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Document 52021IP0413

    Risoluzione del Parlamento europeo del 7 ottobre 2021 sull'Artico: opportunità, preoccupazioni e sfide in materia di sicurezza (2020/2112(INI))

    GU C 132 del 24.3.2022, p. 113–128 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    24.3.2022   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 132/113


    P9_TA(2021)0413

    L'Artico: prospettive, problematiche e sfide per la sicurezza

    Risoluzione del Parlamento europeo del 7 ottobre 2021 sull'Artico: opportunità, preoccupazioni e sfide in materia di sicurezza (2020/2112(INI))

    (2022/C 132/10)

    Il Parlamento europeo,

    visti il titolo V del trattato sull'Unione europea, segnatamente gli articoli 21, 23, 34 e 36, nonché la parte cinque del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

    viste le sue risoluzioni del 9 ottobre 2008 sulla governance artica (1), del 20 gennaio 2011 su una politica europea sostenibile per il Grande Nord (2), del 12 marzo 2014 sulla strategia dell'Unione europea per la regione artica (3), del 16 marzo 2017 su una politica integrata dell'Unione europea per l'Artico (4), del 3 luglio 2018 sulla diplomazia climatica (5) e del 28 novembre 2019 sull'emergenza climatica e ambientale (6),

    vista la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni (UNDRIP), adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2007,

    vista la sua risoluzione del 3 luglio 2018 sulla violazione dei diritti dei popoli indigeni nel mondo, compreso l'accaparramento dei terreni (7),

    viste la comunicazione della Commissione, del 20 novembre 2008, dal titolo «L'Unione europea e la regione artica» (COM(2008)0763) e le comunicazioni congiunte del 26 giugno 2012 dal titolo «Definire una politica dell'Unione europea per la regione artica: progressi compiuti dal 2008 e prossime tappe» (JOIN(2012)0019) e del 27 aprile 2016 dal titolo «Una politica integrata dell'Unione europea per l'Artico» (JOIN(2016)0021),

    viste le pertinenti raccomandazioni della Delegazione per la cooperazione settentrionale e per le relazioni con la Svizzera e la Norvegia, della commissione parlamentare mista UE-Islanda e della commissione parlamentare mista dello Spazio economico europeo (SEE),

    vista la sintesi dei risultati della consultazione pubblica sulla politica dell'UE per l'Artico del gennaio 2021,

    vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2020 (8) e la comunicazione della Commissione dell'11 dicembre 2019 (COM(2019)0640) sul Green Deal europeo,

    vista la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (UNFCCC),

    visto l'accordo adottato in occasione della 21a Conferenza delle Parti dell'UNFCCC svoltasi il 12 dicembre 2015 a Parigi (accordo di Parigi),

    viste le conclusioni del Consiglio dell'8 dicembre 2009 sulle questioni artiche, del 12 maggio 2014 sulla definizione di una politica dell'Unione europea per la regione artica, del 20 giugno 2016 sull'Artico, del 21 novembre 2019 sulle soluzioni spaziali per un Artico sostenibile e del 9 dicembre 2019 sulla politica dell'UE per l'Artico,

    visti le conclusioni del Consiglio del 15 maggio 2017 sulle popolazioni indigene e il documento di lavoro congiunto dei servizi dal titolo «Implementing EU External Policy on Indigenous Peoples» (Attuazione della politica esterna dell'UE sulle popolazioni indigene), del 17 ottobre 2016 (SWD(2016)0340),

    vista la comunicazione della Commissione del 20 novembre 2008 sull'Unione europea e la regione artica (COM(2008)0763),

    vista la dichiarazione di Ilulissat annunciata il 28 maggio 2008 dai cinque Stati costieri dell'Artico (Stati Uniti, Russia, Canada, Norvegia e Danimarca) e riconfermata nel maggio 2018,

    vista l'istituzione del Consiglio del Mar Baltico (CBSS) e del Consiglio euro-artico di Barents (BEAC),

    vista la decisione del Consiglio 2014/137/UE, del 14 marzo 2014, sulle relazioni fra l'Unione europea, da un lato, e la Groenlandia e il Regno di Danimarca, dall'altro,

    vista la strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea del giugno 2016,

    viste le strategie artiche nazionali, in particolare quelle degli Stati artici, segnatamente il Regno di Danimarca, la Svezia e la Finlandia, nonché quelle di altri Stati membri dell'UE e del SEE,

    vista la strategia per la sicurezza marittima dell'Unione europea,

    vista la strategia spaziale per l'Europa, pubblicata dalla Commissione il 26 ottobre 2016 (COM(2016)0705),

    vista la convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), conclusa il 10 dicembre 1982 e in vigore dal 16 novembre 1994,

    vista la convenzione dell'UNESCO concernente la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale, del 16 novembre 1972,

    vista la convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) n. 169 relativa alle popolazioni indigene e tribali,

    visto l'accordo volto a impedire la pesca non regolamentata nelle acque d'altura del Mar Glaciale Artico centrale del 3 ottobre 2018,

    vista la Convenzione per la protezione dell'ambiente marino dell'Atlantico nordorientale (OSPAR),

    visto il codice internazionale per le navi che incrociano nelle acque polari (codice polare) dell'Organizzazione marittima internazionale,

    viste la Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare (SOLAS) del 1974, la Convenzione internazionale per la prevenzione dell'inquinamento causato da navi (MARPOL) del 1973, modificata dal Protocollo del 1978 e dal Protocollo del 1997, la Convenzione internazionale del 1978 sulle norme relative alla formazione della gente di mare, al rilascio dei brevetti e alla guardia (STCW), modificata nel 1995 e nel 2010, la Convenzione sul regolamento internazionale per prevenire gli abbordi in mare (COLREG) del 1972, la Convenzione sulla facilitazione del traffico marittimo internazionale (FAL) del 1965 e la Convenzione internazionale sulla ricerca ed il salvataggio marittimo del 1979 (SAR),

    visto il trattato delle Svalbard (precedentemente trattato relativo all'arcipelago Spitsbergen) del 9 febbraio 1920,

    vista la dichiarazione di Ottawa del 19 settembre 1996 che istituisce il Consiglio artico,

    viste le dichiarazioni adottate dal forum parlamentare della dimensione settentrionale nel novembre 2019 a Bodø (Norvegia), nel novembre 2017 a Bruxelles, nel maggio 2015 a Reykjavik (Islanda), nel novembre 2013 ad Arcangelo (Russia), nel febbraio 2011 a Tromsø (Norvegia) e nel settembre 2009 a Bruxelles,

    visti i tre accordi giuridicamente vincolanti negoziati sotto l'egida del Consiglio artico, vale a dire l'accordo di cooperazione in materia di ricerca e salvataggio aeronautico e marittimo nell'Artico del 2011, l'accordo di cooperazione sulla preparazione e risposta all'inquinamento del mare dovuto agli idrocarburi nell'Artico del 2013 e l'accordo sul rafforzamento della cooperazione scientifica internazionale nell'Artico del 2017,

    vista la dichiarazione della quattordicesima Conferenza del comitato permanente dei parlamentari della regione artica, tenutasi il 13 e 14 aprile 2021,

    vista la comunicazione della Commissione del 3 settembre 2020 dal titolo «Resilienza delle materie prime critiche: tracciare un percorso verso una maggiore sicurezza e sostenibilità» (COM(2020)0474),

    visto il forum artico dell'UE, tenutosi a Umeå (Svezia) nel 2019,

    viste le relazioni del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), in particolare la relazione speciale in materia di oceani e criosfera nell'era dei cambiamenti climatici e la relazione speciale sul riscaldamento globale di 1,5 oC,

    vista la relazione di sintesi della consultazione del forum dei portatori di interesse della regione artica, pubblicata il 21 dicembre 2017, volta a identificare le priorità di investimento fondamentali nell'Artico e le modalità per razionalizzare al meglio i futuri programmi di finanziamento dell'UE a favore della regione,

    vista la nota strategica del Centro europeo di strategia politica del luglio 2019, dal titolo «Walking on Thin Ice: A Balanced Arctic Strategy for the EU» (Camminare su un ghiaccio sottile: una strategia artica equilibrata per l'UE),

    visti il Trattato del Nord Atlantico, il comunicato del vertice di Varsavia, rilasciato dai capi di Stato e di governo partecipanti alla riunione del Consiglio del Nord Atlantico tenutasi a Varsavia l'8 e il 9 luglio 2016, e l'analisi e le raccomandazioni del gruppo di riflessione nominato dal Segretario generale della NATO dal titolo «NATO 2030: uniti per una nuova era»,

    visto l'articolo 54 del suo regolamento,

    vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0239/2021),

    A.

    considerando che negli ultimi decenni l'Artico è stato una regione caratterizzata da una situazione pacifica, limitate tensioni e una cooperazione internazionale costruttiva tra gli otto Stati artici (Danimarca, Svezia, Finlandia, Islanda, Norvegia, Russia, Canada e Stati Uniti); che gli Stati della regione artica e la comunità internazionale dovrebbero pertanto mantenere le suddette condizioni e continuare a mostrare la volontà politica di cooperare e risolvere le questioni controverse conformemente al diritto internazionale;

    B.

    considerando che l'importanza geopolitica della regione è in aumento e che il futuro dell'Artico e le sfide globali che la regione deve affrontare, superiori a quelle degli Stati artici litoranei, richiedono pertanto una governance multilivello e mostrano l'esigenza di perseguire la cooperazione regionale e soluzioni internazionali; che esiste un legame diretto tra la geopolitica e la sicurezza dell'Artico e la sua situazione ambientale, a sua volta fortemente influenzata dalle conseguenze delle attività umane in altre regioni del pianeta;

    C.

    considerando che il modello di governance globale dell'Artico, incentrato sul diritto internazionale, si è dimostrato efficace e solido; che la cooperazione si è rivelata il modo più proficuo per instaurare relazioni tra gli Stati artici;

    D.

    considerando che negli ultimi 25 anni l'attuale quadro di governance per l'Artico, incentrato sul Consiglio artico, ha apportato contributi significativi alla stabilità della regione; che il Consiglio artico è la principale sede della cooperazione artica e che i suoi gruppi di lavoro offrono lo spazio per una cooperazione internazionale positiva e costruttiva;

    E.

