adottati e successivamente attuati. Troppo spesso la società civile viene consultata quando la legislazione o i progetti sono ormai prossimi al completamento. In questo modo i responsabili politici non possono tenere conto di eventuali proposte della società civile, e si crea un precedente in base al quale quest’ultima dovrebbe limitarsi unicamente ad approvare le proposte presentate. |
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1.10. |
I responsabili politici a tutti i livelli dovrebbero garantire che i loro processi di consultazione siano facilmente individuabili e accessibili. Il CESE elogia il sistema di consultazione pubblica della Commissione, aperto a tutte le OSC e ai singoli cittadini, e apprezza il fatto che tutte le consultazioni siano sistematicamente pubblicate sullo stesso sito web (2). D’altro canto, le consultazioni a livello dell’UE possono talvolta essere restrittive per quanto riguarda il tipo di contributi ammessi. |
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1.11. |
La società civile ha il potenziale per assistere i responsabili politici in compiti essenziali come il monitoraggio. Tuttavia, se si vuole che il ruolo della società civile nel monitoraggio dell’attuazione di nuove politiche e iniziative venga preso sul serio, le autorità locali, nazionali e dell’UE dovrebbero sostenere i costi operativi di queste organizzazioni. Tale aspetto assume ancora più importanza alla luce delle incertezze sui finanziamenti in generale e sui finanziamenti dei progetti a causa della COVID, nonché degli aumenti dei costi operativi. Affinché la società civile possa assicurare il sostegno migliore e quanto più costruttivo possibile, è essenziale che l’offerta di finanziamenti per il funzionamento e lo sviluppo delle capacità non metta in discussione l’indipendenza delle OSC. |
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1.12. |
L’UE potrebbe adottare diverse misure che le consentano di tenere conto del contributo della società civile. Potrebbe innanzitutto definire uno status di partecipante. Potrebbe inoltre concordare orientamenti e norme comuni sul diritto all’associazione e al dialogo civile da attuare in tutti i processi pertinenti, nonché adottare un accordo interistituzionale sul dialogo civile. Riconoscere e promuovere il ruolo delle associazioni e delle ONG nel quadro dell’Unione europea sarebbe inoltre estremamente utile per migliorare il partenariato tra i responsabili politici e la società civile a livello dell’UE. |
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1.13. |
Anche alle OSC incombe una serie di responsabilità per una buona formulazione delle politiche. Come prima cosa, le organizzazioni dovrebbero essere sempre attente alla situazione reale delle persone che rappresentano e assicurarsi che le azioni intraprese rispondano alle loro esigenze. È particolarmente importante promuovere la partecipazione dei giovani alla società civile e garantire un futuro al movimento. È altresì fondamentale che la società civile offra un contributo costruttivo e formuli raccomandazioni chiare, che consentano di plasmare le nuove politiche nel modo ritenuto migliore per i cittadini. I contributi non dovrebbero essere incentrati unicamente sulle carenze, ma dovrebbero anche fornire suggerimenti concreti su come apportare miglioramenti. |
2. Osservazioni generali
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2.1. |
Nel presente documento il termine «società civile» si riferisce anche alle parti sociali, ma va osservato che queste ultime operano con modalità uniche e specifiche per la tutela dei diritti. Le organizzazioni della società civile (OSC) sostengono anche gli interessi di gruppi che non possono influenzare la politica esprimendo il proprio voto, come i minori, le persone con disabilità a cui è stato negato il diritto di voto oppure i migranti e i rifugiati, oltre a promuovere il loro impegno a favore della democrazia. Il dialogo tra la società civile e i responsabili politici è quindi fondamentale per comprendere le esigenze della società e formulare risposte politiche efficaci. |
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2.2. |
