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Dokument 52015IR5112
Opinion of the European Committee of the Regions — Follow-up to the Five Presidents’ Report: Completing Europe’s Economic and Monetary Union
Parere del Comitato europeo delle regioni — Seguito dato alla relazione dei cinque Presidenti «Completare l’Unione economica e monetaria in Europa»
Parere del Comitato europeo delle regioni — Seguito dato alla relazione dei cinque Presidenti «Completare l’Unione economica e monetaria in Europa»
GU C 240 del 1.7.2016, lk 1—5
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
1.7.2016 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 240/1 |
Parere del Comitato europeo delle regioni — Seguito dato alla relazione dei cinque Presidenti «Completare l’Unione economica e monetaria in Europa»
(2016/C 240/01)
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RACCOMANDAZIONI POLITICHE
IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI
Introduzione
1. |
accoglie con favore la relazione dei cinque Presidenti, che costituisce un passo importante per accrescere la resilienza dell’Unione economica e monetaria (UEM) agli shock economici, attuare meglio i principi e gli obiettivi dell’UEM enunciati agli articoli 3 del TUE e 120 del TFUE, e avviare riforme che rafforzino la legittimità democratica della governance di tale Unione; |
2. |
rileva tuttavia che la relazione non propone alcuna riforma del meccanismo europeo di stabilità e non affronta la questione del debito sovrano all’interno dell’UEM; occorre prestare maggiore attenzione al problema di base dell’Unione monetaria, vale a dire gli squilibri delle partite correnti prodotti dall’evoluzione non omogenea del costo unitario del lavoro, i quali a loro volta determinano squilibri nei flussi di capitale tra paesi e regioni. Occorre inoltre creare meccanismi per fornire feedback ai paesi e alle regioni in cui i responsabili politici o gli operatori economici si discostano da quella che viene generalmente considerata una politica solida e un’assunzione di rischi ragionevole; |
3. |
segnala che la situazione economica attuale, contraddistinta da una crescita fragile e da un elevato tasso di disoccupazione, giustifica un approccio integrato volto a risanare le finanze pubbliche degli Stati membri, e basato tra l’altro sull’ulteriore approfondimento del mercato unico (1) e sugli accresciuti sforzi per aiutarli a proseguire nell’attuazione delle riforme strutturali, e a incentivare gli investimenti al fine di realizzare così una crescita sostenibile in futuro; |
4. |
sottolinea che la migrazione e la mobilità dei lavoratori offrono un certo potenziale per stimolare la crescita nell’Unione, ma anche che, a tal fine, è necessario risolvere determinate questioni concernenti l’accesso agli alloggi, ai servizi pubblici e alle prestazioni sociali, nonché la flessibilità sul mercato del lavoro; reputa che ciò richieda altresì un cofinanziamento da parte dell’UE per migliorare la capacità di accoglienza; |
5. |
sottolinea la necessità di rafforzare la titolarità e la legittimità democratica dell’Unione europea nel suo insieme, nonché di consolidare la dimensione regionale, affinché la normativa si applichi in maniera equa e coerente in tutta l’Unione e al tempo stesso nel rispetto della sussidiarietà; |
6. |
accoglie con favore l’introduzione della procedura in due fasi, mediante la quale ci si prefigge innanzitutto di sviluppare ulteriormente gli strumenti e i trattati esistenti per realizzare poi, in un secondo tempo, cambiamenti più profondi che permettano di rafforzare il carattere vincolante del processo di convergenza per i paesi della zona euro mediante orientamenti concordati in materia. |
Verso un’Unione economica - convergenza, benessere e coesione sociale
7. |
sottolinea la necessità di una maggiore convergenza, sia tra Stati membri che all’interno di ciascuno di essi, e constata con preoccupazione che in alcuni casi le disparità a livello nazionale sono anche maggiori che tra gli Stati membri; |
8. |
sottolinea al tempo stesso che le disparità sociali, economiche e territoriali possono essere ridotte soltanto grazie a un approccio basato sulla strategia Europa 2020 e dotato di una dimensione regionale e di una politica di coesione orientata ai risultati; ribadisce pertanto il proprio sostegno a un processo che persegua la convergenza economica e sociale e la propria richiesta di un’ampia consultazione europea sulla futura visione territoriale dell’Unione europea da qui al 2050. È necessario disporre di una visione chiara, alla quale si potrebbero poi allineare politiche e meccanismi di finanziamento (2). Il CdR accoglie con favore il fatto che si stiano studiando già oggi delle strategie per la politica di coesione dopo il 2020; |
9. |
