Choose the experimental features you want to try

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 52008IP0194

Missioni di osservazione elettorale dell'UE: obiettivi, prassi e sfide future
Risoluzione del Parlamento europeo dell' 8 maggio 2008 sulle missioni di osservazione elettorale dell'UE: obiettivi, prassi e sfide future (2007/2217(INI))

GU C 271E del 12.11.2009, p. 31–38 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

12.11.2009   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 271/31


Giovedì 8 maggio 2008
Missioni di osservazione elettorale dell’UE: obiettivi, prassi e sfide future

P6_TA(2008)0194

Risoluzione del Parlamento europeo dell’8 maggio 2008 sulle missioni di osservazione elettorale dell’UE: obiettivi, prassi e sfide future (2007/2217(INI))

2009/C 271 E/03

Il Parlamento europeo,

viste la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, in particolare l’articolo 25,

visti la Convenzione europea per la protezione dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, gli impegni dell’OSCE stabiliti a Copenaghen nel 1990 e in occasione del Vertice di Istanbul del 1999, in cui tutti i paesi dell’OSCE si sono impegnati ad invitare alle loro elezioni osservatori internazionali, e segnatamente l’Ufficio OSCE per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR),

vista la Carta africana sui diritti dell’uomo e dei popoli e la Convenzione americana sui diritti dell’uomo,

visti la Dichiarazione di principi per l’osservazione elettorale internazionale e il Codice di condotta per gli osservatori elettorali internazionali, approvati dalle Nazioni Unite a New York il 27 ottobre 2005,

visti tutti gli accordi tra l’Union europea e i paesi terzi, nonché le clausole in materia di diritti dell’uomo e democrazia contenute in tali accordi,

visti gli articoli 3, 6 e 11 del trattato UE e gli articoli 3, 177, 179 e 181 A del trattato CE,

vista la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, proclamata a Strasburgo il 12 dicembre 2007 (1),

visto il regolamento (CE) n. 1889/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 dicembre 2006, che istituisce uno strumento finanziario per la promozione della democrazia e dei diritti umani nel mondo (2) (Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani — EIDHR),

vista la comunicazione della Commissione in materia di assistenza e monitoraggio delle elezioni da parte dell’Unione europea, dell’11 aprile 2000 (COM(2000)0191),

vista la sua risoluzione del 15 marzo 2001 sulla comunicazione della Commissione in materia di assistenza e monitoraggio delle elezioni da parte dell’Unione europea (3),

visti gli orientamenti dell’Unione europea sul monitoraggio delle elezioni (4) e gli orientamenti dell’Unione europea sui criteri comuni per la selezione degli osservatori elettorali (5),

visto il documento del Consiglio sull’assistenza e il monitoraggio delle elezioni (6),

vista la sua risoluzione del 25 aprile 2002 sulla comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sul ruolo dell’Unione europea nella promozione dei diritti umani e della democratizzazione nei paesi terzi (7),

viste le relazioni annuali dell’Unione europea sui diritti umani,

viste le sue relazioni annuali sui diritti dell’uomo nel mondo,

vista la risoluzione dell’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE del 21 novembre 2007 su elezioni e processi elettorali nei paesi ACP e UE (8),

viste le decisioni della Conferenza dei presidenti dell’8 novembre 2001, con cui si istituisce il Gruppo di coordinamento elettorale (9), del 12 maggio 2005 sull’attuazione delle disposizioni che disciplinano le missioni di osservazione elettorale (10), del 21 settembre 2006, con cui si dà attuazione alle disposizioni che disciplinano il lavoro delle delegazioni (11), e dell’8 giugno 2006 sugli orientamenti per le delegazioni di osservazione elettorale del Parlamento europeo (12),

viste le dichiarazioni preliminari e le relazioni definitive delle missioni di osservazione elettorale dell’UE (MOE-UE) nonché le relazioni delle sue delegazioni di osservazione elettorale,

viste le relazioni annuali del Gruppo di coordinamento elettorale,

visto l’articolo 45 del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per lo sviluppo(A6-0138/2008),

A.

considerando che le elezioni devono essere organizzate in conformità di norme riconosciute a livello internazionale,

B.

