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Dokument 52012AE0806
Opinion of the European Economic and Social Committee on the ‘Proposal for a Regulation of the European Parliament and of the Council establishing Horizon 2020 — the Framework Programme for Research and Innovation (2014-2020)’ COM(2011) 809 final — 2011/0401 (COD) ‘Proposal for a Regulation of the European Parliament and of the Council laying down the rules for the participation and dissemination in Horizon 2020 — the Framework Programme for Research and Innovation (2014-2020)’ COM(2011) 810 final — 2011/0399 (COD) ‘Proposal for a Council Decision establishing the Specific Programme Implementing Horizon 2020 — the Framework Programme for Research and Innovation (2014-2020)’ COM(2011) 811 final — 2011/0402 (CNS) ‘Proposal for a Council Regulation on the Research and Training Programme of the European Atomic Energy Community (2014-2018) complementing Horizon 2020 — the Framework Programme for Research and Innovation’ COM(2011) 812 final — 2011/0400 (NLE)
Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il programma quadro di ricerca e innovazione (2014-2020) — «Orizzonte 2020» — COM(2011) 809 definitivo — 2011/0401 (COD), alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce le regole di partecipazione e di diffusione nell’ambito del programma quadro di ricerca e di innovazione «Orizzonte 2020» (2014-2020) — COM(2011) 810 definitivo — 2011/0399 (COD), alla proposta di decisione del Consiglio che stabilisce il programma specifico recante attuazione del programma quadro di ricerca e innovazione (2014-2020) — «Orizzonte 2020» — COM(2011) 811 definitivo — 2011/0402 (CNS) e alla proposta di regolamento del Consiglio sul programma di ricerca e formazione della Comunità europea dell’energia atomica (2014-2018) che integra il programma quadro di ricerca e innovazione «Orizzonte 2020» — COM(2011) 812 definitivo — 2011/0400 (NLE)
Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il programma quadro di ricerca e innovazione (2014-2020) — «Orizzonte 2020» — COM(2011) 809 definitivo — 2011/0401 (COD), alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce le regole di partecipazione e di diffusione nell’ambito del programma quadro di ricerca e di innovazione «Orizzonte 2020» (2014-2020) — COM(2011) 810 definitivo — 2011/0399 (COD), alla proposta di decisione del Consiglio che stabilisce il programma specifico recante attuazione del programma quadro di ricerca e innovazione (2014-2020) — «Orizzonte 2020» — COM(2011) 811 definitivo — 2011/0402 (CNS) e alla proposta di regolamento del Consiglio sul programma di ricerca e formazione della Comunità europea dell’energia atomica (2014-2018) che integra il programma quadro di ricerca e innovazione «Orizzonte 2020» — COM(2011) 812 definitivo — 2011/0400 (NLE)
GU C 181 del 21.6.2012, str. 111—121
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
21.6.2012 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 181/111 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il programma quadro di ricerca e innovazione (2014-2020) — «Orizzonte 2020»
COM(2011) 809 definitivo — 2011/0401 (COD),
alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce le regole di partecipazione e di diffusione nell’ambito del programma quadro di ricerca e di innovazione «Orizzonte 2020» (2014-2020)
COM(2011) 810 definitivo — 2011/0399 (COD),
alla proposta di decisione del Consiglio che stabilisce il programma specifico recante attuazione del programma quadro di ricerca e innovazione (2014-2020) — «Orizzonte 2020»
COM(2011) 811 definitivo — 2011/0402 (CNS)
e alla proposta di regolamento del Consiglio sul programma di ricerca e formazione della Comunità europea dell’energia atomica (2014-2018) che integra il programma quadro di ricerca e innovazione «Orizzonte 2020»
COM(2011) 812 definitivo — 2011/0400 (NLE)
2012/C 181/20
Relatore: WOLF
Il Consiglio e il Parlamento europeo, in data 15 dicembre e 13 dicembre 2011, hanno deciso, conformemente al disposto dell'articolo 173, paragrafo 3, e articolo 182, paragrafo 1, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il programma quadro di ricerca e innovazione (2014-2020) — «Orizzonte 2020»
COM(2011) 809 final — 2011/0401 (COD)
Il Consiglio e il Parlamento europeo, in data 19 dicembre e 13 dicembre 2011, hanno deciso, conformemente al disposto dell'articolo 173, dell'articolo 183 e dell'articolo 188, paragrafo 2, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce le regole di partecipazione e di diffusione nell'ambito del programma quadro di ricerca e di innovazione «Orizzonte 2020» (2014-2020)
COM(2011) 810 final — 2011/0399 (COD).
Il Consiglio, in data 15 dicembre 2011, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 182, paragrafo 4, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:
Proposta di decisione del Consiglio che stabilisce il programma specifico recante attuazione del programma quadro di ricerca e innovazione (2014-2020) — «Orizzonte 2020»
COM(2011) 811 final — 2011/0402 (CNS).
Il Consiglio, in data 21 dicembre 2011, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 7, paragrafo 1, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:
Proposta di regolamento del Consiglio sul programma di ricerca e formazione della Comunità europea dell'energia atomica (2014-2018) che integra il programma quadro di ricerca e innovazione «Orizzonte 2020»
COM(2011) 812 final — 2011/0400 (NLE).
La sezione specializzata Mercato unico, produzione e consumo, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 8 marzo 2012.
Alla sua 479a sessione plenaria, dei giorni 28 e 29 marzo 2012 (seduta del 28 marzo), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 122 voti favorevoli, 3 voti contrari e 7 astensioni.
1. Conclusioni e raccomandazioni
1.1 Il Comitato economico e sociale europeo accoglie con favore e sostiene le proposte della Commissione e l'approccio globale in esse adottato, in quanto componenti fondamentali della strategia Europa 2020. Valuta positivamente la volontà della Commissione di attribuire un maggiore rilievo, rispetto al passato, al tema della ricerca e dell'innovazione. Ravvisa nelle proposte progressi significativi, anche in linea con le sue raccomandazioni precedenti. Ritiene, tuttavia, che alcuni punti necessitino di integrazioni, chiarimenti e correzioni.
1.2 In particolare, sono apprezzate le proposte volte alla semplificazione e alla flessibilità. Nell'elaborare le proposte occorre infatti garantire la massima continuità ed evitare di rendere la normativa ancora più complessa.
1.3 Le dichiarazioni di intenti relative alla governance dovrebbero essere tradotte in pratica il prima possibile e in maniera dettagliata; e a tal fine è necessario l'accordo di tutte le parti interessate.
1.4 La Commissione dovrebbe presentare, già dopo un paio d'anni, una relazione intermedia sulle esperienze acquisite con il programma quadro «Orizzonte 2020», la sua attuazione e la sua elaborazione.
1.5 La figura professionale del ricercatore europeo deve essere resa più attraente, in linea con le conclusioni del Consiglio Competitività del 2 marzo 2010 (1), al fine di eliminare o compensare gli svantaggi di natura sociale attualmente riscontrabili.
1.6 Le tre proposte della Commissione (rispettivamente in materia di programma quadro, regole di partecipazione e programma Euratom) presentate adesso nella forma giuridica del «regolamento» dovrebbero piuttosto essere presentate nella forma, finora consueta, della «decisione», a meno che la Commissione non riesca a giustificare in maniera convincente la scelta di una forma diversa.
1.7 Sono accolte con favore e sostenute tutte le parti del programma e le relative norme, e in particolare quelle a favore dell'innovazione sociale, della ricerca di frontiera, delle PMI e delle università.
