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Document EESC-2019-01148-AS

I cambiamenti nel mondo del lavoro e la longevità/l'invecchiamento della popolazione - Le condizioni necessarie affinché i lavoratori in età avanzata possano rimanere attivi nel nuovo mondo del lavoro

EESC-2019-01148-AS

IT

Comitato economico e sociale europeo

SOC/624

I cambiamenti nel mondo del lavoro e l'invecchiamento della popolazione

PARERE

Sezione Occupazione, affari sociali, cittadinanza


I cambiamenti nel mondo del lavoro e la longevità/l'invecchiamento della popolazione - 

Le condizioni necessarie affinché i lavoratori in età avanzata possano rimanere

attivi nel nuovo mondo del lavoro
(parere esplorativo richiesto dalla presidenza finlandese)

Amministratrice

Ana DUMITRACHE

Data del documento

17/09/2019

Relatore: Irinel Eduard FLORIA

Correlatore: Vladimír BÁLEŠ

Consultazione da parte della presidenza finlandese

del Consiglio dell'UE

Lettera del 07/02/2019

Base giuridica

Art. 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

Parere esplorativo

Decisione dell'Ufficio

di presidenza

19/02/2019

Sezione competente

Occupazione, affari sociali, cittadinanza

Adozione in sezione

10/09/2019

Adozione in sessione plenaria

GG/MM/AAAA

Sessione plenaria n.

Esito della votazione (favorevoli/contrari/astenuti)

…/…/…



1.Conclusioni e raccomandazioni

1.1Il Comitato accoglie con favore la scelta della presidenza finlandese di concentrarsi sull'economia del benessere delle persone, compresi gli anziani, e ritiene che si tratti di un passo avanti verso il raggiungimento di un migliore equilibrio tra tendenze demografiche, mercato del lavoro e società.

1.2Gli Stati membri hanno preso atto del problema dell'invecchiamento della popolazione e negli ultimi anni hanno adottato alcune soluzioni, anche se le misure in questione appaiono isolate e il loro impatto è ancora tutto da valutare. L'effetto dei progressi tecnologici e la natura mutevole del mondo del lavoro, inoltre, hanno reso la questione ancora più complessa.

1.3Le parti sociali, in cooperazione con i governi, sono cruciali per facilitare l'attuazione delle misure a diversi livelli. La società civile e le parti sociali europee dovrebbero svolgere un ruolo importante nell'incoraggiare le persone a prolungare la vita lavorativa attiva.

1.4L'azione politica e i finanziamenti a livello dell'UE potrebbero aiutare a superare tali ostacoli, ma dovranno tenere conto delle differenze tra i vari paesi in termini di demografia, economia, occupazione e condizioni di lavoro. Gli Stati membri dovrebbero utilizzare i fondi europei per finanziare le misure, mentre la responsabilità di sostenere il prolungamento della vita lavorativa dovrebbe essere condivisa tra i governi, le imprese e i singoli individui.

1.5La Commissione sostiene le azioni degli Stati membri volte ad affrontare efficacemente la sfida dell'invecchiamento attraverso tutta una serie di iniziative e programmi 1 .

1.6Sono necessarie strategie globali incentrate sullo sviluppo di politiche nazionali per l'invecchiamento attivo, in quanto le sfide demografiche e occupazionali possono essere affrontate solo mediante un approccio olistico. Le raccomandazioni specifiche proposte per affrontare le sfide poste dall'invecchiamento attivo sono le seguenti:

1.6.1rafforzare il dialogo sociale e il coinvolgimento di tutte le parti interessate nello sviluppo di strategie integrate e di politiche nazionali per l'invecchiamento attivo;

1.6.2sviluppare l'occupazione e le competenze attraverso l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita;

1.6.3promuovere carriere dinamiche e impieghi dinamici;

1.6.4stimolare l'imprenditorialità degli anziani;

1.6.5combattere ogni forma di discriminazione, e in particolare quella basata sull'età e sul genere;

1.6.6realizzare iniziative di trasferimento/condivisione delle conoscenze;

1.6.7attuare modalità di lavoro flessibili e migliorare le condizioni di lavoro;

1.6.8promuovere la solidarietà tra le generazioni e indurre a cambiare atteggiamento nei confronti dell'invecchiamento.

