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Document 52014AE6932
Opinion of the European Economic and Social Committee on the implications of climate and energy policy on agricultural and forestry sectors (exploratory opinion)
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Impatto della politica del clima e dell’energia dell’UE sui settori agricolo e forestale» (parere esplorativo)
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Impatto della politica del clima e dell’energia dell’UE sui settori agricolo e forestale» (parere esplorativo)
GU C 291 del 4.9.2015, pp. 1–7
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
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4.9.2015 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 291/1 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Impatto della politica del clima e dell’energia dell’UE sui settori agricolo e forestale»
(parere esplorativo)
(2015/C 291/01)
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Relatore: |
Mindaugas MACIULEVIČIUS |
La futura presidenza lettone dell’Unione, in data 26 settembre 2014, ha deciso, conformemente al disposto dell’articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo sul tema:
«Impatto della politica del clima e dell’energia dell’UE sui settori agricolo e forestale»
(parere esplorativo).
La sezione specializzata Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 9 aprile 2015.
Alla sua 507a sessione plenaria, dei giorni 22 e 23 aprile 2015 (seduta del 22 aprile), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 147 voti favorevoli, 1 voto contrario e 3 astensioni.
1. Conclusioni e raccomandazioni
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1.1. |
Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) sottolinea che quella dei cambiamenti climatici è una sfida globale. Al momento di decidere sul contributo dell’UE all’accordo globale sul clima, l’Unione europea e gli Stati membri dovrebbero tener conto della differenza delle politiche a livello mondiale e considerare gli effetti dei cambiamenti climatici e i potenziali di mitigazione. Le politiche dell’UE devono affrontare la sfida di mantenere la sicurezza alimentare nonostante la crescente domanda, salvaguardando al tempo stesso la competitività dei settori agricolo e forestale dell’Europa e rafforzando la capacità di attrazione dei produttori locali dell’UE, senza imporre inutili oneri agli agricoltori e ai proprietari di foreste. L’UE dovrebbe dare l’esempio nel campo dell’agricoltura sostenibile dal punto di vista sociale, economico e ambientale. Il quadro politico dell’UE deve essere unitario e coerente. |
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1.2. |
Occorre considerare il contesto globale, per evitare la rilocalizzazione delle capacità di produzione ad alto consumo di energia e ad elevato livello di emissioni verso altre parti del mondo, fenomeno che potrebbe persino causare un aumento delle emissioni mondiali totali riducendo allo stesso tempo la competitività dei settori agricolo e forestale dell’UE. |
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1.3. |
La decisione di integrare le attività LULUCF (uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e silvicoltura) nel quadro politico post-2020 comporta un alto grado di incertezza per il settore agricolo e in alcuni casi per quello forestale. Non è ancora chiaro se ciò porterà ad un effetto di assorbimento (sink effect) o se l’integrazione causerà emissioni supplementari in varie regioni. Ogni decisione deve avere un fondamento scientifico ed essere presa dopo un’adeguata valutazione di impatto delle diverse opzioni a livello degli Stati membri. |
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1.4. |
Il CESE auspica che si dimostri flessibilità al momento di decidere sugli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra degli Stati membri per il periodo post-2020 nei settori agricolo e forestale, in particolar modo negli Stati membri che attualmente hanno impronte ecologiche notevolmente più basse degli altri nel settore agricolo o forestale. |
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1.5. |
Dato l’impatto economico e sociale che si prevede estremamente positivo, in particolare per la creazione di posti di lavoro nelle zone rurali, il CESE incoraggia una strategia attiva, in grado di considerare il potenziale di crescita sostenibile ed economicamente redditizia della biomassa per la bioenergia e la bioeconomia in generale e per l’intensificazione sostenibile dell’agricoltura, di garantire un buon reddito supplementare stabile agli agricoltori, ai proprietari di foreste e alle comunità rurali e infine di stimolare gli investimenti nelle infrastrutture e nelle esigenze sociali delle zone rurali. |