1.8 I progetti in collaborazione con un numero gestibile di partecipanti dovrebbero continuare a rappresentare lo strumento principale di «Orizzonte 2020».
1.9 Le infrastrutture sono l'esempio tipico di valore aggiunto europeo, nell'ottica del principio di sussidiarietà, e ciò dovrebbe riflettersi chiaramente anche nella dotazione indicativa di bilancio.
1.10 In relazione alle «Sfide per la società», occorre accordare un maggiore rilievo alle attività di ricerca e sviluppo per un sistema energetico sostenibile a basse emissioni di CO2.
1.11 Inoltre, occorrerebbe ampliare l'elenco delle «Sfide per la società» includendovi il tema fondamentale «Capacità d'innovazione della società e delle imprese».
1.12 Le tecnologie abilitanti fondamentali sono utili sia alla competitività industriale che al superamento delle «sfide per la società». Il Comitato sostiene fermamente il loro potenziamento.
1.13 Nella considerazione dei diversi criteri di valutazione ai fini del finanziamento della ricerca, l'eccellenza dovrebbe continuare a ricoprire una posizione di primo piano, trattandosi di un criterio già sperimentato con successo. Nel finanziamento dell'innovazione gioca un ruolo di rilievo anche la valutazione del mercato, per quanto molto difficile da effettuare a priori.
1.14 È necessario individuare le eventuali contraddizioni presenti nelle norme che fissano gli obiettivi di una politica di ricerca a vocazione scientifica e di una politica industriale e della concorrenza favorevole all'innovazione, al fine di trovare di volta in volta le soluzioni appropriate.
1.15 Un'integrazione riuscita della politica in materia di ricerca e innovazione richiede una sinergia cooperativa tra numerosi servizi e direzioni generali della Commissione. Il Comitato sostiene gli sforzi compiuti in tal senso. Inoltre, sono necessari funzionari qualificati che abbiano, e mantengano anche a lungo termine, una conoscenza appropriata del settore di ricerca di loro competenza. La Commissione dovrebbe curare e preservare la sua specifica competenza «tecnica» in campo scientifico e tecnologico e la sua capacità di valutazione.
1.16 Gli obiettivi principali del programma Euratom dovrebbero essere, come proposto, la sicurezza nucleare, lo stoccaggio definitivo delle scorie altamente radioattive e lo sviluppo della fusione nucleare, di cui il progetto internazionale ITER è la punta di diamante. Bisognerebbe assicurarsi che in esso rientrino strutturalmente il sostegno e l'impegno diretto degli Stati membri.
1.17 Dovrebbe essere elaborato un documento di sintesi, comprensibile da tutti, sugli strumenti e la terminologia specialistica relativi al programma «Orizzonte 2020», al fine di garantire una maggiore facilità d'uso di quest'ultimo. Una particolare attenzione dovrebbe essere rivolta a una consulenza esauriente e competente per le PMI.
2. Breve descrizione delle proposte presentate dalla Commissione
Il presente parere esamina un pacchetto di proposte, di seguito riportate, presentate dalla Commissione in documenti separati:
1) |
la proposta per il programma quadro «Orizzonte 2020» per il periodo 2014-2020; |
2) |
la proposta per un insieme unico di regole di partecipazione e di diffusione; |
3) |
la proposta per un programma specifico unico per attuare «Orizzonte 2020», nonché |
4) |
la proposta per le parti di «Orizzonte 2020» riguardanti il Trattato Euratom. |
La lunghezza complessiva di questi documenti è pari a circa 380 pagine. Il loro contenuto essenziale è sintetizzato nei punti che seguono (da 2.1 a 2.4), così da offrire un riferimento semplice e chiaro per le osservazioni e le raccomandazioni del Comitato esposte successivamente (nelle sezioni da 3 a 7).
2.1 Programma quadro Orizzonte 2020
2.1.1 In deroga alla prassi finora adottata, la Commissione non ha proposto l'Ottavo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico (RST), come ci si attendeva inizialmente. Al contrario, il programma quadro «Orizzonte 2020» - in conformità alle intenzioni esposte nel Libro verde (2) - dovrebbe raggruppare quelle attività che attualmente sono finanziate nell'ambito del Settimo programma quadro di ricerca e delle parti relative all'innovazione del Programma quadro per la competitività e l'innovazione (PIC), nonché dall'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (IET). Inoltre, la Commissione ha presentato tale proposta non in una «decisione» del Parlamento europeo e del Consiglio, come era sua consuetudine, bensì in un «regolamento».
2.1.2 I principali obiettivi e capisaldi indicati dalla politica di finanziamento di «Orizzonte 2020» sono:
a) |
l'eccellenza scientifica - bilancio proposto: 27 818 milioni di euro; |
b) |
la leadership industriale - bilancio proposto: 20 280 milioni di euro; |
c) |
le sfide per la società - bilancio proposto: 35 888 milioni di euro. |
2.1.3 Un ulteriore obiettivo riguarda la semplificazione dell'accesso al programma quadro e della partecipazione allo stesso.
2.1.4 Il bilancio totale proposto per il programma quadro «Orizzonte 2020» ha un importo pari a circa 88 miliardi di euro, che dovrebbe essere integrato con l'intervento di fondi strutturali e con il programma di formazione.
2.2 Regole di partecipazione e di diffusione
2.2.1 Le regole di partecipazione e di diffusione riguardano la partecipazione al programma quadro. Esse hanno lo scopo di garantire un quadro normativo omogeneo e flessibile, di contribuire alla semplificazione e di essere applicabili a tutte le parti del programma quadro «Orizzonte 2020». È inoltre lasciata aperta la possibilità di emendamenti o eccezioni.
2.2.2 Viene fissato un tasso unico di finanziamento, senza distinzione tra i partecipanti. Si propone inoltre un utilizzo più ampio di importi forfettari, tassi forfettari e tabelle di costi unitari, con un'ampia accettazione delle pratiche contabili abituali dei beneficiari delle sovvenzioni.
2.2.3 Per quanto concerne le sovvenzioni, sono previsti i seguenti tassi di aiuto per i costi diretti ammissibili:
a) |
una sovvenzione nell'ambito di «Orizzonte 2020» può raggiungere al massimo il 100 % dei costi ammissibili diretti totali, fatto salvo il principio di cofinanziamento. |
b) |
Una sovvenzione nell'ambito di «Orizzonte 2020» è limitata ad un massimo del 70 % dei costi ammissibili diretti totali per le azioni seguenti:
|
2.2.4 Icosti indiretti ammissibili sono determinati applicando un tasso forfettario del 20 % del totale dei costi diretti ammissibili; in alternativa, il programma di lavoro può consentire di dichiararli sotto forma di importi forfettari o in base ad una tabella di costi unitari.
2.2.5 A tal fine si applicano le seguenti condizioni di partecipazione:
2.2.5.1 |
a un'azione devono partecipare almeno tre soggetti giuridici;
|
2.2.5.2 |
Tuttavia, nei casi di seguito riportati, la partecipazione è riservata ad un solo soggetto giuridico stabilito in uno Stato membro o in un paese associato:
|
2.2.6
2.2.6.1 Le proposte presentate sono valutate sulla base dei seguenti criteri:
a) |
eccellenza; |
b) |
impatto; |
c) |
qualità ed efficienza della realizzazione. |
2.2.6.2 Le proposte sulla ricerca di frontiera (CER) sono valutate esclusivamente sulla base del criterio di eccellenza.
2.3 Programma specifico
2.3.1 Mentre nell'ambito del Settimo programma quadro RST si faceva ricorso a diversi «programmi specifici» (ad es. «Cooperazione» o «Capacità»), adesso la Commissione propone un unico «programma specifico» che abbraccia i diversi obiettivi e strutture di finanziamento nell'ambito di sottoprogrammi.
