This document is an excerpt from the EUR-Lex website
Document 52007AE0990
Opinion of the European Economic and Social Committee on the Communication from the Commission to the Council and the European Parliament — Nuclear Illustrative Programme, presented under Article 40 of the Euratom Treaty for the opinion of the European Economic and Social Committee COM(2006) 844 final
Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo Programma indicativo per il settore nucleare — Presentato, per parere, al Comitato economico e sociale europeo ai sensi dell'articolo 40 del Trattato Euratom COM(2006) 844 def.
Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo Programma indicativo per il settore nucleare — Presentato, per parere, al Comitato economico e sociale europeo ai sensi dell'articolo 40 del Trattato Euratom COM(2006) 844 def.
GU C 256 del 27.10.2007, p. 51–61
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
27.10.2007 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 256/51 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo Programma indicativo per il settore nucleare — Presentato, per parere, al Comitato economico e sociale europeo ai sensi dell'articolo 40 del Trattato Euratom
COM(2006) 844 def.
(2007/C 256/11)
La Commissione europea, in data 10 gennaio 2007, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 40 del Trattato Euratom, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla proposta di cui sopra.
La sezione specializzata Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 19 giugno 2007, sulla base del progetto predisposto dalla relatrice SIRKEINEN.
Il Comitato economico e sociale europeo, in data 12 luglio 2007, nel corso della 437a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 81 voti favorevoli, 28 voti contrari e 15 astensioni.
1. Sintesi
1.1 |
Nel 2004 il Comitato economico e sociale europeo, nel proprio parere sul tema Le sfide del nucleare per la produzione di elettricità, ha suggerito di mettere in atto «uno sforzo d'informazione sulle sfide reali dell'industria nucleare: sicurezza d'approvvigionamento, mancate emissioni di CO2, prezzi competitivi, sicurezza e gestione dei combustibili esauriti in modo da permettere alla società civile organizzata di analizzare in modo critico il contenuto dei dibattiti che le vengono proposti su questi temi». Il nuovo programma indicativo per il settore nucleare fornisce tali informazioni. Il Comitato concorda ampiamente con l'analisi e la descrizione presentate nella comunicazione della Commissione, nella quale, a suo avviso, viene presa in considerazione e illustrata in modo corretto la maggior parte degli aspetti fondamentali relativi all'energia nucleare. Il Comitato richiama inoltre l'attenzione su alcuni aspetti dell'energia nucleare di cui si deve tener conto. |
1.2 |
L'energia nucleare, che nel 2004 rappresentava il 31 % della produzione di energia elettrica e il 15 % del consumo totale di energia primaria nell'UE, svolge un ruolo fondamentale nel mercato energetico. Essa, inoltre, soddisfa pienamente gli obiettivi di politica energetica dell'UE. Il costo dell'energia nucleare oggigiorno è decisamente competitivo, la dipendenza dall'estero è limitata e le fonti di combustibile sono diversificate e sicure, il che soddisfa le esigenze di sicurezza degli approvvigionamenti. L'energia nucleare, in Europa, è attualmente la principale fonte di energia sostanzialmente priva di emissioni di biossido di carbonio. |
1.3 |
In seguito alla decisione del Consiglio europeo sugli obiettivi relativi alle emissioni di gas a effetto serra per il 2020 e oltre, è evidente che tutta la capacità supplementare di produrre energia a bassa emissione di carbonio, indipendentemente dal fatto che si tratti di energie rinnovabili, energia nucleare o, potenzialmente, tecnologie pulite del carbone, dovrebbe sostituire le capacità che comportano emissioni di CO2, contribuendo così ad aumentare la percentuale complessiva di elettricità a bassa emissione di carbonio. All'atto pratico, se non viene mantenuta almeno l'attuale quota di energia nucleare fino a quando non siano disponibili soluzioni energetiche pulite totalmente nuove, non si riusciranno a realizzare gli obiettivi concernenti il cambiamento climatico ed altri aspetti di politica energetica. |
1.4 |
Il Comitato sottolinea il ruolo sempre importante dell'UE nello sviluppare ulteriormente un quadro il più possibile all'avanguardia per l'energia nucleare negli Stati membri che hanno scelto tale energia, in conformità con i più elevati standard di protezione, sicurezza e non proliferazione, come previsto dal Trattato Euratom. |
1.5 |
Il compito più impellente è quello di trovare una soluzione alla questione dei rifiuti radioattivi (e specialmente dello smaltimento definitivo del combustibile nucleare esaurito), per la quale le tecnologie esistono ma mancano le decisioni politiche. Il Comitato è d'accordo con la Commissione anche in merito agli altri aspetti che necessitano ancora di attenzione a livello dell'UE: la sicurezza nucleare e la radioprotezione (settori nei quali l'Europa ha ottenuto eccellenti risultati), nonché la garanzia di risorse finanziarie a lungo termine per la disattivazione degli impianti in funzione. |
1.6 |
Il Comitato richiama l'attenzione su alcuni ulteriori aspetti dell'energia nucleare che non vengono menzionati nel programma indicativo nucleare: la minaccia del terrorismo e, per alcune centrali, la questione di una sufficiente disponibilità di acqua di raffreddamento. |
1.7 |
Una preoccupazione per gli Stati membri che vogliono ricorrere ancora all'energia atomica può essere la perdita di attrattiva del settore nucleare in quanto datore di lavoro e argomento di ricerca. Il Comitato condivide la posizione della Commissione secondo cui le conoscenze specialistiche nel campo della radioprotezione e delle tecnologie nucleari sono fondamentali per l'UE e, pertanto, è necessario prestare attenzione all'istruzione, alla formazione e alla ricerca in questi settori. |
1.8 |
Il Comitato sottolinea infine il diritto di ciascuno Stato membro di scegliere il proprio mix energetico, compreso, come affermato nel programma indicativo, l'uso del nucleare. |
2. Introduzione
2.1 |
