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Document 52009IP0151

Un anno dopo Lisbona: il partenariato EU-Africa in azione Risoluzione del Parlamento europeo del 24 marzo 2009 su Un anno dopo Lisbona: il partenariato Africa-UE in azione (2008/2318(INI))

GU C 117E del 6.5.2010, p. 7–14 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

6.5.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 117/7


Martedì 24 marzo 2009
Un anno dopo Lisbona: il partenariato EU-Africa in azione

P6_TA(2009)0151

Risoluzione del Parlamento europeo del 24 marzo 2009 su Un anno dopo Lisbona: il partenariato Africa-UE in azione (2008/2318(INI))

2010/C 117 E/02

Il Parlamento europeo,

vista la strategia congiunta Africa-UE («strategia congiunta») e il primo piano d’azione (2008-2010) per l’attuazione del partenariato strategico Africa-UE adottati dall’Unione europea e dai Capi di Stato e di governo africani a Lisbona l’8 e il 9 dicembre 2007,

vista la comunicazione della Commissione intitolata «Un anno dopo Lisbona: il partenariato Africa-UE in azione» (COM(2008)0617),

viste le conclusioni del Consiglio «affari generali e relazioni esterne» del 10 novembre 2008 su «Un anno dopo Lisbona: il partenariato Africa-UE in azione»,

vista la relazione congiunta sui progressi compiuti nell’attuazione della strategia comune Africa-UE e del primo piano d’azione (2008-2010) adottata dalla troika ministeriale Africa-UE ad Addis Abeba, Etiopia, il 21 novembre 2008,

vista la nota del 17 dicembre 2008 inviata dalla commissione ad hoc del Parlamento panafricano per le relazioni con il Parlamento europeo e dalla delegazione ad hoc del Parlamento europeo per le relazioni con il Parlamento panafricano alle presidenze in carica dell’Unione africana (UA) e dell'Unione europea, alla Commissione europea e alla Commissione dell'Unione africana sul ruolo del Parlamento panafricano e del Parlamento europeo nell’attuazione e nel monitoraggio della strategia congiunta,

vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2007 sulla situazione attuale delle relazioni Africa-UE (1),

vista la sua risoluzione del 17 novembre 2005 su una strategia di sviluppo per l’Africa (2),

visto l'Accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000 (3) e modificato a Lussemburgo il 25 giugno 2005 (4) («Accordo di Cotonou»),

visto il regolamento (CE) n. 1905/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (5),

visti gli articoli dal 177 al 181 del trattato CE,

visto l’articolo 45 del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per lo sviluppo e il parere della commissione per il commercio internazionale (A6-0079/2009),

A.

considerando che l’obiettivo dell’eliminazione della povertà deve rimanere assolutamente al centro della strategia congiunta,

B.

considerando che metà della popolazione africana vive ancora in povertà e che l’Africa è l’unico continente che non sta compiendo progressi verso gli obiettivi di sviluppo del millennio, segnatamente per quanto concerne la riduzione della povertà, la mortalità infantile, la salute materna e la lotta contro l’HIV/AIDS e la malaria,

C.

considerando che la strategia congiunta mira ad andare «oltre lo sviluppo», «oltre l’Africa» e «oltre le istituzioni» per coprire una gamma più ampia di questioni africane e globali rispetto al passato, quali l’energia, il cambiamento climatico e la sicurezza, e per coinvolgere uno spettro di attori istituzionali più ampio,

D.

considerando che, nel corso dell’ultimo anno, è stata definita buona parte dell’architettura istituzionale nonché metodi di lavoro innovativi della strategia congiunta UE-Africa, ma che i progressi reali registrati in tale ambito sono pochi,

E.

considerando che, nonostante il riconoscimento esplicito nella strategia congiunta del ruolo fondamentale del Parlamento panafricano e del Parlamento europeo per la revisione del progressi compiuti e per l’orientamento politico del partenariato, questi devono ancora essere coinvolti in modo significativo e strutturale nell'istituzione, adattamento e monitoraggio della strategia congiunta,