2.3.2 I quattro sottoprogrammi sono:
I. |
«Eccellenza scientifica», che comprende:
|
II. |
«Leadership industriale», che comprende:
A ciò si aggiunge il miglioramento dell'accesso al capitale di rischio e il rafforzamento dell'innovazione nelle piccole e medie imprese. |
III. |
«Sfide per la società», che comprende
|
IV. |
«Azioni non nucleari del Centro comune di ricerca (Joint Research Centre - JRC)» con l'obiettivo di potenziare la base di conoscenze scientifiche utili al processo di elaborazione delle politiche, di facilitare la comprensione dei processi naturali sottesi dalle sfide sociali e di condurre analisi nei settori emergenti della scienza e della tecnologia. (Le azioni del JRC nell'ambito del nucleare sono incluse nella parte Euratom). |
2.4 Programma Euratom 2014-2018
2.4.1 Questo programma riguarda le attività di ricerca nel settore dell'energia nucleare (fusione e fissione) e della radioprotezione. Contrariamente alla consuetudine finora adottata, il programma non è proposto sotto forma di decisione bensì di regolamento. Esso dovrebbe contribuire a raggiungere gli obiettivi previsti da «Orizzonte 2020» (punto 2.1.2). In base al Trattato Euratom, la durata del programma è limitata a cinque anni, concludendosi pertanto nel 2018.
2.4.2 Le azioni indirette del programma Euratom riguardano:
a) |
il funzionamento sicuro dei sistemi nucleari, |
b) |
le soluzioni per la gestione dei rifiuti nucleari finali, |
c) |
lo sviluppo e la sostenibilità delle competenze nucleari (fissione), |
d) |
la promozione della radioprotezione, |
e) |
le attività di sviluppo nella fusione impiegando i laboratori di ricerca esistenti e futuri, |
f) |
a tale scopo, lo sviluppo di materiali, tecnologie e progetti, |
g) |
la promozione dell'innovazione e della competitività industriale, |
h) |
la disponibilità e l'impiego delle infrastrutture di ricerca. |
2.4.3 Per l'attuazione delle azioni indirette, la Commissione è assistita da comitati consultivi.
2.4.4 Le azioni dirette riguardano il programma di ricerca e sviluppo del Centro comune di ricerca.
2.4.5 Il progetto ITER forma oggetto di una decisione a parte, poiché il suo finanziamento esulerà dal quadro finanziario pluriennale.
3. Osservazioni generali del Comitato
Considerata la mole dei quattro documenti presentati dalla Commissione, il Comitato può occuparsi solo di un numero limitato di aspetti, ossia di quelli che a suo avviso sono fondamentali.
3.1 Approvazione generale
Il Comitato accoglie con favore e sostiene le proposte della Commissione in quanto elementi fondamentali della strategia Europa 2020. Valuta positivamente l'approccio globale da esse adottato. Constata che molte delle sue precedenti raccomandazioni (ad es. sulla semplificazione (3), sul Libro verde (4) e sull'Unione dell'innovazione (5)) sono state prese in considerazione, e rinvia pertanto anche a dette raccomandazioni e ai pareri in cui sono formulate. Ritiene, tuttavia, che alcuni punti necessitino di integrazioni, chiarimenti e correzioni.
3.2 Priorità, bilancio, obiettivo del 3 % ed effetto leva
3.2.1 La ricerca, lo sviluppo e l'innovazione determinano la posizione futura dell'Europa nel quadro mondiale. Considerato questo ruolo decisivo, è necessario che venga loro accordata un'elevata priorità, non solo in seno alla Commissione, ma anche e soprattutto all'interno degli Stati membri. Il Comitato rileva con soddisfazione che il bilancio proposto per Orizzonte 2020 fa realmente trasparire la volontà della Commissione di attribuire un rilievo maggiore, rispetto al passato, al tema della ricerca e dell'innovazione e agli investimenti per esse necessari. Ciò corrisponde alle ripetute raccomandazioni formulate dal Comitato e riceve pertanto il suo pieno sostegno. Tuttavia, considerando l'obiettivo del 3 %, di seguito illustrato, e gli ambiziosi obiettivi tematici relativi alla ricerca e all'innovazione, l'importo del bilancio attualmente proposto è da considerarsi tuttora oggettivamente insufficiente, anche se il Comitato riconosce che si tratta pur sempre di un compromesso realistico tenuto conto degli altri obblighi esistenti.
3.2.2 Nel 2002 il Consiglio di Barcellona ha fissato, nell'ambito della strategia di Lisbona da attuare entro il 2010, un obiettivo del 3 %, rivolto principalmente alla politica di finanziamento degli Stati membri e delle imprese: entro il 2010, cioè, in ciascuno Stato membro il 3 % del PIL avrebbe dovuto essere destinato alla ricerca e sviluppo, con un terzo di tale quota finanziato dal settore pubblico e gli altri due terzi dalle imprese. Finora questo obiettivo non è stato raggiunto né dalla media europea né dalla maggior parte degli Stati membri, ragion per cui è stato ribadito nella strategia Europa 2020.
3.2.3 La politica di finanziamento enunciata nel programma «Orizzonte 2020» dovrebbe produrre un significativo effetto leva e consentire così, almeno adesso, il raggiungimento dell'obiettivo del 3 %. Purtroppo, però, nonostante l'aumento del bilancio summenzionato, si dubita ancora che la forza di tale effetto leva sia sufficiente a realizzare tale scopo. Il finanziamento totale del bilancio UE ammonta a circa l'1 % del PIL degli Stati membri; e di questo soltanto una quota pari al 9 % è destinata al bilancio proposto per Orizzonte 2020. Sul piano quantitativo, dunque, l'effetto leva risulta ancora inferiore ad 1:30! Il bilancio proposto può quindi essere considerato solo un primo passo, ancorché necessario, verso il raggiungimento dell'importo di finanziamento effettivamente richiesto; tale bilancio, pertanto, non deve assolutamente venire ridotto.
3.3 Semplificazione e continuità
Il Comitato sostiene in particolare le azioni volte a favorire la semplificazione delle procedure, a lungo sollecitata (6). Si tratta di un difficile equilibrio tra semplicità, giustizia del caso singolo e (comunque necessaria) continuità, che potrebbe richiedere ulteriori aggiustamenti. Tuttavia, questo non deve assolutamente determinare una ricaduta in procedure eccessivamente complicate e lente.
3.4 Margine di manovra e flessibilità
Il Comitato apprezza il fatto che la proposta in esame, oltre a comprendere poche e semplici regole, preveda, quanto alla struttura del programma e alla ripartizione del bilancio, una flessibilità e un margine di manovra sufficienti (programma specifico, titolo I, articolo 6, «Bilancio»). Particolarmente importante, quindi, sarà chiarire i pertinenti processi decisionali, e in particolare il ruolo dei comitati di programma.
3.5 Governance
Il Comitato condivide le intenzioni della Commissione in materia (espresse nel COM(2011) 0809, considerando 21), e in particolare apprezza il fatto che si sia posto l'accento sui processi ascendenti (bottom-up). Allo stesso modo condivide l'intenzione di creare un'interazione regolare con gli utilizzatori finali, i cittadini, le parti sociali e le organizzazioni della società civile.
