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Document 52021IP0056

    Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 febbraio 2021 sulla situazione dei diritti umani in Kazakhstan (2021/2544(RSP))

    GU C 465 del 17.11.2021, p. 147–153 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    17.11.2021   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 465/147


    P9_TA(2021)0056

    Situazione dei diritti umani in Kazakhstan

    Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 febbraio 2021 sulla situazione dei diritti umani in Kazakhstan (2021/2544(RSP))

    (2021/C 465/15)

    Il Parlamento europeo,

    viste la sua risoluzione del 14 marzo 2019 sulla situazione dei diritti umani in Kazakhstan (1) e le sue precedenti sul Kazakhstan, tra cui quelle del 18 aprile 2013 (2), del 15 marzo 2012 (3) e del 17 settembre 2009 (4),

    visto l'accordo rafforzato di partenariato e di cooperazione (ARPC) tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica del Kazakhstan, dall'altra, che è stato firmato ad Astana il 21 dicembre 2015 e che è entrato pienamente in vigore il 1o marzo 2020 in seguito alla sua ratifica da parte di tutti gli Stati membri,

    viste le conclusioni del Consiglio del 17 giugno 2019 sulla nuova strategia dell'UE per l'Asia centrale,

    vista la relazione per paese relativa al Kazakhstan contenuta nella relazione annuale 2019 dell'UE sui diritti umani e la democrazia nel mondo,

    visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici e la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura,

    visti la 17a riunione del Consiglio di cooperazione UE-Kazakhstan del 20 gennaio 2020, il dodicesimo dialogo sui diritti umani UE-Kazakhstan tenutosi il 26 e 27 novembre 2020, e la 18a riunione del comitato di cooperazione UE-Kazakhstan del 25 settembre 2020,

    visto l'esame periodico universale del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani concernente il Kazakhstan del 12 marzo 2020,

    visto il secondo protocollo facoltativo al Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici,

    viste le dichiarazioni del portavoce del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) del 1o febbraio 2021 sulla crescente pressione sulle ONG per i diritti umani in Kazakhstan, dell'11 gennaio 2021 sulle elezioni parlamentari in Kazakhstan e del 7 gennaio 2021 sulle misure volte ad abolire la pena di morte,

    vista la dichiarazione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) sui risultati preliminari e le conclusioni riguardanti le elezioni in Kazakhstan del 10 gennaio 2021,

    visti l'articolo 144, paragrafo 5, e l'articolo 132, paragrafo 4, del suo regolamento,

    A.

    considerando che nelle ultime settimane si è registrato un preoccupante deterioramento della situazione generale dei diritti umani e una repressione nei confronti delle organizzazioni della società civile in Kazakhstan, con l'imposizione di severe restrizioni ai diritti alla libertà di espressione, di riunione pacifica e di associazione; che la società civile e le organizzazioni per i diritti umani che operano in Kazakhstan sono sottoposte a pressioni e penalizzazioni crescenti da parte delle autorità del paese, il che ostacola gli sforzi di riforma e limita il lavoro essenziale della società civile;

    B.

    considerando che il 21 dicembre 2015 l'Unione europea e il Kazakhstan hanno firmato un accordo rafforzato di partenariato e cooperazione (ARPC), destinato a fornire un ampio quadro per il dialogo politico e la cooperazione rafforzati nel settore della giustizia, degli affari interni e in molti altri ambiti; che tale accordo pone un forte accento sulla democrazia, sullo Stato di diritto, sui diritti umani, sulle libertà fondamentali, sullo sviluppo sostenibile e sulla cooperazione con la società civile; che l'ARPC è entrato pienamente in vigore il 1o marzo 2020 a seguito della sua ratifica da parte di tutti gli Stati membri;

    C.

