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Document 52016IR2880

    Parere del Comitato europeo delle regioni - Iniziativa europea per il cloud computing e priorità per la normazione delle TIC per il mercato unico digitale

    GU C 88 del 21.3.2017, p. 34–38 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    21.3.2017   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 88/34


    Parere del Comitato europeo delle regioni - Iniziativa europea per il cloud computing e priorità per la normazione delle TIC per il mercato unico digitale

    (2017/C 088/07)

    Relatrice:

    Anne Karjalainen (FI/PSE), consigliera comunale di Kerava

    Testi di riferimento:

    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Priorità per la normazione delle TIC per il mercato unico digitale

    COM(2016) 176 final

    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Iniziativa europea per il cloud computing — Costruire un’economia competitiva dei dati e della conoscenza in Europa

    COM(2016) 178 final

    RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

    Osservazioni preliminari

    1.

    considera importanti le iniziative della Commissione europea sul cloud computing europeo e sulle priorità per la normazione delle TIC, in particolare alla luce della posizione dell’Europa nell’economia digitale globale e in vista del conseguimento degli obiettivi della strategia per il mercato unico digitale;

    2.

    osserva che una riduzione degli ostacoli alla condivisione delle conoscenze accrescerà di molto la competitività delle imprese europee e risulterà utile anche per gli enti locali e regionali;

    3.

    considera appropriato l’approccio graduale proposto dalla Commissione per l’attuazione dei servizi di cloud computing e si compiace del fatto che in tale contesto, dopo la comunità scientifica, anche le imprese e gli enti locali e regionali potranno sia partecipare all’utilizzazione delle conoscenze condivise che produrre tali conoscenze;

    4.

    condivide il giudizio della Commissione secondo cui l’elaborazione ad alte prestazioni può essere sviluppata solo attraverso azioni comuni;

    5.

    concorda con la Commissione nel ritenere che per sfruttare il potenziale della digitalizzazione e realizzare servizi transfrontalieri occorra rafforzare la normazione delle TIC in Europa;

    6.

    rileva che, indipendentemente dalla normazione delle TIC, occorre mettere le imprese e il settore pubblico in condizione di sviluppare, acquisire e applicare soluzioni innovative che si discostano da tali norme;

    7.

    osserva che lo sviluppo e/o l’applicazione di norme comuni è ancora gravemente insufficiente in molti settori cruciali per il mercato unico digitale, come l’identificazione elettronica, e continua a nutrire grande preoccupazione per il fatto che le differenze geografiche nell’accessibilità della banda larga ad alta velocità ostacolano la realizzazione del mercato unico digitale (1). L’insularità è un fattore geografico sfavorevole, in quanto implica la necessità di cavi sottomarini più costosi;

    8.

    ribadisce in tale contesto la sua richiesta di riconoscere i progetti per lo sviluppo della banda larga come servizi d’interesse economico generale (2);

    9.

    segnala che gli enti locali e regionali europei sono interessati a sviluppare la condivisione delle conoscenze, nonché a notificare le norme in materia di TIC necessarie per far fronte alle loro esigenze inerenti allo sviluppo dei servizi pubblici (3);

    10.

    esorta la Commissione a garantire che in tutti gli Stati membri i soggetti nazionali pertinenti intraprendano misure atte a promuovere adeguati servizi di cloud computing per la scienza aperta, e più in generale la condivisione delle conoscenze, poiché altrimenti vi è un forte rischio di rapido aumento delle differenze tra Stati membri, una situazione che si rifletterebbe ben presto nell’attività degli enti locali e regionali;

    11.

    condivide il giudizio della Commissione secondo cui ci si attende che ogni organizzazione, grande o piccola, pubblica o privata, gestisca adeguatamente i rischi relativi alla cibersicurezza e, se necessario, dimostri di farlo efficacemente; chiede l’elaborazione di misure che permettano di sviluppare a tutti i livelli necessari le competenze in materia di cibersicurezza (4);

    12.

