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Document 91999E002135
WRITTEN QUESTION E-2135/99 by Bart Staes (Verts/ALE) to the Commission. Abolition of tax-free shopping and the impact on jobs.
INTERROGAZIONE SCRITTA E-2135/99 di Bart Staes (Verts/ALE) alla Commissione. Ripercussioni della soppressione delle vendite esenti da imposte sull'occupazione nei negozi tax-free.
INTERROGAZIONE SCRITTA E-2135/99 di Bart Staes (Verts/ALE) alla Commissione. Ripercussioni della soppressione delle vendite esenti da imposte sull'occupazione nei negozi tax-free.
GU C 225E del 8.8.2000, pp. 57–58
(ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)
INTERROGAZIONE SCRITTA E-2135/99 di Bart Staes (Verts/ALE) alla Commissione. Ripercussioni della soppressione delle vendite esenti da imposte sull'occupazione nei negozi tax-free.
Gazzetta ufficiale n. 225 E del 08/08/2000 pag. 0057 - 0058
INTERROGAZIONE SCRITTA E-2135/99 di Bart Staes (Verts/ALE) alla Commissione (24 novembre 1999) Oggetto: Ripercussioni della soppressione delle vendite esenti da imposte sull'occupazione nei negozi tax-free Il 1o luglio 1999 ha segnato la fine della vendita di prodotti esenti da imposte nei cosiddetti negozi tax-free, nei quali determinati articoli, ad esempio profumi, sigarette ed alcolici, erano venduti in esenzione IVA ai passeggeri di voli internazionali. Il divieto fa seguito alla decisione del Consiglio europeo di Colonia del 3 e 4 giugno 1999 di applicare alla lettera l'articolo duodecies della sesta direttiva IVA 77/388/CEE(1) del Consiglio che autorizzava le vendite in esenzione fiscale all'interno della Comunità fino al 30 giugno 1999. Per diversi motivi, l'abolizione dei negozi in esenzione fiscale ha suscitato molte resistenze. Uno di essi riguardava gli effetti negativi del provvedimento sull'occupazione. La Commissione e il Consiglio hanno sempre argomentato che il divieto sulle vendite in esenzione fiscale non avrebbe portato alla perdita di posti di lavoro. Dal settore dei negozi tax-free si odono però voci di diverso parere. Le vendite negli Sky Shops dell'aeroporto di Bruxelles sono diminuite di un quarto dal 30 giugno 1999 e la direzione si è vista costretta a sopprimere sessanta posti di lavoro a tempo pieno. 1. Quanti erano nell'Unione europea i posti di lavoro a tempo pieno nei negozi tax-free il 1o gennaio 1999? 2. Quanti erano nell'Unione europea i posti di lavoro a tempo pieno nei negozi tax-free il 1o giugno 1999? 3. Quanti erano nell'Unione europea i posti di lavoro a tempo pieno nei negozi tax-free il 1o luglio 1999? 4. Quanti erano nell'Unione europea i posti di lavoro a tempo pieno nei negozi tax-free il 1o ottobre 1999? 5. Sulla base delle risposte fornite alle domande 1. 4., riconosce la Commissione che nell'Unione europea il numero di posti di lavoro a tempo pieno nei negozi tax-free è diminuito? 6. Non ritiene la Commissione che la perdita di posti di lavoro in parola sia da imputare alla soppressione delle vendite in esenzione fiscale nell'Unione europea? a) In caso affermativo, è disposta la Commissione a rivedere il divieto sulla vendite in esenzione fiscale? b) In caso contrario, a cosa imputa la Commissione la perdita di posti di lavoro nel settore dei negozi tax-free? (1) GU L 145 del 13.6.1977, pag. 1. Risposta data dal sig. Bolkestein a nome della Commissione (6 gennaio 2000) La Commissione ha sempre convenuto che l'abolizione delle vendite esenti da dazio per i viaggiatori all'interno della Comunità poteva avere ripercussioni sull'occupazione. Per tale motivo nel 1995 essa ha consentito, di concerto con il Consiglio, di concedere un periodo transitorio per la graduale applicazione delle disposizioni in materia. Più di recente, nella sua comunicazione al Consiglio relativa agli aspetti occupazionali della decisione di sopprimere le vendite esenti da imposte e dazi per i viaggiatori all'interno della Comunità(1), la Commissione ha ribadito che l'abolizione di tali vendite avrebbe potuto avere conseguenze sull'occupazione. La Commissione riteneva che tali conseguenze sarebbero state limitate nel tempo e specifiche in termini sia di località che di settori colpiti, indicando il settore marittimo come quello potenzialmente più a rischio. Questo risultato è stato confermato da stime effettuate dagli Stati membri sulle prevedibili conseguenze occupazionali dell'applicazione della decisione del Consiglio intesa ad abolire le vendite esenti da dazio all'interno della Comunità. Dall'analisi della Commissione risultava tuttavia che, a medio termine, la ridistribuzione dei redditi e delle vendite avrebbe potuto addirittura portare a una creazione netta di posti di lavoro. La Commissione non possiede le informazioni richieste sul numero delle persone occupate nei negozi duty-free, in quanto i dati statistici di cui dispone riguardano soltanto l'occupazione nell'intero settore del commercio al dettaglio(2). In tale analisi degli aspetti occupazionali della decisione del Consiglio, la Commissione si è basata sulle stime dell'industria riguardanti i posti di lavoro interessati dall'abolizione delle vendite esenti da dazio(3). Dalle stime non emergono tuttavia i dati sull'occupazione nei negozi duty-free. Per quanto riguarda l'impatto occupazionale dell'abolizione delle vendite di cui sopra, la Commissione rinvia l'onorevole parlamentare alla risposta data all'interrogazione scritta E-1999/99 del sig. Davies(4) (1) COM(1999) 65. (2) La vendita al dettaglio nell'Area economica europea 1997, Lussemburgo 1998 della Commissione europea (Ufficio statistico delle Comunità europee, DG XXI). (3) Cfr. punto 5 della comunicazione. (4) GU C 203 E del 18.7.2000, pag. 109.