    considerando che nuova strategia dell'UE per l'Asia centrale pone un forte accento sul dialogo dell'UE con l'Asia centrale per quanto concerne la protezione e la promozione dello Stato di diritto, dei diritti umani e delle libertà fondamentali, comprese la libertà di associazione e di espressione, e la creazione di un contesto favorevole per la società civile e i difensori dei diritti umani; che l'Unione europea fornisce al Kazakhstan un notevole sostegno nel quadro della COVID-19, tra cui da ultimo attraverso il suo sostegno finanziario a favore di una spedizione dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) di oltre 8 000 kg di forniture mediche il 29 gennaio 2021;

    D.

    considerando che le elezioni parlamentari del 10 gennaio 2021 svoltesi in Kazakhstan sono state descritte dal SEAE come un'occasione mancata per dimostrare l'efficace attuazione delle riforme politiche e il relativo processo di modernizzazione dopo le ultime elezioni, mentre le raccomandazioni di lunga data dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'OSCE (ODIHR) su varie questioni restano irrisolte, tra cui quelle riguardanti le libertà fondamentali, l'imparzialità dell'amministrazione elettorale, la qualità di elettore e l'eleggibilità, la registrazione degli elettori, i media e la pubblicazione dei risultati elettorali; che secondo i risultati preliminari dell'OSCE/ODIHR e dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE, il quadro giuridico in Kazakhstan non è ancora favorevole allo svolgimento di elezioni in linea con le norme internazionali;

    E.

    considerando che le carenze sistemiche in relazione al rispetto della libertà di associazione, di riunione e di espressione continuano a limitare il panorama politico, mentre la mancanza di un'autentica competizione politica e di gruppi di opposizione politica, senza la registrazione di nuovi partiti dal 2013, non hanno offerto agli elettori una reale possibilità di scelta; che le elezioni democratiche sono un elemento fondamentale per realizzare riforme politiche e costruire una società libera e aperta;

    F.

    considerando che due movimenti di opposizione come Koshe Partiyasy e Scelta democratica del Kazakhstan sono stati vietati da decisioni giudiziarie segrete che li hanno etichettati come organizzazioni «estremiste» senza diritto di ricorso; che 17 leader di Koshe Partiyasy sono stati inviati in strutture di detenzione preventiva ai sensi dell'articolo 405 e dell'articolo 182 del codice penale kazako e rischiano lunghe pene detentive; che i detenuti accusati di aver sostenuto Scelta democratica del Kazakhstan stanno ancora scontando le loro pene detentive; che 26 prigionieri politici, tra cui Almat Zhumagulov, Aset Abishev, Kenzhebek Abishev, Askhat Zheksebayev, Kairat Klyshev, Yerbol Yeskhozin, Abai Begimbetov, Asel Onlabekkyzy, Yerkin Sabanshiyev, Zhanat Zhamaliyev, Diana Baimagambetova, Noyan Rakhimzhanov e Askar Kayyrbek, sono rimasti vittime di repressioni politiche in relazione al loro sostegno a favore di tali movimenti;

    G.

    considerando che il Partito democratico di opposizione non registrato non è stato autorizzato a partecipare a tali elezioni, dato che il 22 febbraio 2020 le autorità hanno impedito al partito di tenere il congresso fondatore ad Almaty; che in assenza di tale congresso un partito non può registrarsi; che i membri del Partito democratico hanno subito pressioni da parte delle autorità, dato che alcuni sono stati arrestati per presunte violazioni amministrative e ad altri è stato impedito di recarsi alla sede del congresso;

    H.

    considerando che durante la campagna elettorale e il giorno delle elezioni le autorità kazake hanno tentato di inasprire il controllo della censura su Internet, chiudendo ripetutamente Internet e costringendo i cittadini a installare un «certificato di sicurezza nazionale» che consente l'intercettazione del traffico web criptato; che il controllo dello Stato su Internet è in aumento, compresi i tentativi di limitare il flusso di informazioni attraverso la censura e il controllo di Internet e le chiusure di Internet e la continua richiesta ai cittadini di installare un «certificato di sicurezza nazionale» che consente l'intercettazione del traffico online degli utenti di Internet;

    I.

