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Document 52008IP0258

Futuro dei giovani agricoltori nel quadro dell'attuale riforma della PAC Risoluzione del Parlamento europeo del 5 giugno 2008 sul futuro dei giovani agricoltori nel quadro dell'attuale riforma della PAC (2007/2194(INI))

GU C 285E del 26.11.2009, p. 43–51 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

26.11.2009   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 285/43


Giovedì 5 giugno 2008
Futuro dei giovani agricoltori nel quadro dell’attuale riforma della PAC

P6_TA(2008)0258

Risoluzione del Parlamento europeo del 5 giugno 2008 sul futuro dei giovani agricoltori nel quadro dell’attuale riforma della PAC (2007/2194(INI))

2009/C 285 E/07

Il Parlamento europeo,

vista la sua risoluzione del 17 gennaio 2001 sulla situazione e le prospettive dei giovani agricoltori nell’Unione europea (1),

visto il regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio, del 20 settembre 2005, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) (2),

vista la strategia di Lisbona volta a rendere l’UE, entro il 2010, l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica al mondo,

visti i risultati dell’audizione pubblica che ha tenuto il 26 febbraio 2008,

visto l’articolo 45 del suo regolamento,

vista la relazione della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (A6-0182/2008),

A.

considerando le priorità stabilite dalla strategia di Göteborg in merito alla competitività e alla sostenibilità dell’economia dell’Unione europea e il ruolo fondamentale che i giovani imprenditori agricoli possono svolgere per il suo successo,

B.

considerando il modello agricolo europeo multifunzionale e la sua capacità di generare sviluppo sostenibile nei territori rurali, grazie alla presenza diffusa di imprese agricole,

C.

considerando che numerosi aspetti relativi all’insediamento e allo sviluppo di imprese agricole hanno trovato nuove opportunità con l’avanzamento del processo di riforma della politica agricola comune (PAC), ma che tali opportunità non sono diffuse in maniera uniforme nel territorio dell’Unione europea, rendendo difficile un approccio strategico comunitario,

D.

considerando che la percentuale di agricoltori nell’Unione europea di età inferiore ai 35 anni ammonta, secondo i dati Eurostat del 2003, a solo il 7 % ed è in calo, mentre la produzione alimentare deve continuare a crescere in futuro; deplora a tale riguardo la mancanza di dati completi e aggiornati per quanto riguarda il numero di giovani agricoltori e la loro posizione nell’agricoltura europea,

E.

considerando che la prossima revisione della PAC (Verifica dello stato di salute della PAC) costituisce un’opportunità, che non dovrebbe venire male utilizzata, per orientare meglio l’appoggio ai giovani agricoltori,

F.

convinto della necessità di inserire i giovani, in modo economico e sostenibile, per rispondere alle sfide rappresentate dalla sicurezza dell’approvvigionamento alimentare ed energetico nell’Unione europea, dalla crescita e l’occupazione in tutte le aree rurali dell’Unione nonché dalla gestione sostenibile e perenne dello spazio rurale,

G.

considerando la necessità di un approccio multifunzionale e l’opportunità di garantire, in particolare, una politica di sostegno in favore dei giovani agricoltori,

H.

considerando che è di vitale importanza, per le zone rurali, che i giovani diventino titolari di aziende agricole, dal momento che l’agricoltura continua ad essere il sostegno fondamentale dell’attività economica e del tessuto sociale nella maggior parte delle stesse,

I.

considerando che appare imperativa una strategia europea volta a promuovere la formazione imprenditoriale dei giovani agricoltori,

J.

considerando la forte dinamicità dei giovani imprenditori nel processo decisionale, la loro propensione al rischio, la capacità di ricercare sinergie complementarità e di attuare scelte di pianificazione ad elevato contenuto innovativo ben oltre la normale prassi agricola,

K.

considerando che, benché le diverse politiche a favore dei giovani imprenditori contribuiscano a dare impulso all’agricoltura europea, il ricambio generazionale dei titolari delle aziende agricole continua a costituire una delle sfide da raccogliere nell’Unione europea,

L.