Organizzazioni della società civile indipendenti e informate possono offrire un contributo inestimabile alla definizione delle politiche. Possono altresì svolgere un ruolo essenziale nel monitoraggio dell’efficacia delle politiche e delle iniziative esistenti. Tuttavia, è fondamentale fornire loro un sostegno per lo sviluppo delle capacità. |
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2.3. |
Il margine d’azione della società civile si sta restringendo drasticamente in alcune parti dell’Unione europea (UE), e le istituzioni europee devono reagire con forza e senza compromessi a questi preoccupanti sviluppi. L’inclusione della società civile nel processo decisionale è parte integrante dei valori dell’UE, come sancito dall’articolo 1 del trattato sull’Unione europea in cui si afferma che le decisioni dovrebbero essere «prese nel modo più trasparente possibile e il più vicino possibile ai cittadini». Non ci può essere spazio per la repressione della società civile. |
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2.4. |
La separazione delle competenze politiche tra l’UE e il livello nazionale, regionale e locale ha dato origine a vari livelli di rappresentanza della società civile. Esistono OSC dell’UE che si occupano specificamente di ambiti d’intervento in cui legifera l’UE, mentre altre operano a livello nazionale, regionale o locale. |
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2.5. |
Due dei principali ostacoli incontrati dalla società civile a tutti i livelli consistono nella riluttanza dei responsabili politici a impegnarsi nel dialogo e nella mancanza di un coinvolgimento significativo in tutte le fasi del processo decisionale. È opportuno adottare norme giuridiche a livello europeo e nazionale per eliminare questo tipo di atteggiamenti. |
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2.6. |
La società civile a livello nazionale e dell’UE svolge un ruolo cruciale nella ripresa dell’Europa dalla pandemia. Uno degli ambiti in cui i due livelli si stanno coordinando riguarda il modo in cui gli Stati membri dell’UE investono i fondi del dispositivo per la ripresa e la resilienza, che è in grado di modificare radicalmente l’aspetto delle nostre società ed economie negli anni e nei decenni a venire. Tuttavia, tale processo ha evidenziato come molti Stati membri non si impegnino sufficientemente a consultare in modo significativo la società civile, per cui molte OSC sono escluse o, nella migliore delle ipotesi, vengono coinvolte soltanto superficialmente nell’elaborazione dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza (PNRR). Questa problema è stato descritto in una risoluzione del CESE del febbraio 2021 (3). Abbiamo inoltre rilevato che la società civile non viene adeguatamente consultata, nonostante l’obbligo in tal senso previsto dall’articolo 18 del regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio (4) che istituisce un dispositivo per la ripresa e la resilienza. |
3. In che modo il coinvolgimento della società civile può tradursi in politiche più efficaci
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3.1. |
I decisori politici a tutti i livelli hanno il dovere di operare nell’interesse dei cittadini e non viceversa. La democrazia può funzionare correttamente soltanto se quanti hanno la responsabilità di elaborare e attuare le leggi prestano attenzione alle esigenze delle persone che rappresentano e le comprendono. L’esistenza della società civile, la sua inclusione attiva e la sua partecipazione significativa ai processi decisionali a tutti i livelli sono fondamentali per garantire una governance efficace e intelligente. |
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3.2. |
Le OSC hanno il compito di trasmettere i messaggi delle persone che rappresentano o di farsi portavoce delle preoccupazioni pubbliche, traducendole in messaggi e raccomandazioni politiche che siano chiari e coerenti. Attraverso il dialogo con la società civile, i responsabili politici possono quindi comprendere in modo efficace le diverse esigenze delle persone appartenenti a gruppi sociali differenti. Esso aiuta a ridurre al minimo il rischio di trascurare eventuali problemi che potrebbero sorgere nell’attuazione delle politiche e può fornire indicazioni e competenze che diversamente i responsabili politici potrebbero non avere. |