    considerando che il lavoro del Consiglio artico è stato fondamentale per garantire una cooperazione pacifica e costruttiva tra gli Stati della regione artica, traducendosi in numerosi accordi vincolanti tra di essi; che in passato la regione artica è stata interessata dai conflitti geopolitici globali solo in misura limitata, ma la sua importanza militare e il suo ruolo geopolitico strategico si stanno rafforzando; che la sicurezza e le politiche dell'Artico sono sempre più legate alle questioni globali, poiché gli avvenimenti esterni alla regione artica avranno probabilmente conseguenze per gli Stati artici e viceversa, il che rende ancora più importante evitare che le tensioni e i conflitti geopolitici in altre regioni abbiano ricadute sull'Artico;

    F.

    considerando che l'impegno del Consiglio artico per il benessere degli abitanti dell'Artico, lo sviluppo sostenibile della regione e la protezione dell'ambiente artico, compresa la salute degli ecosistemi, il mantenimento e il ripristino della biodiversità, la conservazione e la gestione sostenibile delle risorse naturali, sono pienamente sostenuti dall'UE;

    G.

    considerando che l'UE sostiene da lungo tempo una più salda cooperazione nella regione artica e si impegna nell'Artico da decenni attraverso la sua partecipazione alla politica della dimensione settentrionale con la Russia, la Norvegia e l'Islanda, alla creazione del Consiglio degli Stati del Mar Baltico (CSMB), alla cooperazione nella regione euro-artica del Mare di Barents e in particolare nel Consiglio euro-artico di Barents e nel Consiglio regionale di Barents, ai partenariati strategici con il Canada e gli Stati Uniti nonché la sua partecipazione come osservatore attivo de facto presso Consiglio artico; che l'UE ha contribuito con oltre un miliardo di euro allo sviluppo regionale e alla cooperazione transfrontaliera nell'Artico europeo;

    H.

    considerando che il diritto internazionale costituisce la base dell'impegno e della cooperazione internazionali nell'Artico; che, in particolare, la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) e le convenzioni dell'Organizzazione marittima internazionale (IMO), che forniscono un quadro per la cooperazione e l'azione internazionali sulle questioni relative all'Oceano Artico, dovrebbero essere riaffermate e rafforzate; che l'UNCLOS definisce il quadro giuridico entro il quale devono svolgersi tutte le attività negli oceani e nei mari, concede diritti economici agli Stati costieri sulle loro zone economiche esclusive e sulle loro piattaforme continentali e stabilisce che l'alto mare non è soggetto ad alcuna sovranità statale; che tutti gli Stati costieri artici hanno confermato, nella dichiarazione di Ilulissat, il loro impegno a rispettare il diritto internazionale, in particolare l'UNCLOS, nella gestione dell'Oceano Artico; che l'IMO stabilisce gli standard normativi globali in materia di sicurezza e prestazioni ambientali nell'ambito della navigazione internazionale;

    I.

    considerando che l'Artico è stato particolarmente colpito ed è sempre più interessato dagli effetti drammatici dei cambiamenti climatici e del degrado della biodiversità, tra cui l'aumento delle temperature, i cambiamenti nelle condizioni del ghiaccio, gli incendi boschivi, l'innalzamento del livello del mare, il mutamento dei modelli meteorologici, le specie esotiche invasive, le gravi perdite di biodiversità e lo scongelamento del permafrost, che a loro volta si ripercuotono sull'intero pianeta, rappresentando anche un rischio per le infrastrutture locali; che le strategie di adattamento locali e la protezione dell'ecosistema artico non possono essere affrontate in modo indipendente dal quadro globale dell'azione per il clima e che l'attuazione dell'accordo di Parigi è al centro di tale cooperazione;

    J.

    considerando che in alcune zone dell'Artico si riscontra la più alta concentrazione di rifiuti di plastica al mondo, che influiscono già negativamente sulle specie animali artiche, col rischio di contaminare la catena alimentare e, in ultima istanza, arrecare danni alle persone;

    K.

    considerando che il ritmo allarmante dello scioglimento delle calotte glaciali nell'Artico è dovuto ai cambiamenti climatici e a fattori che hanno avuto origine principalmente al di fuori dell'Artico; che i cambiamenti climatici dovrebbero essere considerati moltiplicatori di minacce, che esacerbano tendenze, tensioni e instabilità esistenti;

    L.

    considerando che lo scioglimento della calotta polare artica e il conseguente innalzamento del livello del mare avrebbero gravi conseguenze ambientali, economiche e per la sicurezza delle persone; che lo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia potrebbe causare un innalzamento del livello del mare in tutto il mondo fino a 7,2 metri, sommergendo molte regioni del pianeta; che alcune popolazioni dell'Artico stanno già subendo le conseguenze di tale scioglimento, che provoca flussi migratori; che anche lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia sta alterando la biodiversità;

    M.

    considerando che, tra le varie minacce a cui è esposto l'Artico a causa dell'attività umana, una particolarmente preoccupante è lo scongelamento del permafrost; che il permafrost copre circa il 24 % del suolo dell'emisfero settentrionale, in particolare vaste aree del nord della Russia; che il permafrost contiene elevate percentuali di metano e CO2 pericolosi e, durante lo scioglimento, rilascia gas a effetto serra nell'atmosfera, contribuendo al riscaldamento globale; che lo scongelamento del permafrost può modificare gli ecosistemi e influire sulla sicurezza in modi inaspettati;

    N.

    considerando che, sebbene le sfide cui l'Artico deve far fronte siano in larga misura causate dai cambiamenti climatici globali e da attività esterne alla regione artica, gli effetti dei cambiamenti climatici sono particolarmente evidenti nella regione artica, poiché l'Artico si sta riscaldando tre volte più velocemente rispetto alla media mondiale, la banchisa glaciale artica si sta sciogliendo a una velocità senza precedenti e l'innalzamento del livello del mare sta generando gravi ripercussioni sociali, ambientali ed economiche non solo nella regione ma in tutto il mondo; che tali ripercussioni stanno modificando l'ecosistema, la geografia e l'economia regionali, aprendo potenzialmente nuove rotte di trasporto, potenziando gli scambi commerciali, consentendo l'accesso a risorse naturali rare e intensificando le attività di ricerca, pesca e turismo; che alcuni dei suddetti cambiamenti offrono un enorme potenziale per uno sviluppo economico tecnologicamente avanzato, rispettoso dell'ambiente e sostenibile; che le sfide cui l'Artico si trova di fronte, in particolare i cambiamenti climatici, sono responsabilità del mondo intero; che l'UE dovrebbe agire in risposta a tali sfide sia attraverso il proprio impegno sia fornendo assistenza ad altri;

    O.

    considerando che i disastri ambientali provocati dall'uomo nell'Artico, in particolare durante l'estrazione di petrolio e altre risorse artiche, sono difficili da contenere e gestire e che rimediare ai danni provocati può essere particolarmente oneroso; che il più grande sversamento di petrolio dell'Artico si è verificato in Siberia nel maggio 2020, quando più di 20 000 tonnellate di gasolio si sono riversate nel terreno e nei corsi d'acqua circostanti vicino alla città russa di Norilsk e che i lavori di bonifica sono ancora in corso;

    P.

    considerando che gli effetti per lo più di provenienza esterna dei cambiamenti climatici nell'Artico e il riemergere della concorrenza geopolitica nella regione costituiscono fattori di complicazione per lo sviluppo sostenibile e la conservazione dei mezzi di sussistenza tradizionali nel fragile ambiente dell'Artico e possono compromettere la sicurezza e lo sviluppo economico sostenibile della regione;

    Q.

    considerando che l'importanza geoeconomica della regione è in rapido aumento in ragione del crescente interesse verso le sue ricche e abbondanti risorse naturali, comprese materie prime cruciali, delle rotte marittime emergenti e del potenziale per il trasporto marittimo; che i paesi artici, pur avendo il diritto di utilizzare le risorse sul proprio territorio, hanno anche il dovere di farlo in modo responsabile; che l'esplorazione e lo sfruttamento delle risorse dell'Artico comportano rischi sostanziali per gli ecosistemi vulnerabili e le popolazioni locali nella regione; che nel 2019 l'Unione europea e il Regno Unito hanno importato una elevata quota delle esportazioni di energia, metalli, minerali e pesce degli Stati artici;

    R.

    considerando che il passaggio a nord-ovest, la rotta del Mare del Nord e la futura rotta marittima transpolare si stanno aprendo a causa dello scioglimento dei ghiacci; che le risorse naturali della regione artica rientrano ampiamente nella giurisdizione nazionale degli Stati artici e che la proprietà di tali risorse è indiscussa; che la necessità di sviluppare e trovare soluzioni sostenibili per la produzione e il trasporto di energia ha aumentato la domanda globale di elementi delle terre rare, spostando l'attenzione sulle risorse naturali in gran parte non sfruttate dell'Artico; che la regione artica dispone di una vasta riserva di terre rare; che attualmente il 90 % della produzione mondiale di terre rare proviene dalla Cina;

    S.

    considerando che la responsabilità primaria per lo sviluppo sostenibile dell'Artico spetta agli Stati artici, ma che è innegabile l'impatto significativo esercitato da fattori esterni e che la comunità internazionale ha dunque l'obbligo di fare tutto il possibile per proteggere la regione artica e garantirne la stabilità e la sicurezza;

    T.

    considerando che l'Artico circumpolare ospita oltre quattro milioni di persone, tra cui più di 40 diversi popoli indigeni e comunità locali nonché mezzo milione di cittadini dell'UE; che l'unica popolazione indigena riconosciuta dell'UE, ovvero i sami, vive nelle regioni artiche della Finlandia e della Svezia, come pure della Norvegia e della Russia; che i popoli indigeni e le comunità locali svolgono un ruolo essenziale per la gestione sostenibile delle risorse naturali e la conservazione della biodiversità; che la demografia è importante ai fini dello sviluppo regionale;

    U.

    considerando che la cooperazione nel campo della ricerca scientifica è oggi più che mai fondamentale per superare le sfide poste dal grave degrado ambientale e dai cambiamenti climatici;

    V.

    considerando che l'UE ha contribuito con oltre 200 milioni di EUR alla ricerca sull'Artico attraverso il programma Orizzonte 2020;

    W.