    considerando che durante il periodo della campagna sono stati effettuati arresti di massa; che il giorno delle elezioni le autorità hanno trattenuto illegalmente almeno 350 manifestanti pacifici in 10 città diverse; che le autorità kazake impediscono sistematicamente lo svolgimento di proteste pacifiche che esprimono critiche nei confronti delle politiche del governo; che la legge sulle riunioni pacifiche e le modifiche alle leggi relative ai partiti politici e alle elezioni adottate nel maggio 2020 non rispettano i diritti fondamentali dei cittadini del Kazakhstan;

    J.

    considerando che la missione di osservazione elettorale limitata dell'ODIHR ha riferito che l'attività degli osservatori indipendenti è stata frenata e ostacolata dalle autorità, mentre gli osservatori filogovernativi sono stati autorizzati a monitorare il processo elettorale; che le ONG per i diritti umani hanno riferito che un numero considerevole di osservatori indipendenti presenti alle elezioni legislative del 10 gennaio 2021 sono stati oggetto di intimidazioni, arresti amministrativi e sanzioni;

    K.

    considerando che in Kazakhstan il panorama mediatico è dominato da canali mediatici statali o sovvenzionati dallo Stato; che tra gennaio e luglio 2020 sette giornalisti sono stati aggrediti fisicamente e 21 giornalisti, blogger e attivisti sono stati arrestati, sette dei quali durante l'esposizione di informazioni; che nel 2020 le autorità hanno avviato oltre 38 procedimenti penali contro giornalisti per presunti reati quali la diffusione di informazioni false e l'istigazione; che i principali quotidiani nazionali dell'opposizione sono stati tutti vietati nel 2016 e che i giornalisti indipendenti continuano a subire vessazioni; che le autorità hanno avviato un'azione penale a carico di Lukpan Akhmedyarov, caporedattore del quotidiano indipendente Uralskaya Nedelya, per aver riferito in merito alle pratiche corrotte dell'élite locale, e in numerose occasioni hanno aggredito fisicamente e arrestato Saniya Toiken, giornalista del servizio kazako di RFE/RL, per i suoi servizi riguardanti le manifestazioni pacifiche e le elezioni parlamentari del 2021;

    L.

    considerando che da febbraio a novembre 2020 cinque attivisti dell'opposizione sono stati uccisi o sono morti in circostanze poco chiare dopo continue persecuzioni politiche per le loro attività di opposizione, ovvero il blogger e la vittima di torture Dulat Agadil, suo figlio di 17 anni Zhanbolat Agadil, che è stato un testimone chiave dell'arresto arbitrario di suo padre, Amanbike Khairolla, Serik Orazov e Garifulla Embergenov; che le autorità non hanno condotto indagini approfondite e trasparenti sulla loro morte; che è della massima importanza consegnare alla giustizia i responsabili dell'ordine e dell'esecuzione di tali crimini e garantire che essi si astengano dal perseguire gli attivisti della società civile e i familiari che cercano la verità per le vittime; che le autorità kazake hanno attuato misure repressive nei confronti di almeno 200 attivisti che hanno partecipato alla cerimonia commemorativa di Dulat Agadil o hanno organizzato attività di raccolta fondi per i suoi familiari e altri familiari di prigionieri politici; che 57 di loro sono stati accusati di «estremismo», tra cui Dametkan Aspandiyarova, madre di tre bambini, attualmente agli arresti domiciliari e che rischia fino a 12 anni di carcere con l'accusa di estremismo per aver organizzato un'attività di raccolta fondi a sostegno della famiglia di Dulat Agadil;

    M.

    considerando che nelle carceri kazake è diffuso il ricorso alla tortura e ai maltrattamenti, e che ogni anno la coalizione contro la tortura segnala almeno 200 casi di tortura; che gli autori di tali abusi hanno goduto dell'impunità mentre Elena Semenova, difensore dei diritti umani, è stata citata in giudizio da colonie penitenziarie per aver denunciato sui social media il ricorso alla tortura nel sistema penitenziario kazako;

    N.