    sottolinea, in generale, che per poter sfruttare i molteplici benefici del mercato unico digitale è necessaria una forza lavoro qualificata in grado di realizzarlo; accoglie pertanto con favore le proposte avanzate dalla Commissione nell’Agenda per le nuove competenze per l’Europa — recentemente adottata — dirette a dare maggiore rilievo agli investimenti nell’istruzione e nella formazione digitali per assicurare ai cittadini le competenze necessarie per il passaggio al digitale;

    Interoperabilità

    13.

    osserva che un fattore comune alle due comunicazioni oggetto del presente parere è la mancanza di interoperabilità in molti settori diversi, che fa sì che i ricercatori, l’industria, le autorità pubbliche e i decisori politici non abbiano accesso a dati di cui hanno bisogno;

    14.

    segnala che il maggiore ostacolo all’interoperabilità nel quadro dell’utilizzazione comune di dati, come ad esempio nei servizi digitali transfrontalieri, è solitamente la mancanza di un’architettura normalizzata dei dati (5);

    15.

    raccomanda che, oltre alle norme minime e ai semplici metadati menzionati nella comunicazione, venga considerata anche la possibilità di definire i dati di riferimento (master data) europei necessari nei servizi transfrontalieri;

    Normazione

    16.

    condivide l’opinione della Commissione secondo cui l’attuale contesto necessita di partenariati intersettoriali in materia di normazione, e cita l’esempio della sanità elettronica, dove occorre una prospettiva più ampia per dare ai cittadini maggiori responsabilità in merito alla propria salute (6);

    17.

    rileva che la sanità elettronica, i sistemi di trasporto intelligenti, l’energia intelligente e le tecnologie produttive più rispettose dell’ambiente, citate nella comunicazione della Commissione come esempi di importanti settori d’intervento, occupano un posto centrale nelle attività degli enti locali e regionali, i quali dovranno essere attivamente coinvolti affinché gli obiettivi siano raggiunti;

    18.

    concorda con la Commissione nel ritenere che le priorità dovrebbero essere oggetto di regolari revisioni, perché le esigenze di normazione possono effettivamente cambiare molto rapidamente, ad esempio a causa delle innovazioni che emergono costantemente nei servizi sociali;

    19.

    ritiene importante che nella normazione europea si faccia ampio uso delle innovazioni contenute nei brevetti detenuti dalle imprese, e sostiene gli sforzi della Commissione volti a chiarire gli elementi di base di una metodologia equa, efficace e applicabile per la concessione di licenze, basata su condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie (FRAND);

    20.

    osserva che negli enti regionali e locali europei si fa già ampio uso di programmi informatici dotati di una licenza open source. Si tratta di uno sviluppo positivo, che la Commissione dovrebbe diffondere ulteriormente, in particolare chiarendo la relazione tra open source e condizioni di licenza FRAND;

    21.

    sottolinea che, accanto allo sviluppo della normazione ufficiale UE e internazionale, sono necessarie misure volte a sostenere le specifiche tecniche nel settore delle TIC elaborate da altri organismi di normazione e le buone pratiche che sono ampiamente accettate e utilizzate più spesso;

    22.

    ritiene fondamentale sviluppare procedure atte a garantire che al momento di tracciare i piani di normazione siano note le esigenze degli utenti finali delle norme, vale a dire le imprese e il settore pubblico;

    23.

    accoglie con grande favore la proposta della Commissione di sostenere una più ampia partecipazione di esperti europei alla normazione internazionale nel settore delle TIC, poiché procedure comuni a livello globale sono particolarmente importanti sia per il raggiungimento degli obiettivi europei di digitalizzazione che per lo sviluppo del settore;

    24.

    osserva che sono già trascorsi vari anni dalla pubblicazione del quadro europeo di interoperabilità per i servizi pubblici europei, e plaude al piano della Commissione di aggiornarlo, nella speranza che in questo processo venga preso in considerazione anche il potenziale dell’Internet degli oggetti (1);

    Servizi europei di cloud computing

    25.

