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Document 52018AE3845
Opinion of the European Economic and Social Committee on ‘Communication from the Commission to the European Parliament, the Council, the European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions: A Europe that protects: clean air for all’ (COM(2018) 330 final)
Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Un’Europa che protegge: aria pulita per tutti» [COM(2018) 330 final]
Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Un’Europa che protegge: aria pulita per tutti» [COM(2018) 330 final]
EESC 2018/03845
GU C 110 del 22.3.2019, p. 112–117
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
22.3.2019 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 110/112 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Un’Europa che protegge: aria pulita per tutti»
[COM(2018) 330 final]
(2019/C 110/21)
Relatore: |
Octavian Cătălin ALBU |
Consultazione |
Commissione europea, 18/06/2018 |
Base giuridica |
Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) |
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Decisione dell’Assemblea plenaria |
19/06/2018 |
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Sezione competente |
Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente |
Adozione in sezione |
27/11/2018 |
Adozione in sessione plenaria |
12/12/2018 |
Sessione plenaria n. |
539 |
Esito della votazione (favorevoli/contrari/astenuti) |
129/0/3 |
1. Conclusioni e raccomandazioni
1.1. |
Negli ultimi trent’anni la qualità dell’aria nell’Unione europea (UE) è aumentata per effetto delle politiche attuate a questo fine a livello dell’UE. Ciononostante, resta ancora molto da fare, dato che si registrano numerosi casi di superamento dei valori ammessi per le principali categorie di inquinanti atmosferici. Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) esorta gli Stati membri a collaborare strettamente tra loro, dato che questo aspetto è cruciale per la salute dei cittadini dell’UE. Il CESE desidera lanciare un segnale d’allarme circa la qualità dell’aria e le condizioni ambientali. |
1.2. |
Il CESE ritiene assolutamente necessario ridurre l’inquinamento dovuto ai settori commerciale, istituzionale e domestico, oltre a quello dei trasporti. Le istituzioni e gli Stati membri devono dare esempi positivi in tal senso; bisogna inoltre aumentare i programmi di sostegno ai cittadini nel processo di transizione verso fonti di energia termica pulite, moderne e più efficienti sul piano energetico. |
1.3. |
Tenuto conto che i trasporti rappresentano una delle principali fonti di inquinamento atmosferico, il CESE accoglie con favore la pubblicazione del pacchetto di proposte per una mobilità pulita, comprendente varie iniziative che, oltre a ridurre le emissioni di CO2, porteranno anche a una diminuzione dell’inquinamento a livello locale e regionale. |
1.4. |
Le misure legislative supplementari proposte dalla Commissione europea (CE) per porre rimedio ad alcuni problemi — come il cosiddetto «Dieselgate» —, oppure quelle adottate contro gli Stati membri che non hanno rispettato le norme vigenti in materia di inquinamento atmosferico, rappresentano un reale passo in avanti, e il CESE appoggia questa impostazione. |
1.5. |
Il CESE è fermamente convinto che le nuove norme in materia ambientale e quelle riguardanti il settore dei trasporti debbano essere accompagnate da misure di sostegno economico che incoraggino l’innovazione e lo sviluppo di nuove tecnologie pulite, come le batterie, le automobili elettriche o i sistemi alternativi di riscaldamento e ventilazione. |
1.6. |
Il CESE esprime preoccupazione per l’insufficienza dei progressi, seppur visibili, compiuti nel settore agricolo per ridurre l’inquinamento atmosferico. Il CESE raccomanda che, in futuro, la politica agricola comune, accompagnata da altri strumenti finanziari e investimenti, rivolga maggiore attenzione alle iniziative volte a ridurre gli impatti sull’ambiente e dia prova di maggiore coerenza e organicità per quel concerne gli aiuti concessi agli agricoltori in vista dell’attuazione di programmi intesi a conseguire questo obiettivo. A questo proposito, una buona soluzione è rappresentata dalle cooperative in cui gli agricoltori possono produrre energia elettrica a partire dal biogas generato dai rifiuti specifici della loro attività. |