    considerando che nonostante gli appelli del relatore speciale delle Nazioni Unite (5), dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa e dell'Unione europea, le autorità kazake abusano delle leggi sull'estremismo vaghe e troppo ampie per perseguitare l'opposizione e i difensori dei diritti umani; che a seguito di tale legge dal 22 ottobre 2020, giorno in cui le autorità hanno annunciato la data delle elezioni, il numero di cause penali di matrice politica è raddoppiato passando a 99, in particolare sulla base di accuse di «estremismo»; che 69 delle persone interessate sono a rischio di arresto imminente, come ad esempio l'attivista Gulzipa Dzhaukerova, e che 11 attivisti sono stati posti agli arresti domiciliari sulla base di false accuse di «estremismo»;

    O.

    considerando che diverse ONG indipendenti nel campo dei diritti umani, tra cui ECHO, Erkindik Kanaty, l'Ufficio internazionale per i diritti umani e lo Stato di diritto del Kazakhstan e International Legal Initiative, hanno subito recentemente sanzioni ingenti e ricevuto l'ordine di sospendere le loro attività per un periodo fino a tre mesi a partire dal 25 gennaio 2020 sulla base di motivazioni poco chiare; che, come ritorsione per lo svolgimento di attività di vigilanza, le autorità sottopongono a vessazioni e persino ad azioni penali i difensori dei diritti umani, tra cui Sholpan Dzhanzakova, Anna Shukeyeva, Raigul Sadyrbayeva, Aizhan Izmakova, Daniyar Khassenov, Altynai Tuksikova, Dana Zhanay, Nazym Serikpekova, Alma Nurusheva, Abaibek Sultanov, Zukhra Nariman, Ulbolsyn Turdiyeva, Aliya Zhakupova, Roza Musayeva e Barlyk Mendygaziyev; che tra ottobre e novembre 2020 ad almeno 15 organizzazioni è stato notificato di aver violato l'articolo 460-1 del codice dei reati amministrativi per non aver informato adeguatamente le autorità in merito ai finanziamenti esteri ricevuti;

    P.

    considerando che nel 2020 112 individui, tre enti di beneficenza e una società commerciale sono stati condannati per aver esercitato la loro libertà di religione o di credo;

    Q.

    considerando che tra le élite al potere in Kazakhstan è presente una corruzione diffusa, come dimostra il fatto che il paese occupa il 94o posto nell'indice di percezione della corruzione di Transparency International del 2020 e ostacola i diritti umani, la giustizia sociale e lo sviluppo socioeconomico;

    R.

    considerando che nel mezzo della pandemia di COVID-19 il governo ha abusato delle sue restrizioni relative alla pandemia come pretesto per intensificare la repressione politica nei confronti della società civile, degli attivisti per i diritti umani, delle voci dell'opposizione e degli operatori sanitari che hanno denunciato gli insuccessi del governo nel contenimento dell'epidemia;

    S.

    considerando che il 21 gennaio 2021 due persone di etnia kazaka, Murager Alimuly e Kaisha Akankyzy, che erano fuggite dalla Cina temendo di essere imprigionate nei campi di concentramento, sono state successivamente picchiate e accoltellate da aggressori ignoti, e che pertanto è necessario prestare sufficiente attenzione alle continue tensioni etniche nelle regioni meridionali del Kazakhstan; che in Kazakhstan continuano a verificarsi violenti scontri etnici, in particolare nel sud, dove nel febbraio 2020 gli scontri tra i kazaki e l'etnia Dungans hanno causato 11 morti, decine di feriti e oltre 23 000 persone, per lo più Dungans, sono state costrette ad abbandonare le loro case;

    T.

    considerando che le autorità kazake hanno abusato dei meccanismi di cooperazione internazionale in materia penale, compresi gli avvisi rossi di Interpol e l'assistenza giudiziaria reciproca, per incriminare una rifugiata politica in Belgio e sequestrare i suoi documenti, l'avvocata e difenditrice dei diritti umani Bota Jardemalie; che il 29 settembre 2020 la Corte nazionale francese per l'asilo ha concesso asilo politico a Mukhtar Ablyazov, fondatore di Scelta democratica del Kazakhstan, che è stato condannato da un tribunale kazako all'ergastolo in contumacia, in violazione del diritto alla difesa, rilevando la natura sistemica e politica dell'apparato repressivo kazako e il suo uso improprio dei procedimenti civili e penali;

