Choose the experimental features you want to try

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 52019AE2306

    Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla: «Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull’attuazione del piano d’azione per l’economia circolare» [COM(2019) 190 final]

    EESC 2019/02306

    GU C 47 del 11.2.2020, p. 92–97 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    11.2.2020   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 47/92


    Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla: «Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull’attuazione del piano d’azione per l’economia circolare»

    [COM(2019) 190 final]

    (2020/C 47/14)

    Relatore: Peter SCHMIDT

    Consultazione

    Commissione, 11.4.2019

    Base giuridica

    Articolo 29, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

    Decisione dell’Ufficio di presidenza

    19.3.2019

    Sezione competente

    Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente

    Adozione in sezione

    1.10.2019

    Adozione in sessione plenaria

    31.10.2019

    Sessione plenaria n.

    547

    Esito della votazione

    (favorevoli/contrari/astenuti)

    164/2/0

    1.   Conclusioni e raccomandazioni

    1.1.

    Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie con favore la relazione della Commissione sull’attuazione del piano d’azione per l’economia circolare, e in particolare il riconoscimento del ruolo fondamentale che i portatori d’interesse svolgeranno grazie al loro impegno nel processo di transizione verso l’economia circolare. Il CESE è favorevole anche all’intenzione di lanciare un «Green Deal» europeo e di proporre un nuovo piano di azione per l’economia circolare incentrato su settori specifici, quali l’industria tessile e l’edilizia, così come indicato negli orientamenti politici presentati dalla neoeletta presidente della Commissione europea von der Leyen (1).

    1.2.

    La Piattaforma europea delle parti interessate per l’economia circolare (ECESP) è una piattaforma istituita come punto d’incontro della comunità dell’economia circolare in Europa. Creata nel 2017 a seguito delle raccomandazioni formulate dal CESE nel parere in merito al pacchetto sull’economia circolare (2), l’ECESP è un’iniziativa congiunta del CESE e della Commissione europea. Un elemento chiave del successo della piattaforma è stato il partenariato tra le istituzioni, ed è importante che esso continui a svilupparsi ad ogni nuovo piano d’azione per l’economia circolare, al fine di garantire agli attori della società civile un ruolo centrale nel processo di transizione.

    1.3.

    Il CESE crede fermamente nel ruolo chiave della piattaforma per garantire l’impegno delle parti interessate - un ruolo che dovrebbe essere portato avanti e rafforzato in futuro. In particolare, la piattaforma dovrebbe essere ulteriormente sviluppata per garantire un approccio olistico all’economia circolare, che tenga conto delle interconnessioni con altri ambiti politici (ad esempio l’energia, i cambiamenti climatici, la politica sociale, l’impegno dei cittadini, il benessere, l’integrazione/inclusione sociale, i diritti e i doveri dei cittadini/consumatori) e tra tutti i livelli di governo (europeo, nazionale, regionale e locale), e per individuare gli ostacoli alla transizione verso un’economia circolare, in particolare in ambiti chiave come l’industria tessile, il settore alimentare, l’edilizia, l’elettronica e la (micro)plastica. Bisogna raccogliere dati concreti sui vantaggi derivanti dalla creazione di posti di lavoro, dall’accesso ai servizi, dalla riduzione dei costi e dai modelli di consumo collaborativo.

    1.4.

    Per tenere conto dell’importanza crescente e della pluridimensionalità dell’economia circolare, per il prossimo mandato i membri del gruppo di coordinamento che coadiuvano la piattaforma dovrebbero accogliere altre parti interessate fondamentali (ad esempio rappresentanti dei giovani e del settore finanziario), contribuire a definire scenari futuri per rafforzare le interconnessioni fra i settori, riunirsi con maggiore regolarità e diventare ambasciatori della piattaforma anche in consessi esterni alla comunità dell’economia circolare. Tra le attività future del gruppo di coordinamento potrebbero figurare il sostegno alla sperimentazione di soluzioni di economia circolare sul campo mediante interventi pilota e laboratori viventi per orientare l’elaborazione delle politiche. Il gruppo di coordinamento è stato, è e continuerà ad essere determinante per il successo della piattaforma, e dovrebbe pertanto essere consultato in merito all’orientamento strategico di qualsiasi nuovo piano d’azione per l’economia circolare.

