COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 18.12.2020
COM(2020) 846 final
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI
Raccomandazioni agli Stati membri sui relativi piani strategici della politica agricola comune
{SWD(2020) 367 final} - {SWD(2020) 368 final} - {SWD(2020) 369 final} - {SWD(2020) 370 final} - {SWD(2020) 371 final} - {SWD(2020) 372 final} - {SWD(2020) 373 final} - {SWD(2020) 374 final} - {SWD(2020) 375 final} - {SWD(2020) 376 final} - {SWD(2020) 377 final} - {SWD(2020) 379 final} - {SWD(2020) 384 final} - {SWD(2020) 385 final} - {SWD(2020) 386 final} - {SWD(2020) 387 final} - {SWD(2020) 388 final} - {SWD(2020) 389 final} - {SWD(2020) 390 final} - {SWD(2020) 391 final} - {SWD(2020) 392 final} - {SWD(2020) 393 final} - {SWD(2020) 394 final} - {SWD(2020) 395 final} - {SWD(2020) 396 final} - {SWD(2020) 397 final} - {SWD(2020) 398 final}
Indice
1.Dal Green Deal europeo ai piani strategici della PAC
2.Raccomandazioni per i piani strategici della PAC
2.1.Promuovere un settore agricolo intelligente, resiliente e diversificato che garantisca la sicurezza alimentare
2.2.Rafforzare la protezione ambientale e l'azione per il clima e contribuire al conseguimento degli obiettivi dell'Unione in materia di ambiente e di clima
2.3.Rafforzare il tessuto socio-economico delle zone rurali e rispondere alle preoccupazioni sociali
2.4.Promuovere e condividere le conoscenze, l'innovazione e la digitalizzazione in agricoltura e nelle zone rurali
3.La strada verso piani strategici PAC appropriati
3.1.Integrare il Green Deal nei piani strategici della PAC
3.2.Elaborare piani strategici PAC efficaci
3.3.Rafforzare il principio di partenariato
1.Dal Green Deal europeo ai piani strategici della PAC
Il Green Deal europeo indica la via da seguire per rendere l'Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, definendo una nuova strategia di crescita sostenibile e inclusiva per stimolare l'economia, migliorare la salute e la qualità della vita, prendersi cura della natura e non lasciare indietro nessuno. Al fine di procedere in tale direzione, nel 2020 la Commissione europea ha adottato la strategia "Dal produttore al consumatore", la strategia sulla biodiversità per il 2030 e il piano degli obiettivi climatici 2030. Si tratta di documenti strategici fondamentali che affrontano in modo globale le sfide poste dalla creazione di sistemi alimentari sostenibili, riconoscono i legami inscindibili tra persone sane, società sane e un pianeta sano, agevolano il passaggio a regimi alimentari più salutari e sostenibili e compiono progressi per riportare la natura nelle nostre vite.
In tale contesto, la politica agricola comune (PAC) sarà determinante nel gestire la transizione verso un sistema alimentare sostenibile e intensificare gli sforzi degli agricoltori europei per contribuire agli obiettivi climatici dell'UE e alla protezione dell'ambiente. I futuri piani strategici della PAC, elaborati dagli Stati membri e adottati dalla Commissione europea dopo attenta valutazione, metteranno in pratica gli strumenti della PAC (pagamenti diretti, sviluppo rurale e interventi settoriali) e conseguiranno gli obiettivi della PAC e i traguardi ambiziosi del Green Deal europeo mediante strategie dettagliate e in un approccio onnicomprensivo.
Nel maggio 2020 la Commissione si è impegnata a formulare raccomandazioni per ciascuno Stato membro per quanto riguarda i nove obiettivi specifici della PAC, prima che le proposte di piani strategici siano presentate formalmente, prestando particolare attenzione al conseguimento degli obiettivi del Green Deal, della strategia "Dal produttore al consumatore" e della strategia sulla biodiversità per il 2030. Nelle conclusioni sulla strategia "Dal produttore al consumatore", il Consiglio dell'Unione europea ha dichiarato di attendere con interesse la presentazione di tali raccomandazioni, ritenendo che esse potrebbero servire da ulteriore guida per l'elaborazione dei piani strategici.
La Commissione ha analizzato la situazione dei vari Stati membri in riferimento ai nove obiettivi specifici della futura PAC e all'obiettivo trasversale delle conoscenze, dell'innovazione e della digitalizzazione, sulla base degli ultimi dati fattuali disponibili e, se del caso, tenendo conto di ulteriori informazioni fornite dagli Stati membri. L'analisi comprende anche una valutazione della situazione di ciascuno Stato membro alla luce del rispettivo contributo a ogni obiettivo e traguardo ambizioso del Green Deal europeo relativamente all'uso dei pesticidi e ai rischi connessi, alle vendite di antimicrobici, alle perdite di nutrienti (riducendo l'uso eccessivo di fertilizzanti), alle superfici destinate all'agricoltura biologica, agli elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità presenti sui terreni agricoli e all'accesso a Internet veloce a banda larga nelle zone rurali.
Alla luce di tale analisi, la Commissione ha elaborato raccomandazioni per i 27 Stati membri, pubblicate sotto forma di 27 documenti di lavoro dei servizi della Commissione che accompagnano la presente comunicazione. Nelle raccomandazioni essa intende indicare la direzione che i piani strategici della PAC dovranno seguire per l'attuazione degli obiettivi specifici della PAC al fine di contribuire congiuntamente al conseguimento degli obiettivi del Green Deal. Sebbene mantengano la flessibilità proposta agli Stati membri nell'attuazione del nuovo quadro strategico, le raccomandazioni individuano le questioni strategiche principali da affrontare con urgenza in ogni Stato membro e forniscono orientamenti su come affrontarle all'interno dei piani strategici della PAC.
La metodologia istituita dalla Commissione europea per selezionare le raccomandazioni pertinenti mirava a fornire un numero limitato di raccomandazioni per ogni Stato membro, così da rendere le priorità principali facilmente identificabili in ciascun caso. Inoltre, per i settori d'intervento più importanti per il conseguimento del traguardo ambizioso del Green Deal europeo, la Commissione europea ha valutato la situazione in ciascuno Stato membro alla luce degli obiettivi dell'UE, tenendo conto al riguardo degli sforzi necessari per contribuire all'ambizione comune.