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3.3. |
Tenuto conto che i decisori politici sono generalmente attenti ai desideri degli elettori, una delle funzioni cruciali della società civile è rappresentare i gruppi che non hanno diritto al voto. Ciò vale in particolare per le OSC che tutelano i diritti dei minori, delle persone con disabilità a cui è negato il diritto di voto, delle persone affidate a tutori e degli immigrati e rifugiati che non hanno diritto al voto nel paese in cui risiedono. La società civile ha il compito di difendere gli interessi dei gruppi le cui voci non possono trovare espressione attraverso il suffragio. Inoltre incoraggia la partecipazione di tutti alla «democrazia civica» per incidere sulle questioni che hanno un impatto sulla loro vita. In assenza di una società civile forte, in grado di promuovere il coinvolgimento delle persone appartenenti a tali gruppi, questi ultimi rischierebbero, in molti casi, di essere ulteriormente trascurati dai responsabili politici. |
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3.4. |
Le organizzazioni della società civile che operano al livello di base, in particolare le OSC nazionali o locali, possono svolgere un ruolo importante anche nel monitoraggio dell’attuazione di nuove politiche e iniziative e dei relativi effetti. Tuttavia, il monitoraggio è un compito impegnativo che spesso presuppone conoscenze molto tecniche. È pertanto essenziale che l’UE e gli Stati membri sostengano le OSC attraverso finanziamenti e assistenza tecnica per consentire loro di sviluppare le capacità necessarie. Inoltre, la Commissione dovrebbe iniziare a sviluppare una strategia per monitorare come vengono utilizzati i fondi dell’UE, un compito che la Commissione non sembra in grado di svolgere facendo affidamento esclusivamente sulle proprie capacità. Tale strategia dovrebbe indicare chiaramente in che modo la Commissione intende sostenere i partner con i quali collabora nelle attività di monitoraggio. |
4. Il ruolo della società civile a livello dell’UE nella ripresa post-pandemia
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4.1. |
La società civile a livello dell’UE comprende gli attori che difendono determinate istanze dinanzi alle istituzioni dell’UE e rappresentano le persone che vivono in tutti i 27 Stati membri e spesso ben più lontano. Essi svolgono un ruolo essenziale nelle attività di sensibilizzazione negli ambiti di competenza dell’UE, riguardo ai quali è necessario avviare un dialogo con i responsabili politici a livello di Unione. |
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4.2. |
Gli ambiti di seguito descritti sono quelli su cui spesso si concentra la società civile dell’UE. Si tratta di ambiti politici in cui l’UE può proporre atti legislativi o in cui gli Stati membri possono legiferare a livello nazionale solo garantendo il pieno rispetto della legislazione dell’UE già esistente: occupazione e affari sociali; coesione economica, sociale e territoriale; agricoltura; pesca; ambiente; protezione dei consumatori; trasporti; reti transeuropee; energia; giustizia e diritti fondamentali; migrazione e affari interni; sanità pubblica; cooperazione allo sviluppo e aiuti umanitari. Attualmente la società civile e le parti sociali si concentrano anche su iniziative politiche a livello dell’UE, come il pilastro europeo dei diritti sociali (5) e il Green Deal europeo (6). |
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4.3. |
L’azione di sensibilizzazione ad opera delle OSC a livello dell’UE incontra ancora numerosi ostacoli. Come sottolineato nella relazione informativa del CESE SOC/639 (7), a differenza di altre organizzazioni internazionali, l’UE non ha ancora creato uno status di partecipante per le associazioni e le ONG europee. Tuttavia, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea garantisce il diritto alla libertà di riunione e di associazione, segnatamente in campo civico a tutti i livelli, compreso quello europeo (8).