F.

considerando che la partecipazione della società civile e delle autorità locali, in particolare di quelle africane, all’attuazione della strategia congiunta è stata minima,

G.

considerando che i finanziamenti per l'attuazione della strategia congiunta sono stati molto limitati e che in effetti le risorse necessarie per il finanziamento erano già del tutto programmate prima dell’approvazione della strategia congiunta,

H.

considerando che l’inclusione del Fondo europeo di sviluppo nel bilancio comunitario, richiesta più volte dal Parlamento, garantirebbe una maggiore coerenza politica nonché un controllo parlamentare delle spese legate allo sviluppo,

I.

considerando che la quota di commercio globale dell’Africa sta diminuendo e che l’Africa viene esclusa dalle opportunità offerte dalla globalizzazione,

J.

considerando che la fuga illecita di capitali fa perdere ogni anno alle economie africane miliardi di euro e che la «fuga dei cervelli» priva il continente di buona parte della capacità intellettuale essenziale per il suo sviluppo futuro,

K.

considerando che la produzione alimentare e la sicurezza alimentare in Africa non costituiscono più delle priorità politiche e che gli investimenti in tali settori sono drasticamente diminuiti nell’ultimo decennio, con conseguenze potenzialmente disastrose, come evidenziato dalla recente crisi dei prezzi alimentari,

L.

considerando che l’Africa è sottorappresentata nelle organizzazioni internazionali e nei forum multilaterali che decidono su molte delle questioni da cui dipende il futuro del continente,

M.

considerando che la relazione durevole UE-Africa assume un significato nuovo con l’emergere di donatori non tradizionali i cui programmi e le cui priorità per l’Africa presentano nuovi rischi e sfide,

N.

considerando che è essenziale individuare le sinergie ed evitare la sovrapposizione tra le istituzioni della strategia congiunta e quelle delle relazioni esistenti, come l’accordo di Cotonou, la strategia euromediterranea e il partenariato strategico Sudafrica-UE,

O.

considerando che la revisione dell’accordo di Cotonou del 2009 cercherà di chiarire la relazione futura degli ACP con l’UA,

P.

considerando che è scarso il livello di consapevolezza degli obiettivi e delle azioni della strategia congiunta e considerando che, soprattutto in Africa, la consapevolezza pubblica del partenariato strategico Africa-UE e l’adesione allo stesso sono collegati direttamente alla capacità della strategia congiunta di conseguire risultati tangibili e immediati per migliorare gli standard di vita della popolazione africana,

Q.

considerando che il partenariato dovrebbe tenere in considerazione il fatto che, sebbene un «partenariato su base paritaria» significhi che l’UE e l’UA sono uguali in termini di partecipazione alle discussioni e all’impostazione politica, la dura realtà è che entrambi i continenti e le loro istituzioni sono ancora ben lontani dall’essere uguali in termini di sviluppo istituzionale, di capacità decisionale e di risorse,

Istituzione di un’architettura Africa-UE

1.

accoglie positivamente il fatto che, a un anno di distanza dall’approvazione della strategia congiunta, le principali componenti dell'architettura istituzionale per la sua attuazione siano in vigore e abbiano iniziato a funzionare, avvalendosi di un piano d’azione che prevede dei risultati e delle tempistiche, e che ci siano stati dei progressi verso l'attuazione della strategia congiunta e dei suoi partenariati tematici; deplora però che, alla fine del primo anno di attuazione, alcuni partenariati stiano ancora definendo i metodi di lavoro e non abbiano ancora stabilito risultati, tempistiche e dotazioni di bilancio;

2.

accoglie con favore il fatto che, durante il primo anno dopo la firma della strategia congiunta UE-Africa, l’Unione europea e l’UA si siano incontrate più spesso di quanto fosse successo in passato;

3.