considerando che i giovani agricoltori devono affrontare problemi supplementari nel settore agricolo quali elevati costi di avviamento, elevati oneri debitori, eccessiva scarsità di aziende disponibili e di formazione specifica; considerando che nel settore agricolo vengono create inoltre sempre nuove responsabilità per gli imprenditori in ordine a condizioni collaterali quali l’ambiente, la salute e il benessere degli animali, la sicurezza alimentare e la gestione del paesaggio,

M.

considerando che un settore agricolo giovane e dinamico deve costituire uno degli elementi essenziali per conseguire gli obiettivi fissati dalla strategia di Lisbona,

N.

considerando che, con il nuovo regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale sarà possibile effettuare una programmazione che copre un periodo fino al 31 dicembre 2013,

O.

considerando che il territorio dell’Unione europea è costituito per il 92 % da zone rurali, mentre la popolazione è ormai distribuita al 50 % tra zone urbane e rurali,

P.

considerando che il rinnovamento generazionale è necessario per preservare in futuro un elevato livello di qualità degli alimenti e di sicurezza alimentare nonché l’autosufficienza dell’Unione europea:

1.

ritiene che uno degli obiettivi della PAC riformata debba essere quello di assicurare un migliore ricambio generazionale degli agricoltori e che, per il suo raggiungimento, gli strumenti del primo e del secondo pilastro — rispettivamente a favore di un’agricoltura sostenibile e di un mondo rurale sviluppato — sono particolarmente complementari;

2.

afferma che favorire il ricambio generazionale degli agricoltori è fondamentale per rispondere alle sfide alimentare, energetica e territoriale che attendono l’agricoltura europea oggi e domani; considera che tutte queste sfide, connesse con le attese della società, non potranno essere affrontate senza un’agricoltura forte e senza un congruo numero di agricoltori nell’Unione europea;

3.

rileva che l’ampliamento dell’Unione europea ai nuovi Stati membri ha rafforzato le diversità culturali e consentito una maggiore varietà di prodotti, e costituisce una valida opportunità per accrescere la competitività dell’agricoltura europea, puntando sull’innovazione continua e sulla qualità dei prodotti comunitari e tenendo conto delle prestazioni dei produttori nell’importante settore della sicurezza degli alimenti;

4.

ritiene che la messa a punto e l’attuazione di misure di aiuto in favore dei giovani agricoltori debba tener conto specificatamente della situazione dei giovani agricoltori nei nuovi Stati membri;

5.

invita pertanto la Commissione a presentare proposte per l’introduzione di un marchio europeo di qualità, che consentirà ai consumatori di identificare facilmente le merci prodotte in conformità delle rigorose norme dell’Unione europea in materia di ambiente, benessere degli animali e sicurezza degli alimenti;

6.

fa rilevare che, nel contesto della qualità, l’obiettivo dovrebbe essere la diversità nella produzione e nei prodotti;

7.

constata che il principale elemento condizionante per il ringiovanimento dell’imprenditoria agricola è l’accesso alla terra, visto il suo costo elevato;

8.

ritiene che, in futuro, la PAC dovrà mirare a sopprimere gli ostacoli che si frappongono attualmente ai giovani nell’accesso all’attività agricola, facendo del ricambio generazionale una delle sue priorità;

9.

chiede, inoltre, che si compiano maggiori sforzi per illustrare all’opinione pubblica il modello agricolo europeo, con i suoi standard elevati in materia di ambiente, benessere degli animali e sicurezza degli alimenti;

10.

considera che l’insediamento di giovani agricoltori o acquirenti di aziende agricole è un’importante risorsa per l’Unione europea allargata;

11.

evidenzia il persistere di problemi legati agli alti costi di avviamento, quali le quotazioni di vendita e di affitto dei fondi agricoli, unitamente alle necessità di investire continuamente in capitale fisico e potenziale umano, al fine di raggiungere un miglior livello di innovazione tecnologica e logistica, e che il miglioramento del livello di innovazione tecnologica e logistica va oltre l’acquisto di attrezzature e macchinari e che la ricerca e l’accesso ai risultati della ricerca sono essenziali per migliorare tale livello;

12.

invita la Commissione a sostenere gli Stati membri nella creazione di una «banca delle terre» da costituirsi sulla base dei terreni liberatisi a seguito dei prepensionamenti; ritiene che occorra prevedere aiuti per l’acquisto in comune di macchinari e attrezzature ad alto costo e scarso utilizzo individuale;

