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Document 52014IR4896

    Parere del Comitato delle regioni — Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale

    GU C 19 del 21.1.2015, p. 9–14 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    21.1.2015   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 19/9


    Parere del Comitato delle regioni — Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale

    (2015/C 019/03)

    Relatore

    Nicola Zingaretti (IT/PSE), presidente della regione Lazio

    Testo di riferimento

    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale: investimenti a favore della crescita e della creazione di posti di lavoro

    COM(2014) 473 final

    IL COMITATO DELLE REGIONI

    I.   OSSERVAZIONI GENERALI

    Una politica centrale per un’Europa «nella» globalizzazione…

    1.

    considera la politica di coesione una tra quelle maggiormente caratterizzanti il modello europeo e la più adatta, per il suo potenziale riformista delle economie e delle amministrazioni e per la sua influenza capillare e multilivello, a contribuire ad un assetto capace di permettere all’Unione e ai suoi territori di rispondere alle grandi sfide del nostro tempo, dalla globalizzazione al cambiamento climatico, dall’approvvigionamento energetico allo sviluppo sostenibile;

    ... che ha mostrato la sua rilevanza nella crisi…

    2.

    sottolinea come, durante la crisi economica, la politica di coesione abbia mostrato il suo contributo al mantenimento del livello di investimenti pubblici in diversi Stati membri, dal punto di vista sia della loro quantità sia della loro qualità, grazie a meccanismi di selezione che ne assicurano la coerenza con le strategie europee;

    … aiutando i territori ad affrontarla…

    3.

    considera che gli enti territoriali siano in molti casi i principali responsabili amministrativi della spesa pubblica per gli investimenti, e che la politica di coesione, strumento essenziale per il loro protagonismo europeo, debba accrescerne la capacità di offrire servizi di qualità alla cittadinanza;

    … e che va continuamente adeguata per affrontare le nuove sfide.

    4.

    considera che le conseguenze della crisi finanziaria ed economica sulle finanze pubbliche in tutta Europa accrescano l’esigenza di un rilancio degli investimenti pubblici e privati sostenibili e di un’accresciuta attenzione ai processi di spesa per assicurarne efficienza, regolarità e speditezza;

    5.

    insiste sulla necessità di articolare meglio la politica di coesione e la strategia Europa 2020, la cui revisione intermedia sarà avviata nel 2015. In concreto, tale articolazione potrebbe tradursi nell’integrazione, nell’analisi annuale della crescita presentata ogni settembre in apertura del semestre europeo, di un capitolo dedicato alla coesione economica, sociale e territoriale che sostituisca le relazioni intermedie sulla coesione pubblicate in passato fra una relazione sulla coesione e l’altra;

    6.

    ritiene che il ruolo della politica di coesione sia centrale in un momento in cui l’equilibrio fra le misure di austerità e di crescita e la definizione di un nuovo modello di sviluppo che risponda alle pressioni della globalizzazione sono questioni cruciali dell’agenda europea. È in questo contesto — ed in una prospettiva di pressione sulle finanze pubbliche — che l’intervento europeo deve continuare a sostenere la crescita, indirizzare gli interventi verso finalità strategiche per i singoli territori e per l’economia europea, costruire un sistema amministrativo efficace per affrontare le sfide della globalizzazione. A tal fine — proprio per l’avvio del periodo di programmazione 2014-2020 — considera utile una riflessione sulle modalità per assicurare alla politica di coesione il massimo ruolo, sfruttare le sinergie con altri strumenti e migliorare la sua conoscenza tra la cittadinanza europea;

    7.

    accoglie con favore la Sesta relazione, ritenendola un importante strumento di informazione sull’andamento della politica di coesione, i suoi risultati e le sue difficoltà operative, le problematiche che essa è chiamata ad affrontare nei prossimi anni e le possibilità aperte da un suo efficace utilizzo.