    rileva che i servizi di cloud computing sono in rapida espansione in Europa. Secondo uno studio della Commissione, ciò potrebbe significare una crescita del mercato europeo dei servizi di cloud computing dai 9,5 miliardi di euro del 2013 a 44,8 miliardi di euro nel 2020, vale a dire una cifra cinque volte superiore (7). Secondo i dati di Eurostat di fine 2014 (8):

    a)

    nel 2014, il 19 % delle imprese dell’UE si avvaleva di servizi di cloud computing, principalmente per ospitare servizi di posta elettronica e per l’archiviazione elettronica di documenti;

    b)

    il 46 % delle imprese utilizzava servizi avanzati di cloud computing per le applicazioni software finanziarie e contabili, la gestione dei rapporti con la clientela e l’uso della potenza di elaborazione in applicazioni di tipo commerciale;

    c)

    quattro imprese su dieci (39 %) tra quelle che usavano servizi di cloud computing hanno indicato che il rischio di violazioni della sicurezza dei dati era l’ostacolo principale all’uso di tali servizi;

    d)

    una percentuale simile di imprese (42 %) che non utilizzavano i servizi di cloud computing ha affermato che il fattore principale che impediva loro di avvalersene era la loro scarsa conoscenza in materia;

    26.

    sottolinea, alla luce di quanto precede, la necessità di un impegno politico chiaro a finanziare le infrastrutture di ricerca sul cloud computing onde sfruttare l’enorme potenziale di questo settore;

    27.

    osserva che i servizi di cloud computing sono basati sulla fiducia e che per conquistare e mantenere la fiducia occorre dedicare molta attenzione alla sicurezza dei dati e alla protezione della vita privata;

    28.

    auspica che si tenga conto del potenziale dei servizi di cloud computing per la scienza aperta da utilizzare nel campo dell’istruzione;

    29.

    richiama l’attenzione sul ruolo dei partenariati pubblico-privati nello sviluppo di servizi cloud per la scienza aperta e ribadisce il giudizio espresso in precedenza, che i cloud già esistenti o in fase di sviluppo a livello nazionale, regionale e eventualmente locale dovrebbero poter essere interconnessi e interoperabili con soluzioni europee (9);

    30.

    osserva che un ampio uso di dati e altro materiale attraverso servizi di cloud computing è subordinato alla risoluzione delle questioni relative ai diritti d’autore (10);

    Condivisione dei dati

    31.

    esorta la Commissione a sostenere una maggiore condivisione dei dati europei nel rispetto della legislazione vigente relativa alla protezione dei dati e alla protezione della vita privata, e la invita a fornire una panoramica generale di dove sia possibile consultare i dati pertinenti a livello decentrato, in modo tale che le informazioni siano disponibili;

    32.

    accoglie con favore il proposito della Commissione di presentare un’iniziativa dell’UE in materia di libera circolazione dei dati, volta a promuoverne il libero trasferimento nell’Unione (11);

    33.

    sottolinea che la condivisione di dati standardizzati ridurrà l’attuale frammentazione tra ricercatori, imprese e autorità pubbliche, come pure all’interno di tali gruppi, e promuoverà quindi molti obiettivi connessi al mercato unico digitale;

    34.

    concorda con l’analisi da parte della Commissione dei preconcetti che attualmente ostacolano la condivisione dei dati, e la esorta a essere più attiva nell’illustrare i vantaggi che la condivisione dei dati comporta per il soggetto che li condivide (12);

    35.

    osserva che condividere i dati comporta vantaggi significativi anche per gli enti locali e regionali. Il proprietario dei dati non perde nulla a condividerli, ma, anzi, la condivisione ne aumenta il valore. L’apertura dei dati pubblici rafforza la democrazia e offre nuove opportunità d’affari. La condivisione riduce anche la necessità di richieste di dati ad hoc, spesso costose;

    36.

    sottolinea che un più ampio accesso online ai propri dati sanitari personali renderebbe i cittadini maggiormente responsabili della propria salute, e auspica che i cittadini avranno maggiori opportunità di utilizzare i propri dati anche in altri settori della pubblica amministrazione;

    37.

    osserva che per beneficiare del cloud computing europeo per la scienza aperta le autorità pubbliche e le PMI in particolare hanno bisogno non solo dei dati reali, ma anche di strumenti per analizzarli, in particolare nel caso dei megadati;

    38.

    sostiene gli sforzi della Commissione per riunire la comunità europea dei dati, ad esempio con il partenariato pubblico-privati in materia di megadati nel quadro del programma Orizzonte 2020, e incoraggia gli enti locali e regionali a impegnarsi, se possibile, in tale cooperazione;

