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Document 52012AR1112

    Parere del Comitato delle regioni «L’innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l’Europa»

    GU C 17 del 19.1.2013, p. 45–50 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    19.1.2013   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 17/45


    Parere del Comitato delle regioni «L’innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l’Europa»

    2013/C 17/09

    IL COMITATO DELLE REGIONI osserva che

    le scienze della vita e le biotecnologie contribuiscono in modo sostanziale agli obiettivi politici fondamentali dell'UE in termini di salute, sviluppo sostenibile, sviluppo economico e creazione di posti di lavoro;

    una transizione alla bioeconomia è indispensabile per fare dell'Europa un leader globale nel settore, specialmente in termini di innovazione e di competitività;

    nel programma Orizzonte 2020 la bioeconomia è menzionata, insieme alla sicurezza alimentare e all'agricoltura sostenibile, come "sfida della società", oggetto di una dotazione di 4,5 miliardi di euro proposta dalla Commissione, cosa di cui il CdR si compiace;

    ci vorranno almeno 25 anni prima che la bioeconomia possa competere con l'economia basata sulle risorse fossili e sono necessari investimenti di lungo termine (in ricerca e sviluppo), strategie (oltre il 2020) e collaborazione fra tutte le parti in causa lungo la catena del valore, al fine di arrivare a un trasferimento cooperativo di conoscenza;

    la bioeconomia fornirà nuove opportunità imprenditoriali e di innovazione alla catena del valore europea, anche nel settore agricolo;

    gli strumenti di pianificazione territoriale per la conservazione delle superfici adibite ad usi agricoli e forestali rivestono grande importanza;

    il piano d'azione proposto dalla Commissione non prevede misure per aumentare l'efficienza nell'impiego delle risorse naturali.

    Relatore

    Rogier VAN DER SANDE (NL/ALDE), membro della giunta provinciale dell'Olanda meridionale

    Testo di riferimento

    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - L'innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l'Europa

    COM(2012) 60 final

    I.   IL COMITATO DELLE REGIONI

    Messaggi principali

    1.

    accoglie con favore la comunicazione in esame, in cui la Commissione europea propone di avanzare verso un uso maggiore e più sostenibile delle risorse rinnovabili e auspica la conversione da una società basata sulle risorse fossili a una società basata sulle risorse biologiche, con il sostegno della ricerca e dell'innovazione;

    2.

    condivide il giudizio della Commissione secondo cui la bioeconomia è fondamentale per una crescita intelligente ed ecologica e contribuisce agli obiettivi della strategia Europa 2020 e alle iniziative faro Unione dell'innovazione e Un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse; ribadisce che le scienze della vita e le biotecnologie contribuiscono in modo sostanziale agli obiettivi politici fondamentali dell'UE in termini di salute, sviluppo sostenibile, sviluppo economico e creazione di posti di lavoro (1);

    3.

    riconosce che una transizione alla bioeconomia è indispensabile per fare dell'Europa un leader globale nel settore, specialmente in termini di innovazione e di competitività; sottolinea che la bioeconomia presenta un grande potenziale di creazione di posti di lavoro, non solo nel settore agricolo; osserva che le risorse naturali mondiali si stanno facendo più scarse e che l'Europa dovrà muoversi con più rapidità per rimanere competitiva nella bioeconomia, dal momento che vari paesi del mondo stanno varando strategie analoghe e iniziative attive di stimolo del mercato (ad es. la Cina e gli Stati Uniti d'America); pensa che l'Europa debba dare una risposta forte basata sull'innovazione a sostegno della bioeconomia;

    4.

    ritiene che il piano d'azione di cui alla comunicazione manchi di misure e di strumenti pratici per affrontare potenziali barriere o rischi nella transizione alla bioeconomia; occorre rivolgere un'attenzione particolare al rischio di sovrapposizione o conflitto tra le normative e alla disponibilità di capitale di rischio;

    5.