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1.6. |
Le foreste e i prodotti del legno possono immagazzinare una maggiore quantità di CO2. Una gestione attiva delle foreste e un maggiore impiego dei prodotti del legno possono incrementare l’eliminazione e lo stoccaggio di CO2. Ci si possono aspettare ulteriori effetti di sostituzione nel momento in cui i prodotti del legno sostituiscono prodotti e materiali convenzionali. |
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1.7. |
I settori agricolo e forestale sono strutture biologiche complesse e non totalmente comprese, in cui non è opportuno proporre e realizzare cambiamenti rilevanti in qualità di soluzioni temporanee per raggiungere obiettivi di breve termine. Concentrandosi sugli obiettivi per il 2020 e il 2030 ci si pone un limite temporale troppo breve per i sistemi biologici. Non è inoltre opportuno proporre soluzioni globali relative ai sistemi biologici per l’intera regione dell’UE, date le situazioni locali molto differenziate e a volte inaspettate. |
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1.8. |
La ricerca, l’innovazione e lo sviluppo sono i principali motori della transizione verso un settore agricolo e forestale sostenibile, anche per quanto riguarda la bioenergia e la bioeconomia, in linea con gli obiettivi della politica in materia di clima. Il CESE invita le istituzioni e gli Stati membri dell’UE ad aumentare i finanziamenti a sostegno delle attività in questo settore, e chiede uno sforzo congiunto di condivisione dei risultati fra i ricercatori. La chiave per realizzare con successo l’innovazione sta nel promuoverla attivamente tramite iniziative di organi consultivi e istituti di istruzione rivolte agli utilizzatori finali dei settori agricolo e forestale. |
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1.9. |
Le politiche dell’UE e i programmi specifici di ricerca e innovazione, in sinergia con incentivi finanziari per gli agricoltori e i proprietari di foreste, dovrebbero:
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1.10. |
Il CESE sottolinea che il dialogo civile e le iniziative avviate tra i soggetti interessati e le istituzioni locali, regionali, nazionali ed europee rappresentano il modo più efficace di creare il quadro politico necessario per i settori agricolo e forestale. I migliori esempi di partecipazione di questo genere, compresi i partenariati pubblico-privati coronati da successo, dovrebbero essere condivisi fra tutti gli Stati membri. |
2. Introduzione
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2.1. |
In seguito a una consultazione da parte della presidenza lettone dell’UE, il CESE ha deciso di elaborare il presente parere al fine di far conoscere la posizione della società civile sui modi migliori di ridurre le emissioni di gas serra e di aumentare gli assorbimenti di CO2 nei settori agricolo e forestale in modo economicamente efficace e senza ostacolare lo sviluppo sostenibile e la competitività dell’UE. |
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2.2. |
Il CESE riconosce che l’impatto della politica del clima e dell’energia dell’UE sullo sviluppo dei settori agricolo e forestale risulta assai complesso. Tenendo conto di questo, il parere mira a descrivere gli effetti principali dell’attuale quadro politico dell’UE sui due settori e il contributo già apportato alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico, in modo da evidenziare le potenziali opportunità per tali settori, trattare degli aspetti sociali e degli effetti sulla società civile e proporre raccomandazioni riguardanti la posizione e il ruolo dei settori agricolo e forestale nel quadro delle politiche dell’energia e del clima dell’UE all’orizzonte 2030. |
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2.3. |
Nel 2009, l’Unione europea ha definito i propri obiettivi in materia di energia e di clima nel pacchetto (1) legislativo vincolante volto a dare attuazione ai cosiddetti obiettivi «20-20-20». Il quadro politico per il 2020 non fissa un obiettivo specifico di riduzione delle emissioni per l’agricoltura e per le attività LULUCF. |
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2.4. |
Il 22 gennaio 2014, la Commissione europea ha pubblicato il «Quadro per le politiche dell’energia e del clima per il periodo dal 2020 al 2030» (2). I nuovi obiettivi, poi sostenuti dal Consiglio europeo nelle sue conclusioni dell’ottobre successivo, comprendono: una riduzione del 40 % delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990, una quota di almeno il 27 % di consumo di energie rinnovabili e un miglioramento dell’efficienza energetica anch’esso pari al 27 %. |
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2.5. |
