ECO/590
Considerazioni supplementari sulla politica economica della zona euro 2022
PARERE
Sezione Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale
Considerazioni supplementari sulla politica economica della zona euro 2022
(parere d'iniziativa)
Raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro
[COM(2021) 742 final]
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E-mail di contatto
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eco@eesc.europa.eu
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Amministratrice
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Krisztina PERLAKY-TÓTH
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Data del documento
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12/10/2022
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Relatore: Juraj SIPKO
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Decisione dell'Ufficio di presidenza
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22/03/2022
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Base giuridica
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Articolo 52, paragrafo 2, del Regolamento interno
Parere d'iniziativa
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Sezione competente
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Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale
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Adozione in sezione
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06/10/2022
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Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)
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70/0/3
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Adozione in sessione plenaria
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DD/MM/YYYY
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Sessione plenaria n.
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…
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Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)
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…/…/…
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1.Conclusioni e raccomandazioni
1.1Il CESE rileva che l'attuale sviluppo economico della zona euro e dell'Unione europea è caratterizzato da un livello particolarmente elevato di incertezza economica, geoeconomica e politica. Tale incertezza deriva da due shock sistemici in atto: il persistere della COVID-19 e l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. A questo si aggiunge un nuovo rischio associato alla frammentazione in diversi settori del commercio internazionale, dei pagamenti, dei mercati finanziari e dei capitali, compresi i settori manifatturiero, della ricerca e dei trasporti. I rischi sistemici hanno portato a un enorme aumento del debito pubblico e a una crescita dell'inflazione. Tuttavia, la sfida principale per la zona euro e per gli altri Stati membri dell'UE rimane quella del contrasto ai cambiamenti climatici.
1.2Il CESE ricorda che la lotta contro la continua propagazione della COVID-19 è lungi dall'essere conclusa. È pertanto opportuno adottare tutte le misure sostanziali e sistemiche per affrontare la malattia, preparandosi allo stesso tempo ad altre potenziali epidemie e pandemie. Il CESE sottolinea che, come confermato dall'esperienza di questi ultimi due anni, gli investimenti più proficui sono quelli nel settore sanitario.
1.3Il CESE appoggia la cessazione dell'aggressione russa e della guerra in Ucraina, oltre che il ripristino dell'integrità territoriale di questo paese. Una soluzione di questo tipo può creare le condizioni per una crescita economica resiliente, inclusiva e sostenibile nei paesi della zona euro e negli Stati membri dell'Unione europea.
1.4Il CESE segue da vicino le tendenze inflazionistiche molto negative, dovute principalmente all'aumento dei prezzi delle materie prime, dei prodotti alimentari e dell'energia, comprese le perturbazioni della catena di approvvigionamento. In questa situazione, l'aumento dei tassi di interesse non costituisce una misura particolarmente efficace. Una politica monetaria troppo rigida può persino aumentare i rischi di recessione e ritardare gli investimenti privati nella transizione energetica, che sono invece così urgentemente necessari. Il CESE raccomanda pertanto alla Banca centrale europea (BCE) di effettuare un'adeguata valutazione della proporzionalità, analizzando attentamente gli effetti collaterali di un irrigidimento della politica monetaria e le sue conseguenze sugli obiettivi di stabilità dei prezzi a lungo termine. Il CESE sostiene tuttavia la Banca centrale europea nella riduzione dell'inflazione di fondo, in linea con il suo mandato. A causa dei suddetti rischi, la BCE dovrebbe procedere con cautela nella normalizzazione della politica monetaria.
1.5In considerazione del brusco aumento dei prezzi dell'energia e dei prodotti alimentari, il CESE raccomanda ai responsabili delle politiche economiche nazionali di creare una rete di sicurezza sociale funzionante ed efficace per le fasce più vulnerabili della popolazione, compresi i segmenti maggiormente colpiti della classe media, in modo che nessuno sia lasciato indietro.
1.6Il CESE esprime preoccupazione per il continuo aumento del debito pubblico. Raccomanda pertanto di compiere passi avanti verso il risanamento di bilancio a medio termine. Il CESE ritiene che sia possibile ricostituire i bilanci nazionali attraverso una tassazione equa e, di conseguenza, un utilizzo efficace dei fondi pubblici.