invita le Commissioni UE e UAe gli Stati membri dell’Unione europea e dell’UA a completare in modo prioritario l’architettura istituzionale sviluppando le componenti parlamentari, della società civile e delle autorità locali che devono guidare e sostenere il processo garantendone la trasparenza, l'appropriazione e la legittimità democratica;

4.

accoglie con favore la creazione di gruppi nell'Unione europea incaricati dell'attuazione che vedono la partecipazione degli Stati membri interessati non solo perché il finanziamento della strategia congiunta dipende in larga parte dai contributi degli Stati membri, ma anche perché il coinvolgimento diretto degli Stati membri contribuirà ad accrescere la consapevolezza, la continuità e la sostenibilità delle azioni previste dal piano di azione;

5.

esorta le istituzioni della strategia congiunta a concentrarsi pienamente sui risultati necessari, considerato che il primo piano d’azione dura meno di tre anni (2008-2010);

Ruolo dei parlamenti

6.

ribadisce la richiesta alla Commissione europea e alla Commissione dell’Unione africana di intraprendere le misure necessarie per coinvolgere il Parlamento europeo e il Parlamento panafricano nell’attuazione, nel monitoraggio e nella fornitura di orientamenti politici per la strategia congiunta, in linea con il loro status di componenti fondamentali della sua architettura istituzionale;

7.

sottolinea il ruolo svolto dagli organismi interparlamentari del Parlamento europeo e dei parlamenti africani, fra cui l’assemblea parlamentare paritetica ACP-UE e l’assemblea parlamentare Euromed nel promuovere la pace e la sicurezza, il buon governo e la democrazia, nonché nel fungere da piattaforme efficaci in termini di cooperazione e di gestione di questioni di interesse comune;

8.

prende atto del fatto che l’undicesimo incontro della troika ministeriale Africa-UE ha approvato la prima relazione annuale sui progressi compiuti nell’attuazione della strategia congiunta e nel suo primo piano di azione, al quale l’Unione europea ha collaborato con la summenzionata comunicazione della Commissione;

9.

si rammarica tuttavia che tale relazione sia stata elaborata senza alcuna consultazione o contributo ufficiale da parte del Parlamento europeo e del Parlamento panafricano;

10.

propone che i presidenti del parlamento panafricano e del Parlamento europeo partecipino sistematicamente e intervengano ai vertici UE-Africa per presentare le conclusioni di tali parlamenti relativamente all’attuazione del piano d’azione, avanzando altresì proposte in merito agli orientamenti futuri della strategia congiunta;

11.

chiede che immediatamente prima della Troika ministeriale di primavera i membri di quest'ultima svolgano uno scambio di opinioni con i rappresentanti degli organi competenti del parlamento panafricano e del Parlamento europeo, nel corso del quale i due parlamenti possano presentare i loro suggerimenti e raccomandazioni sull'ultima relazione annuale congiunta sui progressi compiuti; propone che la discussione sui suggerimenti e le raccomandazioni dei parlamenti sia iscritta all'ordine del giorno della suddetta riunione della Troika ministeriale; si aspetta che la successiva relazione annua congiunta - adottata nel corso della successiva Troika ministeriale d'autunno - indichi come sia stato tenuto conto di questi suggerimenti e raccomandazioni; chiede che i rappresentanti parlamentari incontrino anch'essi i ministri della Troika a margine della riunione autunnale della Troika;

12.

ritiene che i parlamenti panafricano ed europeo dovrebbero partecipare a un livello adeguato sia ai gruppi di esperti congiunti sia alla task force UA-UE;

13.

accoglie positivamente il fatto che la Commissione europea abbia stabilito nel 9° FES un programma di sostegno di 55 milioni EUR per rafforzare le capacità delle istituzioni dell'Unione africa; afferma ancora una volta che parte di tale bilancio deve essere impiegato per il rafforzamento della capacità amministrativa e operativa del Parlamento panafricano ed esorta le Commissioni a elaborare i piani d’azione per l’utilizzo di queste linee di bilancio in stretta consultazione con il Parlamento panafricano e in cooperazione con il Parlamento europeo;