sottolinea la necessità di sostenere ulteriormente lo sviluppo delle regioni frontaliere, periferiche e ultraperiferiche nonché di quelle che si trovano ad affrontare sfide di ordine demografico, affinché la convergenza possa essere raggiunta in maniera coerente, duratura e conforme alle strategie adottate a livello di Unione europea; |
10. |
avverte che un approccio unico, valido per tutti, non può funzionare, dato che la situazione, sia tra gli Stati membri che a livello nazionale, richiede flessibilità, ragion per cui è necessario che le autorità garanti della concorrenza rispettino i meccanismi di determinazione dei salari degli Stati membri e non assumano il ruolo svolto in questo campo dalle parti sociali; |
11. |
osserva che le autorità garanti della concorrenza dovrebbero tenere conto di tutti gli aspetti del contesto economico in senso ampio, vale a dire di fattori come la produttività, la competenza, l’innovazione, il clima imprenditoriale e gli oneri burocratici, e conviene pertanto sull’impossibilità di ridurre il concetto di «competitività» a una questione di livello retributivo; |
12. |
concorda sulla necessità di prestare maggiore attenzione all’occupazione e al benessere; |
13. |
nota che, dalla valutazione degli indicatori sociali, emerge che la disoccupazione, la povertà e l’esclusione sociale sono concentrate nelle regioni meno sviluppate, e che tali fenomeni sono chiaramente legati all’efficacia con cui sono state applicate le raccomandazioni formulate in passato, ad esempio nel quadro della strategia Europa 2020; |
14. |
accoglie con favore il fatto che la relazione dei cinque Presidenti riconosca, in linea di principio, che la dimensione sociale costituisce una necessità economica e, in tale contesto, ribadisce il suo appoggio all’invito rivolto dal Parlamento europeo agli Stati membri affinché prendano in considerazione la stipula di un Patto per gli investimenti sociali, che fisserebbe degli obiettivi d’investimento per gli investimenti sociali a livello nazionale necessari per raggiungere i traguardi occupazionali, sociali e in materia di istruzione della strategia Europa 2020 (3); |
15. |
si compiace del fatto che la Commissione riconosca il ruolo delle parti sociali ai fini dell’accettazione pubblica dell’ulteriore sviluppo dell’UEM - con ciò intendendo sia il loro ruolo nell’elaborazione dei programmi nazionali di riforma sia, globalmente, una maggiore attenzione per l’occupazione e il sociale, come pure per l’obiettivo del «pilastro europeo dei diritti sociali». Il dialogo con le parti sociali è utile e può accrescere il grado di accettazione negli Stati membri. In una prospettiva futura, le parti sociali possono fornire un contributo importante anche ad eventuali progetti comuni, sviluppati conformemente al loro programma di azione comune; |
16. |
osserva che, per risolvere le disuguaglianze sociali, aumentare la crescita e creare posti di lavoro nonché migliorare la competitività e la coesione all’interno dell’UEM e dell’UE, è necessario affrontare con decisione le disparità regionali; sottolinea inoltre il ruolo importante che gli enti regionali e locali svolgono in qualità di datori di lavoro e nella creazione di un ambiente favorevole alle imprese; |
17. |
ribadisce che gli enti locali e regionali contribuiscono in maniera determinante al rafforzamento della competitività attraverso iniziative locali e regionali; |
18. |
apprezza il fatto che la raccomandazione del Consiglio sull’istituzione di comitati nazionali per la competitività nella zona euro (COM(2015) 601 final) riconosca che tali comitati forniranno unicamente un sostegno decisionale e che non presenteranno proposte definitive. |
Sul semestre europeo
19. |
accoglie con favore la razionalizzazione e il rafforzamento del semestre europeo nel quadro attuale, nonché il coordinamento dei documenti per realizzare un approccio più mirato, accrescere l’efficienza e render chiara la titolarità al fine di conseguire l’obiettivo che l’UE si prefigge, vale a dire la buona governance; |
20. |
riconosce il valore del semestre europeo quale strumento per realizzare riforme a livello nazionale ed europeo in quanto consente all’Unione e agli Stati membri di coordinare le loro politiche economiche; |
21. |
rinnova l’invito rivolto alla Commissione e al Parlamento a introdurre un codice di condotta che garantisca la partecipazione strutturata degli enti locali e regionali al semestre europeo, con l’intenzione di presentare nel 2016 una proposta concreta al riguardo; in tale contesto si impegna a mantenere un dialogo permanente con la Commissione europea; |
22. |
insiste sul fatto che le relazioni e le raccomandazioni specifiche per paese dovrebbero affrontare esplicitamente le questioni relative alle disparità regionali e tenere sistematicamente conto dei contributi degli enti locali e regionali; |