    considerando che l'UE è impegnata ad adoperarsi per un settore marittimo globale aperto e sicuro, conformemente alla strategia globale dell'UE e alla strategia per la sicurezza marittima dell'Unione europea;

    X.

    considerando che l'impegno dell'UE nei confronti dell'Artico si basa sulla storia, la geografia, l'economia e la ricerca; che sarebbe opportuno sottolineare l'importanza dello sviluppo sostenibile, della politica di coesione e della cooperazione transfrontaliera ai fini dell'allentamento delle tensioni geopolitiche; che l'UE, in quanto attore globale, ha costantemente dimostrato il proprio impegno a favore di un Artico pacifico, rispettoso dell'ambiente, cooperativo, sostenibile e prospero e mira a garantire un futuro sostenibile alle persone che vivono in tale regione; che l'UE ha chiaramente dimostrato la sua disponibilità a rivestire un ruolo ancora più significativo;

    Y.

    considerando che l'UE ha la capacità di contribuire in vari modi al superamento delle potenziali sfide emergenti e alla prevenzione dei conflitti nell'Artico;

    Z.

    considerando che l'UE ha presentato la richiesta, tuttora in attesa di risposta, di diventare un osservatore a pieno titolo del Consiglio artico, i cui membri hanno confermato la ricezione della richiesta nel 2013; che la decisione definitiva è stata rinviata a causa della resistenza di alcuni membri del Consiglio artico; che il Parlamento ha già dato prova di sostegno a tale domanda; che l'UE partecipa attivamente ai lavori dei pertinenti gruppi, task force e gruppi di esperti del Consiglio artico; che l'ampio spettro di competenze regionali, conoscenze specialistiche e iniziative esistenti dell'Unione europea può fungere da quadro per progetti comuni;

    AA.

    considerando che la Francia, la Germania, i Paesi Bassi, la Polonia, la Spagna e l'Italia, che sono paesi osservatori in seno al Consiglio artico, mostrano un ampio coinvolgimento nella regione artica e un forte interesse per un dialogo e una cooperazione futuri con il Consiglio artico; che l'Estonia e l'Irlanda hanno chiesto di diventare osservatori presso il Consiglio artico;

    AB.

    considerando che l'Islanda e la Norvegia, partner impegnati e affidabili, sono associate all'UE attraverso il SEE e l'accordo di Schengen;

    AC.

    considerando che la stabilità dell'Artico è stata a lungo preservata in modo relativamente adeguato, ma subisce sempre più gli effetti del crescente interesse internazionale nella regione e del mutevole panorama della sicurezza, compresa la progressiva rimilitarizzazione della Federazione russa nella regione; che gli investimenti economici e militari della Federazione russa nell'Artico superano di gran lunga quelli del resto degli Stati artici; che la Federazione russa ha installato nuove basi militari e modernizzato le basi esistenti nelle regioni settentrionali, rafforzando anche la capacità anti-accesso/interdizione d'area (A2/AD) che limita i diritti di navigazione lungo la rotta strategica del Mare del Nord, che la Russia rivendica impropriamente come una via navigabile interna; che la Russia ha potenziato la sua flotta settentrionale portandola allo status di distretto militare e ha ampliato diversi rami delle sue forze armate, dotandole, tra l'altro, di nuovi sottomarini, rompighiaccio a propulsione nucleare e convenzionale, radar pronti per il combattimento e sistemi missilistici; che la Russia ha rilanciato il concetto di «difesa dei bastioni», volto a proteggere le sue capacità strategiche dal Mare di Barents allo stretto di Bering; che la Russia ha inoltre potenziato i suoi pattugliamenti navali e aerei, le sue attività sottomarine e le tattiche di guerra elettroniche, il che desta gravi preoccupazioni; che tali sviluppi geopolitici hanno portato a un aumento delle esercitazioni, delle mobilitazioni, dei pattugliamenti e degli investimenti in termini di capacità nell'Artico; che la militarizzazione di tale regione è contraria allo spirito di cooperazione che ha guidato le relazioni reciproche tra gli Stati dell'Artico fino ad ora;

    AD.

    considerando che la regione del Mare di Barents è stata il principale banco di prova per i sistemi missilistici balistici e da crociera, mentre l'area a est di Noveya Zemlya è stata il principale teatro dei test nucleari;

    AE.

    considerando che la Russia ha violato la sovranità e l'integrità territoriale dei paesi vicini pacifici, bloccando la libertà di navigazione nel Mar d'Azov, nel Mar Nero e nel Mar Baltico, cosa che non può essere ignorata nella valutazione degli scenari futuri per mantenere l'attuale convivenza pacifica nell'Artico;

    AF.

    considerando che i progetti e le iniziative ad ampia portata della Cina sono fonte di profonda preoccupazione; che la Cina ha pubblicato il suo primo libro bianco sulla politica dell'Artico nel gennaio 2018 e si è impegnata in uno sforzo a lungo termine per rafforzare la propria posizione nell'Artico, dichiarandosi uno «Stato vicino all'Artico», con l'ambizione di diventare una «potenza polare», e intensificando la sua collaborazione con la Russia nella regione; che la Cina ha creato una Via della seta polare per il commercio attraverso la regione artica, come estensione della sua iniziativa «Nuova via della seta», e ha organizzato missioni regionali di esplorazione scientifica, istituendo centri di ricerca nell'Artico e sviluppando 24 satelliti di osservazione polare; che la Cina partecipa attivamente al Consiglio artico e si è impegnata nella cooperazione bilaterale con singoli Stati artici e altri portatori di interessi al fine di ottenere sostegno per le sue iniziative;

    AG.

    considerando che la maggior parte degli attori artici ha aggiornato le proprie strategie, tenendo conto della situazione in rapida evoluzione nella regione e della crescente importanza economica e geostrategica dell'Artico;

    Cooperazione internazionale come fondamento di un Artico sicuro, stabile, prospero, accessibile e pacifico

    1.

    ribadisce che l'Artico riveste un'importanza strategica e politica per l'UE, in quanto parte interessata della regione artica e attore globale, e sottolinea l'impegno dell'UE a essere un attore responsabile, perseguendo lo sviluppo sostenibile e pacifico a lungo termine della regione attraverso la piena cooperazione con i partner internazionali; ritiene fondamentale che tutte le parti interessate, compresi l'UE e i suoi Stati membri, si adoperino per mantenere una stretta e pacifica cooperazione internazionale e regionale, la ricerca scientifica e la prosperità e per limitare le tensioni nella regione artica, nonché rispondere agli allarmanti effetti e conseguenze dei cambiamenti climatici nella regione; ritiene che l'Artico rivesta un ruolo fondamentale nel mantenimento dell'equilibrio ambientale del pianeta, esprime soddisfazione per il fatto che la regione sia da tempo un luogo di pace e di cooperazione internazionale fruttuosa e si congratula con il Consiglio artico in occasione del suo 25o anniversario quale principale sede della cooperazione artica, che ha dimostrato la sua capacità di mantenere uno spirito di cooperazione costruttivo e positivo;

    2.

    sostiene la validità dei tre pilastri fondanti della politica integrata dell'UE per l'Artico, vale a dire rispondere ambiziosamente ai cambiamenti climatici e salvaguardare l'ambiente artico, promuovere lo sviluppo sostenibile e rafforzare la cooperazione internazionale; sottolinea l'importanza di una equilibrata politica dell'UE per l'Artico ed è del parere che l'Unione si trovi in una posizione privilegiata per contribuire al coordinamento e all'integrazione delle politiche artiche degli Stati membri e sottolinea pertanto la necessità di una maggiore coerenza tra le politiche interne ed esterne dell'UE per quanto riguarda le questioni relative all'Artico; esorta l'Unione a includere una dimensione artica nelle sue politiche settoriali, ove opportuno;

    3.

    sottolinea l'importante ruolo svolto nel Consiglio artico dagli osservatori, che godono di una notevole esperienza e hanno dimostrato un impegno di lunga data nella cooperazione scientifica e politica nella regione artica; accoglie con favore, a tal proposito, il dialogo in corso tra gli osservatori e la presidenza del Consiglio artico; sostiene la richiesta dell'UE di diventare un osservatore a pieno titolo in seno al Consiglio artico e incoraggia i membri del Consiglio artico a rispondere positivamente alla richiesta dell'UE; sottolinea, tuttavia, che l'UE è già un osservatore de facto del Consiglio artico e ha la possibilità di partecipare e contribuire al pari degli altri membri osservatori;

    4.

    sottolinea che l'UE deve contribuire a una migliore governance multilaterale dell'Artico, promuovere un uso sostenibile delle risorse nonché proteggere e preservare l'Artico di concerto con la sua popolazione; invita l'UE a continuare a contribuire al Consiglio artico con competenze e finanziamenti, aumentando il suo impegno nei gruppi di lavoro del Consiglio artico e nei suoi vari progetti; ritiene che la regione del Nord dovrebbe essere vista come parte del vicinato settentrionale dell'UE e avere una maggiore partecipazione ai consessi esistenti; sottolinea che la dimensione settentrionale offre uno spazio costruttivo per la cooperazione transfrontaliera, con un modello efficace per la cooperazione settoriale, in cui l'UE contribuisce alla pari alla politica comune con la Russia, la Norvegia e l'Islanda così come gli altri osservatori; accoglie con favore l'ulteriore cooperazione pratica in un'ampia gamma di settori; sottolinea la cooperazione tra attori locali e nazionali, statali e non statali, nell'ambito del Consiglio euro-artico di Barents, di cui l'UE è membro a pieno titolo, su questioni di particolare rilevanza per la regione di Barents; rileva che il Consiglio euro-artico di Barents ha svolto un ruolo importante nel creare fiducia e comprensione reciproca nel Nord, rafforzando nel contempo la cooperazione tra i paesi artici; rileva che l'UE dovrebbe anche mirare a partecipare ad altri consessi politici legati allo sviluppo dell'Artico;

    5.