    1.5.

    Il CESE sottolinea che, per essere inclusiva, la transizione verso un’economia circolare va ora incentivata a livello nazionale, regionale e locale. È importante che le attività siano adattate alle problematiche locali e che si avvalgano delle forze locali.

    1.6.

    Un approccio decentrato può essere particolarmente utile per analizzare il ruolo dell’economia circolare nel contribuire a una vita migliore per i cittadini. Il CESE raccomanda di costituire un gruppo di analisi dei comportamenti dei cittadini (Citizen Insights Panel) al fine di contribuire a valutare i comportamenti dei cittadini, le loro motivazioni e gli ostacoli che impediscono loro di ricorrere a soluzioni circolari. Tale gruppo riprenderebbe, ampliandolo, l’attuale gruppo di azione per l’analisi dei comportamenti dei consumatori (Consumer Insight Action Panel), un’iniziativa dei membri del gruppo di coordinamento dell’ECESP volta a comprendere meglio il coinvolgimento dei consumatori e dei cittadini e ad accelerare il cambiamento verso i comportamenti circolari che fanno la differenza.

    1.7.

    La finanza svolge già un’importante funzione abilitante della transizione. Per decentrare ulteriormente l’economia circolare e individuare soluzioni locali, si dovrebbero fornire agli istituti finanziari locali gli strumenti necessari per aderire in modo più efficace ai principi dell’economia circolare, ad esempio estendendo il programma Città circolari della Banca europea per gli investimenti (BEI) ai «villaggi circolari». Un’altra proposta per indirizzare l’economia verso i principi dell’economia circolare consiste nell’utilizzare l’imposta sul valore aggiunto (IVA) come strumento economico per contribuire a garantire l’allungamento del ciclo di vita dei prodotti mediante il riutilizzo e la riparazione.

    1.8.

    Riconoscendo l’importante ruolo svolto dai dettaglianti nel rendere i prodotti più circolari, una task force del commercio al dettaglio circolare può contribuire a integrare ulteriormente i principi dell’economia circolare lungo la catena del valore, anche rendendo possibile l’adozione di comportamenti circolari. Il CESE propone che la Commissione eserciti un’azione di stimolo sulla task force attraverso l’attuale Forum del commercio al dettaglio. Le organizzazioni della società civile e quelle specializzate nei comportamenti e negli stili di vita sostenibili dovrebbero essere coinvolte in questo processo per garantire la rappresentanza dei cittadini e un approccio integrato alla produzione e al consumo circolari.

    1.9.

    Gli appalti pubblici possono essere un fattore determinante per accelerare la transizione. Per promuovere una maggiore diffusione di prodotti, lavori e servizi circolari e sfruttarne il potenziale al fine di generare circolarità, è importante istituzionalizzare gli appalti pubblici circolari, sviluppare le capacità e le conoscenze dei soggetti interessati, fornire chiarezza giuridica e sostenere l’attuazione di questo tipo di appalti. A tale riguardo, sarebbe molto utile organizzare un programma di formazione sugli appalti pubblici circolari, e potrebbe rivelarsi efficace anche tenere in tutta Europa una serie di seminari sull’impegno del mercato che pongano l’accento sulla circolarità. Il CESE raccomanda che, per ridurre al minimo e, nel migliore dei casi, evitare gli impatti ambientali negativi degli appalti pubblici e la creazione di rifiuti in tutto il loro ciclo di vita, i criteri ambientali minimi in materia, già previsti nelle direttive dell’UE, diventino obbligatori in tutti gli Stati membri.

    1.10.

    Anche la comprensione e l’impegno da parte dei consumatori sono fondamentali per il successo della transizione verso un’economia circolare. L’introduzione di un’etichetta «economia circolare» potrebbe accelerare la transizione e aiutare i consumatori a compiere scelte sostenibili, ma dovrebbe essere accompagnata da una campagna di comunicazione a livello europeo. Anche lo sviluppo di capacità costituisce un pilastro fondamentale per aiutare le parti interessate a comprendere e integrare la transizione dell’UE verso l’economia circolare.

