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Document 52002DC0237
Report from the Commission to the budgetary authority on guarantees covered by the general budget - situation at 30 June 2001
Relazione della Commissione all'autorità di bilancio sulla situazione al 30 giugno 2001 delle garanzie che impegnano il bilancio generale
Relazione della Commissione all'autorità di bilancio sulla situazione al 30 giugno 2001 delle garanzie che impegnano il bilancio generale
/* COM/2002/0237 def. */
Relazione della Commissione all'autorità di bilancio sulla situazione al 30 giugno 2001 delle garanzie che impegnano il bilancio generale /* COM/2002/0237 def. */
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE all'autorità di bilancio sulla situazione al 30 giugno 2001 delle garanzie che impegnano il bilancio generale INDICE Prima parte : Gli avvenimenti successivi alla presentazione della relazione al 31 dicembre 2000, l'evoluzione della situazione dei rischi e gli interventi della garanzia di bilancio 1. Introduzione: Natura delle operazioni interessate 1.1. Le operazioni a finalità macroeconomiche 1.2. Le operazioni a finalità microeconomiche 2. Gli avvenimenti successivi alla relazione al 31 dicembre 2000 3. La situazione dei rischi 3.1. Esposizione al 30 giugno 2001 3.2. Rischi massimi annui per il bilancio comunitario: operazioni oggetto di esborso al 30 giugno 2001 3.3. Rischi massimi teorici annuali per il bilancio comunitario 4. Interventi della garanzia di bilancio 4.1. Intervento della tesoreria 4.2. Intervento del Fondo di garanzia 4.3. Situazione degli arretrati di pagamento al 30 giugno 2001 5. Analisi della capacità teorica di prestiti e garanzie della Comunità a favore dei paesi terzi 6. Situazione del Fondo di garanzia al 30 giugno 2001 7. Solidità relativa Seconde parte: Valutazione dei rischi potenziali situazione economica e finanziaria dei paesi terzi che beneficiano delle operazioni di prestito più importanti 1. Introduzione 2. Paesi candidati all'adesione 2.1. Bulgaria 2.2. Lituania 2.3. Romania 3. Balcani occidentali 3.1. Bosnia-Erzegovina 3.2. Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia 4. Stati di recente indipendenza 4.1. Armenia 4.2. Bielorussia 4.3. Georgia 4.4. Moldavia 4.5. Tagikistan 4.6. Ucraina 5. Altri paesi terzi 5.1. Algeria Abbreviazioni Allegato 1. Note esplicative sulla situazione dei rischi coperti dal bilancio comunitario 1.1. Tabelle da 1 a 3 1.1.1. Importo massimo dei prestiti autorizzati (tabella 1) 1.1.2. Esposizioni dei prestiti attivi e passivi (tabella 1) 1.1.3. Ammontare annuo dei rischi (tabelle 2 e 3) 1.2. Tabelle delle operazioni di prestito che beneficiano della garanzia di bilancio 1.3. Previsioni di firma e di versamento dei prestiti BEI 1.4. Modalità di pagamento della garanzia del bilancio 1.4.1. Per le operazioni di assunzione ed erogazione di prestiti 1.4.2. Per le garanzie fornite a terzi 2. Nota metodologica sull'analisi della capacità prevedibile di prestito della Comunità ai paesi terzi sul periodo 1999-2001, compatibile con il meccanismo del Fondo di garanzia (tabella 4) 2.1. Riserva per garanzie di prestiti ai paesi terzi 2.2. Basi di calcolo della copertura del Fondo di garanzia 2.3. Base di copertura del Fondo in caso di garanzia parziale 2.4. Copertura del Fondo di garanzia 2.5. Margine disponibile nella riserva per garanzie 2.6. Capacità residua di prestito 3. Note esplicative degli indicatori di rischio-paese (+ tabelle) Prima parte : Gli avvenimenti successivi alla presentazione della relazione al 31 dicembre 2000, l'evoluzione della situazione dei rischi e gli interventi della garanzia di bilancio 1. Introduzione: Natura delle operazioni interessate I rischi coperti dal bilancio comunitario comprendono diverse operazioni di prestito e di garanzia che si possono definire in due categorie: i prestiti a finalità macroeconomiche e i prestiti a finalità microeconomiche. 1.1. Le operazioni a finalità macroeconomiche Queste operazioni comportano innanzitutto prestiti alla bilancia dei pagamenti, destinati a Stati membri o a Stati terzi, e sono subordinati a condizioni economiche e impegni precisi. 1.2. Le operazioni a finalità microeconomiche Si tratta dei prestiti per il finanziamento di progetti specifici, che saranno rimborsati a lungo termine grazie ai risultati ottenuti dai progetti; sono generalmente accordati a imprese, a istituti finanziari o a Stati terzi, e sono coperti, oltre che dalla garanzia della Comunità, dalle consuete garanzie bancarie. Ciò vale per i prestiti Euratom e NSC negli Stati membri e per i prestiti Euratom e della BEI all'esterno della Comunità (paesi mediterranei, Europa centrale ed orientale, paesi dell'America latina e dell'Asia, Repubblica del Sudafrica). 2. Gli avvenimenti successivi alla relazione al 31 dicembre 2000 Nel corso del primo semestre 2001 non vi sono stati avvenimenti da segnalare. 3. La situazione dei rischi I rischi a carico del bilancio comunitario possono essere valutati in base a due criteri: - quello, frequentemente utilizzato dalle banche, di esposizione complessiva in capitale delle operazioni interessate ad una data determinata (questa situazione è presentata nella tabella 1), - quello, più propriamente di bilancio, del rischio massimo di esborso a carico della Comunità per ciascun esercizio. Questo secondo criterio è basato a sua volta su due elementi: - sulle sole operazioni oggetto di esborso alla data della relazione nell'ipotesi in cui non avvenga alcun rimborso anticipato. La situazione è descritta alla tabella 2 che segue (rappresenta il limite inferiore di rischio massimo per il bilancio della Comunità); - in prospettiva, su tutte le operazioni che sono state oggetto di una decisione del Consiglio o di una proposta della Commissione per stimare l'impatto sui bilanci futuri, nell'ipotesi in cui le proposte della Commissione fossero accettate. La situazione è descritta alla tabella 3 che segue (rappresenta il limite superiore di rischio massimo per il bilancio della Comunità). Con quest'ultimo criterio è possibile quantificare l'evoluzione dei rischi legati alle proposte in corso. È però necessario effettuare un certo numero di ipotesi sulle date di esborso e sulle modalità di rimborso, il cui dettaglio è esposto in allegato, nonché sui tassi d'interesse [1] e su quelli di cambio [2]. [1] L'ipotesi presa in considerazione è quella di un tasso d'interesse medio del 10% per i prestiti BEI. Per i prestiti attivi e passivi il tasso medio adottato è del 4,4%. Per le nuove operazioni della tabella 3 il tasso d'interesse adottato è del 4,89%. [2] Per i prestiti in valute diverse dall'euro sono stati considerati i tassi di cambio del 30.06.2001. I risultati sono presentati nelle tabelle da 1 a 3, nelle quali il rischio è differenziato a seconda che riguardi paesi situati all'interno della Comunità o all'esterno. Si può notare anche che le cifre globali indicate nelle tabelle coprono rischi di natura diversa: prestito ad un solo paese, nel caso di operazioni di assistenza macrofinanziaria, prestiti a progetti che beneficiano di garanzie fornite dai mutuatari, come ad esempio nel caso di operazioni NSC o BEI. L'analisi che segue distingue il rischio totale, il rischio sugli Stati membri e il rischio sui paesi terzi. 3.1. Esposizione al 30 giugno 2001 La situazione dell'esposizione è descritta alla tabella 1. Il rischio totale ammonta, al 30 giugno 2001, a 15 041 milioni di euro, contro 13 808 milioni di euro alla fine del semestre precedente, ossia un aumento dell'8,9% [3]. [3] Una parte dell'evoluzione dell'esposizione nel corso del semestre passato si spiega con le variazioni dei tassi di cambio per i prestiti in monete diverse dall'euro. La tabella seguente presenta le operazioni che hanno inciso sull'evoluzione dell'esposizione successivamente alla precedente relazione. >SPAZIO PER TABELLA> L'esposizione in capitale delle operazioni a favore degli Stati membri ammonta, al 30 giugno 2001, a 127 milioni di euro, in diminuzione del 4,5% rispetto al 31.12.2000. Per quanto concerne i rischi sui paesi terzi, l'esposizione in capitale al 30 giugno 2001 ammontava a 14 914 milioni di euro, in aumento del 9% rispetto al semestre precedente. 