    si compiace del fatto che nel programma Orizzonte 2020 (2) la bioeconomia sia menzionata, insieme alla sicurezza alimentare e all'agricoltura sostenibile, come "sfida della società", oggetto di una dotazione di 4,5 miliardi di euro proposta dalla Commissione; ciò apre lo spazio per misure innovative in campi quali la sicurezza alimentare, la scarsità di risorse naturali, l'agricoltura sostenibile, la dipendenza dalle risorse fossili, la fertilità dei suoli e i cambiamenti climatici, e consente al tempo stesso una crescita economica sostenibile; osserva però che tale dotazione sarà concentrata sui settori "Sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima e bioeconomia" ossia su un ventaglio più limitato rispetto all'elenco di settori che la Commissione indica nella comunicazione come appartenenti alla bioeconomia; sottolinea che ci vorranno almeno 25 anni prima che la bioeconomia possa competere con l'economia basata sulle risorse fossili e che sono necessari investimenti di lungo termine (in ricerca e sviluppo), strategie (oltre il 2020) e collaborazione fra tutte le parti in causa lungo la catena del valore, al fine di arrivare a un trasferimento cooperativo di conoscenza;

    6.

    è dell'avviso che, a causa della transizione da un'economia basata sui combustibili fossili a un'economia basata sulla produzione biologica, il settore agricolo, pur garantendo la sicurezza alimentare e senza perdere il suo ruolo primario di fornitore di risorse alimentari, potrebbe diventare al tempo stesso il fornitore di una serie di bioprodotti (non alimentari), trasformazione che potrebbe portare a un settore agricolo più sostenibile. La bioeconomia fornirà nuove opportunità imprenditoriali e di innovazione alla catena del valore europea, anche nel settore agricolo; crede che, per utilizzare in modo ottimale le risorse naturali, occorra una stretta interazione fra il settore agricolo, quello della bioeconomia e quello scientifico al fine di creare un settore agricolo sostenibile e più efficiente (3); ritiene che un'intensificazione della produzione primaria non possa contrastare col principio di sostenibilità, per questo sottolinea l'importanza degli strumenti di pianificazione territoriale per la conservazione delle superfici adibite ad usi agricoli e forestali;

    7.

    concorda sul fatto che un approvvigionamento certo e sufficiente di prodotti a base biologica di qualità e sostenibili, e un sistema di produzione primaria efficace nell'impiego delle risorse siano condizioni indispensabili per accelerare la transizione a una bioeconomia europea sostenibile; ricorda tuttavia che il piano d'azione proposto dalla Commissione non prevede misure per aumentare l'efficienza nell'impiego delle risorse naturali.

    Attuazione della bioeconomia (intersettoriale)

    8.

    osserva che occorre una maggiore concentrazione, in termini di strategia e di politica, regolamentazione e incentivi nel settore della bioeconomia; sottolinea che per evitare contraddizioni negli obiettivi politici e per garantire pari opportunità a tutti gli operatori sono necessari un coordinamento continuativo, un impegno politico chiaro e maggiore integrazione fra i settori e le politiche europee (Orizzonte 2020, politica di coesione, PAC, direttiva sulle energie rinnovabili, direttiva quadro sui rifiuti);

    9.

    accoglie con favore gli sforzi della Commissione e la sua intenzione di seguire un approccio integrato, intersettoriale e interdisciplinare negli interventi per la bioeconomia; fa notare che occorre un forte coordinamento politico da parte della Commissione e che le ambizioni non tengono ancora conto del livello di attuazione pratica necessario a livello regionale e locale;

    10.

    sostiene il tentativo della Commissione di stabilire una definizione comune e ampia di bioeconomia; è dell'avviso che, in ragione della natura intersettoriale della bioeconomia, il suo significato può risultare diverso a seconda delle diverse parti in causa europee, nazionali e regionali attive nel settore; suggerisce che la piramide della biomassa (fig. 1) (4) potrebbe offrire un quadro di riferimento per discutere in modo più strutturato i valori e l'utilizzazione preferenziale della biomassa;