1.7Il CESE sottolinea che l'attivazione della clausola di salvaguardia generale a seguito della COVID-19 è stata una decisione giusta. Sebbene sia stata prorogata fino al 2023, sarà necessario prendere in considerazione un'ulteriore proroga qualora i rischi sistemici dovessero persistere. Il CESE si aspetta pertanto che la Commissione europea prepari senza indugio misure concrete per riformare il patto di stabilità e crescita.
1.8Nonostante i progressi compiuti verso la creazione di un'unione finanziaria, devono ancora essere adottate e attuate tutte le misure sostanziali e sistemiche per completare l'Unione bancaria e l'Unione dei mercati dei capitali. A questo proposito, il CESE chiede alle organizzazioni responsabili e alle istituzioni competenti di unire le forze per creare un'unione finanziaria.
1.9Il CESE pone in evidenza l'impatto negativo della frammentazione e sottolinea l'instabilità del mercato dei titoli di Stato della zona euro. Il CESE accoglie pertanto con favore l'annuncio della BCE, del 15 giugno 2022, in merito alla preparazione di misure per contrastare la frammentazione della zona euro.
1.10Il CESE sostiene la trasformazione delle economie della zona euro. Allo stesso tempo, evidenzia il rischio esistenziale associato ai cambiamenti climatici. Per questo, e nonostante gli imprevisti e complessi sviluppi geoeconomici, raccomanda di passare alle fonti energetiche rinnovabili e all'utilizzo delle risorse finanziarie disponibili nel quadro del piano di ripresa, nonché di altre risorse finanziarie, compreso il sostegno fornito dal finanziamento del settore privato.
1.11Attualmente i paesi della zona euro, come anche gli altri paesi dell'UE, si trovano ad affrontare shock, rischi e pericoli sistemici. Pertanto, dato il momento critico che l'umanità sta attraversando, il CESE esorta tutti i paesi e le istituzioni internazionali competenti a cooperare per affrontare tutti gli shock, rischi e pericoli sistemici senza precedenti con cui il mondo si trova oggi alle prese. Ritardare l'adozione e l'attuazione delle misure necessarie può avere conseguenze di vasta portata, non solo in termini di perdite materiali, ma anche – e soprattutto – in termini di vite umane.
2.Antefatto e contesto
2.1Attualmente sono in atto due shock sistemici reali – la COVID-19 e l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia – che, insieme alla frammentazione geoeconomica che ne deriva, hanno generato un elevato grado di incertezza. Inoltre, l'aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti alimentari ha comportato rischi socioeconomici significativi sia nella zona euro che nel resto dell'UE. Data la minaccia esistenziale rappresentata dai cambiamenti climatici, una delle sfide maggiori per la zona euro e per gli Stati membri dell'UE è la transizione verso un'economia verde.
2.2L'andamento economico attuale è accompagnato da shock esterni reali senza precedenti nei paesi della zona euro. Dal punto di vista degli indicatori macroeconomici sottostanti, questo andamento non può essere quindi considerato stabile. Inoltre, alcuni particolari Stati membri della zona euro si trovano ad affrontare sfide strutturali di lunga data nel loro percorso verso la realizzazione di economie sostenibili, resilienti e inclusive.
2.3Prima di questi due shock sistemici, l'inflazione era relativamente bassa in quasi tutti gli Stati membri della zona euro. Tassi di inflazione relativamente più bassi si registravano anche prima dell'inizio della crisi climatica, e alcuni paesi della zona euro erano addirittura entrati in deflazione. La dinamica inflativa attuale richiede un ampio utilizzo degli strumenti a disposizione della BCE. Oggi l'inflazione rappresenta uno dei rischi maggiori per una crescita economica sostenibile, resiliente e inclusiva all'interno di tale zona. La riduzione e la stabilizzazione dell'inflazione e il suo mantenimento entro l'obiettivo di inflazione dichiarato, ossia al di sotto del 2 %, non possono essere conseguiti senza apportare modifiche adeguate alla politica monetaria della BCE. In tale contesto, il Consiglio direttivo di quest'ultima ha adottato le misure necessarie per adempiere al mandato dell'istituzione di perseguire la stabilità dei prezzi e salvaguardare la stabilità finanziaria. Nel prossimo futuro è importante che la BCE proceda con cautela nella normalizzazione della politica monetaria.
