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Document 52009IP0164

Dimensione urbana della politica di coesione Risoluzione del Parlamento europeo del 24 marzo 2009 sulla dimensione urbana della politica di coesione nel nuovo periodo di programmazione (2008/2130(INI))

GU C 117E del 6.5.2010, p. 73–78 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

6.5.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 117/73


Martedì 24 marzo 2009
Dimensione urbana della politica di coesione

P6_TA(2009)0164

Risoluzione del Parlamento europeo del 24 marzo 2009 sulla dimensione urbana della politica di coesione nel nuovo periodo di programmazione (2008/2130(INI))

2010/C 117 E/12

Il Parlamento europeo,

visti gli articoli 158 e 159 del trattato CE,

visto il primo programma d’azione per l’attuazione dell’agenda territoriale dell’Unione europea («Primo programma d’azione»), adottato al consiglio informale dei ministri responsabili per la pianificazione territoriale e lo sviluppo, tenutosi a Ponta Delgada (Azzorre) il 23 e 24 novembre 2007,

vista l’Agenda territoriale dell’Unione Europea - Verso un’Europa più competitiva e sostenibile composta da regioni diverse (Agenda territoriale) e la carta di Lipsia sulle città europee sostenibili (Carta di Lipsia), entrambe adottate al Consiglio informale dei ministri responsabili per la pianificazione territoriale e lo sviluppo urbano, tenutosi a Lipsia il 24 e 25 maggio 2007,

visto l’accordo di Bristol, adottato al Consiglio informale dei ministri sulle comunità sostenibili, tenutosi a Bristol il 6 e 7 dicembre 2005,

visto l’«acquis urbano» adottato al Consiglio informale dei ministri responsabili per la coesione territoriale, tenutosi a Rotterdam il 29 novembre 2004,

vista la nuova Carta di Atene del 2003, proclamata a Lisbona il 20 novembre 2003 in occasione del Consiglio europeo degli urbanisti e la sua visione del futuro delle città europee,

visto il programma d’azione di Lille, adottato al Consiglio informale dei ministri responsabili per l’urbanismo, tenutosi a Lille il 3 novembre 2000,

visto lo schema di sviluppo dello spazio europeo (SSSE), adottato al Consiglio informale dei ministri responsabili per la pianificazione territoriale, tenutosi a Potsdam l’11 maggio 1999,

vista la Carta delle città europee verso la sostenibilità, approvata alla Conferenza europea sulle città sostenibili, tenutasi ad Aalborg, in Danimarca, il 27 maggio 1994,

vista la comunicazione della Commissione, del 6 ottobre 2008, dal titolo «il Libro verde sulla coesione territoriale: trasformare la diversità territoriale in un punto di forza» (COM(2008)0616),

vista la comunicazione della Commissione, del 19 giugno 2008, dal titolo «Quinta relazione sulla coesione economica e sociale: regioni in crescita, Europa in crescita» (COM(2008)0371),

vista la comunicazione della Commissione, del 14 maggio 2008, dal titolo «I risultati delle trattative relative alle strategie e ai programmi delle politiche di coesione per il periodo di programmazione 2007-2013» (COM(2008)0301),

vista la comunicazione della Commissione, del 30 maggio 2007, dal titolo «Quarta relazione sulla coesione economica e sociale» (COM(2007)0273),

vista la guida della Commissione «La dimensione urbana nelle politiche comunitarie per il periodo 2007-2013», adottata il 24 maggio 2007,

visto il documento di lavoro della Commissione «La dimensione territoriale e urbana nei quadri di riferimento strategici nazionali e nei programmi operativi (2007 – 2013): una prima valutazione», del maggio 2007,

vista la comunicazione della Commissione, del 13 luglio 2006, dal titolo «La politica di coesione e le città: il contributo delle città e degli agglomerati urbani alla crescita e all'occupazione all'interno delle regioni» COM(2006)0385),

vista la decisione 2006/702/CE del Consiglio, del 6 ottobre 2006, sulle linee guida della strategia comunitaria sulla coesione (1),