14.

raccomanda che la parte del bilancio destinata al Parlamento panafricano sia direttamente da questo amministrata, una volta che il Parlamento panafricano si sia dotato della necessaria capacità amministrativa e abbia adempiuto agli obblighi prescritti dal regolamento finanziario CE (in particolare il suo articolo 56) (6) che consente alla Commissione di fare eseguire il bilancio da una gestione centralizzata e indiretta;

15.

invita la Commissione europea e la Commissione dell’UA a semplificare le procedure per garantire che il dialogo con i parlamenti sia diretto ed effettivo e non gravato da ritardi inaccettabili, prendendo in debita considerazione le loro specificità procedurali;

16.

esorta ancora una volta a iscrivere nel bilancio il Fondo europeo di sviluppo e chiede al tempo stesso alla Commissione di informare il Parlamento europeo e il Parlamento panafricano in merito a tutte le fasi del processo di bilancio;

Società civile e attori non statali

17.

ritiene che per far sì che la strategia congiunta costituisca un partenariato al servizio dell’individuo con un’ampia base e gamma di attività, essa dovrà coinvolgere efficacemente la società civile e le autorità locali e facilitare la loro partecipazione efficace al lavoro degli organismi incaricati dell’attuazione;

18.

dato che dal piano d’azione emerge che tutti i partenariati UE-Africa sono aperti a una vasta gamma di azioni, deplora che si dia tanto rilievo alle azioni statali; sottolinea l'esigenza di potenziare e chiarire maggiormente il contributo e l’impegno nel processo dei parlamenti e degli attori non statali, quali le organizzazioni della società civile, le autorità locali e gli altri attori non statali;

19.

accoglie positivamente il Consiglio economico, sociale e culturale africano (ECOSOCC) come strumento per costruire un partenariato tra i governi africani e la società civile; è tuttavia preoccupato del basso livello di partecipazione della società civile africana nell’attuazione della strategia congiunta e invita a realizzare sforzi immediati, in particolare da parte africana, per istituire, in stretta cooperazione con le parti interessate, delle procedure per l'identificazione, la mappatura e l'effettiva partecipazione degli attori non statali africani rappresentativi;

20.

esorta la Commissione europea a sviluppare adeguati strumenti per lo sviluppo delle capacità delle organizzazioni africane della società civile finalizzati, nello specifico, a potenziare la loro capacità di contribuire all’attuazione della Strategia comune;

Partenariato

21.

rileva che la strategia congiunta deve inoltre affrontare questioni che, sebbene appartengano formalmente a una diversa architettura istituzionale, hanno una profonda influenza sul futuro dell’Africa e determinano la relazione tra i due continenti, come gli accordi di partenariato economico e le relazioni tra i raggruppamenti regionali degli accordi di partenariato economico e altri raggruppamenti regionali presenti in Africa (comprese le comunità economiche regionali), la seconda revisione dell’accordo di Cotonou, la strategia euromediterranea, il partenariato strategico UE-Sudafrica, il rapporto dell’Africa con i nuovi attori globali quali la Cina e il Brasile;

22.

ritiene che lo sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile possa realizzarsi soltanto nei paesi che offrono garanzie di pace, democrazia e diritti umani;

23.

esorta la Commissione europea, il Consiglio e la parte Africa a garantire che vi sia coerenza tra questa strategia e le altre politiche che possono avere un impatto negativo sulla promozione di un nuovo partenariato strategico UE-Africa, in particolare le politiche commerciali, ambientali, migratorie e agricole; sottolinea che il dialogo politico tra l’Unione europea e l’Africa dovrebbe riguardare tali questioni;

24.

evidenzia che, per combattere in modo efficace la povertà, lotta che rimane al centro della strategia congiunta, il partenariato strategico UE-Africa deve aiutare a stimolare uno sviluppo economico e sociale sostenibile, attrarre gli investimenti esteri, promuovere un commercio internazionale equo e contribuire a creare le condizioni alle quali i paesi africani possano gradualmente adeguarsi per trovare un loro posto nell’economia globale;