3.2. Rischi massimi annui per il bilancio comunitario: operazioni oggetto di esborso al 30 giugno 2001 La situazione è descritta alla tabella 2. Il rischio totale per il secondo semestre 2001 è pari a 1 050 milioni di euro. - L'importo corrispondente alle operazioni sugli Stati membri è di 81 milioni di euro. - Il rischio sugli Stati terzi ammonta a 969 milioni di euro. Il rischio per i paesi terzi ammonta in media a 1 390 milioni di euro sul periodo 2001-2009. 3.3. Rischi massimi teorici annuali per il bilancio comunitario La situazione è descritta alla tabella 3. Questo rischio rappresenta 1 598 milioni di euro nel corso dell'anno 2001. A partire dal 2002 il rischio aumenterà fino a raggiungere 4 662 milioni di euro nel 2009. - L'evoluzione dei rischi massimi sugli Stati membri è identica a quella della tabella 2. - Il rischio dei paesi terzi è di 1 508 milioni di euro per l'anno 2001. Si constata un aumento del rischio a partire dal 2002 fino a raggiungere 4 662 milioni di euro nel 2009. >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> 4. Interventi della garanzia di bilancio 4.1. Intervento della tesoreria La Commissione ricorre alla tesoreria come autorizza l'articolo 12 del regolamento (CE, Euratom) n. 1150/2000 del Consiglio del 22 maggio 2000, recante applicazione della decisione 94/728/CE, Euratom relativa al sistema delle risorse proprie delle Comunità. Questa procedura permette di evitare ritardi di pagamento, e relative spese, da parte della Commissione nel servizio dei prestiti passivi, in caso di ritardo di pagamento da parte di un debitore. 4.2. Intervento del Fondo di garanzia Il regolamento (CE, Euratom) n. 2728/94 del Consiglio del 31 ottobre 1994 ha istituito un Fondo di garanzia relativo alle azioni esterne. In caso di ritardo di pagamento alle scadenze da parte del beneficiario di un prestito accordato dalla Comunità, il Fondo di garanzia interviene per fare fronte all'inadempimento entro tre mesi dopo la data della scadenza. In caso di mancato rimborso di un prestito della BEI garantito dal bilancio comunitario, la Comunità interviene entro tre mesi a decorrere dalla data di ricevimento della lettera di ricorso in garanzia della Banca. La Commissione autorizza quindi la Banca a prelevare gli importi corrispondenti nel Fondo di garanzia. Gli interessi di mora che maturano tra la data della messa a disposizione della tesoreria e la data di intervento del Fondo sono oggetto di un ricorso al Fondo di garanzia e sono riversati alla tesoreria. Nel corso degli ultimi sei mesi, il Fondo è intervenuto a garanzia per i seguenti paesi debitori: Euro >SPAZIO PER TABELLA> 4.3. Situazione degli arretrati di pagamento al 30 giugno 2001 [4] [4] Si tratta degli arretrati del Tagikistan relativi al prestito di 1 250 milioni di euro accordato dalla Comunità all'ex Unione sovietica ed alle sue Repubbliche, nonché degli arretrati relativi al prestito della BEI all'ex Iugoslavia nel quadro dei protocolli mediterranei. Questi importi comprendono le inadempienze coperte dal bilancio. Importi degli arretrati dovuti da paesi terzi Euro >SPAZIO PER TABELLA> 1) La ripartizione degli importi non pagati fra le repubbliche dell'ex Iugoslavia è presentata a titolo indicativo. 2) Gli importi degli interventi in garanzia sulle operazioni BEI tengono conto degli importi non pagati alle scadenze e degli interessi di mora maturati alla data di intervento della garanzia comunitaria. 3) Interessi di mora contabilizzati tra la data di intervento della garanzia comunitaria e la data della relazione. Questi interessi di mora sono presentati globalmente per le repubbliche dell'ex Iugoslavia. 5. Analisi della capacità teorica di prestiti e garanzie della Comunità a favore dei paesi terzi Il meccanismo del Fondo e della riserva per garanzie limita in pratica la capacità di prestito dell'Unione ai paesi terzi, in quanto gli stanziamenti disponibili per procedere all'approvvigionamento obbligatorio in occasione di qualsiasi nuova decisione di prestito (o di ogni quota annua nel caso delle garanzie per dotazioni pluriennali) sono limitati dall'importo iscritto nelle prospettive finanziarie a titolo della riserva per garanzie [5]. [5] Nelle prospettive finanziarie 2000-2006 è iscritto un importo di 200 milioni di euro ai prezzi 1999. Ad un dato momento la capacità di prestito è la controparte, in termini di prestiti, del margine disponibile nella riserva per garanzie. Questo margine è pari alla differenza tra la riserva e l'importo stimato della copertura del Fondo di garanzia a titolo delle operazioni già decise e in preparazione. La tabella 4 presenta una stima della capacità di prestito dell'Unione ai paesi terzi sul periodo 2001-2004, compatibile con il meccanismo del Fondo di garanzia. La metodologia di calcolo e i riferimenti normativi sono descritti in dettaglio in un allegato alla presente relazione. Sulla base delle decisioni adottate dal Consiglio e delle decisioni proposte e in preparazione (si veda la tabella 4), le previsioni di utilizzazione della riserva per garanzie nel secondo semestre 2001 sono di 34,82 milioni di euro, cifra che lascerebbe disponibile nella riserva per garanzie un margine di 8,02 milioni di euro alla fine dell'anno. Tenendo conto dell'incidenza sulla riserva per garanzie della copertura del Fondo relativa ai prestiti decisi anteriormente e ai prestiti proposti e in preparazione per il 2001, la capacità annuale disponibile per prestiti è la seguente: - 89,1 milioni di euro per prestiti che beneficiano di una garanzia totale del bilancio comunitario oppure, - 137,08 milioni di euro per prestiti garantiti al 65% (in applicazione della decisione 2000/24/CE del Consiglio del 22 dicembre 1999). Sulla base delle stime di copertura del Fondo, la tabella 4 che segue mostra che la capacità di prestito residua viene ad essere notevolmente limitata nel 2001. Al 30 giugno 2001 l'esposizione delle operazioni di prestiti e di garanzia dei prestiti a favore dei paesi terzi, maggiorato degli interessi dovuti e non pagati, ammonta a 15 116,73 milioni di euro. in milioni di EUR // Situazione al 30.6.2001 1. Esposizione delle operazioni di prestiti // 1 641,00 2. Esposizione BEI // 13 271,00 3. Esposizione delle inadempienze // 60,34 4. Interessi di mora // 41,50 5. Interessi dovuti e non pagati [6] // 101,89 [6] Interessi dovuti e non pagati, come definiti nel regolamento che istituisce il Fondo di garanzia. TOTALE // 15 116,73 Il coefficiente fra l'importo del Fondo e quello dell'esposizione ai sensi della definizione data dal regolamento è del 10,17%, importo superiore di conseguenza al tasso del 9% stabilito per l'importo obiettivo nel regolamento n. 1149/1999, che modifica il regolamento n. 2728/94 che istituisce il Fondo. Conformemente alle disposizioni del regolamento, "l'eccedenza di fine anno è accreditata ad una linea specifica delle entrate del bilancio generale delle Comunità europee". L'importo eccedente constatato alla chiusura dell'esercizio 2000 pari a 165,36 milioni di euro, sarà reiscritto a bilancio nel corso del secondo semestre 2001. 6. Situazione del Fondo di garanzia al 30 giugno 2001 Al 30 giugno 2001, il Fondo di garanzia ammontava a 1 540 milioni di euro. Nel corso del primo semestre 2001 sono stati registrati i seguenti movimenti: - prelievo di 5,1 milioni di euro dal Fondo a seguito di nuove inadempienze; - rimborso tardivo di arretrati da parte del Tagikistan per un importo di 78,9 milioni di euro; - reddito degli investimenti degli attivi del Fondo pari a circa 34,3 milioni di euro. Il Fondo di garanzia potrebbe raggiungere un ammontare di 1 898 milioni di euro alla chiusura dell'esercizio 2001 secondo le seguenti ipotesi: - versamento di 169,1 milioni di euro a partire dalla riserva per garanzia del 2001; - reiscrizione a bilancio dell'eccedenza del Fondo al 31 dicembre 2000, pari a 169,36 milioni di euro; - assenza di nuove inadempienze che richiedono l'intervento del Fondo in aggiunta alla richiesta d'intervento dell'aprile 2001 per un importo di 4,5 milioni di euro; - rimborso tardivo da parte della Repubblica federale di Iugoslavia di capitali e interessi arretrati, maggiorato degli interessi di mora, per un importo complessivo di 204 milioni di euro; - reddito degli investimenti degli attivi del Fondo pari a circa 36,9 milioni di euro. 7. Solidità relativa Il coefficiente tra l'importo del Fondo al 30 giugno 2001 (1 540 milioni di euro) e il rischio annuale massimo dei prestiti ai paesi terzi (definito come l'importo totale delle scadenze), previsto per il 2001 nella tabella 3 (1 508 milioni di euro), è pari al 102%. >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> Seconde parte: Valutazione dei rischi potenziali situazione economica e finanziaria dei paesi terzi che beneficiano delle operazioni di prestito più importanti 1. Introduzione Le cifre presentate nella prima parte forniscono informazioni sugli aspetti quantitativi dei rischi a carico del bilancio generale. Tuttavia, questi dati devono essere ponderati in relazione agli aspetti inerenti alla qualità del rischio, connessi con la natura delle operazioni e la qualità dei mutuatari. Nella sezione che segue vengono analizzati gli eventi più recenti che possono incidere sul rischio paese del portafoglio. Questa seconda parte valuta i rischi che presenta ciascun paese e contiene a tal fine un insieme di indicatori ripresi in una serie di tabelle - una pagina per paese (cfr. allegati) - per tutti i paesi terzi che beneficiano di assistenza macrofinanziaria e hanno ancora debiti in essere nei confronti della Comunità. Per i paesi riguardo ai quali, dopo la pubblicazione della precedente relazione riguardante il secondo semestre 2000, si è potuto disporre di nuove informazioni di rilievo, aventi incidenza sulla valutazione del rischio, si presenta qui di seguito un commento analitico. La presente valutazione non riguarda paesi diversi da quelli citati, poiché l'esposizione della Comunità altrove (inerente soprattutto a garanzie di prestiti della BEI) costituisce soltanto un'esigua frazione dell'esposizione totale e varia molto da un paese all'altro. 2. Paesi candidati all'adesione 2.1. Bulgaria Grazie a sviluppi interni ed esterni di natura favorevole, nel 2000 l'economia della Bulgaria ha registrato un'accelerazione della crescita, che è passata dal 2,4% al 5,8%. Soprattutto a causa dei prezzi elevati dell'energia e di un raccolto deludente, l'inflazione era salita ad oltre il 12%, ma è diminuita notevolmente nel primo semestre del 2001 (9,7% nel maggio 2001 rispetto al maggio 2000). In questo periodo è stato mantenuto il currency board arrangement (DM 1 = BGN 1 o EUR 1 = BGN 1,96). Il tasso di disoccupazione resta elevato: dopo essere sceso lentamente nel corso del 2000, è salito nel primo semestre del 2001, raggiungendo in giugno un picco del 19,5 %. Il calo dell'occupazione è determinato dai tagli di posti di lavoro dovuti alle riforme strutturali, che non sono ancora stati compensati dalla creazione di posti per via del clima economico fiacco e della sfasatura a livello di competenze. Di conseguenza il tasso di partecipazione è in calo e la disoccupazione di lungo termine permane elevata (quasi il 60% dei disoccupati totali). La situazione della finanza pubblica bulgara rimane buona. Nel 2000 il disavanzo dell'amministrazione pubblica è stato pari allo 0,7% del PIL e le autorità prevedono che lieviti all'1,4% del PIL nel 2001. Nel frattempo il debito pubblico scende rapidamente: si prevede che scenda da oltre il 100% del PIL nel 1997 al 69,1% del PIL a fine 2001. 2.2. Lituania Nel 2000 il PIL reale è cresciuto del 3,3% e si stima che nel primo semestre del 2001 l'incremento sia pari al 5,1% su base annua. La ripresa è stata in gran parte sospinta dalle forti esportazioni. Di recente la crescita dei prezzi al consumo è rallentata in misura notevole grazie alla debole domanda interna e all'apprezzamento del lita nei confronti dell'euro. Nel 2000 l'indice dei prezzi al consumo è cresciuto dell'1% rispetto all'anno precedente. Nonostante alcune spinte inflazionistiche derivanti dalla liberalizzazione dei prezzi e dall'incremento delle quotazioni mondiali delle materie prime, nell'immediato futuro il tasso d'inflazione dovrebbe restare relativamente contenuto. Nel giugno 2001 è stato pari all'1,5% su base annua. Il tasso di disoccupazione per il 2000, misurato con riferimento ai disoccupati iscritti, è cresciuto di 3,1 punti percentuali raggiungendo una media dell'11,5%. La disoccupazione ha continuato a salire malgrado un lieve calo registrato nel secondo trimestre del 2001; alla fine di tale trimestre era pari al 12,4%. Durante il 2000, le finanze pubbliche si sono risollevate significativamente, grazie all'attuazione del programma "anti-crisi" del novembre 1999. Il programma comportava una significativa stretta di bilancio per correggere gli squilibri delle finanze pubbliche e della bilancia dei pagamenti. Nel marzo 2000 è stato firmato un accordo precauzionale di stand-by con il Fondo monetario internazionale per evitare potenziali insufficienze di liquidità. Il risanamento del bilancio procede in maniera nettamente positiva ed il disavanzo è stato ridotto al 2,8% del PIL nel 2000. Il disavanzo di bilancio previsto per il 2001 è pari all'1,4% del PIL. Grazie all'incremento delle esportazioni e alla debole domanda interna, il disavanzo delle partite correnti si è alleggerito nel 2000, passando dall'11,2% del PIL nel 1999 al 6,0% nel 2000. Esso ha continuato a scendere nel 2001 fino ad un livello del 5,4% del PIL nel primo trimestre (a fronte del 5,7% nello stesso trimestre del 2000). Gli investimenti diretti dall'estero non hanno risentito sensibilmente della crisi economica e hanno contribuito a finanziare il disavanzo corrente. Le riforme strutturali sono progredite nel corso del 2000. Se da un lato il processo di privatizzazione è proseguito in modo soddisfacente nel primo semestre del 2001 ed in giugno sono state adottate nuove leggi sul fallimento e la ristrutturazione delle imprese, l'adozione della riforma pensionistica ha subito ritardi. 2.3. Romania Dopo un triennio di recessione ed una lieve ripresa dell'attività economica nel 2000, il PIL è cresciuto del 4,9% nel primo semestre del 2001 mentre i consumi privati sono cresciuti del 7,6% e gli investimenti del 6,7%. Le misure adottate dal nuovo governo hanno contribuito a rafforzare la ripresa. In particolare, l'incremento dei trasferimenti sociali, il blocco dei prezzi dell'energia e l'aumento delle retribuzioni del pubblico impiego hanno rafforzato il reddito reale e la spesa per consumi delle famiglie. Oltre a fattori temporanei, quali le conseguenze della siccità dello scorso anno sul fabbisogno di importazioni di prodotti alimentari, anche la crescita della domanda interna ha contribuito in misura rilevante al forte deterioramento delle partite correnti verificatosi nel primo semestre del 2001, quando il disavanzo cumulativo è stato pari al 3,5% del PIL previsto (a fronte di un valore complessivo del 3,7% del PIL per tutto il 2000). Malgrado ciò, non esistono preoccupazioni immediate per l'affidabilità esterna della Romania. Al contrario, la maggior parte degli indicatori di questo tipo sono in via di miglioramento, come risulta da un profilo di servizio del debito più favorevole, dalla crescita delle esportazioni e dal rinnovato accesso alle fonti di finanziamento internazionali. A fine giugno le riserve lorde detenute dalla banca centrale sono salite a 3,6 miliardi di USD (3,1 mesi di importazioni) a fronte di 2,5 miliardi di USD (2,5 mesi di importazioni) a fine 2000. Inoltre, dopo aver recuperato l'accesso ai mercati dei capitali internazionali verso la fine del 2000, la Romania ha potuto lanciare un'emissione di Eurobond per un importo pari a 600 milioni di euro a condizioni migliori nel giugno 2001, quando Standard and Poor's ha innalzato il suo rating del debito estero di lungo termine in valuta della Romania. Pur restando piuttosto basso in base agli standard internazionali, il debito estero è cresciuto rapidamente negli ultimi mesi, il che evidenzia la necessità di porre fine al deterioramento del saldo delle partite correnti. A parte la privatizzazione della Banca Agricola, nel primo semestre del 2001 non vi sono state altre misure significative nel settore delle riforme strutturali. In particolare le retribuzioni nel pubblico impiego sono cresciute più del previsto e gli arretrati tra imprese si sono nuovamente accumulati salendo ad un valore superiore al 7% del PIL previsto. 