1.7. |
La cooperazione internazionale è essenziale nella lotta contro l’inquinamento e i cambiamenti climatici, e il CESE si compiace dell’ampio consenso raggiunto tra gli Stati membri per quel che concerne il conseguimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi. Lo scambio di buone pratiche in questo campo e la rete della diplomazia verde rivestono una particolare importanza. Per conseguire gli obiettivi dell’accordo sono inoltre necessarie azioni concrete tese a ridurre le emissioni inquinanti negli Stati membri. |
1.8. |
Il CESE esorta gli Stati membri a collaborare strettamente tra loro, dato che la questione in esame è di fondamentale importanza per la salute dei cittadini europei. Raccomanda anche che gli Stati membri e la Commissione europea collaborino il più strettamente possibile con la società civile e con i rappresentanti delle organizzazioni civiche locali e regionali nell’ideazione e attuazione non solo dei programmi per la protezione dell’ambiente, ma anche delle campagne di formazione, informazione e sensibilizzazione sulla qualità dell’aria rivolte ai cittadini. |
2. Introduzione
2.1. |
Nel corso degli ultimi venti o trent’anni la qualità dell’aria è notevolmente migliorata nell’UE grazie a una serie di politiche specifiche per questa problematica, attuate dall’Unione e dagli Stati membri, tese a conseguire un livello di qualità dell’aria che non comporti impatti negativi né rischi significativi per la salute umana e per l’ambiente. Di conseguenza, benché si sia osservato un andamento in crescita del PIL dell’UE, la quantità di emissioni inquinanti nell’atmosfera è diminuita dell’8 % per l’ammoniaca e del 72 % per gli ossidi di zolfo (1). |
2.2. |
La qualità dell’aria è un fattore determinante per quanto riguarda le condizioni generali di salute della popolazione. Le principali fonti di inquinamento atmosferico sono il particolato — PM (PM10 e PM2,5) — e l’ozono troposferico, il quale è direttamente influenzato dalle emissioni di ossidi di azoto (NOx) nell’atmosfera. Secondo dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, l’esposizione ad inquinanti atmosferici come le polveri (particolato) è all’origine dell’8 % dei decessi per cancro ai polmoni a livello mondiale e del 3 % dei decessi totali dovuti a malattie cardiovascolari (2). Per le stesse cause nell’UE si registrano ogni anno oltre 400 000 morti premature (3). |
2.3. |
Tenendo presenti tutte queste considerazioni, si osserva che i cittadini dell’UE esprimono una più forte preoccupazione in merito al livello dell’inquinamento atmosferico (4). Di conseguenza, sia l’UE che gli Stati membri hanno adottato provvedimenti legislativi mirati ad ottenere una qualità dell’aria che non abbia effetti negativi né sulla salute dei cittadini né sull’ambiente, puntando quindi ad una graduale riduzione delle emissioni nocive grazie alla rigorosa osservanza della vigente normativa dell’UE sulla qualità dell’aria. |
2.4. |
Le politiche dell’UE in questo campo poggiano su tre pilastri:
|
2.5. |
In base alla relazione dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) sulla Qualità dell’aria in Europa del 2017, le principali fonti di inquinamento atmosferico in Europa sono: i trasporti (stradali e non stradali), la combustione di combustibili per uso commerciale/istituzionale/domestico, la produzione di energia, i processi industriali, il settore agricolo e i rifiuti (5). |
2.5.1. |
Sul totale delle emissioni di agenti inquinanti, i trasporti su strada concorrono all’emissione di ossidi di azoto (NOx) per il 39 %, di particolato carbonioso (black carbon) per il 29 %, di monossido di carbonio (CO) per il 20 % e, infine, di particolato (PM10 e PM2,5) per l’11 %. Con l’adozione del pacchetto di proposte per una mobilità pulita la Commissione punta a stabilire nuove norme in materia di emissioni di CO2 per il 2025 e il 2030. Nuove tecnologie — ad esempio per quanto riguarda le batterie, i combustibili alternativi e le relative infrastrutture — vengono promosse attraverso la revisione delle regolamentazioni (6) e mediante piani d’azione (7). Inoltre, il nuovo quadro del pacchetto di proposte per una mobilità pulita promuove l’impiego integrato di treni e autocarri (trasporti combinati) per una maggiore efficienza (8) — anche sul piano energetico — e lo sviluppo di linee di autobus su lunghe distanze per ridurre le emissioni e la congestione del traffico (9). |
