Choose the experimental features you want to try

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 52021IP0408

    Risoluzione del Parlamento europeo del 6 ottobre 2021 sulla ricostruzione degli stock ittici nel Mar Mediterraneo: valutazione e prossime tappe (2019/2178(INI))

    GU C 132 del 24.3.2022, p. 56–64 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    24.3.2022   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 132/56


    P9_TA(2021)0408

    Ricostituzione degli stock ittici nel Mar Mediterraneo

    Risoluzione del Parlamento europeo del 6 ottobre 2021 sulla ricostruzione degli stock ittici nel Mar Mediterraneo: valutazione e prossime tappe (2019/2178(INI))

    (2022/C 132/05)

    Il Parlamento europeo,

    viste la comunicazione della Commissione dell'11 dicembre 2019 dal titolo «Il Green Deal europeo» (COM(2019)0640) e la risoluzione del Parlamento europeo del 15 gennaio 2020 sul Green Deal europeo (1),

    vista la comunicazione della Commissione del 20 maggio 2020, «Una strategia 'Dal produttore al consumatore' per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell'ambiente» (COM(2020)0381),

    vista la strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030 presentata nella comunicazione della Commissione del 20 maggio 2020 dal titolo «Strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030 — Riportare la natura nella nostra vita» (COM(2020)0380), in particolare il punto 2.2.6 «Ripristinare il buono stato ecologico degli ecosistemi marini», anche «mediante l'istituzione di incentivi finanziari erogati dai futuri strumenti finanziari destinati alla pesca e alla politica marittima per le zone marine protette (compresi i siti Natura 2000 e quelli istituiti da accordi internazionali o regionali)»,

    vista la comunicazione della Commissione del 16 giugno 2020 dal titolo «Verso una pesca più sostenibile nell'UE: situazione attuale e orientamenti per il 2021», (COM(2020)0248),

    vista la comunicazione della Commissione del 17 settembre 2020 dal titolo «Strategia annuale per la crescita sostenibile 2021» (COM(2020)0575),

    visto il regolamento (CE) n. 1967/2006 del Consiglio, del 21 dicembre 2006, relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mar Mediterraneo (2),

    vista la direttiva 2008/56/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 giugno 2008, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria nel campo della politica per l'ambiente marino (direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino) (3),

    visto il regolamento (CE) n. 1005/2008 del Consiglio, del 29 settembre 2008, che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (4),

    visto il regolamento (UE) n. 1380/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2013, relativo alla politica comune della pesca (5),

    visti il regolamento (UE) n. 508/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, relativo al Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (6) e la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e che abroga il regolamento (UE) n. 508/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio (COM(2018)0390),

    vista la direttiva (UE) 2017/159 del Consiglio, del 19 dicembre 2016, recante attuazione dell'accordo relativo all'attuazione della Convenzione sul lavoro nel settore della pesca del 2007 dell'Organizzazione internazionale del lavoro, concluso il 21 maggio 2012, tra la Confederazione generale delle cooperative agricole nell'Unione europea (Cogeca), la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti e l'Associazione delle organizzazioni nazionali delle imprese di pesca dell'Unione europea (Europêche) (7),

    visto il regolamento (UE) 2017/1004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, che istituisce un quadro dell'Unione per la raccolta, la gestione e l'uso di dati nel settore della pesca e un sostegno alla consulenza scientifica relativa alla politica comune della pesca (8),

    visto il regolamento (UE) 2017/2107 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 novembre 2017, che stabilisce le misure di gestione, di conservazione e di controllo applicabili nella zona della convenzione della Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell'Atlantico (ICCAT) (9),

    visto il regolamento (UE) 2019/1022 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019, che istituisce un piano pluriennale per le attività di pesca che sfruttano gli stock demersali nel Mar Mediterraneo occidentale (10),

    visto il regolamento (UE) 2019/982 del Parlamento europeo e del Consiglio, che modifica il regolamento (UE) n. 1343/2011 relativo a talune disposizioni per la pesca nella zona di applicazione dall'accordo CGPM (11)(Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo),

    visto il regolamento (UE) 2020/560 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2020, che modifica i regolamenti (UE) n. 508/2014 e (UE) n. 1379/2013 per quanto riguarda misure specifiche per attenuare l'impatto dell'epidemia di COVID-19 nel settore della pesca e dell'acquacoltura (12),

    vista la relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, del 25 giugno 2020, sull'attuazione della direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino (direttiva 2008/56/CE) (COM(2020)0259),

