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Document 52022XR4332

    Risoluzione del Comitato europeo delle regioni sullo stato delle regioni e delle città nell'Unione europea

    COR 2022/04332

    GU C 498 del 30.12.2022, p. 1–5 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    30.12.2022   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 498/1


    Risoluzione del Comitato europeo delle regioni sullo stato delle regioni e delle città nell'Unione europea

    (2022/C 498/01)

    IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI (CdR)

    CONSIDERANDO:

    la propria relazione annuale sullo stato delle regioni e delle città nell'UE, che si fonda su un approccio inclusivo, fattuale e basato su dati concreti, compreso il Barometro regionale e locale che rispecchia i punti di vista dei rappresentanti politici a livello territoriale, coinvolge più partner e istituzioni (1) e fornisce ai responsabili politici a livello europeo, nazionale, regionale e locale elementi concreti e raccomandazioni strategiche sulle sfide più urgenti per l'anno successivo;

    i risultati della Conferenza sul futuro dell'Europa e le numerose proposte direttamente pertinenti per gli enti locali e regionali, le cui azioni sono essenziali per dare una soluzione alle preoccupazioni dei cittadini;

    il discorso annuale sullo stato dell'Unione che la presidente della Commissione europea ha pronunciato il 14 settembre 2022 e la lettera di intenti inviata alla presidente del Parlamento europeo e al presidente del Consiglio europeo;

    TENUTO CONTO CHE:

    la guerra illegale e ingiustificata mossa dalla Russia contro l'Ucraina ha causato e continua a causare morte e distruzione, costringendo milioni di persone ad abbandonare le proprie abitazioni per cercare un'altra sistemazione in Ucraina o nell'Unione europea, in particolare nei suoi Stati membri dell'est, e in tale situazione gli enti locali e regionali sono il primo livello di sostegno;

    l'impatto della guerra in Ucraina — che si somma all'impatto dei cambiamenti climatici, alle conseguenze della pandemia di COVID-19 e alle perturbazioni degli scambi commerciali — sta mettendo a dura prova un gran numero di famiglie, di piccole e medie imprese e di amministrazioni locali e regionali in tutta l'UE, a causa dell'ulteriore notevole pressione esercitata sia dai rincari dell'energia e dei prodotti alimentari che dal costante aumento dell'inflazione;

    1.

    sottolinea che la propria relazione annuale sullo stato delle regioni e delle città nell'UE mostra in modo preoccupante che il divario territoriale si sta ampliando in tutta l'Unione a causa delle conseguenze della pandemia di COVID-19, della guerra in Ucraina e dell'accelerazione dei cambiamenti climatici;

    2.

    deplora che la presidente della Commissione europea, nel suo discorso sullo stato dell'Unione, non abbia riconosciuto né il ruolo attivo e centrale degli enti locali e regionali nell'affrontare queste sfide, né la necessità di accrescere la governance multilivello nell'elaborazione delle politiche dell'UE e di fare della coesione l'obiettivo generale dell'Unione, come già previsto dal Trattato di Maastricht, che ha introdotto il principio di sussidiarietà e ha altresì istituito lo stesso CdR;

    3.

    avverte che l'inflazione si sta ripercuotendo in modo non uniforme sui territori dell'Unione, rischiando di rendere ancora più profonde le disuguaglianze territoriali, sociali ed economiche già esistenti. I rincari dell'energia e dei trasporti hanno effetti più gravi sui gruppi di cittadini vulnerabili. Le persone che vivono nelle regioni con livelli di reddito più bassi risentono in modo sproporzionato dei rincari per i beni e prodotti di base, con il rischio di povertà che si profila all'orizzonte;

    4.

    sottolinea l'importanza della cooperazione transfrontaliera per approfondire ulteriormente l'Unione europea sul piano sociale, economico e amministrativo. Un terzo della popolazione dell'UE vive in regioni frontaliere, con le città e i centri economici più grandi spesso situati dall'altro lato del confine. Questo potenziale inutilizzato nei settori dell'assistenza sanitaria, della gestione delle crisi, dell'approvvigionamento energetico, della mobilità, dell'istruzione e del lavoro deve essere sfruttato meglio e appositamente valorizzato;