vista la comunicazione della Commissione, del 5 luglio 2005, dal titolo «La politica di coesione a supporto della crescita e dell’occupazione: orientamenti strategici comunitari, 2007-2013» (COM(2005)0299),

vista la comunicazione della Commissione, del 14 giugno 2002, dal titolo «La programmazione dei fondi strutturali 2000-2006: una valutazione iniziale dell’iniziativa urbana» (COM(2002)0308),

vista la comunicazione della Commissione, del 6 maggio 1997, dal titolo «La problematica urbana» (COM(1997)0197),

visti i risultati del programma (Osservatorio in rete dell'assetto del territorio europeo) 2006 e il programma ORATE approvato per il 2013,

visti i risultati dei progetti pilota urbani (1989-1999), l’iniziativa comunitaria URBAN I (1994-1999) e URBAN II (2000-2006),

viste le informazioni della banca dati dell’Audit urbano che fornisce dati statistici a partire da 330 indicatori in 358 città europee,

vista la sua risoluzione del 21 febbraio 2008 sul seguito dell’agenda territoriale e della Carta di Lipsia: «Verso un programma di azione europeo per lo sviluppo spaziale e la coesione territoriale» (2),

vista la sua risoluzione del 10 maggio 2007 sugli alloggi e la politica regionale (3),

vista la sua risoluzione del 13 ottobre 2005 sulla dimensione urbana nel contesto dell’allargamento (4),

visto l'articolo 45 del suo regolamento,

vista la relazione della commissione per lo sviluppo regionale (A6-0031/2009),

A.

considerando che, sebbene le questioni urbanistiche rientrino nell’ambito delle responsabilità delle autorità nazionali, regionali e locali, le aree urbane svolgono comunque un ruolo centrale nell’attuazione effettiva delle strategie di Lisbona e Göteborg e sono quindi considerate un’importante priorità nel contesto della politica di coesione, della quale sono responsabili le istituzioni dell’Unione europea,

B.

considerando che gli obiettivi dell’Unione europea sanciti nella carta di Lipsia sono volti ad assicurare un approccio integrato all’attuazione delle politiche di sviluppo urbano al fine di creare zone urbane di elevata qualità, di modernizzare le reti dei trasporti, dell’energia e dell’informazione, e di incoraggiare l’apprendimento permanente, la formazione e l’innovazione, in particolare nelle città e nelle aree interne più svantaggiate,

C.

considerando che il processo di elaborazione di una «check-list» flessibile, adattabile e dinamica per l'attuazione della Carta di Lipsia – condizione preliminare fondamentale per rispondere ai bisogni particolarmente variegati delle diverse città europee – avviata già dalla Presidenza francese, da un lato, e l'ulteriore elaborazione, da parte di ogni Stato membro, di piani di sviluppo urbano integrato, dall'altro, possono rivelarsi utilissimi per fornire informazioni sulle diverse situazioni e permettere quindi l'attuazione di iniziative calibrate su obiettivi precisi,

D.

considerando la necessità di operare una distinzione tra città e aree urbane,

E.

considerando che nonostante l’80 % dei 492 milioni di cittadini dell’Unione europea vive nelle città, l’Unione si caratterizza per il suo sviluppo policentrico, e che esistono tuttavia delle differenze significative tra gli Stati membri in merito alla distribuzione demografica nelle zone urbane, suburbane e rurali e anche i problemi connessi alla rappresentanza piuttosto scarsa degli interessi e delle necessità della popolazione urbana nei programmi operativi dei fondi strutturali,

F.

considerando che le aree urbane generano tra il 70 e l'80 per cento del PIL comunitario e che le città sono riconosciute come centri di innovazione e motore dello sviluppo regionale, nazionale e comunitario,

G.

considerando, tuttavia, che le città sono responsabili di oltre il 75 % del consumo mondiale di energia e che generano l'80 % dei gas ad effetto serra a motivo della produzione di energia, del traffico, delle industrie e del riscaldamento,

H.

