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Document 32022D1956

    Decisione di esecuzione (PESC) 2022/1956 del Consiglio del 17 ottobre 2022 che attua la decisione 2011/235/PESC concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone ed entità in considerazione della situazione in Iran

    ST/13293/2022/INIT

    GU L 269I del 17.10.2022, p. 9–15 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    Legal status of the document In force

    ELI: http://data.europa.eu/eli/dec_impl/2022/1956/oj

    17.10.2022   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    LI 269/9


    DECISIONE DI ESECUZIONE (PESC) 2022/1956 DEL CONSIGLIO

    del 17 ottobre 2022

    che attua la decisione 2011/235/PESC concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone ed entità in considerazione della situazione in Iran

    IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

    visto il trattato sull’Unione europea, in particolare l’articolo 31, paragrafo 2,

    vista la decisione 2011/235/PESC del Consiglio, del 12 aprile 2011, concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone ed entità in considerazione della situazione in Iran (1), in particolare l’articolo 3, paragrafo 1,

    vista la proposta dell’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza,

    considerando quanto segue:

    (1)

    Il 12 aprile 2011 il Consiglio ha adottato la decisione 2011/235/PESC.

    (2)

    Il 25 settembre 2022 l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ha rilasciato una dichiarazione a nome dell’Unione in cui deplora il diffuso e sproporzionato ricorso alla forza da parte delle forze di sicurezza iraniane nei confronti di manifestanti non violenti, che ha causato un elevato numero di morti e feriti. Nella dichiarazione si afferma inoltre che i responsabili dell’uccisione di Mahsa Amini devono essere chiamati a risponderne e si invitano le autorità iraniane a garantire indagini trasparenti e credibili per chiarire il numero di persone decedute e arrestate, rilasciare tutti i manifestanti non violenti e garantire un giusto processo a tutte le persone detenute. Si sottolinea inoltre che la decisione dell’Iran di limitare drasticamente l’accesso a internet e di bloccare le piattaforme di messaggistica istantanea viola palesemente la libertà di espressione. Infine, si afferma che l’Unione valuterà tutte le opzioni disponibili per affrontare l’uccisione di Mahsa Amini e il modo in cui le forze di sicurezza iraniane hanno risposto alle successive manifestazioni.

    (3)

    In tale contesto, e in linea con l’impegno dell’Unione di affrontare con l’Iran tutte le questioni che destano preoccupazione, compresa la situazione dei diritti umani, undici persone e quattro entità dovrebbero essere inserite nell’elenco delle persone ed entità oggetto delle misure restrittive di cui all’allegato della decisione 2011/235/PESC.

    (4)

    È opportuno pertanto modificare di conseguenza la decisione 2011/235/PESC,

    HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

    Articolo 1

    L’allegato della decisione 2011/235/PESC è modificato come indicato nell’allegato della presente decisione.

    Articolo 2

    La presente decisione entra in vigore il giorno della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

    Fatto a Lussemburgo, il 17 ottobre 2022

    Per il Consiglio

    Il presidente

    J. BORRELL FONTELLES


    (1)   GU L 100 del 14.4.2011, pag. 51.


    ALLEGATO

    Le persone e le entità seguenti sono aggiunte all’elenco delle persone ed entità riportato nell’allegato della decisione 2011/235/PESC:

    Persone

     

    Nome

    Informazioni identificative

    Motivi

    Data di inserimento nell’elenco

    «96.

    ROSTAMI CHESHMEH GACHI Mohammed(alias ROSTAMI, Mohammad)

    محمد گچی چشمه رستمی

    (alias محمد رستمی)

    Luogo di nascita: Kermanshah (Iran)

    Data di nascita: 1976 o 1977

    Cittadinanza: iraniana

    Sesso: maschile

    Documento d’identità nazionale n.: 111936 (Iran)

    Numero di identificazione: 13821 (Iran)

    Carica: capo della polizia morale iraniana

    Mohammad Rostami Cheshmeh Gachi è il capo della polizia morale iraniana. È stato capo della polizia di pubblica sicurezza di Kermanshah dall’inizio del 2014 all’inizio del 2019 e ha ricoperto cariche di alto livello nella polizia di intelligence iraniana.

    La polizia morale fa parte delle forze dell’ordine iraniane (LEF) e costituisce un’unità speciale di polizia che applica le rigorose norme di abbigliamento per le donne, compreso l’obbligo di indossare il velo. La polizia morale ha fatto un uso illecito della forza contro le donne per non aver rispettato le leggi iraniane sul velo islamico, si è resa responsabile di violenze sessuali e di genere, arresti e detenzioni arbitrari, violenza eccessiva e tortura.

