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Document 92003E001250
WRITTEN QUESTION P-1250/03 by Herman Schmid (GUE/NGL) to the Commission. GATS — Liberalisation of drinking water.
INTERROGAZIONE SCRITTA P-1250/03 di Herman Schmid (GUE/NGL) alla Commissione. GATS — Liberalizzazione dell'acqua potabile.
INTERROGAZIONE SCRITTA P-1250/03 di Herman Schmid (GUE/NGL) alla Commissione. GATS — Liberalizzazione dell'acqua potabile.
GU C 268E del 7.11.2003, pp. 181–182
(ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)
INTERROGAZIONE SCRITTA P-1250/03 di Herman Schmid (GUE/NGL) alla Commissione. GATS — Liberalizzazione dell'acqua potabile.
Gazzetta ufficiale n. 268 E del 07/11/2003 pag. 0181 - 0182
INTERROGAZIONE SCRITTA P-1250/03 di Herman Schmid (GUE/NGL) alla Commissione (26 marzo 2003) Oggetto: GATS Liberalizzazione dell'acqua potabile L'UE ha presentato una proposta di offerta iniziale, il 6 febbraio 2003, per il miglioramento dell'accesso al mercato dei servizi. Tale richiesta è stata inviata a 109 paesi, di cui 94 in via di sviluppo, nel quadro dell'Accordo generale sugli scambi di servizi (GATS). Stando alla proposta di offerta iniziale, la stessa UE non intende liberalizzare l'acqua potabile nel quadro del GATS. Tuttavia, il contenuto effettivo delle 109 richieste rivela che paesi come, ad esempio, il Bangladesh sono stati invitati ad aprire i loro mercati per l'approvvigionamento di acqua potabile. Tali richieste sono state rese pubbliche dall'Istituto Polaris del Canada (http://www.polarisinstitute.org/gats/main.htm). Come intende la Commissione spiegare che le sue dichiarazioni pubbliche (vedasi in appresso) e la proposta di offerta iniziale nonché l'effettiva richiesta (mantenute confidenziali e dunque non accessibili al pubblico) inviano messaggi fondamentalmente differenti quanto alle intenzioni della Commissione nel quadro del GATS? I negoziati GATS mirano all'apertura degli scambi dei servizi e non alla loro deregolamentazione. Molti servizi, infatti, vengono rigorosamente regolamentati per motivi validissimi, come la necessità di garantire la qualità e il pari accesso ai servizi pubblici, o la coesione sociale e territoriale (Preambolo del commissario CE per il commercio Pascal Lamy nel documento che funge da base per la consultazione con la società civile). È la Commissione a conoscenza del fatto che l'apertura del mercato dell'acqua potabile potrebbe violare il diritto alla vita previsto nella Carta dei diritti umani delle Nazioni Unite? Come intende la Commissione garantire che il diritto alla vita non venga violato quando le persone vengono private del pari accesso all'acqua? Infine, ritiene la Commissione che l'accordo GATS abbia uno status giuridico più elevato rispetto a quello della Carta dei diritti umani delle Nazioni Unite? Risposta data dal sig. Lamy in nome della Commissione (25 aprile 2003) Nel contesto delle negoziazioni dell'organizzazione mondiale del commercio (OMC)/accordo generale sugli scambi di servizi (GATS), la Commissione ha presentato richieste ai suoi partner commerciali per agevolare l'accesso al mercato ai prestatori di servizi europei. La maggior parte delle richieste, comprese quelle rivolte ai paesi in via di sviluppo, comprende i servizi di distribuzione idrica e il sistema di smaltimento delle acque reflue. Le richieste della Commissione sono coerenti con la politica generale della Comunità in materia di approvvigionamento idrico e la Commissione non ha nascosto i suoi obiettivi. La sintesi delle richieste comunitarie, pubblicata dalla Commissione nel luglio 2002, specifica chiaramente che la Comunità richiede l'accesso al mercato per i servizi di captazione, depurazione e distribuzione dell'acqua. Riguardo all'accesso all'acqua, è importante sottolineare che le richieste comunitarie relative alla distribuzione dell'acqua non pregiudicano né riducono in alcun modo la facoltà dei governi ospitanti di regolamentare quel settore. Anche se un governo decide di aprire i servizi di distribuzione dell'acqua alla partecipazione del settore privato, questo non significa che gli viene impedito di attuare politiche nazionali finalizzate al conseguimento di obiettivi di politica sociale. Considerata la consistenza degli investimenti infrastrutturali, si sta facendo strada la consapevolezza che il settore privato debba affiancare governo e società civile al fine di potenziare i servizi idrici e sanitari, soprattutto nei paesi più poveri. La liberalizzazione dei servizi correlati all'acqua in sede di OMC potrebbe agevolare gli investimenti infrastrutturali, migliorare la capacità di gestione delle risorse idriche e promuovere lo sviluppo tecnologico, tenendo conto della capacità amministrativa e del quadro normativo dei paesi in via di sviluppo. È evidente che qualsiasi riforma relativa alla fornitura idrica che coinvolga la partecipazione del settore privato, anche attraverso un possibile coinvolgimento del GATS in questo settore, richieda di prestare attenzione alla creazione di un quadro normativo adeguato per garantire un equo accesso all'acqua. Comunque, le richieste della Commissione all'interno del contesto del GATS non pregiudicano né riducono in alcun modo la facoltà dei governi ospitanti di regolamentare la gestione e la distribuzione dell'acqua ai diversi utenti, di scegliere la forma più appropriata di partecipazione privata, di imporre politiche eque in materia di prezzi e di garantire l'accessibilità ai poveri. La Comunità continuerà ad aiutare i paesi in via di sviluppo in tal senso, anche attraverso l'assistenza tecnica.