    accoglie con favore l'aggiornamento della politica dell'UE per l'Artico attualmente in corso, che dovrebbe riflettere l'interesse dell'Unione per l'Artico e affrontare le sfide combinate poste da una maggiore attenzione internazionale e dai cambiamenti climatici, ambientali, geopolitici e geoeconomici nella regione; ritiene che la politica debba includere nuovi attori come la Cina e che la dimensione della sicurezza dell'Artico debba essere affrontata nella politica estera e di sicurezza comune dell'UE; reputa, in particolare, che essa dovrebbe incorporare un approccio globale alla sicurezza, che includa nello specifico il concetto di ambiente e salute, così come le questioni relative alla sicurezza marittima; osserva che una tale politica globale aggiornata, basata sul consenso tra tutti gli Stati membri, consentirà all'Unione di rivestire un ruolo efficace, proattivo e più ambizioso nella regione, tenendo conto delle urgenti sfide relative ai cambiamenti climatici e alla crescente importanza geopolitica dell'Artico, ma gioverà anche agli interessi dei cittadini dell'UE, in particolare quanti vivono nella regione dell'Artico, e soprattutto dei popoli indigeni; sottolinea che una simile politica deve riflettere sia la dimensione interna che quella esterna delle relazioni dell'UE con l'Artico e dovrebbe includere la dimensione della connettività sostenibile al fine di risolvere le principali questioni che gli abitanti dell'Artico devono affrontare, tra cui garantire la qualità delle connessioni ad Internet;

    6.

    ritiene che la nuova politica dell'UE per l'Artico debba essere sfruttata, in modo più ampio, come opportunità per sensibilizzare e coinvolgere maggiormente i cittadini, il mondo accademico e le imprese dell'Unione in merito alle questioni relative all'Artico; chiede la creazione di un portale unico per l'Artico che raccolga tutte le iniziative e le attività artiche delle istituzioni dell'UE;

    7.

    osserva che l'interesse verso l'Artico e le sue regioni è in crescita; esprime profonda preoccupazione per gli effetti negativi dei cambiamenti climatici, con particolare riferimento al rapido scioglimento dei ghiacci e all'eccessivo sfruttamento delle risorse, che creano nuovi elementi e realtà per talune forme di sviluppo economico e generano ulteriori perturbazioni degli ecosistemi dell'Artico sempre più fragili;

    8.

    sottolinea che il modello di governance globale basato sul diritto internazionale ha giovato a tutti gli Stati artici e alla regione nel suo insieme, creando prevedibilità e stabilità al suo interno; sottolinea che le strutture regionali esistenti promuovono la fiducia e la cooperazione tra gli Stati artici; pone in evidenza che gli Stati artici hanno la responsabilità primaria di affrontare le questioni all'interno dei loro territori; sottolinea, tuttavia, il fatto che le forze esterne hanno un impatto fondamentale sulle sfide attuali e future della regione; ribadisce che il diritto internazionale è la pietra angolare del quadro giuridico che disciplina le relazioni internazionali nell'Artico e sottolinea l'importanza dell'UNCLOS come base di tutte le attività marittime, in particolare la sua parte XV, con riferimento alla composizione pacifica delle controverse marittime e alle diverse procedure di risoluzione delle controversie per la delimitazione della piattaforma continentale artica e per la risoluzione delle questioni di sovranità all'interno dell'Artico per quanto riguarda le acque territoriali; ribadisce il suo invito all'UE e agli Stati membri a rivestire un ruolo più incisivo nell'efficace attuazione delle convenzioni internazionali e invita gli Stati Uniti a ratificare l'UNCLOS; sottolinea altresì l'importanza degli organismi internazionali istituiti nell'ambito dell'UNCLOS, tra cui la commissione per i limiti della piattaforma continentale (CLCS), l'Autorità internazionale dei fondali marini (ISA) e il Tribunale internazionale per il diritto del mare (ITLOS), nonché di piattaforme quali il Consiglio artico, la Conferenza dei parlamentari artici, il Consiglio euro-artico di Barents, la dimensione settentrionale e le Nazioni Unite, e mantiene il suo impegno a favore di una partecipazione forte e attiva alla cooperazione parlamentare relativa alle questioni artiche;

    9.

    riconosce lo status della sovranità degli Stati artici e i loro diritti sovrani conformemente al diritto internazionale; ritiene che sia fondamentale salvaguardare i risultati di trent'anni di cooperazione pacifica; sottolinea che si dovrebbe sfruttare appieno la capacità dell'UE di fornire soluzioni alle potenziali sfide in materia di sicurezza; pone in evidenza che, in ragione della moltitudine di questioni complesse e interconnesse relative allo sviluppo economico, ambientale e della sicurezza dell'Artico, sono necessari consessi globali, regionali e locali per il dialogo sulle esigenze di sicurezza della regione;

    Cambiamenti climatici nell'Artico

    10.

    esprime profonda preoccupazione per i risultati della relazione speciale dell'IPCC in materia di oceani e criosfera nell'era dei cambiamenti climatici, secondo la quale negli ultimi decenni il riscaldamento globale ha causato una riduzione diffusa della criosfera, con una perdita di massa da calotte glaciali e ghiacciai, una diminuzione del manto nevoso, una riduzione dell'estensione e dello spessore della banchisa glaciale artica e un aumento della temperatura del permafrost; esprime profonda preoccupazione per le conseguenze sulla salute pubblica e sulla sicurezza dello scongelamento del permafrost, che sprigiona batteri e virus rimasti inattivi per secoli o millenni;

    11.

    pone l'accento sul fatto che l'Artico sta perdendo biodiversità a un ritmo allarmante ed esprime profonda preoccupazione in relazione ai risultati della relazione di valutazione globale dell'IPBES sulla biodiversità e i servizi ecosistemici; sottolinea che la perdita di biodiversità non è dovuta solo ai cambiamenti climatici, ma anche all'estrazione mineraria nell'oceano, che secondo l'IPBES si estenderà probabilmente nella regione artica seguendo il suo scioglimento;

    12.

    esprime preoccupazione in merito ad alcune relazioni secondo cui i batteri rilasciati durante lo scongelamento del permafrost emettono carbonio dannoso per il clima, ma possono essi stessi, assieme ai virus, costituire anche una seria minaccia per la salute degli animali e degli esseri umani; osserva che i cambiamenti climatici e lo scongelamento del permafrost stanno avendo effetti deleteri sulle possibilità di vivere e lavorare nella regione e che entrambi hanno portato alla perdita o al degrado delle infrastrutture, delle strade e degli edifici esistenti, nonché a una serie di incidenti industriali e nei trasporti, minacciando anche i siti culturali e appartenenti al patrimonio e lo stile di vita delle popolazioni indigene;

    13.

    sottolinea che l'UE dovrebbe perseguire politiche che garantiscano che le misure volte a risolvere problemi ambientali tengano conto degli interessi degli abitanti della regione artica, comprese le sue popolazioni indigene, nella tutela e nello sviluppo della regione;

    14.

    esorta l'UE ad assumere un ruolo di guida nei lavori volti a elaborare un ambizioso piano d'azione per l'Artico, affrontando la mitigazione delle emissioni globali di gas a effetto serra e l'adattamento ai cambiamenti climatici e sostenendo nel contempo soluzioni innovative rilevanti per l'Artico;

    Sviluppi geopolitici nell'Artico

    15.

    si compiace del fatto che la stabilità dell'Artico per lungo tempo sia stata interessata solo in misura limitata dai conflitti in altre aree del mondo e sottolinea l'importanza di impedire che gli sviluppi geopolitici di altre regioni abbiano ripercussioni sull'Artico; rileva, tuttavia, che la situazione militare e della sicurezza nell'Artico è cambiata radicalmente negli ultimi anni e riconosce l'importanza strategica della regione; osserva che un Artico sicuro, stabile, sostenibile, pacifico e prospero svolge un ruolo cruciale per la sicurezza dell'intera Europa e il suo contesto strategico; sottolinea altresì che l'attività militare nell'Artico deve essere prevedibile e trasparente e deve essere condotta in modo da promuovere la sicurezza e la stabilità, poiché una maggiore militarizzazione, unita a un peggioramento delle relazioni geopolitiche a livello globale, può causare incidenti e maggiori rischi per la sicurezza; chiede, di conseguenza, di potenziare il dialogo regionale e la cooperazione transfrontaliera e di osservare moderazione nella sfera militare, incoraggiando altresì un processo negoziale e misure di rafforzamento delle capacità, orientate verso l'obiettivo a lungo termine di ridurre le attrezzature militari nella regione;

    16.

    prende atto della particolare situazione geografica della Federazione russa, le cui acque territoriali e zone economiche superano di gran lunga quelle di tutti gli altri Stati artici; sottolinea, a tale riguardo, che le caratteristiche geografiche specifiche della Russia rendono il paese un interlocutore inevitabile, ma gli conferiscono anche una maggiore responsabilità;

    17.

    constata il ruolo di primo piano dell'Artico nelle strategie militari di tutti gli attori impegnati nella regione e li esorta ad attuare le rispettive politiche artiche nel pieno rispetto del diritto internazionale; esprime profonda preoccupazione in merito al progressivo rafforzamento militare perseguito dalla Russia, che rappresenta l'escalation più estesa tra gli Stati artici e include anche lo sviluppo di capacità A2/AD e la riattivazione e ricostruzione di forze nucleari marittime e di una flotta di rompighiaccio, alcuni dei quali dovrebbero essere equipaggiati dalla Russia con missili da crociera e sistemi di guerra elettronici; ritiene che tali azioni non siano giustificate dalla situazione militare sul campo e che eccedano di gran lunga le legittime finalità di difesa, riflettendo dunque la volontà della Russia di ottenere una superiorità militare strategica nella regione, che comporterebbe maggiore instabilità e un più elevato rischio di dare inizio a confronti e discostarsi dall'iniziativa Murmansk del 1987, che intendeva trasformare l'Artico in una «zona di pace» internazionale; sollecita gli Stati circumpolari a non creare avamposti militari o scientifici protetti da forze militari;

    18.

    si rammarica che la Russia, anziché enfatizzare i vantaggi di un impegno a favore della cooperazione, abbia adottato una posizione molto più competitiva, persino antagonistica, sull'Artico, considerandolo come una sfera di espansione militare, territoriale ed economica e un'arena per le sue ambizioni da grande potenza;

    19.