    5.

    invita l'Unione europea ad aiutare non solo le sue città e regioni, ma anche quelle dell'Ucraina, nell'affrontare le sfide derivanti dalla guerra. La ricostruzione dell'Ucraina è una necessità, un dovere morale e un investimento per l'Unione europea, e deve essere realizzata secondo il principio build back better («ricostruire meglio») dell'OCSE garantendo metodi sostenibili, verdi e digitali per lo sviluppo territoriale integrato. Sia la ricostruzione dell'Ucraina che la gestione delle conseguenze della guerra e della pandemia nell'UE richiederanno una chiara ridefinizione delle priorità dell'attuale quadro finanziario pluriennale. La situazione economica dei comuni, delle regioni e degli Stati membri dell'Unione è difficile già adesso. La ricostruzione dell'Ucraina dovrà inoltre essere accompagnata dalla promozione della democrazia locale sulla base di solidi partenariati con gli enti locali e regionali dell'Unione europea. Un processo di ricostruzione decentrato offrirebbe inoltre ai cittadini ucraini la possibilità al rimanere nel loro paese, limitando così ulteriori flussi migratori. Al tempo stesso, il CdR respinge gli ostacoli posti all'immigrazione dei cittadini ucraini e chiede che venga riveduta al più presto la direttiva 2001/55/CE del Consiglio (2) sulla protezione temporanea, al fine di fornire ai rifugiati una garanzia di soggiorno superiore a tre anni;

    6.

    ritiene che il sostegno ai rifugiati ucraini debba costituire uno stimolo per realizzare una riforma del sistema di migrazione e asilo dell'UE che sia fondata sulla solidarietà, su incentivi per un'equa ripartizione degli oneri e sul rispetto dei diritti fondamentali, oltre che sulla protezione delle frontiere esterne. Ciò è tanto più urgente se si considera che l'impennata dei prezzi dei prodotti alimentari a livello mondiale può provocare un afflusso di migranti verso le città e le regioni dell'UE;

    7.

    sottolinea che gli enti locali e regionali sono danneggiati anche dalle bollette energetiche alle stelle per i servizi pubblici e dagli effetti dell'inflazione sugli appalti pubblici e sulle retribuzioni. Gli enti locali e regionali devono essere considerati partner attivi nelle campagne di risparmio energetico, nei nuovi progetti per la produzione di energia rinnovabile, nonché nei piani di emergenza in caso di interruzione dell'approvvigionamento energetico, al fine di prendere in considerazione la situazione a livello locale e le possibili soluzioni transfrontaliere. Mette inoltre in rilievo le potenzialità insite nella produzione locale di energia rinnovabile, al fine di diversificare il mix energetico dell'UE e ridurre la dipendenza dell'Unione da paesi terzi, e chiede che i regimi di finanziamento dell'UE e le sue norme sugli appalti pubblici e gli aiuti di Stato vengano adattati anche per fare in modo che i piani di investimento a livello locale rimangano operativi in periodi di forte inflazione;

    8.

    invita le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a mettere in atto misure straordinarie per sostenere gli enti locali e regionali nei loro sforzi per attenuare l'effetto della stretta energetica su famiglie, collettività vulnerabili e PMI che operano sul territorio, oltre che per mantenere operativi i servizi pubblici. Tale sostegno dovrebbe anche prendere la forma di un trasferimento, a favore degli enti territoriali, di parte del gettito fiscale derivante dalla tassazione dei proventi straordinari ottenuti dalle imprese che erogano energia;

    9.

    invita la Commissione europea a proporre senza indugio un massimale di prezzo a livello dell'UE per tutte le importazioni di gas nell'Unione europea e a sostenere il disaccoppiamento del prezzo del gas e dell'energia, il che contribuirebbe ad attenuare la pressione inflazionistica;

    10.

    invita l'Unione europea a sviluppare una sua politica sanitaria, nel rispetto del principio di sussidiarietà, volta non solo a rafforzare la preparazione alle crisi e la capacità di rispondere alle minacce sanitarie, ma anche a sostenere gli sforzi intrapresi dalle città e dalle regioni per migliorare la sanità pubblica, prevenire le malattie ed eliminare i rischi per la salute;

    11.