A norma dell'articolo 40 del Trattato Euratom, «per incoraggiare l'iniziativa di persone e di imprese e agevolare uno sviluppo coordinato dei loro investimenti nel campo nucleare, la Commissione pubblica periodicamente dei programmi a carattere indicativo, riguardanti in particolare obiettivi di produzione di energia nucleare e gli investimenti di qualsiasi natura richiesti dalla loro realizzazione. La Commissione domanda il parere del Comitato economico e sociale europeo su tali programmi, prima della loro pubblicazione». Dal 1958 sono stati pubblicati quattro programmi indicativi ed un aggiornamento, l'ultima volta nel 1997. |
2.2 |
Il progetto di programma indicativo in esame è stato pubblicato dalla Commissione il 10 gennaio 2007, nel quadro del pacchetto sull'energia e il cambiamento climatico Una politica energetica per l'Europa. La versione finale verrà messa a punto e pubblicata non appena la Commissione avrà ricevuto il parere del Comitato economico e sociale europeo. |
2.3 |
Le altre parti del pacchetto «Energia» consistono in primo luogo nella proposta di fissare, nel quadro della lotta contro il cambiamento climatico, l'obiettivo di ridurre del 30 % i gas a effetto serra nei paesi industrializzati entro il 2020 rispetto al livello del 1990, e in ogni caso del 20 % nella sola UE. Il pacchetto si occupa inoltre del mercato interno del gas e dell'elettricità, nonché delle interconnessioni delle reti dell'elettricità e del gas e contiene proposte intese a promuovere la produzione di energia sostenibile a partire dai combustibili fossili; stabilisce inoltre un calendario per promuovere le energie rinnovabili, e in particolare i biocarburanti per i trasporti, prevedendo fra l'altro una quota vincolante del 20 % di energie rinnovabili nel mix energetico complessivo dell'UE entro il 2020 e risparmi energetici, con l'obiettivo di un aumento del 20 % dell'efficienza energetica entro il 2020; infine, prevede un futuro Piano strategico europeo per le tecnologie energetiche. Il 9 marzo 2007 il Consiglio europeo ha espresso parere favorevole sugli obiettivi e i contenuti politici essenziali del pacchetto energetico. |
2.4 |
Il Comitato ha elaborato pareri in merito a ciascun programma indicativo per il settore nucleare, come previsto dal Trattato. Inoltre, ha affrontato il tema dell'energia nucleare anche in numerosi altri pareri e, recentemente, in modo particolare nel parere di iniziativa sul ruolo del nucleare per la produzione di elettricità, adottato nel 2004. Nelle conclusioni del parere si afferma che «il Comitato giudica che (…) il nucleare dovrebbe rappresentare uno degli elementi di una politica energetica diversificata, equilibrata, economica e sostenibile per l'UE (…). Tenuto conto dei problemi che esso solleva, non è possibile immaginare di puntare tutto sul nucleare, ma, sul fronte opposto, il Comitato reputa che il suo abbandono parziale o totale comprometterebbe le opportunità di rispettare gli impegni assunti dall'UE in materia di cambiamento climatico». |
3. Il documento della Commissione
3.1 |
Il documento della Commissione passa in rassegna gli investimenti effettuati nel settore dell'energia nucleare negli ultimi dieci anni, descrive gli aspetti economici della produzione di energia nucleare e il suo impatto sul mix energetico e illustra le condizioni che la rendono accettabile alla società. Il contenuto della comunicazione viene presentato in modo più dettagliato qui di seguito. |
3.2 |
Spetta ai singoli Stati membri decidere se avvalersi o meno dell'energia nucleare per il proprio approvvigionamento energetico. Recentemente la Finlandia e la Francia hanno deciso di ampliare le proprie capacità di produzione di energia nucleare. Paesi Bassi, Polonia, Svezia, Repubblica ceca, Lituania, Estonia, Lettonia, Slovacchia, Regno Unito, Bulgaria e Romania hanno invece riaperto il dibattito sulla loro politica nucleare. Germania, Spagna e Belgio, nonostante i dibattiti in corso, proseguono le loro politiche di progressivo abbandono del nucleare. 12 dei 27 Stati membri non producono energia nucleare. |
3.3 |
Con 152 reattori presenti nell'UE-27, l'energia nucleare oggi rappresenta il 30 % della produzione di energia elettrica in Europa. Tuttavia, se verrà confermata la politica di progressivo abbandono del nucleare perseguita da alcuni Stati membri dell'UE, questa percentuale si ridurrà sensibilmente. Per soddisfare la domanda energetica prevista e ridurre la dipendenza dell'Europa dalle importazioni, si potrebbero decidere nuovi investimenti nel settore o una proroga del funzionamento di alcune centrali. |
3.4 |
Secondo la Commissione, una produzione potenziata di energia nucleare potrebbe essere un'opzione per ridurre le emissioni di CO2 e potrebbe svolgere un ruolo importante nell'affrontare il problema del cambiamento climatico a livello globale. L'energia nucleare fondamentalmente non dà luogo a emissioni di carbonio e rientra nello scenario elaborato dalla Commissione per ridurre il carbonio, il quale prevede anche l'obiettivo di diminuire le emissioni di CO2. Questo aspetto potrebbe anche costituire una considerazione importante nelle discussioni sui futuri sistemi di scambio delle quote di emissione. |
3.5 |
Il principale fattore che incide sulle prospettive di crescita del nucleare è di natura economica, in quanto una centrale nucleare richiede investimenti iniziali compresi tra 2 e 3,5 miliardi di euro. La produzione di energia nucleare presenta costi di costruzione più elevati rispetto a quelli dei combustibili fossili, tuttavia, dopo gli investimenti iniziali, i costi operativi sono nettamente inferiori. In dettaglio, la Commissione afferma quanto segue: |
3.5.1 |
«i rischi economici del nucleare sono legati all'importanza dell'investimento iniziale e necessitano, successivamente, di un funzionamento praticamente senza intoppi per i primi 15-20 anni, su una durata dai 40 ai 60 anni, per recuperare il capitale iniziale. Inoltre, la disattivazione e la gestione dei rifiuti costringono ad accantonare risorse finanziarie per un periodo da 50 a 100 anni successivo alla chiusura del reattore; |
3.5.2 |
nell'UE a 27 (1) si contano 152 reattori nucleari di produzione di energia elettrica in 15 Stati membri. La media dell'età dei reattori si aggira sui 25 anni (2). Nel caso della Francia, che possiede il parco di reattori più numeroso (59) dal quale riceve l'80 % della sua energia elettrica, e della Lituania, in cui una sola centrale nucleare garantisce il 70 % della produzione d'energia elettrica, la media dell'età dei reattori è di 20 anni. Il parco di 23 centrali nel Regno Unito ha una media d'età attorno ai 30 anni, mentre l'età media del parco tedesco (17 centrali) è di 25 anni; |
3.5.3 |