2.4L'inflazione non è mai stata così elevata da quando è stata istituita l'Unione economica e monetaria. La causa è da ricercare in una serie di fattori che hanno portato a un graduale aumento dei tassi d'inflazione anche durante l'aggravarsi della crisi pandemica mondiale. La ripresa economica ora in corso nella zona euro ha ulteriormente accentuato questa tendenza negativa a causa del calo dell'offerta. Anche l'invasione russa dell'Ucraina ha contribuito al rialzo dei prezzi. È legittimo chiedersi in che misura la politica monetaria della BCE, con l'utilizzo di tutti gli strumenti a disposizione, possa rallentare la crescita dell'inflazione e non solo riportarla gradualmente all'obiettivo di inflazione dichiarato, ma anche mantenerla a tale livello, senza compromettere la stabilità della moneta unica e la ripresa economica dalla crisi della COVID‑19.
2.5Le attuali tendenze dell'inflazione non sono né temporanee né a breve termine (come osservato nell'autunno 2021), ma rivelano un elevato grado di incertezza. Nella seconda metà dell'anno scorso i rincari sono stati trainati principalmente dai prezzi dell'energia, dalle perturbazioni nelle catene di approvvigionamento, da un'inconsueta impennata dei prezzi delle materie prime e dall'aumento dei costi di trasporto. Le ragioni alla base dell'attuale dinamica dei prezzi sono talmente complesse che la politica monetaria da sola non riuscirà a frenare l'inflazione. È necessario diversificare le importazioni di energia e ridurre quindi la dipendenza dalle forniture provenienti dalla Russia. La diversificazione offre inoltre agli Stati membri della zona euro un'opportunità storica per avviare urgenti riforme strutturali (per esempio riforme amministrative, giudiziarie o riforme volte a rafforzare lo Stato di diritto) e ridurre la dipendenza dalle importazioni di input energetici tradizionali. Oltre a ciò, è necessario intervenire sul mercato per controllare l'attuale volatilità dei prezzi dell'energia. A questo riguardo, il CESE accoglie con favore la proposta della Commissione relativa a un intervento di emergenza per far fronte ai prezzi elevati dell'energia.
2.6Allo stesso tempo, è dimostrato che molte imprese sono state in grado di incrementare i loro profitti per unità di prodotto nonostante l'aumento dei prezzi dell'energia. Un'analisi della BCE evidenzia che i profitti hanno contribuito in misura determinante all'inflazione interna complessiva, in quanto le imprese hanno proceduto a traslare l'aumento dei costi, salvaguardando e ampliando i loro margini di profitto. Anche gli interventi di mercato nel settore energetico potrebbero frenare la dinamica dei prezzi.
2.7I rincari attuali sono principalmente legati all'offerta. Questa tendenza incide negativamente sulla competitività della zona euro, determinando così un aumento dei costi e spingendo al rialzo i salari e le retribuzioni in un periodo di flessione dell'economia. Tale andamento negativo, se dovesse continuare, rischia di portare alla stagflazione (che tuttavia non si riscontra attualmente nell'insieme dei paesi della zona euro). Da un punto di vista storico, la stagflazione è stata registrata circa 40 anni fa. Non si può escludere che, con il persistere di shock sistemici esterni, la situazione possa dare luogo ad un'indesiderata stagflazione. D'altro canto, il CESE ritiene che la domanda potrebbe risentirne se i lavoratori a basso e medio reddito dovessero subire un calo dei salari reali.
2.8Nel 2021 si è registrato un andamento relativamente favorevole della crescita economica in tutti gli Stati membri della zona euro, e non si prevede alcun brusco rallentamento degli investimenti e dei flussi commerciali a causa dei livelli elevati di incertezza economica. La crisi pandemica mondiale può aggravare il divario nella crescita economica della zona euro se non saranno adottate e attuate riforme strutturali. Questa tendenza alla divergenza potrebbe avere un forte impatto sulla convergenza e aggravare questo sviluppo negativo negli Stati membri della zona euro.