    è dell'avviso che le città e le regioni debbano avere l'opportunità di sfruttare al meglio le risorse messe a disposizione dallo strumento dell'Unione europea per la ripresa (NextGenerationEU) e di concentrare l'attenzione sugli investimenti a lungo termine. A questo scopo è necessario che le norme di governance economica siano riesaminate e che il calendario relativo all'attuazione delle misure per la ripresa venga prolungato fino a quando le regioni dell'UE non torneranno alla loro situazione macroeconomica precedente la pandemia di COVID-19;

    12.

    in tale contesto, poiché la pandemia di COVID-19 e l'invasione russa dell'Ucraina stanno impedendo alle regioni e alle città dell'UE di avviare una solida ripresa, esorta la Commissione europea, il Consiglio e il Parlamento europeo a modificare i regolamenti finanziari in modo da prorogare i termini relativi alla certificazione dei progetti REACT-EU per metterli in linea con il calendario del dispositivo per la ripresa e la resilienza, allo scopo di assicurare una ripresa saldamente radicata nei territori dell'UE tramite un uso ottimale dei finanziamenti europei;

    13.

    accoglie con favore, in tale contesto, l'annuncio della presidente della Commissione europea relativo a un efficace riesame intermedio del quadro finanziario pluriennale che dovrebbe portare a un rafforzamento della politica di coesione, sebbene il suo tasso di esecuzione — anche sul piano finanziario — sia basso, una situazione perlopiù imputabile alla pandemia di COVID-19 e alla concorrenza esercitata dal dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility — RRF). Questo riesame intermedio dovrebbe inoltre rappresentare un'occasione per istituire, in regime di gestione concorrente, un nuovo fondo europeo destinato a contrastare crisi impreviste, a cominciare dalla crisi per la guerra in Ucraina. I continui trasferimenti di risorse finanziarie dalla politica di coesione a misure di emergenza ostacolano infatti la capacità di questa politica di svolgere la sua funzione sancita dai Trattati europei;

    14.

    chiede che siano avviate senza indugi le riflessioni sul futuro della politica di coesione, secondo un approccio inclusivo che coinvolga tutte le parti interessate e tutti i cittadini. L'Alleanza per la coesione fungerà da piattaforma comune per la discussione e lo scambio di idee, associando le istituzioni dell'UE in un dialogo costruttivo con le città e le regioni. Il CdR chiede che il principio del «non nuocere alla coesione» sia applicato in tutte le pertinenti politiche dell'UE, anche realizzando valutazioni sistematiche del loro impatto territoriale e affrontando i divari di sviluppo nei territori con sfide demografiche e geografiche specifiche. Invita altresì la Commissione europea a collaborare strettamente con il Comitato stesso nella definizione di tale principio;

    15.

    concorda con il Parlamento europeo sulla proposta di procedere verso la conclusione di un patto per le isole e di un'Agenda dell'Unione europea per le isole, con la partecipazione delle principali parti interessate, vale a dire autorità nazionali ed enti regionali e locali, operatori economici e sociali, società civile, mondo accademico e organizzazioni non governative, sul modello del patto urbano e del futuro patto rurale; ricorda inoltre alla Commissione che è necessario condurre uno studio sulla diversità delle situazioni nei territori insulari dell'UE;

    16.