Le raccomandazioni distinguono gli sforzi che gli Stati membri devono compiere e prendono atto della dimensione economica, ambientale e sociale della sostenibilità al fine di incentivare strategie innovative che garantiscano la presenza, all'interno dei futuri piani strategici della PAC, di soluzioni efficaci per le prossime sfide, in maniera integrata e bilanciata dal punto di vista territoriale. Gli Stati membri che già conseguono buoni risultati in settori d'intervento quali l'agricoltura biologica o il benessere degli animali sono incoraggiati a proseguire in tale direzione.
Le raccomandazioni sono rivolte agli Stati membri nel quadro di un dialogo strutturato e, unitamente ad altre considerazioni pertinenti, saranno utilizzate dalla Commissione nella valutazione dei piani strategici della PAC in seguito alla loro presentazione formale da parte degli Stati membri, sulla base dei criteri stabiliti dall'articolo 106 della proposta di regolamento sui piani strategici della PAC. La Commissione rivolgerà le sue osservazioni agli Stati membri nel quadro del processo di approvazione del piano strategico della PAC. Essa verificherà, al momento dell'approvazione e della modifica dei piani strategici della PAC, la coerenza generale dei piani con gli obiettivi del Green Deal.
2.Raccomandazioni per i piani strategici della PAC
La presente sezione fornisce una sintesi delle raccomandazioni rivolte agli Stati membri, che rispondono agli obiettivi generali definiti nella proposta di regolamento sui piani strategici della PAC in merito alle sfide economiche, ambientali e sociali del settore agricolo, alimentare e delle aree rurali e riguardanti altresì le conoscenze, l'innovazione e la digitalizzazione. Fornisce inoltre a ciascuno Stato membro elementi supplementari importanti per l'elaborazione dei piani strategici della PAC.
2.1.Promuovere un settore agricolo intelligente, resiliente e diversificato che garantisca la sicurezza alimentare
Dati principali riguardanti l'agricoltura e le zone rurali dell'UE
- 10,3 milioni di aziende agricole coltivano 157 milioni di ettari (38 % del suolo dell'UE) e forniscono un'occupazione a tempo pieno a 8,8 milioni di persone (2016, 2019)
- i 403 miliardi di EUR di produzione agricola totale (2018) contribuiscono a un avanzo commerciale nel settore agroalimentare pari a 60 miliardi di EUR (2019)
- 6,2 milioni di aziende agricole ricevono un sostegno diretto (2018); l'80 % dei pagamenti è versato al 20 % dei beneficiari
- il reddito agricolo nell'UE è pari al 47 % delle retribuzioni lorde degli altri settori economici (2017)
Come rammentato nella strategia "Dal produttore al consumatore", la rapida trasformazione della produzione agricola necessaria per dar vita a sistemi alimentari sostenibili ha bisogno di un settore agricolo economicamente redditizio e resiliente. L'analisi dimostra che alcune delle sfide economiche più importanti devono essere affrontate dalla maggior parte degli Stati membri, nonostante le loro diversità, per poter accelerare la transizione verde dell'agricoltura europea e creare nuove opportunità imprenditoriali. La capacità degli agricoltori di cogliere tali opportunità dipenderà essenzialmente dalla sostenibilità economica delle loro aziende agricole.
In quasi tutti gli Stati membri il reddito agricolo rimane basso e al di sotto della media rispetto agli altri settori economici, nonostante il processo di consolidamento delle aziende agricole in corso da parecchi decenni. Il livello di reddito delle aziende agricole varia in modo significativo a seconda delle regioni, della dimensione dell'azienda e dei settori. Negli Stati membri, tuttavia, sono emerse ripetutamente due criticità: in primo luogo, la necessità di affrontare il problema del reddito delle aziende agricole di piccole e medie dimensioni a conduzione familiare o situate in zone con vincoli naturali; in secondo luogo, l'elevata volatilità dei redditi destinata, secondo le previsioni, a perdurare nel breve e medio termine e dovuta in gran parte all'apertura dei mercati e all'aumento degli eventi meteorologici estremi causati dai cambiamenti climatici.
Figura 1. Reddito delle aziende agricole rispetto agli altri settori economici
(media 2016-2018)
Nota: indicatore di reddito = reddito netto dell'azienda agricola + retribuzioni. I contributi al funzionamento coprono non solo i pagamenti diretti, ma anche tutte le sovvenzioni per lo sviluppo rurale ad eccezione del sostegno agli investimenti. I contributi al funzionamento coprono anche eventuali aiuti e sostegni integrativi nazionali. Fonte: Commissione europea
Un'altra sfida è rappresentata dalla crescita lenta, in alcuni casi addirittura stagnante, della produttività agricola in molti Stati membri, situazione ulteriormente esacerbata dai costi elevati in alcuni settori, in particolare per quanto riguarda la manodopera e i terreni. Se da un lato la crescita della produttività è fondamentale per mantenere la competitività e aumentare il reddito delle aziende agricole, dall'altro occorre tenere debitamente conto di un impatto climatico e ambientale positivo. È pertanto essenziale garantire il mantenimento e il miglioramento sia delle condizioni necessarie per incentivare l'innovazione sia di elevati livelli di formazione e investimenti in agricoltura (specialmente in vista delle sfide ambientali individuate nella sezione seguente).
La sostenibilità economica del settore dipenderà infine anche dalla capacità degli agricoltori di creare e attirare una maggior percentuale del valore aggiunto nella filiera alimentare. La cooperazione fra agricoltori può permettere economie di scala e rafforzare il loro potere contrattuale nella filiera alimentare. In alcuni settori e in alcuni Stati membri gli agricoltori sono restii ad impegnarsi in un'integrazione verticale o in una cooperazione rafforzata, per esempio all'interno di organizzazioni o cooperative di produttori.