Nel contesto della ripresa dalla pandemia di COVID-19, la società civile dell’UE influenza e controlla il modo in cui i fondi dell’UE vengono utilizzati per consentire ai cittadini di superare questa crisi. |
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4.4. |
L’utilizzo dei finanziamenti dell’UE, in particolare nel quadro del dispositivo per la ripresa e la resilienza da 723,8 miliardi di EUR (9), può stimolare la ripresa sociale ed economica dalla crisi legata alla COVID. Tuttavia, il modo in cui le risorse vengono investite dipende dalle scelte politiche. Se da un lato i piani nazionali riguardanti l’utilizzo di tali risorse finanziarie sono elaborati dagli Stati membri, la Commissione europea ha la responsabilità di valutarli e approvarli. La società civile dell’UE ha ripetutamente richiamato l’attenzione della Commissione in merito a proposte preoccupanti di finanziamento nei piani nazionali. Ha evidenziato l’esistenza di problemi sistemici che sono stati rivelati e amplificati dalla pandemia, come i mancati investimenti nei sistemi sanitari pubblici, nella sicurezza sociale e nell’istruzione, insistendo sulla necessità di utilizzare il dispositivo per la ripresa e la resilienza per porvi rimedio. |
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4.5. |
Diversi PNRR sono stati modificati su richiesta della Commissione, mentre altri sono stati respinti o la loro approvazione è sospesa (10). La società civile è stata determinante nel porre in evidenza gli ambiti che destano preoccupazione (11). I fondi dell’UE devono essere utilizzati negli ambiti in cui sono state osservate le maggiori criticità, il maggior numero di vittime e le violazioni più preoccupanti dei diritti fondamentali durante la pandemia. Ciò includerà il finanziamento della transizione dalle strutture di assistenza istituzionale, in particolare per le persone con disabilità e gli anziani, nonché una migliore preparazione e resilienza dei servizi sanitari di emergenza, onde evitare il ripetersi del sistema di triage che ha condotto al respingimento di determinati gruppi dagli ospedali. |
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4.6. |
I fondi dell’UE servono inoltre per sostenere la ripresa economica e il ritorno al lavoro delle persone che hanno perso i mezzi di sussistenza durante la pandemia. Si stima che, a causa della pandemia di COVID, nella sola UE siano andati perduti 6 milioni di posti di lavoro (12). Tuttavia, non tutti sono stati colpiti in egual misura dalla perdita di posti di lavoro. Le parti sociali svolgono un ruolo fondamentale nella definizione di politiche economiche, sociali e del lavoro che promuovano il buon funzionamento dei mercati del lavoro e tutelino in tal modo i lavoratori, compresi quelli maggiormente a rischio di perdita di reddito, nonché i datori di lavoro. La società civile a livello dell’UE si è inoltre adoperata per garantire che gli investimenti siano indirizzati verso le persone più colpite. Le organizzazioni della società civile che rappresentano gli interessi delle donne, dei giovani, delle persone con disabilità e delle persone appartenenti a minoranze etniche hanno un ruolo particolarmente importante da svolgere nel garantire che le risorse siano destinate alla riqualificazione e al sostegno di questi gruppi. La società civile, insieme alle organizzazioni a livello nazionale e locale, ha offerto il proprio contributo in tal senso esercitando la propria influenza sulla definizione delle priorità e sulle raccomandazioni formulate dalla Commissione sull’uso dei fondi, sulla valutazione dei piani nazionali da parte dell’UE e sul monitoraggio dell’utilizzo dei fondi negli Stati membri. |
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4.7. |