3.5.1 Il Comitato è dell'avviso che queste dichiarazioni della Commissione, di carattere ancora molto generico, debbano essere integrate da indicazioni dettagliate e precise circa le assegnazioni (anche di bilancio) e le specifiche tematiche necessarie allo sviluppo del programma e alle decisioni da prendere in merito. La governance necessaria deve chiarire esaurientemente in che misura, tramite quali strutture e a quale livello decisionale (ad es. i comitati di programma) le parti interessate e i rappresentanti della società civile sono coinvolti in modo equilibrato in questi processi e nei programmi di lavoro. Dopo tutto, la Commissione intende trasferire nel programma di lavoro non solo i temi, ma anche le regole dettagliate sul bilancio, gli strumenti di finanziamento, la portata del finanziamento e, se necessario, l'esternalizzazione affidata, ad esempio, a piattaforme tecnologiche europee, le iniziative a norma dell'articolo 185, ecc.
3.5.2 Considerata l'intenzione della Commissione, indicata nella proposta, di rivolgersi anche ad agenzie esecutive o ad altre strutture esterne, ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento finanziario, è necessario chiarire anche i ruoli, i poteri e i controlli di tali strutture.
3.5.3 Il Comitato consiglia di chiarire tale questione nell'ambito di un processo di consultazione con tutte le parti interessate, di riportare le conclusioni in un documento di accompagnamento e di ascoltare a tal proposito anche il parere del Comitato. Allo stesso tempo, riguardo a questo processo di elaborazione, mette in guardia dal rischio di ricadere nuovamente, passando per così dire dalla porta di servizio, nella precedente (sovra)regolamentazione e complessità – in particolare per quanto concerne i programmi di lavoro (cfr. anche il punto 3.3). La continuità con i processi precedenti deve essere interrotta solo se inevitabile ai fini della semplificazione.
3.6 Sovrapposizione
Singoli sottotemi e aspetti dei sottoprogrammi del «programma specifico» possono sovrapporsi, determinando, da un lato, un incremento della flessibilità, ma causando, dall'altro, uno spostamento delle priorità e una complicazione della visione di insieme e della classificazione. In virtù di ciò, per esempio, possono confluire nel sottoprogramma «Sfide per la società» conoscenze e impulsi significativi provenienti dai sottoprogrammi «Eccellenza scientifica» o «Leadership dell'industria».
3.7 Relazione intermedia
Pertanto il Comitato raccomanda che, in aggiunta alla «valutazione intermedia» che dovrebbe avere luogo dopo 4 anni (analogamente a quanto previsto dalla COM(2011) 0052 final), la Commissione presenti già dopo 2 anni dall'inizio del programma una «relazione intermedia» (TRANS E: interim progress report) che fornisca informazioni in merito alle azioni compiute fino a quel momento e alle esperienze acquisite dalla Commissione e dalle parti interessate - in particolare per quanto riguarda la governance sollecitata in questa sede.
3.8 Dotazione indicativa di bilancio
Sia pure con le riserve suesposte, il Comitato apprezza anche la proposta indicativa di dotazione e suddivisione del bilancio tra i singoli sottoprogrammi e i relativi sottotemi, in particolare per quanto concerne il sostegno alle piccole e medie imprese nonché i problemi e le questioni sociali (ma, per tre eccezioni al riguardo, si vedano i successivi punti 4.3, 4.2.1 e 4.2.2). Tuttavia, si dovrebbe chiarire l'importanza da attribuire al coordinamento dei programmi nazionali e regionali (ad es. il nuovo piano ERA-Net) in confronto al finanziamento diretto della ricerca.
3.9 Figura professionale del ricercatore
Nel considerando 22 della proposta del programma quadro, la Commissione sottolinea che «è necessario che Orizzonte 2020 contribuisca a rendere attraente la professione di ricercatore nell'Unione europea». In proposito, tuttavia, il Comitato segnala la mancanza di indicazioni concrete circa le azioni nel frattempo intraprese per dare seguito alle conclusioni del Consiglio Competitività (7) del 2 marzo 2010 e migliorare concretamente la condizione sociale insoddisfacente dei giovani ricercatori (per informazioni più dettagliate si rinvia alla sezione 6).
3.10 Regolamento o decisione
Il Comitato non riesce a comprendere - tanto più in assenza di qualsiasi giustificazione da parte della Commissione sulla base delle esperienze finora acquisite - il motivo per cui il principio di sussidiarietà imponga o permetta di discostarsi dalla prassi abituale e, in altri due documenti del pacchetto in esame, la Commissione proponga un regolamento anziché una decisione. Il Comitato consiglia quindi di attenersi alla prassi finora adottata, a meno che la Commissione non sia in grado di addurre una motivazione giuridica plausibile.
3.11 Azione coordinata della Commissione
Numerosi aspetti della politica europea per la ricerca e l'innovazione richiedono un'azione coordinata, cooperativa ed efficiente, non solo tra la Commissione e gli Stati membri, ma anche tra i commissari europei, le direzioni generali e i servizi in seno alla Commissione. Questo riguarda la politica dell'istruzione, la condizione sociale dei ricercatori, i fondi strutturali, la politica industriale e della concorrenza, la politica energetica, la politica sanitaria, la politica ambientale, ecc. Il Comitato esorta quindi la Commissione ad intensificare tutti gli sforzi in questo senso e a sviluppare le procedure e gli strumenti necessari.
3.12 Funzionari competenti
Il Comitato ribadisce (8) l'urgenza della sua raccomandazione secondo cui negli organismi di sostegno, ma anche e soprattutto in seno alla Commissione (o nelle agenzie esecutive previste), dovrebbero lavorare insieme funzionari competenti e di provata eccellenza scientifica che abbiano e mantengano a lungo termine una conoscenza ottimale del settore in questione e delle sue specificità nonché della relativa comunità scientifica. Nella ricerca e sviluppo la costante rotazione del posto di lavoro risulta essere molto controproducente!
3.12.1
Il Comitato è inoltre preoccupato che, con il protrarsi della tendenza a trasferire ad agenzie specializzate compiti e attività di sostegno alla ricerca e all'innovazione finora svolti dalla Commissione, quest'ultima possa non solo rinunciare alla sua specifica competenza tecnica e alla sua capacità di valutazione in materia, ma anche finire per non far più sufficientemente proprie le questioni di fondo di questo settore, mentre un tale coinvolgimento è indispensabile per portare avanti con competenza, efficacia e passione, a livello politico, un tema importante come quello dell'R&S e dell'innovazione. Una tale situazione comporterebbe, all'interno del delicato sistema di «controlli e contrappesi», la perdita di un peso decisivo sul piatto della bilancia.
3.13 Ulteriori azioni – Strategia 2020
Ad avviso del Comitato, il programma Orizzonte 2020 costituisce un elemento fondamentale e decisivo nell'ambito della strategia Europa 2020. Occorre, tuttavia, che esso sia integrato da altre azioni importanti, sia da parte della Commissione sia, in particolare, da parte degli Stati membri. A tale proposito, il Comitato rimanda alle sue iniziative sulla strategia Europa 2020. Si tratta, in particolare, di creare o predisporre in tutti gli Stati membri sistemi economici (9), sociali e di istruzione efficienti e aperti all'innovazione.