considerando che la tendenza all'inurbamento è amplificata dalle migrazioni interne verso le capitali e le altre metropoli; che la crescita della popolazione che ne risulta rappresenta un immenso fardello per le città che si ingrandiscono, dato che devono gestire la crescita esponenziale dei bisogni in termini di trattamento dei rifiuti, alloggi, istruzione ed occupazione e considerando che questa tendenza in aumento all’inurbamento costituisce una grande sfida per le aree rurali che devono far fronte alla perdita di capitale umano, manodopera, consumatori e studenti,

I.

considerando che il recente allargamento dell’Unione europea ha portato ad un aumento straordinario delle disparità regionali e del numero di città interessate dal fenomeno di degrado urbano,

J.

considerando che, malgrado i diversi contesti politici, istituzionali e costituzionali degli Stati membri, le città comunitarie si trovano di fronte a sfide e opportunità comuni, cosa che sottolinea la necessità di dati statistici dettagliati e di cooperazione reciproca e lo scambio di buone prassi in modo che le città europee possano far fronte alla concorrenza internazionale,

K.

considerando che lo sviluppo territoriale dell’Unione europea è chiamato ad affrontare le sfide di una ristrutturazione economica, delle notevoli fluttuazioni sul mercato del lavoro, di congestionamento del traffico e di trasporti inaccessibili, della limitatezza del territorio utilizzabile in seguito all’espansione urbana, dell’invecchiamento e del calo della popolazione, dello spopolamento delle zone rurali e dei piccoli centri a vantaggio delle grandi agglomerazioni urbane, dell’esclusione sociale, dei crescenti tassi di criminalità, della ghettizzazione di alcuni quartieri urbani, di bassi redditi familiari, del peggioramento della qualità della vita nelle zone più svantaggiate, degli insufficienti parcheggi e aree di svago, dell'inquinamento ambientale, della gestione dell'acqua, dei rifiuti e dei residui nonché dell'esigenza di garantire l’approvvigionamento e l’utilizzazione efficace dell’energia,

L.

considerando che una governance coordinata e in particolare una governance elettronica con il supporto di tutti i soggetti partecipanti potrebbero attenuare notevolmente i problemi esistenti, permettendo di affrontare il fenomeno dell’espansione urbana in modo integrato, prendendo in considerazione le aree suburbane e quelle situate in prossimità delle zone rurali, e in linea con l’approccio moderno alla pianificazione urbana, che comprende ad esempio una crescita intelligente, una nuova pianificazione urbana e un’urbanizzazione attenta,

M.

considerando che le attività per lo sviluppo urbano promuovono in particolare la partecipazione delle piccole e medie imprese (PMI), in particolare nel settore dei servizi, e che la politica di coesione è sempre più tesa alla promozione dei vantaggi competitivi delle città,

N.

considerando che le PMI, in particolare le piccole e micro imprese nonché le attività artigianali e commerciali, rappresentano una risorsa fondamentale per il mantenimento delle attività nei centri urbani e dell'equilibrio nei quartieri cittadini, e che le politiche urbane in materia di trasporti, di attività commerciali, di transazione fondiaria e di rilancio delle strutture abitative o, al contrario, l'assenza di politiche equilibrate in questi settori hanno spesso determinato la scomparsa delle attività economiche e la rarefazione delle attività di servizi alle persone,

O.

considerando l'opportunità di continuare a rafforzare il partenariato tra le zone urbane e le zone rurali, dato che le prime sono vocate ad assolvere ad un ruolo importante nello sviluppo armonioso e integrato delle loro periferie in un'ottica di coesione territoriale e di sviluppo regionale equilibrato,

1.

sottolinea l’importanza di uno sviluppo urbano sostenibile e del contributo delle aree urbane allo sviluppo regionale e invita la Commissione a valutare, a misurare, a creare dei benchmark e a discutere periodicamente dell’impatto delle politiche comunitarie sulla situazione economica e sociale - in particolare per quanto riguarda i problemi dell'istruzione e sanitari - nonché sulla situazione sanitaria, ambientale, dei trasporti e della sicurezza nelle aree urbane;

2.