Prossime tappe
Per vincere tali sfide e proseguire la transizione verso un'agricoltura sostenibile e resiliente, le azioni della PAC dovrebbero incentrarsi sulla trasformazione e sull'ammodernamento dell'agricoltura, sul miglioramento del valore, della qualità e della sostenibilità ambientale dei prodotti agricoli e biologici e sulla promozione della cooperazione fra agricoltori nella filiera alimentare. Creare redditività e resilienza alle minacce a livello economico e climatico e alla biodiversità è essenziale, poiché le rese future degli agricoltori dipenderanno largamente dalla loro capacità di affrontare i cambiamenti climatici e dal buono stato di salute delle risorse naturali. Durante la pandemia di COVID-19, i sistemi agroalimentari dell'Unione europea hanno garantito ai cittadini europei cibo sicuro e di alta qualità, in un momento di difficoltà e pressione. Ciononostante, nel prossimo piano di emergenza è previsto un esame più approfondito della resilienza dei sistemi alimentari dell'UE, e dell'agricoltura dell'UE in particolare, al fine di garantire l'approvvigionamento e la sicurezza alimentari.
Nella maggior parte degli Stati membri è necessario progredire verso un sistema più equo e mirato di sostegno diretto. Gli Stati membri dovrebbero dare una risposta più efficace alle necessità delle aziende agricole di piccole e medie dimensioni riducendo il divario retributivo fra aziende di dimensioni diverse, applicando meccanismi che consentano una ridistribuzione efficace, come il livellamento e la riduzione dei pagamenti, e in particolare tramite l'applicazione del sostegno ridistributivo complementare al reddito per la sostenibilità. L'equità del sostegno comporterà, in alcuni Stati membri, progressi significativi nel processo nazionale di convergenza. Il sostegno, inoltre, dovrebbe essere utilizzato anche per rispondere ad esigenze specifiche delle aziende situate in determinate zone, ad esempio quelle con vincoli naturali.
meno di 5 hameno di 5 hafra 5 e 20 hafra 20 e 100 hafra 100 e 250 hapiù di 250 hafra 5 e 20 hafra 20 e 100 hafra 100 e 250 hapiù di 250 ha
Figura 2. Percentuale di pagamenti diretti per dimensione dell'azienda agricola - esercizio 2019
Fonte: Commissione europea. Income support breakdown. Distribution of direct aid to farmers – indicative figures 2019 financial year.
Parallelamente è necessario incoraggiare e agevolare l'uso da parte degli agricoltori di strumenti di gestione del rischio, sostenendo gli investimenti in soluzioni innovative (ad esempio, ottimizzando la valorizzazione dei prodotti agricoli e dei fattori di produzione nella bioeconomia circolare), migliorando l'accesso ai finanziamenti e sfruttando più efficacemente le opportunità nel quadro della politica di sviluppo rurale.
Occorre infine proseguire gli sforzi atti a sviluppare e rafforzare la cooperazione fra produttori anche attraverso i nuovi strumenti nel quadro dei futuri programmi settoriali, rafforzando nel contempo gli sforzi per migliorare la trasparenza della catena di approvvigionamento. Inoltre il potenziale per incrementare il valore aggiunto dei prodotti agricoli può essere sfruttato anche nel quadro dei regimi di qualità dell'UE, in particolare alla luce dell'accresciuta consapevolezza dei consumatori e della maggior domanda di prodotti e metodi di produzione più sani e più sostenibili.
Tutti questi strumenti possono garantire, attraverso vari approcci e combinazioni, il miglioramento dei redditi e della redditività delle aziende agricole, assicurando nel contempo l'uso sostenibile delle risorse e una risposta soddisfacente alle sfide derivanti dai cambiamenti climatici e dalla perdita di biodiversità. I nuovi piani strategici della PAC consentiranno agli Stati membri di adeguare gli strumenti alla situazione specifica del settore agricolo nazionale (a fronte di strutture agricole e condizioni pedoclimatiche differenti), garantendo nel contempo condizioni di parità.
2.2.Rafforzare la protezione ambientale e l'azione per il clima e contribuire al conseguimento degli obiettivi dell'Unione in materia di ambiente e di clima
Dati principali riguardanti l'agricoltura e le zone rurali dell'UE
- l'8 % di terreni agricoli dell'UE è destinato all'agricoltura biologica (2018)
- il 10,1 % di emissioni di gas a effetto serra è causato dall'agricoltura (2018)
- nel 13,3 % di stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee si rileva una concentrazione di nitrati superiore a 50 mg per litro (2012-2015)
- il 12 % degli habitat seminaturali dipendenti dall'agricoltura è valutato in "buono" stato di salute (2013-2018)
Il settore agricolo dell'UE (e in qualche misura anche la silvicoltura) continua ad affrontare e a causare enormi problemi a livello ambientale e climatico.
A fronte della fissazione di obiettivi di riduzione più ambiziosi per il futuro da parte dell'Unione, il calo delle emissioni di gas a effetto serra causate dall'agricoltura nell'UE ha subito una battuta d'arresto negli ultimi anni e in alcuni Stati membri le emissioni sono addirittura aumentate a causa della gestione del patrimonio zootecnico o del suolo. Inoltre il sequestro della CO2 nei terreni e nelle foreste si è ridotto negli ultimi anni e vi è un rischio maggiore di perdita di carbonio da certi tipi di terreni (in particolare le torbiere). La produzione di energia rinnovabile dall'agricoltura e dalla silvicoltura è in aumento e ciò, a sua volta, aumenta in parte anche la concorrenza per i terreni e la produzione agricola, anche se con notevoli differenze tra uno Stato membro e l'altro. In agricoltura, inoltre, esiste un grande potenziale inutilizzato di efficienza energetica.
Livello NUTS: NUTS 0
Fonte: Estat e AEA
Anno: Media 2016-2018
Calcoli: DG AGRI - C3
Cartografia: DG AGRI GIS TEAM 12/2020
Emissioni causate dall'allevamento (fermentazione enterica e gestione del letame) per ettaro di SAU
Tonnellate di CO2 equivalente per ettaro
Carta 1. Emissioni di gas a effetto serra causate dall'allevamento e dalla fermentazione enterica per fattore di produzione nell'UE
Nel frattempo i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità sono in corso, con conseguenze che rendono l'agricoltura estremamente vulnerabile (raccolti scarsi e deperimento delle foreste a causa di siccità, tempeste, alluvioni, fitopatie e infestazioni parassitarie) ed esposta a crescenti rischi legati al clima e all'ambiente. I paesi dell'UE sono sempre più consapevoli della necessità non solo di mitigare ma anche di adattarsi ai cambiamenti climatici e di invertire la perdita di biodiversità. È urgente intervenire in questi settori.
