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Document 52012AE0155

    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla «Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un meccanismo per lo scambio di informazioni riguardo ad accordi intergovernativi fra gli Stati membri e i paesi terzi nel settore dell'energia» — COM(2011) 540 definitivo — 2011/0238 (COD)

    GU C 68 del 6.3.2012, p. 65–69 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    6.3.2012   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 68/65


    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla «Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un meccanismo per lo scambio di informazioni riguardo ad accordi intergovernativi fra gli Stati membri e i paesi terzi nel settore dell'energia»

    COM(2011) 540 definitivo — 2011/0238 (COD)

    2012/C 68/12

    Relatore: PEEL

    Il Consiglio dell'Unione europea, in data 27 settembre 2011, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 194, paragrafo 2, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

    Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un meccanismo per lo scambio di informazioni riguardo ad accordi intergovernativi fra gli Stati membri e i paesi terzi nel settore dell'energia

    COM(2011) 540 definitivo — 2011/0238 (COD).

    La sezione specializzata Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha adottato il proprio parere in data 20 dicembre 2011.

    Alla sua 477a sessione plenaria, dei giorni 18 e 19 gennaio 2012 (seduta del 18 gennaio), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 177 voti favorevoli, 1 voto contrario e 10 astensioni.

    1.   Raccomandazioni e conclusioni

    1.1   L'energia è essenziale per il nostro tenore di vita e per la qualità della vita (1). Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie con favore la proposta di decisione pubblicata dalla Commissione che istituisce un meccanismo per lo scambio di informazioni riguardo ad accordi intergovernativi fra gli Stati membri e i paesi terzi nel settore dell'energia. Riteniamo che sia un buon passo avanti verso l'attuazione efficace di una politica esterna comune dell'UE in materia energetica, in linea con il Trattato di Lisbona (art. 194 del TFUE (2)), con la strategia Energia 2020 (3) e con le conclusioni in materia di energia del Consiglio europeo del 4 febbraio 2011. Si attende da tempo l'elaborazione di un sistema obbligatorio ed efficiente per lo scambio di informazioni come quello proposto, in cui la Commissione svolga un ruolo attivo laddove gli Stati membri negoziano accordi energetici con i paesi partner.

    1.2   A tal fine, il Comitato accoglie con favore anche l'idea di includere nella proposta di decisione uno scambio di informazioni su tutti gli accordi bilaterali esistenti in materia di energia. La Commissione anticipa che potrebbe trattarsi di una trentina di accordi intergovernativi tra Stati membri e paesi terzi per quanto riguarda il petrolio, di una sessantina per il gas, ma di un numero inferiore nel settore dell'elettricità.

    1.2.1   Il CESE si stupisce che tra la Commissione e gli Stati membri, o tra gli stessi Stati membri, non esista ancora un tale meccanismo di informazione, pur nel pieno rispetto della riservatezza. Riteniamo opportuno osservare che, mentre né la Commissione né i singoli Stati membri possono avere oggi un quadro generale di fronte a un dato partner commerciale, i partner più importanti ce l'hanno senz'altro! È essenziale che l'Europa agisca con una sola voce nel garantire forniture di energia adeguate, stabili e sicure nel prossimo futuro, e che continui a costruire un mercato unico dell'energia efficace. Si stima che la domanda globale di energia - che interessa riserve limitate - potrebbe subire un aumento del 40 % circa nei prossimi 20 anni, dovuto soprattutto a una concorrenza più pressante da parte delle economie emergenti. La situazione potrebbe tuttavia essere complicata ulteriormente dall'adozione di misure non ancora previste intese a contrastare gli effetti del cambiamento climatico.

    1.3   Il Comitato si rallegra che all'articolo 5 della proposta sia prevista la possibilità, per la Commissione, di emettere una dichiarazione ufficiale durante la fase di negoziazione di un accordo che confermi che il progetto non viola le norme del mercato interno, a condizione che tale dichiarazione venga elaborata senza inutili ritardi ed entro la scadenza prevista. Come già evidenziato dal Comitato nel parere su una politica globale dell'UE in materia di investimenti internazionali (4), documento in cui molti dei temi qui sollevati trovano prontamente eco, per gli investitori la certezza giuridica è essenziale.

