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Document 51999AR0465

Parere del Comitato delle regioni sul tema «Proposta relativa alla decisione del Parlamento europeo e del Consiglio su «2001 Anno europeo delle lingue»»

GU C 156 del 6.6.2000, pp. 33–39 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

51999AR0465

Parere del Comitato delle regioni sul tema «Proposta relativa alla decisione del Parlamento europeo e del Consiglio su «2001 Anno europeo delle lingue»»

Gazzetta ufficiale n. C 156 del 06/06/2000 pag. 0033 - 0039


Parere del Comitato delle regioni sul tema "Proposta relativa alla decisione del Parlamento europeo e del Consiglio su '2001 Anno europeo delle lingue'"

(2000/C 156/06)

IL COMITATO DELLE REGIONI,

vista la proposta della Commissione europea relativa alla decisione del Parlamento europeo e del Consiglio su "2001 Anno europeo delle lingue" (COM(1999) 485 def.);

vista la decisione della Commissione europea, del 25 ottobre 1999, e la decisione del Consiglio del 30 novembre 1999 conformemente al disposto degli articoli 149 e 150 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato delle regioni sull'argomento;

vista la decisione del proprio Ufficio di presidenza, del 15 settembre 1999, di assegnare la preparazione del parere sull'argomento alla Commissione 7 "Istruzione, formazione professionale, cultura, gioventù, sport, diritti dei cittadini";

visto il progetto di parere adottato dalla Commissione 7 il 3 dicembre 1999 (CdR 465/99 riv.1) (Relatore: Pella (I - EPP));

considerato che il preambolo del Trattato CE afferma che gli Stati membri sono "determinati a promuovere lo sviluppo del massimo livello possibile di conoscenza nelle popolazioni attraverso un ampio accesso all'istruzione e attraverso l'aggiornamento costante";

considerato che l'articolo 18 del Trattato CE sancisce il diritto di "ogni cittadino dell'Unione europea di circolare liberamente nel territorio degli Stati membri" e che la capacità di utilizzare le lingue straniere è presupposto indispensabile per poter avvalersi del diritto suddetto;

considerato che il Consiglio europeo nelle sue conclusioni del 12 giugno 1995 ha sottolineato che "occorre preservare la diversità linguistica e preservare il multilinguismo nell'Unione, con pari rispetto per tutte le lingue comunitarie e tenendo nel debito conto il principio di sussidiarietà" e che la Decisione n. 2493/95/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 1995, che proclama il 1996 "Anno europeo dell'istruzione e della formazione lungo tutto l'arco della vita" ha messo in rilievo l'importante ruolo dell'istruzione permanente per lo sviluppo di competenze, anche linguistiche, lungo tutto l'arco della vita;

visto il contenuto del Programma Socrates, istituito con Decisione n. 819/95/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 marzo 1995 e modificato con Decisione n. 576/98/CE del 23 febbraio 1998, che prevede la promozione della conoscenza delle lingue nell'Unione contribuendo così ad una maggiore comprensione e solidarietà tra i popoli che costituiscono la Comunità;

visto il programma Leonardo da Vinci, istituito con Decisione n. 94/819/CE del Consiglio, del 6 dicembre 1994, che continuando a sviluppare il programma Lingua ha sostenuto le attività volte a promuovere l'acquisizione di competenze linguistiche nell'ambito delle misure relative alla formazione professionale; considerato che tale programma proseguirà nella sua seconda fase, istituita con Decisione n. 99/382/CE del Consiglio, del 26 aprile 1999;

considerato che con Decisione n. 96/664/CE del Consiglio, del 21 novembre 1996, è stato istituito un programma pluriennale per promuovere la diversità linguistica della Comunità e la società dell'informazione;

dato atto che la molteplicità delle lingue europee è un patrimonio da salvaguardare,

ha adottato il seguente parere nel corso della sessione plenaria del 16 e 17 febbraio 2000 (seduta del 17 febbraio).

1. Introduzione

1.1. Contenuto dell'Anno europeo delle lingue

1.1.1. Il Comitato delle regioni ha accolto con soddisfazione la proposta di decisione della Commissione europea di proclamare il 2001 Anno europeo delle lingue.