    U.

    considerando che le autorità kazake continuano a colpire i sindacati indipendenti e gli attivisti sindacali; che nel 2020 la legge sui sindacati è stata modificata eliminando l'affiliazione sindacale e l'obbligo della registrazione in due fasi; che, nonostante tale modifica, l'amministrazione comunale di Shymkent ha ritirato la sua causa nei confronti del Sindacato dei lavoratori del settore dei combustibili e dell'energia (ITUFEW) sulla base di argomentazioni infondate o di disposizioni non più in vigore o non applicabili all'ITUFEW;

    V.

    considerando che la parità di genere permane un problema in Kazakhstan; che le ONG affermano che la violenza contro le donne è sottostimata e che vi è un basso tasso di azioni penali in questi casi e nei casi di molestie sessuali; che, secondo le Nazioni Unite, la COVID-19 ha creato un nuovo ostacolo per le ragazze alla parità di accesso all'informazione e all'istruzione; che alle vittime manca una protezione sufficiente e che i funzionari giudiziari e di polizia e i prestatori di servizi non sono formati per individuare, prevenire e rispondere alla violenza contro le donne;

    W.

    considerando che le persone LGBTI in Kazakhstan si trovano a fronteggiare problemi di natura giuridica e discriminazioni; che nel giugno 2020 il parlamento kazako ha adottato modifiche discriminatorie al nuovo codice sanitario che disciplinano aspetti dell'assistenza sanitaria per le persone transgender; che il processo volto a modificare la propria identità di genere in Kazakhstan resta invasivo e umiliante;

    1.

    esorta il governo del Kazakhstan ad agire conformemente ai suoi obblighi internazionali e a rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali sanciti dagli articoli 1, 4, 5 e 235 dell'accordo rafforzato di partenariato e di cooperazione (ARPC); invita le autorità del Kazakhstan a rispettare le norme internazionali nell'aderire al quadro giuridico per lo svolgimento delle elezioni e a dar seguito alle raccomandazioni della missione di osservazione elettorale dell'ODIHR, comprese quelle riguardanti le libertà fondamentali garantite dalla costituzione, la partecipazione della società civile, il pluralismo politico, l'imparzialità dell'amministrazione elettorale, il diritto di voto attivo e di eleggibilità alle elezioni, la registrazione degli elettori, i mezzi di comunicazione e la pubblicazione dei risultati elettorali;

    2.

    invita il governo del Kazakhstan a ritirare le accuse di matrice politica e a porre fine a tutte le forme di detenzione arbitraria, rappresaglia e vessazione nei confronti di attivisti per i diritti umani, organizzazioni religiose, organizzazioni della società civile, sindacati, giornalisti e movimenti di opposizione politica, e a consentire alle persone di esprimere liberamente le proprie opinioni politiche, religiose e di altro tipo; invita il governo a modificare la nuova legge sulla riunione pacifica in modo da garantire tale libertà;

    3.

    esorta il governo del Kazakhstan a rilasciare immediatamente e a riabilitare completamente tutti i prigionieri politici, in particolare Almat Zhumagulov, Aron Atabek, Nurgul Kaluova, Saltanat Kusmankyzy, Daryn Khassenov, Ulasbek Akhmetov, Kenzhek Abishev, Yerzhan Yelshibayev, Aset Abishev, Igor Chuprina, Ruslan Ginatullin, Askhat Zheksebayev, Kairat Klyshev, Yerbol Yeskhozin, Abai Begimbetov, Asel Onlabekkyzy, Yerkin Sabanshiyev, Zhanat Zhamaliyev, Diana Baimagambetova, Noyan Rakhimzhanov e Askar Kayyrbek e a revocare quanto prima le misure di carcerazione preventiva, gli arresti domiciliari e le restrizioni alla libertà imposte ad attivisti della società civile e dell'opposizione, a utenti dei social media e a manifestanti pacifici; invita il governo del Kazakhstan a rivedere i casi degli ex prigionieri politici e vittime di tortura Iskander Yerimbetov, Maks Bokayev e Mukhtar Dzhakishev e a fornire loro un risarcimento conformemente alle raccomandazioni del gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria e della commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani;