considerando che la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo stabilisce che il diritto a eleggere liberamente i rappresentanti prescelti attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed uguale, ed a voto segreto, è un diritto di cui tutti i cittadini devono godere, diritto altresì sancito in tutti gli altri principali strumenti internazionali e regionali in materia di diritti dell’uomo e che rappresenta un elemento essenziale della vera democrazia, alla cui difesa l’Unione europea si è impegnata nei suoi trattati,

C.

considerando che l’osservazione elettorale contribuisce alla promozione e alla protezione globale dei diritti umani fondamentali e, più in particolare, dei diritti civili e politici; che un autentico processo elettorale democratico presuppone il rispetto della libertà di espressione e mezzi di informazione liberi, il rispetto dello Stato di diritto, il diritto di creare partiti politici e di concorrere per cariche pubbliche, la non discriminazione e uguali diritti per tutti i cittadini, nonché altri diritti dell’uomo e libertà fondamentali che tutti i paesi dell’OSCE si sono impegnati a proteggere e a promuovere,

D.

considerando che l’osservazione elettorale internazionale mira a rafforzare la legittimità del processo elettorale, ad accrescere la fiducia del pubblico nelle elezioni, a scoraggiare ed eventualmente a denunciare le frodi elettorali nonché a fornire analisi e relazioni e a formulare raccomandazioni per il miglioramento di tutti gli aspetti del processo elettorale, in piena collaborazione con il paese ospite, per la risoluzione di possibili conflitti e per la protezione dei diritti umani e della democrazia in generale,

E.

considerando che l’osservazione elettorale nelle nuove democrazie emergenti è una priorità dell’Unione europea, il che dimostra l’impegno di quest’ultima ad assistere le nuove democrazie e i nuovi paesi nel loro avanzamento verso la democrazia e la costruzione di strutture democratiche solide,

F.

considerando che, come indicato nella risoluzione dell’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE sulla cooperazione ACP-UE e la partecipazione ai processi elettorali nei paesi ACP nonché sul ruolo dell’Assemblea paritetica, approvata il 1o aprile 1999 a Strasburgo (13), la riduzione della povertà, obiettivo principale della politica di sviluppo dell’Unione europea, richiede l’esistenza di una democrazia partecipativa e di governi responsabili e non corrotti,

G.

considerando che, come sottolineato nell’Accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall’altro, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000 (14) (accordo di Cotonou), il partenariato tra gli Stati ACP e l’Unione europea deve sostenere attivamente la promozione dei diritti dell’uomo, i processi di democratizzazione, il consolidamento dello Stato di diritto e il buon governo,

H.

considerando che nel 2005, sotto gli auspici delle Nazioni Unite, sono stati adottati una Dichiarazione di principi per l’osservazione elettorale internazionale e un Codice di condotta per gli osservatori elettorali internazionali, cui hanno aderito sia la Commissione sia il Parlamento, al pari di 32 altre organizzazioni internazionali, governative e non governative,

I.

considerando che fra i principi messi in risalto in tale Dichiarazione rientrano la piena copertura, l’indipendenza e l’imparzialità, la trasparenza e la pubblicità, la professionalità, l’analisi e la consulenza, il rispetto della sovranità del paese ospite, inclusa la necessità di ricevere un invito ad osservare le elezioni, la cooperazione fra le diverse organizzazioni di osservatori e la non legittimazione dei processi elettorali chiaramente non democratici;

J.

considerando che, dall’adozione della soprammenzionata comunicazione della Commissione dell’11 aprile 2000, più di 50 missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea sono state effettuate in 32 paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America latina; considerando altresì che è tuttavia degno di nota il fatto che nei paesi del sud del Mediterraneo sia stato effettuato un numero ben inferiore di missioni di osservazione elettorale,

K.

considerando che a titolo dell’EIDHR più di 30 milioni di euro vengono messi a disposizione ogni anno per le missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea,

L.

considerando che, in un paese determinato in cui si sono svolte elezioni, un parlamento democraticamente eletto ha un valore limitato se non gode di poteri significativi e se è dominato dall’esecutivo,

M.

considerando che nel settore dell’osservazione elettorale da parte dell’Unione europea dovranno ancora essere affrontate, in futuro, alcune sfide fondamentali, tra cui la crescente rilevanza della votazione elettronica,

N.