Pace e sicurezza

25.

si compiace dei progressi compiuti nell'ambito del partenariato per la pace e la sicurezza; prende atto del dialogo UA-UE sulle situazioni di crisi in Africa e oltre; sottolinea che tale dialogo deve affrontare tutte le questioni relative alla pace e alla sicurezza dalla prevenzione e risoluzione dei conflitti alla ricostruzione successiva ai conflitti e le attività di pacificazione, compreso un dialogo approfondito sull’attuazione del principio della «responsabilità di proteggere»;

26.

invita a dare la corretta priorità all’attuazione dell’architettura di pace e di sicurezza africana; evidenzia ancora una volta che il Fondo europeo di sviluppo (FES) non è una fonte di finanziamento adeguata per la futura reintegrazione del Fondo per la pace in Africa; ritiene che la spesa del FES debba rispettare i criteri fissati dal Comitato di assistenza allo sviluppo dell’OCSE (OCSE/CAS) per l’aiuto pubblico allo sviluppo; ribadisce l’invito a cercare una soluzione definitiva per il finanziamento del Fondo per la pace in Africa;

27.

accoglie con favore il fatto che a settembre 2008 il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon abbia istituito un gruppo UA-ONU di personalità illustri per individuare le modalità di sostegno della comunità internazionale alle operazioni di mantenimento della pace dell’UA con mandato ONU;

Governance e diritti dell’uomo

28.

rileva che il concetto di governance va oltre la semplice lotta alla corruzione e deve dimostrare quanto bene funzioni una società, tramite il mantenimento della legge e dell’ordine, il rispetto e la promozione attiva dei diritti dell’uomo, la lotta contro la corruzione, la creazione di ricchezza, la distribuzione trasparente ed equa della ricchezza, e i servizi sociali e sanitari essenziali; sottolinea che gli attori esterni non devono valutare la governance esclusivamente sulla base di criteri imposti dall’esterno, ma piuttosto sulla base di valori e standard reciprocamente concordati e condivisi;

29.

mette in luce l’importanza di una democrazia sostenibile che includa il buon governo e le elezioni democratiche al fine di promuovere lo sviluppo delle capacità parlamentari, il coinvolgimento della società civile e delle autorità locali nel dialogo politico;

30.

sottolinea che la governance deve essere migliorata su entrambi i fronti: non costituisce una priorità soltanto in Africa ma anche in Europa, che deve migliorare la governance e la responsabilità in termini di impegno a fornire assistenza e migliore coordinamento dei donatori al fine di prendere maggiormente in considerazione i cosiddetti «Stati orfani» di aiuti; sottolinea che i parlamenti nazionali e continentali, gli attori non statali e le autorità locali svolgono un ruolo chiave in tale ambito;

31.

esorta a sostenere maggiormente le iniziative africane esistenti, quali il meccanismo africano di valutazione inter pares (APRM), che ad oggi costituisce l’impegno più serio da parte dei paesi africani per migliorare la governance nel continente, e i vari strumenti messi in atto dall’UA, che incrementeranno l’appropriazione africana del processo;

32.

manifesta seria preoccupazione per il fatto che «i profili di governance» sviluppati dalla Commissione per ogni paese ACP, alla base della programmazione dell’aiuto allo sviluppo in relazione ai fondi aggiuntivi pari a 2 700 milioni EUR previsti dal 10 FES, siano stati preparati senza alcun elemento partecipativo; sottolinea che l’ammissibilità ai fondi aggiuntivi dei paesi beneficiari è stata valutata secondo una serie di criteri di cui uno soltanto direttamente legato agli obiettivi di sviluppo del millennio; manifesta sgomento per il fatto che i «profili» della Commissione europea rischiano di minare il processo APRM; esorta la Commissione europea a consultare e informare il Parlamento europeo e il Consiglio circa il seguito dato e l’attuazione di questi fondi onde accertarsi che vengano stanziati a favore delle iniziative di governance al fine di sostenere l’agenda UA per la governance e il processo APRM;