l'energia nucleare presenta di solito una combinazione di costi elevati di costruzione e di costi di gestione inferiori a quelli dell'energia elettrica prodotta a partire da combustibili fossili, che ha costi di capitale inferiori ma costi di gestione più elevati e più sensibili alla variazione dei prezzi del combustibile.» |
3.6 |
La produzione di energia nucleare è ampiamente insensibile alle variazioni del prezzo delle materie prime, poiché un modesto quantitativo di uranio che in misura prevalente proviene da regioni politicamente stabili può garantire il funzionamento di un reattore per decenni. All'attuale livello dei consumi, le riserve di uranio conosciute, ragionevolmente sicure e utilizzabili a prezzi competitivi possono sopperire al fabbisogno dell'industria nucleare almeno per i prossimi 85 anni. Per questo motivo, nella maggior parte dei paesi industrializzati la costruzione di nuove centrali nucleari permette di produrre energia elettrica di base in modo economico. |
3.7 |
Dal 1997 ad oggi l'industria nucleare ha effettuato investimenti considerevoli. La Commissione riconosce l'importanza di mantenere il primato tecnologico nel campo dell'energia nucleare ed appoggia la messa a punto di un quadro regolamentare all'avanguardia per il settore nucleare, che copra anche la non proliferazione, la gestione dei rifiuti e lo smantellamento degli impianti. Fin dall'entrata in vigore del Trattato Euratom, la sicurezza nucleare e la radioprotezione sono state tra le principali preoccupazioni della Comunità europea e hanno acquisito ulteriore importanza in seguito agli ultimi due allargamenti dell'Unione. |
3.8 |
A livello di Unione europea si dovrebbe garantire che negli Stati membri che scelgono l'energia nucleare venga portata avanti l'elaborazione di un quadro regolamentare all'avanguardia, conformemente ai più elevati standard di sicurezza e non proliferazione, come previsto dal Trattato Euratom (compresi la gestione delle scorie radioattive e lo smantellamento degli impianti). |
3.9 |
La Commissione propone che la discussione sugli orientamenti per il futuro sia incentrata soprattutto sui seguenti aspetti:
|
4. Osservazioni generali
4.1 |
Il Comitato accoglie con favore il progetto del nuovo programma indicativo per il settore nucleare elaborato dalla Commissione. Il settore energetico è molto cambiato nei 10 anni trascorsi dalla pubblicazione dell'ultimo programma indicativo. In particolare, negli ultimi anni, nuovi e drammatici sviluppi hanno richiamato fortemente l'attenzione su tutti e tre gli aspetti della politica energetica, vale a dire la sicurezza dell'approvvigionamento, la competitività e i prezzi ragionevoli, e sull'ambiente, in particolare sul cambiamento climatico. L'UE ha reagito agli evidenti problemi e sfide formulando proposte in merito a una politica energetica europea. In questo contesto sono necessarie un'analisi e delle proposte relative all'energia nucleare che inquadrino l'energia nucleare nello scenario energetico globale e forniscano le informazioni necessarie per la definizione di una politica energetica in Europa. |
4.2 |
Nel 2004 il Comitato, nel proprio parere sul tema Le sfide del nucleare per la produzione di elettricità, ha suggerito di mettere in atto «uno sforzo d'informazione sulle sfide reali dell'industria nucleare: sicurezza d'approvvigionamento, mancate emissioni di CO2, prezzi competitivi, sicurezza e gestione dei combustibili esauriti in modo da permettere alla società civile organizzata di analizzare in modo critico il contenuto dei dibattiti che le vengono proposti su questi temi». Il nuovo programma indicativo per il settore nucleare fornisce tali informazioni. Il Comitato concorda ampiamente con l'analisi e la descrizione presentate nella comunicazione della Commissione, nella quale, a suo avviso, viene presa in considerazione e illustrata in modo corretto la maggior parte degli aspetti fondamentali relativi all'energia nucleare. Il Comitato richiama inoltre l'attenzione su alcuni aspetti dell'energia nucleare di cui si deve tener conto. |
4.3 |
L'energia nucleare, che nel 2004 rappresentava il 31 % della produzione di energia elettrica e il 15 % del consumo totale di energia primaria nell'UE, svolge un ruolo fondamentale nel mercato energetico. Essa, inoltre, soddisfa pienamente gli obiettivi di politica energetica dell'UE. Il costo dell'energia nucleare oggigiorno è decisamente competitivo, soprattutto se tale energia viene utilizzata per il carico di base. La dipendenza dall'estero è limitata e le fonti di combustibile sono diversificate e sicure, il che soddisfa le esigenze di sicurezza degli approvvigionamenti. L'energia nucleare, in Europa, è attualmente la principale fonte di energia sostanzialmente priva di emissioni di biossido di carbonio (cfr. sotto, punto 4.8). |
4.4 |
Una migliore efficienza energetica (compresa la generazione combinata di calore ed elettricità) e il conseguente contenimento della domanda sono il primo e principale obiettivo dell'agenda di politica energetica. Sono necessari ancora ingenti investimenti nel campo della produzione di elettricità nell'UE per sostituire le vecchie centrali e, possibilmente, anche per soddisfare l'ulteriore domanda, considerato che gli sviluppi del mercato e l'evoluzione tecnologica possono far aumentare la quota dell'energia elettrica nella domanda energetica totale. |
4.4.1 |
A medio e lungo termine è possibile che nuove tecnologie energetiche come quella dell'idrogeno, le pompe di calore, le automobili elettriche, ecc. facciano aumentare la domanda di elettricità, come percentuale della domanda energetica totale, più rapidamente di quanto stimato negli attuali scenari. Uno sviluppo di questo tipo potrebbe far sì che, nel mix energetico dell'UE, l'energia nucleare assuma un ruolo molto più importante di quello che ha attualmente. |
4.5 |
Il Comitato prende atto degli attuali piani di prolungare l'attività delle centrali ormai giunte al di là del loro periodo di sfruttamento commerciale, compreso di solito tra i 30 e i 40 anni. Nella comunicazione in esame, la Commissione non ha approfondito la questione dell'invecchiamento delle centrali nucleari europee, sulla quale occorrerebbero più informazioni. Considerato che la Commissione afferma che «alcuni rischi finanziari ed ambientali rimangono a carico delle autorità pubbliche in alcuni Stati membri, in particolare la responsabilità degli impianti per lo smaltimento e la gestione a lungo termine dei rifiuti», in futuro andranno adottate disposizioni al riguardo. |
4.6 |