    invita gli Stati artici a impegnarsi in un dialogo costruttivo e reciprocamente vantaggioso in merito a tutte le questioni, dalla protezione dell'ambiente allo sviluppo economico e alle operazioni militari; sottolinea che l'UE e la Russia hanno importanti interessi comuni in una serie di settori legati all'Artico, anche nel campo della sicurezza marittima e della cooperazione transfrontaliera sulle questioni ambientali; sottolinea, tuttavia, che una cooperazione costruttiva dovrebbe essere coerente con il principio dell'impegno selettivo, anche nei settori del clima e dell’ambiente, non dovrebbe compromettere l’obiettivo delle sanzioni e delle misure restrittive adottate a seguito delle azioni del governo russo in altre parti del mondo e dovrebbe essere coerente con la strategia dell'UE sulle relazioni con la Federazione russa; rileva che il Consiglio artico dovrebbe essere visto come una piattaforma in cui mantenere e portare avanti un dialogo aperto con la Russia su questioni importanti anche per l'UE;

    20.

    ritiene che l'inclusione dell'Artico da parte della Cina nei suoi programmi di sviluppo economico, con l'aspirazione a integrare la rotta marittima del Mare del Nord dell'Artico nella sua iniziativa «Belt and Road» (come «via della seta polare») debba essere oggetto di stretta osservazione da parte dell’UE e considerata nell’ambito della sua politica artica aggiornata, in quanto mette in discussione qualsiasi idea che l'Artico possa essere considerato una regione autonoma, protetta dalla geopolitica globale; prende atto, a tale proposito, degli investimenti cinesi in progetti di ricerca, in nuovi rompighiaccio e in progetti infrastrutturali strategici nell'Artico, che ricordano il modo in cui il paese opera in altre parti del mondo, e ricorda che l'UE non dovrebbe perdere terreno in modo sostanziale a favore dei paesi terzi in questo settore; esprime preoccupazione per i tentativi della Cina di investire nei porti marittimi lungo la rotta marittima del Mare del Nord e per i suoi tentativi di ottenere, tra l'altro, i diritti minerari come un modo per stabilire la sua presenza nell'Artico ed esorta gli Stati artici ad effettuare un'analisi approfondita degli investimenti stranieri nelle loro entità ed infrastrutture di rilevanza strategica;

    Salvaguardare la libertà di navigazione

    21.

    accoglie con favore l'adozione e l'entrata in vigore, il 1o gennaio 2017, del codice internazionale dell'IMO per le navi che incrociano nelle acque polari (codice polare);

    22.

    chiede una valutazione dell’attuazione del codice polare dell’IMO, nonché delle norme e degli obblighi previsti dalle convenzioni SOLAS e MARPOL, per accertarne la piena attuazione dalle entità che operano nell'Artico e identificare lacune e debolezze che necessitano di attenzione ulteriore; esorta tutti gli Stati costieri dell'Artico ad adottare rapidamente le misure necessarie per la piena applicazione del codice polare; incoraggia le navi non SOLAS ad attuare volontariamente quelle misure di sicurezza e a seguire altre misure e linee guida per una navigazione e operazioni sicure e rispettose dell'ambiente nell'Artico;

    23.

    invita la Commissione e gli Stati membri ad assumere un ruolo più forte nel promuovere l'applicazione efficace delle convenzioni internazionali, quali l'accordo di Parigi, la convenzione di Minimata, la convenzione sull'inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza, il protocollo di Göteborg, la convenzione di Stoccolma, il codice polare, la convenzione di Aarhus e la convenzione sulla diversità biologica;

    24.

    sollecita una responsabilità condivisa per la sicurezza della vita in mare e la sostenibilità degli ambienti polari in quanto il trasporto marittimo polare cresce in volume e si diversifica in natura nei prossimi anni; accoglie con favore, a tale riguardo, oltre al codice polare, le misure di organizzazione del traffico navale volte a ridurre il rischio di incidenti nonché le zone pericolose vietate al fine di migliorare la sicurezza della navigazione e proteggere un ambiente fragile e unico; sottolinea il ruolo dell'UE e dei suoi Stati membri nel contribuire alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti nell'Artico, alla costruzione di meccanismi di sicurezza civile, al potenziamento delle capacità di gestione delle crisi e delle infrastrutture di ricerca e salvataggio; sottolinea che l'UE può contribuire con le competenze al settore della sicurezza e della protezione marittima, con la sua capacità e consapevolezza in materia di trasporto marittimo e navigazione; riconosce che esiste già una significativa cooperazione transfrontaliera nelle operazioni di ricerca e salvataggio; incoraggia l'UE a potenziare il suo contributo alla prevenzione delle emergenze, alla preparazione e alla risposta alle catastrofi, nell'ambito del Consiglio artico, del Forum dei servizi di guardia costiera dell'Artico e del Consiglio euro-artico di Barents; prende atto con preoccupazione, tuttavia, dello sviluppo e della rapida crescita del traffico navale e dell'estrazione di energia lungo la rotta del Mare del Nord, che è divenuta fonte di tensioni geopolitiche e preoccupazioni ambientali; osserva gli interessi economici crescenti nello sviluppo della rotta marittima del Mare del Nord, segnatamente delle Russia e della Cina, mezzo per stimolare la crescita economica e rete di trasporto nazionale competitiva a livello globale; rileva lo sviluppo di progetti energetici su larga scala, come l'attuale cooperazione russo-cinese sui progetti Yamal LNG e Arctic LNG 2 ed è preoccupato che tali progetti possano aumentare in modo significativo i volumi del trasporto marittimo lungo la rotta marittima del Mare del Nord e comportare una notevole pressione su un ecosistema artico già in pericolo;

    25.

    riconosce il grande vantaggio numerico della Russia in merito ai programmi di sviluppo di navi rompighiaccio e lo sviluppo di tali programmi da parte della Cina e incoraggia anche gli Stati membri e altri paesi partner a rafforzare le proprie capacità al riguardo; ritiene che l'Unione europea dovrebbe promuovere la costruzione e il dispiegamento di più rompighiaccio e navi rinforzate per il ghiaccio che battono bandiera dell'UE;

    26.

    sottolinea la necessità di rafforzare la sorveglianza marittima e la condivisione delle informazioni nella regione artica; sostiene ulteriori investimenti nel monitoraggio dello spazio e nella navigazione spaziale attraverso le reti satellitari Copernicus e Galileo e le informazioni in situ della rete europea di osservazione e di dati dell'ambiente marino (EMODnet), al fine di migliorare la risposta alle emergenze, la sicurezza della navigazione e la conoscenza dei cambiamenti climatici; rileva che l'aumento dell'attività umana nella regione, compreso un crescente turismo, solleva serie preoccupazioni in merito alla sicurezza delle persone, in particolare in un contesto caratterizzato da condizioni meteorologiche avverse e capacità limitate di ricerca e salvataggio; è del parere che la cooperazione internazionale e stretti partenariati tra i settori militare, pubblico e non governativo siano essenziali per fornire un'adeguata protezione civile nella regione; sottolinea la necessità di promuovere e scambiare le migliori pratiche in materia di SAR e di contribuire all'interoperabilità delle unità di ricerca e salvataggio attraverso esercitazioni congiunte; raccomanda agli Stati membri di prendere in considerazione la creazione di nuovi progetti nell'ambito della cooperazione strutturata permanente, ad esempio focalizzati su attività di SAR o sulla risposta ambientale, che siano mirati al rafforzamento delle capacità nell'ambito della politica di sicurezza e di difesa comune nell'Artico; incoraggia l'Unione europea e gli Stati membri a svolgere esercitazioni che simulino le modalità con cui può essere ampiamente applicato il meccanismo di protezione civile nell'Artico;

    27.

    insiste sul fatto che è fondamentale che i diritti delle navi straniere ai sensi dell'UNCLOS, in particolare degli articoli da 17 a 21 e da 37 a 41, compresi il diritto di passaggio inoffensivo, il diritto di transito e la libertà di navigazione, siano pienamente rispettati nell'Artico; condanna le azioni russe che limitano i diritti di navigazione lungo le rotte marittime del Mare del Nord designandole come acque interne soggette al suo completo controllo sovrano, creando barriere normative e amministrative alla navigazione straniera lungo la rotta e imponendo un obbligo di ottenere il permesso della Russia per poter entrare e transitare nella sua zona economica esclusiva e nelle sue acque territoriali, e senza prevedere alcuna deroga espressa per le navi che godono di immunità sovrana; sottolinea che qualsiasi misura volta a limitare la libertà di navigazione dovrebbe essere coerente con l'UNCLOS e con il diritto internazionale consuetudinario; invita la Federazione russa a conformarsi alle regole codificate nell'UNCLOS e a rispettare gli impegni assunti partecipando agli inviti annuali dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite affinché i suoi Stati membri garantiscano che le loro rivendicazioni marittime siano conformi all'UNCLOS;

    28.

    sottolinea che lo sviluppo di passaggi settentrionali per i trasporti dovrebbe essere sostenibile e contribuire a una transizione più verde; rileva che, nello specifico, nuovi collegamenti ferroviari settentrionali stimolerebbero le economie degli Stati del Nord e del Baltico e migliorerebbero l'accesso al mercato nella dimensione Nord-Sud; invita pertanto la Commissione ad affrontare le questioni relative ai trasporti del Nord e ad individuare opportunità nel contesto del partenariato per i trasporti e la logistica della dimensione settentrionale; sottolinea che sono necessari migliori collegamenti all'interno della regione della dimensione settentrionale al fine di ridurre le distanze e garantire la connettività in risposta allo sviluppo globale;

    Sviluppo sostenibile e sfruttamento delle risorse strategiche

    29.

    sottolinea l'importanza dell'Artico per la sicurezza energetica dell'UE, insiste con forza sullo sfruttamento sostenibile e scientifico delle risorse energetiche nell'Artico e sottolinea la necessità di una politica rafforzata nel settore delle energie rinnovabili generate dall'UE e dell'efficienza energetica che riduca in modo significativo la dipendenza dell'Unione da fonti esterne e ne migliori pertanto la posizione in termini di sicurezza; sottolinea la necessità di combattere i cambiamenti climatici rispettando gli obiettivi dell'accordo di Parigi;

    30.

    rileva che, come risultato dei cambiamenti climatici e della conseguente riduzione dei ghiacci, la maggiore accessibilità delle enormi risorse di idrocarburi nella regione artica sta modificandone l’importanza geostrategica, con potenziali conseguenze per la stabilità internazionale; invita gli Stati della regione a continuare a risolvere eventuali conflitti attuali o futuri sull'accesso alle risorse naturali nell'Artico mediante un dialogo costruttivo in linea con il diritto internazionale, segnatamente l’UNCLOS, e nello spirito della dichiarazione di Ilulissat;