    11.

    ritiene che l'Europa dovrebbe sviluppare e attuare una propria visione chiara e di lungo termine in materia di bioeconomia, basata sui diversi segmenti della piramide della biomassa (figura 1), in cui ai segmenti superiori corrispondono valori più elevati; è dell'avviso che l'Europa dovrebbe seguire una "strategia del valore" concentrandosi sui segmenti superiori della suddetta piramide e dando la preferenza all'utilizzo della biomassa di seconda e, in futuro, di terza generazione (5); riconosce che effettuare investimenti nella biomassa di prima generazione è necessario per la transizione alla biomassa di seconda e, in futuro, di terza generazione; è dell'avviso che questi obiettivi europei andrebbero inseriti in tutte le politiche intersettoriali connesse con la bioeconomia;

    Image

    12.

    ritiene che l'Europa debba prendere e mantenere la guida nelle attività volte a elaborare criteri di sostenibilità per ottimizzare l'approvvigionamento e la richiesta di biomassa (o "risorse biologiche rinnovabili"), a promuovere un uso sostenibile dei terreni considerando l'aumento delle capacità di produzione agricola e l'accelerazione nell'utilizzo di biomassa di seconda e, in futuro, di terza generazione, a ridurre al minimo i potenziali effetti negativi dell'uso non sostenibile della biomassa di prima generazione e a affrontare il dibattito "alimenti contro combustibili";

    13.

    raccomanda alla Commissione di elaborare un programma comune in materia di bioeconomia che valuti i prossimi passi necessari nel quadro dello sviluppo di una bioeconomia europea, tenendo conto di un approccio alla catena del valore e facendo riferimento anche agli studi elaborati dalle piattaforme tecnologiche europee, dall'OCSE e da altri; invita a includere misure e strumenti pratici, tenendo conto al tempo stesso dei profili delle varie regioni; sottolinea il potenziale della cooperazione interregionale per la catena del valore;

    14.

    fa presente che la bioeconomia abbraccia tutta una serie di settori d'intervento all'interno della Commissione e che pertanto, al fine di facilitare l'accesso alle iniziative e ai programmi dell'UE in questo campo, sarebbe opportuno introdurre un approccio di "sportello unico", in base al quale le richieste vengano trattate attraverso un unico punto d'accesso in seno all'istituzione.

    Strumenti di governance multilivello e sussidiarietà

    15.

    accoglie con favore il fatto che la comunicazione della Commissione tiene conto della dimensione regionale della bioeconomia e valuta la comunicazione e tutte le proposte contenute nel Piano d'azione per la bioeconomia come compatibili col principio di sussidiarietà;

    16.

    osserva che in Europa sono pochi gli Stati membri che hanno condotto iniziative per sostenere lo sviluppo della bioeconomia, e che le strategie in questo settore sono elaborate principalmente dai governi nazionali; un buon esempio è la strategia regionale comune del Biobased Delta Europe, la zona compresa fra i Paesi Bassi sudoccidentali e le Fiandre; ritiene che occorrano un quadro integrato e un approccio europeo più cooperativo e che ci sia bisogno di rafforzare le iniziative locali e regionali attraverso l'attuazione di strategie in materia di bioeconomia a tutti i livello di cooperazione (UE, nazionale, regionale, locale) e il coordinamento delle attività intersettoriali. Si dovrebbero istituire meccanismi per coordinare tutti i settori d'intervento (intersettoriali) connessi con la bioeconomia a livello UE, nazionale e regionale;

    17.