considerando che la suddetta comunicazione della Commissione dell’11 aprile 2000 ha rappresentato un momento decisivo nell’impostazione dell’Unione europea in materia di osservazione elettorale, in quanto ha stabilito una metodologia globale, che copre l’intero processo elettorale, dalla fase preelettorale a quella postelettorale, che si è rivelata un grande successo ed ha fatto dell’Unione europea un’organizzazione guida nel settore dell’osservazione elettorale internazionale,

O.

considerando che lo spiegamento di missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea è un elemento essenziale della politica estera di quest’ultima e costituisce in particolare, insieme all’assistenza elettorale, uno strumento fondamentale per il sostegno elettorale nel contesto dell’impegno dell’Unione europea in vista della promozione dei valori della democrazia, dello sviluppo e della pace,

P.

considerando che la riuscita dei processi elettorali può avere luogo solo nel contesto di valori democratici da tempo radicati, tenendo conto della necessità di costruire un consenso europeo sulla promozione della democrazia nell’ambito di una società che preveda la sensibilizzazione degli elettori e l’educazione civica, solidi meccanismi di sostegno dei diritti dell’uomo, l’esistenza di una società civile indipendente e pluralista, e il rispetto della separazione dell’assemblea legislativa dall’esecutivo;

Q.

considerando che l’osservazione elettorale è un processo a lungo termine che include tre periodi, ossia la fase preelettorale, il giorno delle elezioni e la fase postelettorale, e che ciascuno di questi periodi va analizzato con rigore e imparzialità sulla base di dati di prima mano,

R.

considerando che l’osservazione di questi tre periodi, anche se può essere condotta da osservatori differenti, richiede complementarità e un coordinamento adeguato,

S.

considerando che il valore aggiunto offerto dai parlamentari e dagli ex parlamentari nell’osservazione elettorale è incontestabile e complementare a quello offerto dalle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea, ma non può di per sé garantire un giudizio rigoroso del processo elettorale,

T.

considerando che il Parlamento svolge un ruolo fondamentale nelle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea, in quanto un membro del Parlamento europeo è nominato osservatore capo e nella maggior parte dei casi una delegazione di osservazione elettorale di deputati al Parlamento europeo è pienamente integrata nella struttura della MOE-UE,

U.

considerando che alle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea deve essere dato un seguito più coerente e globale, sul piano sia tecnico che politico,

V.

considerando che, sebbene sia essenziale mantenere la politica delle missioni di osservazione elettorale dell’UE in condizioni che consentano lo svolgimento dei compiti in modo imparziale, globale e sicuro per il personale coinvolto, l’Unione europea non deve omettere di pronunciarsi sulla condotta di elezioni in circostanze in cui dette condizioni non sussistono;

1.

conferma la sua determinazione a contribuire al rafforzamento dei processi democratici accrescendo il suo coinvolgimento nell’osservazione elettorale, nel seguito da dare alle MOE-UE e nella costruzione delle capacità parlamentari;

2.

ritiene che lo svolgimento di elezioni, pur non potendo considerarsi in assoluto l’unico indicatore di democrazia, abbia comunque un effetto positivo sul processo di democratizzazione in termini di miglioramento delle libertà civili, a condizione che vengano assicurati il pluralismo politico, la libertà di riunione e associazione, la libertà di espressione, la parità di accesso ai media, elezioni segrete e rispetto dei diritti umani;

3.

sottolinea che l’osservazione elettorale nelle nuove democrazie emergenti dovrebbe continuare ad essere una priorità, dal momento che, generalmente, detti Stati possono beneficiare maggiormente dell’osservazione internazionale delle elezioni e delle raccomandazioni che ne derivano;

4.

deplora che l’Unione europea sia ancora priva di una strategia comune e globale per la promozione della democrazia ed esorta tutte le istituzioni dell’Unione europea e gli Stati membri a continuare negli sforzi volti a rendere possibile l’adozione di tale strategia; sollecita a tale proposito tutte le istituzioni dell’Unione europea e gli Stati membri a decidere di instaurare un Consenso europeo sulla democrazia;

5.