33.

invita al dialogo nell’ambito del partenariato di governance e dei diritti umani per affrontare il problema dell’impunità delle violazioni dei diritti dell’uomo, esaminando le migliori pratiche in base alla legge nazionale e internazionale, compreso il lavoro dei tribunali penali internazionali istituiti in Sierra Leone e in Ruanda;

Commercio, sviluppo economico e integrazione regionale

34.

considera che, per quanto concerne il partenariato per il commercio e per l’integrazione regionale, nelle giuste condizioni, l’aumento delle attività commerciali sia uno stimolo essenziale alla crescita economica, a condizione che le politiche commerciali siano coerenti con gli obiettivi di sviluppo; accoglie pertanto con favore l’obiettivo del partenariato di sostenere l’integrazione regionale africana e di potenziare le capacità commerciali del continente;

35.

auspica in una rapida conclusione del round per lo sviluppo di Doha dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), ma insiste sul fatto che esso debba rimanere essenzialmente un «ciclo per lo sviluppo» inteso a promuovere l’integrazione delle nazioni africane nell’economia globale, a ridurre efficacemente le sovvenzioni agricole che alterano i mercati e ad abolire le sovvenzioni alle esportazioni agricole;

36.

ritiene che l’Unione europea dovrebbe aiutare gli Stati africani a garantire l’autosufficienza della loro agricoltura e a promuovere i servizi essenziali e le industrie nazionali vulnerabili;

37.

afferma che gli accordi di partenariato economico siglati con gli Stati africani devono essere i primi e più importanti strumenti per uno sviluppo che rispetti le diverse capacità e livelli di sviluppo e abilità di ciascun beneficiario;

38.

sottolinea il fatto che gli accordi di partenariato economico devono promuovere e non minare l’integrazione regionale africana; sostiene gli sforzi dell’UA per rafforzare le comunità economiche regionali che rappresentano gli elementi costitutivi fondamentali dell’integrazione regionale del continente;

39.

chiede fermamente che la Commissione europea e gli Stati membri onorino i propri impegni per la fornitura entro il 2010 di almeno 2 000 milioni EUR all’anno in concreti aiuti al commercio, la maggior parte dei quali devono essere destinati all’Africa; invita a fissare e a fornire tempestivamente la quota delle risorse destinate agli aiuti agli scambi; sottolinea che questi fondi dovrebbero rappresentare risorse aggiuntive e non un mero «intervento cosmetico» sul fondo FES;

40.

invita il partenariato a trattare la più ampia agenda di aiuti al commercio, compreso lo sviluppo delle infrastrutture, la promozione dello sviluppo industriale e una migliore regolamentazione che preveda regole di origine più semplici e di facile impiego;

41.

invita il partenariato ad affrontare inoltre gli aspetti economici che, sebbene non siano necessariamente correlati al commercio, hanno conseguenze importanti per le economie africane, quali la necessità di intraprendere azioni per arrestare l’illecita fuga di capitali e per promuovere la regolamentazione internazionale dei paradisi fiscali;

42.

auspica che la Strategia comune riconosca e sostenga il ruolo dei migranti e delle varie diaspore a favore dello sviluppo dei propri paesi di origine, promuovendo i loro investimenti in questi paesi e riducendo il costo dei trasferimenti;

Questioni chiave per lo sviluppo

43.

afferma che, per quanto concerne il partenariato sugli obiettivi di sviluppo del millennio, anche con aiuti più abbondanti e migliori sarà difficile raggiungere tali obiettivi, e invita pertanto gli Stati membri dell'Unione europea a mantenere gli impegni recentemente confermati alla conferenza di Doha sul finanziamento allo sviluppo, nonché al forum di alto livello sull’efficacia degli aiuti di Accra, in particolare per quanto concerne il volume di tali aiuti, la coerenza politica, l’appropriazione, la trasparenza e la divisione del lavoro tra donatori;