3. Balcani occidentali 3.1. Bosnia-Erzegovina Nel novembre 2000 si sono svolte le elezioni politiche; tuttavia solo dopo lunghi negoziati e l'intervento dell'OHR si è pervenuti alla costituzione di governi nella Federazione della Bosnia-Erzegovina (B-E), nella Republika Srpska (RS) e nello Stato. Per quanto questi ritardi abbiano ostacolato considerevolmente le riforme economiche e abbiano portato ad un'ampia paralisi legislativa, i nuovi governi sembrano favorevoli alle riforme ed intenzionati ad accelerare i tempi. Dopo essere scesa dal 10% nel 1999 ad un valore stimato del 5% nel 2000, la crescita del PIL dovrebbe risalire a circa l'8% nel 2001. La disoccupazione è tuttora molto elevata: era pari al 40,1% delle forze di lavoro nel 2000 e dovrebbe restare a livelli simili nel 2001. Il rapporto elevato finanziamento esterno / PIL registrato nel 2000 (44%) indica che l'economia continua a dipendere pesantemente dall'assistenza estera - soprattutto trasferimenti e prestiti - che ha indubbiamente alimentato la crescita del PIL. Da stime approssimative per il 2001 risulta tuttavia che tale rapporto è sceso bruscamente al 23%. Il regime di currency board (RCB), con la Marka convertibile ancorata ad un rapporto 1:1 con il marco tedesco, ha contribuito a moderare le pressioni inflazionistiche: il tasso medio di inflazione per l'intero paese è stato pari al 5,5% nel 2000, sebbene vi siano state disparità significative tra le entità (2% nella Federazione della Bosnia-Erzegovina, 14,5% nella Republika Srpska). Nel 2001 non sono previste variazioni dell'inflazione media. La scarsa disciplina di bilancio ed il controllo insufficiente della spesa continuano ad essere una fonte rilevante di rischio macroeconomico, come è emerso di recente dalle revisioni speciali condotte dall'OHR/OSCE sui bilanci delle Entità. La spesa della pubblica amministrazione resta molto elevata: era pari al 56% del PIL nel 2000 e dovrebbe probabilmente mantenersi ad un livello simile nel 2001. La ripresa delle esportazioni, iniziata nel 2000 (in parte grazie ad una riapertura del mercato iugoslavo), e il calo delle importazioni (dovuto soprattutto al calo dei finanziamenti dei donatori per la ricostruzione) sono continuati nel primo semestre del 2001. Di conseguenza il disavanzo delle partite correnti (trasferimenti esclusi) dovrebbe ridursi ulteriormente nel 2001, scendendo al 20,8% del PIL a fronte del 22,2% nel 2000. Il debito estero resta a livelli elevati (anche se tendenzialmente in diminuzione ), in parte per via dell'indebitamento consistente ereditato dalla ex Repubblica Federale Socialista di Iugoslavia. Tuttavia il rapporto tra il servizio del debito e le esportazioni è relativamente basso, per via delle condizioni di favore a cui è stato contratto gran parte del debito e degli accordi favorevoli per la ridefinizione delle scadenze del debito con il Club di Londra e il Club di Parigi. Durante il 2000 e in questa prima parte del 2001 la Bosnia Erzegovina ha fatto fronte ai propri obblighi in materia di servizio del debito. Nel maggio 2001 l'FMI ha completato le revisioni finali dell'accordo stand-by (SBA), firmato nel maggio 1998. I negoziati per un nuovo SBA con le autorità della Bosnia-Erzegovina sono in corso e dovrebbero terminare prima della fine dell'anno. Sebbene il debito estero sia in calo, i recenti sviluppi macroeconomici potrebbero aver aumentato il rischio paese della Bosnia-Erzegovina. Nessuna delle agenzie di "rating" fornisce indicatori di rischio. Gli indicatori di transizione della BERS, che riflettono lo stato di avanzamento delle riforme nei paesi dell'Europa centrale e orientale, hanno posto la Bosnia-Erzegovina nella parte bassa della scala nel 2000. L'ambiente poco favorevole per le imprese spiega anche la scarsa attrattiva esercitata sugli investimenti esteri, per i quali la Bosnia-Erzegovina ha uno dei risultati peggiori di tutti i paesi dell'Europa centrale e orientale. 3.2. Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia Il rischio garantito a carico del bilancio comunitario sui prestiti in questo paese è aumentato nel primo semestre del 2001 in conseguenza degli scontri tra i ribelli della minoranza albanese e le forze di sicurezza e del deteriorarsi della situazione economica e finanziaria. Si stima che il PIL reale sia sceso del 3,8% su base annua nel primo trimestre dell'anno. Parecchi investimenti nazionali ed esteri sono stati sospesi, il che ha ridotto la domanda nazionale aggregata. Tuttavia è stato mantenuto un certo grado di stabilità macroeconomica. La crescita dei prezzi al consumo si è attestata a circa il 4% su base annua, mentre la banca centrale è riuscita ampiamente a mantenere un tasso di cambio stabile rispetto al marco tedesco/euro. Nonostante i ripetuti interventi della Banca nazionale, le riserve ufficiali, che erano cresciute a fine anno, in particolare grazie al notevole afflusso di valuta estera proveniente dalla vendita di azioni della società di telecomunicazioni ad un investitore estero, sono rimaste ad un livello soddisfacente, nettamente superiore al livello minimo raccomandato di tre mesi di importazioni. Gli scambi con l'estero sono stati sconvolti dalla chiusura delle frontiere e dall'incertezza generale per quanto riguarda la situazione del paese. Nel primo semestre del 2001 il calo delle importazioni è stato più marcato del calo delle esportazioni e di conseguenza il disavanzo della bilancia commerciale si è ridotto. I legami politici, finanziari ed economici con l'UE, che resta il principale partner commerciale, sono stati rafforzati in aprile con la firma dell'accordo di stabilizzazione e di associazione, che porterà gradualmente alla creazione di una zona di libero scambio tra il paese e l'UE. Il rapporto debito estero/PIL è cresciuto significativamente negli ultimi anni soprattutto per via di effetti sulla valutazione (una quota significativa del debito estero è denominata in USD). Si prevede che il rapporto debito/PIL continuerà a salire lievemente nel 2001, mentre il calo delle esportazioni potrebbe determinare un aumento del rapporto servizio del debito/esportazioni, pari attualmente al 13%. Il peggioramento della situazione economica e finanziaria obbligherà probabilmente a rivedere il programma economico concordato con l'FMI. Le autorità non sono state in grado di soddisfare tutti i requisiti in materia di risultati macroeconomici e riforme strutturali previsti nel primo anno del programma EFF/PRGF. 4. Stati di recente indipendenza 4.1. Armenia Dopo una fase di stagnazione all'inizio del 2000, il PIL ha ripreso a crescere. Nel 2000 la crescita del PIL è stata complessivamente del 6,0% e la tendenza positiva si è mantenuta nei primi mesi del 2001. Nel 2000 le entrate di bilancio sono rimaste inferiori alle aspettative, con conseguenti tagli delle spese e rapido accumularsi di arretrati di spesa (pari a oltre il 5% del PIL). Il disavanzo del bilancio statale è stato pari al 4,7% del PIL, più o meno come nel 1999. Sembra peraltro che la riforma dell'amministrazione tributaria cominci a dar frutti: nei primi mesi del 2001 le entrate di bilancio hanno registrato un aumento consistente. Nel 2000 l'inflazione si è arrestata: nonostante il forte rincaro dell'energia, i prezzi al consumo sono aumentati solo dello 0,4%; è invece ripresa nel 2001, salendo ad un livello di circa il 5% su base annua. Nel 2000 la moneta nazionale si è deprezzata di circa il 6% in termini nominali nei confronti del dollaro, ma da allora si è stabilizzata. Nel 2000 il fatturato degli scambi commerciali è salito del 13% (rispetto al 1999) sino a 740 milioni di dollari. Le esportazioni sono cresciute del 25% e le importazioni del 9,6%. Si prevede che il disavanzo commerciale e il disavanzo delle partite correnti resteranno molto elevati (oltre il 15% del PIL) nei prossimi anni se rimarrà in vigore il blocco commerciale imposto dall'estero all'Armenia a causa del conflitto irrisolto del Nagorno-Karabakh. Grazie a sostanziali apporti di capitali esteri da parte di investitori già stabiliti e ad un rinnovato afflusso di investimenti dalla Russia, il volume totale degli investimenti esteri diretti è notevolmente aumentato durante la prima metà del 2001. Alla fine del 2000 le riserve lorde in valuta estera garantivano la copertura di 3,5 mesi di importazioni. Il debito estero ammontava a 858,7 milioni di dollari, pari al 44,1% del PIL ed è rimasto sostanzialmente invariato nel 2001. Il debito estero è considerato gravoso se misurato nei termini dei due rapporti stock del debito/esportazioni e servizio del debito/esportazioni, ma si prevede che l'Armenia beneficerà di cospicui trasferimenti ed investimenti dall'estero. Il debito è invece considerato relativamente sostenibile se misurato nei termini dei due rapporti stock del debito/gettito fiscale e servizio del debito/gettito fiscale. 