2.9A breve termine, le prospettive di crescita potenziale degli investimenti non sono incoraggianti. Gli strumenti adottati per la ripresa post-COVID (il dispositivo per la ripresa e la resilienza) hanno iniziato in una certa misura a indebolirsi, a causa dell'incertezza in materia di investimenti causata dalla guerra in Ucraina. È pertanto importante che le singole economie siano in grado di far fronte alle continue perturbazioni dei flussi commerciali e di investimento e alla persistente incertezza nell'economia mondiale, ma in particolare alla forte incertezza negli Stati membri della zona euro.
2.10Il rallentamento economico deriva anche dai significativi rincari dell'energia che le famiglie si trovano a fronteggiare. Alcuni Stati membri hanno adottato misure per contrastare il rialzo dei prezzi sotto forma di sovvenzioni, modifiche delle aliquote IVA (compresi contributi sociali aggiuntivi), e tariffe agevolate dell'energia per le famiglie a basso reddito. È pertanto necessario ripensare l'utilizzo efficiente dell'energia nelle famiglie e cambiare le abitudini in materia di consumo energetico. L'aumento dei prezzi dell'energia ha determinato una graduale rimozione di altre voci dal paniere dei consumi, per le quali si è registrata una diminuzione della domanda. Inoltre, l'aumento dei prezzi dell'energia per le famiglie sta determinando una modifica nell'andamento dei consumi privati e un calo significativo nell'acquisto di alcuni beni di consumo. Tuttavia, l'energia è un bene di prima necessità e il suo consumo può essere ridotto solo in misura limitata, il che significa che saranno soprattutto le famiglie più povere a risentire di questi aumenti di prezzo.
2.11La COVID-19 ha avuto un impatto assai negativo sulle finanze pubbliche degli Stati membri della zona euro. Nel marzo 2020 è stata attivata la clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita per far fronte alla crisi COVID-19. È stato inoltre istituito il quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, che consente di fare ampio ricorso a incentivi fiscali non solo per sostenere il settore delle imprese, ma anche per preservare la stabilità sociale.
2.12La risposta di bilancio e la contrazione della produzione hanno determinato un aumento significativo del rapporto debito pubblico / PIL, in particolare in alcuni Stati membri con un debito elevato. È di fondamentale importanza continuare a garantire la sostenibilità del debito pubblico attraverso una sua graduale riduzione. Dato che i prezzi dell'energia continueranno a essere elevati nel medio termine, sarà necessario rivedere i meccanismi di mercato e di formazione dei prezzi, nonché adottare ulteriori misure di sostegno a carico dei bilanci statali, per aiutare le famiglie e le imprese particolarmente colpite dagli aumenti dei prezzi dell'energia.
2.13L'aumento della spesa per la sicurezza e altre priorità fondamentali potrebbe portare a un temporaneo calo della posizione economica della zona euro nell'economia mondiale. In questo contesto, gli Stati membri della zona euro si trovano ad affrontare la grande sfida di procedere verso una crescita economica sostenibile e di preservare la quota dell'economia di tale zona rispetto ad altri concorrenti mondiali, utilizzando tutti gli strumenti disponibili associati a politiche individuali efficaci, compresi gli strumenti diplomatici.
2.14Ultimamente, dal maggio 2021, il tasso di cambio dell'euro fa registrare un calo rispetto al dollaro statunitense a causa degli sviluppi geopolitici negativi. Il deprezzamento (depreciation) dell'euro, la seconda valuta di riserva in ordine di importanza, deriva principalmente dalle politiche monetarie diverse perseguite dalla BCE e dal Federal Reserve System (FED).
2.15Sulla base delle analisi di cui sopra, la Commissione europea ha presentato le sue prospettive economiche (luglio 2022), determinate principalmente dagli sviluppi in Ucraina. Secondo le previsioni della Commissione, quest'anno la crescita economica sarà del 2,7 % negli Stati membri dell'UE e del 2,6 % nella zona euro, per poi abbassarsi rispettivamente all'1,5 % e all'1,4 % l'anno prossimo. Il tasso medio di inflazione dovrebbe raggiungere quest'anno il 7,6 % sia nell'UE che nella zona euro, mentre l'anno prossimo dovrebbe scendere rispettivamente al 4,6 % e al 4 %.