    31.

    riconosce il rischio ambientale che rappresenta lo sfruttamento del petrolio e del gas nell'Artico; sottolinea che lo sviluppo economico dell'Artico, in particolare l'esplorazione e lo sfruttamento delle risorse naturali nell'Artico, dovrebbe attenersi al diritto internazionale nonché alle pertinenti convenzioni e norme internazionali, nonché rispettare rigorose norme ambientali precauzionali, e chiede l'istituzione di requisiti rigorosi per tali attività in relazione a nuove riserve di idrocarburi nella regione; è preoccupato, a tale riguardo, per i tentativi, segnatamente da parte della Russia, nonché di imprese private di altri paesi, di perseguire progetti di sfruttamento di ampia portata e forte impatto senza un'adeguata valutazione dei loro impatti ambientali; esorta tutti gli Stati artici, pertanto, ad assicurare un'adeguata valutazione ex ante dell'impatto ambientale di qualsiasi progetto di sfruttamento e sottolinea l'importanza di rispettare gli standard normativi;

    32.

    sottolinea che la protezione dell'ambiente e la gestione dell'inquinamento provocato dagli esseri umani dovrebbero essere obiettivi chiave nell'Artico; scoraggia lo sfruttamento delle risorse artiche qualora sia scientificamente dimostrato che ciò provoca danni irreparabili all'ecosistema dell'Artico e non solo;

    33.

    accoglie con favore il lavoro del Consiglio artico volto ad affrontare l'inquinamento nell'Artico e invita l'UE a svolgere un ruolo attivo e fornire assistenza in tale contesto;

    34.

    è molto preoccupato per la recente catastrofe ambientale causata dalla società Norilsk Nickel, che ha provocato la più grande fuoriuscita di petrolio mai registrata nell'Artico polare, ma anche il pompaggio nella tundra di acque reflue tossiche provenienti da un bacino di decantazione e altre fuoriuscite che si verificano regolarmente ma non vengono registrate nelle statistiche ufficiali; si compiace della decisione del tribunale di multare la società responsabile del disastro, ma allo stesso tempo esprime la sua preoccupazione per l'accesso limitato ai luoghi dell'incidente concesso a giornalisti ed esperti e invita le autorità russe a sviluppare procedure trasparenti ed efficaci per segnalare e monitorare tali disastri ambientali; si rammarica che tali incidenti si verifichino spesso sulle terre delle popolazioni indigene, impedendo loro di poter continuare a vivere secondo il loro stile di vita tradizionale; invita l'UE a sostenere i difensori dei diritti ambientali e i giornalisti che indagano su questi casi e a utilizzare le proprie risorse, come Copernicus, per monitorare i casi di inquinamento nell'Artico e condurre una valutazione approfondita delle conseguenze in termini ecologici e umani dello sfruttamento al solo scopo di lucro; incoraggia la cooperazione con gli Stati artici nello sviluppo di sistemi di risposta rapida per la gestione in tempo reale dei disastri ambientali, in particolare le fuoriuscite di petrolio;

    35.

    deplora il fatto che le aziende russe continuino a ridurre al minimo i loro investimenti nella protezione dell'ambiente e negli impianti di produzione per ottenere il massimo profitto nel più breve tempo possibile, con la conseguente emissione costante di sostanze tossiche nell'atmosfera, che ha devastato non solo l'ambiente ma anche la maggior parte delle città artiche, come Norilsk, che sono tra le città più inquinate al mondo;

    36.

    è del parere che l'Artico debba svolgere un ruolo centrale nell'Alleanza europea per le materie prime, aumentando la produzione europea di minerali essenziali, riducendo la dipendenza dalla Cina per i metalli delle terre rare e sviluppando opportunità per una crescita economica verde, condizione essenziale per l'ulteriore sviluppo delle tecnologie verdi e la lotta al cambiamento climatico, che costituisce la principale minaccia per la regione; è del parere che le decisioni degli enti locali in merito all’estrazione delle risorse minerarie debbano essere prese in modo trasparente; accoglie con favore le iniziative nell'Artico europeo sull'estrazione mineraria sostenibile e la riduzione delle emissioni di anidride carbonica attraverso, ad esempio, il primo progetto mondiale di produzione di ferro senza fossili, HYBRIT, tenendo conto della crescente domanda di acciaio e delle esigenze di una società sempre più elettrificata;

    37.

    rileva che l’Artico è ricco di risorse minerarie e sottolinea che l'Artico europeo svolge un ruolo importante per l'approvvigionamento di materie prime dell'UE, con, tra l’altro, risorse, tecnologie e know-how essenziali che sono necessari per realizzare le transizioni digitale e verde; rileva che la maggior parte delle materie prime essenziali dell'UE si trova nell'Artico, il che, se gestito in modo adeguato e sostenibile, potrebbe rafforzare l'autonomia dell'Unione europea; prende atto del fatto che uno dei fattori che spingono Pechino ad acquisire il controllo sulle riserve dell'Artico è il desiderio di mantenere una posizione dominante nelle catene di approvvigionamento di risorse vitali e componenti chiave delle tecnologie emergenti;

    38.

    chiede una maggiore accessibilità delle infrastrutture digitali nell'Artico che promuoverebbe l'imprenditorialità, l'innovazione e la diversificazione dello sviluppo economico; sottolinea l'importanza di promuovere l'uso delle energie rinnovabili nelle comunità artiche remote; incoraggia a proseguire i lavori sulle soluzioni energetiche innovative e sulla relativa costruzione di capacità nell'Artico in vista della prevenzione dei cambiamenti climatici, tenendo conto delle esigenze della società; pone l'accento sull'importanza strategica dei cavi sottomarini per le telecomunicazioni situati nell'Atlantico settentrionale, che assicurano più del 95 % delle telecomunicazioni internazionali; ribadisce l'importanza di una cooperazione transatlantica rafforzata per proteggere e assicurare il rispetto degli strumenti internazionali che regolamentano i cavi sottomarini, compresa l'UNCLOS; sottolinea il ruolo che l’Artico svolge in relazione al suo vantaggio competitivo in termini climatici e geografici nella connettività digitale tra l'America del Nord, l'Europa e l'Asia, e come luogo per i centri di archiviazione dei dati; osserva che le nuove autostrade digitali, che si sviluppano attraverso vasti sistemi e un'infrastruttura di cavi in fibra ottica, dovrebbero inoltre consentire una migliore connettività digitale alle comunità artiche nonché fornire supporto sanitario e servizi sociali (ad esempio attraverso servizi di telemedicina), istruzione online e un accesso più facile, in generale, all'economia globale;

    39.

    riconosce la carenza di investimenti nella regione artica; ritiene che l'UE possa contribuire allo sviluppo economico, sociale e sostenibile a vantaggio delle comunità artiche, in particolare nei settori dell'energia, dei trasporti e delle infrastrutture; ritiene che le regioni artiche ospitino industrie innovative essenziali per uno sviluppo sostenibile;

    40.

    sottolinea che lunghe distanze, aree scarsamente popolate, forti squilibri climatici e demografici significano che l'aumento della connettività, dell'accessibilità e dell'integrazione delle comunità attraverso gli investimenti nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e nelle infrastrutture di trasporto (ferroviarie, marittime, via terra e aria) è fondamentale migliorare la produttività e il commercio all'interno e al di fuori dell'Artico; ritiene che trasporti migliori e la connettività a banda larga aumenteranno inoltre le opportunità di lavoro transfrontaliero e la mobilità studentesca e l’ulteriore espansione della cooperazione; sottolinea l'utilità di strumenti basati sul luogo, come le strategie di specializzazione intelligente e la cooperazione territoriale, per adattare gli investimenti sostenibili nell'Artico alla situazione locale e ritiene che queste politiche europee dovrebbero essere ulteriormente sviluppate e collegate alla politica artica dell'UE; chiede l'istituzione di una speciale piattaforma d'investimento che faciliterebbe una più stretta cooperazione economica tra le economie dell'UE e dell'Artico, in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti e il Fondo europeo per gli investimenti;

    41.

    prende atto del ruolo del settore privato nello sviluppo di soluzioni sostenibili per l'Artico; invita la Commissione a sostenere gli investimenti delle imprese europee in settori chiave quali la produzione di energia rinnovabile, la logistica e lo sviluppo della rete elettrica, individuando nel contempo le opportunità di investimento nell'ambito degli strumenti di investimento e di finanziamento dell'UE al fine di agevolare l'accesso delle imprese europee al mercato artico; sottolinea l'importanza del commercio e degli investimenti nelle infrastrutture digitali, nell'innovazione e nello sviluppo economico nell'Artico, con una più stretta cooperazione tra governi, università e imprese; invita l'UE a ridurre gli ostacoli tecnici al commercio e a rafforzare la sua cooperazione con i rappresentanti delle imprese e la incoraggia a continuare a sostenere il Consiglio economico artico; insiste affinché le società con sede o operanti all'interno dell'UE rispettino rigorosamente i principi guida delle Nazioni Unite sulle imprese e i diritti umani nell'ambito di tutte le loro operazioni commerciali e relazioni con la regione artica e garantiscano efficaci processi di due diligence in materia di diritti umani e ambiente; invita queste entità a garantire in tutte le fasi del processo consultazioni efficaci, significative e informate con i portatori di interessi coinvolti o potenzialmente coinvolti, comprese le popolazioni indigene; sottolinea che le attività economiche nell'Artico dovrebbero essere sostenibili e tenere conto del loro impatto ambientale, in particolare sui cambiamenti climatici, e delle loro implicazioni sociali; sottolinea la necessità di continuare a promuovere lo sviluppo regionale sostenibile a vantaggio di coloro che vivono nell'Artico, le attività a basse emissioni di carbonio, l'economia della conoscenza e l'economia circolare;

    42.