4.2. Bielorussia Giacché il presidente in carica, Lukashenko, ha vinto le elezioni a settembre, non sono previste modifiche sostanziali delle politiche economiche e finanziarie. Il suo stile autoritario e la sua riluttanza a liberalizzare l'economia hanno reso difficili le relazioni con le istituzioni finanziarie internazionali e i paesi donatori. Nel contesto del suo programma speciale di monitoraggio conclusosi a fine settembre, l'FMI ha espresso di recente giudizi favorevoli sulla stabilità dei tassi di cambio e la disinflazione ottenute in Bielorussia, ma ha manifestato preoccupazione per il continuo ricorso al baratto, il livello crescente degli stock e l'interferenza eccessiva del governo nel settore industriale. Sebbene l'amministrazione bielorussa speri che il programma di monitoraggio apra la strada ai finanziamenti multilaterali, ciò appare improbabile finché il governo resisterà alla pressione ad avviare la ristrutturazione dell'economia. Il PIL reale è cresciuto del 3% nel primo semestre del 2001, trainato dal persistere della domanda esterna di beni industriali bielorussi e da un'ulteriore forte crescita del reddito reale. Tuttavia gli investimenti in capitale fisso hanno continuato a diminuire rapidamente. L'inflazione mensile resta significativamente contenuta se rapportata al livello su base annua ed il deprezzamento nominale della valuta è rallentato. Il calo annuale delle spese per importazioni, in particolare in provenienza da paesi non appartenenti alla Comunità degli Stati indipendenti, ha più che compensato la lenta crescita dei proventi delle esportazioni verificatasi nel primo semestre del 2001, determinando un avanzo commerciale. La bilancia delle partite correnti era in attivo nel primo trimestre, così come nel trimestre precedente (si tratta della prima volta che la bilancia delle partite correnti registra un avanzo in due trimestri consecutivi). Il debito estero continua a scendere per via di un accesso ai finanziamenti esterni molto limitato. 4.3. Georgia La situazione macroeconomica della Georgia si è deteriorata nel 2000: la crescita del PIL è rallentata notevolmente scendendo all'1,9% su base annua, il tasso più basso dal 1995 ad oggi. La causa è stata una grave siccità, che ha avuto per effetto un notevole calo della produzione agricola. Nel 2001 la crescita del PIL dovrebbe riprendersi lievemente. Durante i primi otto mesi del 2000, le entrate del bilancio statale sono risultate di nuovo inferiori agli obiettivi, principalmente a causa di fattori come un'amministrazione inefficiente, la corruzione e la difficoltà di riscuotere i tributi, in particolare per quanto riguarda i dazi doganali, in un paese diviso che presenta una considerevole percentuale di economia nera. Tuttavia nel secondo semestre dell'anno la riscossione dei tributi è migliorata. Il tasso d'inflazione a fine anno era pari al 4,6%, ovvero la metà rispetto al livello del 1999. Si prevede tuttavia l'accentuarsi delle pressioni inflazionistiche in seguito all'aumento dei prezzi regolamentati dei servizi e al rincaro dei prezzi dei prodotti alimentari conseguente alla siccità verificatasi nel 2000. All'inizio del 2001 il tasso di cambio del Lari era stabile a circa 2 Lari/USD. Nel 2000 il disavanzo delle partite correnti della Georgia è rimasto all'alto livello del 13,7% del PIL (esclusi i trasferimenti ufficiali). Gli scambi con l'estero hanno risentito della grave siccità e del conseguente calo della produzione agricola. Nei primi mesi del 2001 essi si sono ulteriormente deteriorati per via delle conseguenze della crisi finanziaria in Turchia (il mercato principale per le esportazioni della Georgia) ed il rafforzamento della domanda dei consumatori e delle spese di investimento in Georgia. Le riserve di valuta estera continuavano ad essere scarse nell'aprile 2000 (poco più di un mese di importazioni), ma si prevede che salgano leggermente (1,5 mesi di importazioni entro la fine del 2001). Alla fine del 2000 il debito estero ammontava a 1,8 miliardi di dollari, pari a circa il 59% del PIL (era del 48% del PIL nel 1998), mentre il servizio del debito era pari al 25% delle spese totali di bilancio. Il debito con l'estero è piuttosto elevato se misurato in termini di rapporto stock del debito/esportazioni e servizio del debito/esportazioni ed estremamente oneroso se misurato in termini di stock del debito/gettito fiscale e servizio del debito/gettito fiscale. Nel marzo 2001 è stato raggiunto un accordo per la ristrutturazione del debito con i creditori del Club di Parigi, a seguito del quale i rimborsi del debito nel 2001 si sono ridotti da 88 milioni a 33 milioni di USD 4.4. Moldavia Nel febbraio 2001 il Partito comunista di Moldavia ha conquistato la maggioranza dei seggi parlamentari. Inizialmente l'intenzione dichiarata del nuovo governo di accrescere l'intervento dello Stato nell'economia ha causato un deterioramento delle relazioni con l'FMI e gli altri donatori e ha portato il Fondo a sospendere il suo programma per la riduzione della povertà e la crescita per la Moldavia nel maggio 2001. Successivamente il governo ha tentato con ogni mezzo di ripristinare la collaborazione con l'FMI e ha dimostrato disponibilità a portare avanti la privatizzazione. Di conseguenza il Consiglio di amministrazione dell'FMI dovrebbe decidere una ripresa dei prestiti nell'ottobre 2001. Questa decisione sarà cruciale per il futuro economico e finanziario della Moldavia. La Commissione intende inviare una missione in Moldavia in ottobre per riaprire i negoziati in merito ad un pacchetto di assistenza macrofinanziaria per un importo totale di 15 milioni di euro. La crescita economica si è accelerata notevolmente nel 2001. Nel primo semestre dell'anno il PIL è cresciuto del 4% su base annua, dopo un aumento dell'1,9% nel 2000 ed una contrazione del 3,4% nel 1999. L'accelerazione della crescita ha interessato tutta l'economia. La produzione industriale è salita del 12% su base annua e la produzione agricola, che negli anni recenti ha costituito un fattore di rallentamento nell'economia, è cresciuta del 15%. La crescita limitata della massa monetaria e la relativa stabilità della valuta nei primi sei mesi del 2001 hanno contribuito a garantire una crescita dei prezzi al consumo mensile media stagionalmente bassa (0,6%) e la discesa dell'inflazione su base annua in agosto al di sotto del 9%, il suo livello più basso dal 1998. Il disavanzo di bilancio è sceso dal 3,0% del PIL nel 1999 a solo l'1,0% nel 2000. La disciplina di bilancio è stata leggermente allentata quest'anno e per il 2001 si prevede un disavanzo appena inferiore all'1,5% del PIL. A seguito del forte aumento delle importazioni, nel 2000 il disavanzo della bilancia delle partite correnti in conto merci è raddoppiato in termini di percentuale del PIL giungendo al livello molto elevato del 24%. Nel primo semestre del 2001 le esportazioni sono cresciute di circa il 30% su base annua, mentre le importazioni hanno continuato a salire ma più lentamente. Tuttavia, giacché la crescita delle esportazioni ha preso avvio da una base relativamente bassa, il disavanzo commerciale ha registrato comunque una lieve crescita. A fine 2000 il debito estero ha raggiunto il 120% del PIL. 4.5. Tagikistan La crescita del PIL si è accelerata sino all'8,3% nel 2000 e nei primi mesi del 2001, rispetto al 3,7% nel 1999. Questo elevato tasso di crescita è stato ottenuto nonostante una grave siccità che ha ostacolato la produzione di elettricità, danneggiato gravemente la produzione cerealicola (il raccolto è stato solo il 50% di quello del 1999) e sconvolto gli scambi commerciali regionali. Nel 2000 la maggiore efficienza nella riscossione delle imposte ha consentito un consolidamento della situazione fiscale. Nella prima parte del 2001 il bilancio presentava nuovamente un avanzo primario. L'inflazione ha registrato un'impennata nella seconda metà del 2000, a causa soprattutto di slittamenti nella politica monetaria e dell'incertezza suscitata dall'introduzione della nuova moneta nazionale il 30 ottobre, ma anche come conseguenza del rincaro dell'energia. Più di