Nel quadro per il 2030, la Commissione ha suggerito che «Affinché tutti i settori contribuiscano in modo efficiente in termini di costi agli sforzi di mitigazione, l’agricoltura, l’uso del suolo, i cambiamenti di uso del suolo e la silvicoltura dovrebbero essere inclusi nell’obiettivo di riduzione dei gas a effetto serra per il 2030». |
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2.6. |
Inoltre, il Consiglio europeo ha invitato la Commissione a «esaminare i modi migliori per incoraggiare l’intensificazione sostenibile della produzione alimentare, ottimizzando al contempo il contributo del settore alla mitigazione degli effetti dei gas a effetto serra e al loro sequestro, anche attraverso l’afforestazione» (3). |
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2.7. |
Alla fine del 2015, nel corso della 21a Conferenza delle parti (COP 21) della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), dovrebbe essere adottato a Parigi un accordo globalmente vincolante sulla protezione del clima. I paesi devono impegnarsi a misure di adattamento e di riduzione delle emissioni. |
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2.8. |
Inoltre, l’azione avviata dalla nuova Commissione europea nel contesto del programma REFIT (controllo dell’adeguatezza e dell’efficacia della regolamentazione) e il riesame delle politiche esistenti, che il CESE sostiene in via di principio, potrebbero essere una buona occasione per superare le contraddizioni e garantire la coerenza delle politiche ambientali, agricole e forestali dell’UE (in materia di acqua, aria e suolo), in particolare per i settori agricolo e forestale. È anche molto importante rispettare il principio di sussidiarietà, nonché la coerenza fra le politiche delle istituzioni nazionali e quelle degli enti regionali. |
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2.9. |
I diversi Stati membri presentano situazioni, condizioni e strategie diverse nei settori agricolo e forestale. Per questo, appare arduo trovare una soluzione valida per tutti. Tuttavia, il ruolo dell’UE dovrebbe essere promuovere e diffondere le migliori prassi nei settori agricolo e forestale tra gli Stati membri, nonché contribuire al rafforzamento delle capacità dei responsabili decisionali, delle comunità locali, dei proprietari dei terreni, delle imprese interessate e dei ricercatori. |
3. Effetti
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3.1. |
Nelle diverse regioni dell’UE, i cambiamenti climatici hanno effetti diversi sui settori agricolo e forestale, con conseguenze sia negative che positive. Anche se vi è incertezza circa le dimensioni di questi effetti nel futuro, un certo numero di cambiamenti significativi è già in corso: fra questi, modifica delle precipitazioni annuali e stagionali, eventi estremi, mutamenti nella disponibilità delle risorse idriche, parassiti e malattie, trasformazioni dei terreni. Tali cambiamenti influenzano a loro volta il volume e la qualità dei raccolti e la stabilità della produzione alimentare, interessando sia i settori agricolo e forestale che i consumatori. Ciò comporta anche maggiori rischi per le zone rurali, ad esempio un incremento del rischio di alluvioni e di danni alle infrastrutture. |
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3.2. |
Nel valutare come le emissioni causate dall’agricoltura e dalle attività LULUCF dovrebbero essere integrate nel quadro 2030, è importante sottolineare il ruolo dei settori agricolo e forestale in quanto ampia riserva di carbonio legata al terreno, nonché per il loro considerevole contributo alla riduzione della dipendenza dell’UE dalle importazioni di energia, in quanto forniscono bioenergia. L’agricoltura rappresenta il 10 % circa del totale delle emissioni di gas serra dell’UE a 28 e il 18 % delle emissioni nel settore non ETS disciplinato dalla decisione sulla condivisione dello sforzo. Tuttavia, occorre riconoscere che, dal 1990, l’agricoltura dell’UE ha registrato riduzioni di CO2 equivalente pari a circa il 18 %, contro una riduzione globale per l’UE pari al 17 % nello stesso periodo. Contemporaneamente, la produzione del settore agricolo è aumentata. |
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3.3. |
Gli obiettivi climatici rendono necessaria una forma di agricoltura che sia efficiente sotto il profilo delle risorse e della CO2. Al momento di determinare obiettivi efficienti in termini di costi per il settore, occorre considerare l’equivalente in CO2 per unità prodotta. Occorre inoltre tener conto del contesto globale, per evitare la rilocalizzazione delle capacità di produzione ad alto consumo di energia e ad elevato livello di emissioni verso altre parti del mondo, fenomeno che potrebbe persino causare un aumento delle emissioni totali riducendo allo stesso tempo la competitività dei settori agricolo e forestale dell’UE. |