Questi nuovi investimenti, idealmente, dovrebbero rispondere agli obiettivi di sicurezza dell'approvvigionamento, competitività e lotta al cambiamento climatico. Considerate le caratteristiche e le potenzialità di altre forme di produzione di energia c'è da attendersi che, da un lato, venga prolungata la durata di esercizio degli impianti nucleari esistenti e, dall'altro, vengano effettuati nuovi investimenti. Su questo il Comitato è d'accordo con la Commissione. |
4.7 |
Secondo la Commissione, all'attuale livello dei consumi le risorse di uranio sarebbero sufficienti per 85 anni. Altre fonti forniscono su questo punto informazioni diverse, che perlopiù variano tra gli 85 e i 500 anni. Considerata l'importanza della disponibilità di combustibile per la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, la Commissione dovrebbe fornire informazioni più dettagliate in merito alla disponibilità di combustibile nucleare. |
4.8 |
Quando si confronta l'impatto ambientale di diverse fonti energetiche è importante valutare l'impatto ambientale complessivo dell'intero processo, dalla fase di approvvigionamento con le materie prime, produzione, trasporto e produzione di energia fino a quella di riciclaggio e smaltimento. Il Consiglio mondiale dell'energia (World Energy Council — WEC) ha pubblicato una relazione riassuntiva (Comparison of Energy Systems Using Life Cycle Assessment — WEC, luglio 2004) nella quale vengono menzionati e passati in rassegna diversi studi relativi alla valutazione del ciclo di vita. La relazione evidenzia che le emissioni di CO2 per kWh di elettricità generato mediante l'energia nucleare sono modeste e hanno un livello pari a quello dell'energia eolica, da biomassa e idroelettrica, ossia compreso tra l'1 e il 5 % delle emissioni delle centrali a carbone. |
4.9 |
È quindi fondamentale tener conto del prezioso contributo che dà l'energia nucleare alla prevenzione della produzione di gas serra. Considerato l'attuale mix energetico, l'impiego dell'energia nucleare nell'UE consente di evitare l'immissione di circa 600 milioni di tonnellate di CO2 all'anno. A livello mondiale si evitano approssimativamente 2 miliardi di tonnellate di CO2, pari all'attuale volume complessivo di emissioni di CO2 di Francia, Germania e Regno Unito. Se i piani di abbandono progressivo del nucleare di alcuni Stati membri verranno mantenuti, gran parte delle attuali centrali nucleari europee andranno sostituite da altre fonti energetiche che non producono emissioni. Inoltre, se le attuali centrali nucleari al termine del loro ciclo di vita non vengono sostituite da nuovi impianti, nel medio termine tutta l'energia di origine nucleare andrà sostituita con altri tipi di energia a emissioni zero. |
4.10 |
In seguito alla decisione del Consiglio europeo sugli obiettivi relativi ai gas a effetto serra per il 2020 e oltre, è evidente che tutta la capacità supplementare di produrre energia a bassa emissione di carbonio, indipendentemente dal fatto che si tratti di energie rinnovabili, energia nucleare o, potenzialmente, tecnologie pulite del carbone, dovrebbe sostituire le capacità che comportano emissioni di CO2, contribuendo così ad aumentare la percentuale complessiva di elettricità a bassa emissione di carbonio. All'atto pratico, se non viene mantenuta almeno l'attuale quota di energia nucleare fino a quando non siano disponibili soluzioni energetiche totalmente nuove, non si riusciranno a realizzare gli obiettivi concernenti il cambiamento climatico ed altri aspetti di politica energetica in modo economicamente accettabile. D'altra parte, però, è ovvio che una quota crescente di energia nucleare, unita alle fonti rinnovabili, renderebbe più efficace, in termini di costi, la lotta contro il cambiamento climatico. |
4.11 |
Il Comitato appoggia l'obiettivo di internalizzare i costi esterni nel prezzo di tutte le attività energetiche e delle altre attività di mercato. Da uno studio sui costi esterni (ExternE) (3) effettuato dalla Commissione emerge che i costi esterni dell'energia nucleare sono pari a 0,4 cent/kWh. Secondo le stime, i corrispondenti costi esterni per la produzione di elettricità mediante centrali a carbone sono superiori di 10 volte e quelli dell'energia da biomassa di alcune volte, mentre quelli dell'energia eolica sono inferiori e quelli dell'energia idroelettrica sono pari a quelli del nucleare. |
4.12 |
La Commissione osserva che una questione fondamentale è quella di stabilire se per l'energia nucleare siano necessarie misure politiche. Tutte le tecnologie dell'energia pulita dovrebbero essere trattate allo stesso modo. Andrebbero individuati meccanismi per promuovere la ricerca incentrata sui reattori della prossima generazione e sul relativo ciclo del combustibile nucleare. A tal fine, si potrebbero prevedere sovvenzioni circoscritte agli sviluppi totalmente nuovi (progetti pilota), ma l'energia nucleare convenzionale non ha bisogno di sovvenzioni e non andrebbe sovvenzionata. |
4.13 |
La Commissione riconosce che l'opinione pubblica e la percezione che essa ha del nucleare sono un aspetto fondamentale per il futuro della politica nucleare. Il Comitato condivide questa posizione, pur ricordando che l'accettazione varia notevolmente da uno Stato membro all'altro. Occorre migliorare l'accessibilità delle informazioni per il pubblico e la trasparenza delle procedure decisionali, in quanto i sondaggi rivelano che la popolazione dell'UE è male informata sulle questioni nucleari. In questo contesto la Commissione potrebbe svolgere un ruolo utile. Come il Comitato ha già ripetutamente affermato in passato, sono però necessarie anche misure concrete per rispondere alle preoccupazioni del pubblico. |
4.14 |
Il Comitato sottolinea il ruolo sempre importante dell'UE nello sviluppare ulteriormente un quadro all'avanguardia per l'energia nucleare negli Stati membri che hanno scelto tale energia, in conformità con i più elevati standard di sicurezza e non proliferazione, come previsto dal Trattato Euratom. |
4.15 |
Il compito più impellente è quello di trovare una soluzione alla questione dei rifiuti radioattivi (e specialmente dello smaltimento definitivo del combustibile nucleare esaurito), per la quale le tecnologie esistono, ma mancano le decisioni politiche. È una questione fondamentale che riguarda l'impatto sull'ambiente e sulla salute e l'accettazione del nucleare da parte dell'opinione pubblica. Il programma indicativo per il settore nucleare sottolinea che finora nessun paese ha attuato la soluzione definitiva proposta. Tuttavia, ci sono stati dei progressi in Finlandia, dove è stato scelto un sito di smaltimento, come pure in Svezia e in Francia, dove sono stati fatti grandi passi avanti nella selezione dei siti. |