23. |
si rammarica del fatto che la struttura modificata del semestre europeo non menzioni il CdR nel dibattito sulle priorità della zona euro, ed esorta la Commissione ad affrontare le questioni regionali nei documenti che disciplinano il semestre europeo con l’ausilio di sistematiche analisi regionali di diverse tematiche, tra cui l’occupazione e le questioni sociali. |
Verso un’Unione finanziaria - politiche di bilancio integrate per un’economia integrata
24. |
ritiene che la realizzazione dell’Unione bancaria costituisca, a breve termine, lo strumento più efficace per prevenire le crisi del sistema finanziario, rompere il circolo vizioso tra banche nazionali e Stati membri e ridurre al minimo gli effetti negativi degli shock economici; |
25. |
chiede alla Commissione europea e agli Stati membri di ridurre i rischi del sistema finanziario, di migliorare la flessibilità dei prezzi e di applicare regimi di garanzia a livello nazionale; |
26. |
ritiene pertanto che il presupposto per la creazione di un sistema europeo di garanzia dei depositi (EDIS - European Deposit Insurance Scheme) consista nell’introdurre e finanziare i fondi di risoluzione europei e le garanzie sui depositi nazionali, nonché chiarire i rapporti tra di loro, al fine di ridurre al minimo il rischio di azzardo morale; |
27. |
invita la Banca centrale europea (BCE) e l’Autorità bancaria europea (ABE) ad analizzare la qualità delle attività finanziarie e a sottoporre a prove di stress gli istituti finanziari interessati dal sistema europeo di garanzia dei depositi, al fine di garantire che godano di condizioni eque di concorrenza; |
28. |
chiede alla Commissione di chiarire il valore aggiunto del Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche, la cui segreteria fa riferimento al segretariato generale della Commissione. È particolarmente importante stabilire come evitare che un tale organismo contribuisca a complicare ulteriormente un ambiente di sorveglianza macroeconomica già di per sé complesso; |
29. |
deplora il fatto che non vi sia stata la possibilità di fornire un parere prima che fosse istituito il comitato europeo per le finanze pubbliche. In linea di principio, il CdR giudica importante il controllo rigoroso del rispetto delle regole del Patto di stabilità e crescita. Nel contempo, però, di fronte alla configurazione di tale organo proposto, viene da chiedersi se la sua utilità sia proporzionata agli oneri amministrativi supplementari che ci si può attendere. Non è chiaro, inoltre, su quale base giuridica poggi la sua introduzione e come esso si collochi rispetto ai consigli superiori delle finanze a livello nazionale; |
30. |
auspica che la realizzazione dell’Unione dei mercati dei capitali renda possibile il flusso di capitale transfrontaliero senza minacciare la stabilità in diversi paesi e regioni, e consenta alle imprese, e in special modo alle microimprese e alle PMI, di ottenere l’accesso ad un’ampia gamma di fonti finanziarie diverse; |
31. |
ritiene che un’Unione dei mercati dei capitali coerente e ben strutturata debba includere tutti i 28 Stati membri dell’UE nonché promuovere la parità di condizioni in tutta l’Unione europea; invita gli Stati membri a garantire l’accesso all’Unione bancaria a tutti gli Stati membri che non hanno ancora adottato l’euro. |
Verso un’Unione di bilancio - un quadro integrato per una politica finanziaria solida e integrata
32. |
insiste che il Patto di stabilità e crescita deve essere rispettato, e sottolinea l’importanza che ciascuno Stato membro attui politiche economiche sane e abbia finanze pubbliche stabili, in quanto prerequisiti per effettuare i necessari investimenti pubblici a breve e a lungo termine (4); |
33. |
chiede che, per avere accesso agli strumenti europei volti a stabilizzare l’economia, gli Stati membri dimostrino di seguire una politica macroeconomica responsabile, la cui applicazione deve andare di pari passo con una piena attuazione delle riforme strutturali al fine di accrescere la convergenza, il coordinamento e l’integrazione; chiede che gli aiuti non possano in alcun caso tradursi in flussi permanenti e unidirezionali tra paesi e sottolinea che l’obiettivo del Fondo di stabilità e di altri strumenti, tra cui il programma di sostegno alle riforme strutturali, non dovrebbe essere quello di sostituire l’attuale politica di coesione; |
34. |
concorda con la Commissione nel ritenere che l’imminente riesame dei cosiddetti «Six-pack» e «Two-pack» dovrebbe essere utilizzato come opportunità per migliorare la trasparenza e la legittimità dell’UE, il che costituisce un aspetto particolarmente importante a livello locale e regionale; chiede pertanto che s’instauri un «dialogo economico» tra il CdR e la Commissione, sulla falsariga di quello attualmente in corso tra quest’ultima e il Parlamento europeo; |