    Il 13 settembre 2022 la polizia morale ha arrestato arbitrariamente Mahsa Amini, 22 anni, a Teheran per aver indossato impropriamente il velo islamico. Successivamente Mahsa Amini è stata portata presso la sede della polizia morale per una “sessione di rieducazione e orientamento”. Secondo notizie e testimoni affidabili, durante la detenzione è stata sottoposta a percosse e maltrattamenti brutali, che ne hanno determinato il ricovero ospedaliero e la morte il 16 settembre 2022. Il comportamento abusivo della polizia morale non si limita a tale incidente ed è stato ampiamente documentato.

    In qualità di capo della polizia morale iraniana, Rostami è responsabile delle azioni di tale organismo. È pertanto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

    17.10.2022

    97.

    RAHIMI Hossein

    حسین رحیمی

    Luogo di nascita: Villaggio di Dodhak, Mahalat, circoscrizione centrale (Iran)

    Data di nascita: 1964

    Cittadinanza: iraniana

    Sesso: maschile

    Grado: generale di brigata

    Carica: capo delle forze dell’ordine iraniane (LEF) a Teheran

    Il generale di brigata Hossein Rahimi è il capo delle forze dell’ordine iraniane (LEF) a Teheran dal 7 agosto 2017.

    La risposta delle LEF alle proteste del settembre 2022 a Teheran è stata particolarmente dura. Il loro uso eccessivo della violenza per reprimere tali proteste ha provocato numerose morti.

    In qualità di capo delle LEF a Teheran, Rahimi è pertanto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

    17.10.2022

    98.

    ABDI Abbas

    عبدی عباس

    Cittadinanza: iraniana

    Sesso: maschile

    Grado: colonnello

    Carica: capo delle forze dell’ordine iraniane (LEF) a Divandarreh

    Il colonnello Abbas Abdi è il capo delle forze dell’ordine iraniane (LEF) nel distretto di Divandarreh.

    La risposta delle LEF alle proteste del settembre 2022 a Divandarreh è stata particolarmente dura. Il loro uso eccessivo della violenza per reprimere tali proteste ha provocato numerose morti.

    In qualità di capo delle LEF a Divandarreh, Abdi è pertanto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

    17.10.2022

    99.

    MIRZAEI Haj Ahmad (alias MIRZAEI, Hajahmad; MIRZAYI, Hajj Ahmad)

    حاج احمد میرزایی

    Luogo di nascita: Teheran (Iran)

    Data di nascita: 9 febbraio 1957

    Cittadinanza: iraniana

    Sesso: maschile

    Numero di identificazione: 4268935215 (Iran)

    Grado: colonnello

    Carica: capo della polizia morale iraniana a Teheran

    Il colonnello Haj Ahmed Mirzaei è il capo della sezione di Teheran della polizia morale iraniana dal 2018.

    La polizia morale fa parte delle forze dell’ordine iraniane (LEF) e costituisce un’unità speciale di polizia che applica le rigorose norme di abbigliamento per le donne, compreso l’obbligo di indossare il velo. La polizia morale ha fatto un uso illecito della forza contro le donne per non aver rispettato le leggi iraniane sul velo islamico, si è resa responsabile di violenze sessuali e di genere, arresti e detenzioni arbitrari, violenza eccessiva e tortura.

    Il 13 settembre 2022 la polizia morale ha arrestato arbitrariamente Mahsa Amini, 22 anni, a Teheran per aver indossato impropriamente il velo islamico. Successivamente Mahsa Amini è stata portata presso la sede della polizia morale per una “sessione di rieducazione e orientamento”. Secondo notizie e testimoni affidabili, durante la detenzione è stata sottoposta a percosse e maltrattamenti brutali, che ne hanno determinato il ricovero ospedaliero e la morte il 16 settembre 2022. Il comportamento abusivo della polizia morale non si limita a tale incidente ed è stato ampiamente documentato.

    In qualità di capo della polizia morale a Teheran, Mirzaei è responsabile delle azioni della polizia morale a Teheran, compreso nella sede in cui è stata sottoposta a percosse e maltrattamenti Amini. È pertanto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

    17.10.2022

    100.

    ZAREPOUR Issa

    عیسی زارع پور

    Luogo di nascita: Eslamabad-e Gharb, provincia di Kermanshah (Iran)

    Data di nascita: 1980

    Cittadinanza: iraniana

    Sesso: maschile

    Carica: ministro delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione

    Issa Zarepour è il ministro iraniano delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione dal 25 agosto 2021.