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3.4. |
I settori agricolo e forestale dell’UE dipendono fortemente dai combustibili fossili, principalmente a causa dell’uso di fertilizzanti e di combustibile per le macchine. Le politiche future dell’UE e i programmi specifici di ricerca e innovazione, in sinergia con incentivi finanziari per gli agricoltori e i proprietari di foreste, dovrebbero:
Si dovrebbe inoltre promuovere un modello chiuso sostenibile di agricoltura e silvicoltura, al fine di stimolare la competitività di tali settori a livello mondiale. |
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3.5. |
Il CESE apprezza le misure ambientali introdotte dalla recente riforma della PAC, ma sottolinea le differenze di condizioni climatiche, tipi di aziende agricole e altre specificità, compresa la scarsa sensibilità riscontrabile negli Stati membri. Al momento di definire le misure future, occorre garantire flessibilità alle esigenze degli agricoltori. La protezione dell’ambiente, la produzione agricola e i processi di gestione delle foreste dovrebbero essere integrati in modo tale da rafforzare in modo sostenibile la capacità di produzione e da contribuire all’efficienza, alla produttività e all’innovazione. |
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3.6. |
Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), l’aumento della domanda mondiale di prodotti alimentari raggiungerà il 70 % entro il 2050, e la maggior parte di tale aumento sarà dovuta all’alto valore proteico dei prodotti di origine animale. Il settore agricolo dell’UE si concentra con decisione sull’incremento dell’efficienza nell’utilizzo delle risorse nelle aziende agricole, così da ridurre le emissioni per unità prodotta grazie all’adozione di pratiche sostenibili. Tali pratiche devono prevedere un livello elevato di benessere degli animali e l’UE dovrebbe anche insistere affinché tale livello sia riconosciuto a livello internazionale. Il CESE però osserva che, anche mettendo in campo notevoli sforzi e investimenti per ridurre le emissioni di metano dovute alla produzione di bestiame, l’aumento del numero di animali può ancora causare un aumento potenziale delle emissioni nette. |
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3.7. |
Per l’effetto dei cambiamenti climatici sui settori agricolo e forestale stanno cambiando anche le zone di produzione delle colture tradizionali. Il CESE osserva che sono necessari investimenti significativi in ricerca e sviluppo per ottenere le tecniche e le varietà vegetali (cultivar) migliori, più produttive, efficienti in termini di costi e sostenibili, tenendo conto dei cambiamenti climatici, delle specificità regionali e delle condizioni locali dei settori agricolo e forestale in Europa. Quest’obiettivo si può raggiungere grazie alle tecniche di allevamento e di selezione tradizionali; occorre inoltre dare la priorità alle varietà vegetali locali. La produttività dei terreni e l’intensificazione sostenibile sono elementi fondamentali per l’efficienza delle risorse. |
4. Opportunità
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4.1. |
Pur tenendo conto della necessità di affrontare sia le sfide attuali che quelle che si prospettano, il CESE chiede di trovare soluzioni intelligenti alle sfide già determinate dai cambiamenti climatici, ma riconosce altresì che gli ambiziosi obiettivi della politica climatica ed energetica per il periodo successivo al 2020 rappresentano un’opportunità per i settori agricolo e forestale dell’UE, che hanno un ruolo importante da svolgere nell’ambito del quadro strategico. Il CESE riconosce che questi sforzi devono essere congiunti e attivi, nonché coinvolgere la società civile, gli enti locali e regionali, gli Stati membri e il livello dell’UE. |
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4.2. |
Le misure che saranno attuate nei settori agricolo e forestale devono avere un effetto positivo a lungo termine sulle emissioni di gas serra e sugli assorbimenti di CO2, esaminato dal punto di vista dell’uso del suolo, in quanto molte delle misure di riduzione delle emissioni di gas serra del settore forestale potrebbero aumentare le emissioni a breve termine, avendo però un effetto positivo molto più forte nel lungo periodo. Concentrandosi sugli obiettivi per il 2020 e il 2030 ci si pone un limite temporale troppo breve per i sistemi biologici. |
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4.3. |
