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Document 52008IP0312

    Protrarsi della detenzione di prigionieri politici Risoluzione del Parlamento europeo del 19 giugno 2008 sul protrarsi della detenzione di prigionieri politici in Birmania

    GU C 286E del 27.11.2009, p. 49–51 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    27.11.2009   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    CE 286/49


    Giovedì 19 giugno 2008
    Protrarsi della detenzione di prigionieri politici

    P6_TA(2008)0312

    Risoluzione del Parlamento europeo del 19 giugno 2008 sul protrarsi della detenzione di prigionieri politici in Birmania

    2009/C 286 E/12

    Il Parlamento europeo,

    viste le sue precedenti risoluzioni sulla Birmania, in particolare quelle del 24 aprile 2008 (1) e del 27 settembre 2007 (2),

    viste le conclusioni del Consiglio del 29 aprile 2008 sulla Birmania/Myanmar, adottate dal Consiglio «Affari generali e relazioni esterne» (CAGRE) a Lussemburgo, e la posizione comune 2006/318/PESC del Consiglio, del 27 aprile 2006, che rinnova le misure restrittive contro la Birmania/Myanmar (3),

    vista la relazione del 3 giugno 2008 del Relatore speciale dell’ONU sulla situazione dei diritti umani in Birmania, Tomás Ojea Quintana, concernente l’attuazione delle risoluzioni S-5/1 e 6/33 del Consiglio delle Nazioni Unite,

    visto l’articolo 115, paragrafo 5, del suo regolamento,

    A.

    considerando che Aung San Suu Kyi, Segretario generale della Lega nazionale per la democrazia (NLD), ha passato tredici degli ultimi diciotto anni agli arresti domiciliari come prigioniero politico; considerando che altre 1900 persone sono detenute in condizioni atroci solo per aver espresso il desiderio di portare la democrazia in Birmania e per aver protestato contro il referendum costituzionale e considerando che non è ancora stata fatta chiarezza sulle sorti di dozzine di persone che hanno partecipato alle proteste guidate dai monaci nel settembre 2007 e che ancora restano disperse,

    B.

    considerando che con l’estensione degli arresti domiciliari di Aung San Suu Kyi la giunta sta violando la sua propria legislazione (legge dello Stato sulla protezione del 1975) che sancisce che nessuno può essere detenuto senza accuse o processo per più di cinque anni, e considerando che il regime continua a resistere alle pressioni internazionali per il rilascio di prigionieri politici ingiustamente detenuti nelle carceri birmane,

    C.

    considerando che, lungi dal dare ascolto all’appello del Segretario generale delle Nazioni Unite per il rilascio dei prigionieri, il 10 giugno 2008 il regime birmano di fatto ha arrestato altre 16 persone, vittime del ciclone Nargis, per il reato di essersi presentate presso gli uffici del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo e avere chiesto assistenza umanitaria,

    D.

    considerando che l’11 giugno 2008 giornali ufficiali della giunta militare birmana, inclusa la pubblicazione portavoce del regime The New Light of Myanmar, hanno chiesto la fustigazione pubblica di Aung San Suu Kyi, e considerando che la giunta militare ha rifiutato di prendere le distanze da questo vergognoso suggerimento,

    E.

    considerando che nelle prime ore del 3 maggio 2008, dopo che il fumo ha seminato il panico tra i detenuti, nel momento in cui il ciclone Nargis ha colpito la prigione di Insein a Rangoon, soldati e polizia antisommossa hanno aperto il fuoco sui prigionieri, uccidendo illegalmente e senza motivo 36 persone e ferendone 70, secondo le stime,

    F.

    considerando che l’esperto dell’ONU per i diritti umani in Birmania ha chiesto che la giunta al potere conduca indagini sui suoi militari che, secondo informazioni riportate, avrebbero ucciso a colpi di arma da fuoco un certo numero di detenuti durante il ciclone che ha colpito la regione lo scorso mese, e considerando che il regime si è rifiutato di autorizzare qualsiasi indagine di questo tipo,

    G.

    considerando che gruppi attivi nel campo dei diritti umani riferiscono che dal 20 maggio 2008 le autorità birmane hanno intensificato gli sforzi per rimuovere i sopravvissuti al ciclone da ricoveri temporanei come scuole e monasteri e costringerli a fare rientro alle loro abitazioni, anche se queste sono crollate;

    1.

    condanna con forza la decisione delle autorità birmane di prolungare gli arresti domiciliari di Aung San Suu Kyi;

    2.