    In tale veste, ha svolto un ruolo chiave nella decisione del governo iraniano di violare sistematicamente la libertà di opinione e di espressione del popolo iraniano imponendo restrizioni all’accesso a internet durante le proteste successive alla morte della ventiduenne Mahsa Amini, avvenuta il 16 settembre 2022.

    Tale azione ha ulteriormente ridotto lo spazio, già molto limitato, che gli attori della società civile in Iran, compresi i difensori dei diritti umani, hanno a disposizione per raccogliere informazioni obiettive e comunicare, sia tra loro che con il mondo esterno.

    Il blackout di internet ha avuto conseguenze negative sull’esercizio dei diritti umani, sia direttamente (in particolare l’impatto sulla libertà di opinione e di espressione e sulla disponibilità di informazioni obiettive) sia indirettamente (in particolare le maggiori probabilità di violazioni dei diritti umani non documentate, con effetti negativi sull’accertamento delle responsabilità per le violazioni dei diritti umani).

    In qualità di ministro delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, Zarepour è pertanto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

    17.10.2022

    101.

    SEPEHR Mohammad-Hossein

    محمدحسین سپهر

    Cittadinanza: iraniana

    Sesso: maschile

    Carica: comandante della base centrale iraniana di addestramento dello stato maggiore delle forze armate

    Mohammad-Hossein Sepehr è il comandante della base centrale di addestramento dello stato maggiore delle forze armate a Teheran. È membro del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC) e della Forza di resistenza Basij (un’organizzazione paramilitare volontaria che opera sotto l’IRGC con sezioni in tutto l’Iran).

    Sepehr supervisiona i corsi di formazione anti-proteste per le forze di sicurezza iraniane e sostiene una linea repressiva nei confronti dei manifestanti.

    È pertanto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

    17.10.2022

    102.

    SAFARI Sayd Ali

    صفری سید علی

    Cittadinanza: iraniana

    Sesso: maschile

    Grado: colonnello

    Carica: capo delle forze dell’ordine iraniane (LEF) a Saqqez

    Il colonnello Sayd Ali Safari è il capo delle forze dell’ordine iraniane (LEF) a Saqqez.

    La risposta delle LEF alle proteste del settembre 2022 a Saqqez è stata particolarmente dura. Il loro uso eccessivo della violenza per reprimere le proteste ha provocato numerose morti.

    In qualità di capo delle LEF a Saqqez, Safari è pertanto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

    17.10.2022

    103.

    ADYANI Seyed Alireza (alias ADIANI Hojjat al-Islam Seyyed Alireza)

    ادیانی سید علیرضا

    Cittadinanza: iraniana

    Sesso: maschile

    Carica: capo dell’ufficio ideologico-politico delle forze dell’ordineiraniane (LEF)

    Seyed Alireza Adyani è il capo dell’ufficio ideologico-politico delle forze dell’ordine iraniane (LEF).

    Adyani è responsabile della definizione e dell’attuazione delle regole di ingaggio delle forze di polizia. Ha affermato che le LEF devono essere “pratiche” ed “efficaci” quando affrontano gli avversari e si è congratulato con la polizia morale perché svolge il proprio lavoro con “intensità”.

    Le LEF hanno fatto un ricorso massiccio alla brutalità nei confronti dei manifestanti, compresi quelli che hanno protestato a seguito della morte di Mahsa Amini.

    È pertanto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

    17.10.2022

    104.

    AZADI Ali

    آزادی علی

    Cittadinanza: iraniana

    Sesso: maschile

    Grado: secondo generale di brigata

    Funzione: capo delle forze dell’ordine iraniane (LEF) in Kurdistan

    Il secondo generale di brigata Ali Azadi è il capo delle forze dell’ordine iraniane (LEF) in Kurdistan dal 2019.

    Durante la repressione delle proteste del settembre 2022, le forze sotto il suo comando in Kurdistan hanno sparato contro i manifestanti, ferendo e uccidendo diverse persone.

    È pertanto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

    17.10.2022

    105.

    SHALIKAR Mohammed Zaman

    شالیکار محمد زمان

    Cittadinanza: iraniana

    Sesso: maschile

    Grado: colonnello

    Funzione: capo delle forze dell’ordine iraniane (LEF) a Babol, Mazandaran

    Il colonnello Mohammed Zaman Shalikar è il capo delle forze dell’ordine iraniane (LEF) a Babol, Mazandaran, dal 2021.

    Durante le manifestazioni a seguito della morte di Mahsa Amini nel settembre 2022, le forze sotto il suo comando hanno sparato contro i manifestanti, causando morti e feriti, a Babol, Mazandaran.