    vista la relazione speciale 26/2020 della Corte dei conti europea, del 26 novembre 2020, dal titolo «Ambiente marino: la protezione esercitata dall'UE è estesa ma non va in profondità»,

    vista la comunicazione congiunta al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, del 9 febbraio 2021, dal titolo «Partenariato rinnovato con il vicinato meridionale — Una nuova agenda per il Mediterraneo» (JOIN(2021)0002),

    visti gli articoli 38 e 39 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

    vista la politica europea di vicinato (PEV) dell'UE,

    vista la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS),

    vista la strategia a medio termine (2017-2020) della CGPM, che mira alla sostenibilità delle attività di pesca del Mediterraneo e del Mar Nero,

    vista la relazione 2018 della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) sullo stato della pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero,

    visto l'obiettivo di sviluppo sostenibile (OSS) 14 «Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile» adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015,

    vista la relazione per il 2020 del Comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (CSTEP) sul monitoraggio delle prestazioni della politica comune della pesca (STECF-Adhoc-20-01),

    visto lo studio di valutazione retrospettivo della Commissione del regolamento sul Mar Mediterraneo del maggio 2016,

    vista la relazione n. 17/2019 dell'Agenzia europea dell'ambiente dal titolo «Marine messages II — Navigating the course towards clean, healthy and productive seas through implementation of an ecosystem-based approach»,

    visti la convenzione sulla protezione dell'ambiente marino e del litorale del Mediterraneo (Convenzione di Barcellona) e i relativi protocolli e le relative decisioni dell'UE,

    vista la dichiarazione ministeriale degli Stati costieri affacciati sul Mediterraneo MedFish4Ever adottata a La Valletta, Malta, il 30 marzo 2017,

    vista la dichiarazione ministeriale di Sofia del 7 giugno 2018,

    vista la dichiarazione ministeriale del 26 settembre 2018 volta ad attuare un piano d'azione regionale per la pesca su piccola scala e sostenibile nel Mediterraneo e nel Mar Nero,

    vista la relazione di valutazione globale sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici della piattaforma intergovernativa di politica scientifica per la biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES) per il 2019,

    vista la relazione speciale del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC), del 2019, sull'oceano e la criosfera in un clima che cambia,

    vista la parte II, sezione 2, dell'UNCLOS, intitolata «Limiti del mare territoriale»,

    vista la prima relazione di valutazione del Mediterraneo (MAR1) elaborata dalla rete indipendente di esperti mediterranei sui cambiamenti climatici e ambientali (MedECC),

    vista la relazione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) e della CGPM dal titolo "The State of Mediterranean and Black Sea Fisheries 2020,

    vista la relazione della sua commissione per la pesca sulle conseguenze dell'aumento della temperatura delle acque marine per gli stock ittici e per la pesca (2019/2163(INI)),

    visti il parere della commissione per la pesca destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e alla commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale su una strategia «Dal produttore al consumatore» per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell'ambiente (2020/2260(INI))PECH_AD (2021)662054,

    vista la sua risoluzione legislativa del 17 aprile 2020 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 1379/2013 e il regolamento (UE) n. 508/2014 per quanto riguarda misure specifiche per attenuare l'impatto della pandemia di Covid-19 nel settore della pesca e dell'acquacoltura (COM(2020)0142 — C9-0093/2020 — 2020/0059(COD)) (13),

    vista la sua risoluzione del 21 gennaio 2021 dal titolo «Più pesce nei mari? Misure per promuovere la ricostituzione degli stock al di sopra del rendimento massimo sostenibile (MSY), comprese le zone di ricostituzione degli stock ittici e le aree marine protette» (14),

    considerando gli effetti socio-economici negativi, attuali e a lungo termine, della pandemia di COVID-19 nel settore, ivi comprese le imprese di vendita al dettaglio e i negozi di prodotti alimentari freschi;

    visto l'articolo 54 del suo regolamento,

    vista la relazione della commissione per la pesca (A9-0225/2021),

    A.

    considerando che il Mar Mediterraneo è uno dei principali luoghi della biodiversità mondiale nonché un bacino su cui si innestano comunità costiere che dipendono in larga parte dalla pesca e in particolar modo dalla pesca artigianale; considerando che l'attuale preoccupante situazione ambientale, in parte dovuta alla pesca eccessiva, pone a serio rischio non solo la biodiversità, ma anche la sopravvivenza di un settore la cui perdita di redditività può avere ripercussioni socioeconomiche estremamente negative per le comunità dedite alla pesca, l'industria e i settori ausiliari;