Sebbene la superficie boschiva dell'UE stia aumentando e le foreste ricoprano oggi il 45 % del suolo totale dell'UE, le foreste subiscono una pressione crescente a causa dei cambiamenti climatici. Altre pressioni derivano dall'abbandono delle zone rurali, dalla mancanza di gestione e dalla frammentazione dovuta ai cambiamenti nell'uso del suolo, dall'aumento dell'intensità di gestione dovuta alla crescente domanda di legname, prodotti forestali ed energia, dallo sviluppo delle infrastrutture, dall'urbanizzazione e dal consumo di suolo. È necessario aumentare sia la quantità che la qualità delle foreste europee, dato il ruolo cruciale che esse svolgono per la biodiversità, raggiungendo la neutralità in termini di emissioni di CO2 entro il 2050 e sviluppando la bioeconomia.
Nonostante i miglioramenti significativi rilevati negli ultimi anni, restano evidenti problemi riguardanti la gestione delle risorse naturali. L'agricoltura è una delle principali fonti di emissione di ammoniaca, un gas inquinante particolarmente dannoso che contribuisce all'inquinamento da particolato anche in aree urbane; in alcuni Stati membri le emissioni sono in aumento, superando in alcuni casi i limiti di legge.
Alcune pratiche di gestione e i cambiamenti d'uso stanno esercitando una pressione considerevole sulla salute e sulla qualità del suolo. I suoli agricoli dell'UE sono sempre più degradati e subiscono fenomeni di erosione, compattazione, inquinamento, salinizzazione, desertificazione e perdita di sostanza organica e biodiversità, sebbene ciò non avvenga ovunque con la stessa gravità. Tali processi di degrado determinano inoltre considerevoli perdite di rendimento dei raccolti agricoli.
Nonostante qualche progresso, l'inquinamento da nitrati causato dall'agricoltura continua a essere una delle maggiori minacce all'ambiente acquatico. In molte regioni l'uso eccessivo di azoto e fosforo derivanti dagli effluenti di allevamento e di concimi (e pesticidi) inorganici sta causando problemi di inquinamento idrico, biodiversità e qualità dell'aria. Nonostante la situazione in alcuni Stati membri sia nel complesso accettabile, le zone in cui la qualità è mediocre sono numerose. Un numero crescente di Stati membri soffre di carenze idriche, spesso causate dall'eccessivo prelievo di acqua per l'agricoltura. In molte regioni i cambiamenti climatici aggraveranno ulteriormente il problema della disponibilità di acqua.
Livello NUTS: NUTS 3
Fonte: AEA – Agenzia europea dell'ambiente
Anno: 2010
Cartografia: DG AGRI GIS TEAM 12/2020
Surplus di azoto in considerazione degli effetti negativi sulla qualità dell'acqua
Kg/ha/anno
Carta 2. Apporto di azoto sui terreni agricoli nell'UE
Fonte: AEA (2019)
Per quanto riguarda la forte perdita di biodiversità nelle zone agricole, le prove dimostrano un costante declino in tutta l'UE delle specie di uccelli presenti sui terreni agricoli, degli impollinatori (fondamentali per l'ecosistema) e delle condizioni degli habitat agricoli. Alcuni habitat agricoli plasmati in larga misura dall'attività agricola sono essenziali per la fauna selvatica. Il problema deriva dall'elevata intensità dell'agricoltura, da una gestione carente o dall'abbandono dei terreni agricoli. L'intensificazione agricola e il ricongiungimento fondiario hanno contribuito in maniera crescente alla perdita di una percentuale molto significativa di preziosi elementi caratteristici del paesaggio (siepi, fasce fiorite, stagni, terrazzamenti, ecc.), nonché di terreni a riposo, pascoli a gestione estensiva o zone umide, che andavano a caratterizzare i paesaggi agricoli. Fra le pratiche agroecologiche che contribuiscono a proteggere l'ambiente cui si fa crescente ricorso, gli agricoltori di alcuni Stati membri si sono votati con entusiasmo all'agricoltura biologica, ma in altri l'adozione di questo approccio è ancora molto limitato.
Figura 3. Agricoltura biologica negli Stati membri dell'UE (percentuale di superficie agricola utilizzata totalmente convertita o in fase di conversione all'agricoltura biologica)
Fonte: Eurostat [
org_cropar_h1
] e [
org_cropar
]
Prossime tappe
In termini generali, la soluzione a molte delle sfide citate consiste in un'agricoltura più "intelligente", precisa e sostenibile, maggiormente basata sulle conoscenze e sulla tecnologia (digitale), al fine di produrre insieme più beni privati e beni pubblici ambientali con un minor utilizzo dei fattori di produzione e minori esternalità negative.
Fra l'altro, ciò dovrebbe comportare una miglior gestione dei nutrienti e una maggior sinergia fra i settori dell'allevamento, delle colture e della silvicoltura (provvidenziali per la mitigazione dei cambiamenti climatici, per la qualità dell'aria e la biodiversità), un uso più puntuale e pertanto ridotto dei prodotti fitosanitari, nonché lo sviluppo di metodi fitosanitari alternativi, il miglioramento della gestione del patrimonio zootecnico e del letame (con particolare attenzione alla fermentazione enterica per ridurre le emissioni di metano) e un'irrigazione più efficace (che, se opportunamente impiegata, è in grado di alleggerire la pressione su risorse idriche di per sé scarse). Anche l'agricoltura ad alto coefficiente di conoscenze può sostenere attivamente la creazione e il mantenimento degli habitat, ad esempio attraverso un'adeguata rotazione delle colture, ad esempio delle leguminose. La creazione e la conservazione di tipi di paesaggio ed elementi caratteristici ad elevata diversità nelle aree agricole sono importanti per ripristinare la biodiversità, migliorando in tal modo la produttività agricola a lungo termine, prevenire l'erosione e l'impoverimento del suolo, filtrare l'aria e l'acqua, sostenere l'adattamento al clima e aiutare l'agricoltura e la silvicoltura a sfruttare il loro notevole potenziale quali riserve di carbonio.