    mette in evidenza che il 43 % dei cittadini europei pone gli enti locali e regionali al centro dell'azione per il clima (ciò significa che tra il 2019 e il 2021, nella fase di confinamento per la COVID-19 e in quella successiva di ripresa dalla pandemia, questa percentuale è aumentata del 10 %) e che 160 città di 21 Stati membri dell'UE hanno presentato piani d'azione sull'adattamento ai cambiamenti climatici nel quadro del Patto dei sindaci per il clima e l'energia. Il CdR invita le città e le regioni che non hanno ancora aderito all'iniziativa a prendere esempio da queste buone pratiche;

    17.

    ritiene che sia l'adattamento e la risposta alla crisi climatica che la conservazione e il ripristino dell'ambiente siano elementi essenziali per costruire società ed economie più resilienti e sostenibili; reputa altresì che le misure di risposta debbano essere concepite a livello locale, in funzione delle esigenze e caratteristiche specifiche dei territori. Il CdR rinnova pertanto la propria richiesta affinché gli enti locali e regionali impegnati nell'attuazione di politiche relative al Green Deal possano attingere in modo più agevole alle risorse finanziarie dell'UE;

    18.

    chiede che gli sforzi comuni per combattere i cambiamenti climatici siano potenziati a livello sia europeo che nazionale, tenuto conto che negli ultimi quarant'anni le catastrofi naturali hanno colpito quasi 50 milioni di persone nell'UE e hanno causato in media una perdita economica pari a 12 miliardi di EUR l'anno. Al tempo stesso, è sempre più importante che le politiche climatiche, ambientali e sociali siano collegate tra loro, in modo da garantire che nessuna persona e nessun territorio siano lasciati indietro, anche se occorre accelerare l'indispensabile transizione verde. Sottolinea, a tale proposito, la necessità di proteggere, ammodernare e adattare le infrastrutture regionali e locali allo scopo di poter affrontare meglio fenomeni climatici più intensi il cui impatto si ripercuote sui cittadini, sulle economie regionali, sulle infrastrutture essenziali e sulle catene di approvvigionamento;

    19.

    accoglie favorevolmente l'annuncio che la presidente della Commissione europea ha fatto nel suo discorso sullo stato dell'Unione circa il raddoppio della capacità dell'UE di lottare contro gli incendi;

    20.

    osserva che le città nutrono un forte interesse a partecipare alla missione dell'UE «Città intelligenti e a impatto climatico zero» e chiede un approccio più inclusivo in rapporto alla duplice transizione verde e digitale, anche mediante un potenziamento delle misure per promuovere la decarbonizzazione e il trasferimento modale nelle zone urbane, oltre che la connettività tra le aree urbane e quelle rurali, al fine di evitare di rendere ancora più acute le disuguaglianze esistenti tra le regioni;

    21.

    chiede che alcuni suoi membri facciano parte a pieno titolo, in rappresentanza degli enti territoriali subnazionali, della delegazione dell'UE alla 27a Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), nonché della delegazione dell'UE alla 15a COP della Convenzione sulla diversità biologica (CBD). Sottolinea che la COP 27 offrirà l'opportunità di riconoscere ufficialmente il ruolo degli enti locali e regionali nel puntare più in alto e nell'accelerare l'azione per attenuare i cambiamenti climatici, adattarsi agli stessi e finanziare le opportune misure di risposta; al riguardo, rinnova la propria richiesta di unire i contributi locali e regionali ai contributi determinati a livello nazionale al fine di completare questi ultimi;

    22.

    chiede una revisione approfondita del regolamento sulla governance dell'Unione dell'energia al fine di gettare le basi per la partecipazione sistematica delle città e delle regioni alla pianificazione e attuazione dei piani nazionali per l'energia e il clima. Tale revisione dovrebbe inoltre offrire l'opportunità per istituire un quadro generale dell'UE per la lotta contro la precarietà nel campo dell'energia e della mobilità;

    23.