1.7Tutte le misure andrebbero sottoposte a un monitoraggio costante, e l'impatto sulla partecipazione degli anziani al mercato del lavoro dovrebbe essere valutato in modo appropriato. Disporre di un quadro chiaro dell'impatto di tali misure incoraggerebbe ulteriormente gli Stati membri a diffondere e condividere le migliori pratiche in materia di invecchiamento attivo.

2.Contesto

2.1Il contributo più importante dell'UE nel campo dell'occupazione dei lavoratori anziani è la direttiva per la parità di trattamento 2 , che vieta la discriminazione legata all'età nella maggior parte degli ambiti occupazionali. Tuttavia, la direttiva non si è rivelata efficace nell'eliminare la discriminazione dissimulata legata all'età nel mercato del lavoro, un fenomeno che scoraggia molti lavoratori anziani anche solo dal cercare lavoro.

2.2A livello europeo, la strategia Europa 2020 è fortemente incentrata sulla creazione di posti di lavoro e stabilisce l'obiettivo di raggiungere la piena occupazione entro il 2020. Tuttavia questa strategia, ormai prossima alla conclusione, non ha riservato una particolare attenzione ai lavoratori anziani in quanto categoria specifica. Il pilastro europeo dei diritti sociali ha modificato l'approccio all'invecchiamento attivo, in quanto menziona molti aspetti importanti per consentire l'occupazione dei lavoratori anziani. Tale pilastro, tuttavia, è privo di un meccanismo di attuazione.

2.3Nel quadro del prossimo bilancio europeo di lungo termine, la Commissione ha proposto il programma Europa digitale, un programma dell'UE volto principalmente a sviluppare le capacità digitali strategiche dell'Unione e a facilitare un'ampia diffusione delle tecnologie digitali. Il programma definirebbe e sosterrebbe la trasformazione digitale della società e dell'economia europee e garantirebbe che i cittadini europei dispongano delle competenze necessarie per affrontare la trasformazione digitale.

2.4La struttura demografica dell'UE sta cambiando e nei prossimi decenni la popolazione sarà sempre più anziana. La popolazione totale dell'UE aumenterà dai 511 milioni del 2016 a 520 milioni nel 2070, ma la popolazione in età lavorativa (15-64) 3 diminuirà in modo significativo, passando dai 333 milioni del 2016 a 292 milioni nel 2070 a causa di cambiamenti nella fertilità, nell'aspettativa di vita e nelle dinamiche dei flussi migratori 4 . Si prevede che nell'UE l'offerta totale di manodopera per le persone di età compresa tra i 20 e i 64 anni diminuisca in modo significativo (e precisamente del 9,6 %) dopo il 2070. L'incremento del numero di anziani nella popolazione dell'UE non dovrebbe essere automaticamente assimilato ad un aumento corrispondente della pressione sui sistemi sociali, ad esempio giungendo alla conclusione che in futuro i sistemi pensionistici attuali non saranno più sostenibili.

2.5Il fattore chiave nel finanziamento dei sistemi di sicurezza sociale non è l'indice di dipendenza demografica, ma piuttosto l'indice di dipendenza economica. Inoltre, anche l'incremento della produttività aggregata del lavoro riveste un'importanza cruciale, poiché consente di accrescere le dimensioni della "torta" che può essere divisa non solo tra i lavoratori ma anche tra questi e coloro che non lavorano 5 .

2.6La sfida demografica può anche essere considerata un'opportunità per rafforzare la competitività dell'economia europea. Dato che proprio l'invecchiamento della popolazione farà sì che si aprano nuovi mercati di beni e servizi, le imprese dovrebbero tener conto di questo fenomeno nelle loro strategie di innovazione per fornire servizi e prodotti innovativi (a tal proposito si parla pertanto di silver economy, ossia "economia d'argento").

2.7Nell'UE considerata nel suo insieme, l'aspettativa di vita alla nascita dovrebbe aumentare di 7,8 anni per gli uomini e di 6,6 anni per le donne entro il 2070 6 . Lo sviluppo positivo rappresentato dal fatto che le persone vivono più a lungo e in migliori condizioni di salute non è, tuttavia, in linea con la durata della vita professionale. La mancanza di posti di lavoro e di adeguate politiche e misure attive per il mercato del lavoro, i problemi di salute, la mancanza di competenze pertinenti ma anche l'equilibrio insoddisfacente tra vita privata e lavorativa sono fattori importanti che inducono a un abbandono prematuro del mercato del lavoro. Al tempo stesso, sulle decisioni di questo tipo influisce anche il fatto di essere esposti a discriminazioni legate all'età o a stereotipi negativi.

2.8Inoltre, nella questione dell'impiego e delle condizioni di lavoro dei lavoratori anziani occorrerebbe prendere in considerazione anche la prospettiva di genere. Nell'ultimo decennio, infatti, la tendenza al "semipensionamento" si è diffusa in misura ancora maggiore tra le donne che tra gli uomini 7 .

2.9A causa del pesante fardello che grava sugli individui attivi, gli anziani rischiano di essere stigmatizzati e considerati un peso. Una stigmatizzazione, peraltro, che non si limita ai gruppi sociali, ma si constata anche presso alcuni datori di lavoro, i quali potrebbero considerare i lavoratori anziani e i pensionati come privi di energie, difficili da formare e "inoccupabili".

2.10È essenziale lottare contro le discriminazioni e i giudizi di valore negativi riguardanti i lavoratori anziani. Questi ultimi non sono necessariamente meno produttivi dei giovani, ma hanno capacità e competenze diverse, e i loro principali punti di forza sono da ravvisare nelle conoscenze e nell'esperienza acquisite nel corso della loro vita professionale.

3.Osservazioni generali sull'uso della tecnologia da parte degli anziani

3.1La quarta rivoluzione industriale e il rapido sviluppo e integrazione delle nuove tecnologie nella società e nell'industria stanno avendo un impatto senza precedenti sul mondo del lavoro. Un'ampia varietà di funzioni manuali e cognitive viene sempre più spesso eseguita da macchine e algoritmi o, in alcuni casi, persino completamente automatizzata. Al tempo stesso, l'inclusione di queste nuove tecnologie nei modelli aziendali nei diversi settori sta portando alla creazione di molti nuovi posti di lavoro e ridefinendo le funzioni di un numero ancora maggiore di impieghi già esistenti. Questi sviluppi evidenziano il fatto che i mercati del lavoro globali e regionali subiranno inevitabilmente una trasformazione radicale nei prossimi anni.

3.2I progressi tecnologici hanno un impatto significativo sull'economia in generale ed esercitano notevoli pressioni sul mercato del lavoro, dato che i datori di lavoro saranno in grado di sostituire alcuni dei loro dipendenti attuali con la tecnologia (laddove ciò sia possibile), con la conseguente riqualificazione di alcuni lavoratori per nuovi impieghi e la ricerca di una manodopera altamente qualificata in grado di applicare, utilizzare e adattare le tecnologie. In tale contesto, la forza lavoro costituita dai lavoratori anziani diventerà ancora più vulnerabile.

3.3L'adozione della tecnologia permette agli anziani di entrare a far parte del mondo online e di approfittare di tutto quello che esso offre. Nell'UE l'87 % delle persone di 75 anni e oltre non è mai stato online 8 . Gli anziani potrebbero non avere familiarità con i termini e i concetti relativi ai media digitali, senza contare che alcune di queste persone sono spesso confrontate a problemi fisici, ad esempio difficoltà visive o uditive, oltre a disporre di una scarsa comprensione o conoscenza della tecnologia. L'esclusione digitale può essere uno dei freni principali all'aumento dell'occupazione tra le persone di età avanzata, e occorre adottare iniziative specifiche per sviluppare le competenze di queste persone in materia di TIC 9 .