ritiene, alla luce di quanto detto, che l’osservazione elettorale rappresenti solo un primo passo verso la democrazia e debba essere integrata da altre attività adeguatamente finanziate e da misure postelettorali per la promozione della democrazia, specialmente attraverso lo sviluppo di capacità a livello di parlamenti nazionali, partiti politici, amministrazione pubblica, attori non statali e società civile, nonché attraverso la promozione dei diritti umani e del buon governo; chiede pertanto il mantenimento del massimale di bilancio del 25 % dell’EIDHR, stabilito dalla Commissione per le missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea, durante i sette anni del quadro finanziario 2007-2013; chiede alla Commissione di riservare una parte di tale quadro finanziario ad attività preparatorie preelettorali, tra cui la formazione di osservatori locali, l’educazione degli elettori e altre attività che sono essenziali per l’organizzazione a lungo termine di elezioni libere ed eque;

6.

rende omaggio all’ODIHR, il cui lavoro pionieristico ha ampiamente ispirato la metodologia dell’Unione europea sull’osservazione elettorale;

7.

rende omaggio alla partecipazione di osservatori di paesi terzi, quali Svizzera, Norvegia e Canada alle MOE-UE.

8.

ribadisce il ruolo importante delle MOE dell’ODIHR nell’area OSCE, dove l’Unione europea non effettua di norma MOE; si congratula con l’ODIHR per la qualità del suo lavoro e il suo attaccamento ad elevati standard di trasparenza e indipendenza; esprime la propria preoccupazione dinanzi alle dichiarazioni e alle azioni di alcuni paesi dell’OSCE, che rimettono in questione il mandato dell’ODIHR, compromettendo l’efficacia, il finanziamento e l’indipendenza delle sue missioni; invita i paesi dell’OSCE e il Consiglio europeo a sostenere la posizione dell’ODIHR quale principale organo di osservazione elettorale dell’area OSCE; condanna in particolare la recente imposizione, da parte di alcuni paesi dell’OSCE, di restrizioni alla durata delle MOE, nonché il rifiuto di concedere i visti agli osservatori, ovvero i ritardi nel rilascio degli stessi, che hanno messo l’ODIHR nell’impossibilità di adempiere al suo mandato;

9.

richiama l’attenzione sul valore aggiunto della partecipazione alle missioni internazionali di osservazione elettorale nell’area OSCE, unitamente all’OSCE/ODHIR, all’Assemblea parlamentare dell’OSCE, all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e, se del caso, all’Assemblea parlamentare NATO; è dell’avviso che la sua partecipazione a tali missioni dovrebbe proseguire e addirittura incrementare; sottolinea l’importanza cruciale di un efficiente coordinamento politico tra gli organismi interessati, in particolare per quanto riguarda l’accuratezza della valutazione, l’attaccamento a standard di indipendenza, le conclusioni degli osservatori di lungo termine e la coerenza delle dichiarazioni pubbliche;

10.

accoglie con favore il positivo contributo delle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea al rafforzamento dei processi democratici, alla promozione del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, del buon governo e dello Stato di diritto e in particolare al rafforzamento dei processi elettorali a livello mondiale;

11.

ricorda le conclusioni del seminario di Commissione/Parlamento svoltosi l’11 settembre 2007 secondo cui, per motivi di metodologia, identità e visibilità, le MOE-UE devono continuare ad operare indipendentemente da altri osservatori internazionali e nazionali; ritiene che ciò non precluda tuttavia una cooperazione regolare e stretta con altre organizzazioni di osservatori in loco, né un ulteriore sostegno da parte dell’Unione europea al rafforzamento delle capacità di organismi di osservazione nazionali e regionali;

12.

sottolinea il successo della metodologia dell’Unione europea, ma invita la Commissione a migliorare e aggiornare ulteriormente tale metodologia includendo prassi consolidate e affrontando le nuove sfide;

13.

sottolinea che tale successo ha fatto dell’Unione europea l’organizzazione guida nel settore dell’osservazione elettorale internazionale e che la particolare attenzione alla professionalità delle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea contribuisce in modo rilevante all’emergere di un gran numero di esperti elettorali altamente qualificati e competenti; sottolinea l’importanza di assumere e formare attivamente nuovi osservatori al fine di assicurare la continuità delle competenze UE in materia di osservazione elettorale; sottolinea inoltre che la professionalità delle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea permette a quest’ultima di contribuire maggiormente ad inculcare una consapevolezza duratura dei vari elementi che costituiscono un processo elettorale democratico; ritiene a tale riguardo che si potrebbe prevedere, per gli ex deputati, un’esperienza in qualità di osservatori di medio e lungo termine;

14.

invita la Commissione a prendere misure appropriate per rafforzare ulteriormente l’adeguata partecipazione delle organizzazioni della società civile e degli osservatori locali ai processi elettorali;

15.

sottolinea l’importanza che gli osservatori a breve e lungo termine dell’Unione europea si astengano da comportamenti che potrebbero essere percepiti dalle popolazioni locali come condiscendenti, altezzosi o irrispettosi della cultura locale; ritiene che, in tale contesto e se del caso, gli osservatori dell’Unione europea dovrebbero mettersi in contatto con gli osservatori locali;

16.