recente, tuttavia, l'inflazione è calata: nei primi cinque mesi del 2001 i prezzi al consumo sono saliti del 9%, rispetto al 17% nell'ultimo trimestre del 2000. La situazione delle partite correnti è peggiorata nel 2000: il disavanzo è stato pari al 6,4% del PIL. La siccità, causando una carenza di produzione interna di elettricità, ha reso necessarie ingenti importazioni nette di energia elettrica. Anche il rincaro del petrolio ha contribuito ad esercitare pressioni sulla bilancia dei pagamenti, ma l'aumento di afflussi di capitali, dovuto in gran parte a pagamenti anticipati al settore cotoniero, ha portato ad un incremento delle riserve valutarie lorde a 87,2 milioni di dollari a fine 2000, il che corrisponde a 2,4 mesi di importazioni. Nella prima parte del 2001 il disavanzo delle partite correnti era ad un livello comparabile. A fine 2000 il debito estero del Tagikistan era salito al 129% del PIL, unicamente a causa del deprezzamento del corso di cambio (il valore dello stock del debito è variato molto lievemente). Il debito estero è considerato abbastanza sostenibile misurato nei termini dei due rapporti stock del debito/esportazioni e servizio del debito/esportazioni, mentre è molto gravoso se misurato nei termini dei due rapporti stock del debito/gettito fiscale e servizio del debito/gettito fiscale. Il problema del debito è uno degli ostacoli principali che si frappone alla strategia intesa a ridurre la povertà ed a favorire la crescita. Nei prossimi 4-5 anni, i trasferimenti netti di risorse all'estero (correlati ai pagamenti del debito) saranno pari ogni anno a non meno del 5% del PIL. 4.6. Ucraina Secondo le stime, il PIL in termini reali, dopo essere salito del 5,8% nel 2000, il primo risultato positivo dall'indipendenza, crescerà del 9,1% su base annua nel primo semestre del 2001. La crescita è sospinta sia dalle esportazioni che dalla spesa interna. Nonostante il rafforzamento dell'attività economica, l'inflazione è in calo: l'indice dei prezzi al consumo è cresciuto solo del 5,3% nel primo semestre del 2001 a fronte del 18,7% nello stesso periodo del 2000. A fine 2001 l'inflazione annuale dovrebbe essere pari a circa il 14% (dato che rappresenta un notevole calo rispetto al 25,8% del dicembre 2000). Il calo dell'inflazione è dovuto ad una combinazione di fattori, tra cui la stabilità della hryvnya dal marzo 2000 ad oggi, una politica di bilancio prudente e prezzi del petrolio più contenuti. Sul fronte della finanza pubblica, i proventi delle privatizzazioni nel 2001 dovrebbero essere notevolmente inferiori a quanto previsto in bilancio. Per compensare questo ammanco, il governo ha convenuto con l'FMI di ridurre l'obiettivo per il disavanzo (esclusi i proventi delle privatizzazioni) dal 3% del PIL implicito nel bilancio originario all'1,75 del PIL. Questa riduzione verrà raggiunta tramite tagli alla spesa e l'incremento del gettito fiscale dovuto al rafforzamento dell'attività economica, i quali dovrebbero più che compensare la riduzione delle entrate derivante dal condono degli arretrati d'imposta adottato dal Parlamento all'inizio del 2001. I progressi in materia di riforme strutturali sono notevolmente rallentati nel primo semestre del 2001, in parte per via dell'impasse politica dovuta alle dimissioni del Primo ministro Yuschenko nel maggio 2001. Sono stati tuttavia intrapresi taluni passi promettenti, come il ritiro dell'autorizzazione a Banka Ukraina, una banca statale insolvente ed il miglioramento dei tassi di esazione nel settore dell'energia. L'avanzo delle partite correnti dovrebbe scendere dal 4,7% del PIL nel 2000 a circa il 2% nel 2001. Questo calo è dovuto sia alla crescita più rapida delle importazioni derivante dalla forza della domanda interna, sia alla decelerazione della crescita delle esportazioni rispetto al picco del 2000, determinata da una domanda estera più fiacca e dall'apprezzamento del tasso di cambio reale. Sebbene le partite correnti continuino ad essere in avanzo, la bilancia dei pagamenti resta vulnerabile. Essendo chiuso, a seguito della crisi russa del 1998, l'accesso ai mercati obbligazionari internazionali, l'afflusso degli investimenti esteri diretti ha continuato ad essere deludente. In questo contesto le riserve ufficiali di valuta estera restano basse (circa 2 miliardi di USD, pari a 5,2 settimane di importazioni, a fine giugno 2001) pur essendo in moderato rialzo dal marzo 2000. La ristrutturazione del debito concordata con il Club di Parigi nel luglio 2001 e la prevista riattivazione dell'EFF da parte dell'FMI nell'autunno del 2001 dovrebbero creare le condizioni per la ripresa di consistenti flussi finanziari ufficiali ed il ritorno dell'Ucraina sui mercati internazionali dei capitali. A fine 2000 lo stock del debito estero dell'Ucraina era pari al 36% del PIL. 5. Altri paesi terzi 5.1. Algeria Il rialzo dei prezzi del petrolio e del gas ha avuto un impatto positivo sulla situazione finanziaria e sul rischio paese dell'Algeria, dato che il settore degli idrocarburi rappresenta più del 90% delle esportazioni algerine e circa il 30% del PIL. Il saldo delle partite correnti ha fatto registrare un avanzo di circa il 17% del PIL nel 2000. In base alla previsione attuale di un prezzo medio del petrolio di 20 dollari al barile, nel 2001 la bilancia dei pagamenti resterà forte (avanzo delle partite correnti stimato al 12% del PIL). A fine 2000 le riserve ufficiali sono salite ad oltre un anno di importazioni (11,9 miliardi di dollari). Questa tendenza si è mantenuta nel primo semestre del 2001 e le riserve ufficiali hanno raggiunto il livello di 15,2 miliardi di dollari a fine giugno 2001. Il livello elevato dei prezzi del petrolio ha anche avuto ripercussioni positive sulle finanze algerine. L'incremento degli introiti dovuti agli idrocarburi ha determinato un avanzo di quasi il 10% del PIL nel 2000 (a fronte di un disavanzo dello 0,4% nel 1999). Il rialzo dei prezzi del petrolio non è stato però sufficiente a trainare la crescita economica che nel 2000 si è fermata al 2,4% del PIL (a fronte del 3,3% nel 1999). Questo risultato modesto può essere attribuito in particolare allo scarso rendimento del settore agricolo e alla bassa produzione industriale, che ha continuato a scendere nel primo trimestre del 2001. La crescita del PIL per il 2001 è prevista al 3,8%: la contrazione della produzione di petrolio, derivante dalla diminuzione delle quote dell'OPEC, sarà compensata da una ripresa della domanda e della produzione agricola. Nel 2000 i prezzi dei prodotti alimentari sono scesi (-0,8% in media), il che ha limitato l'aumento dell'indice dei prezzi al consumo allo 0,3%. Tuttavia l'inflazione sottostante (prezzi dei prodotti non alimentari) è salita ad oltre il 3% nel primo trimestre del 2001. Gli indicatori del debito estero sono notevolmente migliorati nel 2000. Il debito estero a medio e lungo termine è diminuito da 28,3 miliardi di USD a fine 1999 (59,1% del PIL) a 25,5 miliardi di USD (47,9% del PIL) a fine 2000 e dovrebbe scendere ulteriormente a 23,3 miliardi di USD (40,7% del PIL) a fine 2001. Anche il carico del servizio del debito si è alleggerito notevolmente, passando dal 39,6% delle esportazioni nel 1999 al 20,9% nel 2000 e si prevede che si stabilizzi al 21,6% nel 2001. Abbreviazioni DM // Marco tedesco CE // Comunità europea EFF // Dispositivo finanziario esteso (Extended Fund Facility) BEI // Banca europea per gli investimenti UE // Unione europea EUR // Euro IDE // Investimenti diretti dall'estero PIL // Prodotto interno lordo FMI // Fondo monetario internazionale SBA // Accordo stand-by (Stand-by Arrangement) USD // Dollaro degli Stati Uniti d'America Allegato 1. Note esplicative sulla situazione dei rischi coperti dal bilancio comunitario 1.1. Tabelle da 1 a 3 Le tabelle da 1 a 3 presentano schematicamente l'esposizione in capitale delle garanzie e dei rimborsi annuali a titolo del capitale e degli interessi relativi ai prestiti attivi e passivi che comportano un rischio per il bilancio comunitario. Queste cifre indicano il rischio massimo possibile che queste operazioni rappresentano per la Comunità e non devono pertanto essere interpretate come importi che il bilancio dovrà effettivamente esborsare. In particolare, per quanto riguarda la tabella n. 3, non è sicuro che tutte le operazioni descritte saranno effettivamente esborsate. 