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Document 52014DC0331
REPORT FROM THE COMMISSION TO THE COUNCIL AND THE EUROPEAN PARLIAMENT on Albania’s Progress in the Fight Against Corruption and Organised Crime and in the Judicial Reform
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO sui progressi compiuti dall’Albania nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata e nella riforma giudiziaria
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO sui progressi compiuti dall’Albania nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata e nella riforma giudiziaria
/* COM/2014/0331 final */
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO sui progressi compiuti dall’Albania nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata e nella riforma giudiziaria /* COM/2014/0331 final */
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO
E AL PARLAMENTO EUROPEO sui progressi compiuti dall’Albania nella
lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata e nella riforma
giudiziaria 1.
Introduzione La presente
relazione risponde alle conclusioni del Consiglio del 17 dicembre 2013, in cui
si legge: “Il
Consiglio esaminerà, sulla base di una relazione presentata dalla Commissione,
che prosegua l’attuazione delle strategie in materia di anticorruzione e di
riforma della magistratura, nonché della pertinente legislazione recentemente
adottata, come anche la tendenza a svolgere indagini ed ad avviare azioni
penali in maniera proattiva, anche nel settore della criminalità organizzata. Alla
luce della relazione, e sempreché l’Albania continui nei progressi
incoraggianti finora compiuti, il Consiglio guarda con favore a una decisione
relativa alla concessione all’Albania dello status di paese candidato nel
giugno 2014, fatto salvo l’avallo del Consiglio europeo.” In linea con la
richiesta del Consiglio, la presente relazione verte principalmente sulla lotta
alla corruzione e alla criminalità organizzata e sulla riforma giudiziaria e
sottolinea alcuni altri sviluppi essenziali in ambiti importanti per l’integrazione
dell’Albania nell’UE Riguarda il periodo di tempo intercorso dalla
pubblicazione dell’ultima relazione sui progressi compiuti dal paese[1] e si
basa su informazioni raccolte e analizzate dalla Commissione, tra cui dati
forniti dal paese, valutazioni inter pares e contatti regolari con gli Stati membri
e le organizzazioni internazionali. Nel periodo di
riferimento il Governo albanese ha mostrato di intraprendere azioni concrete e
ha dato prova di una solida volontà politica per quanto riguarda la riforma
legata all’UE, relativamente a un’ampia gamma di questioni. In novembre Governo
e opposizione hanno unito le forze per adottare una risoluzione sull’integrazione
nell’UE – che da allora entrambe le parti hanno continuato a sostenere,
nonostante l’ulteriore costruzione del consenso sia stata ostacolata da un
clima sempre più polemico fra di esse che ha portato fra l’altro l’opposizione
a ritirarsi da alcune votazioni importanti in certe commissioni parlamentari. In novembre è
stato avviato il dialogo ad alto livello per sostenere l’Albania nel processo
di integrazione nell’UE concentrandosi sulle principali priorità in materia di
riforma. In occasione di una seconda riunione del dialogo, all’inizio di marzo,
l’Albania ha presentato una tabella di marcia in cui ha delineato il suo
impegno a medio termine nella realizzazione delle principali priorità per l’avvio
dei negoziati di adesione. A questa riunione sia il Governo che l’opposizione
hanno dato prova di un impegno costruttivo verso la riforma legata all’UE. 2.
Sviluppi recenti La nuova legge
sulla funzione pubblica è diventata effettiva il 26 febbraio 2014, e la
legge d’attuazione è stata adottata in tempo per la sua entrata in vigore il 1°
aprile. Questa legge costituisce un importante passo avanti per promuovere la
professionalità e la meritocrazia e per combattere la politicizzazione, l’inefficienza
e la corruzione in un ampio numero di organi del settore pubblico, e il
monitoraggio della sua attuazione è fondamentale. Da ottobre, le questioni dei licenziamenti
e della retrocessione di personale, dovuti principalmente a misure
disciplinari e a ristrutturazioni nelle istituzioni pubbliche, hanno generato
tensioni politiche. In questo contesto, il Governo ha congelato tutte le nuove
assunzioni da marzo a luglio per consentire che la nuova legge diventasse
pienamente operativa, cercando così di garantire un processo di assunzione
solido e trasparente. La totale osservanza della legislazione applicabile e
delle decisioni giudiziarie è di fondamentale importanza. Il Parlamento ha
adottato provvedimenti per rafforzare il suo ruolo di vigilanza sulle
istituzioni indipendenti. Vi sono state tuttavia delle controversie sulla
creazione, sulle procedure di nomina e sul rendimento di una serie di
istituzioni e autorità indipendenti, responsabili dinanzi ad esso. È fondamentale
attuare pienamente la legislazione applicabile e rafforzare la professionalità
di queste istituzioni. La procedura di elezione dei dirigenti e dei consigli d’amministrazione
di queste istituzioni a maggioranza semplice in Parlamento resta oggetto di
preoccupazione, poiché ciò rischia di comprometterne l’indipendenza.