deplora che gli Stati membri siano invitati e non obbligati ad inserire lo sviluppo urbano sostenibile tra le priorità strategiche; esprime, di conseguenza, la sua preoccupazione per il fatto che alcuni Stati membri non prendano nella dovuta considerazione la questione della dimensione urbana nell'attuazione della politica di coesione, e invita la Commissione e gli Stati membri, in cooperazione con le autorità regionali e locali, ad analizzare e valutare l’impatto del mainstreaming dell’iniziativa URBAN e a procedere ad un monitoraggio e controllo periodico dell’utilizzo dei fondi comunitari nelle aree urbane;

3.

richiama l'attenzione sulle esperienze positive dell'iniziativa comunitaria URBAN in termini di partenariato, procedura integrata e approccio ascendente in quanto hanno contribuito ampiamente all'efficacia e all'adeguatezza dei progetti sostenuti; chiede che tali conquiste siano prese in considerazione nella dimensione urbana dell'aiuto fornito dai fondi strutturali e che meccanismi analoghi siano ripresi nel finanziamento generale disponibile per lo sviluppo urbano sostenibile onde permettere ad un maggior numero di città di beneficiarne;

4.

è del parere che sarebbe inopportuno e anche problematico adottare una definizione comune di «aree urbane» e del termine «urbano» in generale, essendo difficile raggruppare la varietà di situazioni presenti all’interno degli Stati membri e delle regioni; ritiene pertanto che la definizione e la designazione obbligatorie delle aree urbane debbano rimanere di competenza degli Stati membri, in conformità con il principio di sussidiarietà in base ai comuni indicatori europei;

5.

invita gli Stati membri ad adottare tutte le misure necessarie a sostenere le loro capitali e le altre metropoli negli sforzi da esse spiegati per far fronte alle nuove sfide derivanti dall'inurbamento e dall'aumento della popolazione, in particolare in termini di gestione dei rifiuti, degli alloggi, dell'occupazione e dell'istruzione; a un livello più generale ritiene che le fluttuazioni demografiche provocano sfide sia per le zone rurali che per quelle urbane connesse con il mercato della manodopera e anche con i settori dell'istruzione e della riqualificazione di ex lavoratori colpiti dalla disoccupazione e connessi anche con lo spopolamento delle aree rurali;

6.

ritiene, in tale contesto, e tenendo conto dell'evidenza che, per natura, i diversi meccanismi costituzionali degli Stati membri non sono compatibili con metodologie armonizzate malgrado l'efficacia dei vari livelli di governance, che sarebbe utile che gli Stati membri definissero, se del caso attraverso consultazioni pubbliche, caso per caso, la dimensione urbana quale essi la concepiscono, per rafforzare l'armonizzazione interna ed accrescere l'interazione con la Commissione;

7.

sottolinea che, nelle città, gli Stati membri hanno facoltà di delegare la gestione dei Fondi strutturali destinati all'attuazione di azioni miranti a realizzare uno sviluppo urbano sostenibile; considera che la subdelega abbia un duplice valore aggiunto: da un lato sarebbe molto più efficiente per la crescita regionale ed europea che le città si assumessero l’intera responsabilità dalla pianificazione all’attuazione dell’azione intrapresa, rispondendo alle rigorose sfide locali e, d’altro lato, costituirebbe un importante strumento per migliorare la capacità amministrativa della gestione locale; si rammarica, tuttavia, del fatto che l’opportunità rappresentata dallo strumento della subdelega, ove possibile attraverso lo stanziamento di fondi a favore delle autorità municipali nell’ambito dei programmi operativi finanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), non sia stata sinora pienamente utilizzata e ritiene opportuno valutare la possibilità di fare delle aree urbane un intermediario e di incoraggiare tale azione nel contesto della governance multilivello nel prossimo periodo di programmazione; ritiene inoltre che la dimensione urbana e il meccanismo della subdelega dovrebbero rivestire carattere obbligatorio nell’ambito delle politiche regionali; è tuttavia opportuno evitare che il trasferimento di competenze comporti la frammentazione della politica regionale, e quindi il metodo utilizzato per la subdelega deve essere definito attentamente;

8.