4.16 |
Il Comitato è d'accordo con la Commissione anche in merito agli altri aspetti che necessitano ancora di attenzione a livello dell'UE: la sicurezza nucleare e la radioprotezione (settori nei quali l'Europa ha ottenuto buoni risultati), nonché la garanzia di risorse finanziarie per la disattivazione degli impianti in funzione. |
4.17 |
Il programma indicativo nucleare non menziona la nuova minaccia del terrorismo. Eppure si tratta di una minaccia grave per le centrali nucleari, come pure per molti altri stabilimenti industriali e edifici pubblici in tutto il mondo. Tutte le nuove centrali nucleari dovrebbero essere progettate in modo da resistere allo schianto di un aereo passeggeri di grandi dimensioni senza emissioni radioattive all'esterno della centrale. Anche i sistemi di sicurezza tecnici e quelli operati dall'uomo devono essere progettati e applicati in modo da prevenire qualsiasi tipo di attacco terroristico all'interno delle centrali nucleari. La Commissione, in cooperazione con le autorità responsabili e gli operatori, dovrebbe avviare iniziative intese a garantire che, presso ogni centrale nucleare, vengano attuate misure appropriate per la prevenzione del terrorismo. |
4.18 |
Nelle ultime estati calde e secche ha destato attenzione anche la questione di una sufficiente disponibilità di acqua di raffreddamento proveniente dai fiumi per le centrali nucleari a condensazione. Finora si è trattato di un problema strettamente locale, poco frequente e di durata limitata ma, in alcuni casi, col tempo potrebbe diventare più serio. Bisogna tenerne conto nella progettazione delle unità delle centrali elettriche e nella scelta del sito. |
4.19 |
Un'altra preoccupazione riguarda l'attrattiva che il settore dell'energia nucleare esercita in quanto datore di lavoro e argomento di ricerca dopo una ventina d'anni di quasi moratoria in Europa. La conseguente mancanza di interesse da parte di studenti e professionisti rappresenta un ostacolo allo sviluppo generale dell'energia nucleare e potrebbe anche comportare un rischio sul piano della sicurezza. Il Comitato condivide la posizione della Commissione, secondo cui le conoscenze specialistiche nel campo della radioprotezione e delle tecnologie nucleari sono fondamentali per l'UE e, pertanto, è necessario prestare attenzione all'istruzione, alla formazione e alla ricerca in questi settori. Lo stesso dicasi per la conservazione e il trasferimento delle conoscenze dalla generazione di scienziati ed ingegneri che ha costruito l'attuale parco di reattori in Europa mentre, in molti paesi, per molti anni in questo settore non sono entrati esperti più giovani. |
4.20 |
La Commissione ricorda che spetta a ciascuno Stato membro decidere se utilizzare o meno l'energia nucleare. Il Comitato sostiene il diritto di ciascuno Stato membro di scegliere il proprio mix energetico, ivi compreso l'uso del nucleare. Questo diritto andrebbe rispettato non solo dall'UE, ma anche dagli altri Stati membri. Tuttavia, le decisioni di uno Stato membro influiscono in vari modi sulla situazione degli altri paesi e, con la maggiore apertura dei mercati nazionali, questa interdipendenza crescerà. |
5. Osservazioni relative alle misure proposte
5.1 |
Nel capitolo 6.5 del programma indicativo per il settore nucleare («Orientamenti per il futuro»), la Commissione presenta per discussione proposte di misure da attuare principalmente a livello UE (cfr. il punto 3.9 del presente parere). Qui di seguito il Comitato formula le proprie considerazioni in merito. |
5.1.1 |
Il Comitato concorda con la posizione della Commissione, secondo cui ai fini della definizione di livelli di riferimento comuni di sicurezza nucleare e della loro adeguata attuazione ci si dovrebbe basare sulla vasta competenza delle autorità nazionali per la sicurezza nucleare degli Stati membri, avvalendosi anche della collaborazione della WENRA (4). Qualsiasi altro approccio potrebbe eventualmente mettere in pericolo gli attuali elevati standard di sicurezza in alcuni Stati membri. |
5.1.2 |
Un gruppo ad alto livello sulla sicurezza nucleare formato da rappresentanti delle autorità nazionali competenti potrebbe contribuire al processo di armonizzazione, nonché a migliorare i collegamenti con le convenzioni internazionali in materia di sicurezza nucleare. |
5.1.3 |
Il Comitato reputa assolutamente necessario che gli Stati membri che usano l'energia nucleare attuino piani nazionali per la gestione del combustibile nucleare e dei rifiuti radioattivi. I piani nazionali possono adottare una strategia puramente nazionale, multinazionale o a doppio binario. Qualsiasi altra opzione equivarrebbe ad imporre in modo irresponsabile alle prossime generazioni gli obblighi che incombono alla generazione attuale. |
5.1.4 |
Le piattaforme tecnologiche si sono dimostrate strumenti molto validi per la creazione di partenariati pubblico-privato per elaborare dei programmi di ricerca strategica europei. Il Comitato appoggia l'intenzione della Commissione di servirsi di questo strumento nei settori della fissione nucleare sostenibile e dei depositi geologici. Potrebbe essere uno strumento decisamente necessario per attirare i giovani ricercatori verso il settore nucleare. |
5.1.5 |
Al fine di garantire che si tenga pienamente conto dei costi di gestione relativi all'intero ciclo di vita degli impianti e assicurare condizioni eque, è fondamentale che gli operatori mettano a disposizione risorse finanziarie adeguate mediante i fondi per la disattivazione, sia nell'UE che a livello mondiale. Tuttavia, il Comitato non vede la necessità di una completa armonizzazione della gestione di tali fondi, purché vengano rispettati i principi di una copertura completa e garantita e della trasparenza. |
5.1.6 |
Per rendere più prevedibili i tempi necessari per i progetti di costruzione, consentendo in tal modo una pianificazione e un calcolo dei costi più accurati, sono necessari il rispetto dei più elevati standard di sicurezza e, al medesimo tempo, la semplificazione delle procedure di autorizzazione e la loro graduale armonizzazione sulla base della cooperazione tra le autorità di regolamentazione nazionali. Non si deve però mai compromettere la sicurezza. |
5.1.7 |