    sostiene, come regola generale, l'opinione espressa nell'accordo sulla pesca nell'Oceano Artico centrale, secondo cui lo sfruttamento delle risorse naturali dovrebbe avvenire solo laddove vi sia ragionevole certezza che non sarà arrecato alcun danno all'ambiente e sottolinea l'importanza di attuare un approccio precauzionale nei confronti della pesca artica e subartica in tutte le fasi; sottolinea l'importanza di misure di gestione della pesca basate sui migliori pareri scientifici disponibili al fine di garantire la sostenibilità a lungo termine; rileva che gli Stati costieri dell'Artico hanno concordato un quadro per la gestione delle attività nell'Artico, anche impegnandosi a dirimere le sovrapposizioni tra rivendicazioni relative alle zone marittime; esprime il proprio sostegno alle organizzazioni regionali di gestione della pesca esistenti e agli accordi globali relativi alla pesca, alla navigazione e all'ambiente marino; sottolinea che l'UE dovrebbe essere coinvolta nella gestione degli stock in conformità dell'UNCLOS;

    43.

    osserva che l'UE riceve un'ampia quota delle sue importazioni di pesce dall'Artico ed è consapevole che è probabile un aumento delle controversie circa la pesca, tra l'altro, come conseguenza dell'esaurimento degli stock ittici in alcune zone e della loro migrazione verso altre zone, in parte causati dal cambiamento climatico; accoglie con favore la firma, pertanto, dell'accordo CAO sulla pesca nell'Oceano Artico centrale, che mira a conseguire uno sviluppo sostenibile nell’Artico e che attuerà un approccio precauzionale alla gestione delle attività di pesca nella parte d'alto mare dell'Oceano Artico centrale e ne chiede la rapida entrata in vigore; riconosce l'importanza della dichiarazione di Oslo per il raggiungimento di questo accordo vincolante, relativo alla prevenzione della pesca non regolamentata nelle acque d'altura nell'Oceano Artico centrale; accoglie con favore l'inclusione di rappresentanti delle organizzazioni indigene nelle delegazioni; si rammarica, tuttavia, che la loro partecipazione e quella delle ONG si sia limitata esclusivamente all'osservazione;

    Servire le comunità locali e tutelare i diritti delle popolazioni indigene

    44.

    accoglie con favore i risultati conseguiti, ma ricorda che nella maggior parte dei paesi nordici le medie artiche rimangono peggiori rispetto alle medie nazionali in termini di povertà, bassa aspettativa di vita e sviluppo umano ed economico molto limitato; è consapevole del fatto che la trasformazione tecnologica e i cambiamenti climatici stanno influenzando lo stile di vita e il modo di vivere tradizionali delle popolazioni indigene e ribadisce pertanto la sua richiesta di coinvolgere attivamente tutte le comunità e gli abitanti dell'Artico, e in particolare le popolazioni indigene, che possiedono conoscenze locali e pratiche, nei processi decisionali relativi alle scelte di sviluppo; sostiene fermamente, a tale riguardo, la piena ed effettiva attuazione dell'articolo 19 della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni (UNDRIP), in particolare relativamente alla necessità di ottenere il consenso libero, preventivo e informato delle popolazioni indigene prima di adottare e attuare misure legislative o amministrative o avviare progetti di sviluppo che potrebbero riguardarle;

    45.

    riconosce che gli effetti dello scioglimento dei ghiacci e di temperature più miti provocano lo spostamento forzato delle popolazioni indigene e minacciano così anche lo stile di vita indigeno; riconosce il desiderio degli abitanti e dei governi della regione artica titolari di diritti e competenze sovrane di continuare a perseguire uno sviluppo economico sostenibile e al tempo stesso tutelare le fonti tradizionali dello stile di vita dei popoli indigeni e la natura estremamente sensibile degli ecosistemi artici, tenendo conto della loro esperienza nell'uso e nello sviluppo delle varie risorse della regione in modo sostenibile;

    46.

    sottolinea la necessità di garantire la conservazione delle culture, delle tradizioni e delle lingue delle popolazioni indigene, istituendo programmi di rafforzamento delle capacità volti ad aumentare la consapevolezza sulla diversità, sulla storia e sui diritti dei popoli indigeni, non solo per i giovani indigeni ma anche per le popolazioni non indigene in tutta la regione; invita le delegazioni dell'Unione europea negli Stati artici a impegnarsi in un dialogo autentico e inclusivo con le popolazioni indigene a livello nazionale e regionale e a fungere da punti di riferimento sulle questioni relative alle popolazioni indigene; sottolinea la necessità che il personale di queste delegazioni dell'UE sia esperto sui diritti delle popolazioni indigene, quali sanciti dall'UNDRIP; accoglie con favore il crescente riconoscimento dei diritti delle popolazioni indigene nelle politiche esterne dell'UE; chiede una maggiore coerenza tra le politiche artiche interne ed esterne dell'UE in questo settore;

    47.

    ribadisce il proprio invito a coinvolgere attivamente tutti gli abitanti dell'Artico che possiedono conoscenze locali e pratiche, in particolare le popolazioni indigene, nei processi decisionali riguardanti le scelte di sviluppo;

    48.

    esprime il proprio rammarico per gli sforzi del governo russo volti a sottomettere la società civile, in quanto si ripercuotono in modo negativo sulle popolazioni indigene, limitando l'autonomia delle loro rappresentanze e dei loro partenariati nei consessi internazionali e bloccando l'accesso ai fondi esterni; rileva che altre ONG, compresi gli attivisti ambientali, sono interessate da problemi analoghi;

    49.

    afferma che tutte le attività nella regione artica, compresi la gestione e l’utilizzo sostenibile delle risorse dell'Artico, dovrebbero rispettare i diritti delle popolazioni indigene e di altri abitanti locali, e andare a loro vantaggio; sostiene, a tale proposito, un legame più stretto tra le imprese che operano nell'Artico e le comunità locali al fine di creare opportunità economiche e di ricerca e posti di lavoro e promuovere lo sviluppo sostenibile delle risorse e sostiene l'attuazione di standard come il Protocollo per gli investimenti nell'Artico e il Patto mondiale delle Nazioni Unite; ricorda gli strumenti internazionali esistenti che stabiliscono le giurisdizioni, i diritti e gli obblighi degli Stati per la gestione e l'uso sostenibile delle risorse naturali e insiste affinché tali strumenti continuino a essere pienamente rispettati; sottolinea l'importanza di garantire la cooperazione interpersonale, l'accesso all'istruzione e alle opportunità commerciali e il sostegno ai giovani dell'Artico;

    50.

    sottolinea l'importanza di affrontare le aspirazioni, le esigenze e le sfide delle popolazioni locali, segnatamente in termini di cooperazione interpersonale, connettività, accesso a Internet, istruzione, assistenza sanitaria e occupazione, in particolare per quanto riguarda i giovani e i gruppi emarginati; sottolinea la necessità di includere un'ambiziosa dimensione di genere nella politica artica aggiornata; chiede un rafforzamento di finanziamenti di programmi come «north2north» e altri programmi di mobilità rivolti in particolare ai giovani che vivono nell'Artico, nonché di aumentare il sostegno e le risorse per aiutare i popoli dell'Artico ad adattarsi ai profondi cambiamenti determinati dai cambiamenti climatici;

    51.

    ribadisce il suo invito a tutti gli altri Stati membri a ratificare quanto prima la Convenzione dell'OIL sui popoli indigeni e tribali;

    Scienza e conoscenza

    52.

    invita gli Stati artici a rispettare gli impegni assunti nell'ambito della Convenzione sulla diversità biologica, in particolare per quanto riguarda la conservazione in situ; invita tutti gli Stati a garantire che le popolazioni indigene e le comunità locali dell'Artico siano incluse nelle deliberazioni e nei processi decisionali dei pertinenti consessi internazionali di diplomazia relativa al clima e alla biodiversità; sostiene la raccomandazione delle popolazioni indigene di avere accesso diretto ai finanziamenti a titolo del Fondo verde per il clima per le loro iniziative sostenibili di mitigazione e adattamento sostenibili;

    53.

    sottolinea gli importanti contributi dell'UE e dei suoi Stati membri alla scienza polare, che saranno necessari per comprendere gli effetti globali e locali del cambiamento climatico, e l'importanza della conoscenza come fondamento delle decisioni politiche e dello sviluppo sostenibile nell'Artico; ribadisce l'appello della quattordicesima conferenza dei parlamentari della regione artica a rafforzare la base di conoscenze e migliorare la cooperazione scientifica con una nuova iniziativa per l'Anno polare internazionale; sostiene gli sforzi internazionali in materia di scienza, conoscenza e innovazione con una dimensione artica e la cooperazione sulla ricerca nell'Artico, ad esempio la conclusione e l'attuazione dell'accordo sul rafforzamento della cooperazione scientifica internazionale nell'Artico;

    54.

    rileva che l'UE è stata uno dei principali finanziatori della ricerca sull'Artico attraverso programmi come Orizzonte 2020; sottolinea la necessità di aumentare i finanziamenti dell'UE nel settore della ricerca e dello sviluppo nell'Artico; chiede una maggiore visibilità e un coordinamento migliore della ricerca e dell'innovazione relative all'Artico, anche nell'ambito di Orizzonte Europa; invita la Commissione a fornire una panoramica completa dei finanziamenti dell'UE destinati alla regione e alle componenti artiche dei programmi orizzontali dell'UE ed esorta l'UE ad attuare un piano di investimenti ambizioso, lungimirante e sostenibile dal punto di vista ambientale per l'Artico; ritiene che tale piano debba aumentare i finanziamenti in settori chiave come la ricerca scientifica e assegnare maggiori risorse alla ricerca, allo sviluppo e all'innovazione, alle infrastrutture spaziali, digitali e di trasporto, alle tecnologie spaziali, al trasporto marittimo sostenibile, all'estrazione e lavorazione sostenibili delle materie prime, alle energie rinnovabili e altre attività a basse emissioni di carbonio e al turismo; sottolinea la necessità di migliorare le sinergie tra gli strumenti di finanziamento esistenti al fine di impedire possibili duplicazioni e sviluppare al massimo le interazioni tra i programmi interni ed esterni dell'UE;

    55.