evidenzia l’importanza di un approccio integrato alla pianificazione e allo sviluppo urbano; propone che qualsiasi sostegno pubblico allo sviluppo urbano debba basarsi su piani di sviluppo integrati; chiede che l'approccio integrato divenga quanto prima, e comunque entro il prossimo periodo di programmazione, una condizione vincolante per la concessione di risorse dei fondi strutturali e di prestiti della Banca europea per gli investimenti; invita la Commissione a elaborare delle linee guida che contengano raccomandazioni ed esempi di buona prassi in materia di piani di sviluppo urbano integrato e a favorire anche lo scambio di buone pratiche tra le autorità nazionali, regionali e locali;

9.

invita gli Stati membri ad accordare, nei loro quadri strategici di riferimento e programmi operativi nazionali, la priorità al finanziamento di progetti che realizzino piani di gestione urbana sostenibile;

10.

raccomanda che i piani di gestione urbana sostenibile includano almeno alcuni dei seguenti elementi: il piano dei rifiuti, la mappa dei rumori e i piani d'azione, i programmi locali di inquinamento atmosferico ed ambientale, le prospettive di crescita demografica, la richiesta di nuove zone urbanizzate, il recupero dei terreni incolti e degli edifici abbandonati, la riabilitazione dei quartieri in declino e delle zone deindustrializzate, la disponibilità e l'accessibilità dei servizi pubblici, la struttura urbana e la proporzione di zone verdi, le facilitazioni per le persone disabili, la valorizzazione del patrimonio culturale, storico e naturale, la stima del fabbisogno di acqua ed elettricità e il loro utilizzo efficiente, la disponibilità di trasporti pubblici, la gestione efficace del traffico, l'integrazione dei gruppi vulnerabili (migranti, minoranze, persone con basse qualifiche, persone disabili, donne, ecc.), disponibilità di alloggi dignitosi a prezzi accessibili e i piani di lotta contro la delinquenza;

11.

è del parere che sarà possibile elaborare dei piani di sviluppo urbano integrato soltanto se si potrà disporre di risorse sufficienti destinate alla promozione di uno sviluppo urbano sostenibile e, conseguentemente, raccomanda che le risorse disponibili siano impiegate per la realizzazione di interventi specifici; propone lo stanziamento, nell’ambito dell’assegnazione dei fondi strutturali, di una quota minima per ogni abitante delle aree urbane per tutto il periodo di programmazione, il cui importo va fissato ad un livello tale che il suo frazionamento non rappresenti un onere irrealistico per le regioni;

12.

ribadisce l’impellente necessità di promuovere la governance urbana verticale ed orizzontale e richiama l’attenzione degli Stati membri sulla pressante necessità di adottare un approccio integrato nell’attuazione delle politiche per lo sviluppo urbano (che tratta questioni fondamentalmente connesse alla vita quotidiana dei cittadini quali i trasporti, i servizi pubblici, la qualità della vita, i posti di lavoro e le attività economiche locali, la sicurezza ecc.), coinvolgendo i governi nazionali, le autorità regionali e locali e tutti gli altri soggetti partecipanti pubblici e privati, sulla base del principio di partenariato;

13.

riconosce la difficoltà delle autorità urbane nel conciliare i domini dei finanziamenti del Fondo sociale europeo (FSE) con la promozione dello sviluppo sociale ed economico e i finanziamenti dell’FESR con la programmazione degli investimenti alle infrastrutture; ritiene che il principio «programma unico, fondo unico» andrebbe rivisto e che le autorità locali e regionali dovrebbero sfruttare meglio le sinergie connesse con gli aiuti FESR e FSE rafforzando la promozione integrata; nel lungo termine, esorta la Commissione a valutare la possibilità di effettuare una fusione dei due fondi se ciò potesse garantire la semplificazione delle procedure;

14.