Molti di questi approcci possono tradursi anche in benefici economici per gli agricoltori. L'imboschimento e il rimboschimento, nel pieno rispetto dei principi ecologici favorevoli alla biodiversità, il ripristino delle foreste e la loro gestione sostenibile possono contribuire a mitigare i cambiamenti climatici aumentando l'assorbimento netto della CO2, preservando gli stock di carbonio e fornendo risorse per la bioeconomia circolare e, parallelamente, generando benefici collaterali anche per quanto riguarda la biodiversità e l'adattamento ai cambiamenti climatici. In tal modo gli agricoltori e i silvicoltori possono essere direttamente ricompensati per l'azione a favore dell'ambiente e del clima (anche mediante il sequestro del carbonio nei suoli agricoli) creando nuove opportunità imprenditoriali per le zone rurali. L'attuazione di misure efficienti dal punto di vista energetico e delle risorse, come la promozione del risparmio energetico all'interno delle aziende agricole e delle tecnologie rinnovabili su piccola scala, può anch'essa sostenere il settore agricolo. Un ampio ventaglio di strumenti della PAC può contribuire alla messa in pratica questi interventi, in sinergia con altre politiche e normative nazionali e dell'UE relative all'ambiente, al clima e all'energia. Tali strumenti comprendono non solo vari tipi di pagamenti ambientali per superficie, fra cui i nuovi regimi ecologici, unitamente alle pratiche di pagamento consolidate di cui al secondo pilastro della PAC, ma anche gli elementi della condizionalità e del sostegno al rafforzamento delle conoscenze, agli investimenti, all'innovazione e alla cooperazione.
Gli Stati membri stabiliranno l'effettivo contenuto delle azioni ambientali e per il clima nei requisiti di base, nei regimi ecologici e nei pagamenti per lo sviluppo rurale, che congiuntamente formano la cosiddetta "architettura verde". In base a un'adeguata pianificazione e all'esperienza pregressa, gli Stati membri devono scegliere e combinare i vari strumenti della PAC in modo da conseguire chiari risultati in materia ambientale e climatica.
Riquadro 1. Esempi di possibili regimi ecologici
La Commissione ha individuato alcuni esempi di possibili regimi ecologici a sostegno degli Stati membri nel loro percorso verso efficaci piani strategici della PAC. Essi sono in linea con la strategia "Dal produttore al consumatore" e con la strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030 e sono in grado di contribuire a molti dei loro obiettivi senza pregiudicare le future norme in materia. Gli Stati membri possono utilizzare i regimi ecologici ad esempio per promuovere le seguenti pratiche agricole:
·l'agroforestazione, aiutando gli agricoltori, ad esempio, a mantenere una densità minima di alberi sulle parcelle o a curare gli alberi in modo da ottimizzare il beneficio per uccelli ed insetti;
·l'agroecologia, aiutando gli agricoltori, ad esempio, a utilizzare sostanze naturali come prodotti fitosanitari o ad adottare sistemi colturali che vadano oltre i requisiti minimi obbligatori della rotazione delle colture. L'agricoltura biologica è un esempio di agroecologia;
·l'agricoltura di precisione, aiutando gli agricoltori, ad esempio, ad istituire un piano di gestione dei nutrienti che, grazie alla tecnologia e alle analisi dei dati in loco, fornisca dati in tempo reale e permetta un'azione correttiva immediata. Tali tecnologie contribuiscono a ridurre i fattori di produzione e le emissioni;
·il sequestro di CO2, aiutando gli agricoltori, ad esempio, a non arare e a ridurre la lavorazione del terreno (agricoltura di conservazione), a riumidificare le torbiere drenate, a preservare i pascoli e a creare e mantenere elementi paesaggistici ad alta diversità, tra cui siepi, fasce tampone, alberi non produttivi e stagni.
2.3.Rafforzare il tessuto socio-economico delle zone rurali e rispondere alle preoccupazioni sociali
Dati principali riguardanti l'agricoltura e le zone rurali dell'UE
- il 5,1 % dei capi azienda dell'UE ha meno di 35 anni (2016)
- il PIL pro capite nelle zone rurali è pari al 74 % della media dell'UE (2014)
- l'indicatore di rischio armonizzato 1 per i pesticidi si è ridotto del 17 % (2011-2018)
Per intraprendere con successo la transizione delineata nella strategia "Dal produttore al consumatore" sono necessari sforzi concertati e l'impegno degli attori in tutto il territorio dell'UE. In questo senso le zone rurali hanno un particolare potenziale, poiché rappresentano la casa o il posto di lavoro di agricoltori, silvicoltori, imprenditori e consumatori e concentrano la maggior parte delle risorse naturali e degli ecosistemi europei. Liberare questo potenziale significa innescare un circolo virtuoso in cui le nuove opportunità economiche così generate si traducano in dinamiche positive, quali la riduzione della povertà e della disoccupazione e un miglior accesso ai servizi per tutte le componenti della società rurale.
Si tratterà di generare prospettive anche per le zone e i gruppi sociali più vulnerabili, così che i cittadini traggano beneficio da zone rurali ricche di attrattive e, in linea con la strategia "Dal produttore al consumatore", da una transizione equa. Le zone rurali celano molte opportunità, ma in molte parti dell'Unione sono caratterizzate da carenze strutturali o da un potenziale inesplorato. Sebbene le situazioni siano diverse sia all'interno di ogni Stato membro che tra uno paese e l'altro, alcune problematiche sono ricorrenti. In molti Stati membri le zone rurali sono in ritardo per quanto riguarda il reddito pro capite, l'accesso alle infrastrutture e ai servizi di base e l'esplorazione adeguata del potenziale bioeconomico.
Il rischio di povertà e di esclusione sociale, le condizioni di lavoro sfavorevoli e la disoccupazione, che riguardano in particolare le donne, i giovani e i gruppi vulnerabili, sono altre caratteristiche ricorrenti delle zone rurali dell'Unione. Di conseguenza, le zone rurali di molti Stati membri sono soggette a dinamiche di spopolamento e/o invecchiamento demografico, che rendono necessarie soluzioni efficaci per attrarre i giovani, anche nel settore agricolo.
