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Document 92002E003393

INTERROGAZIONE SCRITTA P-3393/02 di Luciana Sbarbati (ELDR) alla Commissione. Accise sul vino.

GU C 65E del 13.3.2004, pp. 5–6 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

European Parliament's website

13.3.2004   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 65/5


(2004/C 65 E/006)

INTERROGAZIONE SCRITTA P-3393/02

di Luciana Sbarbati (ELDR) alla Commissione

(22 novembre 2002)

Oggetto:   Accise sul vino

La proposta della Commissione di tassare le bevande alcoliche (che colpirebbe soprattutto il vino) con una «armonizzazione verso l'alto», rischia di aumentare l'inflazione e di diminuire i consumi. Estendendo indubbiamente il fenomeno delle frodi e riducendo la competitività del mercato, avrà un impatto imprevedibile sull'allargamento. La proposta, che non tiene conto del livello di vita nei paesi candidati all'adesione, renderà più difficile la penetrazione di quei mercati da parte dei produttori UE e avrà conseguenze negative sulle produzioni locali.

Le stesse organizzazioni di categoria ritengono sbagliata e pericolosa questa ipotesi perché graverebbe sull'intero comparto che, in Italia, conta 314 DOC e 24 DO.CG, pari a 729 mila ettari di vigneto e una produzione nazionale di oltre 50 milioni di ettolitri.

La proposta non tiene conto della polverizzazione sul territorio della filiera vitivinicola — microaziende di 4/5 ettari di media — che svolgono un ruolo socioeconomico ed ambientale importante.

A differenza dell'IVA, l'accisa dovrebbe affrontare i costi esterni dovuti al consumo di un prodotto e non divenire tassa complementare, come le imposte di fabbricazione dovrebbero gravare sui prodotti industriali e non colpire il prodotto naturale.

Potrebbe la Commissione spiegare se:

la proposta risponda ai requisiti di conformità giuridico economici;

la proposta contrasti con la nuova OCM vino che sottolinea l'esigenza di riconvertire i vigneti al fine di favorire le produzioni con sbocchi sul mercato piuttosto che l'abbandono delle superfici;

sia stato valutato l'impatto negativo che l'applicazione dell'accisa (valore fisso) avrebbe sul prodotto medio e quindi sui consumatori?

Risposta comune

data dal sig. Bolkestein in nome della Commissione

alle interrogazioni scritte E-3067/02 e P-3393/02

(6 gennaio 2003)

La direttiva del Consiglio 92/84/CEE, del 19 ottobre 1992, prevede il ravvicinamento delle aliquote di accisa sull'alcol e sulle bevande alcoliche. Tale direttiva dispone che le aliquote di accisa stabilite dalla stessa vadano riesaminate periodicamente dal Consiglio. Il riesame deve basarsi su una relazione della Commissione.

I servizi della Commissione stanno predisponendo tale revisione. Ľ11 settembre 2002 la Commissione ha tenuto un dibattito globale circa gli orientamenti relativi al regime dell'UE di tassazione dell'alcol. Non è stata ancora presa una decisione definitiva sulla posizione della Commissione in tale materia. Come previsto dall'articolo 8 della direttiva 92/84/CEE saranno presi in considerazione gli obiettivi del trattato in generale.

Per quanto riguarda l'armonizzazione fiscale a livello europeo la Commissione ritiene che tale armonizzazione richieda un impegno accresciuto sia da parte degli Stati che applicano accise elevate che da parte di quelli che le tengono basse.

D'altro canto non c'è collegamento tra l'allegato I al trattato CE (cui si riferisce l'articolo 32, che definisce i prodotti soggetti agli articoli da 33 a 38 del trattato) e la questione se il prodotto sia o meno soggetto ad accisa.

L'Italia applica un'accisa di aliquota zero sia ai vini tranquilli che a quelli spumanti. Tale normativa è in linea con l'attuale acquis comunitario.


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