1.1.2. Tale soddisfazione nasce dal fatto che la Commissione in molteplici occasioni ha individuato nella diversità culturale tra i diversi Stati membri l'elemento fondamentale della ricchezza culturale dell'UE.

1.1.3. Per capire l'importanza strategica per la realizzazione di una vera ed efficace unione tra le popolazioni europee della proclamazione del 2001 Anno europeo delle lingue, occorre soffermare l'attenzione sul fatto che l'elemento distintivo fondamentale di un'identità culturale è, appunto, la lingua parlata dagli appartenenti ad una comunità.

1.1.4. Come sancito nel Libro Bianco del 1995 su "Istruzione e formazione: insegnare e apprendere: verso la società conoscitiva", il cui quarto obiettivo è individuato nella conoscenza di tre lingue comunitarie, e nel Libro Verde del 1996 su "Istruzione, Formazione, Ricerca: gli ostacoli alla mobilità transnazionale", le cui conclusioni sono che "l'apprendimento di almeno due lingue comunitarie è diventato una condizione indispensabile per permettere ai cittadini dell'Unione di beneficiare delle possibilità professionali e personali loro offerte dal mercato interno", per conoscere un'altra cultura occorre prima di tutto conoscere la lingua parlata da quella cultura.

1.1.5. Al di là delle pur doverose valutazioni circa la possibilità oggettiva che una persona ha di imparare due lingue comunitarie, possibilità che il Comitato ritiene essere in molti casi difficilmente traducibile in realtà, il messaggio fondamentale da diffondere in tutti gli Stati membri, è il principio in base al quale per conoscere un'altra cultura occorre prima di tutto conoscere la lingua parlata da quella cultura.

1.2. Azioni comunitarie esistenti nel campo dell'istruzione e della formazione professionale in merito alle lingue: affinità e diversità in rapporto ad analoghi obiettivi insiti nei programmi Socrates e Leonardo

1.2.1. L'Unione europea ha già avviato specifici programmi finalizzati ad una migliore integrazione economica e sociale degli Stati membri: il Programma Socrates ed il Programma Leonardo da Vinci, all'interno dei quali possiamo individuare aspetti finalizzati alla diffusione dell'apprendimento delle lingue.

1.2.2. Socrates prevede, per quanto attiene al settore delle lingue, l'aiuto comunitario per la formazione iniziale ed in servizio degli insegnanti di lingue, per l'elaborazione di nuovi materiali didattici e per progetti educativi, congiunti, compresi gli scambi fra i giovani.

1.2.3. Il programma Leonardo da Vinci promuove l'acquisizione di competenze linguistiche con orientamento professionale attraverso progetti pilota transnazionali e programmi di scambio. Entrambi i programmi accordano la priorità alle lingue meno diffuse e meno apprese e insegnate.

1.2.4. Le iniziative individuate dalla proposta della Commissione come quelle più idonee ad entrare a far parte del corpus delle azioni da mettere in atto nell'Anno europeo delle lingue, per alcuni aspetti sono in accordo con gli obiettivi dei due succitati progetti, ma per altri aspetti se ne discostano radicalmente.

1.2.5. Il 2001 vedrà attuarsi l'incentivazione di tutte le lingue comunitarie, in particolare di quelle che oggi non godono di una grande diffusione, e anche delle lingue delle minoranze, in linea con il principio che sarà il messaggio-chiave dell'Anno europeo, in base al quale tutte le lingue hanno pari dignità.

1.2.6. A questo riguardo c'è quindi in parte continuità con i progetti già in atto, pur prevedendo Socrates e Leonardo solo il coinvolgimento delle lingue comunitarie, dell'irlandese e del lussemburghese. Punto di distinzione è invece nelle categorie di destinatari.

1.2.7. Infatti le azioni che nell'ambito di Socrates e Leonardo da Vinci, a causa della limitatezza dei fondi disponibili, sono limitate a categorie ben definite della popolazione comunitaria (insegnanti, formatori, studenti, responsabili delle decisioni e accademici), nell'ambito dell'Anno europeo delle lingue sono rivolte al grande pubblico.