    sostiene la proposta della Commissione di creare una piattaforma sulla bioeconomia, per favorire le sinergie e la coerenza tra le politiche e discutere e valutare l'impatto pratico degli interventi in questo campo; ritiene che le finalità esatte di tale piattaforma non siano ancora definite con esattezza, al pari delle modalità pratiche della sua azione e del modo in cui saranno coinvolte le regioni; sottolinea che dovrebbe trattarsi di un forum aperto a più parti interessate, in cui i rappresentanti possano riunirsi secondo un assetto tripartito (imprese, istituti di ricerca ed enti locali e regionali - ELR) per scambiare conoscenze e idee e discutere soluzioni per la società basata sulle risorse biologiche, nonché sforzi pratici per passare dall'economia basata sulle risorse fossili alla bioeconomia; pensa che nella piattaforma debba essere adeguatamente rappresentato un ampio spettro di settori, che possano fornire una buona base per facilitare un approccio intersettoriale alla bioeconomia;

    18.

    ritiene che il funzionamento e il ruolo delle piattaforme nazionali, regionali e locali per la bioeconomia potrebbero differire; invita la Commissione a redigere specifici orientamenti che descrivano le competenze delle piattaforme nazionali, regionali e locali sulla bioeconomia; sottolinea che dette piattaforme dovrebbero effettuare compiti di coordinamento fra il mondo della politica, della scienza e delle imprese, al fine di trovare un'intesa sulle misure da adottare nella fase preconcorrenziale; chiede un approccio locale che tenga conto delle circostanze geografiche, di sviluppo e ambientali, nonché delle situazioni e delle priorità regionali e delle iniziative regionali in corso; è dell'avviso che ciascuna regione dovrebbe poter seguire il proprio filone e sviluppare la propria strategia specifica in materia di bioeconomia;

    19.

    sottolinea che gli ELR svolgono un ruolo essenziale nell'attuazione e nello sviluppo della bioeconomia; ritiene che tali enti siano fondamentali per definire il rischi e i possibili ostacoli all'attuazione sul campo ed è pertanto assolutamente favorevole al loro coinvolgimento attivo e alla loro partecipazione alla preparazione, all'organizzazione e all'attuazione della piattaforma sulla bioeconomia; chiede alla Commissione di garantire un'adeguata flessibilità e di chiarire la funzione e il ruolo delle piattaforme regionali e/o nazionali, nonché il modo in cui esse interagiscono e le modalità secondo cui le esperienze regionali e/o locali saranno tenute in considerazione nella piattaforma sulla bioeconomia dell'UE;

    20.

    pensa che il successo della transizione alla bioeconomia dipenderà dall'impegno attivo della società civile nei processi di pianificazione e attuazione; sottolinea l'importanza di sensibilizzare il pubblico e incoraggia la Commissione a porre l'accento sul rapporto fra scienza, società ed elaborazione delle politiche, nonché sull'importante ruolo degli ELR in questo processo;

    21.

    ritiene che la transizione alla bioeconomia riuscirà soltanto in una "società basata sulle risorse naturali" e per questo suggerisce che le organizzazioni non governative e quelle della società civile svolgano un ruolo di primo piano fin dalle prime fasi della transizione e vengano rappresentate nelle piattaforme;

    22.

    mette in risalto il potenziale della bioeconomia per la crescita e la creazione di posti di lavoro in Europa; è dell'avviso che occorra una manodopera altamente qualificata per sviluppare le innovazioni e la base di conoscenza su cui costruire la bioeconomia; sottolinea che è importante che gli sviluppi connessi con la bioeconomia entrino a far parte dei programmi scolastici, della formazione professionale e dell'istruzione superiore, attraverso studi e corsi che trattino di agricoltura, chimica e alimentazione. Tuttavia l'istruzione rientra nell'ambito di competenza degli Stati membri, conformemente all'art. 165 del TFUE, e pertanto nessun requisito può essere stabilito in questo settore a livello dell'UE;

    23.

    pensa che la cooperazione basata sul concetto dell'assetto tripartito sia essenziale per realizzare l'innovazione e la valorizzazione della conoscenza nella bioeconomia. Anche tale assetto tripartito necessita di una modernizzazione e di uno sviluppo orientati a un efficace funzionamento degli ecosistemi regionali dell'innovazione. Il settore è naturalmente oggetto di un ampio coinvolgimento favorevole dei cittadini e si presta quindi ottimamente a fungere in Europa da pioniere dell'attività innovativa a elevato tenore di ricerca e al tempo stesso guidata dagli utenti.