    2.   Piano d’azione per l’economia circolare

    2.1.

    La strategia Europa 2020 pone l’accento su una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva quale strumento per migliorare la competitività e la produttività dell’Europa e dare forza a un’economia sociale di mercato sostenibile. L’economia circolare costituisce un percorso fondamentale per conseguire tale strategia e garantire il benessere della popolazione e del pianeta. Nel 2015 la Commissione europea ha pubblicato un piano d’azione per l’economia circolare (di seguito «piano d’azione») volto a sostenere e promuovere, in Europa, la transizione da un modello economico lineare a uno circolare.

    2.2.

    Il piano d’azione (3) ha definito un ambizioso programma di 54 azioni che copre molteplici catene del valore, tra le quali figurano la produzione, il consumo, la gestione dei rifiuti e le materie prime secondarie. Nel piano d’azione la Commissione fa spesso riferimento alla partecipazione e alla collaborazione con i portatori d’interesse quali fattori che rendono possibile la transizione verso un modello economico circolare.

    2.3.

    Nel 2016 il CESE ha adottato un parere sul pacchetto di proposte relative all’economia circolare (4), in cui suggeriva di creare una piattaforma che consentisse ai portatori d’interesse della comunità dell’economia circolare di partecipare attivamente e condividere buone pratiche, conoscenze ed esperienze. Il CESE e la Commissione hanno creato congiuntamente la piattaforma europea delle parti interessate per l’economia circolare (ECESP) (5) - uno spazio virtuale che consente ai portatori d’interesse di incontrarsi online, ma anche di persona in occasione della conferenza annuale. L’ECESP è coadiuvata da un gruppo di coordinamento, costituito da 24 rappresentanti di organizzazioni della società civile provenienti da tutta Europa, i quali fungono da ambasciatori dell’economia circolare a nome della piattaforma.

    2.4.

    Nel 2019 la Commissione ha adottato una relazione (6) sull’attuazione del piano d’azione, in cui illustra i principali risultati ottenuti, delineando inoltre le sfide da affrontare in futuro. La relazione affronta temi come la creazione di un’economia circolare e l’accelerazione della transizione. Riguardo a quest’ultimo tema, la Commissione formula alcuni riferimenti specifici alla necessità di un forte impegno da parte dei portatori d’interesse. Il CESE osserva che i documenti di accompagnamento della relazione (SWD(2019) 90/91/92) sono disponibili solo in inglese, il che ostacola la comprensione e la partecipazione a livello di Stati membri.

    2.5.

    Il CESE accoglie con favore questa relazione di aggiornamento e in particolare il riconoscimento del ruolo fondamentale che i portatori d’interesse svolgeranno grazie al loro impegno nel processo di transizione verso l’economia circolare.

    2.6.

    Il CESE osserva che l’economia circolare dovrebbe essere inclusa anche nei piani nazionali per l’energia e il clima, e che in questo contesto va dato maggior risalto anche alla dimensione sociale.

    2.7.

    Il CESE sottolinea la necessità di un’analisi completa di tutti i flussi di materiali in entrata e in uscita dall’UE, nel quadro di un’analisi più ampia dell’impatto dell’economia circolare sul commercio.

    3.   Coinvolgimento dei portatori d’interesse per un futuro piano d’azione per l’economia circolare

    3.1.

    L’ECESP è già diventata un forum visibile e riuscito a livello dell’UE, facilitando i dialoghi intersettoriali e multipartecipativi e rendendo possibile la condivisione di buone pratiche, strategie e conoscenze su un’ampia gamma di temi dell’economia circolare.

    3.2.