13.

invita a rivedere l’importo del premio di avviamento, rimasto immutato dalla sua introduzione e che non sembra più adeguato ai bisogni degli agricoltori;

14.

sottolinea l’importanza della questione fondiaria nei problemi d’insediamento dei giovani agricoltori e chiede alla Commissione di studiare il fenomeno del considerevole aumento del prezzo dei terreni, dovuto in particolare alla pressione urbana e alla speculazione;

15.

raccomanda di mettere a punto gli strumenti atti a dare priorità, in sede di cessione di terreni agricoli, ai giovani agricoltori che si insediano piuttosto che agli agricoltori che ingrandiscono le loro aziende, in particolare mediante un meccanismo di prepensionamento, un aiuto all’acquisto fondiario differito, un meccanismo d’insediamento progressivo e la locazione di una parte dei terreni;

16.

nota la necessità di migliorare l’efficacia delle politiche di sostegno all’insediamento dei giovani agricoltori e l’importanza di prevedere ulteriori criteri di priorità nella formazione delle graduatorie di beneficiari, tenendo conto di fattori oggettivi;

17.

esorta la Commissione a proporre, nella sua proposta legislativa concernente la verifica dello stato di salute della PAC, che gli aiuti a favore dei giovani agricoltori previsti nella legislazione relativa allo sviluppo rurale facciano parte delle misure obbligatorie comprese nella programmazione elaborata dagli Stati membri, il che dovrebbe essere corredato inoltre di un aumento dell’importo degli aiuti all’installazione;

18.

ritiene che le misure di sostegno in favore dei giovani agricoltori debbano applicarsi anche agli esordienti, in quanto questi possono rappresentare un prezioso fattore innovativo per l’agricoltura europea; ricorda pertanto che gli aiuti debbono andare primariamente a chi avvia una nuova azienda e non a chi la dismette; sottolinea che le misure di aiuto in materia di rilevazione di aziende non possono avere un effetto distorsivo della concorrenza tra gli esordienti, da un lato, e i figli degli agricoltori, dall’altro;

19.

rileva che, per evitare la desertificazione delle zone agricole sfavorite e perseguire l’obiettivo di coesione territoriale dell’Unione, è particolarmente importante favorire l’insediamento di giovani agricoltori nelle zone che presentano svantaggi naturali permanenti, quali le isole e le montagne, in cui i costi d’installazione, costruzione di edifici e accessibilità sono più elevati e in cui è spesso necessario diversificare le attività per raggiungere una sufficiente soglia di sostenibilità;

20.

invita la Commissione a realizzare uno studio sull’efficacia e il valore aggiunto delle varie misure nazionali ed europee a favore dei giovani agricoltori e a presentare una relazione in materia entro il 1o luglio 2009;

21.

constata che la maggior parte dei giovani agricoltori considerano gli aiuti all’investimento e i bonifici d’interesse lo strumento più efficace per stimolare la loro imprenditorialità e rafforzare la loro posizione concorrenziale; invita la Commissione e gli Stati membri a prestare la dovuta attenzione a detti aiuti e bonifici;

22.

chiede alla Commissione di elaborare uno studio sull’effetto che diritti a produrre, pagamento unico e premi hanno sull’insediamento dei giovani agricoltori, in quanto tutti questi dispositivi generano conflitti frequenti tra le generazioni che si traducono in un accesso più difficile a tali diritti per i giovani desiderosi di avviare un’attività agricola; ritiene che la Commissione farebbe meglio a trarne le conseguenze sulla gestione della PAC per aumentare le capacità di insediamento dei giovani;

23.

rileva che per tenere meglio conto dell’aumento dei costi di rilevazione delle aziende e delle difficoltà di insediamento in territori fragili, è opportuno aumentare il massimale comunitario che limita gli aiuti a 55 000 EUR e prolungare la durata della normalizzazione a seguito dell’insediamento a cinque anni invece di tre;

24.