    Una bioeconomia sostenibile sul mercato interno e mondiale

    24.

    sottolinea il ruolo importante dei partenariati pubblico-privato (PPP) per accelerare la transizione alla bioeconomia; pensa che alle PMI spetti un ruolo fondamentale per tradurre i risultati della ricerca scientifica in applicazioni di mercato sotto forma di nuovi prodotti o tecnologie; il ruolo delle PMI regionali nell'innovazione non potrà mai essere sottolineato a sufficienza, ed è necessario un sostegno forte e strutturato per stimolarne l'attività;

    25.

    ritiene necessario agevolare un migliore accesso ai finanziamenti per le PMI mediante investimenti nelle imprese di nuova creazione, capitale di rischio e sostegno al trasferimento di tecnologia, nonché introdurre norme meno complesse e procedere alla valorizzazione della conoscenza nel settore della bioeconomia; suggerisce di istituire una piattaforma sulle PMI con il compito di consigliare la piattaforma sulla bioeconomia e di garantire un approccio improntato alle esigenze delle imprese;

    26.

    teme che l'attuale contesto politico ed economico dell'UE non sia di sostegno all'utilizzo industriale della biomassa come materiale o materia prima;

    27.

    sottolinea che la transizione verso un'economia basata sulle risorse biologiche dev'essere coerente con la realizzazione del mercato interno e la politica commerciale.

    Esempi regionali e strumenti finanziari

    28.

    accoglie con favore l'emergere di importanti reti europee di regioni e raggruppamenti in materia di bioeconomia; fra gli esempi si possono citare la cooperazione tra la regione belga delle Fiandre e la parte sudoccidentale dei Paesi Bassi, la Francia nordoccidentale, il Land tedesco della Renania settentrionale-Vestfalia, la regione di Helsinki in Finlandia e il Land austriaco della Stiria, nonché le iniziative adottate da Svezia, Estonia e Ungheria; invita la Commissione a sostenere tali reti e raggruppamenti, al fine di promuovere lo scambio di esperienze e un trattamento comune delle candidature dei progetti con altre regioni europee, e a coinvolgerle nella piattaforma sulla bioeconomia; considera importante l'apprendimento reciproco sull'istituzione di fondi per gli investimenti e il trasferimento di tecnologie;

    29.

    ritiene che le iniziative dal basso siano importanti per creare una società basata sulle risorse biologiche, e che sia fondamentale adottare un approccio orientato alle imprese e alla domanda, combinato con un approccio definito dagli Stati;

    30.

    osserva che le regioni che producono biomassa dovrebbero poter beneficiare dell'innovazione tecnologica e non essere considerate soltanto come fornitrici di materia prima; per questo, occorre rivolgere un'attenzione specifica al trasferimento di tecnologie e alla valorizzazione della conoscenza; è dell'avviso che a tal fine siano importanti strette relazioni fra le regioni urbane e quelle agricole;

    31.

    ritiene che una parte dei fondi della PAC dovrebbe sostenere, in collegamento con Orizzonte 2020, il partenariato europeo per l'innovazione sulla produttività e sostenibilità dell'agricoltura, per colmare la distanza tra le attività di ricerca e sviluppo e le pratiche agricole, al fine di aumentare la base di conoscenza e la valorizzazione della conoscenza (6);

    32.