è a favore dell’idea del principio rotativo del programma JESSICA e dell’utilizzo del suo potenziale per la promozione economica delle aree urbane e ritiene che la politica regionale da perseguire durante il prossimo periodo di programmazione debba avvalersi di più dei meccanismi di ingegneria finanziaria come i crediti rotativi, in grado di offrire prestiti vantaggiosi, invece di contare unicamente su sovvenzioni, come avviene ora;

15.

prende atto del potenziale sviluppo urbano del settore privato e ritiene opportuno un ricorso sistematico a partenariati pubblici-privati onde promuove l'istituzione di schemi e progetti di finanziamento innovativo per affrontare i principali problemi socioeconomici delle aeree urbane, in particolare per la costruzione di infrastrutture e di alloggi; ricorda che tale approccio richiede regole di condotta chiare e trasparenti, in particolare per quanto riguarda l'azione degli enti pubblici, dovendo questi adottare, in base al principio di sussidiarietà, decisioni strategiche sulla scelta di metodi per la fornitura di servizi, la definizione di specifiche e il mantenimento di un certo livello di controllo;

16.

mette in evidenza gli aspetti amministrativi e relativi all'attuazione della dimensione urbana e chiede un maggior impegno al fine di semplificare la normativa che disciplina la politica di coesione e lo snellimento generale delle procedure burocratiche in materia di gestione e controllo dei fondi e dei singoli progetti;

17.

nota che, oltre alla politica di coesione, vi sono altre politiche comunitarie che prevedono un sostegno finanziario alle aree urbane e pertanto chiede alla Commissione di elaborare e di proporre un maggior coordinamento delle politiche interessate, che riunirebbe tutte le risorse stanziate dall’Unione europea a favore delle aree urbane, tenendo così conto della politica di coesione e garantendo al contempo l'attuazione concreta di un approccio integrato;

18.

ritiene che le strutture di governance esistenti negli Stati membri siano inadeguate a favorire una cooperazione orizzontale e sollecita la Commissione europea a promuovere il principio di struttura di gestione intersettoriale;

19.

chiede che vengano impiegate le attuali risorse finanziarie, umane e organizzative in modo più efficiente per creare e rafforzare le reti tessute da metropoli e città nell’ambito di uno sviluppo urbano sostenibile, dato il ruolo centrale svolto dai centri urbani nella cooperazione territoriale; sottolinea a tale riguardo la necessità di disporre di infrastrutture atte a sostenere il mantenimento di caratteristiche particolari (ad esempio risorse storiche), la modernizzazione (ad esempio poli di innovazione), la crescita economica (ad esempio PMI) e le attività stagionali ed esorta inoltre la Commissione a rafforzare la posizione delle aree urbane nell’ambito dell’iniziativa «Regioni per il cambiamento economico»;

20.

nota che una buona applicazione della politica di sviluppo regionale e una strategia di sviluppo territoriale sostenibile richiedono misure equilibrate a favore delle zone urbane, suburbane e rurali e di conseguenza influenzano lo sviluppo della reale coesione regionale; ribadisce il fatto che la politica di sviluppo rurale ha un impatto territoriale significativo e che non è stata ancora raggiunta una sufficiente integrazione tra le politiche urbane e quelle di sviluppo rurale; sottolinea la necessità di una forte sinergia tra suddette politiche al fine di far emergere il vero potenziale di sviluppo e la promozione di aree attrattive e concorrenziali; invita gli Stati membri e le regioni ad avvalersi dello strumento dei partenariati urbani-rurali per giungere allo sviluppo territoriale equilibrato da essi perseguito;

21.

esorta la Commissione a sviluppare e ad aggiornare regolarmente l’audit urbano e, al contempo, a fornire informazioni sulla situazione del divario urbano-rurale in tutti gli Stati membri, al fine di delineare un quadro chiaro della situazione e individuare gli interventi specifici da attuare per uno sviluppo rurale e urbano equilibrato;

22.

raccomanda l'istituzione, da parte della Commissione e degli Stati membri, di un gruppo europeo di alto livello sullo sviluppo urbano e l'applicazione del metodo aperto di coordinamento alla politica di sviluppo urbano a livello di Unione europea;

23.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.


(1)  GU L 291 del 21.10.2006, pag. 11.

(2)  Testi approvati, P6_TA(2008)0069.

(3)  GU C 76 E del 27.3.2008, pag. 124.

(4)  GU C 233 E del 28.9.2006, pag. 127.


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