35. |
ribadisce la sua convinzione che una capacità di bilancio sia necessaria per permettere all’UEM di disporre di un meccanismo temporaneo di assorbimento degli shock (5); |
36. |
nota che la crisi economica attuale ha profondamente modificato le condizioni per il finanziamento degli investimenti nell’economia reale, e richiama l’attenzione sulla grande importanza degli enti locali e regionali per conseguire la massima efficacia e individuare gli ostacoli agli investimenti produttivi; |
37. |
ribadisce l’invito a rispettare una regola d’oro per separare le spese correnti dagli investimenti a lungo termine, e incoraggia l’introduzione di un quadro coerente con i criteri europei che permetta di stabilire quali sono i più importanti investimenti infrastrutturali e sociali necessari per sostenere il potenziale di crescita nel lungo periodo; |
38. |
sottolinea la necessità di migliorare la qualità degli investimenti pubblici, anche applicando i principi dell’OCSE per l’efficacia di tali investimenti a tutti i livelli dell’amministrazione pubblica, ed esorta a condurre un dibattito sui modi in cui il decentramento fiscale in diversi comparti del settore pubblico potrebbe migliorare la qualità della spesa pubblica, contribuendo a un risanamento di bilancio favorevole alla crescita, senza compromettere il principio di solidarietà tra territori substatali di uno stesso Stato membro; |
39. |
ribadisce l’invito rivolto alla Commissione europea affinché pubblichi un Libro bianco che definisca una tipologia a livello dell’UE per la qualità degli investimenti pubblici nella contabilità della spesa pubblica, in funzione dei loro effetti a lungo termine, e affinché inserisca un capitolo sulla qualità degli investimenti pubblici, anche a livello infranazionale, in ogni relazione annuale sulle finanze pubbliche nell’UEM (6). |
Responsabilità democratica, legittimità e rafforzamento istituzionale
40. |
osserva che un’UEM più approfondita e più resistente alle crisi trarrebbe vantaggio da strutture meno complesse, una titolarità più chiara e una maggiore trasparenza piuttosto che dall’aggiunta di nuovi strati di norme a quelle già esistenti. Apprezza pertanto l’intento della Commissione europea di semplificare, migliorare la trasparenza e rendere più chiara la titolarità; |
41. |
chiede un approccio più realistico all’applicazione pratica di sanzioni amministrative nei confronti dei paesi che non rispettano le norme stabilite di comune accordo, nonché un dibattito sui modi in cui i meccanismi di mercato possono costituire un’alternativa o un complemento; |
42. |
sottolinea che occorre prestare particolare attenzione alla necessità di garantire che la governance economica sia caratterizzata da chiare responsabilità a tutti i livelli, compresi quelli locali e regionali, dato che in molti casi è a questi enti che incombe la responsabilità di attuare le politiche in tutta una serie di ambiti quali, ad esempio, l’occupazione, la sanità e l’istruzione. |
Osservazioni finali
43. |
esorta la Commissione a coinvolgerlo nell’elaborazione del Libro bianco sul tema della transizione dalla fase 1 alla fase 2 della riforma dell’UEM; |
44. |
sottolinea l’importanza, nelle misure di approfondimento dell’Unione monetaria, di tener conto anche delle conseguenze di tale processo per le relazioni con i paesi non appartenenti alla zona euro, e di chiarire quali proposte riguardano tutti gli Stati membri e quali invece si applicano esclusivamente a quelli dell’Eurozona; |
45. |
insiste sulla necessità che tutte le misure relative alla realizzazione dell’UEM siano applicate nel modo più trasparente possibile, onde evitare di allontanare quegli Stati membri che non hanno ancora adottato l’euro e di creare un’«Europa a due velocità». |
Bruxelles, 7 aprile 2016
Il presidente del Comitato europeo delle regioni
Markku MARKKULA
(1) Parere del CdR Migliorare il mercato unico, adottato il 7-8 aprile 2016.
(2) Parere del CdR La visione territoriale per il 2050: quale futuro? (CdR 4285/2015), adottato il 3 dicembre 2015.
(3) Risoluzione del CdR, del 4 luglio 2013, sull’approfondimento dell’Unione economica e monetaria (UEM) (CDR4129-2013_00_00_TRA_RES-RESOL-V-007).
(4) Risoluzione del CdR, del 10 febbraio 2016, sull’analisi annuale della crescita della Commissione europea per il 2016 - Consolidare la ripresa e promuovere la convergenza (COR_2015_06756_00_00_RES-RESOL-VI/008), punto 8.
(5) Risoluzione del CdR, del 4 luglio 2013, sull’approfondimento dell’Unione economica e monetaria (UEM) (CDR4129-2013_00_00_TRA_RES-RESOL-V/007).
(6) Parere del CdR Sfruttare al meglio la flessibilità consentita dalle norme vigenti del Patto di stabilità e crescita, relatrice: Olga Zrihen (BE/PSE) (CdR-2015-01185), punto 15.