è favorevole alla prassi consolidata di nominare i deputati al Parlamento europeo osservatori capo delle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea, chiede che il processo di nomina sia chiaro e trasparente onde garantire la credibilità dell’osservatore capo e sottolinea che, anche se per tutta la durata del loro mandato lavorano a stretto contatto con la Commissione e altre istituzioni dell’Unione europea, i deputati dovrebbero sempre mantenere un’indipendenza chiara e ben definita, senza alcuna interferenza;

17.

accoglie con favore la politica in materia di parità di genere adottata quale parte di questa metodologia nella selezione degli osservatori, incluso l’osservatore capo, indipendentemente dalla difficoltà della missione;

18.

è del parere che la conoscenza della lingua in uso nel paese in cui si svolgono le elezioni (diventa: ad esempio, lo spagnolo in Bolivia) dovrebbe essere un criterio indicativo da seguire per la nomina degli osservatori, dal momento che la capacità di comunicare direttamente con la popolazione locale rende più facile per gli osservatori stessi venire a conoscenza della situazione sociale e politica del paese;

19.

è del parere che nel periodo preelettorale, dopo le riunioni con i candidati e i funzionari della commissione elettorale, gli osservatori dovrebbero poter incontrare altri gruppi nel paese in cui si svolgono le elezioni;

20.

accoglie con favore l’esperienza positiva delle sue delegazioni di osservazione elettorale nel quadro delle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea, cui forniscono un importante valore aggiunto conferendo legittimità alle loro conclusioni e rafforzando la loro visibilità e la loro accettazione, ma sottolinea che la credibilità di queste conclusioni dipende dalla rigorosa applicazione della metodologia nel corso dell’intero processo di osservazione;

21.

si compiace del lavoro svolto dall’Associazione degli ex deputati del Parlamento europeo, congiuntamente agli ex deputati del parlamento canadese e all’Associazione statunitense degli ex deputati del Congresso, nella fondazione dell’Istituto internazionale degli osservatori elettorali (IEMI); rileva che i membri di detto Istituto hanno osservato numerose elezioni e sottolinea che tutti gli attuali deputati al Parlamento europeo saranno un giorno ex deputati e che le loro competenze risulteranno molto preziose ai fini dell’ulteriore sviluppo del processo democratico;

22.

invita tutti i deputati del Parlamento europeo che partecipano alle delegazioni di osservazione elettorale a continuare a seguire gli orientamenti stabiliti per tali delegazioni; sottolinea l’importanza del Codice di condotta per gli osservatori elettorali internazionali, che si applica anche ai deputati del Parlamento europeo;

23.

riconosce che in più occasioni le delegazioni di osservazione elettorale del Parlamento europeo non avevano un numero sufficiente di membri e decide che in casi di questo tipo può essere utile ricorrere ad ex deputati per raggiungere il numero richiesto; sollecita le autorità politiche competenti del Parlamento europeo a seguire tale suggerimento;

24.

sottolinea che le delegazioni di osservatori dei gruppi politici non rappresentano il Parlamento e invita tali delegazioni a non prendere iniziative che possano pregiudicare la credibilità e visibilità delle delegazioni ufficiali di osservazione elettorale del Parlamento europeo e delle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea;

25.

rileva che il coordinamento tra le istituzioni dell’Unione europea e in seno alla Commissione è stato in generale positivo, ma deplora che in alcuni casi si sia avuta una grave mancanza di coesione, il che rende necessari ulteriori miglioramenti;

26.