    È arrivato ora il momento di portare questa forma vincente di impegno multipartecipativo ai livelli regionale, nazionale e locale per moltiplicare gli effetti positivi in tutti gli Stati membri e aumentare la partecipazione dei cittadini. È importante che le attività siano decentrate, adattate alle problematiche locali, e che si avvalgano delle forze locali. Data la varietà di culture e di contesti in tutta Europa, gli interessi e i settori industriali variano da paese a paese. È quanto mette in luce lo studio commissionato dal CESE Circular economy strategies and roadmaps in Europe: Identifying synergies and the potential for cooperation and alliance building [«Strategie e tabelle di marcia in materia di economia circolare in Europa: individuare le sinergie e le potenzialità di cooperazione e di sviluppo di alleanze»] (7).

    3.3.

    Il comportamento e le motivazioni dei cittadini, nonché gli ostacoli che questi incontrano per accedere a soluzioni circolari, dipendono in ugual misura dal contesto, e ciò accresce l’importanza di facilitare esperienze multiple decentrate per comprendere meglio ed accelerare i comportamenti circolari che contano davvero. Gli impegni dovrebbero essere pertinenti localmente, orientati all’azione e rivolti a specifiche attività di attuazione nei singoli paesi, soddisfacendo così le esigenze della popolazione locale ed aumentandone il benessere. Questo ed altri comportamenti dei cittadini di fronte alle strategie sono attualmente oggetto di esame nel quadro del Consumer Insight Action Panel, e si raccomanda di svilupparli ulteriormente.

    3.4.

    Un approccio decentrato può essere particolarmente utile per analizzare il ruolo dell’economia circolare nel contribuire ad una vita migliore per i cittadini, integrando indicatori sociali per misurare la riuscita delle attività di economia circolare a livello locale. Aspetti come il livello di interazione e di integrazione sociale conseguito grazie a iniziative di condivisione o la soddisfazione di imparare nuove abilità per riparare oggetti o produrre autonomamente generi alimentari o capi di abbigliamento costituiscono solo alcuni esempi di questo collegamento tra economia circolare e vita migliore.

    3.5.

    Questo approccio decentrato potrebbe prendere la forma di eventi nazionali, regionali o urbani per i portatori d’interesse (8), incentrati su problemi di rilevanza locale e tali da rafforzare il loro impegno in ambito locale. Tra i principali partecipanti figurerebbero le PMI, i governi, le organizzazioni della società civile a livello locale e in special modo i consumatori, che interverrebbero agli eventi per:

    affrontare sfide specifiche di valore locale;

    definire le modalità con cui l’economia circolare può contribuire al benessere personale;

    stabilire in che modo l’economia circolare può generare felicità e migliorare la qualità di vita;

    definire le scelte che consentono ai cittadini di condurre uno stile di vita sostenibile e circolare;

    prendere contatto con agenzie e infrastrutture locali (o investire in nuove strutture, dove queste manchino);

    creare opportunità di incontro per risolvere problemi locali;

    impegnare le organizzazioni sindacali in attività di qualificazione per i lavoratori dipendenti locali;

    avviare centri di apprendimento che continuino ad operare anche una volta concluso l’evento;

    discutere i processi di normazione, come ad esempio la «prassi di riferimento» (9) italiana per l’economia circolare.

    3.6.

    Tali eventi e piattaforme saranno particolarmente indicati nei paesi e nelle regioni in cui l’attività circolare è limitata. Gli eventi dovrebbero innescare nuove azioni circolari e l’impegno a garantire una più ampia comprensione e attuazione dell’economia circolare in tutta l’UE. I futuri piani d’azione per l’economia circolare dovrebbero sostenere i portatori d’interesse e le soluzioni locali per riuscire ad attuare la strategia dell’UE ed accrescere il benessere in tutti i paesi d’Europa.

    3.7.

    Per innescare soluzioni di economia circolare a livello locale e promuovere una più ampia diffusione di tali pratiche, è importante dare visibilità e riprodurre su più larga scala i progetti di economia circolare replicabili in contesti diversi - ad esempio i 100 quartieri circolari, le 100 comunità circolari, i 100 villaggi circolari, i 10 campus universitari circolari e le 10 isole circolari.

    3.8.