    B.

    considerando che gli stock ittici non hanno una capacità riproduttiva illimitata e che la richiesta ed il consumo di pesce aumentano in maniera costante;

    C.

    considerando che nel Mediterraneo, soprattutto occidentale, si stanno introducendo nuove misure, sebbene sia ancora troppo presto per una valutazione completa in quanto occorre realizzare un maggior numero di iniziative, e nel Mar Nero la situazione è rimasta sostanzialmente invariata dall'inizio della raccolta dei dati nel 2003, sebbene dal 2012 possa esserci stato un leggero aumento della biomassa;

    D.

    considerando che nel Mediterraneo, secondo la relazione 2020 della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) sullo stato della pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero, la percentuale di stock ittici sovrasfruttati è passata dall'88 % del 2014 al 75 % del 2018 e la situazione di molti stock risulta tuttora critica, il che dimostra chiaramente che resta ancora molto da fare, pur evidenziando risultati in graduale miglioramento dovuti all'impegno dei pescatori in tutta la regione; che la situazione di molti stock rimane critica in quanto oltre l'80 % degli stock valutati scientificamente sono sfruttati al di sopra dei livelli di rendimento massimo sostenibile (MSY), secondo lo CSTEP;

    E.

    considerando l'adozione nel 2019 del regolamento che istituisce un piano pluriennale per le attività di pesca che sfruttano gli stock demersali nel Mar Mediterraneo occidentale e la necessità di attendere l'esito delle misure in esso adottate;

    F.

    considerando il significativo impatto da un punto di vista socioeconomico delle limitazioni alle attività di pesca le quali minano la redditività di migliaia di imprese fino a metterne a repentaglio la sopravvivenza, con ripercussioni potenzialmente devastanti per l'occupazione e la coesione sociale nelle zone costiere;

    G.

    considerando che il depauperamento dello stock e l'erosione della biodiversità marina minacciano la sicurezza alimentare delle comunità costiere, i posti di lavoro e i redditi di tutta la catena del valore della pesca artigianale;

    H.

    considerando che il rispetto non uniforme delle restrizioni delle attività di pesca non consente di conseguire gli obiettivi prefissati, ponendo in evidente svantaggio chi le rispetta;

    I.

    considerando che il Fondo europeo per la pesca e l'acquacoltura dovrebbe essere utilizzato per mitigare gli impatti socioeconomici negativi e per la diversificazione del settore;

    J.

    considerando che la maggior parte della flotta peschereccia mediterranea è costituita da pescherecci artigianali su piccola scala, che rappresentano circa l’84 % della flotta peschereccia e il 60 % dei posti di lavoro nel bacino del Mediterraneo, e che, sebbene alcune flotte siano diminuite in misura significativa, anche se in misura diversa in tutta l'UE e nei paesi non europei, con gravi ripercussioni sulle economie locali, le tendenze relative al numero di pescherecci sono rimaste relativamente stabili;

    K.

    considerando che per la maggior parte delle zone costiere e insulari, la pesca artigianale è una forma tradizionale di pesca che costituisce uno stile di vita e una significativa fonte di sostentamento che necessita specifiche misure e sostegni per crescere e svilupparsi;

    L.

    considerando la necessità di raggiungere livelli di stock ittici sani per evitare una perdita di posti di lavoro nonché per sostenere importanti settori economici dipendenti dalla pesca;

    M.

    considerando che tra i fattori di pressione sugli stock ittici del Mediterraneo e sulla biodiversità marina non vi è soltanto la pesca, ma anche problemi di origine antropica come l'inquinamento da plastica, la dispersione di carburante, la perdita di habitat, il traffico marittimo e il cambiamento climatico, nonché la proliferazione di specie esotiche invasive;

    N.

    considerando che le statistiche evidenziano un costante aumento del consumo dei prodotti della pesca con un relativo incremento delle importazioni;

    O.

    considerando la possibilità di migliorare l'etichettatura dei prodotti europei al fine di valorizzare la pesca mediterranea e migliorare la tracciabilità nella lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN);

    P.

    considerando che si è verificato un costante declino della produzione e sono necessarie misure per ripristinare la sostenibilità delle risorse;

    Q.

    considerando che la pesca e l'acquacoltura sono tra i settori maggiormente colpiti dalla pandemia di Covid-19, poiché la domanda ha subito un improvviso calo;