2.5.2. |
La combustione di combustibili per uso commerciale/istituzionale/domestico è stato il maggior responsabile di inquinamento (42 % e 57 %) da particolato (PM2,5 e PM10), da monossido di carbonio (CO) ma anche da particolato carbonioso (o nerofumo, un inquinante importante che è il prodotto della combustione incompleta di combustibili fossili e di biomassa). I valori dell’inquinamento imputabile a questo settore sono rimasti pressoché stabili nel periodo 2000-2015. |
2.5.3. |
L’obiettivo di riduzione delle emissioni inquinanti (- 59 % per l’anidride solforosa (SO2) e — 19 % per gli ossidi di azoto (NOx), sul totale) nei settori della produzione di energia elettrica e termica è stato perseguito mediante lo sviluppo e l’espansione di fonti di energia alternative e di sistemi di cogenerazione, ammodernando gli impianti di produzione di energia e incrementandone il rendimento, ottimizzando i processi di produzione di energia, migliorando le prestazioni termiche degli edifici e con l’eliminazione progressiva dell’impiego di combustibili fossili, sostituiti dal gas metano. |
2.5.4. |
Per la riduzione delle emissioni prodotte da impianti industriali [- 50 % per i composti organici volatili non metanici (COVNM) e — 17 % per il particolato PM10], sono state adottate misure nello spirito e in osservanza delle disposizioni giuridiche in vigore a livello europeo. Per prevenire l’inquinamento e assicurare che rimanga sotto controllo, ogni impianto industriale deve disporre di un’autorizzazione operativa e di una registrazione in cui devono essere fissati i valori limite per le emissioni inquinanti e le misure necessarie a garantire la protezione dell’ambiente. |
2.5.5. |
Se si considera che il settore agricolo produce il 95 % delle emissioni di ammoniaca (NH3) e il 52 % delle emissioni di metano (CH4), la questione della riduzione delle emissioni dovute all’agricoltura è della massima importanza. Tra le misure di riduzione delle emissioni del settore agricolo figurano misure agronomiche (impiego equilibrato dell’azoto nelle aziende agricole, realizzazione di colture di copertura e di ortaggi su terreni coltivabili per aumentare la fertilità del suolo), misure inerenti il patrimonio zootecnico (stoccaggio del letame in spazi chiusi, riutilizzo di questi liquami in impianti per il biogas), misure in campo energetico (utilizzo della biomassa per il riscaldamento, installazione di impianti fotovoltaici, riduzione del consumo di combustibile tradizionale e di energia elettrica) e misure agro-ambientali (rafforzamento delle competenze professionali degli agricoltori e incentivazione al ricorso da parte loro a pratiche che abbiano per effetto la riduzione delle emissioni). |
2.6. |
Il CESE è preoccupato per le condizioni ambientali. Già in passato il CESE ha lanciato diversi segnali d’allarme in proposito (10), ponendo l’accento «sulla necessità di compiere ulteriori sforzi innanzitutto per evitare che i danni ambientali si verifichino, privilegiando sempre una strategia di prevenzione anziché una di riparazione» (11). |
3. Osservazioni generali
3.1. |
Il CESE accoglie con favore le misure adottate dall’Unione europea per conseguire il proprio obiettivo di una qualità dell’aria che non abbia effetti nocivi né per la salute umana né per l’ambiente, ma ritiene necessario intensificare notevolmente gli sforzi, sia a livello dell’UE che a livello nazionale, dato che i risultati registrati finora non sono completamente soddisfacenti. Sebbene siano stati osservati dei progressi per quel che concerne la riduzione delle emissioni inquinanti, la salute della popolazione continua a risentire della qualità dell’aria (12). |
3.2. |