L’UE sta inoltre avviando la creazione di un’Unione della salute che le garantirà una maggiore preparazione di fronte a future crisi sanitarie. L’Unione della salute comporterà una serie di cambiamenti in termini di coordinamento dell’UE in settori come la rilevazione delle carenze di medicinali e lo stoccaggio preventivo, la sperimentazione e l’approvazione di nuovi farmaci e trattamenti e la condivisione di dispositivi salvavita a livello transfrontaliero in base alle necessità. Ancora una volta, la società civile dell’UE riveste un ruolo importante nel garantire che il nuovo piano assicuri una protezione migliore ai gruppi meno serviti nel quadro della risposta alla pandemia da parte dell’UE e degli Stati membri. Questi obiettivi sono stati illustrati nel parere del CESE SOC/665 (13). Gli obiettivi consisteranno nell’assicurarsi che l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) stabilisca un modello europeo per la determinazione del prezzo dei medicinali in modo equo, responsabile e trasparente. Si dovranno inoltre esercitare pressioni affinché il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie abbia il mandato e le risorse per affrontare le disuguaglianze in ambito sanitario e garantire che le risposte sanitarie dell’UE siano rivolte ai soggetti considerati più a rischio, e per assicurare che le campagne sanitarie e le informazioni in materia di salute pubblica divulgate dall’UE siano molto più accessibili e comprensibili per tutti in caso di crisi future. |
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4.8. |
È probabile che le crisi future saranno causate non soltanto da virus, ma anche o soprattutto da catastrofi naturali legate ai cambiamenti climatici. All’UE spetta un ruolo chiave nell’aiutare gli Stati membri a ridurre le emissioni di CO2, nonché a prepararsi ad affrontare congiuntamente i crescenti problemi emersi negli ultimi anni, come inondazioni e incendi boschivi. Le ONG attive in campo ambientale possono pertanto offrire un contributo assistendo i decisori politici nell’identificare gli ambiti che maggiormente necessitano di investimenti e nel suggerire soluzioni per una migliore gestione dei disastri ambientali, in modo da non lasciare indietro nessuno. |
5. Il ruolo della società civile nazionale e locale nel ricostruire meglio
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5.1. |
Nel contesto dell’UE esistono diversi ambiti d’intervento nei quali la responsabilità di sensibilizzazione ricade direttamente sulle OSC nazionali e locali. Analogamente a quanto avviene con la società civile a livello dell’UE, tutto dipende dal modo in cui le competenze sono ripartite tra l’UE e i suoi Stati membri. In collaborazione con la società civile dell’UE, le OSC nazionali e locali garantiscono che si presti attenzione a tutti gli ambiti di intervento. |
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5.2. |
Tra gli ambiti su cui tipicamente si concentrano le OSC nazionali e locali figurano pertanto la sanità pubblica, l’industria, la cultura, l’istruzione, la gioventù e lo sport, la protezione sociale, la protezione ambientale, i servizi sociali, l’assistenza legale alle vittime, le strutture di accoglienza per le vittime di violenza ecc. |
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5.3. |
La società civile locale, regionale e nazionale ha dovuto gestire molti problemi aggravati dalla COVID-19. È nel contesto nazionale che sono state assunte le decisioni riguardanti le regole da imporre per fermare la diffusione del virus, le modalità in cui veniva fornita l’assistenza sanitaria di emergenza, la priorità delle vaccinazioni, la continuità dell’istruzione per i discenti di tutte le età e la protezione del reddito dei lavoratori rimasti senza lavoro. Le OSC hanno inoltre contribuito alla lotta contro la disinformazione sui vaccini e hanno posto in evidenza il rischio di discriminazione e di aumento della povertà presso determinati gruppi di persone. |
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5.4. |
È forse alla società civile nazionale e locale che spetta il ruolo più importante nell’aiutare l’UE a ricostruire meglio, in quanto sono proprio tali OSC a definire le politiche nazionali e regionali e a fornire servizi essenziali alle loro comunità in modo da:
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5.5. |
Il quadro che consente alla società civile di partecipare formalmente all’elaborazione delle politiche varia da uno Stato membro all’altro. In alcuni Stati membri esistono omologhi nazionali del CESE, sebbene i poteri loro conferiti siano diversi e in costante evoluzione. La struttura del CESE, composta da membri che rappresentano tre gruppi (datori di lavoro, lavoratori e «Diversità Europa») potrebbe essere replicata con successo a livello nazionale, regionale e locale.