    È pertanto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

    17.10.2022

    106.

    HEIDARI Salman

    حیدری سلمان

    Cittadinanza: iraniana

    Sesso: maschile

    Grado: colonnello

    Funzione: capo delle forze dell’ordine iraniane (LEF) a Bukan

    Il colonnello Salman Heidari è il capo delle forze dell’ordine iraniane (LEF) a Bukan.

    La risposta delle LEF alle proteste del settembre 2022 a Bukan è stata particolarmente dura. Il loro uso eccessivo della violenza per reprimere le proteste ha provocato la morte di almeno un minore e il ferimento di diverse persone.

    In qualità di capo delle LEF a Bukan, Heidari è pertanto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

    17.10.2022».

    Entità

     

    Nome

    Informazioni identificative

    Motivi

    Data di inserimento nell’elenco

    «5.

    Polizia morale iraniana (alias Gasht-e-Ershad/Islamic Guidance Patrol

    (Pattuglia della guida islamica)/Guidance Patrols (Pattuglie della guida)]

    غشتى إرشاد

    Indirizzo: Vozara Street, corner of 25th Street, District 6, Teheran (Iran)

    La polizia morale fa parte delle forze dell’ordine iraniane (LEF) e costituisce un’unità speciale di polizia che applica le rigorose norme di abbigliamento per le donne, compreso l’obbligo di indossare il velo. La polizia morale ha fatto un uso illecito della forza contro le donne per non aver rispettato le leggi iraniane sul velo islamico, si è resa responsabile di violenze sessuali e di genere, arresti e detenzioni arbitrari, violenza eccessiva e tortura.

    Il 13 settembre 2022 la polizia morale ha arrestato arbitrariamente Mahsa Amini, 22 anni, a Teheran per aver indossato impropriamente il velo islamico. Successivamente Mahsa Amini è stata portata presso la sede della polizia morale per una “sessione di rieducazione e orientamento”. Secondo notizie e testimoni affidabili, durante la detenzione è stata sottoposta a percosse e maltrattamenti brutali, che ne hanno determinato il ricovero ospedaliero e la morte il 16 settembre 2022. Il comportamento abusivo della polizia morale non si limita a questo incidente ed è stato ampiamente documentato.

    La polizia morale è pertanto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

    17.10.2022

    6.

    Forza di resistenza Basij

    (alias Basij-e Mostazafan)

    بسیج مستضعفین

     

    La Forza di resistenza Basij è un’organizzazione paramilitare volontaria che opera sotto il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRCG) (Islamic Revolutionary Guard Corps) con sezioni in tutto l’Iran.

    La risposta delle forze di sicurezza alle proteste del settembre 2022 in Iran è stata particolarmente dura e ha causato la morte di diverse persone. La Forza di resistenza Basij è stata una delle forze a cui il governo ha ordinato di reprimere tali proteste. Ha ferito e ucciso diversi manifestanti.

    La Forza di resistenza Basij è pertanto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

    17.10.2022

    7.

    Comando per la ciberdifesa del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (CDC)

    قرارگاه دفاع سایبری

    Indirizzo: Teheran (Iran)

    Numero di telefono: +98 26 3448 9826

    Il comando per la ciberdifesa del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (CDC) tiene sotto controllo i siti web, le e-mail e le attività online delle persone ritenute oppositori politici.

    Durante le proteste del settembre 2022 in Iran, il CDC ha svolto un ruolo attivo nelle politiche repressive del governo iraniano, anche identificando e arrestando i manifestanti.

    Il CDC è pertanto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

    17.10.2022

    8.

    Forze dell’ordine della Repubblica islamica dell’Iran (LEF) (alias NAJA; FARAJA)

    فرماندهی انتظامی جمهوری اسلامی ایران

    Indirizzo: Teheran (Iran)

    Le forze dell’ordine della Repubblica islamica dell’Iran (LEF) sono una forza di polizia in divisa.

    Le palesi e gravi violazioni dei diritti umani da parte delle LEF, quali sparatorie indiscriminate con munizioni attive contro manifestanti pacifici, compresi minori, sono ampiamente documentate da quando sono iniziate le proteste per la morte di Mahsa Amini, a metà settembre 2022. Oltre 70 manifestanti sono morti e centinaia sono stati gravemente feriti, compresi minori. Dall’inizio delle manifestazioni, le forze di polizia hanno inoltre detenuto arbitrariamente numerosi difensori dei diritti umani e giornalisti.

    Le forze dell’ordine sono pertanto responsabili di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

    17.10.2022».


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