Diversamente dal caso della normativa relativa all’Alto ispettorato per la
dichiarazione del patrimonio e i conflitti di interesse, i nuovi progetti
legislativi beneficerebbero di un esame svolto da esperti internazionali. Il
Governo albanese ha chiesto una valutazione inter pares del rendimento, della
struttura e delle capacità delle istituzioni indipendenti per rafforzarne il
funzionamento e l’autonomia. Il
Governo continua a fare pressione per una riforma economica e per
una governance economica rafforzata allo scopo di rilanciare la crescita e
incrementare la competitività. Per fornire orientamenti nella riforma economica
e garantirne la coerenza, è stato istituito un Consiglio economico nazionale presieduto
dal Primo ministro con la partecipazione del mondo imprenditoriale. La
stabilità macroeconomica continua ad essere rafforzata grazie ad una politica
monetaria sana, e l’inflazione è contenuta a bassi livelli. Il tanto necessario
risanamento di bilancio sarà facilitato dal contratto di prestito concluso col
Fondo monetario internazionale, cosa che permetterà di liquidare, su un periodo
di tre anni, grossi arretrati di pagamento accumulati e incoraggerà riforme
sostanziali riguardanti la gestione delle finanze pubbliche, la tassazione, il
sistema pensionistico e l’energia. Le riforme hanno già portato a un aumento
degli introiti derivanti dalla riscossione delle imposte e dei dazi doganali, e
a un’intensificazione delle indagini sulle evasioni dall’IVA e sui sistemi di
frode. Il programma economico e finanziario per il periodo 2014-2016 definisce
il quadro di sostegno alla crescita e alla stabilità macroeconomica e individua
le necessarie riforme strutturali in alcuni settori fondamentali, tra cui il
rafforzamento dello Stato di diritto, il miglioramento del contesto
imprenditoriale e degli investimenti e la soluzione dei problemi del mercato
del lavoro. Per quanto
riguarda la crisi in Ucraina e l’allineamento alla PESC, l’Albania
si è conformata a tutte le dichiarazioni e posizioni dell’UE. 3.
Politiche anticorruzione Da ottobre le
autorità albanesi hanno ulteriormente rafforzato il quadro giuridico e
istituzionale di lotta alla corruzione. In novembre è stato nominato un
coordinatore nazionale per la lotta alla corruzione (CNLC), che articola le
attività degli organismi statali e delle istituzioni indipendenti, sia a
livello centrale che locale. Per facilitare questa attività, in tutti i
ministeri competenti e in tutte le istituzioni indipendenti è stata creata una
rete di punti di contatto per la lotta alla corruzione, il cui mandato
comprende: riferire al CNLC, fornire orientamenti ai funzionari competenti e
monitorare l’attuazione della strategia anticorruzione nelle istituzioni e nei
ministeri rispettivi. In aprile il CNLC ha finalizzato la strategia nazionale anticorruzione,
oggetto di ampie consultazioni con la società civile e il settore privato. La
strategia deve ancora essere adottata e dovrà essere accompagnata da ampi piani
d’azione. A seguito delle
modifiche al Codice di procedura penale adottate in marzo, le competenze per i
reati di corruzione commessi da alti funzionari – ad eccezione dei casi d’abuso
d’ufficio - sono state trasferite alla Procura per i reati gravi e al Tribunale
per i reati gravi. Perché sia maggiormente sotto i riflettori, la corruzione ad
alto livello – corruzione attiva e passiva dei giudici, dei Pubblici ministeri,
dei funzionari del settore giudiziario, degli alti funzionari statali e dei rappresentanti
eletti a livello locale – è ora di competenza del Tribunale per i reati gravi. Manca
ancora nella legislazione una definizione di “alti funzionari” e di “rappresentanti
eletti a livello locale”. In marzo sono
divenuti giuridicamente possibili il sequestro o la confisca dei proventi di
reati di corruzione. In maggio è
stata stilata una nuova legge sull’accesso all’informazione, che introduce
sanzioni amministrative così come procedure d’esame delle denunce presentate
alla Commissione per il diritto all’informazione e la protezione dei dati