    La finanza svolge già un’importante funzione abilitante della transizione. Per decentrare ulteriormente l’economia circolare e individuare soluzioni locali, si dovrebbero fornire agli istituti finanziari locali gli strumenti necessari per aderire in modo più efficace ai principi dell’economia circolare, partendo da una migliore comprensione di tali principi per arrivare ad un maggiore sostegno alla transizione con prodotti, servizi e operazioni. Ad esempio, la BEI potrebbe utilizzare gli strumenti esistenti destinati alle grandi città, come il programma per le città circolari, ed estenderli ai «villaggi circolari». Le banche locali dovrebbero assumere un ruolo più attivo in questo processo. Occorre inoltre esaminare ulteriormente le interconnessioni tra i finanziamenti destinati a lottare contro i cambiamenti climatici e quelli a favore dell’economia circolare.

    3.9.

    Le crisi ambientali sono interconnesse dal punto di vista sistemico con le crisi di disuguaglianza, migrazione e democrazia. Queste crisi nascono - ma non solo - dalle enormi disuguaglianze inerenti al capitalismo finanziario e dalla continua erosione della democrazia, e sono il risultato della società di mercato che siamo diventati. Nessuna di queste crisi può essere affrontata adeguatamente in modo isolato, mentre un’economia circolare ben concepita può contribuire ad attenuare la vulnerabilità del sistema economico, ambientale e sociale.

    3.10.

    Una transizione sistemica dovrebbe affrontare anche le sfide sociali e ambientali collaterali interconnesse con le crisi prodotte dalle disuguaglianze o dall’erosione democratica. È importante promuovere il dialogo con le organizzazioni della società civile per far fronte ai rischi potenziali e alle problematiche più profonde di un’economia circolare, nonché creare, presso le organizzazioni della società civile pertinenti, le competenze che consentano di garantire una transizione più equa/giusta.

    3.11.

    Per sviluppare modi di pensare e pratiche circolari, la transizione verso l’economia circolare richiede alle parti interessate di acquisire nuove competenze/capacità, che vanno da una conoscenza più approfondita della composizione dei materiali a una migliore comprensione dei modelli d’impresa e dei comportamenti sociali, in particolare in ambiti chiave come l’industria tessile, l’edilizia, il settore alimentare, l’elettronica e la (micro)plastica. È importante sviluppare e approfondire le competenze circolari delle principali parti interessate, come ad esempio gli imprenditori, i produttori, i dettaglianti, i committenti pubblici e i cittadini.

    3.12.

    Per contribuire a promuovere la transizione, gli imprenditori, i produttori, i sindacati e i consumatori dovrebbero essere sostenuti nello sviluppo di un’economia circolare intelligente e basata sulle TIC. Esistono vari modi per raggiungere questo obiettivo, ad esempio attraverso lo sviluppo di centri di competenze in materia di economia circolare intelligente, che potrebbero essere integrati nei poli locali per favorire lo scambio e l’incontro, oppure la creazione di una task force con le principali parti interessate del settore delle TIC.

    3.13.

    Si dovrebbe studiare la possibilità di utilizzare l’IVA come un mezzo per garantire l’allungamento del ciclo di vita dei prodotti mediante il riutilizzo e la riparazione. Diversi Stati membri dell’UE hanno già intrapreso degli sforzi per ridurre l’IVA sia sui beni di seconda mano che sui servizi di riparazione (10).

    3.14.

    Vi è inoltre la possibilità di utilizzare i quadri esistenti che le imprese conoscono già, ad esempio gli strumenti di audit ambientale quali il sistema di ecogestione e audit (EMAS), gli strumenti internazionali come quelli sviluppati dall’ISO (ad esempio ISO 14001 o il prossimo ISO/TC 323 sull’economia circolare) o i criteri ambientali minimi (definiti dalle direttive UE, ma la cui applicazione negli Stati membri non è obbligatoria).

    3.15.