1.1.1. Importo massimo dei prestiti autorizzati (tabella 1) L'importo massimo dei prestiti autorizzati è definito come la somma degli importi massimi in capitale (massimali) autorizzati per ogni operazione decisa dal Consiglio. Per stimare esattamente il rischio per il bilancio comunitario, occorre tenere conto dei fattori seguenti, che influiscono sul rischio. - Nel senso di un aumento del rischio occorre aggiungere all'importo massimo in capitale dei prestiti autorizzati i relativi interessi. - Agiscono invece nel senso di una diminuzione del rischio: * la limitazione della garanzia data alla BEI al 75% dei prestiti firmati a favore dei paesi del bacino mediterraneo; * la limitazione della garanzia data alla BEI al 70% dei prestiti firmati nel quadro delle operazioni di erogazione di prestiti a taluni paesi terzi autorizzate dalla decisione del Consiglio del 14 aprile 1997 e la suddivisione dei rischi fra la Comunità e la BEI, poiché la garanzia del bilancio copre in taluni casi solo i rischi politici; * la limitazione della garanzia data alla BEI al 65% dei prestiti firmati nel quadro delle operazioni di erogazione di prestiti a taluni paesi terzi autorizzate dalla decisione del Consiglio del 22 dicembre 1999 e la suddivisione dei rischi fra la Comunità e la BEI, poiché la garanzia del bilancio copre in taluni casi solo i rischi politici; * le operazioni già rimborsate quando, eccettuati i prestiti per le bilance dei pagamenti (Stati membri), si tratti di importi massimi di prestiti accordati e non di importi globali autorizzati; * le autorizzazioni non sono necessariamente utilizzate per intero. 1.1.2. Esposizioni dei prestiti attivi e passivi (tabella 1) L'esposizione è definita come l'importo, ad una data determinata, del capitale che il debitore deve ancora rimborsare su operazioni già esborsate. Rispetto all'aggregato precedente, l'esposizione non comprende i prestiti non ancora versati, né la frazione già rimborsata dei prestiti versati. Indica l'importo dei prestiti "in essere" ad una data determinata. 1.1.3. Ammontare annuo dei rischi (tabelle 2 e 3) Quest'importo è il risultato della stima delle scadenze in capitale e in interessi per ogni esercizio finanziario. Quest'importo è calcolato: a) o per i soli prestiti erogati (tabella 2), nel qual caso il capitale da rimborsare corrisponde a quello risultante nell'esposizione; b) o per i prestiti erogati, i prestiti decisi e non ancora erogati e quelli proposti dalla Commissione e non ancora decisi (tabella 3). In questo caso il capitale da rimborsare corrisponde a quello del massimale dei prestiti autorizzati, al quale sono da aggiungere, se necessario, gli importi delle operazioni proposte dalla Commissione e non ancora decise. 1.2. Tabelle delle operazioni di prestito che beneficiano della garanzia di bilancio Tabelle 5a, 5b(1), 5b(2) e 6 >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> 1.3. Previsioni di firma e di versamento dei prestiti BEI Le cifre utilizzate per il calcolo delle ipotesi sulle quali è basata l'elaborazione della tabella 3 per i prestiti della BEI ai paesi terzi sulle sue risorse proprie sono state fornite dalla stessa BEI. Previsioni di firma Al 30 giugno 2001 restavano da firmare 204 milioni di euro. Tale importo è ripartito come segue: Mediterraneo: vecchi mandati (4° protocollo Siria) // EUR 0 milioni Europa centrale e orientale (1) // EUR 75 milioni Asia e America latina // EUR 129 milioni Ex Repubblica iugoslava di Macedonia // EUR 0 milioni Bosnia // EUR 0 milioni (1) Il residuo da firmare per i paesi d'Europa centrale e orientale corrisponde alla decisione del 14 aprile 1997. Per il nuovo mandato dei prestiti BEI (2000-2007), deciso dal Consiglio il 22 dicembre 1999, il calendario di previsione della firma dei prestiti è indicato nella scheda finanziaria unita alla proposta della Commissione. Previsioni di versamento Per quanto riguarda i versamenti dei prestiti ancora da firmare, è stata presa in considerazione l'ipotesi seguente: anno della firma: 0%, 2° anno: 10%, dal 3° al 5° anno: 25% all'anno, 6° anno: 15%. Al 30 giugno 2001 restano da versare, sui prestiti firmati alla stessa data, 7 315 milioni di euro. Quest'importo si ripartisce come segue [7]: [7] In base all'ipotesi di lavoro di un ritmo di versamento su quattro anni, in ragione del 25% all'anno, e di una durata media dei prestiti stimata a 15 anni con 3 anni di franchigia. Mediterraneo // EUR 2 816 milioni Europa centrale e orientale // EUR 3 195 milioni Asia e America latina // EUR 946 milioni Sudafrica // EUR 161 milioni Ex Repubblica iugoslava di Macedonia // EUR 97 milioni Bosnia // EUR 100 milioni L'ipotesi di versamento presa in considerazione per il nuovo mandato (2000-2007) è la stessa indicata sopra. 1.4. Modalità di pagamento della garanzia del bilancio 1.4.1. Per le operazioni di assunzione ed erogazione di prestiti Per queste operazioni, la Comunità assume prestiti sul mercato finanziario per trasferire il ricavato, alle stesse condizioni di tasso e di durata, a Stati membri (bilance dei pagamenti), a paesi terzi (assistenza finanziaria a medio termine) o a imprese (NSC, Euratom). Il rimborso del prestito deve coprire le scadenze dei prestiti emessi dalla Comunità. In caso di ritardo di pagamento da parte del beneficiario del prestito, la Commissione deve rimborsare il prestito alla data prevista sulle proprie risorse. La mobilizzazione dei mezzi necessari al pagamento della garanzia del bilancio in caso di ritardo di pagamento da parte di un beneficiario di un prestito accordato dalla Comunità si effettua come segue: a) ricorrendo provvisoriamente alla tesoreria, ai sensi dell'articolo 12 del regolamento (CE, Euratom) n. 1150/2000 del Consiglio del 22 mag. 2000, recante applicazione della decisione 94/728/CE, Euratom relativa al sistema delle risorse proprie delle Comunità. Questo mezzo è utilizzato per permettere alla Comunità di procedere immediatamente alla data prevista al rimborso del prestito in caso di ritardo di pagamento da parte del beneficiario del mutuo; b) se il ritardo di pagamento è confermato tre mesi dopo la scadenza, la Commissione ricorre al Fondo di garanzia per fare fronte all'inadempimento constatato. Tale ricorso serve in questo caso a rimborsare la tesoreria della Commissione; c) avviando la procedura di storno che permette di dotare la linea di bilancio della garanzia degli stanziamenti necessari al pagamento dell'inadempimento constatato, dopo aver esaurito in primo luogo ogni margine disponibile nella riserva per garanzie. Questo mezzo è utilizzato quando le disponibilità del Fondo di garanzia sono insufficienti e suppone l'autorizzazione preventiva dell'autorità di bilancio; d) con la riutilizzazione di importi recuperati in precedenza presso debitori già inadempienti e in luogo dei quali il bilancio della Comunità è intervenuto in garanzia. Questo mezzo permette in pratica un pagamento in termini brevi, in attesa della disponibilità dei crediti recuperati. 1.4.2. Per le garanzie fornite a terzi Per le garanzie a terzi, la Comunità si porta garante dei prestiti accordati da un istituto finanziario, ad esempio la Banca europea per gli investimenti (BEI). Quando la BEI constata che il beneficiario di un prestito garantito non paga alla scadenza prevista, chiede alla Comunità, conformemente ai contratti di garanzia, di pagare le somme dovute dal debitore insolvente. Il pagamento della garanzia è dovuto al più tardi tre mesi dopo la ricezione della domanda fatta alla Comunità dalla BEI. La BEI gestisce il prestito secondo i più rigorosi usi bancari ed è tenuta a richiedere i pagamenti dovuti non appena interviene la garanzia. Dall'entrata in vigore del regolamento che istituisce un Fondo di garanzia relativo alle azioni esterne, le disposizioni della Convenzione tra la Comunità e la BEI per la gestione del Fondo prevedono che, sulla base della richiesta di garanzia della BEI in caso d'inadempimento constatato, la Commissione autorizza la Banca a prelevare entro 3 mesi, sul conto del Fondo di garanzia, gli importi corrispondenti agli inadempimenti. In caso di insufficienza del Fondo, si applicano le modalità di intervento in garanzia previste per le operazioni di assunzione ed erogazione di prestiti. Il 20 e 22 gennaio 1999 è stato concluso un accordo di attuazione fra la Comunità e la BEI che