4.Misure adottate dagli Stati membri per promuovere l'invecchiamento attivo

4.1Diversi paesi europei hanno messo a punto delle strategie comprendenti misure politiche finalizzate a incoraggiare il prolungamento della vita lavorativa 10 . Poiché queste iniziative nazionali vengono generalmente definite in consultazione con le parti sociali e forniscono dei quadri pluriennali per anticipare e gestire l'invecchiamento demografico, esse potrebbero essere determinanti per lo sviluppo e l'attuazione di un approccio integrato all'invecchiamento attivo.

4.2Alcuni studi condotti da Eurofound 11 mostrano che in numerosi paesi l'invecchiamento attivo forma oggetto di strategie nazionali e che queste hanno contribuito a una maggiore consapevolezza delle sfide demografiche. Da un esame delle relazioni nazionali emerge che le politiche attive del mercato del lavoro adottate dai vari paesi hanno contribuito a promuovere lo sviluppo delle competenze e l'occupazione dei lavoratori anziani, sebbene poca o nessuna informazione sia disponibile sulla qualità e la sostenibilità di questi posti di lavoro. La maggior parte delle iniziative si è concentrata finora su misure correttive, come la concessione di integrazioni salariali per l'assunzione di lavoratori anziani, l'innalzamento dell'età media della pensione e la limitazione del pensionamento anticipato. Prese singolarmente, tali misure devono essere valutate con attenzione e analizzate nelle loro conseguenze economiche e sociali, e potrebbero risultare insufficienti a consentire ai lavoratori anziani di prolungare con successo le loro carriere lavorative.

4.3Sebbene tali misure e programmi siano stati in generale giudicati positivamente, la maggior parte di essi non è stata sottoposta a una valutazione formale in termini di efficacia. In tale contesto, il Comitato sottolinea l'importanza di analizzare e valutare l'impatto delle misure sulla partecipazione dei lavoratori anziani al mercato del lavoro.

5.Raccomandazioni specifiche per affrontare le sfide poste dall'invecchiamento attivo

5.1Per favorire la realizzazione di un'agenda per l'invecchiamento attivo nell'Unione europea, sarebbe utile adottare le seguenti misure:

5.2rafforzare il dialogo sociale e il coinvolgimento di tutte le parti interessate nello sviluppo di strategie integrate e di politiche nazionali per l'invecchiamento attivo. Al fine di incoraggiare una più lunga durata della vita lavorativa attiva, i governi, i datori di lavoro, le ONG, i sindacati e gli stessi lavoratori devono condividere le responsabilità e gli sforzi. Le parti interessate a tutti i livelli sono chiamate a svolgere un ruolo chiave nello sviluppo, nella negoziazione, nell'attuazione e nella valutazione di misure volte ad adeguare il mondo del lavoro al fine di consentire alle persone anziane di rimanervi attive più a lungo. Tuttavia, queste misure non dovrebbero aumentare la pressione sugli anziani, né creare delle difficoltà per le persone non più in grado di lavorare.

5.3Il miglioramento dell'occupabilità e dello sviluppo delle competenze attraverso l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita è uno strumento politico cruciale per assicurare la permanenza dei lavoratori anziani nel mercato del lavoro, dato che la partecipazione dei lavoratori alla formazione diminuisce con l'aumentare dell'età ed è più difficile che i lavoratori anziani che perdono il lavoro trovino una nuova occupazione. L'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e l'istruzione degli adulti hanno dimostrato non soltanto di aumentare la partecipazione economica, ma anche di migliorare la qualità della vita, le condizioni di salute e l'adattabilità. L'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e l'invecchiamento attivo non dovrebbero riguardare soltanto l'attuale forza lavoro in età avanzata: andrebbero previste anche iniziative mirate destinate ai giovani, agli studenti e persino ai bambini, al fine di sensibilizzarli riguardo al futuro del posto di lavoro e all'importanza di un atteggiamento favorevole all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita.