    R.

    considerando che la Commissione ha proposto una serie di misure temporanee e mirate per affrontare le sfide che la comunità che vive dei prodotti della pesca deve affrontare a causa della Covid-19;

    S.

    considerando che lo stato di instabilità politica e i disordini in Libia rappresentano una minaccia tangibile per le pescatrici e i pescatori dell'UE attivi nel Mediterraneo meridionale, che mette a rischio la loro libertà personale e la sicurezza delle operazioni di pesca;

    T.

    considerando che mentre i pescatori dell’UE sono obbligati al rispetto di regole per la conservazione degli stock ittici, quelli di altri paesi mediterranei non sono tenuti al rispetto delle stesse minando gli sforzi per la ricostituzione degli stock e praticando al contempo concorrenza sleale alla pesca dell’UE;

    U.

    considerando che il Mar Mediterraneo si sta riscaldando con un ritmo più rapido del 20 % rispetto al resto del mondo; che stando ai dati della rete MedECC i cambiamenti climatici potrebbero condurre all'estinzione locale di pesci e invertebrati marini commerciali fino al 50 % entro il 2050;

    Migliorare gli aspetti legislativi

    1.

    chiede che la Commissione, previa consulenza del Consiglio consultivo regionale per il Mediterraneo (MED-AC), individui gli ostacoli che si frappongono al processo di ricostruzione degli stock ittici, compresa un'analisi dell'attuazione della strategia della CGPM 2017-2020 al fine di includere i relativi risultati nella strategia 2021-2030, garantendo che siano adottati provvedimenti concreti per la ricostruzione degli stock ittici e valutando, se necessario e opportuno, misure legislative e non legislative;

    2.

    accoglie con favore la proposta della Commissione, nella sua strategia sulla biodiversità per il 2030, di proteggere almeno il 30 % della zona marittima dell'UE, anche istituendo riserve di ricostituzione di stock ittici, come previsto nell'ambito della politica comune della pesca (PCP);

    3.

    ritiene che il rafforzamento e l'attuazione efficiente delle aree marine protette esistenti sia una necessità e che i pescatori debbano essere coinvolti nella fase di preparazione e nella loro gestione;

    4.

    sottolinea la necessità di includere la valutazione della designazione e il successo di tali zone nella futura relazione sul funzionamento della politica comune della pesca (PCP); chiede che la CGPM prenda spunto dall'ottimo esempio della zona di ricostituzione degli stock ittici nella fossa di Pomo/Jabuka;

    5.

    invita la Commissione a garantire parità di condizioni per tutti i settori economici nell'attuazione di zone marine protette collegate e gestite in modo efficace;

    6.

    esorta la Commissione a far fronte alle esigenze dei paesi mediterranei fornendo loro sostegno tecnico e scientifico affinché ricorrano ai meccanismi di finanziamento regionali e internazionali, nonché per elaborare progetti di sviluppo sostenibile;

    7.

    invita la Commissione a valutare l'opportunità di istituire nuovi piani di gestione degli stock al fine di conseguire i principi di sostenibilità sociale, economica e ambientale enunciati nella PCP;

    8.

    rammenta l'obiettivo della PCP di conseguire il tasso di sfruttamento che produca il rendimento massimo sostenibile al più tardi entro il 2020 per tutti gli stock;

    9.

    rileva con preoccupazione che il numero di stock la cui situazione non è nota rimane elevato; chiede di intensificare gli sforzi per migliorare la raccolta dei dati ai fini di una più adeguata definizione delle misure di gestione necessarie;

    10.

    rammenta l'obiettivo della direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino di conseguire o mantenere un buono stato ecologico dell'ambiente marino al più tardi entro il 2020;

    11.

    invita la Commissione, sulla scorta del successo ottenuto con il tonno rosso, a esaminare l'introduzione di un totale ammissibile di catture (TAC) a lungo termine per alcune specie, tra cui il nasello, e a presentare una proposta in fase di valutazione del piano pluriennale nel 2024;

    12.

    ricorda che il successo delle zone marine protette e di altre zone protette consiste nel loro riconoscimento da parte dei pescatori, delle comunità costiere e di altre parti interessate; invita la Commissione a considerare la necessità di agevolare la partecipazione attiva del settore della pesca, compresa la sua componente artigianale, delle comunità locali e di tutte le parti interessate nella messa a punto, nella gestione e nel monitoraggio delle zone marine protette;

    13.