sottolinea in particolare l’importanza di coordinare tutte le dichiarazioni pubbliche relative ai risultati delle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea e di evitare la pubblicazione di qualsiasi dichiarazione prima della presentazione, da parte della missione in questione, della sua dichiarazione preliminare; mette in risalto il ruolo fondamentale svolto, in termini di visibilità e credibilità, dalla conferenza stampa, quando la dichiarazione preliminare è presentata per la prima volta; chiede che sia i comunicati stampa sia il resoconto dei risultati seguano un calendario che tenga conto delle sensibilità elettorali sul terreno;

27.

propone, al fine di migliorare le relazioni tra il Parlamento e il Consiglio, che quest’ultimo partecipi alle riunioni del Gruppo di coordinamento elettorale e che il Parlamento riceva lo status di osservatore alle riunioni del gruppo di lavoro del Consiglio sui diritti umani (COHOM);

28.

invita la Commissione a valutare, durante la negoziazione degli accordi di associazione o dei partenariati strategici, in che modo includere la fattibilità dell’osservazione dei processi elettorali nei paesi del sud del Mediterraneo e del Medio Oriente;

29.

ritiene che la sfida fondamentale da affrontare consista nel garantire alle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea un seguito efficace e orientato ai risultati, e che sia necessario fare una distinzione tra seguito tecnico e seguito politico, in cui dovrebbero essere coinvolti a tutti i livelli le istituzioni dell’Unione europea e gli Stati membri;

30.

suggerisce che la messa in atto delle raccomandazioni formulate dalle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea sia seguita da vicino, in particolare là dove l’assistenza elettorale non è fornita;

31.

chiede a tutte le istituzioni dell’Unione europea, in particolare al Consiglio e ai governi degli Stati membri, di includere i risultati e le raccomandazioni delle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea nei loro dialoghi politici con i paesi interessati, nonché nelle loro iniziative, dichiarazioni, risoluzioni, prese di posizione e ulteriori azioni;

32.

invita in particolare la Commissione ad includere le raccomandazioni delle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea in tutti i piani d’azione relativi ai paesi della politica europea di vicinato in cui si effettuano missioni di osservazione elettorale;

33.

chiede alla Commissione di utilizzare appieno queste raccomandazioni di lungo periodo nel momento in cui elabora i Programmi d’azione annuali/Documenti strategici per paese nell’ambito del Fondo europeo di sviluppo e degli strumenti finanziari esterni dell’Unione europea, in particolare il regolamento (CE) n. 1905/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (15) e il regolamento (CE) n. 1638/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 2006, recante disposizioni generali che istituiscono uno strumento europeo di vicinato e partenariato (16);

34.

condanna gli esempi passati di prassi consistenti nell’adozione di un atteggiamento lassista nei confronti di paesi severamente criticati dalle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea riguardo al processo elettorale; deplora d’altro canto che le elezioni democratiche non siano sempre legittimate dall’Unione europea e ritiene che queste incoerenze pregiudichino la fragile idea di democrazia in tali paesi, nonché l’immagine dell’Unione europea;

35.

invita la Commissione a valutare attentamente i risultati di ciascuna missione di osservazione elettorale dell’Unione europea, a trarne le dovute lezioni e a definire con chiarezza nelle relazioni finali i limiti metodologici di ciascuna missione; invita inoltre la Commissione a compiere ogni sforzo possibile per garantire che le conquiste democratiche delle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea (metodologia, prassi tecniche, mezzi di bilancio, strutture elettorali ecc.) non vengano rimesse in discussione o annullate una volta concluso il processo elettorale;

36.

chiede alla Commissione di analizzare la possibilità di organizzare missioni specializzate che seguano taluni aspetti chiave del processo elettorale, come la definizione del quadro giuridico elettorale, la registrazione degli elettori nonché le lamentele e i ricorsi postelezioni, che in alcuni casi non sono coperti adeguatamente dalle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea;

37.

raccomanda l’avvio di un dialogo politico nei casi in cui le raccomandazioni delle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea non sono poste in atto;

38.

suggerisce, in linea con quanto precede, che il Parlamento europeo sia presente in occasione dell’apertura di un nuovo parlamento la cui elezione è stata sottoposta a osservazione e che la cooperazione con detto parlamento appena eletto sia rafforzata;

39.

raccomanda l’attuazione di una strategia specifica di sostegno ai parlamenti neoeletti in modo democratico, nell’interesse di un consolidamento duraturo della democrazia, dello stato di diritto e del buon governo;