5.3.1Il miglioramento dell'occupabilità e dello sviluppo delle competenze attraverso l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita si potrebbe realizzare come segue:

5.3.1.1salvaguardando il finanziamento pubblico e stanziando le risorse necessarie per una politica del lavoro proattiva volta a reinserire i disoccupati anziani nel mercato del lavoro (grazie anche a servizi di consulenza e assistenza per le persone in cerca di impiego) e intesa a ridurre il rischio di disoccupazione di lunga durata;

5.3.1.2rafforzando il ruolo dei servizi pubblici per l'impiego affinché forniscano una gamma completa di servizi di consulenza e assistenza a chi cerca lavoro nonché un sostegno su misura per il collocamento (ad esempio occupazione sovvenzionata dallo Stato, sostegno transitorio e orientamento, nonché progetti sociali senza scopo di lucro), e adottando misure di prevenzione e riabilitazione per il reinserimento a lungo termine;

5.3.1.3sostenendo l'adozione, da parte delle imprese, di misure (previste da contratti collettivi o stabilite per legge) intese a garantire una maggiore partecipazione degli anziani all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita (ad esempio incentivi per ovviare alla scarsa partecipazione alla formazione aziendale, specie per quanto riguarda i lavoratori meno qualificati, messa a disposizione dei finanziamenti necessari per perfezionare le competenze degli over 45 e miglioramento del quadro giuridico in materia di congedi di formazione);

5.3.1.4rafforzando il ruolo delle ONG nel sostenere programmi di apprendimento per gli adulti e consentendo a tali organizzazioni di diventare partner dei governi per attuare iniziative di formazione su vasta scala rivolte agli anziani;

5.3.1.5aumentando l'accesso delle persone anziane alla tecnologia digitale, anche attraverso l'adattamento delle apparecchiature e del software alle loro esigenze specifiche (ad es. software multilingue), nonché fornendo l'accesso a Internet in quanto diritto a un servizio universale basato sul criterio dell'accessibilità economica;

5.3.1.6offrendo maggiori opportunità di formazione, avvalendosi del Fondo sociale europeo e mettendo l'accento in particolare sullo sviluppo delle competenze trasversali, delle capacità di "imparare a imparare" e delle competenze in materia di TIC per gli over 45;

5.3.1.7riconoscendo le nuove competenze, acquisite in modo formale o informale, per mezzo di certificati e qualifiche;

5.3.1.8lanciando campagne di sensibilizzazione rivolte ai giovani, agli studenti e ai bambini riguardo all'importanza di una mentalità favorevole all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita nel contesto del futuro del lavoro e dell'invecchiamento attivo;

5.3.1.9sviluppando la capacità degli Stati membri dell'UE di raccogliere, analizzare e interpretare dati statistici riguardanti le tendenze del mercato del lavoro, il tasso di occupazione degli anziani, il divario in termini di competenze e altri cambiamenti in atto nella società.

5.4La promozione di carriere lavorative dinamiche e di impieghi dinamici dovrebbe costituire un ulteriore ambito di intervento. L'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e l'allungamento dell'aspettativa di vita faranno sì che le persone intraprendano più di una carriera nel corso della vita. Si prevede che le persone lavoreranno per tutta la vita, con più anni sabbatici e di interruzione per l'apprendimento, la riqualificazione e i viaggi.