4. Osservazioni specifiche del Comitato
4.1 Scienze sociali e umane, politica dell'istruzione e innovazioni
Il Comitato apprezza l'inclusione della ricerca e dell'innovazione nel campo delle scienze sociali e umane in tutti gli obiettivi generali di «Orizzonte 2020». Considera rilevanti e importanti i temi menzionati al riguardo, e valuta positivamente l'importanza loro attribuita nell'ambito del programma. Inoltre, raccomanda di dare maggiore spazio agli sforzi tesi a rendere il sistema di istruzione più efficace a tutti i livelli di formazione. Questo costituisce un compito di importanza cruciale per sostenere e impiegare, in modo ottimale e con un'attenzione particolare rivolta al talento, il potenziale di talenti presente nell'UE. In particolare per quanto concerne gli obiettivi di Orizzonte 2020, si tratta di formare presso le università un numero sufficiente di persone specializzate qualificate. E, per far ciò, occorre porre le giuste basi già nei precedenti livelli di istruzione!
4.2 Sfide per la società
Il Comitato condivide l'elenco delle «Sfide per la società», ma raccomanda di attribuire maggiore rilievo ai seguenti settori:
4.2.1
Nel processo di definizione delle priorità nell'ambito del sottoprogramma «Sfide per la società», il Comitato suggerisce - in considerazione dell'obiettivo, estremamente ambizioso (10), di rivoluzionare il nostro tradizionale approvvigionamento energetico entro il 2050 e di sostituirlo completamente con tecnologie sostenibili a basso tenore di CO2 - di conferire a questo tema un rilievo decisamente maggiore anche nella dotazione di bilancio (11). In particolare, tecnologie di stoccaggio dell'energia e tecnologie buffer a basse emissioni di CO2, sufficienti ed economicamente accessibili, rappresentano tuttora un problema risolto in maniera inadeguata per via dell'offerta fluttuante dell'energia eolica e solare; e lo stesso può dirsi per la fornitura a lungo termine di carburanti per i trasporti pesanti, come il trasporto marittimo e aereo. Occorre esaminare in modo più approfondito anche le ripercussioni sull'economia e sulla società.
4.2.2
Inoltre, il Comitato raccomanda di allargare l'elenco delle sfide al tema fondamentale «Capacità di innovazione della società e delle imprese». (Perché né Google né Facebook sono nati in Europa? Perché non tutti gli Stati membri dispongono di una struttura amministrativa, economica e sociale altrettanto produttiva?) Questo tema, è vero, risulta già menzionato nella proposta della Commissione (al paragrafo 2.3.2, III, vi) nell'ambito dell'obiettivo «Società inclusive, innovative e sicure»; tuttavia, secondo il Comitato, non è messa sufficientemente in rilievo la sua notevole valenza sociale ed economica. In definitiva si tratta del tema principale dell'«Unione dell'innovazione» (12) (al paragrafo 2.3.2, III, vi, si sarebbe dovuto abbreviare in «Società inclusive e sicure»).
4.3 PMI e microimprese attori dell'innovazione
Il Comitato apprezza i miglioramenti proposti per il sostegno delle PMI. Vi ravvisa infatti un elemento fondamentale dell'approccio generale della strategia Europa 2020, e al riguardo rimanda anche ai suoi pareri in merito all'Unione dell'innovazione (13), in cui sottolineava che «sarebbe necessario ripensare la definizione e il ruolo delle PMI, in quanto le microimprese e persino le imprese unipersonali stanno acquisendo sempre maggiore importanza grazie alle nuove opportunità di connessione in rete offerte dalle TIC. Occorrerebbe forse esaminare anche il confine tra tali imprese e le libere professioni». Il Comitato accoglie con favore l'informazione della Commissione secondo cui tale questione viene già trattata. In riferimento alla sezione 7, il Comitato sottolinea inoltre che per le PMI è di fondamentale importanza essere informate in modo chiaro e accurato circa i diversi strumenti di sostegno previsti da Orizzonte 2020 e l'accesso ad essi. Sarebbe auspicabile la creazione di centri di consulenza a cui rivolgersi per porre quesiti orali.
4.4 Università
Il Comitato accoglie favorevolmente la possibilità, prevista nelle regole di partecipazione e di diffusione, di un finanziamento pari al 100 % dei costi ammissibili diretti totali. In ciò intravede dei vantaggi a favore dei ricercatori/gruppi di ricerca che lavorano presso le università nel settore delle scienze naturali, ingegneristiche e umanistiche. Questo favorisce il raggiungimento dell'obiettivo, più volte sollecitato dal Comitato, di creare e mantenere università europee di livello mondiale. Anche alla luce della relazione Matias (Parlamento europeo, A7-0302/2011), queste azioni hanno bisogno di un sostegno supplementare da parte delle risorse della politica di coesione per consentire il necessario sviluppo di capacità negli Stati membri che finora non sono stati sufficientemente coinvolti nel programma quadro. Fatto salvo quanto sopra, per il raggiungimento di questo obiettivo sono inoltre necessarie altre azioni, la cui trattazione esula dall'ambito del presente parere.
4.5 Infrastrutture per la ricerca
Come sottolineato più volte, il Comitato considera le grandi infrastrutture mezzi e strumenti di decisiva importanza per realizzare ricerche e prestazioni di alto livello in campo tecnologico e scientifico, che diversamente non sarebbero possibili. Ne consegue che esse esercitano una grande forza di attrazione e una notevole influenza sia sulla cooperazione all'interno dell'Unione europea che sui migliori ingegneri e ricercatori di tutto il mondo (14). Inoltre, il potenziale di utilizzo delle infrastrutture di grandi dimensioni supera le possibilità e i bisogni di un singolo paese, cosicché questo tipo di strutture viene spesso realizzato e gestito in partenariato dai singoli Stati membri.
4.5.1
Queste infrastrutture costituiscono quindi un esempio tipico di finanziamento UE in linea con il principio di sussidiarietà. Il Comitato lamenta pertanto che questo loro straordinario rilievo, dal punto di vista formale e sostanziale, non trovi riscontro nella ripartizione indicativa di bilancio proposta, e raccomanda dunque di ridurre i fondi di ciascuno degli altri bilanci indicativi indiretti (tranne che per le PMI!) del 2,0-2,5 % e di aggiungere l'importo così recuperato alla voce «infrastrutture». Ciò è tanto più necessario se si considera che in questa categoria dovrebbero rientrare anche le già importanti, e sempre più rilevanti, infrastrutture elettroniche.
4.5.2
Il Comitato raccomanda inoltre che la Commissione partecipi anche ai costi operativi delle infrastrutture nel quadro del finanziamento di un progetto, e la invita a indicare con chiarezza che intende effettivamente procedere in tal senso.
4.6 Tecnologie abilitanti fondamentali
Come ribadito più volte dal Comitato (15), lo sviluppo, il controllo, la commercializzazione di tecnologie abilitanti fondamentali rappresentano un compito trasversale di cruciale rilievo, da un lato per rafforzare la competitività industriale dell'UE e dall'altro per rispondere alle sfide per la società, quali l'approvvigionamento energetico e la salute. Il Comitato apprezza pertanto il fatto che si presti una maggiore attenzione a questo tema, soprattutto in quanto costituisce un motore efficace per la cooperazione tra gli organismi di ricerca e le imprese e quindi per i partenariati pubblico-privato. Particolarmente importante, in questo contesto, è la parte del programma TEF aperte.