    invita l'UE e i suoi Stati membri ad agire per porre fine ai «paper park» (parchi che esistono solo sulla carta) nel Mar Mediterraneo e a istituire zone marine protette nell'ambito di una rete coerente di zone efficacemente gestite e collegate, comprese le aree al largo delle coste e d'alto mare; ricorda l'obbligo di cessare l'attività di pesca con attrezzi di fondo al di sotto dei 400 metri in zone caratterizzate o che possono essere caratterizzate da ecosistemi marini vulnerabili (EMV);

    14.

    invita l'UE e gli Stati membri ad ampliare la rete di zone di ricostituzione degli stock ittici nell'ambito della PCP e della CGPM, soprattutto laddove vi siano prove chiare di elevate concentrazioni di pesci al di sotto della taglia minima di riferimento per la conservazione o di zone di riproduzione; sottolinea la necessità di includere la valutazione della designazione e il successo di tali zone nella futura relazione sul funzionamento della PCP; chiede che la CGPM prenda spunto dall'ottimo esempio della zona di ricostituzione degli stock ittici nella fossa di Pomo/Jabuka;

    15.

    invita la CGPM a proporre una nuova strategia comune ambiziosa e olistica per la pesca e l'acquacoltura nel Mar Mediterraneo e nel Mar Nero per il periodo 2021-2025, che deve includere misure di gestione efficaci e sostenibili a livello regionale e nazionale, seguendo l'approccio del rendimento massimo sostenibile; invita la CGPM ad affrontare questioni come il riscaldamento globale, la pesca INN e la pesca ricreativa, e a stabilire nuove zone di ricostituzione degli stock ittici;

    16.

    si rammarica per l'assenza di dati scientifici sulla pesca ricreativa; invita gli Stati membri dell'UE e la CGPM a valutare pienamente gli impatti e il contributo della pesca ricreativa sulla gestione delle risorse ittiche e a includerli nei loro piani di gestione;

    17.

    sottolinea l'importanza del monitoraggio e del controllo nonché di un'efficace cooperazione regionale in relazione alla gestione delle risorse biologiche marine;

    18.

    invita la Commissione a promuovere gli obiettivi del Green Deal europeo a livello della CGPM e a sostenere una governance sostenibile degli oceani e la gestione dello stock ittico tramite adeguati finanziamenti;

    19.

    invita la Commissione a garantire che ogni proposta legislativa volta ad aumentare gli stock ittici che limiti le attività di pesca sia preceduta da un'ampia valutazione d'impatto volta a quantificare il suo possibile impatto socioeconomico e ambientale sulle comunità costiere e sulla produttività e competitività delle imprese della pesca e della catena di produzione dell'UE, e sia sostenuta dai migliori dati scientifici disponibili condivisi con le parti interessate relative al settore della pesca;

    20.

    ricorda inoltre che, con l'adozione del Green Deal europeo, nonché delle strategie sulla biodiversità e «Dal produttore al consumatore» che lo integrano, e il forte impatto che avrà sull'attività di pesca in generale e nel Mediterraneo in particolare, è necessario condurre una valutazione preventiva dell'impatto di suddette misure e della loro applicazione nel settore della pesca e dell'acquacoltura, in quanto trattasi di un mare condiviso con paesi non-UE aventi normative diverse;

    21.

    sottolinea la mancanza di una quantificazione precisa delle conseguenze sugli stock ittici di tutti i possibili elementi impattanti al di fuori delle attività di pesca, come l'inquinamento, il riscaldamento globale, le specie aliene, lo sfruttamento degli idrocarburi, il dragaggio o i trasporti marittimi; sottolinea come questa mancanza di informazioni non permette di prendere decisioni sufficientemente adeguate ed efficaci per garantire la conservazione degli stock e degli ecosistemi marini;

    22.

    invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che tutte le iniziative legislative e non legislative siano condivise con le associazioni di pescatori, comprese le corporazioni, seguendo un modello di co-gestione;

    23.

    sottolinea come eventuali future misure legislative volte a favorire la ricostituzione degli stock ittici nel Mediterraneo che comportino un impatto sull'attività di pesca del settore ittico europeo debbano essere implementate in maniera graduale e proporzionale alla sua capacità d'azione; sottolinea inoltre come sia importante che ogni futura proposta legislativa non comporti un eccessivo carico burocratico e finanziario per il settore ittico europeo e in particolar modo per il segmento della piccola pesca artigianale;

    24.