personali. La legge sulla
dichiarazione del patrimonio e la legge sul conflitto di interesse, modificate
nell’aprile 2014, seguono attualmente la procedura d’adozione formale. La legge
riveduta sul conflitto di interesse estende ai giudici e ai procuratori, sia in
primo grado che in appello, il divieto di stringere rapporti contrattuali con
organismi pubblici. La presentazione di false informazioni viene inoltre
qualificata come reato, cosa che dimostra l’impegno ad affrontare la questione
dei conflitti di interesse. Conformemente alla legge sulla dichiarazione del
patrimonio, i funzionari pubblici devono ora depositare in banca il patrimonio
eccedente 1,5 milioni di lek (circa 10 700 euro). Per quanto
riguarda la cooperazione fra le autorità di contrasto nella lotta
alla corruzione e alla criminalità organizzata, il Procuratore generale, il
Ministero dell’Interno e il Servizio nazionale d’intelligence hanno firmato in
dicembre un memorandum d’intesa ai fini della creazione di un programma comune
di rafforzamento delle indagini proattive. Complessivamente, la cooperazione
fra le autorità di contrasto va intensificata, anche attraverso un sistema di
scambio di informazioni protetto per rafforzare l’efficacia delle indagini. In aprile, il
numero di procuratori incaricati della lotta alla corruzione nelle Procure
regionali è aumentato da 22 a 33. Per quanto
attiene ai risultati ottenuti, il numero di casi di corruzione
deferiti alla Procura dalla Polizia di Stato è aumentato del 16% nel periodo da
ottobre 2013 a marzo 2014 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le
condanne pronunciate dai Tribunali distrettuali sono diminuite dell’8% nello
stesso periodo, mentre quelle pronunciate dalle Corti d’appello sono aumentate
dell’81%. Sono in corso cinque indagini per corruzione in seno al sistema
giudiziario, e, sempre all’interno del sistema giudiziario, è stata pronunciata
una condanna a livello di Corte d’appello. Quanto ai funzionari di alto livello
e ai rappresentanti eletti a livello locale, sono pendenti dinanzi al Tribunale
cinque casi implicanti 25 imputati, e sono in corso indagini per due casi d’abuso
d’ufficio e altre accuse correlate. Nell’insieme il numero di indagini e di
condanne rimane basso, soprattutto per quanto riguarda i casi di corruzione ad
alto livello. Un numero elevato di indagini su reati di corruzione non sfocia
in condanne definitive, cosa che mette in evidenza la necessità di rafforzare l’indipendenza,
l’efficacia e la responsabilizzazione del sistema giudiziario, e l’esigenza di
incrementare le capacità della polizia e della Procura. Per rimediare
alle lacune emerse nell’efficacia delle indagini e nella
cooperazione fra organismi, nel mese di maggio sono state istituite delle
riunioni mensili presiedute dal Procuratore generale e dal Direttore generale
della Polizia. Permangono una serie di ostacoli, come le disposizioni
riguardanti le intercettazioni e la sorveglianza, le limitazioni di tempo per
le indagini e l’ammissibilità delle prove dinanzi agli organi giurisdizionali.
Le indagini, inoltre, in linea generale, continuano ad avere natura reattiva.
Le capacità d’indagine delle autorità di contrasto devono essere rafforzate,
anche per quanto riguarda la lotta contro la criminalità finanziaria ed
economica. È necessario che l’attuale quadro giuridico includa disposizioni che
consentano alla Polizia di Stato di ottenere, a scopi investigativi,
informazioni dalle istituzioni pubbliche e dagli organismi privati che
forniscono servizi pubblici, e che consentano di applicare sanzioni dissuasive
in caso di inosservanza. Si chiede inoltre all’Albania, come segnale positivo, di
includere fra i reati quello di arricchimento illecito. Sono necessari ulteriori
sforzi relativamente ai meccanismi sanzionatori in caso di inosservanza dei
memorandum d’intesa interistituzionali. L’Alto
ispettorato per la dichiarazione del patrimonio e i conflitti di interesse ha
preso provvedimenti per migliorare i suoi risultati nel primo trimestre del 2014.