    sottolinea l'importanza dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza (PNRR) nel quadro dell'RRF al fine di contribuire ad attuare la duplice transizione verde e digitale e di realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Poiché alle città è ascrivibile quasi il 75 % del consumo mondiale di energia, il 70 % delle emissioni globali di CO2, il 70 % delle misure di attenuazione dei cambiamenti climatici e il 90 % delle misure di adattamento agli stessi, e dato che un numero in rapido aumento di enti locali e regionali si è impegnato ad agire, le città devono diventare partner a pieno titolo nel processo di sviluppo e attuazione delle iniziative del Green Deal (in particolare in settori quali l'edilizia abitativa, la ristrutturazione degli edifici, le energie rinnovabili, la mobilità sostenibile o l'inverdimento urbano), oltre che di altre iniziative come il nuovo Bauhaus europeo;

    24.

    rinnova in tale contesto il proprio invito a elaborare una strategia europea per l'alloggio volta a promuovere un'edilizia residenziale sociale economicamente accessibile, sostenibile e adatta anche alle emergenze. Tale strategia, che dovrà essere conforme al principio di sussidiarietà, dovrebbe in particolare prevedere — nel quadro del semestre europeo e dei programmi nazionali di riforma — un obiettivo quantificabile di investimenti pubblici nazionali per un'edilizia residenziale sociale economicamente accessibile, sostenibile e adatta anche alle emergenze in tutti gli Stati membri dell'UE. La strategia dovrebbe altresì facilitare l'accesso agli investimenti privati inserendo il suddetto tipo di edilizia residenziale nella futura tassonomia sociale dell'UE;

    25.

    ribadisce che è necessario coinvolgere gli enti locali e regionali nella valutazione e attuazione sia del dispositivo per la ripresa e la resilienza che dei PNRR, al fine di garantire anche un uso coerente dei fondi per la ripresa erogati tramite i Fondi strutturali e di investimento europei. Sebbene lo strumento trovi la sua base giuridica nella politica di coesione, in molti Stati membri il coinvolgimento degli enti territoriali subnazionali è stato troppo limitato, con la conseguenza di compromettere una sua attuazione efficace e di comportare il rischio che i piani stabiliti a livello nazionale siano carenti di sinergie con le priorità e le strategie di sviluppo a livello locale e regionale;

    26.

    pone l'accento sul persistente e notevole divario nel campo dell'innovazione. Delle 20 regioni che spendono di più per la ricerca e lo sviluppo (R&S), 19 sono tra le più sviluppate dell'UE, mentre i due terzi delle 50 regioni con la spesa più bassa per la R&S figurano tra quelle meno sviluppate. Sottolinea le grandi potenzialità insite nell'azione pilota relativa ai partenariati per l'innovazione regionale al fine di sostenere lo sviluppo di soluzioni basate sul territorio e la creazione di «missioni territoriali» dal basso nel quadro della nuova agenda dell'UE per l'innovazione, e ribadisce nel contempo l'importanza dei poli dello Spazio europeo della ricerca (SER);

    27.

    mette l'accento sul ruolo della trasformazione digitale quale elemento trasversale per superare il divario in Europa, e sulla necessità di una coesione digitale. Con il nuovo «approccio per missione» all'elaborazione delle politiche, la politica di coesione deve continuare a sostenere la realizzazione di obiettivi a lungo termine (gli obiettivi dell'UE) anche in futuro. Per assicurare una ripresa sostenibile e società resilienti, è necessario colmare i divari digitali attraverso strategie globali e inclusive che coinvolgano tutti i livelli di governo;

    28.

    sottolinea che nel 2021 il tasso medio di disoccupazione dei giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni era del 13 % nell'UE, con una diminuzione di 0,9 punti percentuali rispetto al 2020, anche se in questo campo esistono notevoli differenze tra le regioni, dato che il tasso di disoccupazione giovanile è sensibilmente più alto in alcuni regioni della Spagna, della Grecia e dell'Italia. In questo contesto, il CdR raccomanda vivamente alla Commissione europea di presentare delle proposte per affrontare la disoccupazione di lunga durata e quella giovanile, due fenomeni che la crisi ha ulteriormente aggravato. Per lo stesso motivo, sottolinea che occorre affrontare urgentemente la questione dei divari di genere in ambito lavorativo. Mette inoltre in guardia contro i crescenti rischi di povertà, anche per quel che riguarda la povertà infantile;