5.4.1A tale proposito, tra le principali iniziative volte a promuovere carriere lavorative dinamiche e impieghi dinamici dovrebbero figurare le seguenti:

5.4.1.1contemplare in anticipo gli impieghi e le carriere emergenti ai quali i lavoratori potrebbero passare nel corso della vita;

5.4.1.2migliorare l'orientamento professionale offerto dai servizi pubblici per l'impiego al fine di guidare i lavoratori nel difficile processo di costante perfezionamento e riqualificazione;

5.4.1.3fornire incentivi fiscali per le imprese affinché investano in programmi di formazione e sviluppo lungo tutto l'arco della vita per i dipendenti come pure nell'attirare e assumere lavoratori anziani;

5.4.1.4organizzare fiere del lavoro e delle carriere e "gruppi di discussione per gli over 50", e creare centri per l'impiego rivolti alle persone anziane;

5.4.1.5creare gruppi di lavoro di lavoratori anziani per sviluppare strategie volte ad attirare e trattenere sul mercato del lavoro le persone anziane con esperienza;

5.5promuovere l'imprenditorialità tra gli anziani: si tratta, infatti, di un modo efficace per prolungare la vita lavorativa, ridurre la disoccupazione tra gli anziani e migliorare la loro inclusione sociale. Sono molti gli anziani che potrebbero voler rimanere economicamente attivi e scegliere il lavoro autonomo come alternativa all'occupazione organizzata. L'imprenditorialità degli anziani è in effetti oggetto di un interesse costante da parte della Commissione europea, che ha lanciato diverse iniziative in questo campo 12 .

5.5.1Questo tipo di imprenditorialità potrebbe essere stimolato attraverso politiche incentrate sulle seguenti misure:

5.5.1.1offrire formazione, tutoraggio e consulenza al fine di sviluppare le competenze imprenditoriali degli anziani, incoraggiando quelli che desiderano avviare un'impresa e sostenendo quelli già attivi nel settore;

5.5.1.2sostenere la creazione di reti di imprese mettendo a disposizione strutture sia fisiche che virtuali in cui gli imprenditori anziani, le istituzioni e i giovani imprenditori possano incontrarsi per esplorare possibili modalità di collaborazione, e sostenere gli scambi intergenerazionali;

5.5.1.3garantire l'accesso ai piani di finanziamento all'avvio di impresa e concedere prestiti con tassi di interesse più bassi per questo tipo di attività;

5.5.1.4istituire programmi europei di sostegno per stimolare l'imprenditorialità degli anziani;

5.5.1.5attuare campagne di sensibilizzazione sui vantaggi dell'imprenditorialità degli anziani per la società e l'economia in generale, ma anche per gli anziani stessi.

5.6I lavoratori anziani sono sempre più spesso percepiti dai datori di lavoro come leali, esperti, affidabili e fortemente legati al loro lavoro. Tuttavia, è ancora radicato il pregiudizio per cui i lavoratori anziani non sono interessati a sviluppare le loro competenze e non sono aperti al cambiamento. È stato dimostrato che il preconcetto secondo cui le prestazioni dei lavoratori anziani sono inferiori a quelle dei giovani non corrisponde alla realtà: quando gli anziani sono meno produttivi, ciò è generalmente dovuto al fatto che non hanno avuto la possibilità di seguire delle formazioni. E, se anche è possibile che i lavoratori anziani abbiano capacità fisiche o cognitive più limitate, essi compensano tale svantaggio attingendo all'esperienza accumulata negli anni. Ricerche analoghe hanno dimostrato che vi è una probabilità leggermente superiore che le donne si trovino ad affrontare una discriminazione basata sull'età rispetto agli uomini.

5.6.1Tra le soluzioni per combattere la discriminazione legata all'età e al genere dovrebbero figurare le seguenti misure:

5.6.1.1adottare una legislazione più rigorosa che combatta tutte le forme di discriminazione;

5.6.1.2condurre ricerche per stabilire se il basso tasso di occupazione tra gli anziani sia un effetto della discriminazione sul mercato del lavoro;

5.6.1.3pianificare iniziative e campagne per il perfezionamento professionale delle donne allo scopo di facilitarne il ritorno al lavoro dopo un'interruzione;

5.6.1.4promuovere le assunzioni basate sulle competenze richieste e le selezioni fondate sul merito;

5.6.1.5basare le decisioni relative ai licenziamenti su criteri oggettivi e strettamente professionali per garantire il mantenimento delle competenze necessarie, e far sì che i regimi pensionistici siano applicati in modo equo.