Fra i casi di occultamento di beni deferiti alla Procura risultano quelli di
tre giudici, un Pubblico ministero, un ambasciatore e due ispettori. In linea
generale, sia l’Alto ispettorato che gli organi di controllo interno dovrebbero
svolgere il proprio mandato in maniera più proattiva, concentrandosi sui casi
di ricchezza inspiegabile con una migliore valutazione dei rischi e procedendo
a controlli incrociati fra i propri dati e le dichiarazioni patrimoniali e di
conflitti di interesse esistenti. Rendere disponibili agli organi di contrasto
e agli organi inquirenti le dichiarazioni di patrimonio è fondamentale a questo
riguardo. La pubblicazione delle dichiarazioni patrimoniali, come previsto
nella tabella di marcia sulle priorità principali, rafforzerebbe la responsabilizzazione
e sosterrebbe gli sforzi per portare alla luce i casi di ricchezza inspiegabile. Complessivamente,
si è riscontrata una persistente volontà politica ad agire in modo decisivo
nella prevenzione e nella lotta contro la corruzione. Le riforme strutturali
introdotte sono la testimonianza di un approccio omnicomprensivo che riguarda un
gran numero di istituzioni. L’ampio processo di consultazioni per definire le
linee della strategia anticorruzione mostra che il Governo intende coinvolgere
una vasta serie di parti interessate. È stata avviata una cooperazione
interservizi per rafforzare il carattere proattivo delle indagini e la
realizzazione sistematica di analisi dei rischi e per permettere il superamento
degli ostacoli allo scopo di migliorare l’efficacia delle indagini. Per
compiere passi avanti decisivi sul cammino dell’integrazione all’UE, l’Albania
dovrebbe concentrarsi sull’applicazione della legislazione riguardante le
dichiarazioni patrimoniali e i conflitti di interesse, dovrebbe rafforzare il
carattere proattivo delle indagini e introdurre nuove misure per renderle più
efficaci, e dovrebbe continuare sulla scia dei suoi sforzi iniziali per
consolidare i risultati ottenuti in materia di indagini, azioni penali e
condanne definitive nei casi di corruzione. La profonda riforma giudiziaria
prevista sarà a sua volta fondamentale nella lotta alla corruzione. 4.
Lotta alla criminalità organizzata Dal mese di
ottobre sono stati apportati diversi cambiamenti organizzativi in seno alla
Polizia di Stato e alla Procura, e si stanno preparando, per adozione,
importanti normative riguardanti l’organizzazione e la formazione delle forze
di polizia e il controllo delle armi da fuoco. In marzo è stato indetto un
concorso generale per il reclutamento di nuovo personale della Polizia di
Stato. Nonostante una difficile situazione di bilancio, nel 2014 i fondi
stanziati per gli stipendi della polizia sono stati incrementati del 10%. Da
settembre, 39 funzionari di polizia sono stati licenziati per motivi
disciplinari. In seno alla Polizia di Stato è stata istituita una nuova unità
di lotta al terrorismo finanziato attraverso la criminalità organizzata. La polizia ha
organizzato riuscite operazioni nel campo della lotta contro gli stupefacenti,
la tratta degli esseri umani, il riciclaggio di denaro e il sequestro di
esplosivi sul territorio nazionale, e ha partecipato a operazioni analoghe all’estero.
Per quanto riguarda la cooperazione di polizia e giudiziaria
internazionale, in gennaio è stato ratificato il Quarto Protocollo
aggiuntivo alla Convenzione europea di estradizione. Fra ottobre 2013 e la fine
di aprile 2014 gli Stati membri dell’UE hanno inviato in Albania un totale di 25 commissioni
rogatorie. Nello stesso periodo 34 persone sono state estradate in Albania da
Stati membri dell’UE, e 49 dall’Albania nell’Unione europea. Un Protocollo
operativo è stato firmato fra la Polizia di Stato e il Dipartimento della Pubblica
sicurezza del Ministero dell’Interno italiano. L’Albania sta lavorando con l’Italia
e la Grecia ai fini dell’istituzione di un centro comune di cooperazione di
polizia per controllare le attività transfrontaliere illecite a Saranda. Sono
regolarmente organizzate riunioni con funzionari di collegamento dei paesi
partner per lo scambio di informazioni sulle indagini relative ai proventi di
reato. Il 20 marzo l’Albania
ha ratificato un accordo di cooperazione operativa con Europol firmato lo
scorso dicembre. Lo scambio di informazioni è facilitato da un funzionario di
collegamento albanese distaccato presso Europol. Durante il periodo di
riferimento l’Albania ha partecipato ad un’operazione internazionale di
polizia, sostenuta da Europol, per il rinvenimento di veicoli rubati e oggetto
di traffici, che ha portato all’avvio di azioni penali nei confronti di 24
responsabili. Le autorità dovrebbero ricorrere più attivamente a tutti gli
strumenti di cooperazione internazionale disponibili, e incrementare l’impiego
di squadre investigative comuni. Andrebbero rafforzate le capacità d’uso delle
tecniche investigative speciali per quanto riguarda il quadro giuridico e
procedurale. Nell’ambito
della lotta contro la tratta degli esseri umani, l’Ufficio di
coordinamento nazionale antitratta ha rilanciato il meccanismo nazionale di deferimento,
con un’intensificazione delle attività nel campo della prevenzione e della
sensibilizzazione, e sta ultimando la messa a punto della nuova strategia
nazionale e del piano d’azione per il periodo 2014-2016. Nel 2014 l’Ufficio di
coordinamento si è visto conferire per la prima volta un proprio bilancio. La
predisposizione di tre unità mobili a Tirana, Vlora ed Elbasan ha permesso di migliorare
il processo di individuazione delle vittime e delle vittime potenziali. Ogni
mese sono organizzate riunioni fra la polizia regionale e la Procura per i
reati gravi. Nell’ambito della lotta contro il lavoro forzato e la tratta degli
esseri umani all’interno del paese, l’Ispettorato per il lavoro ha cominciato a
procedere a ispezioni nei locali notturni in cooperazione con la polizia di Tirana.