Il CESE è preoccupato dal momento che, attualmente, in vaste regioni dell’UE la concentrazione di particolato nell’aria è superiore ai livelli massimi consentiti. Nel caso del PM10 sono stati segnalati superamenti del valore limite giornaliero massimo consentito di concentrazione nel 19 % delle stazioni di monitoraggio, e nel caso del particolato PM2,5 nel 6 % delle stazioni di monitoraggio. Purtroppo, nel 2015 la popolazione urbana dell’UE è stata esposta a livelli superiori del 19 % al limite consentito per il PM10 (in aumento rispetto all’anno precedente) e del 7 % per il PM2,5 (in calo rispetto all’anno precedente). |
3.3. |
Il CESE desidera richiamare l’attenzione sul fatto che nell’Europa centrale e orientale milioni di abitazioni ricorrono alla combustione del legno e del carbone per il riscaldamento. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, nell’Europa centrale e orientale questa pratica concorre attualmente — e lo farà anche in futuro — all’inquinamento da PM2,5, che rimane sui livelli degli anni 2010-2015 (13). Sono necessarie ulteriori misure per sostenere e coinvolgere la popolazione nel processo di transizione verso fonti di energia termica più pulite. |
3.4. |
Il CESE esprime inoltre preoccupazione poiché si osservano superamenti significativi dei valori delle concentrazioni annuali di biossido di azoto (NO2) in 22 Stati membri, nel 10 % delle stazioni di monitoraggio, con valori superiori al doppio dei limiti consentiti dalle norme registrati in aree di alcune grandi città. |
3.5. |
Il CESE sottolinea che la qualità dell’aria è un fattore cruciale (14) tanto per la popolazione come per gli ambienti imprenditoriali. È pertanto necessario che i decisori europei e nazionali assicurino l’attuazione di misure concrete per quel che concerne l’introduzione e il rispetto di un quadro legislativo in questo campo. |
3.6. |
A giudizio del CESE, per ridurre il livello di emissioni inquinanti dovute ai settori commerciale, istituzionale e domestico è assolutamente necessario che gli Stati membri, con il sostegno della Commissione, compiano ogni sforzo per ottenere effettivamente migliori prestazioni energetiche degli edifici, un maggiore rendimento degli impianti di fornitura di energia elettrica e termica, l’ampliamento e l’ammodernamento delle reti di teleriscaldamento nelle città, nonché il sostegno a sistemi alternativi di condizionamento dell’aria. Un esempio in tal senso è dato dall’edificio sede della Banca centrale europea, dove è stato installato un sistema di riscaldamento e ventilazione innovativo ed ecologico. |
3.7. |
Il CESE sottolinea che non si dovrebbe trascurare l’inquinamento dell’aria interna. La qualità dell’aria che respiriamo negli ambienti interni è importantissima per la nostra salute, in particolare nel caso di gruppi di popolazione vulnerabili. Il fumo, la cottura degli alimenti, l’umidità, i sistemi di ventilazione, le candele accese, l’uso di detergenti come prodotti per la pulizia, le cere o le vernici/lacche/smalti, determinati materiali di costruzione sono altrettanti fattori che possono diventare importanti fonti di inquinamento dell’aria interna. È quindi essenziale adottare una politica coerente in materia di salubrità degli edifici. |
3.8. |
Il CESE ritiene che gli Stati membri, in collaborazione con la Commissione, debbano elaborare e attuare un nuovo concetto di sviluppo urbano che punti anche a realizzare un sistema di trasporto pubblico rispettoso dell’ambiente, a incoraggiare tramite diversi incentivi la mobilità elettrica o quella ibrida, a utilizzare applicazioni informatiche che avvertano i cittadini in caso di superamento dei valori massimi ammissibili per gli inquinanti atmosferici, nonché a sostenere l’ampliamento delle zone verdi nelle città, in modo da migliorare in misura significativa la qualità dell’aria. |
3.9. |
Il CESE ritiene che l’accesso dei cittadini alle informazioni e ai dati sulla qualità dell’aria costituisca un fattore importante nella lotta contro l’inquinamento atmosferico (15). I programmi di informazione e sensibilizzazione possono portare a una maggiore presa di coscienza, da parte dei cittadini, del pericolo connesso all’inquinamento atmosferico e dell’impatto che hanno le azioni di ciascuno di noi. Occorre riconoscere e valorizzare l’attività svolta a favore della qualità dell’aria dalle madri preoccupate per gli effetti delle sostanze inquinanti sulla salute dei figli. La restrizione della possibilità di fruire dell’ambiente viene considerata da queste madri una limitazione dei loro diritti civili. |