4.7 Procedura contabile I
Il Comitato valuta positivamente il riconoscimento delle procedure contabili abituali adottate nei diversi Stati membri dagli organismi di ricerca e dalle imprese (ad esempio il calcolo delle tariffe orarie nelle imprese). Ciò deve valere altresì per le spese derivanti dall'applicazione dell'imposta sul valore aggiunto.
4.8 Procedura contabile II
Il Comitato accoglie positivamente anche l'evidente semplificazione derivante dall'adozione, nelle regole di partecipazione, del metodo del 100 %/20 % o 70 %/20 % (per maggiori ragguagli, cfr. i punti 2.2.3 e 2.2.4). Fermo restando il notevole vantaggio che ne deriva sul piano della gestione, questo metodo può determinare, per i diversi gruppi partecipanti, non solo vantaggi, ma anche svantaggi, finanziari rispetto alle quote attuali. Il Comitato consiglia pertanto di raccogliere esperienze in questo ambito e, se necessario, aumentare successivamente i tassi di finanziamento per i costi indiretti.
4.9 Appalti - Un aspetto specifico
Nel realizzare infrastrutture per la ricerca e di grosse apparecchiature, le imprese sono spesso chiamate a sviluppare e costruire singoli componenti notevolmente complessi e impegnativi. Per di più occorre addentrarsi in nuovi campi tecnologici, e potrebbero presentarsi casi problematici tipici già descritti nel parere del Comitato sul trasferimento di conoscenze (16). In quella sede il Comitato aveva raccomandato di «riesaminare le esperienze sinora compiute nell'applicazione delle norme comunitarie e degli Stati membri in materia di aiuti di Stato, di bilancio, di appalti e di concorrenza, per stabilire se possano contribuire a realizzare l'obiettivo di preservare nel miglior modo possibile le competenze e le conoscenze specialistiche acquisite dalle imprese nel quadro di tali appalti e di utilizzarle a vantaggio della competitività europea, ma anche per appalti successivi in materia».
4.10 Nuove impostazioni per la politica industriale e della concorrenza
Bisognerebbe pensare a impostare in modi nuovi la politica industriale e di concorrenza in questo campo. E al riguardo ci si può chiedere se le idee già espresse dalla Commissione in materia di «appalto precommerciale» (precommercial procurement) descrivano lo strumento adatto. Il Comitato vi ravvisa un duplice rischio: da un lato, quello di rinunciare completamente - per paura di possibili monopoli della conoscenza - a posizioni e prestazioni industriali di vertice, il che rappresenterebbe un grosso errore, e dall'altro quello di non ottenere il prodotto migliore - a causa di misure eccessivamente protezionistiche, a scapito della ricerca - perché tale prodotto è disponibile solo fuori dall'Europa. Il Comitato raccomanda pertanto di individuare, nonché esaminare e chiarire con le varie parti interessate, gli obiettivi - diversi e a volte non del tutto compatibili - o le esigenze della politica di ricerca, della politica dell'innovazione e della politica industriale; in singoli casi potrebbe essere necessario ricorrere persino a norme in deroga (cfr. il punto 4.9).
4.11 Dimensione efficiente dei progetti
Bisognerebbe tenere a freno la tendenza verso progetti sempre più grandi, come ad esempio le iniziative tecnologiche congiunte, le CCI e adesso anche le iniziative faro nel campo delle TEF, i quali richiedono un impiego di risorse e un dispendio di lavoro sempre maggiori per gli enti regionali e locali, nonché ampi processi di concertazione: in nessun caso, infatti, tali progetti dovrebbero trasformarsi in una «torre di Babele».
4.11.1
L'integrazione di risorse può senz'altro rivelarsi positiva, ma a un certo punto essa può anche tagliare fuori dal programma quadro gli attori minori, poiché questi ultimi non dispongono del necessario, dispendioso supporto legale ed amministrativo. Questo riguarda specialmente le PMI e i gruppi di ricerca delle università. I progetti in cooperazione gestibili con un numero ragionevole di partecipanti dovrebbero pertanto restare lo strumento principale del programma «Orizzonte 2020».
4.12 L'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (IET)
Dal momento che l'Istituto europeo di innovazione e tecnologia è finanziato dal bilancio del programma «Orizzonte 2020», il Comitato considera anche l'attività dell'IET un elemento della strategia perseguita da tale programma. Le sue raccomandazioni riguardano quindi anche questo settore, cui è dedicato un parere ad hoc (17).
4.13 Criteri di valutazione
Al punto 2.2.6 sono riportati i criteri di valutazione e i criteri di selezione proposti dalla Commissione (18): eccellenza, efficacia, qualità ed efficienza. Il Comitato condivide questi criteri, a patto però che non sia messa in dubbio la superiorità del criterio dell'eccellenza, che rappresenta in tutti i casi quello più importante per le prestazioni di alto livello. Per quanto riguarda la ricerca di frontiera, il Comitato mette in guardia da una sopravvalutazione delle pubblicazioni più frequentemente citate, dal momento che ciò determina una preponderanza dei temi di ricerca che sono già ben definiti. Il Comitato ribadisce inoltre il suo avvertimento di carattere generale nei riguardi delle procedure di valutazione formalizzate.
4.13.1 In particolare per il finanziamento dell'innovazione, in fase di valutazione devono rivestire naturalmente un ruolo fondamentale anche alcuni aspetti del mercato (19). Tuttavia, che una valutazione di questo tipo, eseguita a priori proprio nei confronti di approcci completamente nuovi, non sia affatto semplice e non debba necessariamente condurre alle giuste conclusioni, lo dimostrano le valutazioni iniziali erronee effettuate, ad esempio, nel caso dello sviluppo dei personal computer (PC).
4.14 Centro comune di ricerca
Il Comitato apprezza le proposte volte al finanziamento diretto del Centro comune di ricerca, e fa notare che la sua attività deve essere soggetta agli stessi processi di valutazione a cui è sottoposta l'attività degli altri soggetti interessati. Se il Centro comune di ricerca presenta domanda per un finanziamento indiretto in virtù del programma specifico, occorre valutare la piena sussistenza di pari opportunità rispetto a tutti gli altri concorrenti/soggetti interessati che non fanno parte della Commissione.
5. Euratom
5.1 Il Comitato reputa che il programma Euratom in esame rappresenti, in sostanza e a giusto titolo, una prosecuzione senza discontinuità del programma Euratom 2012-2013 proposto proprio di recente dalla Commissione e già esaminato attentamente dal Comitato in un suo parere (20). Al riguardo il Comitato ribadisce e conferma la considerazione generale - ossia «che le conoscenze sulle tecnologie nucleari, il loro impiego e le loro conseguenze vadano mantenute ed approfondite. Alla luce della sua funzione coordinatrice, della condivisione delle risorse e dell'integrazione degli sforzi comuni, il programma quadro di R&S Euratom apporta in questo senso un significativo valore aggiunto europeo» - nonché le osservazioni e raccomandazioni specifiche espresse in quella sede. In merito a questo programma il Comitato si concentra, in questa sede, solo su alcuni singoli punti di particolare rilievo. Compito fondamentale è sviluppare filiere di reattori che soddisfino i più elevati standard di sicurezza e producano la minore quantità possibile di rifiuti ad elevata e lunga attività (ossia altamente radioattivi e a vita lunga).