40.

propone che, a tal fine, il Parlamento esperisca modalità per assistere i parlamenti neoeletti nello svolgimento del loro lavoro, con particolare riferimento ai paesi in via di sviluppo;

41.

propone alla Commissione di istituire altri meccanismi per il monitoraggio dei processi elettorali nei casi in cui non sia possibile l’invio di una MOE-UE a pieno titolo; invita la il Consiglio e la Commissione a tenersi pronti a rilasciare dichiarazioni pubbliche forti e tempestive in relazione alle elezioni svoltesi in tali circostanze;

42.

ritiene che, per quanto concerne il seguito tecnico, l’assistenza alle elezioni costituisca l’impegno strategico a lungo termine necessario per tutto il ciclo elettorale, che può interagire nel modo migliore con le missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea, e ritiene che si debba prestare speciale attenzione al rafforzamento dell’indipendenza e della legittimità degli organi di gestione elettorale, come anche al sostegno all’istituzione di una commissione elettorale permanente piuttosto che di una commissione ad hoc;

43.

sottolinea che, in quanto istituzione europea democraticamente eletta, il Parlamento svolgerà un ruolo speciale nel seguito politico delle missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea e in particolare nel processo di costruzione delle capacità parlamentari;

44.

chiede che si tenga debitamente conto, laddove possibile, del valore aggiunto fornito dalla consultazione, cooperazione e condivisione delle conoscenze tra le delegazioni e missioni parlamentari del Parlamento e degli ACP nel più ampio contesto dell’azione esterna dell’Unione europea e in relazione ad altre missioni di osservazione nazionali e internazionali; propone la creazione di gruppi di lavoro allo scopo di far beneficiare i partner dell’Unione africana, nel quadro della nuova strategia UE-Africa, delle competenze e dell’esperienza in materia di osservazione elettorale, così come l’Unione europea ha beneficiato della metodologia e dell’esperienza di lavoro dell’ODIHR/OSCE;

45.

chiede che siano analizzate le condizioni in cui potrebbero essere organizzate delegazioni di osservazione elettorale congiunte di breve termine con i membri dell’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE, dell’Assemblea parlamentare euromediterranea e dell’Assemblea parlamentare eurolatinoamericana;

46.

raccomanda l’organizzazione periodica di missioni di osservazione congiunte ACP-UE in occasione di elezioni nell’Unione europea;

47.

è del parere che la votazione elettronica stia già svolgendo e svolgerà sempre più un ruolo fondamentale nei processi elettorali, dando potenzialmente luogo ad un nuovo tipo di frode elettorale; sollecita la Commissione a prendere le misure del caso in vista di un’osservazione affidabile di questo tipo di votazione e a formare in modo adeguato gli osservatori per tale scopo;

48.

chiede l’adozione da parte del Parlamento di una relazione annuale sulle MOE-UE;

49.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, ai Copresidenti dell’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE, al Presidente dell’Assemblea parlamentare euromediterranea, ai Copresidenti dell’Assemblea parlamentare eurolatinoamericana, al Presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, al Presidente dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE e al Direttore dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani.


(1)  GU C 303 del 14.12.2007, pag. 1.

(2)  GU L 386 del 29.12.2006, pag. 1.

(3)  GU C 343 del 5.12.2001, pag. 270.

(4)  Decisione del Consiglio 9262/98 — PESC 157 — COHOM 6, 3.6.1998.

(5)  Decisione del Consiglio 8728/99 — PESC 165 — COHOM 4, 28.5.1999.

(6)  Documento del Consiglio 9990/01 — PESC 236 — DEVGEN 103 — COHOM 17, 26.6.2001.

(7)  GU C 131 E del 5.6.2003, pag. 147.

(8)  GU C 58 dell’1.3.2008, pag. 18.

(9)  PE 309/025/BUR.

(10)  PE 349/329/CPG/DEF.

(11)  PE 375/270/CPG/Riv. 1.

(12)  PE 375/117/CPG.

(13)  GU C 271 del 24.9.1999, pag. 57.

(14)  GU L 317 del 15.12.2000, pag. 3.

(15)  GU L 378 del 27.12.2006, pag. 41.

(16)  GU L 310 del 9.11.2006, pag. 1.


Top