Il Comitato appoggia la proposta della Commissione di aggiornare i massimali relativi ai prestiti Euratom e di garantire una maggiore disponibilità degli stessi. In linea di principio, per gli investimenti in qualsiasi forma di energia si dovrebbe poter accedere su un piano di parità e alle medesime condizioni agli strumenti finanziari altrimenti forniti dalla BEI. |
5.1.8 |
Secondo il Comitato, anche un regime armonizzato di responsabilità, che preveda un meccanismo in grado di garantire la disponibilità di fondi in caso di danni provocati da un incidente nucleare senza fare ricorso ai finanziamenti pubblici, è fondamentale per garantire una maggiore accettabilità dell'energia nucleare. A tal fine l'attuale sistema (copertura di 700 milioni di USD) non è adeguato. Il problema della copertura assicurativa di una probabilità di incidente estremamente bassa associata a danni potenzialmente molto gravi e costosi va affrontato in modo aperto, costruttivo e pragmatico. Una possibilità potrebbe essere quella delle assicurazioni collettive. |
5.1.9 |
Il Comitato accoglie con favore la proposta di dare un nuovo slancio alla cooperazione internazionale con l'AIEA e la NEA e agli accordi bilaterali. In tale contesto si dovrebbe porre un accento particolare sull'assistenza ai paesi limitrofi. |
5.2 |
Al di là delle attuali proposte della Commissione, il Comitato reputa che, al momento di preparare le prossime tappe, essa potrebbe utilmente prendere in considerazione i seguenti aspetti: |
5.2.1 |
richiamare l'attenzione degli Stati membri sulla probabilità di un nuovo aumento del bisogno di istruzione e formazione nel campo dell'energia e della tecnologia nucleare in senso ampio, comprese in particolare l'educazione e la formazione in materia di sicurezza nucleare. L'istruzione è un modo non soltanto di fornire nuovi professionisti al settore nucleare, ma anche di sensibilizzare i cittadini a questa tematica, e ciò è di fondamentale importanza per formare l'opinione pubblica; |
5.2.2 |
analizzare altri potenziali problemi legati agli investimenti nell'energia nucleare in un mercato energetico aperto, considerata l'entità di tali investimenti e i lunghi tempi di costruzione degli impianti, e valutare possibili soluzioni basate sul mercato; |
5.2.3 |
l'industria europea della tecnologia nucleare ha raggiunto una posizione di leader mondiale, e questo crea posti di lavoro di alto livello e, al medesimo tempo, contribuisce alla sicurezza nucleare nel mondo intero grazie agli eccellenti standard di sicurezza. Considerato che a livello globale ci si attende un rapido aumento degli investimenti nel nucleare, per mantenere la propria posizione di leader, l'industria nucleare europea — compresa quella dell'indotto che produce le componenti a monte — dovrebbe essere uno dei settori al centro del nuovo approccio settoriale della Commissione in materia di politica industriale. |
5.3 |
Infine, il Comitato si compiace anche dell'intenzione della Commissione di aumentare la frequenza della pubblicazione dei programmi indicativi per il settore nucleare, fornendo così un quadro più aggiornato della situazione nell'UE. |
Bruxelles, 12 luglio 2007
Il presidente
del Comitato economico e sociale europeo
Dimitris DIMITRIADIS
(1) Allegato 2: dati per paese sulle attività attuali nel ciclo del combustibile nucleare.
(2) Allegato 1: cfr. le figure 6 e 7, che rappresentano le centrali per età e la ripartizione delle età tra i paesi.
(3) External Costs — Research results on socio-environmental damages due to electricity and transport, Commissione europea, 2003.
(4) Associazione delle autorità di regolamentazione nucleare dell'Europa occidentale.
ALLEGATO
al parere del Comitato economico e sociale europeo
Qui di seguito si riportano gli emendamenti che, pur essendo stati respinti durante il dibattito, hanno ottenuto un numero di voti pari ad almeno un quarto dei voti espressi.
Punto 1.1
Modificare come segue:
«Nel 2004 il Comitato economico e sociale europeo, nel proprio parere sul tema Le sfide del nucleare per la produzione di elettricità, ha suggerito di mettere in atto “uno sforzo d'informazione sulle sfide reali dell'industria nucleare: sicurezza d'approvvigionamento, mancate emissioni di CO 2, prezzi competitivi, sicurezza e gestione dei combustibili esauriti in modo da permettere alla società civile organizzata di analizzare in modo critico il contenuto dei dibattiti che le vengono proposti su questi temi”. Il nuovo programma indicativo per il settore nucleare fornisce alcune di tali informazioni. Il Comitato concorda ampiamente in parte con l'analisi e la descrizione presentate nella comunicazione della Commissione, ma rileva anche che dei temi importanti non vengono trattati (cfr. fra l'altro punto 1.6) nella quale, a suo avviso, viene presa in considerazione e illustrata in modo corretto la maggior parte degli aspetti fondamentali relativi all'energia nucleare. Il Comitato richiama inoltre l'attenzione su alcuni aspetti dell'energia nucleare di cui si deve tener conto.»
Motivazione
La modifica è una conseguenza degli altri emendamenti, nonché del punto 1.6 del progetto di parere, in cui si fa notare che alcuni aspetti importanti come il terrorismo e l'acqua di raffreddamento non vengono trattati in modo adeguato.
Esito della votazione
Voti favorevoli: 49
Voti contrari: 52
Astensioni: 11
Punto 1.2
Modificare come segue:
«L'energia nucleare, che nel 2004 rappresentava il 31 % della produzione di energia elettrica e il 15 % del consumo totale di energia primaria nell'UE, svolge un ruolo fondamentale nel mercato energetico. Essa, inoltre, soddisfa pienamente gli obiettivi di politica energetica dell'UE. Il costo dell'energia nucleare oggigiorno è decisamente competitivo, la dipendenza dall'estero è limitata e le fonti di combustibile sono diversificate e sicure, il che soddisfa le esigenze di sicurezza degli approvvigionamenti. L'energia nucleare, in Europa, è attualmente la principale fonte una delle principali fonti di energia sostanzialmente priva prive di emissioni di biossido di carbonio. L'impatto ambientale che presenta da altri punti di vista è circoscritto e contenuto. »
Motivazione
Nel documento della Commissione non si parla di «principale» fonte di energia sostanzialmente priva di emissioni di biossido di carbonio, ma di «una delle fonti principali». Il testo va citato in modo corretto.
Quanto alle altre implicazioni ambientali, si vedano gli altri emendamenti. [Ndt: questa osservazione riguarda la versione tedesca; nel testo italiano della comunicazione si legge infatti: «Il nucleare rappresenta attualmente in Europa la maggiore fonte di energia senza emissioni di carbonio (CO2).»]