    sottolinea come ogni iniziativa legislativa volta alla protezione e ricostituzione degli stock nel Mar Mediterraneo non dovrebbe limitarsi unicamente a misure restrittive delle attività di pesca, ma dovrebbe avere un approccio olistico al problema e affrontare congiuntamente tutte le minacce al depauperamento degli stock;

    25.

    sottolinea la necessità di legiferare attraverso un approccio eco-sistemico, in grado di leggere ed analizzare tutte le interazioni che influenzano gli stock ittici, tenendo conto non solo delle attività di pesca, ma anche dei fattori di pressione che ne alterano l'equilibrio e della presenza di nuove specie invasive;

    26.

    sottolinea l’impatto positivo che il rinnovo delle flotte europee nel Mediterraneo, la cui età media è molto alta sia in termini di barche sia di motori, comporterebbe, in quanto ridurrebbe il loro impatto sull'ambiente, promuoverebbe l’efficienza in termini di consumo di carburante e la decarbonizzazione dei pescherecci e migliorerebbe la sicurezza e le condizioni di lavoro a bordo; ricorda che l'accordo sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMPA) facilita il sostegno a tale riguardo;

    27.

    invita la Commissione a tutelare la competitività e lo sviluppo sostenibile dell'intero settore ittico e della relativa filiera produttiva, valorizzando il prodotto ittico e migliorando l'etichettatura e la tracciabilità, con particolare attenzione a misure che garantiscano la conformità dei prodotti importati alle norme europee;

    28.

    invita il Consiglio e la Commissione a valutare positivamente la posizione del Parlamento nella revisione in corso del regolamento (CE) n. 1005/2008 (15) (regolamento INN), in particolare in relazione alla proposta del Parlamento di introdurre misure di salvaguardia, soggette a determinate condizioni, in base alle quali le tariffe preferenziali per i prodotti della pesca e dell'acquacoltura vengono temporaneamente sospese da paesi non-UE che non cooperano adeguatamente nella lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata;

    29.

    chiede alla Commissione e agli Stati membri di migliorare l'etichettatura e la tracciabilità di tutti i prodotti ittici, al fine di fornire ai consumatori informazioni più chiare sull'origine del prodotto, sulle specie e su altri aspetti quali i metodi di produzione e le norme applicate in materia di cattura e trasformazione, anche da importazioni non UE;

    30.

    invita il Commissario responsabile per la pesca e gli affari marittimi ad istituire un organo consultivo con la partecipazione dei paesi non-UE dell'area mediterranea, al fine di ridurre la concorrenza sleale e garantire parità di condizioni per i pescatori europei e le donne europee che lavorano nel settore;

    31.

    invita gli Stati membri a contrastare la pesca INN migliorando la trasparenza delle operazioni di pesca e degli sforzi di monitoraggio e controllo;

    32.

    invita gli Stati membri a rafforzare la capacità di controllo della pesca e ad agevolare lo scambio delle migliori pratiche e degli obiettivi tra gli Stati membri sul piano tattico a breve termine, con l'assistenza dell'Agenzia europea di controllo della pesca (EFCA);

    33.

    esorta gli Stati membri che si affacciano sul Mediterraneo a stabilire un numero aggiuntivo di zone di pesca soggette a restrizioni istituite dalla CGPM con effetto immediato, al fine di proteggere gli ecosistemi marini sovrasfruttati, tenendo conto quale esempio di buona pratica la zona di restrizione della pesca nell'area della fossa di Pomo/Jabuka;

    34.

    invita la Commissione a valutare l'integrazione della pesca nella politica di vicinato dell'UE, quale strumento per imprimere nuovo slancio alla cooperazione regionale;

    35.

    insiste affinché la corretta e obbligatoria applicazione della PCP abbia come obiettivo il conseguimento di un adeguato equilibrio tra sostenibilità ambientale, economica e sociale;

    36.

    invita la Commissione ad effettuare non appena possibile un'analisi dei dati socio-economici del settore ittico del Mediterraneo per valutare l'impatto dell'emergenza COVID-19 sul settore della pesca e che si tenga successivamente conto di tale valutazione nei futuri processi decisionali;

    37.

    invita la Commissione ad avvalersi di tale analisi nell'elaborazione delle politiche, facilitando la collaborazione nella ricerca e cooperando con tutti gli attori dell'intero bacino del Mediterraneo, includendo sia i paesi rivieraschi dell'UE che quelli terzi, per valutare ed evitare potenziali controversie tra le flotte che sfruttano le stesse risorse biologiche marine, situate in zone sensibili delle acque internazionali;