    suggerisce alla Commissione di facilitare l'individuazione e mappatura delle buone pratiche, delle attività in corso e dei bioprodotti disponibili dei raggruppamenti regionali e delle regioni, partendo dal lavoro già compiuto e dai risultati ottenuti nel quadro dei programmi esistenti, come ABC-Europe, Cluster-IP finanziato dalla DG-ENTR (7), i programmi Interreg nel quadro della politica regionale e le Regioni della conoscenza che rientrano nel Settimo programma quadro (8), e di promuovere la programmazione multifondo;

    33.

    accoglie con favore la proposta della Commissione di stanziare una parte del Fondo europeo di sviluppo regionale per progetti relativi all' "economia a basse emissioni di carbonio" a favore delle regioni meno sviluppate, delle regioni sviluppate in ristrutturazione e delle regioni ricche; ritiene che questo comporterà un impatto positivo sulla transizione verso una società europea basata sulle risorse biologiche; sottolinea il potenziale delle strategie intelligenti di specializzazione (S3) per mettere le regioni in grado di realizzare un approccio più strategico e integrato in materia di bioeconomia;

    34.

    suggerisce di sostenere le regioni avanzate nel settore della bioeconomia a prendere le misure richieste dalle catene del valore in questo campo e a collegarsi alle regioni meno avanzate; ritiene che le regioni avanzate e meno avanzate dovrebbero promuovere insieme impianti pilota in cui le aziende (di nuova creazione) possano provare i nuovi prodotti in un ambiente protetto; pensa che questa "scala di eccellenza" possa portare a un uso efficace delle risorse e promuova al tempo stesso la coesione; sostiene iniziative come ad es. Regioni della conoscenza, che forniscono un utile strumento per lo scambio del sapere, favoriscono in misura considerevole l'adozione e l'applicazione efficaci dei risultati della ricerca nelle regioni e danno vita a una nuova cooperazione nel campo della ricerca;

    35.

    è convinto che sia le Comunità della conoscenza e dell'innovazione (CCI) sia le Comunità regionali per l'innovazione e l'attuazione (RIC) consentano di affrontare sfide sociali di lungo termine e di individuare e sfruttare nuove opportunità per l'innovazione in Europa; pertanto, invita la Commissione a lanciare una CCI incentrata sulla bioeconomia nel quadro delle nuove CCI del periodo 2014-2020 (9);

    36.

    detto questo, il Comitato ritiene che vi sia un palpabile senso d'urgenza fra tutte le parti interessate di livello europeo, nazionale, regionale e locale per quanto riguarda lo sviluppo di un'economia a basse emissioni di carbonio e della bioeconomia; individuare la strada che porta a quest'obiettivo e realizzarlo richiede una rivoluzione nel nostro modo di pensare e di agire; poiché le regioni sono essenziali per l'attuazione pratica, il CdR offre la propria esperienza e manifesta la propria disponibilità a cooperare strettamente con la Commissione per far sì che la strategia per la bioeconomia in Europa entri nella fase successiva;

    37.

    invita la Commissione a prendere le seguenti misure a livello dell'UE:

    a.

    sviluppare ulteriormente la strategia per la bioeconomia (secondo la struttura dell'assetto tripartito), concentrandosi sui livelli superiori della piramide della biomassa; istituire una piattaforma sulla bioeconomia con rappresentanti delle imprese, dei centri di conoscenza e degli enti pubblici (a livello regionale, nazionale e dell'UE);

    b.

    elaborare un approccio integrato alla bioeconomia basato su una strategia multifondo, necessaria a livello regionale ed europeo (Orizzonte 2020, politica di coesione, PAC, energia);

    c.

    sensibilizzare il pubblico nelle regioni circa la necessità della bioeconomia e le opportunità che essa apre;

    d.