1.2.8. Questo aspetto fa dell'Anno europeo delle lingue una delle maggiori azioni per l'integrazione europea attuata su scala comunitaria.

1.2.9. Il Comitato ha già espresso la massima soddisfazione per l'attuazione dei programmi di istruzione e formazione Socrates e Leonardo. Nella seconda fase del programma Socrates vi sarà una nuova azione intesa a promuovere la diversità linguistica e a migliorare la qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento delle lingue. Nella seconda fase del programma Leonardo da Vinci, anche la visibilità delle lingue e la priorità accordata all'insegnamento linguistico saranno ulteriormente rafforzate. Il Comitato auspica una perfetta integrazione della seconda fase dei progetti suddetti, che si svolgerà nel corso del 2000, con le fasi preparatorie del 2001 come Anno europeo delle lingue.

2. Osservazioni di carattere generale

2.1. Obiettivi e motivi dell'intervento

2.1.1. Il Comitato ritiene in linea di massima validi gli obiettivi ed i mezzi individuati per l'attuazione delle iniziative dell'Anno europeo delle lingue. Gli obiettivi fondamentali sono:

- sensibilizzare maggiormente i cittadini dell'Unione europea sul tema della ricchezza della diversità linguistica in seno all'Unione europea;

- far capire al maggior numero di persone i vantaggi apportati dalle competenze multilinguistiche, che consistono fondamentalmente nella concreta libertà di movimento all'interno dell'Europa e nell'aumento dell'occupabilità e della competitività delle aziende europee sul mercato mondiale;

- incoraggiare l'apprendimento, lungo tutto l'arco della vita attiva, delle lingue e delle relative competenze;

- raccogliere e diffondere informazioni sull'insegnamento e l'apprendimento delle lingue.

2.1.2. I motivi dell'intervento sono riconducibili alla realizzazione dei principi sanciti dal Trattato dell'Unione europea:

- favorire la reciproca conoscenza delle culture che nella loro varietà costituiscono la vera ricchezza dell'Europa;

- promuovere la libera circolazione dei cittadini all'interno dell'Unione europea.

2.2. Destinatari

2.2.1. Lo scopo fondamentale dell'Anno europeo delle lingue è quello di coinvolgere il maggior numero di persone possibile e quindi la generalità dei cittadini europei per convincere ogni persona, indipendentemente dall'età, dalla classe sociale e dalla professionalità posseduta, dell'importanza dello studio delle lingue. Questo vasto gruppo di destinatari infatti comprenderà ad esempio:

- persone che vivono in una determinata regione o che parlano una lingua particolare;

- persone che vivono in prossimità di frontiere linguistiche;

- gruppi professionali;

- bambini in età scolare;

- genitori di bambini in età scolare;

- parti sociali;

- disoccupati.

Il CdR sottolinea che anche le persone disabili dovrebbero essere incluse.

2.3. Descrizione delle azioni previste

2.3.1. Azioni di grande rilievo

2.3.1.1. Il Comitato accoglie con soddisfazione la proposta di inserire tra le iniziative dell'Anno europeo delle lingue giornate che prevedano eventi spettacolari e la proposta di sollecitare le istituzioni che si dedicano all'insegnamento delle lingue ad organizzare delle giornate di porte aperte. Positiva sarà l'organizzazione in tutti gli Stati membri di una serie di iniziative comuni, per esempio per inaugurare e concludere l'Anno.

2.3.1.2. Esprime la necessità che gli eventi spettacolari vengano organizzati in modo tale da non diventare progetti avulsi dal contesto e quindi non in grado di coinvolgere il grande pubblico. Inoltre essi dovranno essere divertenti ed interattivi piuttosto che didattici, prevedendo ad esempio performance in varie lingue. Inoltre sarà importante assicurare alle iniziative di grande rilievo un'adeguata copertura televisiva.

2.3.1.3. Il Comitato apprezza il fatto che molte delle azioni e attività comunitarie realizzate nel corso dell'Anno europeo non riguarderanno lingue specifiche ma saranno piuttosto intese a trasmettere un messaggio generale di esaltazione della diversità e di promozione dell'apprendimento delle lingue in generale.

2.3.2. Azioni specifiche

2.3.2.1. Le azioni specifiche che si intende mettere in atto sono:

- la creazione di un logo di individuazione immediata da parte dei destinatari accompagnato da uno slogan breve ed incisivo, adattato alle esigenze delle diverse lingue e culture; la Commissione si adopererà per elaborare il logo in cooperazione con il Consiglio d'Europa; potranno avvalersi del logo sia i progetti in qualche misura finanziati dalla Comunità europea, sia i progetti finanziati interamente da istituzioni locali, ma in linea con gli obiettivi dell'Anno europeo delle lingue;

- l'utilizzo della televisione, che risulta essere il mezzo ideale per l'opera iniziale di sensibilizzazione del pubblico; dati i costi è escluso l'acquisto diretto di spazio pubblicitario, ma non è da escludere la possibilità di ottenere spazio televisivo gratuito;

- l'organizzazione di concorsi europei indirizzati agli studenti della scuola dell'obbligo e agli adulti;

- la creazione di un sito Internet interamente dedicato a fornire informazioni sull'Anno europeo delle lingue; tale sito conterrà tutti i materiali informativi pubblicati in relazione all'iniziativa, con collegamenti ai siti della Commissione, del Consiglio d'Europa e a quelli nazionali, prevedendo forme di interazione con il pubblico;

- l'organizzazione di fiere e mostre;

- interviste e conferenze stampa;

- realizzazioni di manifesti, pieghevoli ed opuscoli destinati alla distribuzione di massa; lo spazio pubblico necessario per le campagne di affissione dei manifesti dovrà essere concesso gratuitamente dagli enti interessati;

- partecipazione diretta di personaggi pubblici e vip, che si facciano portavoce degli obiettivi dell'Anno europeo delle Lingue.

2.4. Cooperazione con Consiglio d'Europa e con i Paesi candidati all'UE

2.4.1. Il Comitato auspica una feconda collaborazione con l'UE ed il Consiglio d'Europa. In particolare si compiace per la possibilità di collaborare con il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa nella promozione dell'Anno europeo delle lingue. Per quanto riguarda la gestione generale dell'Anno europeo, si sottolinea l'importanza, oltre che di una stretta cooperazione quotidiana fra la Commissione ed il segretariato del Consiglio d'Europa, dell'organizzazione di regolari riunioni congiunte di coordinamento.

2.4.2. Il Comitato apprezza l'appoggio che il Consiglio d'Europa vorrà accordare per la partecipazione alle iniziative dell'Anno europeo delle lingue anche degli Stati candidati all'UE, nella speranza che tale collaborazione possa in parte risolvere le obiettive difficoltà che tale coinvolgimento comporta.

2.5. Procedure amministrative e di presentazione delle domande

2.5.1. Nella proposta della Commissione europea si afferma che l'organo incaricato di ricevere le domande di finanziamento è il Comitato consultivo che verrà appositamente designato.

2.5.2. Sono previsti per l'Anno europeo due inviti alla presentazione di proposte: nel primo, la scadenza per la presentazione delle domande cadrà nell'estate o all'inizio dell'autunno del 2000, e le relative sovvenzioni saranno accordate sul budget dell'anno preparatorio; seguirà poi un secondo invito, con scadenza nella primavera del 2001, per iniziative che anticipino in tutto o in parte gli obiettivi specifici dell'Anno europeo.

2.5.3. Il Comitato chiede, come già affermato in altri pareri, che vengano semplificati il più possibile i formulari, che venga concesso un periodo di tempo sufficiente per la presentazione delle domande e che vengano accelerate le procedure per l'erogazione di fondi.