3.Osservazioni generali
3.1Il CESE sottolinea che lo sviluppo economico a breve, ma anche a medio termine, dei paesi della zona euro è fortemente influenzato – e potrebbe esserlo in misura ancora maggiore – dall'impatto dell'invasione russa dell'Ucraina. Questo sviluppo negativo è sistemico, e non ha alcun parallelo nella storia del dopoguerra. È pertanto molto difficile confrontarlo con altri shock che storicamente hanno avuto un impatto negativo sull'andamento economico della zona euro. In ogni caso, il grado di incertezza è molto elevato e rende più difficile determinare le prospettive in merito agli sviluppi futuri.
3.2Il CESE sottolinea che la traiettoria degli indicatori macroeconomici e microeconomici sottostanti nei paesi della zona euro non è incoraggiante. Il livello di incertezza è particolarmente elevato. Vi è in particolare una serie di variabili sconosciute, che potrebbero incidere sui livelli di incertezza già estremamente elevati, principalmente di natura geopolitica ed economica.
3.3Il CESE ritiene che l'inflazione tendenziale in atto rappresenti un rischio elevato per il progresso socioeconomico dei paesi della zona euro. L'attuale rischio di inflazione è legato essenzialmente all'approvvigionamento e alle perturbazioni nelle catene del valore. Gli sviluppi in Ucraina, in particolare nel settore degli input energetici – compresi i prezzi delle materie prime – insieme alle misure per contenere la diffusione della COVID-19, hanno determinato una serie di cambiamenti dal lato dell'offerta.
3.4La dinamica inflativa attuale richiede un ampio utilizzo degli strumenti a disposizione della BCE per ottenere la stabilità dei prezzi attraverso una politica monetaria accomodante. La BCE dovrebbe procedere con cautela nella normalizzazione della politica monetaria. Inoltre, si prevede che la politica monetaria continuerà a sostenere la politica economica dei paesi membri della zona euro.
3.5Il CESE sottolinea che il rischio di inflazione non è stato contenuto negli Stati membri e che i tentativi di eliminarlo sono solo parziali. Tenuto conto dell'attuale andamento sfavorevole dell'inflazione e del suo impatto sulle famiglie, unitamente agli sviluppi della competitività, il CESE invita tutte le istituzioni competenti e responsabili ad adottare e attuare tutte le misure urgenti volte a compensare questi shock negativi sui prezzi. Allo stesso tempo, occorre evitare turbolenze nel mercato dei titoli di Stato della zona euro.
3.6Il CESE accoglie con favore la pubblicazione del programma REPowerEU. Si attende che tale programma contribuisca a una graduale riduzione della dipendenza dagli input energetici provenienti dalla Federazione russa. Offre inoltre la possibilità di eliminare gradualmente i maggiori rischi di costo, che rappresentano una grave minaccia per la stabilità dei prezzi nei paesi della zona euro.
3.7Il CESE si aspetta che REPowerEU apporti altri due contributi fondamentali: i) il piano potrebbe stimolare un forte aumento degli investimenti in determinati settori e aree, realizzando così un'idea che risale a prima dell'invasione russa dell'Ucraina. Il concetto di base è che quest'anno sarà importante in termini di crescita degli investimenti, soprattutto in determinati settori di interesse pubblico; ii) il piano dovrebbe inoltre apportare un contributo sostanziale ai cambiamenti strutturali più importanti cui deve far fronte l'attuale generazione, conseguendo così gli obiettivi fondamentali di rendere le economie della zona euro più competitive, sostenibili e resilienti, al fine di perseguire gli obiettivi principali stabiliti nel Green Deal.
3.8Il CESE sta monitorando attentamente il modo in cui gli investimenti vengono sostanzialmente riassegnati rispetto ai piani di investimento iniziali. Si può prevedere una minore crescita degli investimenti nei settori legati alla ristrutturazione energetica e al perseguimento delle priorità del Green Deal per i paesi dell'UE. Non è chiaro quali saranno le prospettive nei settori e nelle aree non direttamente collegati. In questo contesto, sarà importante osservare lo sviluppo delle piccole e medie imprese nei settori economici tradizionali (non strategicamente necessari o rivolti alla ricerca di un'eccellenza mondiale), sfruttando le opportunità potenziali nelle singole regioni.