rileva che l’attività agricola è troppo spesso l’ultima attività residua nei territori rurali e che è pertanto necessario dare attuazione a misure di incentivo all’insediamento dei giovani agricoltori; sottolinea tuttavia che, al di là della vitalità delle aziende, occorrerà impegnarsi a rendere vitale l’ambiente rurale, favorendo un accesso paritario ai servizi pubblici (poste, scuole, trasporti pubblici, servizi sanitari, ecc.) ed il mantenimento di servizi pubblici (commerci e artigianato, strutture di accoglienza per bambini e per anziani, alloggi popolari e in locazione, ecc.) nonché di spazi di vita sociale che consentano di rompere l’isolamento (bar, centri culturali, centri sportivi, ecc.);

25.

sottolinea che è opportuno mettere a punto strumenti che consentano ai giovani agricoltori di assentarsi dalla loro azienda per motivi di formazione, ferie, nascite, ecc.;

26.

nota con favore l’opportunità di condizionare su base volontaria l’erogazione del premio all’insediamento dei giovani agricoltori, anche quando si tratti d’insediamento parziale, alla presentazione di un piano aziendale quale strumento per consentire nel tempo lo sviluppo delle attività agricole ed extra agricole legate all’ambiente rurale nelle loro nuove aziende;

27.

raccomanda che, nell’ambito del premio all’insediamento, siano previsti incentivi ai proprietari che danno in affitto le aziende a giovani agricoltori e/o aiuti per il pagamento dell’affitto, fino a dieci anni dopo l’insediamento;

28.

sottolinea la difficoltà di accesso a finanziamenti a favore dell’insediamento dei giovani agricoltori e l’utilità della pratica dei prestiti agevolati che permette ai giovani agricoltori di portare a buon fine i loro progetti di insediamento e di assicurarne la durata, evitando nel contempo un eccessivo indebitamento;

29.

nota che gli alti tassi di indebitamento e i costi di insediamento dei giovani agricoltori rendono loro estremamente difficile conquistare una buona posizione concorrenziale; invita la Commissione e gli Stati membri a suggerire pertanto ulteriori soluzioni a tali problemi specifici;

30.

ritiene che l’imprenditorialità dei giovani agricoltori vada sostenuta con norme trasparenti, più semplici e meno farraginose e di conseguenza meno costose;

31.

ritiene quindi che gli Stati membri e le autorità regionali dovrebbero valutare la possibilità di introdurre o migliorare i dispositivi che consentano di offrire capitale di avviamento ai giovani agricoltori a tassi preferenziali;

32.

deplora, al tempo stesso, l’influenza di fattori a carattere speculativo o strutturale che non consentono un’adeguata remunerazione dei fattori terra, lavoro e capitale, quali le garanzie per l’accesso al credito, gli alti tassi di interesse, le barriere di carattere legale e fiscale, gli oneri sociali nonché gli oneri amministrativi, e ritiene che siano necessarie opportune misure politiche per limitare gli eccessi e le disfunzioni che provocano distorsioni della concorrenza;

33.

invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare nuove misure (fiscali) per aiutare i giovani agricoltori a sostenere il pesante costo degli interessi cui devono far fronte una volta acquisita la propria azienda; invita la Commissione a presentare proposte specifiche a tal fine nell’ambito della verifica dello stato di salute della PAC;

34.

chiede che la concessione di talune misure in favore dei giovani agricoltori divenga una disposizione obbligatoria all’interno delle azioni previste dall’Asse 1 nel regolamento (CE) n. 1698/2005 finalizzate al miglioramento della competitività del settore agricolo;

35.

ribadisce la posizione secondo cui le misure a favore dello sviluppo rurale dovrebbero rivolgersi direttamente agli agricoltori;

36.

ritiene che il finanziamento specifico in favore dei giovani agricoltori negli Assi 2 e 3 della politica di sviluppo rurale debba essere esaminato dalla Commissione per quanto riguarda sia l’infrastruttura sociale che il miglioramento della partecipazione al lavoro dei giovani nell’ambiente rurale;

37.

chiede un ampliamento degli aiuti all’installazione di agricoltori che svolgano attività multifunzionali (agricole ed extra agricole) che permetta l’accesso agli aiuti di primo insediamento ai giovani agricoltori che svolgano unicamente attività agricole o che le integrino con altre attività redditizie nell’ambiente rurale;

38.