2.5.4. Il Comitato apprezza il fatto che verranno privilegiati progetti dai quali risulti in modo chiaro in che misura contribuiranno allo sviluppo della cittadinanza europea e che siano in linea con quanto affermato nel Libro Bianco del 1995, che individua tra le priorità l'apprendimento delle lingue in uno stadio precoce, in età prescolare e nella scuola elementare, lo scambio di informazione sull'apprendimento e l'insegnamento delle lingue, la promozione di iniziative nell'ambito della traduzione e dell'interpretazione al fine di facilitare una comunicazione efficace tra persone che parlano lingue diverse.

2.5.5. Si valuta estremamente positiva la scelta di privilegiare progetti di livello nazionale, regionale e locale per la produzione di materiale informativo di qualità su supporto audiovisivo.

2.6. Comitato consultivo

2.6.1. L'articolo 5 della proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio prevede la costituzione di un Comitato consultivo, composto da due rappresentanti di ciascuno Stato membro. Ciascuno Stato membro sceglierà liberamente se tali membri debbano essere tecnici o politici.

2.7. Dotazioni finanziarie

2.7.1. Le iniziative su scala comunitaria per l'Anno europeo delle lingue graveranno interamente sul Bilancio comunitario, mentre le iniziative su scala locale, regionale, nazionale o transnazionale verranno finanziate fino alla concorrenza del 50 % del costo. I fondi messi a disposizione per tali iniziative ammontano a complessivi 8000000 EUR, oltre a altri 4000000 EUR che costituiscono il finanziamento preparatorio, da utilizzarsi quindi nel corso dell'anno 2000.

2.7.2. Verranno cofinanziate le seguenti tipologie di azioni su scala transnazionale, nazionale, regionale o locale:

- incontri e manifestazioni;

- azioni informative e promozionali;

- sondaggi e studi;

- altre azioni con obiettivi coincidenti con uno o più obiettivi dell'Anno europeo, che non siano finanziabili nell'ambito di altri programmi comunitari esistenti.

2.7.3. Il Comitato approva il principio secondo cui non verranno finanziati progetti analoghi a quelli già finanziati nell'ambito di altri programmi ed attività esistenti, al fine di non disperdere inutilmente la dotazione finanziaria appositamente stanziata per l'Anno europeo delle lingue e poterla utilizzare quindi in modo ottimale.

2.8. Ruolo e punto di contatto con enti locali

2.8.1. Appare indispensabile sottolineare il ruolo chiave delle autorità locali nelle attività prescolastiche, nelle iniziative per la gioventù, nei servizi educativi della comunità e nel supportare la varietà culturale all'interno dell'UE, di cui la lingua è componente essenziale.

2.8.2. Aspetto da non trascurare è inoltre il peso degli enti locali nell'instaurazione e nel mantenimento della cooperazione interregionale e della cooperazione con realtà esterne all'UE, principalmente con i Paesi candidati a farvi parte. Il Comitato apprezza la volontà di creare un Comitato consultivo composto da due rappresentanti di ciascuno Stato membro e presieduto dal rappresentante della Commissione, in quanto ciò assicurerà l'apporto fondamentale ed imprescindibile delle autorità locali.

2.9. Valutazioni e impatto previsto

2.9.1. Il Comitato delle regioni valuta come estremamente positiva l'attuazione dell'Anno europeo delle lingue e ritiene che l'impatto che esso avrà sui cittadini europei sarà notevole: infatti le lingue costituiscono un ambito di interesse vastissimo in grado di coinvolgere un altissimo numero di persone e istituzioni.

2.9.2. L'Anno europeo delle lingue può determinare un importante effetto moltiplicatore, intraprendendo azioni sul piano comunitario suscettibili di attirare una notevole attenzione dei mass-media, ma anche attuando iniziative su scala più ridotta destinate a particolari gruppi, paesi o regioni.

2.9.3. Per ottimizzare l'impatto dell'Anno europeo delle lingue occorre trarre indicazioni preziose da analoghe iniziative già conclusesi, come l'Anno europeo dell'istruzione, nel quale sono stati commessi alcuni errori che hanno compromesso la capacità di attirare forme di finanziamento esterne.