    basare l'approccio integrato alla bioeconomia su normative e incentivi non in conflitto tra loro (mediante sistemi di certificazione, programmi di ricerca e sviluppo integrati e su misura che coinvolgano diverse DG) e sulla possibilità per le regioni di decidere autonomamente il proprio orientamento in materia di bioeconomia e di strategia intelligente di specializzazione;

    nonché a sviluppare una strategia europea che si concentri su:

    specializzazione e valorizzazione della conoscenza per quanto riguarda le innovazioni nel settore europeo della bioeconomia, al fine di rimanere competitivi a livello globale,

    ricerca e sviluppo sulla biomassa di seconda e terza generazione,

    catene del valore (dalla produzione delle materie prime fino ai prodotti finiti per il mercato),

    prodotti ad alto valore aggiunto;

    38.

    il CdR pensa che le regioni possano offrire quanto segue:

    a.

    mappatura e disponibilità delle buone pratiche documentate delle regioni che sono riuscite a pianificare e attuare (aspetti del)la bioeconomia e diffusione di queste strutture ad altre regioni (scale di eccellenza);

    b.

    aiuto a istituire strutture di assetto tripartito e contributo alle piattaforme sulla bioeconomia;

    c.

    data la loro vicinanza ai cittadini, contributo alla sensibilizzazione del pubblico circa (la necessità e i benefici del)la bioeconomia a livello locale e regionale;

    d.

    sostegno alla creazione di "scale di eccellenza", agevolando e dando vita alla cooperazione interregionale tra le regioni meno sviluppate e quelle più sviluppate, nonché ricorrendo ad approcci multifondo nei confronti dei programmi e dei progetti europei.

    Bruxelles, 30 novembre 2012

    Il presidente del Comitato delle regioni

    Ramón Luis VALCÁRCEL SISO


    (1)  CdR 174/2007 fin.

    (2)  COM(2011) 808 final.

    (3)  CdR 1749/2012 – NAT-V-022.

    (4)  Relazione De Ecopiramide – Biomassa beter benutten ("La piramide ecologica – Un utilizzo più efficace della biomassa") (Derksen et al. 2008) e il riassunto in inglese The Ecopyramid – better biomass efficiency

    http://www.innovatienetwerk.org/en/bibliotheek/rapporten/342/DeEcopyramide

    (5)  In generale, i biocarburanti di prima generazione sono prodotti a partire da cereali (frumento, mais), olii (di colza, di palma) e piante da zucchero (barbabietola, canna da zucchero), utilizzando le tecnologie affermate. In generale, i biocarburanti di seconda generazione sono prodotti da materiale cellulosico (materie prime lignocellulosiche), nonché da residui agricoli o da piante coltivate appositamente (non destinate alla produzione alimentare), mentre i biocombustibili di terza generazione possono essere definiti come una biomassa coltivata, molto efficiente in termini di luce e utilizzo del terreno, e che non si presenta sotto forma di coltura alimentare. Le alghe sono il migliore esempio, e forniscono olio e altri prodotti utili, cfr. tra l'altro http://www.biofuelstp.eu/fuelproduction.html e http://biofuelsandthepoor.com/facts-and-definitions/.

    (6)  Progetto di parere del Comitato delle regioni sul tema Partenariato europeo per l'innovazione "Produttività e sostenibilità dell'agricoltura", CdR 1749/2012 (NAT-V-022).

    (7)  http://ec.europa.eu/enterprise/sectors/biotechnology/index_en.htm e http://www.europe-innova.eu/web/guest/cluster-cooperation/cluster-innovation-platform

    (8)  ftp://ftp.cordis.europa.eu/pub/fp7/kbbe/docs/regional-biotech-report.pdf, http://cordis.europa.eu/fp7/kbbe/library_en.html

    (9)  Nel 2014, l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (IET) e le sue Comunità della conoscenza e dell’innovazione (CCI), che si rivolgono a diversi settori, dovranno affrontare questioni legate alla bioeconomia in particolare nell’ambito della proposta CIC denominata "Alimentazione per il futuro", cfr. COM(2012) 60 final; la bioeconomia comprende non soltanto gli alimenti, ma anche prodotti non alimentari, per cui è importante includere anche la componente non alimentare nella catena del valore complessiva in questo settore.


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