In marzo è diventata operativa una linea telefonica speciale di aiuto per le
vittime della tratta, che, dal novembre 2013, possono ottenere assistenza
legale con una riduzione del 30% degli onorari degli avvocati. Occorre che le
ultime modifiche apportate al Codice penale in materia di tratta degli esseri
umani vengano applicate con particolare attenzione, che le strutture
responsabili della loro attuazione vengano rafforzate e che siano intensificate
le indagini sui casi di tratta all’interno del paese. Il numero di condanne per
tratta degli esseri umani è rimasto basso. Per affrontare il fenomeno in
maniera proattiva, occorre rafforzare le capacità di valutazione delle minacce
e dei rischi per individuarne le vittime. Per quanto
riguarda la lotta contro il riciclaggio di denaro, nel periodo
fra ottobre 2013 e metà aprile 2014 si è registrato, rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente, un leggero aumento dei reati deferiti alla
Procura dalla polizia, con circa lo stesso numero di autori. Il numero di
condanne è tuttavia rimasto basso. Fra ottobre 2013
e la fine di marzo la Polizia di Stato ha deferito alla Procura per i reati
gravi 45 casi (un numero leggermente superiore rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente) ai fini dell’avvio di indagini su proventi di reato.
Occorre che le indagini finanziarie vengano sistematicamente effettuate e che
le capacità di svolgerle in modo efficace siano rafforzate, cosa che dovrebbe
portare alla confisca di una maggiore quantità di proventi di reato. Nell’ambito dei reati
economici, fra ottobre e dicembre 2013 ha avuto luogo una vasta
operazione di polizia contro le case da gioco illegali, a seguito della quale
sono stati indagati 720 reati economici e sono state sequestrate grosse
quantità di materiale per il gioco d’azzardo, per un valore totale di 8,5
milioni di euro. È opportuno che il sequestro e la confisca dei beni vengano
sistematicamente praticati. Grazie alla
modernizzazione di 7 radar costieri che coprono tutte le acque territoriali
nazionali, si è migliorata la capacità del Centro interistituzionale per le
operazioni marittime di monitorare gli aspetti operativi della lotta contro la
criminalità organizzata. Il Sistema generale di gestione delle informazioni (Total
Information Management System), una banca dati on-line per lo scambio di
informazioni fra autorità di contrasto, è pienamente operativo. Sono state
organizzate azioni congiunte di formazione in materia di competenze operative
per il personale del Centro. Particolare attenzione va accordata all’analisi
dei rischi legati alla revoca della moratoria sulle imbarcazioni a motore. Quanto alla lotta
contro il traffico di stupefacenti, è in corso d’attuazione il piano
nazionale contro la coltivazione delle droghe. I sequestri di stupefacenti sono
continuati, e fra ottobre 2013 e fine marzo 2014, rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente, quelli di marijuana e cocaina sono aumentati (passando rispettivamente da 13,6
t a 18,8 t e da 1,7 kg a 14,5 kg), mentre quelli di eroina sono diminuiti
(da 44,8 kg a 25,6 kg). In marzo, aprile e maggio hanno avuto luogo distruzioni
pubbliche delle droghe sequestrate. Complessivamente, nello stesso periodo, un numero
maggiore di operazioni ha portato a un aumento delle azioni penali per traffico
di droga. Le indagini nei casi legati agli stupefacenti devono essere
sistematicamente accompagnate da inchieste finanziarie parallele. È necessario
intensificare i controlli sistematici alla frontiera blu per chiudere le rotte
del narcotraffico. La cooperazione internazionale con Italia, Grecia, Germania,
Belgio, USA e Kosovo[2]
ha portato all’arresto di 51 sospetti di traffico internazionale di
stupefacenti, rispetto ai 31 dell’anno scorso, stesso periodo. È necessario
inasprire la lotta contro le reti del narcotraffico intensificando la
cooperazione internazionale e ricorrendo a tecniche investigative speciali,
basate sulla valutazione delle minacce e accompagnate da indagini finanziarie
parallele. Occorre inoltre intensificare le misure concrete per sradicare le piantagioni
di droga. Il piano nazionale contro la coltivazione delle droghe deve essere
accompagnato da indicatori di rendimento misurabili e deve menzionare i
risultati previsti. Complessivamente,
sono stati apportati cambiamenti organizzativi e sono in corso di preparazione,
per adozione, atti legislativi chiave nel settore dell’organizzazione e della
formazione della polizia e del controllo delle armi da fuoco. La cooperazione
di polizia e giudiziaria internazionale si è intensificata grazie all’attuazione
di accordi di estradizione. Il meccanismo nazionale di deferimento contro la
tratta degli esseri umani è stato rilanciato grazie al rafforzamento della