    1.3.1   Il CESE esprime tuttavia preoccupazione per il fatto che, in base alla proposta, l'assenza di un parere della Commissione entro quattro mesi indicherebbe il suo consenso. Ci rendiamo conto che, da un punto di vista procedurale, per la Commissione non sarebbe né pratico né semplice emettere un consenso formale in ogni singolo caso. Tuttavia, sia perché si tratterebbe di richieste specifiche di valutazione della compatibilità dell'accordo, sia per amor di chiarezza, chiederemmo, ove possibile, di fornire un'indicazione positiva, seppure informale, o un preavviso sufficiente qualora si individui un problema potenziale che richiede indagini più approfondite.

    1.4   Gli accordi sull'energia devono essere guidati da considerazioni strategiche e commerciali. Tenendo conto che è necessario mantenere i principi sia di proporzionalità che di trasparenza, il Comitato si rammarica tuttavia che nella proposta non siano stati inclusi accordi operativi che coinvolgano gli operatori commerciali, specie alla luce del rischio, sottolineato nella relazione (sezione 1) che determinati trasportatori assumano un monopolio, o quasi monopolio, nel settore, che sarebbe contrario alla normativa UE. Il Comitato invita la Commissione ad adottare perlomeno misure attive che le consentano di avere facilmente un pieno accesso a quelle parti degli accordi commerciali che si ritiene abbiano implicazioni normative a livello dell'UE, specialmente laddove si presentino come allegati di accordi intergovernativi. Rileviamo con particolare preoccupazione le potenziali minacce che potrebbero concretizzarsi qualora i partenariati strategici portassero all'adozione forzata di pratiche imposte da paesi terzi, i cui interessi potrebbero rivelarsi pregiudizievoli per l'UE.

    1.4.1   Inoltre, il Comitato sottolinea che i consumatori europei avranno difficoltà a cogliere la differenza, negli accordi di tipo esterno, tra quelli di tipo intergovernativo e quelli di tipo privato, in quanto le conseguenze saranno identiche a livello di tariffe, scelta dei fornitori, mix energetico e altri criteri pertinenti.

    1.4.2   Il Comitato chiede che qualora, come è inevitabile, alcuni fornitori di paesi terzi abbiano interessi strategici e commerciali diversi da quelli dell'UE, si agisca in modo equo ma risoluto. Ci domandiamo quanto sia realizzabile l'intento della Commissione di migliorare l'osservanza delle norme in materia di mercato interno dell'UE da parte di tali fornitori. Nonostante questo, il Comitato ritiene che i negoziati dovrebbero svolgersi, ove possibile, in uno spirito di partenariato, franchezza e fiducia reciproca.

    1.5   Il CESE si rammarica in modo particolare della mancanza di una valutazione d'impatto completa, che avrebbe permesso una migliore e più ampia anticipazione e comprensione delle probabili reazioni degli Stati membri. L'energia è chiaramente una competenza condivisa dalla Commissione e dagli Stati membri, e per molti è strettamente legata alla concezione della sovranità e interpretabile in entrambi i sensi: alcuni vi troveranno un sostegno in più mentre altri vi potrebbero scorgere un'interferenza indebita, e in particolare la perdita del controllo del proprio mandato negoziale e della propria autonomia, percependo il nuovo meccanismo come un tentativo celato di trasferire all'UE le competenze loro spettanti in materia di politica energetica. In quest'ambito la Commissione non esercita le medesime competenze che per gli investimenti, settore in cui si stanno avanzando proposte per un'azione analoga per i trattati bilaterali in materia di investimenti (TBI), ma in cui la cautela sarebbe forse la soluzione migliore nell'interesse di tutti.

    1.5.1   La Commissione dovrebbe dimostrarsi attenta alle riserve degli Stati membri che potrebbero sentirsi minacciati da questo tipo di misure, e affrontare ogni tipo di transizione con cautela, consolidando la consapevolezza che una delle finalità chiave dello scambio di informazioni proposto è rafforzare la posizione negoziale degli Stati membri nei confronti dei paesi terzi. A tale riguardo, sarà essenziale una piena cooperazione con le autorità nazionali di regolamentazione. Il CESE accoglie con favore l'accento posto sul sostegno agli Stati membri durante i negoziati, ritiene tuttavia essenziale che nei primi casi in cui la Commissione si impegnerà attivamente nel corso dei negoziati il suo intervento sia palesemente efficace e dia risultati sufficienti a superare le inevitabili preoccupazioni del caso.