5.2 Il Comitato nota con piacere che, nel programma proposto dalla Commissione, trovano essenzialmente riscontro le seguenti raccomandazioni da esso formulate:
— |
maggiore sicurezza dei reattori, stoccaggio definitivo dei rifiuti radioattivi, trasmutazione per la riduzione della radiotossicità a vita lunga, controllo delle materie fissili nonché radioprotezione; |
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conseguenze delle «prove di stress»; |
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attività di sviluppo per la produzione di energia dalla fusione nucleare più l'ITER come megaprogetto internazionale; |
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formazione di specialisti e insegnamento delle nozioni fondamentali nelle scuole. |
5.2.1 Il Comitato ribadisce (21) la necessità, fatta salva la decisione dei singoli Stati membri di utilizzare o meno l'energia nucleare, di «consolidare e promuovere, in misura sufficiente e in modo sistematico e continuo, la crescita delle nuove leve di esperti scientifici e tecnici, anche per evitare che le conoscenze su tali tecnologie e sulle relative conseguenze vengano dimenticate. Rinunciare ad un approfondimento delle conoscenze in questo campo significherebbe adottare una pericolosa politica dello struzzo». Il Comitato esprime preoccupazione per la possibilità che, negli Stati membri in cui attualmente si rinuncia, o in futuro si dovrà rinunciare, all'impiego dell'energia nucleare, la ricerca e le competenze sviluppate in materia vadano perdute: una conseguenza, questa, che dovrebbe essere assolutamente evitata.
5.3 Forum europeo sull'energia nucleare (ENEF)
Nelle questioni sulle tecnologie relative ai reattori a fissione, il Comitato sostiene in particolare le procedure e le raccomandazioni formulate dal Forum europeo sull'energia nucleare (European Nuclear Energy Forum - ENEF), alle cui attività esso stesso ha preso parte tramite suoi rappresentanti in collaborazione con la Commissione.
5.4 Prove di stress
La decisione di sottoporre tutte le centrali nucleari presenti nell'UE a una prova di stress è stata una conseguenza dell'incidente provocato da uno tsunami al reattore di Fukushima. Non appena saranno disponibili i risultati di queste prove di stress, non solo dovranno essere tratte le debite conclusioni in merito alle centrali nucleari già esistenti, ma dovranno anche essere fissate le conseguenti priorità nell'ambito del programma Euratom orientato alla ricerca, allo sviluppo e alla dimostrazione.
5.4.1 Una particolare attenzione dovrebbe essere rivolta all'esame di possibili incidenti non previsti in fase di progettazione.
5.5 Fusione
In alcuni settori dell'opinione pubblica si è acceso un dibattito sul programma di fusione, da una parte perché, fino al 2050 (l'orizzonte temporale della tabella di marcia), non sono attesi da tale tecnologia contributi rilevanti per l'approvvigionamento energetico a basse emissioni di CO2, e dall'altra perché i costi di realizzazione del progetto internazionale ITER (che, secondo la proposta della Commissione, dovrebbero essere finanziati al di fuori del programma quadro!) sono aumentati considerevolmente rispetto alle previsioni iniziali.
5.5.1
Il Comitato elaborerà un parere distinto in merito alla «tabella di marcia per l'energia 2050» (22). Vale la pena di porre l'accento sul fatto che, considerato lo sviluppo demografico e il sempre crescente fabbisogno energetico a livello mondiale, la problematica energetica globale non può assolutamente essere risolta in modo sostenibile con le misure che saranno adottate nell'UE da qui al 2050. In tal senso, la fusione nucleare costituisce, tra le possibili tecnologie energetiche, l'unica non ancora impiegata, ma già disponibile o conosciuta, per dare una risposta a questa grande sfida.
5.5.2
Sebbene rientrino nel programma Euratom solo i lavori di preparazione scientifico-tecnici (europei) per il progetto internazionale ITER – i cui costi di realizzazione dovranno essere reperiti in altro modo (23) –, sembra legittimo considerare tale progetto il fiore all'occhiello della ricerca mondiale nel campo della fusione nonché del programma europeo di fusione nucleare. Ferme restando la possibilità e la necessità di adottare progetti migliori e alternativi, ITER rappresenta comunque una tappa decisiva e, nel suo genere, unica al mondo per l'impiego futuro dell'energia di fusione. Per la prima volta al mondo, infatti, nell'ambito di ITER la fusione nucleare genererà - con un bilancio energetico positivo - una potenza termica di 500 megawatt (24).
5.5.3
Inoltre, ITER rappresenta anche unbanco di prova per una cooperazione internazionale senza precedenti dei principali paesi industrializzati. I partner sono la Cina, l'Unione europea, l'India, il Giappone, la Corea del Sud, la Russia e gli Stati Uniti d'America. L'interesse di questi paesi a partecipare allo sviluppo di nuove tecnologie di importanza cruciale è indice delle grandi aspettative nutrite nei confronti di un'altra fonte energetica vantaggiosa senza emissioni di CO2. D'altra parte, però, la novità e la complessità di questa cooperazione dovrebbero anche costituire un incentivo a correggerne l'impostazione originaria, dato che i costi totali a carico dei singoli partner diminuiscono con l'aumentare di questi ultimi. Il grande valore aggiunto di questo partenariato risiede in primo luogo non nel risparmio dei costi, bensì nel surplus di competenze specifiche, di idee e di specialisti eccellenti; inoltre, esso – analogamente alla stazione spaziale internazionale – offre un contributo da non sottovalutare all'intesa e alla pacificazione internazionali (inizialmente ITER fu proposto e promosso da Gorbaciov, Mitterrand e Reagan!). Il Comitato è del parere che la proposta della Commissione di reperire la quota europea dei costi di realizzazione di ITER fuori dal bilancio dell'UE non debba in alcun modo ostacolare il proseguimento del progetto.
5.5.4
Nel suo breve parere in merito al programma Euratom (25) il Comitato ha fatto presente l'importanza decisiva delle cosiddette «associazioni», che rappresentano la base e il laboratorio di idee del programma per la fusione nonché l'àncora per l'impegno degli Stati membri. Il Comitato ribadisce adesso tali osservazioni, mettendo nuovamente in guardia dal compromettere o anche solo lasciare inaridire questo sostegno fondamentale. Inoltre, tali associazioni sono un mezzo di provata efficacia per garantire quella «programmazione congiunta della ricerca» (26) desiderata dalla Commissione. Ecco perché, anche nel caso di un'eventuale modifica della struttura organizzativa del programma europeo per la fusione, devono continuare ad essere disponibili strumenti efficaci di pianificazione comune per coordinare e collegare in modo appropriato, a livello dell'UE, i programmi dei laboratori nazionali coinvolti, in modo da preservare il ruolo guida finora svolto dall'UE in questo settore di ricerca nonché il necessario sostegno da parte degli Stati membri.
6. Lo spazio europeo della ricerca: un mercato interno comune per i ricercatori
6.1 La Commissione presume che lo spazio europeo della ricerca sarà completato entro il 2014. Il Comitato lo ritiene auspicabile, ma dubita che tale risultato sarà raggiunto. Questo perché esso richiede che siano soddisfatti i criteri del mercato interno comune, quali ad esempio un brevetto dell'Unione europea o un mercato interno europeo per i ricercatori (27).
6.2 Sulla scorta della decisione del Consiglio del 2 marzo 2010 (28), il Comitato riscontra un urgente bisogno di intervenire per migliorare la condizione sociale, oggi del tutto insoddisfacente, dei giovani ricercatori che lavorano presso gli organismi di ricerca del settore pubblico e presso le università, una condizione chiaramente incompatibile con l'obiettivo di rendere particolarmente attraente la professione di ricercatore o perlomeno di non sminuirla rispetto alle professioni comparabili.