2.9.4. Nell'Anno europeo dell'istruzione i settori nei quali si è verificata una carenza di risorse sono stati quelli relativi ai prodotti di comunicazione in tutte le lingue comunitarie, alle attività promozionali e di marketing intese ad attirare l'attenzione dei media e alla diffusione delle informazioni sulle buone prassi derivanti dai singoli progetti. Tali errori non dovranno verificarsi nell'ambito dell'Anno europeo delle lingue.

3. Osservazioni di carattere particolare

3.1. Apprendimento della lingua

3.1.1. Per il successo dell'Anno europeo delle lingue è indispensabile curare in particolar modo la fase preparatoria del 2000.

3.1.2. Attraverso studi e sondaggi occorrerà capire l'atteggiamento di varie categorie di persone nei confronti dell'apprendimento delle lingue, stabilire le aspettative delle categorie destinatarie dell'Anno 2001, raccogliere opinioni sulle possibili modalità di attuazione, non trascurando un dato fondamentale già in nostro possesso, ovvero che il 51 % dei cittadini europei in età adulta e il 29 % dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni non conoscono una lingua straniera al livello necessario per sostenere una conversazione.

3.1.3. Il Comitato ha sempre supportato con forza la promozione della padronanza delle lingue, per il contributo che esse danno a cultura ed occupazione. Inoltre esse sono il requisito essenziale della mobilità dei cittadini all'interno dell'UE.

3.1.4. Il Comitato insiste con forza sulla necessità di un apprendimento precoce delle lingue, affinché i cittadini europei possano realmente essere tali fin dai primi anni della loro vita e crescano nell'ottica di una società multilinguistica, che preveda l'apprendimento delle lingue nell'intero arco della vita, come parte integrante di uno stile di vita genuinamente europeo.

3.1.5. Il Comitato esprime soddisfazione per la prevista redazione di una "Guida per lo studente di lingua", che darà indicazione sugli elementi da ricercare in un buon corso di lingua e proporrà tecniche valide di apprendimento.

3.1.6. Il Comitato afferma la necessità di un efficace coordinamento delle iniziative dell'Anno europeo delle lingue con quelle già in atto in altri programmi specifici, che si apprestano ad entrare, con il 2000, nella loro seconda fase di attuazione (Socrates e Leonardo). Sottolinea l'importanza in questo senso dell'azione Lingua.

3.1.7. Appare particolarmente rilevante la promozione della formazione di partenariati tra le organizzazioni che nei diversi Stati membri operano nella promozione dell'apprendimento delle lingue.

3.2. Promozione della diversità culturale

3.2.1. Il Comitato non cesserà mai di sottolineare che il mantenimento delle diversità culturali è elemento di ricchezza per tutta l'Europa, come affermato a proposito del "Primo programma quadro della Comunità europea a favore della cultura (2000-2004)", e che solo la conoscenza delle altre culture, principalmente attraverso lo studio delle lingue, può scongiurare il dilagare di fenomeni preoccupanti quali il razzismo e la xenofobia.

3.3. Lingue coinvolte dalle iniziative dell'Anno europeo delle lingue

3.3.1. In conformità al principio della pari dignità delle lingue comunitarie, nell'articolo 1 della proposta di decisione si afferma che verranno interessate dalle iniziative che si svolgeranno nel 2001, tutte le lingue ufficiali della Comunità, nonché l'irlandese, il lussemburghese ed altre lingue riconosciute dagli Stati membri.

3.3.2. Il Comitato accoglie con favore lo spazio che viene concesso ai singoli Stati membri, che avranno la possibilità di decidere autonomamente quali lingue del loro Stato potranno essere coinvolte.

3.3.3. La proclamazione del 2001 come Anno europeo delle lingue è benvenuta, per il prezioso contributo che dà in termini di salvaguardia delle minoranze linguistiche ed in termini di ulteriori studi sulla situazione delle lingue e della loro fruibilità nelle varie parti d'Europa.

4. Azioni locali e regionali

4.1. Elemento chiave per il successo del 2001 come anno internazionale delle lingue è l'abilità con cui verranno utilizzati i mass-media, ma anche e soprattutto il grado di coinvolgimento degli enti locali e regionali.