3.10. |
Il CESE si compiace per l’iniziativa presa da ONG e cittadini di adire le vie legali per chiedere alle autorità nazionali di introdurre misure supplementari volte a ridurre l’inquinamento. In paesi come la Repubblica ceca, la Germania, l’Italia e il Regno Unito, i tribunali aditi hanno emanato decisioni favorevoli alle parti ricorrenti (16). |
3.11. |
Il CESE è del parere che le strategie di decarbonizzazione, come pure gli obiettivi in materia di energia da fonti rinnovabili, debbano essere elaborati in modo da avere un impatto reale sull’ambiente, senza tuttavia frenare lo sviluppo economico degli Stati membri. |
4. Osservazioni specifiche
4.1. |
La Commissione europea insiste in modo particolare sul rispetto delle norme sulle emissioni inquinanti degli autoveicoli, soprattutto dopo che è scoppiato il cosiddetto scandalo «Dieselgate», mettendo in campo azioni di verifica dell’osservanza degli obblighi imposti dalla normativa dell’UE in materia. |
4.2. |
A tale proposito, il CESE appoggia la posizione della Commissione, la quale ha chiesto agli Stati membri di esaminare ogni possibilità di modifica e miglioramento per far sì che le emissioni delle autovetture in questione rientrino nei limiti previsti dalle norme in vigore e, qualora tale condizione non venga soddisfatta, di prendere in considerazione il ritiro obbligatorio e/o volontario dei veicoli coinvolti. |
4.3. |
Il CESE plaude all’iniziativa della Commissione di avviare procedure d’infrazione nei confronti di sedici Stati membri per inquinamento da particolato PM10, e nei confronti di tredici Stati membri per inquinamento da biossido di azoto (NO2), e raccomanda agli Stati interessati di adottare quanto prima provvedimenti per ridurre o eliminare i periodi di superamento dei livelli di inquinamento ammessi. |
4.4. |
Del pari, il CESE accoglie con favore la decisione della Commissione di adire la Corte di giustizia dell’Unione europea nei confronti di tre Stati membri (Ungheria, Italia e Romania) per violazione dei limiti di inquinamento fissati per il particolato PM10, e di altri tre Stati membri (Francia, Germania e Regno Unito) per violazione dei limiti di inquinamento fissati per il biossido di azoto (NO2). I sei Stati membri in questione non hanno proposto in tempo utile l’adozione di misure concrete ed efficaci per ridurre l’inquinamento riportandolo entro i limiti ammissibili. |
4.5. |
Considerato il livello elevato di inquinamento dovuto alle automobili, il CESE accoglie con favore le misure, presentate nei diversi pacchetti per la mobilità, proposte dalla Commissione per la riduzione delle emissioni, come la direttiva sui veicoli puliti, le nuove norme sulle emissioni di CO2 dovute sia alle autovetture che ai veicoli pesanti, un piano d’azione sulle infrastrutture per i combustibili alternativi e un’iniziativa sulle batterie. Queste misure avranno sicuramente l’effetto di ridurre le emissioni discusse nel presente parere. |
4.6. |
Il CESE accoglie con favore le nuove norme proposte dalla Commissione per quanto riguarda un aumento significativo della qualità e dell’indipendenza delle procedure di omologazione e di prova dei veicoli necessarie prima della loro immissione sul mercato, nonché le nuove norme relative ad un controllo più efficiente dei veicoli già in circolazione sul mercato. Il regolamento che stabilisce tali norme, che dovrebbe entrare in vigore nel settembre 2020, mantiene il divieto di installare nei veicoli dispositivi di manipolazione, punta a ridurre i valori delle emissioni inquinanti dei veicoli e crea il quadro necessario per la transizione verso veicoli a basse emissioni e a emissioni zero. |
4.7. |
Considerato il livello elevato di emissioni inquinanti di ammoniaca (NH3) e di metano (CH4) imputabili al settore agricolo (17), è necessario adottare misure attive per ridurle. Il CESE ritiene che nei prossimi anni la politica agricola comune debba concentrarsi maggiormente sull’erogazione di sostegno ai singoli agricoltori e alle loro cooperative, per aiutarli nell’azione di riduzione dell’inquinamento, facilitando il loro accesso ai finanziamenti degli istituti bancari europei mirati all’attuazione di programmi che possono portare a una riduzione delle emissioni inquinanti. Inoltre, i programmi di sviluppo rurale della futura PAC dovrebbero comprendere misure agroambientali volte a ridurre tali emissioni. |