3.9Il CESE raccomanda vivamente di prestare la dovuta attenzione al conseguimento non solo delle attuali priorità fondamentali, ma anche di risultati uniformi in materia di innovazione in tutte le regioni, nella zona euro e nell'UE nel suo complesso. La sottovalutazione di questo obiettivo può accentuare le tendenze divergenti tra le regioni della zona euro e quelle degli altri Stati membri dell'UE.
3.10Il CESE accoglie con favore la possibilità di una maggiore convergenza grazie alla crescita negli Stati membri della zona euro precedentemente meno sviluppati, che nel lungo periodo hanno registrato una crescita superiore alla media della zona euro. In tale contesto, va osservato che la COVID-19 e l'attuale guerra in Ucraina possono portare a un peggioramento negli Stati membri della zona euro e acuire le loro divergenze, una tendenza, questa, che non favorisce la realizzazione delle idee fondamentali enunciate nel Trattato di Maastricht.
3.11Il CESE accoglie con favore e sostiene il dibattito in corso sulla concezione del nuovo quadro istituzionale per le finanze pubbliche negli Stati membri dell'UE. In tale contesto, il Comitato sottolinea che l'aggiornamento delle norme di bilancio del patto di stabilità e crescita è legato soprattutto alla sfida di conciliare la sostenibilità finanziaria con la necessità evidente di investimenti pubblici.
3.12Il CESE ritiene che sia possibile un coordinamento reciproco e un collegamento tra i diversi tipi di politiche volte a garantire la sostenibilità del debito pubblico. Inoltre, in casi giustificati occorre favorire le strategie di bilancio in linea con un approccio a medio termine in materia di correzione di bilancio che sia orientato alla ripresa e alla resilienza. Il Comitato si attende soluzioni realistiche e praticabili, che portino alla creazione di una piattaforma sulle finanze pubbliche da attuare senza indugio.
3.13Dato che i bilanci pubblici sono sotto pressione a seguito della crisi della COVID-19, le ulteriori misure compensative per aiutare le famiglie e le imprese a far fronte alla crisi energetica devono essere mirate ed efficaci. Il CESE ben comprende e rispetta le ragioni che impongono oggi di salvaguardare le esigenze umanitarie, sociali e di sicurezza, e il loro impatto sui bilanci nazionali della zona euro. In tale contesto, il CESE accoglie con favore la decisione della Commissione di prorogare l'attivazione della clausola di salvaguardia del patto di stabilità e crescita, e chiede a tale istituzione di presentare quanto prima proposte concrete di riforma del patto stesso.
3.14Il CESE ha più volte affermato che, come già in passato e ancor più oggi, sono necessari sforzi maggiori per rafforzare la posizione della zona euro nel contesto internazionale. Attualmente le economie della zona euro si trovano a far fronte a nuove sfide legate al rischio generale in materia di sicurezza e ai cambiamenti strutturali. Inoltre, gli sviluppi economici e politici possono incidere sulla posizione dell'euro nel sistema monetario e dei pagamenti internazionali. La cessazione dell'aggressione russa e della guerra in Ucraina e il ripristino dell'integrità territoriale di questo paese possono portare a un rilancio dell'economia mondiale e, in tale contesto, al rafforzamento dell'economia della zona euro.
4.Osservazioni particolari
4.1Il CESE è convinto che, al fine di garantire una relativa stabilità socioeconomica negli Stati membri della zona euro in un contesto dominato da livelli elevati di incertezza geopolitica ed economica legati ai rischi di un aumento dell'inflazione e del debito pubblico, sarà importante concentrarsi sulle giuste priorità nell'utilizzo dei fondi del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Questo strumento, che consente agli Stati membri dell'UE di emettere congiuntamente obbligazioni sui mercati dei capitali, è stato finora molto efficace, e il CESE accoglierebbe pertanto con grande favore che fosse concretamente utilizzato anche in futuro. A tale proposito, il CESE ritiene che il dispositivo per la ripresa e la resilienza possa essere utilizzato anche dopo il 2026.
