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Document 92002E000009
WRITTEN QUESTION E-0009/02 by Erik Meijer (GUE/NGL) to the Commission. Postponement and prevention of the construction, using European money, of a harbour and an airport on the Palestinian territory around the city of Gaza.
INTERROGAZIONE SCRITTA E-0009/02 di Erik Meijer (GUE/NGL) alla Commissione. Ritardi ed ostacoli relativi alla costruzione, sulla base di fondi europei, di un porto e di un aeroporto nel territorio palestinese intorno alla città di Gaza.
INTERROGAZIONE SCRITTA E-0009/02 di Erik Meijer (GUE/NGL) alla Commissione. Ritardi ed ostacoli relativi alla costruzione, sulla base di fondi europei, di un porto e di un aeroporto nel territorio palestinese intorno alla città di Gaza.
GU C 229E del 26.9.2002, pp. 49-50
(ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)
INTERROGAZIONE SCRITTA E-0009/02 di Erik Meijer (GUE/NGL) alla Commissione. Ritardi ed ostacoli relativi alla costruzione, sulla base di fondi europei, di un porto e di un aeroporto nel territorio palestinese intorno alla città di Gaza.
Gazzetta ufficiale n. 229 E del 26/09/2002 pag. 0049 - 0050
INTERROGAZIONE SCRITTA E-0009/02 di Erik Meijer (GUE/NGL) alla Commissione (17 gennaio 2002) Oggetto: Ritardi ed ostacoli relativi alla costruzione, sulla base di fondi europei, di un porto e di un aeroporto nel territorio palestinese intorno alla città di Gaza 1. Sa la Commissione che il piccolo territorio, densamente popolato, che circonda la città di Gaza, amministrato dal 1948 al 1967 in quanto parte dell'Egitto e in seguito sottoposto per lungo tempo all'amministrazione militare israeliana, è tuttora accessibile dal mondo esterno, anche dopo l'instaurazione di un autogoverno palestinese, esclusivamente attraverso i suoi confini terrestri con Israele, e che tale territorio, per questo motivo, dipende per il trasporto di persone e merci dai porti situati nel territorio di Israele di Ashdod e Haifa nonché dall'aeroporto di Lod? 2. Conviene la Commissione che i territori autonomi palestinesi, in assenza di porti ed aeroporti propri, non possono trasformarsi in uno stato limitrofo di Israele comparabile a questo anche sul piano economico e che, malgrado le obiezioni da parte israeliana, è ancora necessario l'appoggio dell'Europa per consentire il finanziamento, l'utilizzazione indisturbata e la possibilità di un uso continuato di tali attrezzature? 3. Come giudica la Commissione la comunicazione del 4 dicembre 2001 del Ministro olandese per la cooperazione allo sviluppo nella quale ella annuncia l'annullamento definitivo del contributo di 23 milioni di euro accordato all'inizio degli anni '90, di cui nel frattempo circa il 20 % è stato utilizzato, a motivo di un'opposizione incessante, e la rescissione del contratto con un consorzio franco-olandese per cui, di conseguenza, ella si limiterà probabilmente a chiedere un risarcimento al governo israeliano? 4. Può la Commissione far sapere quali sono attualmente le prospettive in merito alla realizzazione dei programmi già concordati per dotare Gaza di un porto e di un aeroporto autonomi funzionanti, dopo che, in conseguenza delle obiezioni israeliane, i preparativi sono stati ritardati per anni, che nel corso del 2001 sono state condotte azioni distruttive da parte dell'esercito israeliano in entrambi i cantieri e che, in conseguenza di ciò, una parte dei crediti necessari rischia di andare perduta? 5. È disposta la Commissione a garantire l'impegno di risorse finanziarie dell'UE a favore dello sviluppo delle succitate infrastrutture di trasporto a Gaza e nel territorio circostante, perché sia chiaro a tutti che ostacoli momentanei non possono comportare annullamenti, e a fare in modo che gli Stati membri agiscano nello stesso modo? Fonte: De Volkskrant del 5 dicembre 2001. Risposta data dal sig. Patten in nome della Commissione (21 febbraio 2002) 1. La Commissione è consapevole del fatto che la Striscia di Gaza è accessibile soltanto attraverso le frontiere con l'Egitto, i porti e gli aeroporti controllati da Israele. 2. Essa riconosce che disporre di un aeroporto e di un porto propri contribuirebbe in misura sostanziale all'autosufficienza dell'economia palestinese. L'Unione, incoraggiata da leader israeliani come Shimon Peres, fornisce un contributo considerevole per la costruzione di queste strutture. 3. La Commissione si rammarica dell'interruzione dei lavori per il porto di Gaza, per il quale aveva già avviato con l'Autorità palestinese trattative sul finanziamento della formazione per i futuri responsabili del porto e sulla fornitura di attrezzature per il funzionamento delle infrastrutture. 4. Data l'imprevedibilità della situazione e tenuto conto che l'aeroporto di Gaza è stato distrutto dai militari israeliani e che la costruzione del porto è stata bloccata, non è possibile fornire stime sui tempi necessari per realizzare entrambi i progetti. L'eventuale ripresa dei lavori dipenderà dalla situazione politica, dal livello di sicurezza sul posto e dalla volontà della comunità internazionale dei donatori di reinvestire nei progetti. 5. La Commissione auspica una rapida ricostruzione dell'aeroporto e la ripresa dei lavori per la costruzione del porto di Gaza; promuove inoltre l'impegno della comunità internazionale dei donatori e in particolare degli Stati membri. Attualmente, però, essa non è in grado di annunciare nuovi contributi finanziari per i due progetti. Va sottolineato che dopo l'inizio dell'attuale crisi scoppiata nel settembre 2000 il sostegno finanziario della Commissione è cresciuto in misura notevole, ma che le sue risorse sono limitate a causa delle richieste provenienti da altre parti del mondo.