    1.5.2   Il Comitato esorta a chiarire come verrà messo in pratica l'articolo 7 (riservatezza), dato che tutti gli elementi essenziali di un contratto (ivi compresi tariffe e condizioni) sono, in quanto segreti commerciali, di natura riservata. Tale aspetto si rivelerà fondamentale per l'accettazione della decisione. In mancanza di una politica dell'UE per l'energia pienamente consolidata, gli Stati membri e la Commissione devono proseguire l'impegno per costruire un clima di fiducia reciproca tra tutte le parti interessate: la presente proposta può fungere solo da punto di partenza.

    1.6   Il Comitato esprime dubbi circa il fatto che la proposta non abbia, come viene affermato, alcuna incidenza sul bilancio dell'UE. Dato che la politica europea per l'energia diventa sempre più onerosa, non riteniamo plausibile che il frequente monitoraggio e le consultazioni previste possano essere svolti senza ulteriori risorse.

    1.7   Il Comitato raccomanda di eseguire la prima valutazione intermedia non dopo quattro anni, ma dopo due, un periodo già abbastanza lungo da permettere un accumulo di esperienza e di dati sufficienti a valutare l'efficacia del meccanismo.

    1.8   Per quanto riguarda le implicazioni più generali della proposta, affrontate più diffusamente nella comunicazione, il Comitato accoglie con favore l'obiettivo fondamentale della Commissione di rafforzare la dimensione esterna della politica globale dell'UE in materia di energia. L'efficienza energetica, la sicurezza e la stabilità sono chiaramente interdipendenti. Ci rammarichiamo, tuttavia, che il collegamento con i tre obiettivi più consolidati (energia competitiva, sostenibile e sicura) non sia stato invece chiarito del tutto, anche perché energia competitiva e energia sostenibile sono due concetti non sempre compatibili.

    1.8.1   Il Comitato si rammarica inoltre che la proposta affronti soprattutto gli aspetti tecnici e procedurali, senza affrontare invece altri aspetti strettamente collegati (trattati solo in parte nella comunicazione), tra cui le relazioni diplomatiche e i rapporti socioeconomici con i paesi fornitori e di transito.

    1.8.2   Non è chiaro, peraltro, se la proposta in esame sia pienamente collegata e reciprocamente integrata con gli aspetti dell'energia connessi al commercio in senso lato. I negoziati commerciali sono ovviamente appannaggio dell'UE da decenni; risulta che l'energia svolga un ruolo centrale nei negoziati per il primo, pionieristico accordo di libero scambio globale e approfondito, ora prossimo alla conclusione, con l'Ucraina, paese di transito fondamentale per l'UE. Si sta inoltre prendendo in seria considerazione l'avvio di negoziati per accordi simili con i paesi confinanti con l'Unione, tanto nel partenariato orientale, quanto nella regione euromediterranea. Anche in tali accordi l'energia dovrebbe ricoprire un ruolo essenziale.

    1.8.3   Il Comitato raccomanda in modo specifico alla Commissione che, durante i negoziati sugli aspetti globali più importanti per quanto riguarda l'energia del proposto nuovo accordo UE-Russia, un'attenzione particolare venga riservata alla posizione unica dei tre Stati baltici, dato che le loro reti energetiche sono sincronizzate con il sistema russo, non con quelle di un qualsiasi altro sistema dell'UE.

    1.9   Infine, il Comitato esprime un profondo rammarico per la mancanza, sia nella proposta che nella comunicazione, di qualsiasi riferimento a meccanismi di coinvolgimento della società civile. Tale situazione deve essere rettificata. Inoltre, sono in corso di creazione o saranno presto istituiti meccanismi formali per il monitoraggio dell'attuazione degli accordi di libero scambio recentemente conclusi dall'UE, in particolare con la Corea del Sud, mentre è operativo anche un forum della società civile per il partenariato orientale.

    1.9.1   Tuttavia, si accoglie favorevolmente il fatto che il Comitato venga finalmente coinvolto nei lavori della piattaforma tematica del partenariato orientale sull'energia, tanto più che la partecipazione della società civile è già ben consolidata nelle riunioni delle altre tre piattaforme tematiche.