Esito della votazione
Voti favorevoli: 57
Voti contrari: 60
Astensioni: 3
Punto 1.3
Modificare come segue:
«In seguito alla decisione del Consiglio europeo sugli obiettivi relativi alle emissioni di gas a effetto serra per il 2020 e oltre, è evidente che tutta la capacità supplementare di produrre energia a bassa emissione di carbonio, indipendentemente dal fatto che si tratti di energie rinnovabili, energia nucleare o, potenzialmente, tecnologie pulite del carbone, dovrebbe sostituire la capacità di produrre mediante impianti che emettono CO2, contribuendo così ad aumentare la percentuale complessiva di elettricità a bassa emissione di carbonio. All'atto pratico, se non viene mantenuta almeno l'attuale quota di energia nucleare fino a quando non siano disponibili soluzioni energetiche pulite totalmente nuove, non si riusciranno a realizzare gli obiettivi concernenti il cambiamento climatico ed altri aspetti di politica energetica. Il Comitato prende atto di quanto affermato nella comunicazione della Commissione, secondo cui “attualmente, oltre 110 impianti nucleari nell'Unione si trovano in diverse fasi di disattivazione. Si prevede che almeno un terzo delle 152 centrali nucleari attualmente in esercizio nell'Unione europea allargata dovrà essere disattivato entro il 2025 (se non si tiene conto delle eventuali estensioni della loro durata di vita).” D'altra parte, dato che finora alla Commissione è stata comunicata la costruzione di un solo nuovo reattore, molto probabilmente la quota dell'energia nucleare nella produzione energetica diminuirà notevolmente. Tuttavia, come dimostra uno studio relativo alla Germania effettuato dalla Cancelleria federale tedesca, gli obiettivi climatici possono essere rispettati, cosa che però presuppone ulteriori sforzi in termini di risparmio energetico, efficienza e impiego delle energie rinnovabili. »
Motivazione
Si evince dal testo della Commissione e dallo studio citato.
Esito della votazione
Voti favorevoli: 49
Voti contrari: 65
Astensioni: 6
Punto 1.7
Modificare come segue:
« Un'altra Una preoccupazione per gli Stati membri che vogliono ricorrere ancora all'energia atomica può essere la perdita di attrattiva del riguarda l'attrattiva che il settore nucleare esercita in quanto datore di lavoro e argomento di ricerca dopo una ventina d'anni di quasi moratoria in Europa. Il Comitato condivide la posizione della Commissione secondo cui le conoscenze specialistiche nel campo della radioprotezione e delle tecnologie nucleari sono fondamentali per l'UE e, pertanto, è necessario prestare attenzione all'istruzione, alla formazione e alla ricerca in questi settori. Competente in tal campo è in primo luogo la direzione degli impianti. »
Motivazione
Di moratoria non si può assolutamente parlare e la responsabilità per la formazione, e così via, è in primo luogo delle imprese e non dello Stato o della comunità di Stati.
Esito della votazione (la 1a parte è accettata; viene messa ai voti solo la 2a parte dell'emendamento)
Voti favorevoli: 45
Voti contrari: 71
Astensioni: 2
Punto 3.6.1
Inserire un nuovo punto 3.6.1 formulato come segue:
« Per quanto riguarda la disponibilità delle risorse di uranio, il Comitato rileva che ci sono delle differenze tra la comunicazione della Commissione e la sintesi dell'ultimo Red Book dell'AIEA, in cui si afferma testualmente che, stando alle attuali previsioni, la capacità di approvvigionamento di uranio naturale — tenuto conto di tutti i siti di produzione esistenti, decisi, pianificati e potenziali che sfruttano le riserve individuate — sarà sufficiente per coprire il fabbisogno mondiale di uranio stimato per il 2010, purché tutti i progetti di ampliamento delle miniere esistenti e di sfruttamento di nuovi giacimenti si svolgano secondo i piani e la produzione continui a pieno ritmo in tutti i siti. (…) Dato però che, soprattutto dopo il 2015, l'importanza delle fonti secondarie dovrebbe diminuire, sarà necessario coprire in misura crescente il fabbisogno dei reattori aumentando le capacità di produzione esistenti e creando nuovi centri di produzione, oppure utilizzando cicli di combustibile alternativi, due soluzioni costose che richiedono tempo. Per incitare a sfruttare per tempo le riserve individuate ritenute necessarie, a breve termine è indispensabile una domanda di uranio costantemente elevata. Considerati i lunghi tempi che occorrono per individuare e rendere accessibili nuove risorse (generalmente 10 anni o più), è possibile che vi siano delle difficoltà di approvvigionamento di uranio e che, di conseguenza, si verifichi un continuo aumento del prezzo dell'uranio, anche a causa dell'esaurimento delle fonti secondarie. Il Comitato auspica che la Commissione fornisca dei chiarimenti al riguardo. »
Motivazione
Le evidenti differenze andrebbero menzionate e non taciute.
Esito della votazione
Voti favorevoli: 49
Voti contrari: 65
Astensioni: 5
Punto 4.1
Modificare come segue:
«Il Comitato accoglie con favore il prende atto del progetto del nuovo programma indicativo per il settore nucleare elaborato dalla Commissione. Il settore energetico è molto cambiato nei 10 anni trascorsi dalla pubblicazione dell'ultimo programma indicativo. In particolare, negli ultimi anni, nuovi e drammatici sviluppi hanno richiamato fortemente l'attenzione su tutti e tre gli aspetti della politica energetica, vale a dire la sicurezza dell'approvvigionamento, la competitività e i prezzi ragionevoli, e sull'ambiente, in particolare sul cambiamento climatico. L'UE ha reagito agli evidenti problemi e sfide formulando proposte in merito a una politica energetica europea. In questo contesto sono necessarie un'analisi e delle proposte relative all'energia nucleare che inquadrino l'energia nucleare nello scenario energetico globale e forniscano una parte delle le informazioni necessarie per la definizione di una politica energetica in Europa.»
Motivazione
La stessa relatrice scrive che non vengono trattati tutti gli aspetti (p. es. il terrorismo, ecc.).
Esito della votazione
Voti favorevoli: 50
Voti contrari: 69
Astensioni: 2
Punto 4.5
Modificare come segue:
«Questi nuovi investimenti, idealmente, dovrebbero rispondere agli obiettivi di sicurezza dell'approvvigionamento, competitività e lotta al cambiamento climatico. Considerate le caratteristiche e le potenzialità di altre forme di produzione di energia , il Comitato prende atto del dibattito in corso in alcuni stati membri sul prolungamento della c'è da attendersi che, da un lato, venga prolungata la durata di esercizio degli impianti nucleari esistenti e sulla realizzazione di , dall'altro, vengano effettuati nuovi investimenti. Su questo il Comitato è d'accordo con la Commissione.»