4.8. |
Il CESE esprime preoccupazione in quanto, malgrado le misure attuate nel settore agricolo e gli sforzi profusi dagli agricoltori, le emissioni di ammoniaca (NH3) e di metano (CH4) sono diminuite solo del 7 % nel periodo 2000-2015. Il maggior numero di animali nelle aziende agricole ha portato a un aumento delle emissioni di composti organici volatili non metanici (COVNM) — prodotte in particolare dal letame — che è stato pari al 6 % in tutta l’UE, ma sono diminuite le emissioni per chilogrammo di carne. |
4.9. |
Dal momento che l’inquinamento atmosferico è un fenomeno transnazionale, il CESE ritiene assolutamente necessario che gli Stati membri coordinino la loro azione sulla base di obiettivi e principi concordati a livello dell’UE, pur nel rispetto del principio di sussidiarietà. Esiste un precedente in tal senso, e dobbiamo sostenere un maggior numero di iniziative di questo tipo. |
4.10. |
Secondo il Comitato, ai fini di una migliore armonizzazione tra le politiche europee e quelle nazionali, la Commissione e gli Stati membri devono agire in stretta collaborazione con la società civile, la quale informa i cittadini ed elabora programmi a livello locale e regionale. |
4.11. |
Il CESE plaude al largo consenso manifestato dall’Unione europea in merito all’accordo di Parigi sulla lotta ai cambiamenti climatici, e ritiene che l’Unione debba sforzarsi di rispettare lo spirito di tale consenso e adoperarsi per realizzare gli impegni assunti, dato che questo porterà anche al miglioramento della qualità dell’aria. |
4.12. |
Il CESE esorta gli Stati membri che non abbiano ancora provveduto a farlo ad elaborare strategie per eliminare il carbone quale fonte energetica. Già sette Stati membri hanno escluso il carbone dal loro mix energetico, e altri nove paesi hanno previsto di eliminarlo (18). |
4.13. |
Il CESE ritiene che l’UE dovrebbe condividere le buone pratiche con i suoi partner internazionali. Non possiamo trascurare gli effetti dell’inquinamento atmosferico in altre regioni del mondo, che può avere su di noi ripercussioni sia dirette che indirette. La rete della diplomazia verde e la coerenza nella politica di sviluppo sono più importanti che mai. |
Bruxelles, 12 dicembre 2018
Il presidente del Comitato economico e sociale europeo
Luca JAHIER
(1) Air quality in Europe — 2017 report (Qualità dell’aria in Europa — Relazione 2017).
(2) 9 out of 10 people worldwide breathe polluted air, but more countries are taking action («I nove decimi della popolazione mondiale respira aria inquinata, ma sono sempre di più i paesi che prendono contromisure»).
(3) Air quality in Europe — 2017 report (Qualità dell’aria in Europa — Relazione 2017).
(4) Speciale Eurobarometro 468: Atteggiamento dei cittadini europei nei confronti dell'ambiente.
(5) Air quality in Europe — 2017 report (Qualità dell’aria in Europa — Relazione 2017).
(6) COM/2017/0653 final — 2017/0291 (COD).
(7) COM/2017/0652 final.
(8) COM/2017/0648 final — 2017/0290 (COD).
(9) COM/2017/0647 final — 2017/0288 (COD).
(10) GU C 451 del 16.12.2014, pag. 134.
(11) GU C 283 del 10.8.2018, pag. 83.
(12) Corte dei conti europea, Relazione speciale n. 23/2018.
(13) Organizzazione mondiale della sanità: Residential heating with wood and coal: health impacts and policy options in Europe and North America (Riscaldamento per uso domestico tramite combustione del legno e del carbone: conseguenze per la salute e opzioni strategiche in Europa e nell’America settentrionale).
(14) Speciale Eurobarometro 468: Atteggiamento dei cittadini europei nei confronti dell'ambiente.
(15) Air quality in Europe — 2017 report (Qualità dell’aria in Europa — Relazione 2017).
(16) Corte dei conti europea, Relazione speciale n. 23/2018.
(17) Markus Amann (a cura di), Measures to address air pollution from agricultural sources («Misure per combattere l'inquinamento atmosferico da fonti agricole»).
(18) Overview: National coal phase-out announcements in Europe. Europe Beyond Coal («Tabella riepilogativa degli annunci su una progressiva eliminazione del carbone da parte di singoli paesi in Europa»).