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Dokument 92001E002994
WRITTEN QUESTION E-2994/01 by Cristiana Muscardini (UEN) to the Commission. Terrorist threat in Somalia.
INTERROGAZIONE SCRITTA E-2994/01 di Cristiana Muscardini (UEN) alla Commissione. Pericolo terrorismo in Somalia.
INTERROGAZIONE SCRITTA E-2994/01 di Cristiana Muscardini (UEN) alla Commissione. Pericolo terrorismo in Somalia.
GU C 229E del 26.9.2002, str. 3–5
(ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)
INTERROGAZIONE SCRITTA E-2994/01 di Cristiana Muscardini (UEN) alla Commissione. Pericolo terrorismo in Somalia.
Gazzetta ufficiale n. 229 E del 26/09/2002 pag. 0003 - 0005
INTERROGAZIONE SCRITTA E-2994/01 di Cristiana Muscardini (UEN) alla Commissione (29 ottobre 2001) Oggetto: Pericolo terrorismo in Somalia E' di questi giorni la notizia che la Somalia, teatro di guerre tribali che si protraggono ormai da anni e che vedono i bambini impegnati in prima linea, è entrata nel novero dei cosiddetti Stati canaglia, quegli Stati cioè che per la presenza di governi vicini al mondo del fondamentalismo islamico potrebbero avere contatti con le organizzazioni terroristiche, in particolare con quella di Bin Laden, Al Qaeda. Il Washington Times del 5 ottobre scorso dava risalto alla notizia che i servizi di intelligence americani avevano individuato un traffico di armi verso la Somalia gestito da uomini di Al Qaeda. Questa situazione va ad aggravare le condizioni umanitarie di quella nazione che, ricordiamo, registra uno dei più alti tassi di mortalità infantile. Considerato inoltre che il governo del Presidente Abdulqassim Salad Hassan non ha ricevuto il riconoscimento né della maggioranza del popolo somalo né della comunità internazionale, e data la grave emergenza che il mondo sta vivendo a seguito dei tragici fatti americani, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti: 1. E' a conoscenza della situazione somala? 2. Ha disposto indagini, utilizzando i servizi di intelligence degli Stati membri, per avere la mappatura dei paesi che costituiscono un pericolo terrorismo paesi di cui la Somalia fa sicuramente parte al fine di prendere le necessarie contromisure? 3. Sono in atto programmi di aiuto umanitario a favore di tale paese? 4. In caso affermativo, può riferire sull'efficacia di tali aiuti e sulla loro eventuale ripartizione nel territorio somalo? 5. Quali iniziative intende prendere per aiutare la Somalia a tornare alla normalità democratica, attraverso libere elezioni che dovrebbero sancire la nascita di uno Stato federale, considerato che esistono già delle regioni come il Somaliland e il Puntland che godono di ampia autonomia e la cui popolazione, moderata, non si riconosce nelle posizioni integraliste del governo centrale? Risposta data dal sig. Nielson in nome della Commissione (11 gennaio 2002) 1. Nel 1993, a causa dell'insicurezza che regnava a Mogadiscio, la delegazione della Commissione è stata costretta a chiudere i suoi uffici e a costituire una sua unità per la Somalia a Nairobi. La Commissione si tiene comunque informata sulla situazione in Somalia. Essendo il principale donatore del paese, essa ha potuto raccogliere informazioni direttamente in loco ed è in contatto con le più importanti personalità politiche somale. Inoltre, essa usufruisce di un ampio scambio di informazioni con gli Stati membri e con i principali donatori attraverso l'Ente somalo per il coordinamento degli aiuti (SACB) a Nairobi. Attualmente l'Unione sta esaminando una serie di questioni relative all'attuazione della risoluzione 1373(2001) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Fra le misure proposte nella risoluzione per la lotta contro il terrorismo figura il congelamento dei fondi e degli altri beni finanziari o delle risorse economiche delle persone coinvolte nel terrorismo. In questo contesto, verrà deciso anche contro quali persone, entità e organismi debbano essere applicate tali misure. Nel frattempo, i fondi di persone ed entità sospettate di essere coinvolte in attività terroristiche sono stati congelati conformemente al regolamento (CE) n. 467/2001 del Consiglio che vieta l'esportazione di talune merci e servizi in Afghanistan, inasprisce il divieto dei voli ed estende il congelamento dei capitali e delle altre risorse finanziarie nei confronti dei Talebani dell'Afghanistan(1), inclusi quelli di alcune persone, entità o organizzazioni somale (cfr. in particolare regolamento (CE) n. 2199/2001 della Commissione(2)). È in corso una riflessione strategica sul ruolo dei diversi paesi sospettati di appoggiare gruppi terroristi, che potrebbe condurre, a tempo debito, all'imposizione di sanzioni nei loro confronti. 