4.2. Nell'ottica della necessità di coinvolgere il maggior numero possibile di persone, appare chiaro che gli sforzi principali dovranno essere fatti in direzione delle categorie più svantaggiate della popolazione, che spesso non vengono raggiunte dai canali di comunicazione utilizzati dai sempre più moderni mass-media; intermediari fondamentali per raggiungere tali categorie disagiate sono esclusivamente gli enti locali, che in virtù della loro approfondita conoscenza del territorio e delle persone che vi risiedono, sapranno dare alle iniziative dell'anno 2001 reale efficacia.

4.3. Il Comitato è d'accordo nell'affermare la necessità di realizzare eventi spettacolari, ma sottolinea la necessità che esse provengano da sorgenti geograficamente vicine alle persone, le sole in grado di coinvolgere un numero notevole di persone di diversa estrazione sociale. Ancora una volta è indispensabile l'apporto degli enti locali e regionali. Il Comitato ritiene che, al fine di coinvolgere il massimo numero di individui, gli enti locali potrebbero essere aiutati ad integrare elementi dell'Anno europeo delle lingue nell'ambito delle loro attività di ordinaria amministrazione, ad esempio introducendo nella fornitura di servizi ulteriori programmi pilota multilingui orientati alla clientela, o designando responsabili incaricati del coordinamento di nuovi approcci linguistici alla loro attività.

4.4. In linea con il parere già espresso in merito a "Cultura 2000", il Comitato esprime la preoccupazione che dando troppa importanza alle attività a grande impatto e su larga scala si corra il rischio di focalizzare l'attenzione sui principali eventi, accordando erroneamente meno importanza alle manifestazioni popolari e locali. Inoltre bisogna scongiurare il rischio di attuare iniziative in un certo senso elitarie che coinvolgano solo gli specialisti e non la generalità delle persone.

5. Conclusioni

Il Comitato delle regioni:

5.1. Chiede che rappresentanti del Comitato delle regioni entrino attivamente a far parte del Comitato consultivo previsto dall'articolo 5 della proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio.

5.2. Accoglie con favore la proposta per la proclamazione del 2001 Anno europeo delle lingue e si compiace che finalmente la questione della conoscenza delle lingue venga posta al centro delle azioni comunitarie per la promozione della conoscenza reciproca delle culture degli Stati membri e per la concretizzazione del principio della libera circolazione dei cittadini in Europa.

5.3. Ritiene che le suddette iniziative costituiranno un valido sostegno al processo di ampliamento dell'Unione europea, nella misura in cui prevede il coinvolgimento dei Paesi candidati. Infatti nell'Anno 2001 si realizzeranno molteplici occasioni per la conoscenza delle culture dei Paesi candidati che porranno le premesse per la loro futura integrazione.

5.4. Accoglie con favore l'Anno europeo delle lingue anche in relazione al prezioso apporto che esso fornirà in termini di miglioramento della formazione professionale dei cittadini europei, soprattutto in vista dello scambio delle competenze professionali tra i vari paesi europei.

5.5. Insiste sul principio del coinvolgimento del maggior numero di cittadini europei nelle iniziative che verranno attuate e si raccomanda che le metodologie di informazione vengano diversificate in relazione alle varie tipologie sociali presenti in Europa, affinché tale informazione sia veramente efficace.

5.6. Esprime soddisfazione per lo spazio decisionale lasciato ai Paesi membri nell'individuazione delle lingue che possono entrare a far parte dell'Anno europeo delle lingue, in virtù del quale potranno essere coinvolte anche le minoranze linguistiche.

5.7. Chiede che le regioni e gli enti locali abbiano parte attiva ed incisiva al progetto e che siano definite in modo chiaro e con procedure semplificate le modalità di finanziamento delle iniziative locali.

5.8. Sottolinea il ruolo chiave degli enti locali e regionali, in quanto risultano essere gli unici in grado di favorire interazioni culturali e linguistiche in quanto rappresentanti di identità culturali e linguistiche diverse all'interno dei confini del proprio Stato membro.