    I dettaglianti svolgono già un ruolo importante nel rendere i prodotti più circolari, ad esempio riducendo gli imballaggi, e potrebbero anche esercitare un notevole influsso sugli stili di vita dei consumatori, decidendo quali prodotti sottoporre alla scelta di questi ultimi, influenzando gli acquisti da essi effettuati e persino le modalità di utilizzo e di smaltimento dei prodotti. Una task force circolare del commercio al dettaglio, simile al Forum del commercio al dettaglio, può contribuire a integrare ulteriormente i principi dell’economia circolare lungo la catena del valore, anche consentendo comportamenti circolari, e dovrebbe essere estesa alle organizzazioni che studiano i comportamenti dei cittadini e dei consumatori come pure ai sindacati.

    3.16.

    Gli appalti pubblici sono un fattore determinante per accelerare la transizione, e il piano d’azione aveva fissato delle azioni volte a facilitare l’integrazione dei principi dell’economia circolare negli appalti pubblici. Sono state realizzate attività pionieristiche, che hanno consentito di trarre importanti insegnamenti. Sono in aumento i dibattiti su che cosa significhi, nella pratica, il concetto di «appalti verdi circolari» e sul ruolo incisivo che tali appalti potrebbero svolgere per promuovere lo sviluppo dell’economia circolare, ad esempio esercitando un effetto di trazione (vale a dire ampliando il mercato delle soluzioni circolari esistenti grazie al potere di acquisto) o addirittura un potenziale effetto propulsivo (ossia partecipando alla creazione di nuove soluzioni per soddisfare le esigenze degli acquirenti pubblici). Per promuovere una maggiore diffusione di appalti pubblici circolari e sfruttarne il potenziale per generare innovazione, è importante istituzionalizzarli, sviluppare le capacità e le conoscenze dei soggetti interessati, fornire chiarezza giuridica e promuovere il dialogo in materia.

    3.17.

    Lo stile di vita circolare o il cambiamento dei comportamenti in senso circolare può essere un indicatore complementare per misurare la transizione verso l’economia circolare sistemica e dimostrare l’influenza esercitata dall’infrastruttura, dalle imprese e dalle politiche per l’economia circolare a livello dei cittadini. È importante che noi, cittadini europei, siamo in grado di riflettere su quali prodotti utilizziamo, ripariamo e smaltiamo oggi e su come lo facciamo, piuttosto che su quello che abbiamo utilizzato, noleggiato, riparato e smaltito in passato e su come l’abbiamo fatto. A livello urbano si dovrebbero creare strumenti quali i «laboratori viventi». I laboratori viventi sono contesti di vita reale, come le famiglie, le organizzazioni e persino i quartieri urbani, in cui le soluzioni e gli interventi circolari possono essere standardizzati, testati nella pratica, e contribuire così alla definizione di strategie per l’economia circolare. L’obsolescenza prematura dovrebbe essere affrontata in modo più deciso, come raccomandato dal CESE nel parere sul tema Per un consumo più sostenibile: la durata di vita dei prodotti industriali e l’informazione dei consumatori per ripristinare la fiducia. In particolare, si dovrebbe prendere in considerazione un’estensione della garanzia almeno fino a cinque anni. Il Consumer Insight Action Panel, in collaborazione con imprese, ONG e organizzazioni dei consumatori, sta esaminando soluzioni e modalità per promuovere dei modelli di garanzia a vita.

    3.18.

    L’economia circolare è uno strumento fondamentale per realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) e un’economia a basse emissioni di carbonio. Per accelerare la transizione verso un’economia circolare, è importante promuovere il dialogo e lo scambio su come le parti interessate possono utilizzare questo tipo di economia quale strumento per conseguire gli OSS o altri traguardi pertinenti. Al fine di garantire che un’economia circolare e sostenibile funzioni per tutte le parti interessate, si dovrebbero sostenere i lavoratori tramite i quadri già esistenti, come la formazione professionale, dotando così i lavoratori attuali e futuri delle competenze necessarie per sostenere la transizione.

    3.19.