Il CESE osserva che l’agricoltura in Europa svolge un ruolo fondamentale, in particolare per quanto riguarda l’agricoltura a conduzione familiare, la sicurezza alimentare, l’occupazione rurale, l’inclusione sociale e lo sviluppo sostenibile nelle zone rurali. Per garantire tutto questo, le decisioni riguardanti l’ulteriore sviluppo del settore che coinvolgono la riduzione dei gas serra devono essere valutate in modo globale e completo, tenendo debitamente conto delle questioni nazionali. |
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4.4. |
Le foreste hanno un ruolo importante da svolgere nel mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, e occorre riconoscerne il carattere polivalente, che risponde a scopi di natura economica, ambientale e sociale. Il CESE incoraggia gli Stati membri a mettere a punto strategie forestali nazionali attive e ad aggiornare i programmi nazionali esistenti in campo forestale, tenendo conto dei principi e degli obiettivi della strategia forestale dell’UE. |
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4.5. |
Attualmente, le risorse forestali disponibili in Europa sul piano regionale superano i loro possibili usi. D’altro canto, vi è una crescente domanda di biomassa nell’UE. Occorre promuovere maggiormente l’afforestazione, per garantire un approvvigionamento sufficiente di energia a livello locale, per le esigenze delle industrie della filiera del legno e della bioeconomia in generale. In questo modo si incoraggerebbe anche l’utilizzo di residui e rifiuti come rami, scarti e legno di minor valore. Peraltro, occorre mettere l’accento su un uso più efficiente della biomassa, dando la priorità alla produzione di beni ad elevato valore e creando le condizioni per l’utilizzo di tali beni allo scopo di produrre energia alla fine del loro ciclo di vita. |
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4.6. |
Le misure di afforestazione, ove siano appropriate, hanno un impatto molto positivo, non solo in materia di riduzione delle emissioni di gas serra, ma anche per rafforzare la biodiversità e ridurre la scarsità di risorse idriche. Questo modo di sviluppo dovrebbe essere considerato anche nelle regioni con problemi di scarsità d’acqua, in quanto soluzione sostenibile per affrontare il problema sul piano sia economico che sociale. Si potrebbero ottenere benefici sociali supplementari attraverso le foreste urbane e gli alberi al di fuori di foreste, come ad esempio nelle zone limitrofe alle autostrade. |
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4.7. |
La creazione di biomassa prodotta in modo sostenibile dovrebbe avvenire nell’ambito di un quadro politico ben definito che rispetti i limiti di produzione e di uso, gli aspetti sociali e la biodiversità. È necessaria una leadership dell’UE per garantire l’ulteriore evoluzione della bioeconomia, in modo da apportare benefici sociali, economici e ambientali. |
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4.8. |
Le foreste e i prodotti del legno possono immagazzinare una maggiore quantità di CO2. Una gestione attiva delle foreste e un maggiore impiego dei prodotti del legno possono incrementare l’eliminazione e lo stoccaggio di CO2. Ci si possono aspettare ulteriori effetti di sostituzione nel momento in cui i prodotti del legno sostituiscono prodotti e materiali convenzionali. |
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4.9. |
Il CESE sottolinea la necessità di una gestione delle foreste attiva e sostenibile, basata sull’impiego efficiente delle risorse forestali e sulla rigenerazione delle foreste improntata alla produttività e alla sostenibilità. Inoltre, occorre pensare a misure efficaci, fondate scientificamente e mirate come il drenaggio, l’abbattimento a fini di rigenerazione, il diradamento, la dispersione delle ceneri e la fertilizzazione dei terreni degradati, in quanto aumentano la resa e il potenziale di assorbimento di CO2 delle foreste. |
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4.10. |
Vi sono vaste aree forestali produttive in cui l’utilizzo della biomassa e un ulteriore aumento del potenziale di assorbimento di CO2 sono limitati dall’accessibilità economica dei terreni. È importante investire per sviluppare le infrastrutture e le tecnologie forestali e rendere tali risorse accessibili. Ciò potrebbe essere realizzato utilizzando i fondi dell’UE a sostegno degli obiettivi di coesione. |
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4.11. |
Nella maggior parte degli Stati membri dell’UE vi sono vaste aree lasciate inattive, come ex pascoli non idonei ai cereali o a produzioni simili, nonché terreni agricoli oggetto di sfruttamento estensivo a causa di infrastrutture deteriorate e di una mancanza di investimenti per i sistemi di drenaggio o altri problemi ambientali. Queste aree potrebbero, con il sostegno delle attività di ricerca e innovazione, essere restituite alla produzione dell’agricoltura tradizionale, oppure destinate alle colture bioenergetiche e all’afforestazione. |