cooperazione fra le autorità di contrasto. Le indagini condotte hanno prodotto
una serie di risultati positivi nella lotta contro il traffico di stupefacenti,
contro la tratta degli esseri umani e contro il riciclaggio di denaro. La lotta
contro la coltivazione delle droghe deve essere intensificata. Per compiere
passi avanti decisivi sulla strada dell’integrazione all’UE, l’Albania dovrebbe
migliorare ancora i risultati nella lotta contro la criminalità organizzata
rafforzando la cooperazione fra gli organismi competenti, aumentando l’efficacia
delle indagini proattive, ricorrendo più sistematicamente alle indagini
finanziarie, consolidando la cooperazione internazionale e regionale, anche con
Europol, e intensificando l’impegno per affrontare la criminalità organizzata
in tutte le sue forme. 5.
Riforma del sistema giudiziario Per aumentare l’efficienza
del sistema giudiziario, in gennaio sono stati annunciati
provvedimenti di riforma nel settore. L’Albania ha chiesto la cooperazione
della Commissione di Venezia ed è stata stilata una tabella di marcia per le
cinque priorità principali, inclusa la riforma del sistema giudiziario. È stato
avviato il processo di elaborazione di una strategia per il periodo 2014-2020,
In febbraio, in seno al Ministero della Giustizia, è stato costituito un gruppo
di lavoro consultivo sulla riforma del sistema giudiziario. In marzo l’Albania
ha chiesto alla Commissione di Venezia di valutare due serie di modifiche
apportate al Codice di procedura civile e al Codice di procedura penale. Una
serie di modifiche autorizza i giudici a irrogare ammende agli avvocati che
risultano ripetutamente assenti alle udienze civili e penali, mentre l’altra
limita i tipi di ricorsi che possono essere presentati all’Alta corte. Queste modifiche
sono volte a ridurre il carico di lavoro degli organi giurisdizionali e ad
aumentarne l’efficienza. È previsto che l’aiuto della Commissione di Venezia si
estenda progressivamente a un’ampia gamma di tematiche. In linea con le
disposizioni modificate del Codice di procedura civile, la maggior parte delle
cause civili dinanzi all’Alta corte sono esaminate da un collegio di tre
giudici. Per rendere più efficiente il funzionamento dell’Alta corte sono
necessarie misure supplementari: queste comprendono l’armonizzazione e la
pubblicazione della giurisprudenza, l’introduzione di modifiche al Codice di
procedura penale per cambiare le procedure applicate in seno all’Alta corte in
relazione alla composizione dei collegi che esaminano le cause penali, l’adozione
di disposizioni volte a ridurre il numero di ricorsi, il completamento della
riorganizzazione interna dell’Alta corte e le nomine per i tre posti che vi
sono ancora vacanti. La recente
pubblicazione, per la prima volta, di un elenco completo dei giudici con l’indicazione
del loro rango è un passo avanti verso l’aumento della trasparenza
del sistema delle nomine, delle promozioni e del trasferimento dei giudici. La
valutazione dei giudici per il periodo 2007-2009 e per gli anni successivi deve
essere completata. Sono necessarie misure supplementari per garantire che le
procedure in seno al Consiglio superiore della Giustizia per la nomina, la
promozione e il trasferimento dei giudici siano basate esclusivamente sui
meriti dei candidati e su altri criteri oggettivi. Il sistema
unificato elettronico di gestione delle cause (ICMIS), che garantisce un’attribuzione
casuale e trasparente delle cause ai giudici, e che è determinante per
controllare gli arretrati, non è ancora applicato in tutti i tribunali. Ciò è
particolarmente rilevante per il Tribunale distrettuale di Tirana, per il
Tribunale per i reati gravi, per la Corte d’appello per i reati gravi e per i
Tribunali amministrativi di recente costituzione, dove il sistema non è
operativo. Le decisioni
giudiziarie dovrebbero essere messe a disposizione di tutti i professionisti
del settore giuridico e dei cittadini. Dovrebbero inoltre essere pubblicate in
una banca dati consultabile, con la motivazione ed entro un termine
ragionevole, nel rispetto delle raccomandazioni del Commissario per la
protezione dei dati. Le modifiche
apportate al Codice di procedura penale relativamente ai reati di corruzione
commessi da alti funzionari (si veda il punto 3 – Politiche anticorruzione)
introducono procedure che disciplinano la revoca della loro immunità. Nel caso
dei giudici ordinari, per le perquisizioni personali e domiciliari, così come
per ogni forma di privazione della libertà, è necessaria l’autorizzazione del
Consiglio superiore della Giustizia su richiesta di un Pubblico ministero. Nel
caso dei giudici dell’Alta corte e della Corte costituzionale, spetta al
Procuratore generale chiedere all’Alta corte di autorizzare la revoca dell’immunità.