disciplina la procedura di pagamento e rimborso nel quadro delle garanzie comunitarie a favore della BEI. 2. Nota metodologica sull'analisi della capacità prevedibile di prestito della Comunità ai paesi terzi sul periodo 1999-2001, compatibile con il meccanismo del Fondo di garanzia (tabella 4) 2.1. Riserva per garanzie di prestiti ai paesi terzi L'accordo interistituzionale del 29 ottobre 1993 sulla disciplina di bilancio e il miglioramento della procedura di bilancio ha previsto, conformemente alle conclusioni del Consiglio europeo di Edimburgo, l'iscrizione a titolo di accantonamento nel bilancio generale delle Comunità europee di una riserva per le garanzie sui prestiti a paesi terzi. Questa riserva è destinata a fare fronte alle necessità di alimentazione del Fondo di garanzia e, se necessario, agli interventi in garanzia che superano l'importo disponibile del Fondo, in modo da consentirne l'imputazione di bilancio. L'importo della riserva per garanzie è quello indicato nelle prospettive finanziarie 2000-2006, cioè 200 milioni di euro ai prezzi del 1999. L'importo della riserva è, nel 2000, di 203 milioni di euro e nel 2001 sarà di 208 milioni di euro. Le condizioni di iscrizione, di utilizzazione e di finanziamento della riserva per garanzie sono stabilite dalle seguenti decisioni: * Decisione del Consiglio 94/729/CE, del 31 ottobre 1994, sulla disciplina di bilancio * Regolamento (CECA, CE, Euratom) n. 2730/94 del Consiglio, del 31 ottobre 1994, che modifica il regolamento finanziario del 21 dicembre 1977 applicabile al bilancio generale delle Comunità europee * Decisione del Consiglio 94/728/CE, del 31 ottobre 1994, relativa al sistema delle risorse proprie delle Comunità europee. 2.2. Basi di calcolo della copertura del Fondo di garanzia Le basi di approvvigionamento del Fondo sono calcolate applicando i tassi della copertura in garanzia in vigore, cioè 65%, 70%, 75% o 100%: - alle garanzie ai prestiti autorizzati dal Consiglio e alle garanzie ai prestiti proposte e in preparazione da parte della Commissione, sulla base degli importi stimati di firma dei prestiti indicati nelle schede finanziarie (prestiti BEI, prestiti Euratom), - agli importi dei prestiti autorizzati (prestiti di assistenza finanziaria) dal Consiglio e dei prestiti proposti e in preparazione da parte della Commissione. L'allegato del regolamento (CE, Euratom) n. 2728/94 del Consiglio, del 31 ottobre 1994, relativo all'istituzione di un Fondo di garanzia per le azioni esterne, che riguarda le modalità di versamento al Fondo di garanzia, prevede che per le operazioni di prestito o di garanzia ad organismi finanziari a titolo di un meccanismo quadro, della durata di più anni, con finalità microeconomica e strutturale, i versamenti al Fondo siano realizzati in quote annue calcolate sulla base degli importi annuali indicati nella scheda finanziaria unita alla proposta della Commissione, se necessario adeguati in funzione della decisione del Consiglio. Per le altre operazioni di prestito della Comunità, come i prestiti alla bilancia dei pagamenti di paesi terzi, che si effettuano in una o più quote, gli importi dei versamenti al Fondo sono calcolati sulla base dell'importo globale dell'operazione decisa dal Consiglio. Secondo l'allegato del regolamento che istituisce il Fondo di garanzia, a partire dal secondo anno (per le operazioni di durata pluriennale), gli importi da versare al Fondo sono corretti tenendo conto della divergenza constatata al 31 dicembre dell'anno precedente tra le stime che sono state alla base del versamento precedente e le realizzazioni dei prestiti firmati nel corso dello stesso anno. L'eventuale divergenza relativa all'ultimo anno è oggetto di un versamento l'anno seguente. Tale allegato prevede che la Commissione, quando inizia una procedura di versamento, verifica lo stato di esecuzione delle operazioni che sono state oggetto di pagamenti precedenti e, qualora i termini di impegno inizialmente previsti non fossero stati rispettati, propone di tenerne conto nel calcolo del primo versamento dell'inizio dell'esercizio seguente a titolo di operazioni già in corso. Nel corso del secondo semestre 2000, l'autorità di bilancio ha pertanto adottato due storni: - lo storno 69/2000 per dotare il Fondo di garanzia della copertura per le operazioni di prestiti d'assistenza macrofinanziaria a paesi terzi (Tagikistan, Moldavia) e per procedere al versamento corrispondente alla quota annua prevista nella scheda finanziaria per i prestiti della BEI a favore di progetti realizzati in Croazia, - lo storno 74/2000 per procedere al versamento corrispondente alla quota annua prevista nella scheda finanziaria per i prestiti della BEI per il consolidamento e il rafforzamento dell'unione doganale CE-Turchia. 2.3. Base di copertura del Fondo in caso di garanzia parziale Per i prestiti BEI, che sono oggetto di una garanzia globalizzata al 75%, il Fondo è approvvigionato sulla base del 75% dell'importo totale delle operazioni autorizzate. I prestiti della BEI autorizzati dai Consigli del 14 aprile 1997, 19 maggio 1998 e 14 dicembre 1998 sono oggetto di una garanzia limitata al 70% del totale dei crediti aperti. La base di copertura è pari al 70% delle previsioni annuali di firma. I prestiti della BEI autorizzati dai Consigli del 29 novembre 1999 e 22 dicembre 1999 sono oggetto di una garanzia limitata al 65% del totale dei crediti aperti. La base di copertura è pari al 65% delle previsioni annuali di firma. 2.4. Copertura del Fondo di garanzia Gli importi accantonati nel Fondo di garanzia derivano dall'applicazione del tasso di copertura del 14%, alla base di calcolo definita sopra. Il regolamento relativo al Fondo di garanzia precisa negli articoli 2 e 4 che il Fondo è alimentato da versamenti del bilancio generale pari al 14% dell'importo in capitale delle operazioni, sino al raggiungimento dell'importo-obiettivo da parte del Fondo. Poiché tale importo è stato raggiunto il 31.12.97, in base alle disposizioni regolamentari la Commissione ha presentato proposte per un riesame del tasso di copertura. Queste proposte figurano nel quadro della Relazione globale sul funzionamento del Fondo elaborata dalla Commissione ai sensi dell'articolo 3 del regolamento che istituisce il Fondo (COM(1998) 168 def. del 18.3.1998). Il regolamento (CE, EURATOM) n. 1149/1999 del Consiglio del 25 maggio 1999 ha modificato il regolamento n. 2728/94 che istituisce il Fondo di garanzia per le azioni esterne. In base a tale regolamento, il tasso di copertura del Fondo e il tasso dell'importo obiettivo sono fissati al 9% a partire dal 1° gennaio 2000. 2.5. Margine disponibile nella riserva per garanzie Il margine disponibile nella riserva per garanzie è determinato dalla differenza tra la riserva e la linea di copertura del Fondo di garanzia. 2.6. Capacità residua di prestito La capacità residua di prestito è la controparte, in termini di prestiti, del margine disponibile nella riserva, tenuto conto dei tassi di garanzia in vigore. 3. Note esplicative degli indicatori di rischio-paese (+ tabelle) // // Note standard // // (1) // Tenuto conto soltanto dei prestiti BEI e a favore della bilancia dei pagamenti (prestiti non ancora rimborsati) ai paesi PECO, NSI e MED. (2) // Quanto più alto è il numero di classificazione, tanto minore è l'affidabilità di credito del paese. Euromoney non ha pubblicato alcuna classificazione nel marzo 1998. (3) // I paesi sono valutati secondo una scala da 0 a 100, dove 100 rappresenta il rischio minimo d'insolvenza. Un determinato paese può migliorare la valutazione ottenuta e tuttavia scendere a un grado più basso nella scala suddetta, se risulti migliorata la media della valutazione globale di tutti i paesi valutati. // Sigle, abbreviazioni e termini inglesi figuranti nelle tabelle // // S&P // Standard and Poor's // CCFF= // Compensatory and Contingency Financing Facility (Dispositivo finanziario di compensazione e di sopravvenienza passiva) EFF= // Extended Financing Facility (Dispositivo per l'estensione del credito) SBA = // Stand-By Arrangement (Accordo di stand-by) STF= // Systemic Transformation Facility (Dispositivo di trasformazione sistematica) // est.= // estimates (stime) n.a. = // not available (non disponibile) prelim.= // preliminary (preliminare) // >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO>