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Document 62002TJ0175

Sentenza del Tribunale di primo grado (giudice unico) del 17 marzo 2004.
Giorgio Lebedef contro Commissione delle Comunità europee.
Dipendenti - Promozione - Irregolarità della procedura di promozione - Scrutinio per merito comparativo - Ricorso di annullamento.
Causa T-175/02.

Raccolta della Giurisprudenza – Pubblico impiego 2004 I-A-00073; II-00313

ECLI identifier: ECLI:EU:T:2004:78

SENTENZA DEL TRIBUNALE (giudice unico)

17 marzo 2004

Causa T-175/02

Giorgio Lebedef

contro

Commissione delle Comunità europee

«Dipendenti — Promozione — Irregolarità della procedura di promozione — Scrutinio per merito comparativo — Ricorso di annullamento»

Testo completo in francese II - 0000

Oggetto:         Ricorso diretto a ottenere l’annullamento della decisione della Commissione di non promuovere il ricorrente al grado B 1 per l’esercizio 2000.

Decisione:         La decisione recante diniego di promozione del ricorrente è annullata. La Commissione è condannata alle spese.

Massime

1.     Dipendenti — Ricorso — Atto recante pregiudizio — Decisione di rigetto di un reclamo — Rigetto puro e semplice — Atto confermativo — Irricevibilità

(Statuto del personale, art. 91, n. 1)

2.     Dipendenti — Promozione — Candidati promuovibili — Diritto alla promozione — Insussistenza

(Statuto del personale, art. 45, n. 1)

3.     Dipendenti — Promozione — Scrutinio per merito comparativo — Modalità — Discrezionalità dell’amministrazione — Limiti — Rispetto del principio di parità di trattamento — Sindacato giurisdizionale — Limiti

(Statuto del personale, art. 45, n.  1)

4.     Dipendenti — Promozione — Scrutinio per merito comparativo — Presa in considerazione dei rapporti informativi — Presa in considerazione di un rapporto informativo non definitivo inserito irregolarmente e contestato dal dipendente — Inammissibilità — Presa in considerazione di un rapporto informativo definitivo, nonostante la sua successiva contestazione in sede contenziosa — Ammissibilità

(Statuto del personale, art. 45, n. 1)

1.     Qualsiasi decisione di rigetto di un reclamo, espressa o tacita, non ha altro scopo, se è pura e semplice, che quello di confermare l’azione o l’omissione criticata dal dipendente interessato e non costituisce, di per sé, un atto impugnabile. Soltanto qualora tale decisione accolga, in tutto o in parte, il reclamo dell’interessato, essa costituirà eventualmente, di per sé, un atto impugnaabile.

Infatti, la qualificazione di atto che arreca pregiudizio non può essere riconosciuta a un atto puramente confermativo, come nel caso di un atto che non contiene alcun elemento nuovo rispetto a un atto lesivo precedente e che non si è quindi sostituito a quest’ultimo.

(v. punti 19 e 20)

Riferimento: Corte 10 dicembre 1980, causa 23/80, Grasselli/Commissione (Racc. pag. 3709, punto 18); Corte 16 giugno 1988, causa 371/87, Progoulis/Commissione (Racc. pag. 3081, punto 17); Tribunale 27 giugno 2000, causa T‑608/97, Plug/Commissione (Racc. PI pagg. I-A‑125 e II-569, punto 23); Tribunale 9 aprile 2003, causa T‑134/02, Tejada Fernández/Commissione (Racc. PI pagg. I‑A‑125 e II‑609, punto 16)

2.     Lo Statuto non conferisce alcun diritto alla promozione, neanche ai dipendenti che soddisfino tutti i requisiti per poter essere promossi.

(v. punto 24)

Riferimento: Tribunale 9 febbraio 1994, causa T‑3/92, Latham/Commissione (Racc. PI pagg. I‑A‑23 e II-83, punto 50); Tribunale 6 giugno 1996, causa T‑262/94, Baiwir/Commissione (Racc. PI pagg. I‑A‑257 e II-739, punto 67); Tejada Fernández/Commissione, cit., punto 40

3.     Per valutare i meriti da prendere in considerazione nell’ambito di una decisione di promozione ai sensi dell’art. 45 dello Statuto, l’autorità che ha il potere di nomina dispone di un ampio potere discrezionale e il sindacato del giudice comunitario deve limitarsi a verificare se, tenuto conto dei criteri e dei mezzi che possono aver determinato il giudizio dell’amministrazione, questa si sia mantenuta entro limiti non censurabili e non si sia avvalsa del suo potere in modo manifestamente errato. Il Tribunale non può quindi sostituire la propria valutazione delle qualifiche e dei meriti dei candidati a quella dell’autorità che ha il potere di nomina.

Tuttavia, la discrezionalità così riconosciuta all’amministrazione è limitata dalla necessità di procedere a uno scrutinio per merito comparativo dei candidati con cura e imparzialità, nell’interesse del servizio e conformemente al principio di parità di trattamento. In pratica, tale scrutinio dev’essere condotto su base paritaria e a partire da fonti di informazione ed elementi di valutazione comparabili.

Risulta inoltre espressamente dal tenore letterale dell’art. 45, n. 1, primo comma, dello Statuto che, nell’ambito di un procedimento di promozione, l’autorità che ha il potere di nomina è tenuta ad effettuare la propria scelta sulla base di uno scrutinio comparativo dei rapporti informativi e dei meriti rispettivi dei dipendenti promuovibili. A tal fine, essa dispone del potere statutario di procedere a tale scrutinio secondo la procedura o il metodo che ritiene più idoneo.

(v. punti 25 e 26)

Riferimento: Tribunale 30 novembre 1993, causa T‑76/92, Tsirimokos/Parlamento (Racc. pag. II-1281, punti 20 e 21); Baiwir/Commissione, cit., punto 66; Tribunale 5 marzo 1998, causa T‑221/96, Manzo-Tafaro/Commissione (Racc. PI pagg. I-A‑115 e II‑307, punto 16); Tribunale 21 settembre 1999, causa T‑157/98, Oliveira/Parlamento (Racc. PI pagg. I-A‑163 e II‑851, punto 35); Tejada Fernández/Commissione, cit., punto 41

4.     Il rapporto informativo costituisce un elemento di valutazione indispensabile ogniqualvolta la carriera di un dipendente è presa in esame ai fini dell’adozione di una decisione relativa alla sua promozione. In proposito, un rapporto informativo inserito irregolarmente in un fascicolo personale, quando invece era stato contestato dal dipendente, fa parte delle informazioni sui meriti dei candidati alla promozione che non possono essere validamente prese in considerazione dal comitato di promozione al posto del rapporto informativo.

Diversa è la situazione in cui il rapporto informativo, anche se sia stato oggetto in seguito di un ricorso contenzioso, dovesse essere considerato definitivo, in base alle disposizioni generali di esecuzione dell’art. 43 dello Statuto vigenti nell’istituzione di cui trattasi.

(v. punti 34 e 35)

Riferimento: Corte 18 dicembre 1980, cause riunite 156/79 e 51/80, Gratreau/Commissione (Racc. pag. 3943, punto 22); Tribunale 21 novembre 1996, causa T‑144/95, Michaël/Commissione (Racc. PI pagg. I-A‑529 e II-1429, punto 52); Tribunale 24 febbraio 2000, causa T‑82/98, Jacobs/Commissione (Racc. PI pagg. I-A‑39 e II‑169, punti 34 e 39)

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