    2.   Contesto

    2.1   Il Consiglio europeo del 4 febbraio 2011 ha convenuto sulla necessità di migliorare il coordinamento delle attività esterne dell'Unione e degli Stati membri nel settore energetico e ha invitato gli Stati membri a informare la Commissione, a decorrere da gennaio 2012, di tutti i loro accordi bilaterali in materia di energia, nuovi ed esistenti, conclusi con i paesi terzi.

    2.2   Nel settembre 2011, la Commissione europea ha pertanto pubblicato due documenti sull'istituzione di una politica energetica esterna dell'UE: la Proposta di decisione che istituisce un meccanismo per lo scambio di informazioni riguardo ad accordi intergovernativi fra gli Stati membri e i paesi terzi nel settore dell'energia  (5) e la comunicazione La politica energetica dell'UE: un impegno con i partner al di là delle nostre frontiere  (6).

    2.3   Il Comitato è stato consultato esclusivamente in merito al documento legislativo, con cui si istituisce il meccanismo per l'attuazione delle conclusioni del Consiglio europeo del febbraio 2011. La comunicazione copre un ambito ben più ampio e si occupa soltanto brevemente della proposta connessa. Il Comitato si rammarica di questa limitazione, poiché la comunicazione tratta numerosi aspetti chiave sui quali avrebbe auspicato formulare delle osservazioni, come ad esempio le energie rinnovabili, l'efficienza energetica e altri elementi attinenti allo sviluppo sostenibile, fino alle relazioni dell'UE con la Russia, la Cina, altre economie in rapida crescita e i paesi in via di sviluppo in generale.

    2.3.1   La Commissione ha precisato che la comunicazione sfocerà in una serie di proposte, di cui la proposta di decisione in oggetto è la prima, e una delle più importanti.

    2.4   Tanto la domanda di energia a livello mondiale quanto la dipendenza dell'UE dalle importazioni di combustibile fossile sono in aumento. Come indicato nella comunicazione, l'UE nel suo complesso importa il 60 % del gas e oltre l'80 % del petrolio che consuma, ed è confrontata a una concorrenza crescente proveniente da altri paesi, in particolare dalle economie emergenti. La domanda di energia a livello mondiale potrebbe aumentare del 40 % nei prossimi 20 anni e il quadro generale potrebbe complicarsi ulteriormente in conseguenza dell'adozione di misure di lotta al cambiamento climatico di cui le attuali previsioni non tengono conto. Molti Stati membri possono fare affidamento soltanto su un numero limitato di fornitori energetici e sono pertanto vulnerabili alle strozzature e alla volatilità dei prezzi, in particolare del gas e del petrolio. Per tali motivi, è assolutamente necessario intervenire quanto prima ponendo la politica energetica esterna dell'UE su basi molto più solide. È essenziale che l'Europa agisca con una sola voce per garantire un approvvigionamento energetico adeguato, stabile e sicuro nel prossimo futuro e al tempo stesso prosegua nella creazione di un mercato unico dell'energia efficiente.

    2.5   Attualmente, sono pochi gli strumenti efficaci disponibili a tal fine. Si prevede che l'energia costituirà un capitolo chiave dell'accordo di libero scambio globale e approfondito che sta per essere concluso tra l'UE e l'Ucraina; inoltre, la Comunità dell'energia disciplina le relazioni dell'UE in materia energetica con nove paesi partner (7) dell'Europa orientale e sudorientale. Per un approccio internazionale strategico di lungo periodo saranno necessarie disposizioni istituzionali molto più strutturate e coerenti. La strategia Energia 2020 dell'UE colloca a giusto titolo il rafforzamento della dimensione esterna della politica energetica dell'UE in cima alla lista delle priorità che la proposta di decisione intende affrontare.