    II.   PREREQUISITI PER UNA POLITICA DI COESIONE PIÙ EFFICIENTE

    Una buona governance — europea e nazionale — come precondizione…

    8.

    sottolinea che un adeguato funzionamento della governance multilivello, con un assetto efficace nel rispondere alle richieste di cittadini e imprese e un sistema di appalti pubblici trasparente e innovativo, sia cruciale per migliorare l’impatto della politica di coesione. A tal fine il Comitato, in linea con la Sesta relazione, raccomanda l’utilizzo delle risorse e delle conoscenze messe a disposizione dalla politica di coesione per un deciso rafforzamento della capacità amministrativa, anche attraverso il più ampio ricorso alle nuove tecnologie e puntando sullo snellimento burocratico;

    9.

    ritiene che, per migliorare la qualità della spesa pubblica, oltre ai profili di efficacia nell’allocazione delle risorse, siano considerate differenze territoriali e specifiche caratteristiche che possono costituire ostacolo alla crescita, ne siano analizzati gli effetti sugli interventi e si cerchino di adattare questi ultimi al fine di aumentare l’impatto della politica di coesione (1);

    10.

    sottolinea che, considerata la specifica vulnerabilità di molte economie nell’attuale situazione di crisi, le politiche pubbliche debbano concentrarsi sulla capacità di risposta rapida ed efficace agli shock economici. Il Comitato ritiene che i fondi strutturali, pensati per l’adeguamento strutturale ed economico a lungo termine, debbano essere accompagnati da misure di stimolo a breve;

    11.

    sottolinea, come indicato nella Sesta relazione, che lo sviluppo di nuova imprenditorialità dipenda in parte dalla facilità di fare impresa e che tale aspetto vari considerevolmente all’interno degli Stati membri. Sul punto il Comitato considera necessaria un’azione ulteriore per la semplificazione di norme e strumenti, la riduzione di oneri amministrativi, un miglioramento delle condizioni quadro per gli investimenti e la promozione delle capacità imprenditoriali nell’ambito dell’istruzione e della formazione.

    … per una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile

    12.

    condivide l’importanza di una crescita «intelligente» come opportunità per promuovere economie regionali più competitive e meno vulnerabili a shock esterni. Il Comitato incoraggia, perciò, le regioni e le città a sviluppare in maniera organica e continuativa iniziative per stimolare l’imprenditorialità nei settori innovativi e concentrare i propri investimenti verso settori «del futuro» quali l’industria agroalimentare (tecnologie agricole, veterinaria e tecnologia alimentare), l’economia verde, industrie creative, le iniziative e-Health, il turismo e i servizi sociali, la c.d. silver economy. A tal fine il Comitato invita la Commissione a sostenere le amministrazioni regionali affinché le Smart specialisation strategies da esse elaborate ai sensi della disciplina UE siano attuate con efficacia a livello regionale;

    13.

    ritiene che i cambiamenti legati all’economia globalizzata abbiano effetti sul lavoro di enorme portata, che debbono focalizzare l’attenzione sulla modernizzazione del mercato del lavoro per aiutare i cittadini nella ricerca di un’occupazione e su una formazione orientata a creare le competenze richieste dalle nuove sfide dell’economia. Il Comitato evidenzia in questo senso il ruolo centrale del Fondo sociale europeo (in seguito anche il FSE) per sostenere politiche attive e, in particolare, quelle dirette a migliorare le conoscenze dei lavoratori e il loro adattamento ai cambiamenti sociali, tecnologici e culturali;

    14.

    sottolinea che la politica di coesione destina una quota dei propri finanziamenti al sostegno di iniziative nel campo della formazione e dell’istruzione, e ricorda che uno degli effetti della crisi è stato il notevole aumento della disoccupazione giovanile. Il Comitato sottolinea il ruolo chiave che gli enti regionali e locali svolgono in quest’ambito, e considera necessario il rafforzamento dei raccordi tra l’Iniziativa per l’occupazione giovanile (2) e le attività finanziate dal FSE, con specifico riguardo a Garanzia Giovani e gli strumenti di accesso al lavoro;

    15.

    considera che, alla luce dell’aumento della povertà e dell’esclusione sociale registrato nelle società europee, le politiche pubbliche debbano rafforzare gli strumenti a favore degli indigenti, anche attraverso il ricorso ad iniziative di livello europeo e l’utilizzo delle risorse della coesione;

    16.

    concorda sul fatto che l’Agenda urbana occupi un posto di elezione nell’analisi della Sesta relazione sulla coesione, alla luce dell’importanza del fenomeno metropolitano nell’economia globalizzata e dei possibili impatti in termini di sostenibilità, ma deplora che non sia dedicato un rilievo maggiore al tema degli ampissimi divari di sviluppo tra le zone rurali e quelle urbane; riafferma quindi l’esigenza di promuovere una crescita geograficamente bilanciata e policentrica tra i diversi territori anche attraverso un’azione che affronti con decisione la questione del divario digitale e una politica dei trasporti sostenibile fondata su una strategia differenziata a seconda delle specificità territoriali;