Nell'ultimo decennio, la percentuale di giovani agricoltori sul totale della popolazione impiegata in agricoltura è diminuita, mentre è aumentata quella degli agricoltori di età superiore ai 55 anni. In questo fenomeno si ravvisa anche un'importante componente di genere, vista la percentuale particolarmente esigua di giovani donne occupate nel settore. L'accesso alla terra, ai finanziamenti e a servizi di consulenza efficienti rappresentano le sfide più importanti per lo sviluppo delle aziende agricole.
uominiuominidonnerapporto <35 anni/>55 anni (colonna di destra)donnerapporto <35 anni/>55 anni (colonna di destra)
Figura 4. Giovani agricoltori negli Stati membri dell'UE - percentuale di capi azienda al di sotto dei 35 anni di età nel 2016
Fonte: EUROSTAT []
L'agricoltura dell'UE svolge un ruolo importante anche nel fornire risposte alle esigenze della società in materia di alimentazione e salute, in linea con gli obiettivi della strategia "Dal produttore al consumatore" che si prefiggono di trasformare i sistemi alimentari dell'UE affrontandone gli impatti, inclusi quelli ambientali, sociali/sanitari ed economici. Pur tenendo presenti i progressi compiuti dall'UE in molti settori, permangono chiaramente dei problemi quando si tratta di ridurre l'utilizzo dei fattori di produzione, in particolare i pesticidi chimici, i fertilizzanti e gli antimicrobici in agricoltura, nonché di migliorare la salute e il benessere degli animali, migliorare la biosicurezza, rafforzare la protezione delle piante da infestazioni parassitarie e fitopatie emergenti, promuovere un consumo alimentare più sano e sostenibile (ad esempio, aumentando il consumo di frutta e verdura) e ridurre le perdite e gli sprechi alimentari. Come precisato nella strategia dell'UE "Dal produttore al consumatore", gli attuali modelli di consumo alimentare nell'UE non sono sostenibili né dal punto di vista sanitario, né da quello ambientale. Il comparto alimentare, anch'esso influenzato dalle misure della PAC, deve sostenere il passaggio a un regime alimentare basato su un maggior consumo di vegetali, in linea con le raccomandazioni nazionali in materia, in modo da contribuire a conseguire sia la sostenibilità ambientale, sia gli obiettivi in materia di salute.
Fonte: DG AGRI sulla base dei dati ESVAC, decima relazione ESVAC (2020)Fonte: DG AGRI sulla base dei dati ESVAC, decima relazione ESVAC (2020)Fonte: EUROSTAT [aei_hri]Fonte: EUROSTAT [aei_hri]
Figure 5 e 6. Antimicrobici (in mg/PCU) e pesticidi (HRI 1) nell'UE
Prossime tappe
Per affrontare le sfide strutturali nel loro insieme e indurre dinamiche favorevoli in tutte le zone rurali sarà necessario mobilitare risorse e iniziative sia pubbliche che private e utilizzare sia la PAC che ulteriori politiche e finanziamenti europei, nel quadro di un contesto giuridico di supporto. Investire in modo mirato e integrato nel capitale sia materiale che umano sarà particolarmente importante anche per migliorare il contesto imprenditoriale, promuovere l'economia circolare e la bioeconomia e preservare e sviluppare le infrastrutture e i servizi necessari per un'economia diversificata. Sarà necessario prestare particolare attenzione ai territori e ai portatori d'interessi più bisognosi.
In linea con la strategia per la parità di genere di recente adozione, si raccomanda a tutti gli Stati membri di includere nei loro piani strategici della PAC misure mirate per rispondere alle esigenze specifiche delle donne in agricoltura e nelle zone rurali e di garantire il rafforzamento della parità di genere nel settore agricolo. Occorre prestare particolare attenzione alla fornitura di servizi di assistenza all'infanzia di buona qualità e all'eliminazione dei divari di genere, soprattutto sul lavoro.
Gli Stati membri devono garantire la tutela dei lavoratori agricoli, in particolare precari, stagionali e non dichiarati. Ciò avrà un ruolo fondamentale ai fini del rispetto dei diritti sanciti dalla legislazione, elemento essenziale per la creazione del sistema alimentare equo dell'UE previsto dalla strategia "Dal produttore al consumatore".
Le iniziative atte a promuovere il ricambio generazionale in agricoltura dovranno sostenere gli investimenti nelle infrastrutture e nei servizi di base, nonché nella diversificazione economica (ad esempio, nelle aziende agricole o in ambito bioeconomico), agevolare l'accesso ai finanziamenti e a conoscenze/consulenze specifiche per le start-up agricole, affrontare il problema dei vincoli posti dalle successioni ereditarie e sostenere la cooperazione fra le generazioni di agricoltori, compreso il subentro in azienda. Gli Stati membri interessati presteranno inoltre particolare attenzione alle zone con esigenze e vulnerabilità specifiche, come le regioni ultraperiferiche di cui all'articolo 349 TFUE.
Opportunità economiche possono derivare anche da un miglior incontro tra la produzione agricola e le mutevoli esigenze dei consumatori. In relazione all'obiettivo del Green Deal europeo di ridurre la vendita di antimicrobici per lottare contro la resistenza antimicrobica, è necessario uno sforzo concertato per ridurre ulteriormente il loro uso in diversi Stati membri attraverso strumenti che promuovano le migliori pratiche sull'uso ridotto e prudente degli antimicrobici, la formazione e i servizi di consulenza, unitamente a una miglior gestione del patrimonio zootecnico, alla biosicurezza, alla prevenzione e al controllo delle infezioni.
Tali misure, a loro volta, contribuiranno anche al miglioramento della salute degli animali e della biosicurezza. La maggior parte degli Stati membri deve contribuire al conseguimento dell'obiettivo di riduzione dell'uso dei pesticidi chimici e dei rischi connessi promuovendo l'adozione di una difesa fitosanitaria integrata, l'agricoltura di precisione e il passaggio a prodotti fitosanitari meno pericolosi.
Gli Stati membri dovrebbero inoltre adoperarsi alacremente per adottare regimi alimentari più salutari e sostenibili dal punto di vista ambientale, in linea con le raccomandazioni nazionali in materia di regime alimentare, e riflettere sulla modalità in cui il rispettivo piano strategico della PAC possa contribuire a un contesto alimentare più sano, prestando attenzione anche alle perdite e agli sprechi alimentari.
2.4.Promuovere e condividere le conoscenze, l'innovazione e la digitalizzazione in agricoltura e nelle zone rurali
Dati principali riguardanti l'agricoltura e le zone rurali dell'UE
- Il 60 % delle famiglie rurali ha accesso a Internet a banda larga veloce (2019)
- il 32 % dei capi azienda ha concluso un ciclo di formazione agricola di base o completo (2016)
Le conoscenze e l'innovazione svolgono un ruolo chiave nell'aiutare gli agricoltori e le comunità rurali ad affrontare le sfide attuali e future. La ricerca e l'innovazione, la digitalizzazione e le nuove tecnologie saranno i fattori chiave che guideranno la transizione verso sistemi alimentari più sostenibili e salutari.