5.7L'attuazione di iniziative di condivisione/trasferimento delle conoscenze dovrebbe costituire un ulteriore ambito di intervento. Nel contesto dei cambiamenti demografici, l'individuazione di modalità efficaci per trasferire il know-how e le esperienze tra le generazioni rappresenta un'ulteriore sfida. Da un lato, il trasferimento delle conoscenze dalle generazioni più giovani a quelle più anziane svolge un ruolo essenziale nella promozione della comprensione intergenerazionale e nella riqualificazione dei lavoratori anziani. Dall'altro, tale trasferimento dalle generazioni più anziane a quelle più giovani consente di preservare le competenze dei lavoratori anziani e di aiutare questi ultimi e i pensionati a mantenere un senso e uno scopo nella vita, evitando la loro esclusione sociale.

5.7.1Le iniziative di condivisione/trasferimento delle conoscenze dovrebbero riguardare i seguenti aspetti:

5.7.1.1incoraggiare i rapporti esistenti di tutoraggio e tutoraggio inverso tra lavoratori anziani e giovani, con particolare attenzione per le competenze informatiche e digitali, le competenze trasversali e le capacità di relazionarsi con la clientela, a seconda dei casi;

5.7.1.2attuare programmi di formazione in cui lavoratori anziani svolgano il ruolo di formatori (ad esempio formazioni sul posto di lavoro, apprendimento in aula, simulatori e apprendimento online), supportati da un utilizzo pratico delle competenze acquisite da parte dei lavoratori più giovani e da attività di feedback;

5.7.1.3creare reti di conoscenze e comunità di pratica;

5.7.1.4utilizzare sistemi di gestione delle conoscenze per documentare e preservare le conoscenze dei lavoratori anziani;

5.7.1.5attuare misure di sensibilizzazione al fine di riconoscere l'esperienza dei lavoratori anziani e promuovere il trasferimento ai lavoratori più giovani delle competenze professionali acquisite durante la loro vita professionale, comprese diverse possibilità per quanto riguarda l'equilibrio tra le età all'interno dei team;

5.7.1.6collaborare con gli istituti di istruzione o i servizi pubblici per l'impiego al fine di agevolare le transizioni verso e all'interno del mercato del lavoro.

5.8Per incoraggiare i lavoratori anziani a rimanere attivi nel mercato del lavoro, si possono anche offrire modalità di lavoro flessibili e condizioni di lavoro migliori atte a favorire l'equilibrio tra vita professionale e vita privata. Tuttavia, le modalità di lavoro flessibili dovrebbero essere applicate con cautela, in modo da prevenire potenziali abusi.

5.8.1Tali questioni dovrebbero essere affrontate attraverso il dialogo sociale e la contrattazione collettiva al livello più vicino alla situazione specifica. Occorre garantire il diritto di ritornare alla formula lavorativa iniziale, e gli accordi di questo tipo dovrebbero tenere conto delle esigenze sia dei datori di lavoro che dei lavoratori 13 .

5.8.2Se si vuole innalzare il tasso di partecipazione degli anziani, è necessario fare in modo che le persone possano lavorare più a lungo. A tal fine non basta mantenere gli anziani sani e in grado di lavorare e rendere interessanti le loro prestazioni per i datori di lavoro: anche i posti disponibili per questi lavoratori devono diventare più attraenti. La qualità dell'occupazione, quindi, influisce notevolmente sulla scelta dei lavoratori anziani di riprendere e/o continuare la loro carriera.