Motivazione
I proponenti non riescono a trovare in che punto della comunicazione la Commissione abbia affermato che «c'è da attendersi» che la durata di esercizio venga prolungata. È una pura speculazione.
Cfr. anche il punto 1.5, modificato nella riunione di sezione, in cui il Comitato prende atto dei piani di prolungamento dell'attività delle centrali.
Esito della votazione
Voti favorevoli: 50
Voti contrari: 67
Astensioni: 6
Punto 4.6
Alla fine del testo aggiungere:
«Secondo la Commissione, all'attuale livello dei consumi le risorse di uranio sarebbero sufficienti per 85 anni. Altre fonti forniscono informazioni diverse al riguardo, che perlopiù variano da 85 a 500 anni. Considerato quanto è importante la disponibilità di combustibile per la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, la Commissione dovrebbe fornire informazioni più dettagliate in merito alla disponibilità di combustibile nucleare. Al medesimo tempo, si ricorda che sulla questione della disponibilità delle risorse di uranio vi sono notevoli divergenze. »
Motivazione
Evidente.
Esito della votazione
Voti favorevoli: 55
Voti contrari: 68
Astensioni: 0
Punto 4.8
Modificare come segue:
«È quindi fondamentale tener conto del prezioso contributo che dà l'energia nucleare alla prevenzione della produzione di gas serra. Considerato l'attuale mix energetico, l'impiego dell'energia nucleare nell'UE consente di evitare l'immissione di circa 600 milioni di tonnellate di CO2 all'anno. A livello mondiale si evitano approssimativamente 2 miliardi di tonnellate di CO2, pari all'attuale volume complessivo di emissioni di CO2 di Francia, Germania e Regno Unito. Se i piani di abbandono progressivo del nucleare di alcuni Stati membri verranno mantenuti, gran parte delle attuali centrali nucleari europee andranno sostituite da con altre fonti energetiche che non producono emissioni, nonché con misure di efficienza energetica o di risparmio energetico. Inoltre, se le attuali centrali nucleari al termine del loro ciclo di vita non vengono sostituite da nuovi impianti, nel medio termine tutta l'energia di origine nucleare andrà sostituita con altri tipi di energia a emissioni zero e con misure di efficienza energetica e di risparmio energetico.»
Motivazione
La riflessione deve andare ben oltre e non può essere limitata alla sostituzione di un sistema di produzione energetica con un altro. Il CESE l'ha fatto notare più volte.
I proponenti desiderano fare un'ulteriore osservazione: la relatrice era stata pregata di dimostrare i dati relativi ai quantitativi di CO2 che si possono evitare, considerato che nel documento di lavoro si parlava di 300 milioni di tonnellate (con citazione della fonte). Purtroppo questo non è avvenuto!
Esito della votazione
Voti favorevoli: 61
Voti contrari: 61
Astensioni: 2
Punto 4.9
Alla fine del testo aggiungere:
«In seguito alla decisione del Consiglio europeo sugli obiettivi relativi ai gas a effetto serra per il 2020 e oltre, è evidente che tutta la capacità supplementare di produrre energia a bassa emissione di carbonio, indipendentemente dal fatto che si tratti di energie rinnovabili, energia nucleare o, potenzialmente, tecnologie pulite del carbone, dovrebbero sostituire la capacità di produrre mediante impianti che emettono CO2, contribuendo così ad aumentare la percentuale complessiva di elettricità a bassa emissione di carbonio. All'atto pratico, se non viene mantenuta almeno l'attuale quota di energia nucleare fino a quando non siano disponibili soluzioni energetiche totalmente nuove, non si riusciranno a realizzare gli obiettivi concernenti il cambiamento climatico ed altri aspetti di politica energetica in modo economicamente accettabile. D'altra parte, però, è ovvio che una quota crescente di energia nucleare, unita alle fonti rinnovabili, renderebbe più efficace, in termini di costi, la lotta contro il cambiamento climatico. Alcuni studi (per la Germania: studio della Cancelleria federale) dimostrano tuttavia che gli obiettivi climatici possono essere rispettati, il che presuppone però ulteriori sforzi sul piano del risparmio energetico, dell'efficienza e dell'impiego delle energie rinnovabili. »
Motivazione
Evidente.
Esito della votazione
Voti favorevoli: 58
Voti contrari: 65
Astensioni: 1
Punto 4.11.1
Inserire un nuovo punto:
« La Commissione afferma che “nell'Europa a 15 la responsabilità in caso d'incidente nucleare è disciplinata dalla convenzione di Parigi del 1960, che ha creato un sistema internazionale armonizzato di responsabilità in caso d'incidente nucleare, in base al quale la responsabilità degli esercenti in caso d'incidente nucleare è attualmente limitata a circa 700 milioni di USD”. Il CESE reputa che si tratti già di una sovvenzione indiretta dell'energia nucleare e chiede che gli operatori siano tenuti a farsi carico anche di tutti i danni potenziali mediante un'assicurazione adeguata. »
Motivazione
Nelle riunioni del gruppo di studio la relatrice ha sottolineato che «può e deve essere trovata una soluzione», ma dal testo questo non risulta chiaramente. L'obiettivo dell'emendamento è proprio di rimediarvi.
Si fa inoltre notare che, in Germania, le autovetture hanno una copertura assicurativa obbligatoria di 100 milioni di euro; le centrali nucleari, invece, sono assicurate per 700 milioni di dollari, un importo ridicolo rispetto ai danni potenziali!
Esito della votazione
Voti favorevoli: 41
Voti contrari: 44
Astensioni: 3
Punto 4.14
Sopprimere quanto segue:
«Il compito più impellente è quello di trovare una soluzione alla questione dei rifiuti radioattivi (e specialmente dello smaltimento definitivo del combustibile nucleare esaurito). , per la quale le tecnologie esistono, ma mancano le decisioni politiche. È una questione fondamentale che riguarda l'impatto sull'ambiente e sulla salute e l'accettazione del nucleare da parte dell'opinione pubblica. Il programma indicativo per il settore nucleare sottolinea che finora nessun paese ha attuato la soluzione definitiva proposta. Tuttavia, ci sono stati dei progressi in Finlandia, dove è stato scelto un sito di smaltimento, come pure in Svezia e in Francia, dove sono stati fatti grandi passi avanti nella selezione dei siti.»
Motivazione
Non esistono contesti in cui il problema abbia trovato una soluzione tecnologica.
Esito della votazione
Voti favorevoli: 55
Voti contrari: 69
Astensioni: 4