    17.

    ricorda l’importanza di una crescita che crei nuove opportunità economiche attraverso lo sviluppo di energie pulite ed efficienti. Il Comitato valuta positivamente il fatto che gli enti locali abbiano, negli ultimi anni, aumentato gli investimenti pubblici nel settore ambientale, e rileva l’impegno delle città e delle regioni europee per una transizione verso una crescita più verde. In quest’ambito, il Comitato richiede il rafforzamento del Patto dei sindaci per aumentare e qualificare l’impegno delle amministrazioni territoriali nella lotta al cambiamento climatico;

    18.

    reputa che anche in futuro la politica di coesione dell’UE, perseguendo l’obiettivo della coesione economica, sociale e territoriale, darà un notevole contributo all’attuazione degli obiettivi della strategia Europa 2020. Grazie al più forte collegamento con gli obiettivi di crescita e convergenza, tale politica sosterrà la riduzione degli squilibri nell’UE in relazione al conseguimento degli obiettivi fondamentali della strategia, contribuendo così a realizzare in modo durevole, e nell’intera Europa, un maggiore benessere. Questo potenziale va sfruttato in maniera coerente grazie all’approccio di partenariato della politica di coesione, affrontando concretamente le condizioni e le potenzialità dei singoli territori mediante strategie su base regionale.

    III.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    Aumentare le risorse per la crescita e il riequilibrio territoriale…

    19.

    rinnova la sua richiesta di non prendere in considerazione, tra le spese strutturali, pubbliche o assimilate definite nel Patto di stabilità e di crescita, le spese pubbliche sostenute dagli Stati membri e dagli enti regionali e locali a titolo di cofinanziamento dei fondi strutturali e di investimento. Tale passaggio, infatti, avrebbe l’effetto di liberare risorse per investimenti selezionati sulla base di criteri di interesse europeo e di velocizzare i processi di spesa;

    20.

    sottolinea, come indicato nella Sesta relazione, che gli orientamenti per lo sviluppo della Rete transeuropea di trasporto fissano l’obiettivo di avere in funzione un’autentica rete multimodale su scala dell’UE — comprendente le linee ferroviarie — attraverso la creazione di una nuova infrastruttura e il miglioramento di quella esistente. Al riguardo, il Comitato ritiene necessario disporre di mezzi di trasporto sostenibili, competitivi, efficienti sotto il profilo energetico e più ecocompatibili, nonché favorire l’intermodalità, l’utilizzo complementare dei differenti modi di trasporto e progetti infrastrutturali nelle zone meno sviluppate, in quelle che risentono di barriere geografiche nel mercato interno (come le zone periferiche e quelle di montagna) e in quelle che presentano problemi di coesione territoriale;

    21.

    per aumentare e qualificare il volume degli investimenti destinato alla crescita, auspica il miglioramento delle sinergie tra gli strumenti di bilancio dei diversi livelli di governo nazionali e gli strumenti finanziari dell’UE. In questo contesto, il Comitato ritiene prioritario l’approfondirsi della riflessione sul ruolo della Banca europea per gli investimenti (BEI) e del Fondo europeo per gli investimenti per giungere ad un ampliamento del loro mandato e ad un loro rafforzamento patrimoniale. Il Comitato segnala come l’avvio del periodo di programmazione potrebbe essere adatto a definire finanziamenti della BEI specificamente dedicati allo sviluppo regionale, con durate e condizioni disegnate per le esigenze delle amministrazioni di spesa. Oltre a questo, va esplorata la possibilità di assicurare alla BEI un ruolo di vigilanza su determinati investimenti promossi dalle amministrazioni territoriali. L’istituzione finanziaria dell’Unione, in particolare, potrebbe valutarne la qualità e la coerenza rispetto alle grandi scelte strategiche europee, anche al fine di ottenere un trattamento privilegiato dei prestiti necessari alla loro realizzazione ai fini del Patto di Stabilità.