    4.

    accoglie con favore le misure adottate dal governo del Kazakhstan per archiviare i procedimenti a sfondo politico contro i difensori dei diritti umani Daniyar Khassenov e Abaibek Sultanov, ma esprime preoccupazione per il nuovo procedimento penale pretestuoso per il reato di «estremismo» avviato contro quest'ultimo; invita il governo del Kazakhstan a revocare tutte le accuse di matrice politica contro la filantropa Barlyk Mendygaziyev e a porre fine alla persecuzione politica nei confronti dei suoi familiari ed ex collaboratori;

    5.

    condanna l'abuso della legislazione antiestremismo ai danni dei sostenitori dei movimenti pacifici dell'opposizione Scelta democratica del Kazakistan (DCK) e Koshe Partiyasy ed esorta le autorità a consentire il pluralismo e la competizione politica; esorta il governo del Kazakhstan ad attuare le raccomandazioni del Parlamento europeo, del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla promozione e la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali nella lotta al terrorismo e dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa che condanna l'applicazione arbitraria delle leggi antiestremismo;

    6.

    invita il Kazakhstan ad attuare riforme volte a promuovere la modernizzazione, la democrazia e la stabilità del paese, a intensificare gli sforzi per riformare il suo sistema politico in modo da sviluppare il parlamentarismo e un sistema multipartitico e ad ampliare la partecipazione civica; prende atto dell'istituzione di un Consiglio supremo per le riforme e dell'annuncio da parte delle autorità kazake di un nuovo ciclo di riforme, in particolare per quanto riguarda l'applicazione della legge, il sistema giudiziario e la priorità per i diritti umani; sottolinea l'importanza di portare avanti tale processo, comprese le modifiche alla legge elettorale e la piena attuazione delle raccomandazioni dell'OSCE/ODIHR;

    7.

    invita le autorità kazake a porre fine al ricorso al codice penale contro attivisti, blogger, giornalisti e altri per aver esercitato il loro diritto alla libertà di espressione;

    8.

    accoglie con favore la decisione delle autorità kazake di annullare le ammende e consentire alle ONG di proseguire le attività, come annunciato il 3 febbraio 2021; chiede che sia revocato il divieto triennale di attivismo ai danni di Max Bokayev e che gli sia consentito di proseguire il suo lavoro essenziale; invita le autorità kazake a cessare l'uso improprio dei sistemi di informativa finanziaria per esercitare pressioni sui gruppi per i diritti umani, a ritirare le accuse infondate di reati amministrativi nei confronti dei gruppi presi di mira per presunte violazioni, ad allineare la legislazione e le pratiche in materia di comunicazione dei redditi esteri alle norme internazionali, anche abrogando gli articoli da 460-1 e 460-2 del codice sui reati amministrativi e a proteggere e agevolare invece l'importante lavoro della società civile;

    9.

    ribadisce la sua ferma convinzione che perseguire le ONG indipendenti attraverso ispezioni fiscali ingiustificate e vessare i difensori dei diritti umani e i movimenti come Bostandyq Kz, Femina Virtute, Veritas, 405 ed Elimay, nonché attivisti della società civile, mediante arresti amministrativi, ammende e procedimenti penali, non solo ostacola gli sforzi di riforma già compiuti dalle autorità, ma lede anche la reputazione internazionale del Kazakhstan;

    10.

    deplora la preoccupante situazione della libertà dei media nel paese e invita il governo del Kazakhstan a creare un ambiente libero e sicuro per i giornalisti indipendenti;

    11.