Diversamente dai procuratori e dai giudici ordinari, per quanto riguarda i
reati di corruzione i membri dell’Alta corte e della Corte costituzionale
rimangono sotto la giurisdizione dell’Alta corte. Il Consiglio
superiore della Giustizia ha trasmesso al Procuratore generale informazioni su
sei casi di sospetta corruzione in seno al sistema giudiziario. Da ottobre 2013
il Ministero della Giustizia ha aperto procedimenti disciplinari nei confronti
di 19 giudici. I casi sono stati trasmessi al Consiglio superiore della
Giustizia per esame. Ad oggi il Consiglio superiore della Giustizia ne ha
trattati cinque: un giudice è stato sollevato dalle sue funzioni, un altro è
stato trasferito per due anni a una giurisdizione inferiore e tre giudici hanno
ricevuto un avvertimento di licenziamento. In un altro caso, nel dicembre 2013
il Consiglio superiore della Giustizia ha sospeso un giudice dall’esercizio
delle sue funzioni in attesa della sentenza definitiva. Il Ministero della
Giustizia ha avviato procedimenti nei confronti di due Pubblici ministeri.
Occorre rafforzare il sistema disciplinare, rivedere il ruolo del Ministro
della Giustizia nel procedimento disciplinare così come in seno al Consiglio
superiore della Giustizia, attuare efficacemente nuove norme in materia di
immunità dei magistrati e fare un bilancio delle sanzioni comminate. Per quanto
riguarda l’efficienza, da novembre 2013 sono stati istituiti i
sei Tribunali amministrativi, la Corte d’appello amministrativa e il Collegio
amministrativo dell’Alta corte. La nomina dei giudici presso queste
giurisdizioni, che trattano fra l’altro cause deferite da altri tribunali, è
stata fatta in base a un esame. Va completato il processo delle nomine per i
nove posti vacanti che restano nei cinque Tribunali amministrativi al di fuori
di Tirana, e di messa a disposizione di commessi e locali. A seguito della
decisione del marzo 2014 della Corte costituzionale, che dichiara
incostituzionale la legge dell’aprile 2013 sull’amministrazione giudiziaria, è
necessario colmare questo vuoto giuridico e adottare disposizioni che
disciplinino il lavoro dei tribunali e del loro personale. Conformemente alla
decisione, una maggioranza qualificata, e non una maggioranza semplice, sarebbe
stata necessaria in Parlamento per approvare la legge nel 2013. Quanto all’accesso
alla giustizia, occorre attuare le disposizioni che modificano la legge
del 2008 sull’assistenza legale per quanto riguarda l’esonero dalle spese legali
per alcune categorie di cittadini e la creazione di uffici locali di assistenza
giuridica (“cliniche giuridiche”). Complessivamente,
l’Albania ha dimostrato il proprio impegno nel lavoro sulla riforma
giudiziaria, in particolare interagendo con la Commissione di Venezia per
migliorare l’indipendenza, la responsabilizzazione e la professionalità del
sistema. Sono stati fatti degli sforzi per ridurre il lavoro arretrato dei
tribunali e il carico di lavoro in generale, e per rafforzare la trasparenza nel
sistema giudiziario. Sono state prese misure per promuovere la
responsabilizzazione dei giudici e dei procuratori attraverso l’adozione di
procedure per la revoca della loro immunità. Sono state adottate una serie di
sanzioni a seguito di procedimenti disciplinari. Per compiere passi avanti
decisivi sul cammino dell’integrazione all’UE, l’Albania dovrebbe portare
avanti rigorosamente la riforma giudiziaria, con un impegno costante a fianco
della Commissione di Venezia, l’adozione di disposizioni supplementari
significative per rafforzare in particolare l’indipendenza e la
responsabilizzazione – in linea con la tabella di marcia per la riforma –, e
con un’adeguata attuazione delle misure adottate. 6.