    deplora altresì l’incarcerazione del gruppo di attivisti politici che domandano la liberazione di Aung San Suu Kyi e sollecita le autorità birmane a rilasciare tutti i prigionieri politici senza ulteriori indugi;

    3.

    denuncia come crimine contro l’umanità la prospettiva della flagellazione di Aung San Suu Kyi;

    4.

    chiede che sotto l’egida delle Nazioni Unite sia condotta un’indagine giudiziaria in merito alle accuse secondo cui l’esercito birmano ha ucciso prigionieri politici sulla scia del ciclone Nargis;

    5.

    deplora che le autorità birmane continuino a tenere in carcere vittime del ciclone Nargis che hanno cercato di ottenere aiuto dalle organizzazioni di assistenza internazionali in Birmania;

    6.

    ritiene profondamente deplorevole il fatto che la giunta birmana abbia tenuto un referendum sulla costituzione soltanto pochi giorni dopo il devastante ciclone che ha colpito il paese e considera i risultati di tale referendum privi di ogni credibilità;

    7.

    chiede alle autorità birmane di revocare tutte le restrizione sulle attività politiche pacifiche nel paese e di avanzare verso un processo inclusivo di riconciliazione nazionale e ripristino della democrazia, dello stato di diritto e del pieno rispetto dei diritti umani;

    8.

    chiede inoltre al regime di fornire spiegazioni circa le persone che tuttora mancano all’appello dopo la repressione, nel settembre 2007, delle proteste dei monaci buddisti e degli attivisti per la democrazia;

    9.

    chiede al governo militare birmano di confermare l’accordo raggiunto con il Segretario generale delle Nazioni Unite volto a garantire agli operatori umanitari internazionali e ai rifornimenti accesso illimitato alle zone colpite dal ciclone Nargis, e di cooperare pienamente con la comunità internazionale per valutare i fabbisogni di assistenza; chiede alle autorità birmane di porre fine all’interferenza ufficiale nella consegna di aiuti e di cooperare pienamente con le organizzazioni umanitarie;

    10.

    reitera il suo appello alle autorità birmane affinché avviino un dialogo con tutti i settori della società nel paese onde pervenire a una vera riconciliazione nazionale, alla democratizzazione e al pieno rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto;

    11.

    prende atto dell’ultimo rapporto del Relatore speciale dell’ONU, che raccoglie importanti prove della prosecuzione delle violazioni dei diritti umani nel paese; prende atto con grave preoccupazione della conclusione di suddetto rapporto, secondo cui non è stato realizzato quasi nessun miglioramento nella situazione dei diritti umani in Birmania dal 26 marzo 2008;

    12.

    sollecita le autorità birmane ad avviare uno stretto dialogo con il Relatore speciale dell’ONU e ad accettare la sua richiesta di recarsi in visita in Birmania;

    13.

    invita i paesi dell’Associazione dei paesi del sud est asiatico (ASEAN) con cui la Birmania intrattiene strette relazioni economiche e politiche ad esercitare intense pressioni sulle autorità birmane ai fini di un cambiamento in senso democratico;

    14.

    ritiene che le sanzioni chiaramente definite e mirate dell’Unione europea contro la giunta birmana, sebbene ampliate dopo gli eventi del settembre 2007 mediante l’introduzione di un embargo su ulteriori settori economici, stiano tuttora producendo un effetto limitato sul regime, venendo così meno agli obiettivi perseguiti; ribadisce pertanto la sua richiesta al Consiglio di prendere ulteriori misure e impedire che la giunta abbia accesso al sistema finanziario dell’Unione europea; chiede al Consiglio e agli Stati membri di monitorare da vicino le sanzioni mirate e assicurare che vengano applicate con efficacia;

    15.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai governi e parlamenti degli Stati membri, nonché all’Inviato speciale dell’Unione europea in Birmania, al Consiglio di Stato birmano per la pace e lo sviluppo, ai governi dei paesi membri dell’ASEAN e dell’ASEM (Asia-Europe Meeting), alla Commissione interparlamentare dell’ASEAN per la Birmania (ASEAN Inter-Parliamentary Myanmar Caucus), a Aung San Suu Kyi, alla Lega nazionale per la democrazia (NLD), al Segretario generale delle Nazioni Unite, all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e al Relatore speciale sulla Birmania della commissione ONU per i diritti umani.


    (1)  Testi approvati, P6_TA(2008)0178.

    (2)  Testi approvati, P6_TA(2007)0420.

    (3)  GU L 116 del 29.4.2006, pag. 77.


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