    esorta il governo del Kazakhstan a consentire ai sindacati indipendenti di registrarsi e operare in linea con le norme internazionali del lavoro ratificate dal Kazakhstan, senza interferenze o vessazioni; esprime profondo rammarico per la sospensione semestrale, del 5 febbraio 2021, delle attività del Sindacato dei lavoratori del settore dei combustibili e dell'energia (ITUFEW) da parte del tribunale economico specializzato interdistrettuale di Shymkent per presunta mancata registrazione a norma della legge sui sindacati; incoraggia il governo del Kazakhstan ad attuare in modo sensato la legge sui sindacati modificata nel maggio 2020;

    12.

    prende atto con preoccupazione del nuovo progetto di legge sugli enti di beneficenza che impone ulteriori misure di regolamentazione alle organizzazioni della società civile e contraddice direttamente la logica e le migliori pratiche delle attività di beneficenza, nonché della recente iniziativa volta a creare un'associazione di donatori sotto l'egida del governo, che rischia di essere utilizzata impropriamente per controllare le organizzazioni donatrici, limitando ulteriormente la loro indipendenza e titolarità delle attività;

    13.

    osserva che dal 2008, quando il Kazakhstan ha ratificato il protocollo delle Nazioni Unite per prevenire, reprimere e punire la tratta di persone, in particolare di donne e bambini, il Kazakhstan ha notevolmente migliorato la propria legislazione nazionale in materia di perseguimento della tratta di esseri umani e protezione delle vittime della tratta; sostiene tuttavia che il Kazakhstan deve ancora affrontare una serie di sfide se intende eliminare la tratta di esseri umani, sia in termini di sostegno alle vittime che di perseguimento degli sfruttatori;

    14.

    invita le autorità a combattere tutte le forme di violenza contro le donne garantendo canali di comunicazione efficaci e accessibili e misure di protezione che tengano conto delle esigenze e della riservatezza delle vittime; chiede con insistenza che si ponga fine all'impunità e siano prese misure per garantire l'applicazione di sanzioni penali adeguate nei confronti degli autori di tali reati, anche nei casi di violenza domestica; esorta le autorità kazake a punire la violenza domestica come reato a sé stante e a garantire sanzioni penali nei confronti dei responsabili; invita le autorità kazake a considerare «servizi essenziali» i centri di accoglienza e i servizi per i sopravvissuti alla violenza domestica e ad agevolarne l'accesso per tutte le donne e le ragazze, anche durante la crisi del coronavirus; esorta il Kazakhstan a firmare e a ratificare la Convenzione di Istanbul;

    15.

    insiste sul fatto che i diritti della comunità LGBTI devono essere pienamente rispettati; invita il governo del Kazakhstan a garantire il principio della non discriminazione nei confronti della comunità LGBTI, anche vietando per legge la discriminazione sulla base dell'identità di genere o dell'orientamento sessuale; chiede una formazione adeguata per gli agenti di polizia e i funzionari giudiziari, nonché per i prestatori di servizi, per garantire che le persone LGBTI ricevano un'assistenza e una protezione adeguate;

    16.

    esorta il governo del Kazakhstan a garantire la sicurezza dell'etnia kazaka e di altri gruppi minoritari che sono fuggiti dai campi di concentramento in Cina, anche concedendo lo status di rifugiato permanente a Murager Alimuly e Kaisha Akankyzy, e a prestare sufficiente attenzione alle continue tensioni etniche nelle sue regioni meridionali;

    17.

    sconsiglia alle autorità kazake di utilizzare in modo improprio i meccanismi di cooperazione giudiziaria, quali il sistema di avvisi rossi di Interpol e le richieste di assistenza giudiziaria reciproca, per perseguire gli oppositori del regime all'estero e ottenere accesso a informazioni riservate;

    18.

    accoglie con favore l'abolizione della pena di morte per tutti i reati da parte del Kazakhstan attraverso la ratifica, il 2 gennaio 2021, del secondo protocollo facoltativo al Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, diventando in tal modo l'88a parte contraente; esorta il governo del Kazakhstan a rispettare i suoi impegni di intransigenza totale nei confronti della tortura e a garantire che qualsiasi accusa di tortura sia oggetto di indagini approfondite e che i responsabili siano consegnati alla giustizia;