Il programma quadro di ricerca e innovazione dell'UE Orizzonte Europa sarà attuato a integrazione del notevole corpus di conoscenze e della ricerca in corso nel settore agricolo. Queste conoscenze, tuttavia, rimangono spesso frammentate e non vengono applicate in modo efficace nella pratica, mentre il settore agricolo dispone di fatto di una capacità di innovazione considerevole e sottoutilizzata.
Gli Stati membri dovrebbero avvalersi dei futuri piani strategici della PAC per sostenere il programma Orizzonte Europa e i partenariati e le missioni pertinenti; ciò arrecherà un contributo significativo al Green Deal europeo. In particolare, le missioni Prendersi cura dei suoli per prendersi cura della vita e Un'Europa resiliente ai cambiamenti climatici rivestono grande importanza per l'agricoltura e le zone rurali.
Il sistema di conoscenza e innovazione in agricoltura (AKIS), che assicura un efficiente flusso di conoscenze fra i suoi attori, sarà fondamentale per conseguire gli obiettivi specifici della PAC e raggiungere gli obiettivi del Green Deal. Per rispondere alle crescenti esigenze di informazione degli agricoltori, l'inserimento di tutti i consulenti all'interno dell'AKIS e i servizi di sostegno all'innovazione garantiranno l'adozione di soluzioni di ricerca e innovazione applicabili.
Lo strumento principale per accelerare l'innovazione sul campo sarà il partenariato europeo per l'innovazione in materia di produttività e sostenibilità dell'agricoltura (PEI-AGRI), in particolare i suoi gruppi operativi, vale a dire progetti innovativi nel settore agricolo e altre attività connesse all'agricoltura e alle zone rurali (ambiente, clima, biodiversità, sistemi alimentari e non alimentari, ecc.).
Gli Stati membri dovrebbero impegnarsi nella transizione digitale del settore agricolo sfruttando le capacità dell'UE nelle tecnologie e infrastrutture digitali e dell'informazione, nonché l'osservazione satellitare, l'agricoltura di precisione, i servizi di geolocalizzazione, i macchinari agricoli automatizzati, i droni, ecc., al fine di monitorare meglio e ottimizzare i processi di produzione agricola e l'attuazione della PAC. La disponibilità di una connessione Internet veloce e affidabile nelle zone rurali, accompagnata dallo sviluppo di competenze digitali, è fondamentale per consentire lo sviluppo di tutte le future soluzioni intelligenti per le nostre imprese e comunità agricole e rurali. L'Internet veloce rappresenterà un mezzo per fornire migliori servizi informativi, didattici e sanitari, consentendo altresì il ricambio generazionale in agricoltura e lo sviluppo di una moderna economia rurale. In tal senso occorre ancora compiere notevoli sforzi in alcuni Stati membri. Anche le strategie di specializzazione intelligente costituiscono un fattore importante in grado di liberare il potenziale di innovazione delle zone rurali.
Parallelamente, i sistemi amministrativi degli Stati membri devono essere ammodernati per consentire l'integrazione di una vasta gamma di informazioni digitali e lo sfruttamento di dette informazioni (attraverso l'intelligenza artificiale o metodi di analisi e modellizzazione dei dati), al fine di ridurre i costi e di comprendere l'efficacia dell'azione politica, migliorando nel contempo i servizi e i benefici per la popolazione rurale. Lo sviluppo del potenziale del sistema integrato di gestione e controllo (SIGC), secondo le sue attuali componenti, potrebbe sostenere gli sforzi della pubblica amministrazione in tal senso. Tali miglioramenti dovrebbero aiutare gli Stati membri a garantire l'accesso degli agricoltori a un sistema catastale che dia loro la certezza di poter richiedere un sostegno per il terreno su cui esercitano un diritto formale e che assicuri la disponibilità di tale terreno.
L'uso delle tecnologie digitali è fondamentale per migliorare l'efficienza economica e ambientale del settore e delle zone rurali e garantire l'ammodernamento e la semplificazione delle amministrazioni, dei controlli e del sistema di rendicontazione della PAC.
Figura 7. Copertura della banda larga veloce nell'UE - nuclei familiari rurali / nuclei familiari nazionali
Fonte: Indicatori individuali DESI [
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]
3.La strada verso piani strategici PAC appropriati
3.1.Integrare il Green Deal nei piani strategici della PAC
Le raccomandazioni fornite sono una prima tappa del processo di integrazione del Green Deal europeo nei futuri piani strategici della PAC. La valutazione contenuta nei vari documenti di lavoro dei servizi della Commissione e i dati utilizzati per effettuarla costituiscono una valida base affinché gli stessi Stati membri quantifichino il loro potenziale contributo al traguardo ambizioso comune da raggiungere.
La proposta di regolamento sui piani strategici della PAC prevede che gli Stati membri elaborino una strategia d'intervento per ciascuno dei nove obiettivi specifici, che fissi i target finali (a livello degli indicatori di risultato) e gli interventi più appropriati. Il valore di tali target finali e la scelta e progettazione degli interventi saranno giustificati alla luce della valutazione delle necessità.
Le raccomandazioni (e l'analisi che le giustifica) agevoleranno la valutazione delle esigenze per ciascun obiettivo specifico. Nel contempo gli Stati membri sono tenuti a fissare valori nazionali espliciti in riferimento ai vari obiettivi del Green Deal.
I valori nazionali tradurranno l'ambizione comune di ogni obiettivo del Green Deal in mete specifiche cui aspirare a livello nazionale. Tali valori opportunamente quantificati consentiranno agli Stati membri di spiegare come intendono contribuire all'obiettivo ambizioso dell'UE stabilito dal Green Deal, indicando in tal modo una chiara direzione per gli sforzi da compiere a livello nazionale. I valori nazionali espliciti dovrebbero tener conto degli sforzi compiuti negli ultimi anni, della situazione contingente e del potenziale di miglioramento, prendendo atto della situazione specifica di ciascuno Stato membro. Ove opportuno, gli Stati membri dovrebbero assicurare coerenza con le strategie o gli obiettivi nazionali esistenti, derivanti da altri strumenti di pianificazione e obblighi giuridici. La definizione dei valori nazionali aiuterà gli Stati membri nella valutazione delle esigenze e nella fissazione degli obiettivi dei piani strategici della PAC a livello degli indicatori di risultato.