chiede agli Stati membri di permettere l’accesso agli aiuti di primo insediamento a quei giovani, uomini e donne, che partendo da una situazione precaria per quanto riguarda la titolarità, ne abbiano bisogno per adattare la propria azienda, tanto attraverso la realizzazione di attività agricole quanto integrandole con altre attività redditizie, in modo da assicurar loro una fonte di sostentamento misurata in termini di reddito disponibile e di lavoro;

39.

ritiene che i giovani agricoltori dell’Unione europea debbano essere in grado di competere tra di loro in condizioni di parità all’interno dell’Unione; chiede quindi una cauta revisione e successiva applicazione del vigente articolo 69 del regolamento (CE) n. 1782/2003 del Consiglio (3) per evitare ogni distorsione della concorrenza sul mercato interno europeo;

40.

chiede che tutte le politiche di sviluppo agricolo e rurale siano rese pienamente coerenti con gli obiettivi che l’Unione europea si è posta nel quadro della strategia di Lisbona, in modo da consentire ai giovani agricoltori di operare in un contesto economico dinamico;

41.

considera che, nel quadro della verifica dello stato di salute della PAC, sia opportuno incoraggiare la stabilizzazione e la sicurezza dei redditi agricoli, condizione essenziale per il ricambio generazionale in agricoltura, mediante l’istituzione a livello europeo di strumenti innovativi di gestione dei rischi e delle crisi per affrontare le alee del mercato e la maggiore volatilità dei prezzi;

42.

ritiene prioritario raggiungere un’effettiva semplificazione e una maggiore trasparenza nell’implementazione degli strumenti e delle misure a favore dei giovani imprenditori che esercitino attività agricole, anche quando queste sono completate da altre attività extra agricole, legate all’ambiente rurale, necessarie per conseguire la sostenibilità dell’impresa;

43.

osserva che si deve evitare di penalizzare gli agricoltori di mezza età, non più considerati giovani agricoltori, che saranno ancora attivi a medio termine e che affrontano nuove sfide;

44.

ricorda che, per consentire agli agricoltori di domani di far fronte alle pesanti sfide, occorre intensificare sistematicamente la formazione e l’aggiornamento extra-scolastici per garantire un efficace trasferimento delle conoscenze dalla ricerca agricola all’agricoltura;

45.

ritiene opportuno considerare, con riferimento alle successioni ereditarie, una legislazione meglio finalizzata a preservare l’unità aziendale, con l’obiettivo di raggiungere sia economie di scala che economie di scopo; osserva che è opportuno agevolare le successioni riguardanti parti che non sono membri della famiglia, per conservare le aziende agricole e consentire ai giovani imprenditori con una formazione in agricoltura di diventare agricoltori;

46.

considera che i meccanismi nazionali di prepensionamento dovrebbero essere applicati solo nel caso in cui l’azienda venga rilevata da un giovane agricoltore, oppure l’agricoltore in prepensionamento dovrebbe in questo caso godere di una pensione maggiore;

47.

ritiene che i piani complessivi di insediamento e sviluppo aziendale debbano inoltre considerare misure specifiche concernenti il riconoscimento statutario di giovani imprenditori, garantendo così una parità di diritti sociali tra uomini e donne; è fondamentale a tal fine mantenere nelle regioni rurali strutture indispensabili quali gli asili nido, gli asili infantili e i servizi di aiuto alle madri; richiama in particolare l’attenzione, a tale proposito, sull’importanza di fornire informazioni sullo status dei partner che assistono gli agricoltori;

48.

rileva che le specificità e le diversità sociali e culturali rappresentano elementi chiave nella politica di valorizzazione delle produzioni, alla stessa stregua dell’identificazione di un territorio preciso e dell’eccellenza nei modi di produzione, come dimostrano la reputazione e il successo dei prodotti agricoli ad indicazione geografica protetta o insigniti di etichetta;

49.

mette in evidenza che l’educazione alimentare, di cui i giovani agricoltori possono essere depositari, favorisce l’attitudine ad una corretta alimentazione a beneficio della salute umana e in generale della società; apprezza esplicitamente tali attività, quali ad esempio il programma «Tellus» del Consiglio europeo dei giovani agricoltori (CEJA) o i progetti pilota transfrontalieri come «studenti in fattoria»;

50.

sottolinea l’esigenza di disporre d’informazioni specifiche sulle scienze dell’alimentazione e della dietetica in tutte le forme dell’attività di formazione;

51.