    … nel quadro di compatibilità europee che bilancino austerità e coesione…

    22.

    ribadisce la sua preoccupazione quanto al rischio che, per il tramite della condizionalità macroeconomica, l’efficacia e l’effetto utile dei fondi strutturali e di investimento siano compromessi dalle politiche macroeconomiche degli Stati membri;

    23.

    chiede alla Commissione di valutare in che misura i requisiti in materia di condizionalità ex ante hanno contribuito ai notevoli ritardi nella conclusione degli accordi di partenariato e dei programmi operativi;

    24.

    segnala che gli indicatori usati nel quadro della procedura per gli squilibri macroeconomici introdotti nel c.d. pacchetto legislativo «Six-pack» hanno esclusivo carattere economico. Il Comitato chiede che, ai fini degli obiettivi fondamentali della strategia Europa 2020, si tenga conto anche degli indicatori sociali, ambientali e territoriali nel quadro di valutazione usato dalla Commissione per decidere l’adozione di una raccomandazione preventiva verso uno Stato membro o, nei casi più gravi, per l’avvio della procedura per gli squilibri macroeconomici. Il Comitato considera che lo stretto raccordo tra gli obiettivi finanziari e fiscali e la politica di coesione potrebbe indebolire l’attuazione delle misure di coesione territoriale;

    25.

    esorta a rispettare meglio le disposizioni dell’articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) sulla coesione territoriale, in particolare nelle zone rurali, nelle zone interessate da transizione industriale e nelle regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici, quali le regioni più settentrionali con una bassa densità demografica e le regioni insulari, transfrontaliere e di montagna. Occorre tener conto anche di altre sfide demografiche che influiscono considerevolmente sulle regioni, come lo spopolamento, l’invecchiamento demografico e una popolazione estremamente dispersa. Il Comitato delle regioni chiede alla Commissione di prestare un’attenzione particolare alle zone più svantaggiate dal punto di vista geografico e demografico nell’attuazione della politica di coesione;

    26.

    sottolinea il sostegno essenziale della politica di coesione, quale fattore di crescita e di cambiamento, alle regioni meno sviluppate che hanno bisogno di un appoggio costante nel lungo termine;

    27.

    chiede inoltre una maggiore attenzione alle specificità e ai vincoli delle regioni ultraperiferiche (RUP) identificati all’articolo 349 del TFUE, nel quadro della definizione e attuazione della politica di coesione.

    … grazie ad una politica che parta veramente dal territorio…

    28.

    considera che, anche alla luce delle differenziazioni emerse per quel che concerne il grado di innovazione, la dimensione territoriale vada pienamente considerata nella definizione e nella messa in atto della strategia Europa 2020. A questo scopo, ritiene che l’attribuzione di un ruolo più importante agli enti locali e regionali ne aumenterebbe il livello di responsabilità, favorendo una presa di decisioni più efficace relativamente agli investimenti prioritari, e suggerisce la creazione di indicatori regionali per il monitoraggio dei progressi ottenuti;

    29.

    si rammarica del fatto che la Sesta relazione sulla politica di coesione non contenga una esplicita valutazione dell’impatto territoriale delle politiche settoriali europee sulla politica di coesione. Il Comitato, considerata l’interdipendenza esistente tra la politica di coesione e le altre politiche settoriali, propone alla Commissione di includere nella relazione un capitolo specifico su tale aspetto, così come avveniva in passato e in linea con quanto precisato dal TFUE, allorché sancisce l’obbligo delle politiche europee di promuovere la coesione in Europa;

    30.

    rammenta l’importanza dell’adozione di strumenti di valutazione dell’impatto territoriale delle politiche, il cui principale obiettivo è esaminare gli impatti territoriali delle politiche europee sugli enti locali e regionali e di aumentare la visibilità di tali impatti nel processo legislativo;

    31.

    auspica, pertanto, l’individuazione di un asse territoriale prioritario all’interno dei programmi operativi, integrando le tematiche legate alla strategia Europa 2020, affinché la coesione territoriale possa assicurare un assetto del territorio equilibrato e capace di garantire l’interdipendenza tra le regioni;

    32.

    richiamando il proprio lavoro sul tema Al di là del PIL, rammenta alla Commissione europea la necessità di guardare alle sfide regionali in maniera più acuta (ad esempio valutando i modi in cui si potrebbe utilizzare il FESR per sostenere progetti nel campo delle TIC e della banda larga); considera che basarsi sul PIL delle singole regioni abbia una serie di inconvenienti che compromettono la credibilità della politica di coesione, in particolare ai fini della classificazione delle regioni stesse e dell’allocazione delle risorse dei fondi SIE.