    È importante esplorare e mostrare in che modo l’innovazione volta a realizzare un’economia circolare possa stimolare la competitività per un’economia più sostenibile e a basse emissioni di carbonio. Le università e i centri di ricerca dovrebbero diventare poli potenziali di innovazione circolare per lo sviluppo, il collaudo e la diffusione delle innovazioni, in quanto le università dispongono di buone capacità di ricerca per affrontare le sfide circolari. L’apprendimento e la formazione basati sui problemi sono utili per stimolare i futuri innovatori e imprenditori, come pure i ricercatori, che intraprendono la loro carriera nelle università. Gli atenei con una forte densità di popolazione e un’elevata domanda di risorse possono fungere da «laboratori viventi» per testare le soluzioni prima che vengano lanciate. Sono necessari progetti pilota per sviluppare e dimostrare approcci e soluzioni, riproducibili su più larga scala, di tipo «campus circolare», e una rete di campus circolari può contribuire a promuovere ulteriormente lo scambio di conoscenze.

    3.20.

    Indubbiamente, la transizione verso un’economia circolare in Europa avrà un impatto sulle parti interessate a livello internazionale, ad esempio attraverso gli accordi commerciali. Innovando per passare a un’economia circolare, l’Europa può fissare degli standard globali per un’economia più equa che operi a favore di tutti i cittadini - differenziata e adattabile, quindi, sia alle zone rurali che a quelle urbane. Ciò richiederà un approccio a livello locale, regionale e nazionale per coinvolgere le parti interessate della società civile nella creazione, nello sviluppo, nell’attuazione e nel monitoraggio di strategie di economia circolare (11) che funzionino per tali regioni (ad esempio, lotta alla povertà, creazione di posti di lavoro di qualità e miglioramento della qualità della vita, lavoro nel rispetto dei limiti ecologici). Una buona pratica al riguardo può essere ravvisata nell’approccio adottato dalla Slovenia con la sua tabella di marcia per l’economia circolare. Il CESE incoraggia i responsabili decisionali coinvolti nell’elaborazione di strategie e tabelle di marcia circolari ad adottare tale approccio.

    4.   Il ruolo della piattaforma europea delle parti interessate per l’economia circolare (ECESP)

    4.1.

    L’ECESP è una piattaforma istituita come punto d’incontro della comunità dell’economia circolare europea. Creata nel 2017 a seguito delle raccomandazioni formulate dal CESE nel parere in merito al pacchetto sul tema L’anello mancante - Piano d’azione dell’Unione europea per l’economia circolare (12), l’ECESP è un’iniziativa congiunta del CESE e della Commissione europea. Il suo obiettivo è quello di agevolare la consultazione della società civile, la cooperazione tra reti nazionali, regionali e settoriali, e lo scambio di competenze, informazioni e buone pratiche. Il CESE funge da segretariato per l’ECESP, facendo così da ponte tra la società civile e i responsabili politici.

    4.2.

    L’ECESP è coadiuvata da un gruppo di coordinamento formato da 24 esperti - da tutta Europa - scelti tra le organizzazioni della società civile, i rappresentanti delle imprese e dei sindacati, i gruppi di riflessione, i centri di ricerca e gli enti pubblici interessati all’economia circolare. Questo gruppo così variegato di portatori d’interesse rappresenta la piattaforma europea tramite le attività e le funzioni svolte a livello locale, regionale e nazionale. Il CESE e la Commissione sostengono con successo tali attività tramite la piattaforma virtuale (13).

    4.3.

    Il gruppo di coordinamento orienta le attività dell’ECESP, indirizzando anche le tematiche scelte per la seconda giornata della Conferenza annuale delle parti interessate dell’economia circolare (giunta alla sua terza edizione), e i suoi membri svolgono il ruolo di ambasciatori della piattaforma. Il mandato del gruppo di coordinamento, che si riunisce formalmente una volta l’anno, giungerà al termine nel 2020. Il gruppo di coordinamento è stato costituito a seguito di un invito a manifestare interesse, e le sue competenze sono state stabilite dal CESE e dalla Commissione. In futuro, i membri del gruppo di coordinamento dovrebbero riunirsi con maggiore regolarità e/o su questioni specifiche, e fungere da ambasciatori anche al di fuori della comunità dell’economia circolare.