    2.6   La proposta di decisione fa obbligo agli Stati membri di intrattenere uno scambio di informazioni con la Commissione europea sulle loro intenzioni di concludere accordi intergovernativi in campo energetico con paesi terzi. Attraverso un meccanismo di controllo della compatibilità (art. 5), la Commissione desidera assicurare che tali accordi siano in linea con le norme del mercato interno. Un vantaggio importante che ne deriverebbe sarebbe quello di garantire la certezza giuridica per gli investimenti (8). La Commissione sottolinea che il nuovo meccanismo rappresenta una misura di coordinamento volta a sostenere gli Stati membri e ad aumentarne il potere negoziale, non a sostituirsi ad esso o a limitare la possibilità per gli Stati membri di concludere accordi di questo tipo. L'articolo 7 pone in risalto l'esistenza di disposizioni volte a garantire la riservatezza delle informazioni, aspetto estremamente delicato.

    2.7   Il Comitato si rammarica tuttavia del fatto che siano esclusi dal campo d'applicazione della decisione gli accordi tra gli operatori commerciali, in particolare visto il chiaro avvertimento lanciato dalla Commissione a proposito del monopolio o quasi monopolio che otterrebbero determinati trasportatori, e che sarebbe contrario al diritto dell'UE (9). Il Comitato invita la Commissione ad adottare perlomeno delle misure attive che le consentano di avere pieno accesso a quelle parti degli accordi commerciali che si ritiene possano avere implicazioni normative a livello UE, specialmente laddove si presentino come allegati agli accordi intergovernativi.

    3.   Il CESE: un forte appoggio per una politica esterna europea in materia di energia basata sulla sicurezza dell'approvvigionamento

    3.1   Nel marzo del 2011, il Comitato ha lanciato un chiaro appello (10) ad un rapido e progressivo rafforzamento della politica esterna comune dell'Unione europea in materia energetica. In risposta a una richiesta della presidenza ungherese del Consiglio, ha invitato ad adottare misure concrete per un migliore allineamento delle politiche interne ed esterne e per l'applicazione di un approccio integrato e coerente. Allo stesso modo, ha invitato a conferire un ancoraggio istituzionale nuovo al tema dell'energia, a imprimere un indirizzo politico multilaterale e strategico alla politica in materia e a dare attuazione concreta ai partenariati energetici privilegiati con i paesi limitrofi dell'UE.

    3.2   Precedentemente, nel 2009, il Comitato (11) aveva già sollecitato l'elaborazione di una strategia energetica esterna globale per l'UE e di strumenti per una sua efficace attuazione. Con una logica di lungo periodo, aveva identificato nella sicurezza energetica e nella politica sul clima i due pilastri fondamentali delle relazioni internazionali dell'UE in ambito energetico. Aveva messo in risalto l'importanza del terzo pacchetto sull'energia per la diminuzione della dipendenza dell'Unione dai fornitori esterni, sottolineando nel contempo la necessità di incoraggiare una produzione e un utilizzo sostenibili dell'energia nei paesi terzi. Il Comitato aveva inoltre ribadito il solido legame esistente tra energia e politiche commerciali pertinenti e l'obbligo per i paesi partner di applicare le norme di mercato, come la reciprocità, la parità di trattamento, la trasparenza, la tutela degli investimenti e il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani. In un contesto in cui l'energia è destinata a svolgere un ruolo sempre maggiore nelle controversie internazionali, il CESE sottolinea ancora una volta l'urgente necessità di trovare un equilibrio tra gli interessi nazionali degli Stati membri e la voce comune europea.

    3.3   Il Comitato (12) sottolinea inoltre che la promozione delle energie rinnovabili e la diversificazione delle fonti energetiche non possono prescindere da un'azione esterna a livello europeo, soprattutto per la regione euromediterranea; per rispettare la politica dell'Unione sul clima, occorre procedere all'eliminazione graduale delle sovvenzioni dannose per le fonti fossili di energia nei paesi partner, aumentare i finanziamenti per le attività di R&S nei progetti per le energie rinnovabili e promuovere il commercio di beni e servizi a basso consumo energetico.