    38.

    invita la Commissione a svolgere un'analisi dell'impatto sociale, economico e ambientale, nonché dell'impatto sugli stock ittici, del settore della pesca ricreativa al fine di includerla in qualsiasi eventuale misura adottata;

    39.

    esorta gli Stati membri a utilizzare correttamente le risorse del FEAMP per compensare la pesca su piccola scala obbligata a sospendere temporaneamente le proprie attività a causa delle misure di conservazione, in linea con le norme e le disposizioni del FEAMP;

    40.

    invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere le opportunità offerte dalla co-gestione e dalla gestione eco-sistemica, adattativa e precauzionale, aventi come obiettivo ultimo il conseguimento di una gestione sostenibile delle risorse ittiche, basata sul controllo dello sforzo di pesca e sulla selettività dell'attività di pesca estrattiva nel Mediterraneo;

    Contrastare gli impatti di altre attività economiche e le pressioni sulla ricostituzione degli stock ittici

    41.

    accoglie con favore il lavoro svolto a livello della CGPM dal 2017 finalizzato all'elaborazione e all'adozione di strategie tese a far fronte ai potenziali effetti dei cambiamenti climatici sulla pesca;

    42.

    invita gli Stati membri ad adottare norme che vietino l'ancoraggio e l'ormeggio di grandi imbarcazioni private entro 300 metri dalla costa e all'interno di habitat protetti, entro suddetto limite di 300 metri e nelle rade, considerato il loro enorme impatto sui fragili ecosistemi come le praterie di Posidonia oceanica;

    43.

    invita la Commissione a pubblicare uno studio sull'impatto delle diverse attività umane e delle fonti di inquinamento, sia terrestri che marine, sugli stock ittici e sugli ecosistemi marini;

    44.

    sottolinea la mancanza di risorse necessarie a svolgere la ricerca scientifica e le valutazioni dello stock nel Mar Mediterraneo, in particolare di risorse umane;

    45.

    invita gli Stati membri a finanziare la formazione di nuovi esperti scientifici;

    Rafforzare la raccolta di dati e la ricerca

    46.

    sottolinea la necessità di promuovere la pesca costiera su piccola scala e le tecniche di pesca caratterizzate da un ridotto impatto ambientale nel Mediterraneo, anche rendendo obbligatoria l'assegnazione di una quota maggiore delle possibilità di pesca da parte degli Stati membri ai due tipi di pesca per i quali sono stati introdotti i TAC, conformemente all'articolo 17 del regolamento (UE) n. 1380/2013;

    Rafforzare il ruolo degli operatori nel processo decisionale e nella raccolta dei dati

    47.

    chiede alla Commissione di eseguire un'analisi economica degli effetti sociali ed occupazionali causati dalla diminuzione delle risorse ittiche nel Mediterraneo al fine di trovare misure di sostegno appropriate per garantire una transizione equa e giusta verso una pesca a impatto ridotto;

    48.

    invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che sia l'analisi dei dati che le possibili misure eventualmente derivanti possano avvalersi dei fondi del FEAMP nell'ottica di contribuire alla sostenibilità, all'innovazione e alla diversificazione del settore;

    49.

    chiede un maggiore coinvolgimento delle autorità locali, regionali e degli istituti scientifici, così come degli operatori dei territori nella raccolta dei dati relativi alla pesca selettiva, in stretta collaborazione con il Comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (CSTEP);

    50.

    invita a promuovere lo scambio di buone pratiche e l'innovazione in materia di migliore selettività degli attrezzi di pesca e di raccolta dei rifiuti marini, riconoscendo il ruolo dei pescatori come «guardiani del mare», al fine di contribuire a un mare più sano e pulito;

    51.

    sottolinea che il pieno conseguimento di qualsiasi obiettivo relativo alla ricostituzione degli stock nel Mediterraneo e una corretta attuazione delle norme adottate dai legislatori europei dipendono dall'effettiva partecipazione del settore della pesca;

    52.

    chiede alla Commissione di migliorare e rafforzare la cooperazione e il dialogo con i consigli consultivi, con i pescatori e i professionisti del settore delle comunità costiere, tenendo debitamente conto del loro parere e riconoscendo l’importanza dei pescatori, delle donne che operano nel settore e delle organizzazioni professionali competenti e delle organizzazioni della società civile nella formulazione delle norme da adottare e nei processi decisionali;

    53.