    … con una forte attenzione all’efficacia amministrativa ed alla valutazione dei risultati...

    33.

    incoraggia, per assicurare un’attuazione rapida dei programmi, l’adozione di azioni per la semplificazione e la razionalizzazione delle procedure di accesso ai finanziamenti europei, nonché della gestione degli interventi e dei meccanismi di controllo, per ottenere una maggiore efficienza;

    34.

    esorta le autorità responsabili a compiere uno sforzo speciale nel rendere omogenee e nel recepire correttamente le norme basilari di carattere orizzontale su cui poggia la gestione delle risorse della politica di coesione, specialmente quelle relative alle procedure di aggiudicazione degli appalti (3);

    35.

    ritiene che la Commissione debba evitare che l’eccessiva quantità di adempimenti burocratici costituisca un fattore di freno all’efficacia degli interventi. Si invita la Commissione a rivedere la prassi che impone sui programmi operativi più efficienti i medesimi oneri burocratici applicati ai programmi caratterizzati da alte percentuali d’errori o di frode. Peraltro, il Comitato delle regioni invita la Commissione europea ad adottare le misure necessarie per giungere ad un’approvazione spedita dei programmi operativi così da avviare il nuovo periodo di programmazione nei tempi più rapidi;

    36.

    condivide, come sottolinea la relazione, la necessità di concentrare i fondi strutturali e di investimento su un numero ristretto di obiettivi al fine di massimizzarne gli effetti sul territorio. Il Comitato esprime tuttavia la propria preoccupazione relativamente alla mancanza di flessibilità nella scelta degli obiettivi tematici, che vanno invece definiti sulla base delle specificità e dei bisogni dei diversi territori;

    37.

    è preoccupato per l’affievolirsi del principio di addizionalità per il periodo 2014-2020, per il quale la relativa verifica è richiesta solo in 14 Stati membri, ed invita la Commissione a valutare l’applicazione di tale principio in tutta l’UE, onde evitare che i fondi SIE siano usati per sostituire gli investimenti degli Stati membri;

    38.

    non condivide la creazione di una riserva di efficacia ed efficienza comunitaria a livello nazionale, ritenendo che tale meccanismo possa portare alla definizione di obiettivi con risultati modesti e facilmente raggiungibili. Il Comitato considera che una delle maggiori sfide riguardante il performance framework sia quella di formulare obiettivi quantificati e indicatori ambiziosi e al tempo stesso realizzabili;

    39.

    ricorda che gli investimenti pubblici e privati si sono ridotti nel corso degli ultimi anni, raggiungendo punte negative in alcuni Stati. Ristrettezze dei bilanci e tagli alle spese hanno compromesso gravemente gli investimenti nei settori capaci di stimolare la crescita economica. A tale proposito, il Comitato richiede alla Commissione europea di valutare con attenzione, tenendo in conto le eventuali ripercussioni sul piano dell’occupazione e della crescita, i casi in cui saranno applicate rettifiche finanziarie o sospensione dei pagamenti;

    40.

    chiede alla Commissione e agli Stati membri di accelerare i negoziati e le procedure di approvazione degli accordi di partenariato e dei programmi operativi, sottolinea l’importanza delle risorse dei fondi SIE per l’attività di investimento negli enti locali e regionali, ed esorta quindi la Commissione e gli Stati membri a cooperare strettamente e fattivamente per garantire la qualità delle procedure e limitare gli effetti negativi di ulteriori ritardi all’inizio del nuovo periodo di finanziamento;

    41.

    invita la Commissione a definire forme di assistenza amministrativa su temi qualificanti quali la determinazione degli obiettivi degli interventi, la valutazione dei loro risultati misurata da opportuni indicatori e la definizione delle azioni conseguenti.Si tratta di assicurare un’attuazione omogenea di queste attività tra le diverse amministrazioni interessate e contribuire all’affermarsi a livello europeo di una cultura amministrativa fondata sul monitoraggio dell’attività condotta e la sua valutazione. Sullo stesso piano, il Comitato considera rilevante assicurare assistenza alle amministrazioni territoriali per le iniziative di c.d. ingegneria finanziaria, cruciali per moltiplicare le risorse e gli investimenti, e sul tema degli appalti pubblici, che dovranno sempre più configurarsi come uno strumento della pubblica amministrazione per fornire stimolo all’innovazione e alla creatività.