3. Sì. Dal 1994 gli aiuti della cooperazione comunitaria in Somalia ammontano in media a 30 milioni di euro all'anno. 4. Una valutazione intermedia del primo programma di riabilitazione lanciato nel 1994 ha concluso che le condizioni di vita di una fascia significativa di popolazione sono migliorate sensibilmente. È stata portata a termine con successo una serie di progetti e programmi in settori fondamentali, quali l'allevamento, l'agricoltura, la sanità, l'istruzione, le infrastrutture, ecc. Per esempio, per quanto riguarda l'allevamento, sono stati preparati 144 veterinari in tutto il paese, per contribuire a migliorare la salute animale e a lanciare le esportazioni; è previsto ulteriore sostegno alla formazione in questo che è il settore principale dell'economia. Nella Somalia meridionale, sono stati ripristinati canali d'irrigazione, in modo da incrementare notevolmente la produzione di mais, sorgo e sesamo su più di 30 000 ettari di terreno e migliorare le condizioni di vita di più di oltre 10 000 famiglie. Nel settore scolastico, un importante programma d'istruzione secondaria realizzato nella Somalia nordorientale e nordoccidentale ha integrato un vasto programma d'istruzione elementare, che ha fatto salire da 1 000 (1999) a 3 200 gli iscritti alle scuole superiori delle regioni interessate. La strategia d'intervento della Comunità in Somalia si basa sull'approccio dei dividendi della pace. Tenuto conto delle circostanze, gli aiuti sono stati destinati non tanto al sud del paese, quanto al Somaliland e al Puntland (Migiurtinia). Gli aiuti comunitari sono inoltrati direttamente ai beneficiari, generalmente attraverso organizzazioni non governative e agenzie dell'ONU e non vanno a diretto vantaggio di alcuna parte politica. Nel giugno 2001 la ripartizione per regione dei progetti e dei programmi in corso era la seguente (in milioni di euro): >SPAZIO PER TABELLA> 5. Le iniziative della Commissione in Somalia tendono a ristabilire normali condizioni di vita e a favorire l'emergere di una società organizzata e pacifica basata sullo sviluppo umano, sociale ed economico. In questo contesto, sarebbe cruciale il ritorno a uno Stato democratico. La Commissione ritiene che le scelte politiche fondamentali spettino allo stesso popolo somalo, che dovrà trovare una soluzione politica sostenibile, tenendo conto degli equilibri locali e regionali. In questo senso, per costruire una nuova Somalia, potrebbe risultare vantaggiosa l'opzione di uno Stato federale. Il governo transitorio, in carica dallo scorso anno, rappresenta il risultato del processo di pace di Arta, che è stato accolto con favore dalla Comunità e dalla comunità internazionale. Tuttavia, l'Unione e i principali donatori non sono disposti a riconoscere il governo transitorio come il governo ufficiale della Somalia, perché il suo controllo sulla Somalia rimane piuttosto limitato (anche a Mogadiscio) e la sua base politica risulta piuttosto ristretta, in quanto molte forze politiche ne rifiutano l'autorità. La Commissione auspica il proseguimento del dialogo nazionale tra i moderati di tutte le fazioni, incluso il governo transitorio, per consolidare il processo di pace. Se fosse raggiunto un accordo di pace credibile, la Comunità potrebbe decidere, come primo passo, di fornire sostegno tecnico e istituzionale ad organismi rappresentativi della società somala, al fine di ripristinare uno Stato pacifico e democratico. Tuttavia, il futuro della Somalia rimane in larga misura imprevedibile e, quindi, una valida programmazione deve essere flessibile e a breve termine, in modo da consentire frequenti revisioni dettate dai cambiamenti sociopolitici. Di conseguenza, non è realistico fornire previsioni d'impegno particolareggiate su un lungo periodo. Attualmente, la Commissione sta valutando un nuovo programma di lavoro annuale basato su quattro settori di attività: i) consolidamento del buon governo; ii) riduzione della diffusa vulnerabilità; iii) accesso ai servizi sociali; iv) crescita economica e diversificazione. (1) GU L 67 del 9.3.2001. (2) Regolamento (CE) n. 2199/2001 della Commissione, del 12 novembre 2001, che modifica per la quarta volta il regolamento (CE) n. 467/2001 del Consiglio che vieta l'esportazione di talune merci e servizi in Afghanistan, inasprisce il divieto dei voli ed estende il congelamento dei capitali e delle altre risorse finanziarie nei confronti dei Talebani dell'Afghanistan, e abroga il regolamento (CE) n. 337/2000, GU L 295 del 13.11.2001.