44.

rileva che la sanità di base e l’educazione primaria e secondaria sono catalizzatori cruciali per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio; di conseguenza incoraggia i paesi africani a fare in modo che tali settori siano una delle priorità principali nelle loro strategie di riduzione della povertà; invita il partenariato a promuovere tale sviluppo, alla luce dell’impegno della Commissione europea a spendere almeno il 20 % del bilancio comunitario per gli aiuti in tali settori; esorta la Commissione a estendere l’impegno al Fondo europeo di sviluppo; ribadisce che tutti gli sforzi in tal senso dovrebbero includere le persone con disabilità; accoglie con favore, a tale proposito, i risultati della prima riunione del gruppo congiunto di esperti ed esorta le parti interessate a garantire che si realizzino progressi nell’anno a venire;

45.

esorta la Commissione a intraprendere azioni urgenti finalizzate a realizzare gli impegni presi in ambito sanitario per quanto concerne le conclusioni e le raccomandazioni contenute nella relazione della Corte dei conti europea, datata gennaio 2009, sul tema «L’aiuto allo sviluppo fornito dalla CE ai servizi sanitari nell’Africa subsahariana»; sottolinea che, nel corso della 10a revisione intermedia del FES, è importante incrementare gli aiuti forniti dalla Commissione europea al settore sanitario nell’Africa subsahariana al fine di mantenere fede all’impegno degli obiettivi di sviluppo del millennio in ambito sanitario;

46.

esorta gli Stati membri dell’UE e dell’UAnione europea ad attribuire maggiore importanza alla sicurezza e alla sovranità alimentare africana e a promuovere azioni intese a incrementare la produttività e la competitività dell’agricoltura, in particolare la produzione alimentare per i mercati locali e la promozione di «corridoi verdi» attorno alle città;

47.

esorta gli Stati membri a inserire nei dibattiti, nell’ambito e al di là della Strategia comune, la questione dell’equa distribuzione della ricchezza derivante dallo sfruttamento delle risorse naturali; insiste sul fatto che gli introiti nazionali derivanti dalle risorse naturali dovrebbero essere prioritariamente stanziati in maniera più equa al fine di soddisfare le esigenze di base della popolazione, segnatamente nel settore sanitario, dell’istruzione, della conservazione delle risorse naturali e dell'ambiente, contribuendo in tal modo a perseguire gli obiettivi di sviluppo del millennio (MDG);

48.

manifesta preoccupazione per il fatto che il recente periodo di crescita record dell’Africa subirà un’inversione di tendenza a causa del rallentamento economico globale e sottolinea che il continente potrebbe regredire di decenni in conseguenza del crollo dei prezzi delle materie prime, della riduzione dei flussi di investimenti, dell’instabilità finanziaria e del calo delle rimesse;

Altri aspetti della strategia

49.

ricorda che, per quanto concerne il cambiamento climatico, i paesi sviluppati ne sono i principali responsabili, ma l’impatto negativo di tale cambiamento ricade invece principalmente sui paesi in via di sviluppo; afferma pertanto che sono necessari nuovi finanziamenti per far sì che gli Stati africani non siano costretti a pagare un prezzo sproporzionato per adattarsi a tali effetti o per ridurli; sostiene inoltre la dichiarazione congiunta UE-Africa sul cambiamento climatico presentata nel dicembre 2008 a Poznan in occasione della Conferenza dei firmatari della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico;

50.

richiede che, nel contesto del partenariato per la migrazione e l’occupazione, venga individuata una soluzione giusta e funzionale al problema della «fuga dei cervelli» che priva molte nazioni africane di un gran numero di lavoratori qualificati, in particolare nel settore sanitario;

51.

auspica che il nuovo sistema della «carta blu» europea eviti che la manodopera qualificata dei paesi in via di sviluppo si esaurisca in settori in cui questi paesi presentano carenza di manodopera, in particolare i settori sanitario e dell’istruzione;

52.