Prima che i piani strategici della PAC siano formalmente adottati, la Commissione europea sosterrà gli Stati membri in questo processo, nel quadro del dialogo strutturato.
Esaminando globalmente tutti i valori nazionali stabiliti, sarà possibile valutare se l'UE, complessivamente, è sulla buona strada per il conseguimento degli obiettivi del Green Deal. La Commissione verificherà, al momento dell'approvazione e della modifica dei piani strategici della PAC, la coerenza generale dei valori degli Stati membri con gli obiettivi del Green Deal. I progressi verso gli obiettivi del Green Deal, a livello degli Stati membri, saranno monitorati attraverso il quadro di valutazione proposto per la futura PAC.
3.2.Elaborare piani strategici PAC efficaci
I futuri piani strategici della PAC non sono solamente strumenti di pianificazione. Essi costituiscono la base per una nuova governance, attraverso una cooperazione rafforzata fra i vari livelli di governo e una maggiore apertura e trasparenza nei confronti della società europea. Sulla base delle raccomandazioni contenute nei suoi 27 documenti di lavoro, la Commissione europea rafforzerà il dialogo strutturato con gli Stati membri, fornendo ulteriori orientamenti e intensificando il sostegno per la preparazione dei 27 piani strategici della PAC. La Commissione accelererà tale sostegno anche attraverso la condivisione pubblica di documenti appropriati sulle modalità che essa intende adottare per la valutazione dei piani strategici della PAC.
Come previsto dall'articolo 94 della proposta di regolamento sui piani strategici della PAC, le autorità competenti responsabili per l'ambiente ed il clima devono essere adeguatamente coinvolte nella preparazione degli aspetti climatico-ambientali del piano.
In fase di elaborazione e attuazione dei piani strategici della PAC, gli Stati membri devono garantire la trasparenza. Essi devono assicurare che gli interventi siano fondati su criteri oggettivi e non discriminatori, siano compatibili con il mercato interno e non falsino la concorrenza. Nel contempo, nel definire i criteri di selezione, gli Stati membri punteranno a garantire un sostegno mirato alle finalità dell'intervento, la parità di trattamento fra i richiedenti, un migliore impiego delle risorse finanziarie e l'assenza di conflitti d'interesse.
La transizione richiede inoltre sforzi supplementari per far sì che le varie politiche attuate nello stesso territorio contribuiscano tutte in maniera coerente e integrata a sistemi alimentari sostenibili. Ciò include in tal caso anche la necessità di potenziare i collegamenti fra zone urbane e rurali e le strategie riguardanti le aree funzionali. Inoltre, ad esempio, per conseguire l'obiettivo di preservare la biodiversità sui terreni agricoli è necessario che gli Stati membri non finanzino investimenti e pratiche agricole con impatto negativo sull'ambiente.
Infine, la pianificazione strategica della PAC dovrebbe garantire coerenza e complementarità con altri fondi dell'UE (in particolare con la politica di coesione) al fine di evitare il rischio di doppio finanziamento e di migliorare l'efficienza complessiva degli investimenti. Tutti i fondi dell'UE dovrebbero operare in totale sinergia e contribuire agli obiettivi stabiliti dal Green Deal europeo. Gli strumenti territoriali (quali lo sviluppo locale di tipo partecipativo) e la cooperazione transfrontaliera dovrebbero essere ulteriormente rafforzati. Si dovrebbero infine prendere in considerazione le raccomandazioni specifiche per paese formulate nel contesto del semestre europeo e i principali sviluppi strategici, come la visione a lungo termine per le zone rurali, che sarà pubblicata nel 2021 come quadro globale per lo sviluppo delle zone rurali dell'UE nei prossimi decenni.
3.3.Rafforzare il principio di partenariato
Al fine di aumentare le conoscenze, le competenze e i punti di vista disponibili per l'elaborazione e l'attuazione della futura PAC, è inoltre importante che i nuovi piani strategici della PAC siano predisposti rispettando il principio del partenariato. Come previsto all'articolo 94 della proposta di regolamento sui piani strategici della PAC, gli Stati membri devono elaborare tali piani basandosi su procedure trasparenti e coinvolgendo i portatori di interessi. Il coinvolgimento di tutti gli organismi pubblici pertinenti (comprese le autorità regionali e locali competenti), delle parti economiche e sociali e degli organismi pertinenti che rappresentano la società civile deve avvenire in tutte le fasi preparatorie del futuro piano strategico della PAC.
Occorre adoperarsi maggiormente per garantire un adeguato coinvolgimento e la partecipazione effettiva dei portatori di interessi e della società civile nel mettere a punto i piani strategici della PAC. La Commissione esorta tutti gli Stati membri ad agire in tal senso, in particolare quelli che non hanno ancora avviato un dialogo aperto e trasparente con tutte le parti. La Commissione vigilerà attentamente su tale processo prima della presentazione dei piani strategici della PAC.
Sulla base dell'esperienza dei programmi di sviluppo rurale per il periodo 2014-2020, la Commissione raccomanda a tutti gli Stati membri di avvalersi dei principi definiti nel codice europeo di condotta sul partenariato nel quadro dei fondi SIE.
Il coinvolgimento di tutti gli attori sarà fondamentale anche in fase di attuazione. Essi svolgeranno inoltre un ruolo importante all'interno dei futuri comitati di sorveglianza che, preventivamente istituiti, dovrebbero già intervenire nella messa a punto finale del progetto di piano strategico della PAC prima della presentazione alla Commissione. Una rete nazionale PAC ben funzionante potrà rafforzare il contributo dei piani strategici al conseguimento degli obiettivi e delle mete ambiziose che il Green Deal si prefigge. Tra le sue diverse funzioni, la rete PAC dovrebbe agire da facilitatore e sostenere, ad esempio, il collegamento tra le comunità di ricerca e innovazione e gli agricoltori nell'ambito dell'AKIS, promuovendo sinergie tra la PAC e lo Spazio europeo della ricerca, nonché la cooperazione regionale nell'ambito della piattaforma di specializzazione intelligente per il settore agroalimentare.