    esorta gli Stati membri a consentire la creazione di modelli di co-gestione della pesca a livello locale basati sulla partecipazione, la consultazione e il processo decisionale congiunto tra tutti gli attori interessati; ritiene che suddetti piani di gestione richiedano un monitoraggio esaustivo delle catture onde garantire uno sfruttamento sostenibile delle risorse, come anche il conseguimento di condizioni socio-economiche equilibrate all'interno del settore ittico, che tendano a compensare le differenze tra i segmenti di flotta;

    54.

    sottolinea che questi modelli di cogestione si basano sul mantenimento dei servizi ecosistemici e sulla conservazione degli ecosistemi sfruttati, mediante la loro protezione, il che implica l'applicazione di un approccio eco-sistemico alla pesca e una gestione adattativa, e l'attuazione di un sistema permanente di informazione, analisi e azione, in grado di apprendere e fornire feedback, e che agisca in maniera snella all'atto di prendere decisioni;

    55.

    accoglie con favore l'adozione del piano d'azione 2018 per garantire un futuro sostenibile alla pesca su piccola scala e all'ambiente marino nella regione, nonché il lancio della piattaforma «Friends of Small-Scale Fisheries»;

    56.

    sottolinea che qualsiasi obiettivo di protezione dovrebbe essere basato sui migliori pareri scientifici disponibili;

    Garantire lo Stato di diritto

    57.

    condanna le continue violazioni del diritto del mare nel Mar Mediterraneo, tra cui i sequestri di persona, le requisizioni di imbarcazioni, la reclusione illegale, le intimidazioni, i controlli, le vessazioni, le aggressioni e i processi iniqui ai danni dei pescatori dell'Unione per aver esercitato il loro lavoro, in palese violazione degli obblighi internazionali in materia di diritti umani;

    58.

    invita la Commissione ad analizzare la situazione nel Mediterraneo e a valutare la possibilità di creare una tipologia di operazione a tutela dei marinai e delle imbarcazioni europee;

    59.

    invita la Commissione ad avviare un dialogo con i paesi nordafricani che non rispettano le politiche e le decisioni della Convenzione UNCLOS e della CGPM, che garantiscono la sicurezza e la parità di condizioni per tutti i pescatori dell'UE;

    60.

    invita la Commissione a promuovere iniziative volte a trovare soluzioni anche con i paesi transfrontalieri per rispettare gli accordi conclusi dalle organizzazioni regionali di gestione della pesca e per partecipare alla buona gestione e ricostituzione degli stock ittici;

    61.

    invita la Commissione, tramite le sue agenzie, a intensificare gli sforzi di sorveglianza delle acque di competenza al fine di identificare pescherecci provenienti da paesi non-UE che pescano illegalmente nelle acque territoriali dell'UE e nelle aree marine protette e per migliorare le condizioni di sicurezza in cui operano i pescatori della flotta UE; sottolinea come a tal fine è fondamentale dotare tali agenzie di adeguati finanziamenti e risorse umane;

    62.

    chiede all'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza di intensificare gli sforzi dell'Unione nel Mediterraneo meridionale in materia di diritto internazionale, sicurezza e Stato di diritto;

    o

    o o

    63.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

    (1)  Testi approvati, P9_TA(2020)0005.

    (2)  GU L 409 del 30.12.2006, pag. 11.

    (3)  GU L 164 del 25.6.2008, pag. 19.

    (4)  GU L 286 del 29.10.2008, pag. 1.

    (5)  GU L 354 del 28.12.2013, pag. 22.

    (6)  GU L 149 del 20.5.2014, pag. 1.

    (7)  GU L 25 del 31.1.2017, pag. 12.

    (8)  GU L 157 del 20.6.2017, pag. 1.

    (9)  GU L 315 del 30.11.2017, pag. 1.

    (10)  GU L 172 del 26.6.2019, pag. 1.

    (11)  GU L 164 del 20.6.2019, pag. 1.

    (12)  GU L 130 del 24.4.2020, pag. 11.

    (13)  GU C 316 del 6.8.2021, pag. 28.

    (14)  Testi approvati, P9_TA(2021)0017.

    (15)  Regolamento (CE) n. 1005/2008 del Consiglio, del 29 settembre 2008, che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, che modifica i regolamenti (CEE) n. 2847/93, (CE) n. 1936/2001 e (CE) n. 601/2004 e che abroga i regolamenti (CE) n. 1093/94 e (CE) n. 1447/1999 (GU L 286 del 29.10.2008, pag. 1).


    Top