4.2Il CESE sottolinea che il protrarsi dell'invasione russa in Ucraina può portare a una recessione imprevista e persino alla stagflazione in alcuni paesi della zona euro. Pertanto, è più che mai necessario monitorare attentamente questi sviluppi negativi e intraprendere un'azione preventiva per affrontarli.
4.3Il CESE osserva che le tendenze in materia di disoccupazione e mercato del lavoro indicano una relativa stabilità. Al tempo stesso, il Comitato evidenzia discrepanze relativamente ampie tra i tassi di disoccupazione nazionali rispetto al periodo precedente al 2008. La disoccupazione strutturale è diffusa in alcuni Stati membri della zona euro, associata a una carenza di manodopera qualificata. È questa carenza relativa di manodopera altamente qualificata che non consente un margine di manovra sufficiente per aumentare la competitività in determinati settori e aree. In tale contesto, il CESE osserva che vi è ancora potenziale sufficiente, e non ancora sfruttato, per l'aggiornamento delle competenze e la riqualificazione professionale negli Stati membri della zona euro e nel resto dell'UE.
4.4Il CESE è molto preoccupato per gli sviluppi negativi in termini di disuguaglianza e per l'aumento della povertà negli Stati membri della zona euro e in tutta l'UE. La disuguaglianza nel senso più ampio del termine è, in larga misura, anche un retaggio della crisi finanziaria mondiale. La COVID-19 ha ulteriormente aggravato questa tendenza negativa. Attualmente l'aumento dei prezzi dell'energia e dei prodotti alimentari colpisce i segmenti più vulnerabili della popolazione, come anche le famiglie a basso e medio reddito. Per questo motivo, il CESE sollecita con urgenza tutte le istituzioni competenti a creare una rete di sicurezza sociale che funzioni efficacemente e nella quale nessuno sia lasciato indietro.
4.5Il CESE richiama ancora una volta l'attenzione sul possibile e imprevisto sviluppo di ulteriori mutazioni, pandemie ed epidemie. La comparsa e la rapida diffusione della COVID-19 hanno messo in luce la notevole impreparazione del settore sanitario ad affrontare la pandemia. È pertanto indispensabile una preparazione più approfondita, ma soprattutto una politica più responsabile da parte di tutti gli organi e istituzioni competenti in questo settore. Il CESE osserva che, come dimostrato dagli sviluppi degli ultimi due anni, gli investimenti più proficui sono quelli che riguardano la sanità e la prevenzione.
4.6Il CESE sottolinea che sostenere l'immissione di liquidità aggiuntiva sin dall'inizio della pandemia è stata una decisione giusta. Tuttavia, dato che alcune operazioni particolari sono state sospese, occorrerà ora concentrare gli sforzi per garantire la solvibilità di talune imprese. Sarà inoltre necessaria ulteriore liquidità per sostenere la crescita post-pandemia. Il CESE ritiene pertanto fondamentale andare avanti con la creazione dell'Unione dei mercati dei capitali e dell'Unione bancaria.
4.7Il CESE sottolinea che è in corso un processo di frammentazione dell'economia mondiale. L'invasione russa dell'Ucraina ha portato alla frammentazione del commercio internazionale, dei pagamenti internazionali, delle relazioni finanziarie e monetarie internazionali, dei trasporti internazionali, della scienza e della ricerca internazionali, delle catene globali del valore e anche di altri settori. Tale processo ha avuto un impatto molto negativo sull'andamento socioeconomico dei paesi della zona euro.
4.8Il CESE osserva che l'attuale elevato livello di incertezza economica e geoeconomica, accompagnato da rischi elevati, è la situazione più complessa che si sia mai presentata nell'intera storia del progetto di integrazione europea. Data l'imprevedibilità dei futuri sviluppi socioeconomici, vi è una forte necessità che le istituzioni competenti adottino e attuino tutta una serie di misure volte a ridurre ed eliminare gli shock esterni che colpiscono le economie degli Stati membri della zona euro.
Bruxelles, 6 ottobre 2022
Stefano PALMIERI
Presidente della sezione Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale
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