ritiene necessario promuovere il mestiere di agricoltore e i servizi che esso rende alla società oltre alla sua attività produttrice, al fine di attirare nella professione il maggior numero di giovani, in particolare i giovani appartenenti ad un ambiente familiare non agricolo;

52.

ritiene che la valorizzazione del mestiere di agricoltore richieda anche una migliore comunicazione circa il contenuto della PAC presso il grande pubblico, e dunque i consumatori, per quanto riguarda le esigenze sanitarie, ambientali e di benessere animale, la condizionalità degli aiuti, la multifunzionalità, la qualità delle produzioni europee, il contributo alla lotta contro il cambiamento climatico, l’indipendenza alimentare e le sfide future per l’alimentazione di una popolazione mondiale che secondo le stime dovrebbe raggiungere nel 2050 i 9 miliardi;

53.

chiede il rafforzamento della preferenza comunitaria al fine di garantire ai consumatori europei la qualità sanitaria ed ambientale dei prodotti che acquistano e di compensare gli agricoltori europei esposti alla concorrenza di paesi terzi che non rispettano lo stesso livello di requisiti sanitari, ambientali e sociali;

54.

rileva che i giovani agricoltori dovrebbero essere messi nelle migliori condizioni per cogliere i vantaggi derivanti da una maggiore flessibilità della domanda di beni e servizi provenienti dall’attività agricola, unitamente ad una maggiore apertura di mercati emergenti a livello internazionale, in vista della conclusione dei negoziati multilaterali; ritiene pertanto importante che la Commissione negozi un accordo con l’OMC che consenta al settore agricolo di continuare a competere con i paesi terzi, garantendo in tal modo il futuro dei giovani agricoltori; ritiene a tal fine d’importanza fondamentale l’inserimento di considerazioni non commerciali;

55.

ritiene che i giovani agricoltori dovrebbero essere in grado di competere con i concorrenti stranieri in condizioni di parità; invita pertanto la Commissione a dare priorità al riconoscimento delle considerazioni di natura non commerciale, quali criteri d’importazione, nei negoziati commerciali multilaterali e bilaterali;

56.

nota che, in un’ottica di programmazione a medio e lungo termine, la nuova generazione di agricoltori si assume responsabilità nella lotta al cambiamento climatico, agisce come partner dell’ambiente e contribuisce attivamente alla protezione dell’ambiente e alla riduzione delle emissioni di CO2, mettendo a disposizione fonti energetiche alternative ed ecologiche, in particolare grazie alla produzione di biomassa e la gestione d’impianti di biogas;

57.

sottolinea che i giovani agricoltori si trovano di fronte ad una duplice sfida: da una parte, devono attuare le misure atte a migliorare le pratiche agricole e a renderle più durevoli e più sostenibili e, dall’altra, devono ripristinare il ruolo essenziale dell’agricoltura nella gestione degli elementi dell’ambiente e, pertanto, quale settore di punta nella lotta contro i cambiamenti climatici; sottolinea che, a tal fine, è necessario conferire prospettive a lungo termine e durevoli alle politiche e alle misure a favore dei giovani agricoltori come pure sostenere finanziariamente i loro sforzi per proteggere l’ambiente;

58.

nota che il settore agricolo e forestale rappresenta l’unico esempio di attività economica che, attraverso il processo della fotosintesi clorofilliana, riesce a catturare l’anidride carbonica (CO2), da cui la necessità di mantenere le attività agricole;

59.

sottolinea l’importanza di orientare la ricerca applicata al settore agricolo alla luce della riforma della PAC promuovendo i trasferimenti di tecnologia e migliorando l’accesso degli agricoltori ai risultati della ricerca e alle ultime innovazioni relative ai metodi e agli strumenti di produzione; ritiene necessario che gli agricoltori europei accedano più facilmente ai risultati della ricerca attraverso la creazione di reti di scambio di dati risultanti dalla ricerca e attraverso il coordinamento della ricerca a livello nazionale e a livello europeo;

60.

constata che lo scambio tra la scienza e i suoi utenti è indispensabile affinché i risultati della ricerca trovino un utilizzo nella pratica e la ricerca possa rispondere alle esigenze dell’agricoltura;

61.