    4.   Il ruolo della società civile

    4.1   I fallimenti politici che hanno portato alle diffuse rivolte del mondo arabo nel 2011 hanno dimostrato ancora una volta il ruolo centrale della società civile nella transizione democratica, nella riforma costituzionale e nel potenziamento delle istituzioni. Il contributo della società civile e, segnatamente, delle parti sociali sia in questa zona che nei paesi del partenariato orientale (13) deve essere tenuto in debita considerazione al fine di garantire processi decisionali trasparenti e inclusivi, sostenuti dal consenso dell'opinione pubblica. Il Comitato si rammarica profondamente del fatto che né la proposta né la comunicazione in esame fanno riferimento ad alcun meccanismo che copra la partecipazione della società civile, benché le parti sociali siano chiamate a un impegno non indifferente e debbano fornire un feedback essenziale qualora sorgano problemi, e nonostante il riferimento a «progetti industriali congiunti» (14) contenuto nella comunicazione. Tuttavia, si accoglie favorevolmente il fatto che il Comitato venga finalmente coinvolto nei lavori della piattaforma tematica del partenariato orientale sull'energia, tanto più che la partecipazione della società civile è già ben consolidata nelle riunioni delle quattro altre tre piattaforme tematiche.

    4.2   Inoltre, sono in corso di creazione o saranno presto istituiti meccanismi formali per il monitoraggio dell'attuazione degli accordi di libero scambio recentemente conclusi dall'UE, in particolare con la Corea del Sud, mentre è operativo anche un forum della società civile per il partenariato orientale. La voce della società civile è altrettanto importante anche per le questioni energetiche. La voce della società civile deve comprendere quella degli stessi consumatori, i quali spesso subiscono in modo sproporzionato le conseguenze di un cattivo funzionamento del mercato. Questo serve, non da ultimo, a garantire una maggiore trasparenza e influenza nonché una migliore educazione dei cittadini.

    5.   Considerazioni strategiche generali

    5.1   Il Comitato condivide pienamente l'intento della Commissione di svolgere un ruolo guida nell'istituzione di una strategia energetica esterna globale e coordinata dell'UE e si appella agli Stati membri affinché sostengano questo suo impegno, in uno spirito di solidarietà e di reciproca fiducia.

    5.2   Il CESE ritiene che la solidarietà sia la pietra angolare di una politica energetica comune dell'UE, specie per assistere gli Stati membri che non detengono il potere contrattuale sufficiente per garantire forniture di energia a prezzi equi e sostenibili.

    5.3   Come noto, oltre a essere un importante consumatore di energia l'UE è anche un importante fornitore di tecnologie e vanta alcuni dei più elevati standard al mondo in materia di trasparenza e regolamentazione dei mercati, ivi compresa la sicurezza nucleare e di altre fonti energetiche.

    5.4   Il Comitato prende atto dei dati indicati nella comunicazione (15), secondo cui la Russia, la Norvegia e l'Algeria forniscono l'85 % delle importazioni di gas naturale e quasi il 50 % delle importazioni di greggio dell'UE (i paesi dell'OPEC forniscono circa il 36 % di queste ultime). La Russia svolge inoltre un ruolo di primo piano nella fornitura all'UE di carbone e uranio.

    5.5   Sullo sfondo di un aumento vertiginoso della domanda di energia nei prossimi 20 anni, tanto l'accesso alle materie prime quanto quello alle risorse energetiche assumono per l'UE un'importanza strategica fondamentale. Il CESE raccomanda l'istituzione di partenariati strategici con i principali soggetti globali che operano in campo energetico (fornitori, paesi di transito, consumatori), i quali dovrebbero prevedere una cooperazione per il miglioramento della redditività e l'adozione di tecnologie a basse emissioni di carbonio, nonché la promozione dell'efficienza e del rinnovo energetici, con un maggiore accento (16) sulla sicurezza dell'approvvigionamento. In particolare, il CESE attende con interesse l'imminente stipula dell'accordo con l'Ucraina, che dovrebbe coprire la sicurezza e la continuità degli approvvigionamenti, la tariffazione e altre questioni chiave.

    5.6   Premesso che ciò si rivelerà particolarmente rilevante per il futuro della politica commerciale dell'UE, il CESE accoglie con favore anche il riferimento che la comunicazione fa a un più stretto collegamento tra la politica energetica e le politiche riguardanti lo sviluppo dell'Unione, l'allargamento, gli investimenti e le relazioni internazionali in generale. Uno degli obiettivi principali del Trattato di Lisbona è quello di rendere più coesa la gestione di questi diversi settori della politica europea; ora è essenziale che anche la politica energetica dell'UE sia perfettamente coordinata con queste politiche, non da ultimo per quanto riguarda lo sviluppo economico e sociale sostenibile dei paesi in via di sviluppo.