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4.12. |
L’uso di biomassa prodotta in modo sostenibile per l’energia è un fattore importante che contribuisce agli obiettivi di indipendenza energetica dell’UE nell’ambito della politica energetica complessiva. Esso avrà anche un effetto molto positivo sulla bilancia commerciale globale, dal momento che comporta la possibilità di utilizzare la biomassa locale invece di pagare i paesi terzi per l’importazione di combustibili fossili. |
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4.13. |
Il CESE chiede un maggiore sostegno per la ricerca e l’innovazione nel settore forestale al fine di individuare e mettere a disposizione tecniche e metodi di gestione forestale sostenibili, che tengano conto delle sfide derivanti dai cambiamenti climatici, delle differenze ambientali tra le regioni europee e delle pressioni economiche che il settore deve affrontare per cercare di mantenere o di aumentare la sua competitività. |
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4.14. |
I progetti di ricerca e innovazione nel campo della bioenergia contribuiscono ad assicurare che l’intera catena di produzione risulti efficace sotto il profilo dei costi, sostenibile ed economicamente redditizia senza la necessità di dipendere in futuro da sovvenzioni europee o nazionali per la bioenergia. Al fine di garantire condizioni eque occorre eliminare i sussidi, nonché altre forme di sostegno non economico, alle energie fossili. |
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4.15. |
Il CESE si compiace dell’approccio intersettoriale adottato dalla Commissione a sostegno della bioeconomia in generale e chiede una maggiore cooperazione tra le direzioni generali (DG) della Commissione per la promozione della produzione sostenibile di biomassa. |
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4.16. |
Il Comitato sottolinea che il ricorso alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) e i programmi della Commissione attualmente in vigore nei settori agricolo e forestale, come ad esempio Galileo, contribuiscono a migliorare le tecniche sostenibili di produzione di materie prime nell’UE. Il CESE chiede che si realizzino ulteriori attività di ricerca e sviluppo in questo settore. |
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4.17. |
La Commissione europea ha un ruolo importante di promozione e incoraggiamento di un approccio coerente tra le autorità competenti negli Stati membri, per la corretta realizzazione dei programmi a livello nazionale. |
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4.18. |
Il CESE ha preso atto che, nell’ambito del Settimo programma quadro di ricerca (7o PQ) dell’UE, sono stati resi disponibili oltre 220 milioni di euro per finanziare progetti nel settore dell’agricoltura sostenibile e della silvicoltura. Il Comitato chiede ora un livello di ambizione ancor maggiore per il programma quadro di ricerca e innovazione Orizzonte 2020. Sottolinea altresì che il successo finale della ricerca dipenderà da un’adeguata divulgazione dei risultati dei progetti di ricerca presso gli utilizzatori finali nei settori agricolo e forestale. |
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4.19. |
Il Comitato osserva che la maggior parte dell’uso sostenibile della biomassa è di tipo locale Riconosce tuttavia che il mercato attuale della bioenergia è internazionale Occorre riconoscere la situazione specifica dei paesi con una sovrapproduzione di biomassa, dal momento che la produzione di biomassa comporta emissioni provenienti dal settore LULUCF dei paesi esportatori e una riduzione delle emissioni nel settore energetico dei paesi importatori. Nel decidere in merito agli obiettivi dell’UE concernenti le emissioni provenienti dal settore LULUCF, è necessario dotarsi di strumenti specifici di compensazione per i paesi esportatori. |
5. Aspetti sociali
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5.1. |
Lo sviluppo delle zone rurali nell’Unione europea dipende fortemente dalla sostenibilità dei settori agricolo e forestale. Il CESE sottolinea che un maggiore ricorso alla biomassa sostenibile e all’intensificazione sostenibile dell’agricoltura, in particolare per quanto riguarda l’allevamento, dovrebbe avere un impatto primario molto positivo sulle comunità rurali in termini di creazione di nuovi posti di lavoro e generazione di reddito. |
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5.2. |