esorta la Commissione europea a utilizzare il partenariato UE-Africa per fornire sostegno ai paesi africani affinché applichino la flessibilità prevista dalla dichiarazione di Doha sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (TRIPS) e sulla sanità pubblica al fine di promuovere l’accesso ai farmaci essenziali a costi abbordabili in Africa;

53.

esorta entrambe le parti, per quanto concerne il partenariato per la scienza e la tecnologia, ad adoperarsi al fine di colmare il divario digitale intensificando la cooperazione nell’ambito dello sviluppo e del trasferimento tecnologico, segnatamente in materia di telefonia e di Internet;

54.

auspica che la strategia congiunta sia caratterizzata da misure specifiche finalizzate a migliorare le opportunità per le donne, i bambini e le persone disabili in Africa, in quanto nei paesi in via di sviluppo questi gruppi fanno fronte a difficoltà estremamente serie;

55.

sottolinea che, per permettere alla strategia congiunta di andare «oltre l'Africa», con una maggiore cooperazione UE-Africa nell’ambito degli enti internazionali e nei negoziati multilaterali su questioni quali il commercio, i diritti umani e i cambiamenti climatici, l’Unione europea e l’Africa devono lavorare per rendere più democratiche e rappresentative le istituzioni internazionali come la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale e l’OMC, garantendo in questo modo che l’Africa possa esercitare un’influenza proporzionata alle sue dimensioni e al suo status;

56.

esorta nuovamente le istituzioni europee a creare uno strumento finanziario specifico per l’attuazione della strategia congiunta, centralizzando tutte le fonti di finanziamento esistenti in modo chiaro, prevedibile e programmabile; si chiede fino a che punto la strategia congiunta riuscirà a perseguire le proprie nobili ambizioni o a fornire un effettivo valore aggiunto senza ricorrere a nuovi finanziamenti o addirittura alla riprogrammazione dei finanziamenti esistenti;

57.

esorta i governi europei e africani a informare in modo più efficace e sistematico i propri cittadini circa le azioni e i risultati della strategia congiunta nonché a promuovere una maggiore copertura mediatica;

Uno sguardo al futuro

58.

auspica che vi sia un coinvolgimento significativo del Parlamento europeo e del Parlamento panafricano nonché delle organizzazioni della società civile e delle autorità locali, sulla base dell’esperienza del vertice UE-Africa tenutosi a Lisbona l’8 e il 9 dicembre 2007, nel periodo di avvicinamento al terzo vertice Africa-UE nel 2010 e che partecipino attivamente al vertice stesso;

59.

esorta le commissioni e le presidenze dell’Unione europea e dell’UA ad accogliere le proposte di cui sopra finalizzate a rafforzare la partecipazione parlamentare all’attuazione e al monitoraggio della strategia congiunta;

60.

mira a generare, all’interno del Parlamento europeo, il coordinamento e la sinergia necessaria tra tutti gli enti per sostenere l’attuazione e il monitoraggio della strategia congiunta; ribadisce, a tale proposito, la sua intenzione di trasformare la delegazione ad hoc per le relazioni con il Parlamento panafricano in una delegazione interparlamentare a pieno titolo;

*

* *

61.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e parlamenti degli Stati membri, al Comitato economico e sociale europeo, al Consiglio economico, sociale e culturale africano, alla Commissione UA, al Consiglio esecutivo UA, al Parlamento panafricano, al Consiglio dei ministri ACP e all’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE.


(1)  GU C 263 E del 16.10.2008, pag. 633.

(2)  GU C 280 E del 18.11.2006, pag. 475.

(3)  GU L 317 del 15.12.2000, pag. 3.

(4)  GU L 209 dell'11.8.2005, pag. 27.

(5)  GU L 378 del 27.12.2006, pag. 41.

(6)  Regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio, del 25 giugno 2002, che stabilisce il regolamento finanziario applicabile al bilancio generale delle Comunità europee (GU L 248 del 16.9.2002, pag. 1).


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