    … una partecipazione degli attori coinvolti e dei cittadini più profonda…

    42.

    è convinto che il Codice di condotta per il partenariato rafforzi, nel metodo e nel merito, la partecipazione all’attività di programmazione sui territori e sia fondamentale per ampliare gli effetti della politica di coesione e radicarne l’impatto. Il Comitato sollecita la Commissione europea a controllare le modalità di attuazione del Codice nei singoli ordinamenti per assicurare una partecipazione ampia e trasparente degli stakeholders locali, considerato che, senza un loro pieno coinvolgimento nella preparazione dei documenti di programmazione, la loro partecipazione sarà meno efficace nella fase di attuazione, in particolare per quel che si riferisce agli strumenti che presuppongono una programmazione partecipata dai vari livelli di governo;

    43.

    in un momento in cui, per la piena legittimazione della politica e l’approfondirsi della costruzione europea, i cittadini vanno sensibilizzati ed informati sui risultati dei progetti finanziati dai fondi strutturali e sugli effetti delle politiche unionali sul loro territorio, il Comitato segnala l’assenza, nella Sesta relazione, di specifica attenzione ai profili di comunicazione ed informazione. Su questo punto, per massimizzare la diffusione della conoscenza della politica di coesione tra la cittadinanza, il Comitato chiede alla Commissione europea e agli Stati membri un più ampio coinvolgimento degli enti locali e regionali nelle campagne di comunicazione. In parallelo — anche con pieno ricorso a strumenti informatici — il Comitato sostiene la necessità di dare effettività alle disposizioni che prescrivono la trasparenza delle allocazioni effettuate e dei risultati attesi dagli interventi e di potenziare l’utilizzo delle informazioni raccolte (Open Data) per le finalità ritenute più utili ed efficaci per la cittadinanza.

    … un’interazione sempre più profonda tra gli amministrazioni dei diversi Stati membri e verso i paesi vicini...

    44.

    dato che la Cooperazione territoriale europea costituisce, dal periodo di programmazione 2007-2013, un obiettivo a pieno titolo della politica di coesione, reputa che la relazione sulla coesione le accordi un’attenzione insufficiente. È in primo luogo l’aspetto di tale politica relativo alla cooperazione transfrontaliera che incide sulla coesione delle regioni transfrontaliere. Il Comitato propone dunque che, in futuro, detta relazione comprenda anche una valutazione della coesione delle regioni transfrontaliere in Europa, contenente un’analisi dei loro problemi principali nonché una valutazione dell’impatto dei programmi operativi di cooperazione transfrontaliera. Bisognerebbe accordare una maggiore attenzione a questo strumento, segnatamente in quanto promuove collaborazioni e scambi di esperienze tra amministrazioni dei diversi Stati membri e punta ad un sistema amministrativo sempre più ispirato a valori e modalità operative condivisi;

    45.

    si rammarica che il ruolo essenziale della politica di coesione nel sostegno delle strategie macroregionali non venga sviluppato ulteriormente nella Sesta relazione sulla coesione;

    46.

    fa appello ad un più stretto coordinamento tra la politica di coesione e la politica di vicinato dell’Unione europea e ad una migliore valutazione e diffusione dei risultati dei progetti.

    … ed un «peso» politico maggiore nel dibattito europeo...

    47.

    raccomanda la creazione di un «Consiglio per la politica di coesione» composto dai ministri del livello di governo competente negli Stati membri che sono incaricati della politica di coesione. Il Comitato ritiene, infatti, che questo possa dare una maggiore visibilità e garantire un dibattito politico continuo sulla coesione. A tale proposito, il Comitato dichiara la propria disponibilità a partecipare attivamente alle discussioni politiche sulla creazione di tale struttura al fine di assicurarvi la piena considerazione del punto di vista degli enti locali e regionali (4).

    Bruxelles, 3 dicembre 2014.

    Il presidente del Comitato delle regioni

    Michel LEBRUN


    (1)  CDR_3609-2013_00_00_TRA_AC.

    (2)  CDR_00789-2013_00_00_TRA_AC.

    (3)  CDR_3609-2013_00_00_TRA_AC

    (4)  CDR_2233-2012_00_00_TRA_RES (relatore: Marek Wozniak (PL/PPE)].


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