In collaborazione con la società civile a livello dell’UE, anche le OSC nazionali sono state determinanti nel definire come il dispositivo per la ripresa e la resilienza viene utilizzato negli Stati membri. |
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5.6. |
Nella relazione informativa SOC/639 (14) e nella risoluzione sul coinvolgimento della società civile nazionale nei PNRR (15), il CESE ha elogiato l’accordo raggiunto nel dicembre 2020 tra il Parlamento europeo e il Consiglio sul regolamento che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (16), il cui articolo 18 ribadisce che le organizzazioni della società civile devono partecipare, mediante un processo di consultazione, all’elaborazione e all’attuazione dei PNRR. |
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5.6.1. |
Tuttavia, nonostante nel regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza si faccia riferimento alla partecipazione della società civile, paradossalmente quest’ultima non è stata coinvolta nella definizione della parte che riguarda proprio il suo coinvolgimento in tale processo. I regolamenti non fanno peraltro mai riferimento esplicito alle OSC come beneficiari, a differenza per esempio delle PMI. Ciò ha creato una serie di problemi per quanto riguarda il coinvolgimento delle OSC nella fase di attuazione. La situazione appare paradossale, dato che le OSC saranno un attore cruciale per la ripresa dalla pandemia di COVID. |
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5.6.2. |
Inoltre, nonostante gli orientamenti formulati dalla Commissione (17), la realtà è che nella pratica le OSC nazionali hanno incontrato grandi difficoltà per esercitare un influsso sul processo di elaborazione dei PNRR. Uno degli ostacoli rilevati è l’apparente riluttanza di alcuni governi nazionali a coinvolgere la società civile nell’elaborazione dei loro piani. Molti governi non hanno incluso attivamente la società civile, costringendo le OSC ad appellarsi apertamente alle autorità nazionali per essere coinvolte. Persino laddove tali organizzazioni sono state coinvolte, il tempo riservato alla loro consultazione è stato del tutto inadeguato. Ciò ha impedito di avviare un dibattito concreto e di tenere conto del contributo della società civile nell’elaborazione dei PNRR. Di conseguenza, sebbene un gran numero di Stati membri abbia dimostrato di aver consultato in una qualche forma la società civile, troppo spesso le organizzazioni nazionali della società civile non sono state veramente coinvolte nella definizione dei relativi piani. |
Bruxelles, 18 maggio 2022
La presidente del Comitato economico e sociale europeo
Christa SCHWENG
(1) Criteri di adesione.
(2) https://ec.europa.eu/info/consultations_it
(3) https://www.eesc.europa.eu/it/documents/resolution/involvement-organised-civil-society-national-recovery-and-resilience-plans-what-works-and-what-does-not.
(4) Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021, che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (GU L 57 del 18.2.2021, pag. 17).
(5) Pilastro europeo dei diritti sociali, Commissione europea (europa.eu).
(6) Un Green Deal europeo, Commissione europea (europa.eu).
(7) Creazione di uno statuto europeo per le associazioni e le ONG comprendente una definizione precisa di ONG o di associazione europea (relazione informativa), Comitato economico e sociale europeo (europa.eu).
(8) Articolo 12.
(9) https://ec.europa.eu/info/business-economy-euro/recovery-coronavirus/recovery-and-resilience-facility_it.
(10) Il piano bulgaro non è stato approvato e l’approvazione del piano ungherese è stata sospesa.
(11) GU C 517 del 22.12.2021, pag. 1.
(12) COVID-19 has already wiped out 6 million jobs, EU study finds (La COVID-19 ha già spazzato via 6 milioni di posti di lavoro, secondo uno studio dell’UE), Coronavirus pandemic News, Al Jazeera.
(13) GU C 286 del 16.7.2021, pag. 109.
(14) Creazione di uno statuto europeo per le associazioni e le ONG comprendente una definizione precisa di ONG o di associazione europea (relazione informativa), Comitato economico e sociale europeo (europa.eu).
(15) GU C 155 del 30.4.2021, pag. 1.
(16) GU L 57 del 18.2.2021, pag. 17.
(17) https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/document_travail_service_part1_v2_en.pdf