    5.7   Il CESE auspica che tutti i partner della Comunità dell'energia si adoperino per soddisfare e rispettare le regolamentazioni del mercato interno dell'energia. Esprime preoccupazione riguardo all'analisi critica pubblicata dalla Commissione nel marzo scorso sui risultati conseguiti da tale Comunità (17). Sussiste ancora un divario considerevole tra l'impegno politico e l'effettiva attuazione dell'acquis energetico da parte dei membri della Comunità dell'energia, criticati dalla Commissione per aver mantenuto architetture di mercato obsolete, che ostacolano gli investimenti e distorcono la concorrenza, continuando ad avvantaggiare i fornitori pubblici attraverso prezzi regolamentati. Il CESE si interroga dunque su quali siano gli strumenti più indicati per consentire all'UE di gestire meglio le sue relazioni con i partner più distanti e se occorra discostarsi dal sistema di relazioni fornitore-acquirente per passare piuttosto a una maggiore convergenza dei mercati dell'energia.

    5.8   Poiché la Russia è attualmente il primo fornitore di energia dell'UE, il Comitato esorta la Commissione a proseguire alacremente i lavori per pervenire a un nuovo accordo UE-Russia, che dovrà includere un accordo globale per l'energia. La Russia, a sua volta, dipende allo stesso modo dalle dimensioni del mercato offerto dall'UE. Un tale accordo costituirebbe un notevole passo avanti e una tappa essenziale verso un'azione comune dell'Unione nelle relazioni esterne in materia di energia.

    5.8.1   Nel negoziare tale accordo, occorre prestare particolare attenzione alla situazione specifica degli Stati baltici, dove le reti elettriche sono sincronizzate con il sistema russo ma non con quello dell'UE, con il risultato che la stabilità a la regolazione della frequenza dei sistemi elettrici di questi tre paesi dipende esclusivamente dalla Russia.

    5.9   Anche l'Algeria, la Libia e la regione euromediterranea nel complesso continuano a rappresentare una zona vitale per la cooperazione esterna nel settore energetico.

    5.10   Infine, il Comitato riconosce che l'Asia centrale (18) dispone di «cospicue risorse energetiche, che offrono all'Europa fonti di approvvigionamento aggiuntive e complementari (ma non alternative)», sottolinea che il ricorso a tale canale dovrebbe basarsi su considerazioni pratiche ed economiche e raccomanda «un'interazione ravvicinata e reciproca tra lo sviluppo dei rapporti UE-Asia centrale da un lato e il coinvolgimento dell'UE con la Russia, la Cina e la Turchia dall'altro». La Cina, altro grande consumatore di energia, riveste una particolare importanza; anche con questo paese è pertanto essenziale porre l'accento su una più serrata cooperazione in materia di energia, tecnologie e cambiamento climatico.

    Bruxelles, 18 gennaio 2012

    Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

    Staffan NILSSON


    (1)  Giles Chichester, deputato europeo, ex presidente di commissione al Parlamento europeo, ottobre 2011.

    (2)  Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.

    (3)  COM(2010) 639 definitivo.

    (4)  GU C 318 del 29.10.11, pagg. 150-154.

    (5)  COM(2011) 540 definitivo.

    (6)  COM(2011) 539 definitivo.

    (7)  Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Moldova, Serbia Montenegro, Ucraina e Kosovo.

    (8)  Ovviamente, questo deve essere in accordo con le nuove e vaste competenze e politiche in materia di investimenti stabilite dal Trattato di Lisbona – si veda il parere del Comitato GU C 318 del 29.10.2011, pag. 150.

    (9)  Relazione (capitolo 1) del documento COM(2011) 540 definitivo.

    (10)  GU C 132 del 3.5.2011, pagg. 15-21.

    (11)  GU C 182 del 4.8.2009, pag. 8.

    (12)  GU C 376 del 22.12.2011, pag. 1.

    (13)  Ucraina, Moldova, Georgia, Armenia, Azerbaigian e Bielorussia.

    (14)  Capitolo 1.3, pag. 7.

    (15)  COM(2011) 539 definitivo, pag. 9 (nota a piè di pagina n. 20).

    (16)  GU C 318 del 29.10.2011, pag. 150.

    (17)  COM(2011) 105 definitivo.

    (18)  GU C 248 del 25.8.2011, pag. 49.


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