    4.4.

    Un elemento chiave del successo dell’ECESP è stato il partenariato tra le istituzioni, ed è importante che esso continui a svilupparsi ad ogni nuovo piano d’azione per l’economia circolare, al fine di garantire che gli attori della società civile abbiano un ruolo centrale nel processo di transizione.

    4.5.

    Il gruppo di coordinamento della piattaforma offre un patrimonio di potenziali conoscenze ed esperienze a livello di Stati membri, di cui istituzioni europee, come la Commissione, la BEI ecc., dovrebbero cogliere i vantaggi. Tali conoscenze ed esperienze andrebbero coltivate grazie ad un più elevato livello di coinvolgimento e di consultazione del gruppo di coordinamento. Come già in passato, il coinvolgimento del gruppo di coordinamento è e continuerà ad essere parte integrante del successo dell’ECESP, e tale dovrebbe restare in qualunque nuovo piano d’azione per l’economia circolare. Qualunque nuovo mandato dell’ECESP dovrebbe rispecchiare questo elemento e cercare di sviluppare ulteriormente il ruolo che questi attori della società civile hanno già svolto, ad esempio con i consumatori, il mondo della finanza, la bioeconomia. l’istruzione e l’innovazione. Il gruppo di coordinamento andrebbe pertanto consultato riguardo all’orientamento strategico di qualunque nuovo piano d’azione. In tale contesto il CESE continuerà a svolgere il proprio ruolo fondamentale di integrazione delle parti interessate nel processo di elaborazione delle politiche.

    4.6.

    Le competenze del CESE in materia di costruzione del consenso e di inclusione sono essenziali. L’importante lavoro svolto dal CESE per assicurare il segretariato e la gestione del sito web dell’ECESP è riconosciuto e sostenuto. Tale struttura è stata essenziale per il più ampio successo dell’ECESP.

    4.7.

    Il sito web dell’ECESP, inoltre, costituisce una fonte in continua espansione di conoscenze e buone pratiche, aiutando così la piattaforma ad offrire uno «sportello unico virtuale» per l’economia circolare. Questo fondamentale strumento online deve continuare a ricevere un adeguato sostegno istituzionale e ottenere lo spazio e le risorse per crescere, in modo da poter diffondere ulteriormente le soluzioni innovative, le conoscenze essenziali e i contatti chiave atti a liberare il potenziale delle parti interessate ai fini di una transizione circolare in tutta Europa.

    Bruxelles, 31 ottobre 2019

    Il presidente

    del Comitato economico e sociale europeo

    Luca JAHIER


    (1)  Un'Unione più ambiziosa - Il mio programma per l'Europa.

    (2)  GU C 264 del 20.7.2016, pag. 98.

    (3)  COM(2015) 614 final.

    (4)  GU C 264 del 20.7.2016, pag. 98.

    (5)  Piattaforma europea delle parti interessate per l'economia circolare.

    (6)  COM(2019) 190 final.

    (7)  Studio sul tema Circular economy strategies and roadmaps in Europe: Identifying synergies and the potential for cooperation and alliance building (Strategie e tabelle di marcia in materia di economia circolare in Europa: individuare le sinergie e le potenzialità di cooperazione e di sviluppo di alleanze) e parere collegato dal titolo Sviluppare sinergie tra le diverse tabelle di marcia per l'economia circolare (non ancora pubblicato nella GU).

    (8)  Ad esempio il Circular Economy Virtuous Circle Tour (tour del Circolo virtuoso dell’economia circolare della Commissione europea).

    (9)  Cfr. UNI.

    (10)  Reduced taxation to support re-use and repair (Una tassazione ridotta per sostenere il riutilizzo e la riparazione).

    (11)  Parere del CESE sul tema Sviluppare sinergie tra le diverse tabelle di marcia per l'economia circolare (non ancora pubblicato nella GU).

    (12)  GU C 264 del 20.7.2016, pag. 98.

    (13)  Piattaforma europea delle parti interessate per l'economia circolare.


    Top