    osserva che l'Artico offre un enorme potenziale in termini di innovazione e uso sostenibile delle risorse, sviluppando pratiche che possono essere successivamente attuate a livello globale, e costituisce un banco di prova per, tra l’altro, progetti geotermici, eolici e idroelettrici, per la produzione di acciaio a zero emissioni di carbonio e per la produzione di batterie più ecologiche; riconosce il contributo dei programmi spaziali dell'UE come Copernicus e Galileo, del servizio europeo di copertura per la navigazione geostazionaria e delle comunicazioni satellitari alla sicurezza e protezione dell'ambiente, del mare e delle persone nell'Artico, consentendo, tra l'altro, il monitoraggio dell'evoluzione dei ghiacci, la gestione sostenibile delle risorse marine, il rilevamento dell'inquinamento, i sistemi di segnalazione di emergenza, l'identificazione e il tracciamento della circolazione marittima e i servizi di ricerca e salvataggio; sostiene i continui investimenti nello sviluppo di queste capacità e ne consiglia l'applicazione nell'Artico in cooperazione e sotto la guida degli Stati artici che sono membri dell'UE e/o della NATO;

    Più UE nell'Artico, più Artico nell'UE

    56.

    accoglie con favore la creazione di un inviato speciale per le questioni artiche nel 2017; sostiene il proseguimento del suo mandato e plaude al lavoro svolto dall'attuale inviato speciale; invita la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a migliorare la cooperazione tra i servizi e la coerenza tra i diversi programmi e investimenti nell'Artico e li esorta a stanziare risorse adeguate che rispecchino l'ambizione della politica artica dell'UE; esorta la Commissione a istituire un gruppo di lavoro specifico competente per tutto ciò che riguarda il Nord Europa e l'Artico; rileva che il coordinamento interno dell'UE sulle questioni relative all'Artico dovrebbe essere rafforzato sia a livello di gruppo di lavoro della Commissione sia tra le pertinenti agenzie dell'UE; incoraggia la Commissione ad affidare un ruolo di coordinamento delle politiche artiche a uno dei suoi vicepresidenti al fine di evitare la duplicazione delle competenze; invita il Consiglio a creare un gruppo di lavoro sull'Europa settentrionale e l'Artico e il SEAE a creare un'unità analoga all'interno delle sue strutture; è del parere che il ruolo del Parlamento dovrebbe essere rafforzato nella formulazione e nell’attuazione della politica dell'UE per l'Artico, e che all’Artico dovrebbe essere conferita una maggiore importanza in seno al Parlamento, anche attraverso l'istituzione di una delegazione interparlamentare specificamente dedicata, con responsabilità speciali per la cooperazione artica; chiede un dibattito più ampio sulle questioni relative all'Artico all'interno delle istituzioni dell'UE e negli Stati membri;

    57.

    ritiene che il processo di consultazione relativo alla nuova politica dell'UE per l'Artico dovrebbe essere utilizzato per valutare l'efficacia delle attuali politiche dell'UE;

    58.

    è del parere che l'UE, in quanto attore globale, dovrebbe avviare attivamente un dialogo politico, reagire alla crescente importanza strategica dell'Artico e continuare a svolgere il suo ruolo di entità accettata e credibile nella regione artica, nel rispetto di tutti i consessi consultivi esistenti dedicati all'Artico e dei meccanismi di un efficace quadro di governance; ritiene che l'UE possa fungere da mediatore imparziale nella promozione della stabilità e della prosperità regionali; invita l'UE a proseguire il dialogo e le misure volte a rafforzare la fiducia nei quadri multilaterali esistenti e a includere l'Artico tra le priorità della strategia globale dell'UE; chiede inoltre una politica di connettività specifica per l'Artico (digitalizzazione, navigazione, logistica, trasporti); è fermamente convinto che il Green Deal europeo fornisca una risposta a lungo termine davvero necessaria alle crescenti sfide poste dal cambiamento climatico, attraverso un programma di investimenti ampliato per la crescita sostenibile e le iniziative innovative locali in particolare, e contribuirà in modo significativo alla soluzione della dipendenza energetica e strategica dell'UE; chiede, alla luce di quanto detto, l'integrazione della dimensione politica dell'UE per l'Artico nel Green Deal europeo, nell'agenda strategica dell'UE per il periodo 2019-2024, nella Strategia globale dell’UE, nella strategia dell’UE per la connettività e nella strategia dell'UE per la biodiversità;

    59.

    sottolinea la necessità che l'UE e i suoi Stati membri mantengano relazioni costruttive con tutti gli Stati artici non europei e sottolinea la necessità che l'UE persegua e promuova un approccio basato sui diritti al suo dialogo con le popolazioni indigene dell'Artico: sottolinea l'importanza, per gli Stati artici dell'UE, di condividere più ampiamente le informazioni sulle attuali sfide presenti nella regione, migliorare le loro capacità di guerra ibrida, continuare a investire nella difesa, migliorare la coerenza per quanto riguarda le attività in corso nell'Artico e sviluppare congiuntamente i settori marittimo e aereo; invita l'UE e i suoi Stati membri a cooperare più strettamente sulle questioni artiche nei consessi regionali e internazionali e invita l'UE a coinvolgere maggiormente i livelli di governance locali e regionali nello sviluppo delle sue politiche che interessano la regione;

    60.

    è del parere che la risposta migliore alla crescente cooperazione sino-russa nell'Artico sia un maggiore coordinamento a livello dell'UE, nonché consultazioni con i paesi SEE, gli Stati Uniti, il Canada, nonché il Regno Unito, il Giappone, la Repubblica di Corea, l'India e altri partner impegnati a garantire una cooperazione pacifica e la libertà di navigazione nell'Artico e a sfruttare al massimo le sinergie possibili;

    61.

    prende atto dell'Iniziativa degli Stati Uniti per la sicurezza dell'Artico e del quadro politico canadese per l'Artico e il Nord e incoraggia l'UE a collaborare con i suoi alleati che condividono gli stessi obiettivi, ove opportuno, per garantire un adeguato coordinamento nella regione; chiede, a tale riguardo, un solido dialogo UE-Artico a sostegno dell'attuazione della politica dell'UE per l'Artico;

    62.

    è del parere che le questioni relative alla sicurezza nell'Artico debbano anche far parte delle consultazioni e della cooperazione con la NATO, che può utilizzare il quadro del Consiglio NATO-Russia per risolvere i malintesi, allentare le tensioni e prevenire le crisi; riconosce l'importanza delle operazioni di sorveglianza e ricognizione nella regione e dell'istituzione di meccanismi per migliorare la condivisione delle informazioni; ritiene che una notifica preventiva delle esercitazioni militari nella regione artica potrebbe aumentare la trasparenza sulle attività militari nella regione;

    63.

    rileva che l'estremo nord rientra nell'area di responsabilità del comandante supremo delle forze alleate in Europa della NATO e che è necessario cooperare con la NATO al fine di costruire un progetto di sicurezza globale per l'Artico; accoglie con favore, alla luce di quanto detto in precedenza, le conclusioni del gruppo di riflessione incaricato dal Segretario generale della NATO di intraprendere un processo di riflessione lungimirante che valuti le modalità per poter rafforzare la dimensione politica della NATO, secondo le quali la NATO dovrebbe aumentare la sua consapevolezza della situazione nell'estremo nord e nell'Artico e sviluppare una strategia che tenga conto di piani più ampi per la deterrenza e la difesa, anche attraverso disposizioni volte a contrastare le azioni aggressive di attori statali;

    64.

    rileva che l'esercitazione Trident Juncture del 2018, che ha dimostrato che la NATO è operativa nell'Artico, in particolare nell'estremo Nord (Mare di Norvegia e Mare di Barents), ha garantito il massimo livello di trasparenza; invita tutte le parti che conducono attività militari nell'Artico a seguire tali pratiche in linea con gli obblighi internazionali, compreso il documento di Vienna dell'OSCE, riducendo così i rischi, chiarendo possibili malintesi e creando un clima di trasparenza in merito alle intenzioni;

    65.

    sostiene gli sforzi volti a rafforzare la resilienza di fronte alle potenziali pressioni provenienti dalla Cina o da altri attori che non danno la priorità a metodi di estrazione mineraria effettuati in modo ecologico e sostenibile, nel rispetto delle norme internazionali e delle convenzioni delle Nazioni Unite; invita la task force East StratCom a monitorare le campagne volte a influenzare i processi decisionali relativi alle estrazioni minerarie intraprese nella regione;

    66.

    sottolinea la necessità che l'UE e gli Stati Uniti promuovano in modo congiunto la sicurezza e la stabilità nell'Artico, investendo nella loro presenza scientifica permanente nella regione ed espandendola;

    67.

    chiede che l'Artico sia incluso nelle discussioni sulla bussola strategica dell'UE e sottolinea che lo sviluppo dell'Artico dovrebbe essere regolarmente discusso anche in sede di comitato politico e di sicurezza e durante le riunioni del Consiglio; chiede scambi di opinioni più regolari sulle questioni relative all'Artico quale importante area di consultazione UE-NATO;

    68.

    chiede una maggiore visibilità dell'UE nell'Artico e invita l'UE a instaurare un dialogo politico rafforzato sulla cooperazione bilaterale con le Isole Fær Øer e la Groenlandia e a valutare, insieme alle autorità danesi, la possibilità di istituire uffici dell'UE in Groenlandia e nelle Isole Fær Øer;

    69.

    chiede che gli obiettivi della nuova strategia per l'Artico trovino riscontro nei programmi con fondi dedicati, nei progetti e nella legislazione pertinente dell'UE, nonché nei lavori delle pertinenti agenzie dell'UE;

    70.

    è del parere che la strategia marittima dell'UE debba essere aggiornata per riflettere nuove opportunità e sfide; ritiene che valutazioni e revisioni simili dovrebbero essere effettuate per altre politiche dell'UE, compresa la sua politica spaziale, al fine di valutare l'espansione dei programmi satellitari esistenti per rispondere alle esigenze specifiche della regione artica, anche attraverso l'uso di Copernicus per monitorare l'inquinamento;

    o

    o o

    71.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

    (1)  GU C 9 E del 15.1.2010, pag. 41.

    (2)  GU C 136 E dell'11.5.2012, pag. 71.

    (3)  GU C 378 del 9.11.2017, pag. 174.

    (4)  GU C 263 del 25.7.2018, pag. 136.

    (5)  GU C 118 dell'8.4.2020, pag. 32.

    (6)  GU C 232 del 16.6.2021, pag. 28.

    (7)  GU C 118 dell'8.4.2020, pag. 15.

    (8)  GU C 270 del 7.7.2021, pag. 2.


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