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Integrazione delle pari opportunità nelle politiche comunitarie

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Integrazione delle pari opportunità nelle politiche comunitarie

L'Unione europea stabilisce il principio in base al quale la parità fra le donne e gli uomini («gender perspective») deve essere sistematicamente presa in considerazione in tutte le politiche e in tutte le azioni comunitarie, fin dal momento della loro concezione e in maniera attiva e visibile.

ATTO

Comunicazione della Commissione, del 21 febbraio 1996, « Integrare la parità di opportunità fra le donne e gli uomini nell'insieme delle politiche e delle azioni comunitarie » [COM(96) 67 def. - Non pubblicata sulla Gazzetta ufficiale].

SINTESI

Il principio di «gender mainstreaming» delle questioni di genere consiste nel prendere in considerazione sistematicamente le differenze tra le condizioni, le situazioni e le esigenze delle donne e degli uomini nell'insieme delle politiche e delle azioni comunitarie.

La comunicazione presenta in primo luogo l'acquis comunitario in materia di parità e le prospettive di azione nei diversi settori:

  • occupazione e mercato del lavoro: la Commissione intende perseguire la strutturazione del quadro giuridico della parità, razionalizzare e meglio integrare le sue misure di sostegno a studi vertenti sull'imprenditorialità femminile e sulla conciliazione fra vita familiare e vita professionale;
  • le donne che sono dirigenti d'impresa e le coniugi collaboratrici nelle PMI, anche nei settori dell'agricoltura e della pesca: la Commissione prevede di potenziare le azioni in favore delle donne nelle PMI, segnatamente tramite un miglioramento della flessibilità del lavoro e delle qualifiche professionali, nonché tramite un accesso agevolato al credito;
  • istruzione e formazione: l'insieme delle azioni comunitarie riguardanti l'istruzione, la formazione o la gioventù, mirano ad integrare la parità di opportunità come obiettivo specifico o come priorità addizionale;
  • diritti delle persone: la Commissione ha avviato azioni per la lotta contro la violenza nei confronti delle donne, nonché per la lotta contro il traffico di persone e la riabilitazione nella società delle vittime di tale traffico; inoltre sono previste alcune attività per migliorare la sicurezza e l'integrità delle donne rifugiate;
  • cooperazione allo sviluppo: la Commissione intende continuare ad integrare il principio di « gender mainstreaming » nelle politiche di sviluppo della Comunità e negli accordi di cooperazione allo sviluppo con i paesi in via di sviluppo, utilizzando le strategie elaborate nella comunicazione della Commissione sull'integrazione delle questioni attinenti al genere nella cooperazione allo sviluppo [COM(1995) 423 def. - Non pubblicata sulla Gazzetta ufficiale];
  • informazione: la Commissione ritiene necessaria l'attuazione di una politica di comunicazione coerente, sistematica, visibile e adattata ai diversi pubblici destinatari;
  • politica del personale: la Commissione svolge da numerosi anni una politica basata sulla parità di opportunità per il suo personale, tramite programmi di azioni specifiche.

La seconda parte della comunicazione illustra il ruolo svolto dai fondi strutturali, che costituiscono il principale strumento finanziario della Comunità e il cui intervento riguarda diversi di questi settori, nella promozione della parità di opportunità.

L'attuazione progressiva di tali orientamenti richiede un potenziamento significativo della cooperazione a livello dei servizi della Commissione, nonché un potenziamento della partnership con gli Stati membri e organizzazioni ed operatori interessati.

Contesto

La comunicazione della Commissione si inserisce negli sviluppi del ruolo svolto dalla Comunità europea in occasione della quarta conferenza mondiale delle Nazioni unite sulle donne svoltasi a Pechino nel settembre del 1995.

ATTI CONNESSI

Comunicazione della Commissione, del 7 giugno 2000, « Verso una strategia-quadro comunitaria in materia di parità fra le donne e gli uomini (2001-2005) » [COM(2000) 335 def. - Non pubblicata sulla Gazzetta ufficiale]

L'Unione europea ha definito una strategia-quadro comunitaria in materia di parità fra le donne e gli uomini. Tale quadro di azione consente l'integrazione della questione della parità di opportunità in tutte le attività comunitarie, in maniera che queste possano contribuire al raggiungimento dell'obiettivo della soppressione delle diseguaglianze e della promozione della parità fra le donne e gli uomini. A ciò si associa un programma d'azione comunitario per la parità di opportunità, che consente l'apporto di un sostegno finanziario.

Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, del 7 dicembre 2000 [Gazzetta ufficiale C 364 del 18.12.2000]

Articolo 23, paragrafo 1: « La parità fra le donne e gli uomini deve essere assicurata in tutti i settori, anche in materia di occupazione, di lavoro e di remunerazione »

Relazione di avanzamento della Commissione sugli sviluppi della comunicazione: «Integrare la parità di opportunità fra le donne e gli uomini nell'insieme delle politiche e delle azioni comunitarie» [COM(98) 122 def. - Non pubblicata sulla Gazzetta ufficiale]

La relazione presenta gli importanti progressi realizzati dal 1996, nella presa in considerazione della parità fra le donne e gli uomini, nelle politiche e nelle azioni comunitarie. Sotto l'egida del Gruppo dei Commissari per la parità di opportunità è stata istituita una nuova struttura composta da un funzionario di ogni Direzione generale specificamente incaricato di promuovere la parità fra le donne e gli uomini. Il suo obiettivo consiste nell'incorporazione sistematica della dimensione della parità di opportunità in tutte le attività comunitarie.

Tre settori politici vanno segnalati in maniera particolare per i risultati conseguiti: le relazioni esterne, l'occupazione e la politica sociale, nonché l'istruzione, la formazione e la gioventù. La relazione presenta un'analisi esauriente dei progressi compiuti in questi settori.

La relazione indica del pari altre realizzazioni in altri settori come, ad esempio, la cooperazione fra gli Stati membri nella lotta contro il traffico di esseri umani, la violenza contro le donne, il posto sempre più centrale delle donne vittime di conflitti armati e l'importanza che attribuisce alla parità di opportunità il programma di modernizzazione della Commissione.

La relazione segnala del pari importanti lacune ed ostacoli; molte iniziative rimangono isolate e quindi senza un impatto adeguato sulla situazione generale in materia di parità dei generi. Fra tali ostacoli figura segnatamente la mancanza di presa di coscienza sui problemi riguardanti i generi da parte dei responsabili delle decisioni, la mancanza di risorse umane e di bilancio stanziate per tali compiti e la carenza di competenze in materia di questioni riguardanti i generi.

La relazione auspica fra l'altro: una migliore sensibilizzazione sulla dimensione dei generi, soprattutto con riferimento prioritario ai quadri superiori; lo sviluppo di competenze in materia di parità di opportunità; una valutazione costante dell'impatto delle politiche sulla parità fra i generi; una verifica sistematica della presa in considerazione della parità fra donne e uomini in ogni proposta legislativa ovvero in ogni altro documento politico.

Per compiere nuovi progressi, l'integrazione della dimensione riguardante i generi richiede un approccio globale più esauriente.

Relazioni

Il Consiglio europeo di primavera, del 20 e del 21 marzo 2003, ha invitato « la Commissione a redigere, in collaborazione con gli Stati membri, una relazione annuale al Consiglio europeo di primavera sui progressi compiuti per promuovere la parità fra le donne e gli uomini e sugli orientamenti da seguire in vista di integrare la dimensione "donne-uomini" nelle diverse politiche».

Ultima modifica: 10.09.2004

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