sottolinea che è nell’interesse economico (miglioramento della produttività) ed ambientale (aggiornamento delle conoscenze circa le pratiche «verdi») dell’Unione europea sostenere vigorosamente la formazione degli agricoltori durante tutto l’arco della loro vita professionale; incoraggia in particolare programmi a favore della mobilità dei giovani agricoltori nell’Unione (fra cui Leonardo); insiste in particolare sulla necessità di creare strumenti che permettano loro di assentarsi dall’azienda durante i corsi di formazione;

62.

propone di istituire un programma destinato ai giovani agricoltori e finalizzato allo scambio delle migliori pratiche in agricoltura;

63.

ritiene necessario stabilire un programma di scambio per i giovani agricoltori che faciliti la messa in comune delle migliori prassi, nonché una rete di formazione in cui l’informazione su questioni quali sostenibilità, bioenergie, cambiamento climatico e competitività svolga un ruolo centrale; ritiene che ciò dovrebbe preparare i giovani agricoltori al loro compito, che consiste nell’affrontare le nuove sfide nel settore dell’agricoltura e del settore alimentare;

64.

chiede che venga elaborato un progetto pilota per favorire un programma di scambio tra i giovani agricoltori nei paesi in via di sviluppo e i giovani agricoltori dell’Unione europea, per consentire loro di acquisire una conoscenza diretta del funzionamento dei rispettivi mercati, dell’uso delle tecnologie e dei metodi per adeguarsi alle condizioni climatiche predominanti;

65.

suggerisce la conservazione, il miglioramento e la divulgazione delle pratiche di produzione connesse con la specificità del territorio e dell’eredità culturale degli agricoltori europei;

66.

ritiene che la questione del mantenimento della proprietà fondiaria agricola sia intimamente connessa a quella dell’insediamento dei giovani agricoltori e che occorra attuare una politica che permetta di dare priorità ai giovani agricoltori nell’attribuzione dei terreni; invita la Commissione a presentare una relazione sulla problematica fondiaria nella ripresa delle aziende da parte di giovani;

67.

ritiene che sia opportuno accompagnare meglio gli insediamenti in società mediante l’attuazione di misure specifiche a tale forma di avviamento, che permettano non solo di ridurre i costi di avviamento per i giovani bensì anche un’organizzazione del lavoro che favorisca la vitalità delle aziende;

68.

raccomanda una maggiore flessibilità nelle procedure di avviamento e di rilevazione delle aziende mediante i seguenti strumenti: avviamento progressivo, considerazione della convalida dell’esperienza professionale acquisita dal candidato precedentemente all’avviamento, nel caso in cui questi non disponga del livello di formazione richiesto, deroga alla condizione dell’età allorché il candidato presenta un progetto di avviamento vitale, in particolare in zone agricole sfavorite, ecc.;

69.

ritiene che occorra prendere le misure necessarie per appoggiare, accompagnare e consigliare i giovani agricoltori nel quadro del premio di primo insediamento, con l’obiettivo di aumentare i casi di successo e, in parallelo, ridurre o eliminare i casi di abbandono o anche di fallimento;

70.

propone l’istituzione di un Anno europeo del dialogo tra città e campagna;

71.

invita la Commissione a sostenere, in linea generale, i giovani agricoltori che intendono lanciarsi in tale impresa con una politica affidabile, una burocrazia rispondente alla realtà e il massimo appoggio alla gestione;

72.

invita la Commissione a presentare a tempo debito una relazione intermedia sulla situazione dei giovani agricoltori e ad ascoltare le organizzazioni interessate;

73.

sottolinea la necessità di accompagnare i giovani agricoltori negli anni successivi al loro avviamento e di prevedere un fondo di riserva specifico che li aiuti a superare gli imprevisti nell’ambito del loro insediamento, quali una grave avversità climatica che danneggi il raccolto o un sensibile aumento degli oneri;

74.

invita la Commissione a riflettere sui metodi che consentono lo scambio delle migliori pratiche nelle tecniche innovative di produzione e di gestione delle aziende agricole tra i nuovi agricoltori di tutta l’Unione europea;

75.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.


(1)  GU C 262 del 18.9.2001, pag. 153.

(2)  GU L 277 del 21.10.2005, pag. 1.

(3)  GU L 270 del 21.10.2003, pag. 1.


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