6.3 Il Comitato riconosce che le organizzazioni scientifiche di alcuni Stati membri hanno già realizzato alcuni miglioramenti e si sono impegnate per ottenerne altri. Allo stesso modo, il Comitato riconosce che la Commissione si impegna per conseguire dei miglioramenti, anche nell'ambito dei programmi Marie Curie ed Erasmus.
6.4 Il punto focale del problema risiede nei sistemi retributivi e sociali vigenti per i settori pubblici degli Stati membri, sistemi in base ai quali i ricercatori che lavorano presso gli organismi di ricerca pubblici e le università sono normalmente rimborsati o retribuiti. Questi sistemi presumono solitamente una carriera ininterrotta presso uno stesso datore di lavoro, e remunerano i lavoratori di conseguenza. Ma proprio per questo motivo essi si rivelano insoddisfacenti per le esigenze particolari dei settori di scienza e ricerca.
6.5 Infatti, questi sistemi non prendono in considerazione e non compensano il processo di selezione, molto impegnativo e lungo, comprendente il dottorato (acquisizione del titolo di dottore di ricerca), che i giovani ricercatori devono aver già completato con successo, o il fatto che, almeno inizialmente, la carriera non è continua ma consiste di contratti a termine, spesso senza una prospettiva di proroga o di un impiego a tempo indeterminato. A ciò si aggiunge che la preoccupazione, costante e più che legittima, circa il proprio futuro lavorativo, con i costi che ne derivano, grava non solo sui lavoratori orientati alla scienza e alla ricerca ma influenza anche i loro partner e i progetti di fondare una famiglia.
6.6 Questo elevato rischio sociale non viene però compensato né da un reddito proporzionalmente più alto né da una maggiore sicurezza sociale. Allo stesso modo, non si considera che, per una carriera di successo nel sistema scientifico, è necessario un minimo di mobilità: al contrario, la mobilità risulta perlopiù addirittura penalizzata da detti sistemi.
6.7 I sistemi retributivi degli Stati membri sono poco compatibili tra loro, e i «crediti sociali» accumulati con un lavoro svolto all'estero sono difficilmente spendibili o trasferibili, rendendo così fortemente svantaggiosa la mobilità da uno Stato membro all'altro.
6.8 Per i suddetti motivi sarebbe necessario e urgente adattare i sistemi retributivi e sociali degli Stati membri alle condizioni specifiche richieste dai ricercatori. Poiché, però, tale obiettivo può essere raggiunto solo dopo un processo molto lungo e complesso, il Comitato pone l'accento sulla predetta decisione del Consiglio e raccomanda a sua volta alla Commissione di perseverare con decisione nel suo intento di creare, insieme agli Stati membri, un fondo speciale (finanziato attraverso il Fondo sociale europeo) che compensi, mediante adeguate prestazioni complementari, i suddetti svantaggi per i giovani ricercatori. Queste prestazioni dovrebbero tener conto dell'elevato rischio sociale inerente a una serie di contratti temporanei come anche dei «crediti sociali» ridotti o perduti a causa della mobilità (soprattutto tra Stati membri).
7. Facilità d'uso e informazioni – Un breve manuale – Centri di consulenza
7.1 Il Comitato, considerata la moltitudine degli strumenti di finanziamento, dei processi e delle reti (come progetti, piattaforme tecnologiche CCI, partenariati per l'innovazione, iniziative faro, ERA Net, programmazione congiunta, Erasmus, Marie Curie, COST, Eureka, ecc.) nonché la mole della relativa terminologia tecnica, ribadisce il suo appello affinché la Commissione elabori con urgenza un breve documento di sintesi-prospetto informativo, di agevole comprensione e pubblicato su Internet, che illustri con chiarezza i punti essenziali dei singoli strumenti, i loro requisiti e i loro obiettivi, ecc. Ciò rappresenterebbe un contributo fondamentale alla semplificazione e alla trasparenza, che potrebbe integrare nel migliore dei modi la funzione svolta, peraltro già molto bene, dal portale Cordis.
7.2 Al riguardo il Comitato raccomanda di limitarsi all'essenziale, rinunciando agli aspetti promozionali o all'esposizione delle motivazioni. Già riguardo ai documenti esaminati nel presente parere, il Comitato avrebbe preferito che vi fosse stata meno filosofia e fosse invece stata presentata una sintesi dei contenuti essenziali.
7.3 Il Comitato raccomanda infine di pubblicare anche una versione di tale documento destinata in particolare alle PMI, adeguata alle loro esigenze specifiche e al loro livello di conoscenza. Inoltre, dovrebbero essere creati centri di consulenza competenti, organizzando ad esempio appositi seminari di formazione per il personale di strutture presenti nel territorio (quali le camere di commercio e industria), in modo che queste possano fungere da uffici informativi.
Bruxelles, 28 marzo 2012
Il presidente del Comitato economico e sociale europeo
Staffan NILSSON
(1) Conclusioni sul tema Mobilità e carriere dei ricercatori europei, 2 999 a sessione del Consiglio – Competitività, Bruxelles, 1o e 2 marzo 2010.
(2) COM(2011) 48 final. In merito cfr. il parere GU C 318 del 29.10.2011, pag. 121.
(3) Cfr. in particolare GU C 48 del 15.2.2011, pag. 129.
(4) COM(2011) 48 final. In merito cfr. il parere GU C 318 del 29.10.2011, pag. 121.
(5) GU C 132 del 3.5.2011, pag. 39.
(6) Cfr. la nota 3.
(7) Cfr. la nota 1.
(8) Parere GU C 44 del 16.2.2008, pag. 1.
(9) Cfr., a titolo di esempio, il sito http://web.worldbank.org.
(10) COM(2011) 885 final.
(11) Parere GU C 21 del 21.1.2011, pag. 49.
(12) Parere GU C 132 del 3.5.2011, pag. 39.
(13) Ibidem.
(14) GU C 182 del 4.8.2009, pag. 40.
(15) Parere GU C 48 del 15 2.2011, pag. 112.
(16) Parere GU C 218 dell'11.9.2009, pag. 8, punto 1.8 e sezione 5.
(17) Si tratta del parere Cfr. pagina 122 della presente Gazzetta ufficiale, che riguarda appunto la proposta di decisione sull'agenda strategica dell'IET (COM(2011) 822 final).
(18) In proposito cfr. in particolare il punto 4.2 del parere GU C 132 del 3.5.2011, pag. 39.
(19) In proposito cfr. in particolare il punto 3.7.2 del parere GU C 132 del 3.5.2011, pag. 39.
(20) Parere GU C 318 del 29.10.2011, pag. 127, in merito alla proposta della Commissione COM(2011) 71 final, COM(2011) 72 final, COM(2011) 73 final e COM(2011) 74 final.
(21) Cfr. il parere GU C 318 del 29.10.2011, pag. 127, punto 3.4.
(22) Cfr. nota 10.
(23) Cfr. anche COM(2011) 931 final. In merito il Comitato elaborerà un parere specifico.
(24) Cfr. al riguardo il sito http://www.iter.org.
(25) Parere GU C 318 del 29.10.2011, pag. 127, punto 4.5.1.
(26) COM(2008) 468 final e GU C 228 del 22.9.2009, pag. 56.
(27) Cfr. già il parere GU C 44 del 29.10.2011, pag. 1, punto 1.3.
(28) Cfr. la nota 1.