    39.

    ritiene che il cloud computing europeo per la scienza aperta, che riunisce dati delle pubbliche autorità, delle imprese e della ricerca, potrebbe ad esempio agevolare, utilizzando metodi di trattamento dei megadati, la gestione di questioni di politica comunale, spesso complesse e multidimensionali;

    L’Internet degli oggetti

    40.

    sottolinea il ruolo importante che svolge il cloud computing europeo per la protezione dell’ambiente grazie allo stoccaggio di documenti, informazioni e dati in formato digitale. Oltre alla maggiore facilità di stoccaggio e di accesso ai file, il fatto di non stamparli contribuisce a ridurre al minimo il consumo di carta e, implicitamente, alla protezione dell’ambiente;

    41.

    si compiace del fatto che l’Internet degli oggetti sia una delle priorità della Commissione in materia di normazione, dato che in futuro avrà un’incidenza sostanzialmente positiva sulla qualità dei servizi e la produttività delle attività di cui sono responsabili gli enti locali e regionali. Secondo uno studio della Commissione (13), il valore di mercato dell’Internet degli oggetti nell’UE sarà presumibilmente superiore a mille miliardi di euro nel 2020;

    42.

    auspica che la Commissione possa tener conto in misura più ampia del grande potenziale dell’Internet degli oggetti nei suoi vari programmi relativi alla digitalizzazione della pubblica amministrazione;

    43.

    ritiene che la definizione di norme riguardo all’Internet degli oggetti nel contesto degli appalti pubblici risponda alle esigenze delle regioni e dei comuni, e possa dare all’industria europea un vantaggio sostanziale in questo settore;

    44.

    sottolinea, tuttavia, che l’Internet degli oggetti è un settore nascente e che non sono necessarie solo norme, ma anche una sperimentazione innovativa, il cui finanziamento dovrebbe essere una priorità per l’Unione;

    45.

    osserva che vari studi hanno dimostrato che molti enti locali e regionali sono poco informati dei vantaggi dell’Internet degli oggetti, in particolare nei settori della sanità, dell’efficienza energetica, dell’ambiente, della sicurezza e della gestione immobiliare, per non parlare dei trasporti intelligenti, e auspica che la Commissione adotti misure intese a garantire uno scambio di conoscenze in questo settore e una maggiore attenzione per la documentazione, e per gli effetti e le opportunità legati all’Internet degli oggetti, all’iniziativa Città intelligenti e ai dati aperti;

    46.

    sottolinea che tutti e cinque i settori prioritari di normazione individuati dalla Commissione sono collegati fra loro, ma è particolarmente stretta l’interdipendenza tra l’Internet degli oggetti e le future reti 5G. Se non si realizzerà una piena copertura geografica per le reti 5G, sarà impossibile utilizzare l’Internet degli oggetti allo stesso modo in tutte le regioni europee.

    Bruxelles, 11 ottobre 2016

    Il presidente del Comitato europeo delle regioni

    Markku MARKKULA


    (1)  Cfr. pareri CdR 104/2010, CdR 65/2011, CdR 3597/2013, CdR 2646/2015 e CdR 4165/2014.

    (2)  CdR 2646/2015.

    (3)  CdR 626/2012.

    (4)  CdR 1646/2013.

    (5)  CdR 5514/2014.

    (6)  CdR 5514/2014.

    (1)  Cfr. pareri CdR 10/2009 e CdR 5514/2014, l’allegato 2 del COM(2010) 744 final e COM(2016) 179 final.

    (7)  https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/news/final-report-study-smart-20130043-uptake-cloud-europe

    (8)  Cloud computing — Statistics on the use by enterprises (Statistiche relative all’utilizzo del cloud computing da parte delle imprese) — Eurostat, novembre 2014: http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Cloud_computing_-_statistics_on_the_use_by_enterprises

    (9)  CdR 1673/2012.

    (10)  CdR 2646/2015.

    (11)  COM(2015) 192.

    (12)  CdR 4165/2014.

    (13)  https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/news/definition-research-and-innovation-policy-leveraging-cloud-computing-and-iot-combination


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