5.9. Propone inoltre di affidare agli enti locali e regionali i punti di contatto che forniscano informazioni e assistenza per l'attuazione delle iniziative dell'Anno europeo delle lingue.

5.10. Propone che il Comitato delle regioni venga coinvolto direttamente nella stesura della relazione conclusiva che delineerà i risultati ottenuti con l'Anno europeo delle lingue, in quanto gli enti locali e regionali appaiono essere gli unici in grado di dare un giudizio sul grado di successo dello stesso, in relazione al numero di persone effettivamente coinvolte realmente sul territorio locale.

5.11. Propone un aumento della percentuale di copertura prevista per le iniziative a livello locale e regionale.

5.12. Ritiene che l'elemento fondamentale che decreterà il successo dell'Anno europeo delle lingue sia la capacità di utilizzare nel modo più opportuno i mass-media, gli unici in grado di raggiungere un pubblico molto ampio a patto che tra essi siano comprese anche i mezzi di informazione locali.

5.13. Ritiene che una campagna d'informazione veramente efficace debba inoltre avvalersi non solo delle reti televisive nazionali dei vari Paesi membri, ma anche e soprattutto delle televisioni, delle radio e dei giornali locali, nonché di nuove forme di mezzi di informazione. Infatti molte analisi compiute sul territorio hanno dimostrato che le percentuali di ascolto delle televisioni locali e di vendita delle testate giornalistiche locali sono di gran lunga superiori a quelle relative ai mezzi di informazione nazionali.

5.14. Chiede che vengano favoriti in particolar modo i progetti su piccola scala, in grado di dare impulsi dai quali potranno emergere attività innovative.

5.15. È d'accordo nell'affermare che, affinché l'Anno europeo delle lingue abbia successo, sia necessario puntare su eventi di grande impatto e larga portata, purché questi vengano integrati ed arricchiti da numerose iniziative realizzate su piccola scala dagli enti locali e regionali, che rafforzeranno il messaggio chiave dell'Anno europeo delle lingue, in quanto fonti geograficamente vicine ai destinatari del progetto.

5.16. Raccomanda che nella diffusione delle iniziative dell'Anno europeo delle lingue venga posto l'accento sugli obiettivi fondamentali dello stesso, che mira ad affermare:

a) la necessità di promuovere l'apprendimento delle lingue in generale;

b) la pari dignità di tutte le lingue comunitarie, comprese quelle delle minoranze linguistiche;

c) il principio secondo cui la diversità linguistica e culturale all'interno dell'Unione europea è vera ricchezza per tutta l'Europa.

5.17. Accoglie con favore la decisione di avvalersi di un sito Internet che verrà dedicato interamente alle informazioni relative all'Anno europeo delle lingue. Per far sì che il maggior numero di persone possibile venga a conoscenza dell'esistenza di questo sito propone che esso venga inserito nel logo che verrà approntato per questa importante iniziativa comunitaria. Inoltre ritiene opportuno e di estrema efficacia inserire informazioni sul suddetto sito nei siti Internet degli enti locali e regionali.

5.18. Chiede che vengano stabiliti con urgenza i criteri in base ai quali verranno selezionati i vari progetti che entreranno a far parte delle iniziative dell'Anno europeo delle lingue, per agevolare gli enti locali e regionali e concedere loro un buon margine di tempo per la stesura di tali progetti. Chiede inoltre che tali criteri siano in massima misura generali, per poter dare il più ampio spazio possibile alla creatività locale.

5.19. Chiede, in linea con l'obiettivo dell'Anno europeo delle lingue, che tutte le informazioni ad esso relative vengano tradotte in tutte le lingue, comprese quelle delle minoranze linguistiche che gli Stati membri vorranno rendere partecipi al progetto e su supporti audiovisivi per disabili.

5.20. Chiede inoltre che i sondaggi preparatori da eseguire nel 2000 rispettino il principio della capillarità, che vengano fatti in tutti gli Stati membri e che riguardino tutte le fasce d'età, oltre a quantificare quante e quali persone desiderino imparare altre lingue straniere.

Bruxelles, 17 febbraio 2000.

Il Presidente

del Comitato delle regioni

Jos Chabert

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