Il CESE sottolinea che l’ulteriore lavorazione della biomassa grezza e dei prodotti agricoli grezzi per creare prodotti di elevato valore dovrebbe essere promossa anche a livello locale, in quanto ha un impatto secondario molto positivo su occupazione e creazione di reddito nelle zone rurali. Il Comitato si congratula con la Commissione per il lavoro fin qui svolto in tema di ricerca e innovazione per trovare modi nuovi di ricavare maggiori benefici dalla biomassa e dai prodotti agricoli. Il CESE invita a varare un programma di investimenti ancora più ambizioso che conferisca all’UE la leadership mondiale in questo settore. |
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5.3. |
Il CESE osserva che la produzione di energia solare ed eolica offre opportunità nuove e sostenibili per le aree rurali. I costi di tali sistemi continuano a calare e la loro efficienza aumenta ma, al fine di incoraggiare tali mezzi di produzione di energia nelle zone rurali, gli agricoltori e le comunità rurali devono essere incentivati. I sistemi decentrati permettono ai singoli e alle comunità di condividere i costi e i benefici delle energie rinnovabili e di individuare le opportunità per una migliore corrispondenza tra offerta e domanda. |
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5.4. |
Le entrate aggiuntive dovute all’intensificazione sostenibile dell’agricoltura, all’ulteriore lavorazione delle materie prime, alla produzione di biomassa e alla sua successiva trasformazione nonché alla produzione di energia rinnovabile potrebbero fornire un buon reddito supplementare stabile per gli agricoltori, i proprietari di foreste e le comunità rurali. Esse inoltre possono incoraggiare ulteriori investimenti pubblici o privati nelle infrastrutture delle zone rurali, o anche rappresentare la fonte di tali investimenti. |
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5.5. |
Il CESE sottolinea che un ulteriore sviluppo della bioeconomia in generale potrebbe offrire opportunità occupazionali di qualità e pertanto incentivare le persone a rimanere nelle zone rurali o a trasferirvisi, risolvendo così il problema dello spopolamento di queste aree, che è una delle principali sfide per l’UE. |
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5.6. |
La coesione territoriale e sociale dovrebbe essere l’obiettivo fondamentale di tutte le politiche dell’UE, e tutte le misure, comprese quelle derivanti dal quadro dell’UE per le politiche dell’energia e del clima, dovrebbero contribuirvi. |
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5.7. |
La biodiversità rischia di essere profondamente colpita dagli effetti diretti e indiretti dei cambiamenti climatici. Tuttavia, la biodiversità ha anche un ruolo importante nella mitigazione dei cambiamenti climatici e nel relativo adattamento. Il CESE sottolinea l’importanza delle aree naturali e dei parchi naturali protetti ai fini del miglioramento della biodiversità e mette in rilievo il ruolo degli attuali strumenti di protezione ambientale, come LIFE e Natura 2000 Tali aree svolgono un ruolo importante per i settori agricolo e forestale e recano notevoli benefici sociali. |
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5.8. |
Il CESE osserva che molti proprietari di foreste in Europa non riescono a gestire le loro foreste in modo adeguato a causa di una mancanza di conoscenze o di risorse e sottolinea che la cooperazione potrebbe consentire una gestione migliore e più efficace di questi terreni. |
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5.9. |
Garantire agli agricoltori e ai proprietari di foreste istruzione e assistenza tecnica dovrebbe essere un fine prioritario per le istituzioni sia europee che nazionali. L’innovazione e i modelli sostenibili in materia di agricoltura e silvicoltura sostenibile derivanti dai progetti di ricerca e sviluppo finanziati dall’UE dovrebbero essere ampiamente promossi dai centri di competenza nazionali e dagli organi consultivi. |
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5.10. |
Occorrerebbero inoltre strumenti di attuazione semplici per il calcolo delle emissioni di gas serra nei settori agricolo e forestale. Tali strumenti dovrebbero essere basati su conoscenze e ipotesi scientifiche. I requisiti del quadro dell’UE per le politiche dell’energia e del clima all’orizzonte 2030 non dovrebbero portare a una regolamentazione eccessiva del settore agricolo e forestale, né ad oneri inutili per gli agricoltori o i proprietari di foreste, nel rispetto del principio per cui gli uni e gli altri devono già svolgere il proprio lavoro quotidiano e non possono dedicare molte risorse alle attività amministrative. |
Bruxelles, 22 aprile 2015
Il presidente del Comitato economico e sociale europeo
Henri MALOSSE
(1) Direttive 2009/28/CE, 2009/29/CE e 2009/31/CE, nonché decisione n. 406/2009/CE.
(2) COM(2014) 15 final.
(3) EUCO 169/14, punto 2.14, pag. 5.