5.8.3Per mettere in atto modalità di lavoro flessibili e garantire migliori condizioni di lavoro, si potrebbe:

5.8.3.1promuovere lo sviluppo di modelli di orario di lavoro atti a favorire buone condizioni di salute (ad esempio periodi sabbatici, congedi di formazione), negoziati tra le parti sociali a livello settoriale e aziendale, e applicarli per tutta la durata della vita professionale per sostenere l'equilibrio tra vita professionale e vita privata;

5.8.3.2introdurre modalità flessibili per i lavoratori anziani, ad esempio orari di lavoro flessibili, settimane di lavoro più brevi, telelavoro, lavoro a tempo parziale e un programma di pensionamento graduale;

5.8.3.3istituire un programma europeo che sostenga il ricorso, da parte dei datori di lavoro, a modalità flessibili per i lavoratori anziani;

5.8.3.4assicurarsi che i datori di lavoro che applicano modalità di lavoro flessibili per i lavoratori anziani in determinate posizioni lavorative abbiano voce in capitolo nell'elaborazione delle politiche;

5.8.3.5adeguare gli attuali sistemi sanitari e di assistenza affinché siano in grado di soddisfare le richieste future. Le politiche nazionali e le iniziative delle parti sociali si sono concentrate sulla promozione del concetto di "capacità lavorativa";

5.8.3.6adattare i posti di lavoro, le condizioni di lavoro e l'ambiente di lavoro per accogliere lavoratori di età diverse (in particolare nel caso dei posti di lavoro pericolosi), tenendo presente che la gravosità di un dato impiego potrebbe imporre limitazioni, e assicurarsi che queste ultime siano adeguatamente monitorate e gestite;

5.8.3.7introdurre strategie efficaci di prevenzione e valutazione dei rischi, tenendo conto degli obblighi legislativi esistenti.

5.9Per promuovere la solidarietà tra le generazioni e indurre a cambiare atteggiamento nei confronti dell'invecchiamento, si potrebbero adottare le seguenti misure:

5.9.1sviluppare e realizzare campagne d'informazione e di sensibilizzazione sui cambiamenti demografici e sulle pratiche antidiscriminatorie al fine di promuovere un cambiamento di atteggiamento nei confronti dei lavoratori anziani e sottolineare l'importanza che essi continuino a lavorare. Tali campagne dovrebbero essere sostenute da tutte le parti interessate, comprese le imprese, gli uffici governativi, le ONG e gli altri soggetti pertinenti;

5.9.2promuovere il concetto di "economia d'argento" e le opportunità e i benefici che ne derivano.

Bruxelles, 10 settembre 2019

Christa SCHWENG

Presidente della sezione Occupazione, affari sociali, cittadinanza

_____________

(1)    Commissione europea, Anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni 2012 (relazione di valutazione), 2014.
(2)     Direttiva 2006/54/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego (rifusione).
(3)       https://data.oecd.org/pop/working-age-population.htm .
(4)      Commissione europea, The 2018 Ageing Report: Economic and Budgetary Projections for the EU Member States (2016-2070)  (La relazione sull'invecchiamento demografico 2018: proiezioni economiche e di bilancio per gli Stati membri dell'UE (2016-2070)), 2018.
(5)      Commissione europea, Il futuro del lavoro: un approccio basato sul ciclo di vita, 2018.
(6)      Commissione europea, The 2018 Ageing Report: Economic and Budgetary Projections for the EU Member States (2016-2070)  (La relazione sull'invecchiamento demografico 2018: proiezioni economiche e di bilancio per gli Stati membri dell'UE (2016-2070)), 2018.
(7)      P. Vendramin e G. Valenduc, A gender perspective on older workers' employment and working conditions, (Una prospettiva di genere per quanto riguarda l'impiego e le condizioni di lavoro dei lavoratori anziani), 2014.
(8)      Statistiche relative all'economia e alla società digitali: famiglie e individui, Eurostat, 2018.
(9)

    GU C 228 del 22.9.2009, pag. 24 .

(10)       https://www.oecd.org/els/emp/ageingandemploymentpolicies.htm .
(11)      Eurofound, Role of governments and social partners in keeping older workers in the labour market (Il ruolo dei governi e delle parti sociali per mantenere i lavoratori anziani sul mercato del lavoro), 2013.
(12)       https://ec.europa.eu/growth/smes/promoting-entrepreneurship/we-work-for/seniors_en .
(13)     GU C 129 dell'11.4.2018, pag. 44 .
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