    19.

    esorta il governo del Kazakhstan a eliminare la tortura e i maltrattamenti nelle carceri, a rispettare i diritti dei detenuti e a garantire condizioni di vita adeguate, igiene e un ambiente sicuro per affrontare le minacce poste dalla COVID-19;

    20.

    invita il Kazakhstan a introdurre garanzie adeguate per i dati personali e a rafforzare la legislazione in materia di protezione dei dati, nonché a limitare l'uso di tecnologie invasive di sorveglianza digitale e a introdurre un quadro normativo che vieti espressamente la sorveglianza digitale arbitraria e illegale, compreso il riconoscimento facciale, nel rispetto dei diritti umani;

    21.

    invita l'UE e i suoi Stati membri, anche in occasione di vertici e altre riunioni ad alto livello, nei consessi multilaterali e attraverso le loro rappresentanze locali, a sostenere fermamente la società civile, ad adottare misure supplementari atte a fornire sostegno alla società civile kazaka tramite la Commissione, tra cui, ma non solo, l'ampliamento dei programmi di sovvenzioni finanziarie alle organizzazioni della società civile che promuovono i diritti umani, i valori democratici, lo Stato di diritto e le libertà fondamentali in Kazakhstan, in particolare i difensori dei diritti umani, e a rafforzare i contatti interpersonali con i cittadini del Kazakhstan; sottolinea che l'assistenza finanziaria al Kazakhstan dovrebbe essere finalizzata a sostenere la società civile e le vittime di persecuzioni politiche e non a sostenere il regime autoritario;

    22.

    incoraggia la delegazione dell'UE in Kazakhstan a portare avanti il dialogo con i membri locali della società civile organizzando riunioni periodiche e sollevando le loro raccomandazioni durante le riunioni ufficiali con funzionari del governo kazako;

    23.

    esorta la delegazione dell'UE in Kazakhstan a monitorare le violazioni dei diritti umani in corso e ad assumere una posizione pubblica nei confronti delle violazioni, a fornire assistenza alle vittime delle persecuzioni politiche e degli attivisti incarcerati, partecipando ai processi contro le persone che criticano il governo e i difensori dei diritti umani e chiedendo visite nelle carceri, e a reagire rapidamente e risolutamente a qualsiasi atto contrario ai principi dello Stato di diritto, della democrazia e dei diritti umani;

    24.

    ricorda il regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani, recentemente approvato, che consente all'UE di colpire direttamente i responsabili delle violazioni dei diritti umani in tutto il mondo, e che, nel caso del Kazakhstan, permetterebbe di colpire individui, entità e organismi coinvolti in violazioni dei diritti umani diffuse e sistematiche o ad esse associati; invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/HR) e agli Stati membri a prendere in considerazione l'imposizione di sanzioni contro i responsabili di violazioni dei diritti umani;

    25.

    esige che i diritti umani figurino al centro del dialogo dell'UE con l'Asia centrale; sottolinea che un rafforzamento delle relazioni politiche ed economiche con l'UE, previsto dall'ARPC, deve fondarsi su valori condivisi e corrispondere a un impegno attivo e concreto da parte del Kazakhstan in materia di riforme democratiche sulla base dei suoi obblighi e impegni internazionali;

    26.

    invita la Commissione e il VP/AR a effettuare una revisione globale dell'ARPC alla luce dei recenti sviluppi e dell'esito della revisione della politica commerciale;

    27.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'UE per l'Asia centrale, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al Presidente, al governo e al parlamento del Kazakhstan.

    (1)  GU C 23 del 21.1.2021, pag. 83.

    (2)  GU C 45 del 5.2.2016, pag. 85.

    (3)  GU C 251 E del 31.8.2013, pag. 93.

    (4)  GU C 224 E del 19.8.2010, pag. 30.

    (5)  Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla promozione e la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali nella lotta contro il terrorismo.


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