Conclusione L’Albania ha
continuato ad attuare e a consolidare le misure di riforma legate all’UE, in
particolare quelle collegate allo status di paese candidato. Si è riscontrata
una persistente volontà politica di agire in modo decisivo nella prevenzione e
nella lotta contro la corruzione, e le riforme strutturali introdotte sono la
testimonianza di un approccio omnicomprensivo che riguarda un gran numero di
istituzioni. Riforme legislative importanti sono state condotte nel campo della
lotta contro la criminalità organizzata, e le indagini svolte hanno prodotto
risultati positivi nella lotta contro il traffico di stupefacenti e in altri
settori della lotta alla criminalità organizzata e alle forme gravi di
criminalità. L’Albania ha dimostrato il proprio impegno nel lavoro sulla
riforma giudiziaria, in particolare interagendo con la Commissione di Venezia
per migliorare l’indipendenza, la responsabilizzazione e la professionalità del
sistema giudiziario. Sulla base delle
conclusioni della presente relazione, la Commissione conferma le sue
raccomandazioni a favore del conferimento all’Albania, da parte del Consiglio,
dello status di paese candidato. È importante che
l’Albania continui a portare avanti il suo approccio sistematico alla riforma,
poiché il raggiungimento di risultati sostenibili sarà fondamentale per
proseguire l’intregrazione all’UE. La presente relazione rileva già una serie
di sfide centrali, fondamentali affinché l’Albania compia passi avanti decisivi
sulla strada dell’integrazione all’UE. Per continuare
in modo decisivo questo cammino d’integrazione l’Albania, nel campo della lotta
contro la corruzione, dovrebbe concentrarsi sull’applicazione della
legislazione riguardante le dichiarazioni patrimoniali e i conflitti di
interesse, dovrebbe rafforzare il carattere proattivo delle indagini e introdurre
nuove misure per renderle più efficaci; dovrebbe inoltre continuare sulla scia
dei suoi sforzi iniziali per consolidare i risultati ottenuti in materia di
indagini, azioni penali e condanne definitive. La profonda riforma giudiziaria
prevista sarà a sua volta decisiva nella lotta alla corruzione. Sempre ai fini
di una decisa integrazione all’UE il paese, per quanto riguarda la lotta contro
la criminalità organizzata, dovrebbe migliorare ancora i suoi risultati
rafforzando la cooperazione fra gli organismi competenti, aumentando l’efficacia
delle indagini proattive, ricorrendo più sistematicamente alle indagini
finanziarie, consolidando la cooperazione internazionale e regionale, anche con
Europol, e intensificando l’impegno per affrontare la criminalità organizzata
in tutte le sue forme. L’effettivo
cammino verso l’integrazione all’UE comprende anche la riforma del sistema
giudiziario: l’Albania dovrebbe portare avanti rigorosamente questa riforma,
con un impegno costante a fianco della Commissione di Venezia, l’adozione di
disposizioni supplementari significative per rafforzare in particolare l’indipendenza
e la responsabilizzazione – in linea con la tabella di marcia della riforma –,
e un’adeguata attuazione delle misure adottate. Inoltre, è
essenziale che il processo di riforma sia accompagnato da un dialogo politico
rinnovato e rafforzato fra Governo e opposizione. Ai fini della sostenibilità
delle riforme è fondamentale che il lavoro in Parlamento sia costruttivo e
basato sul compromesso. La creazione di un Consiglio nazionale per l’integrazione
all’UE, che riunisca tutte le parti interessate, è cruciale ai fini del
consenso nell’insieme della società albanese. Le sfide
principali rilevate nella presente relazione saranno ulteriormente elaborate nella
relazione della Commissione sui progressi compiuti dell’ottobre 2014. [1] L’ultimo pacchetto
“Allargamento” della Commissione, inclusa la relazione sui progressi compiuti
dall’Albania, è stato pubblicato il 16 ottobre 2013. [2] Tale
designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in linea con
la risoluzione 1244/1999 dell’UNSC e con il parere della CIG sulla
dichiarazione di indipendenza del Kosovo.