    29.

    accoglie favorevolmente l'invito della presidente della Commissione europea ad adoperarsi per una maggiore solidarietà tra le generazioni, e sottolinea il proprio ruolo di apripista nel dialogo con i giovani e le organizzazioni che li rappresentano allo scopo di forgiare il futuro dell'Europa, in particolare attraverso l'elaborazione di una Carta europea dei giovani e della democrazia;

    30.

    prende atto del fatto che, tra il 2011 e il 2020, è aumentata la percentuale delle donne elette in occasione di consultazioni elettorali a tutti i livelli politici, da quello locale a quello nazionale, ma deplora che tale percentuale non vada oltre il 33 % del totale delle persone elette a tutti i livelli. Nel 2021 la parità di genere è stata raggiunta soltanto in 16 delle 285 assemblee o consigli regionali che esistono nell'UE. Il CdR riconosce che la composizione di tali assemblee è ben lungi dall'essere equilibrata sotto il profilo del genere e si aspetta che gli Stati membri affrontino la questione. Avvierà pertanto una riflessione su come aumentare il numero di donne che partecipano alle sue attività, che ricoprono posizioni di primo piano al suo interno o che figurano come suoi membri, e invita gli Stati membri a organizzare iniziative volte a dare alle donne impegnate in politica, a livello locale o regionale, i mezzi per superare la discriminazione di genere nel mondo della politica e per combattere gli ostacoli, anche sul piano degli stereotipi, che si frappongono alla partecipazione femminile all'attività politica;

    31.

    esorta gli Stati membri a mettere in atto, con il pieno coinvolgimento degli enti locali e regionali, tutte le misure necessarie per conseguire tempestivamente l'obiettivo fissato dalla direttiva dell'UE sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica. In quest'ottica, sottolinea che è importante che tutti gli Stati membri dell'UE ratifichino la Convenzione di Istanbul, cioè il trattato del Consiglio d'Europa che mira a creare un quadro globale a livello paneuropeo per proteggere le donne da tutte le forme di violenza e prevenire, perseguire ed eliminare la violenza nei confronti delle donne, compresa la violenza domestica;

    32.

    ritiene che il ruolo dei comuni e delle regioni in quanto datori di lavoro, fornitori e prestatori di servizi sociali sia fondamentale per la coesione sociale, la parità di genere e l'occupazione in Europa. È necessario un forte coinvolgimento delle parti sociali, dei comuni e delle regioni sia nello sviluppo che nell'attuazione delle iniziative dell'UE in campo sociale, per garantire che le misure abbiano un impatto adeguato ed effettivo sull'attuazione del piano d'azione del pilastro europeo dei diritti sociali. Il semestre europeo svolge un ruolo cruciale in questo contesto, e il livello locale e regionale deve avere la titolarità delle decisioni ed essere responsabile del modo in cui conseguire gli obiettivi comuni. In una riforma del semestre europeo dovrebbero essere inclusi anche una dimensione territoriale e gli obiettivi di sviluppo sostenibile;

    33.

    appoggia la richiesta di convocare una Convenzione per la revisione dei Trattati dell'UE che è stata formulata sia dal Parlamento europeo che dalla presidente della Commissione europea nel suo discorso sullo stato dell'Unione. Il CdR, che dovrebbe partecipare a pieno titolo alla Convenzione per rappresentare i responsabili politici eletti a livello locale e regionale, è impegnato con tutte le proprie forze a promuovere il concetto di sussidiarietà attiva e a favorire un coinvolgimento maggiore delle assemblee legislative regionali e delle associazioni di enti locali e regionali. La governance multilivello è essenziale ai fini dell'inclusività e dell'efficacia del processo decisionale dell'UE, nel cui quadro va riservata un'attenzione particolare alle regioni dotate di poteri legislativi e alle loro legittime competenze. In tale contesto, il CdR accoglie favorevolmente l'annuncio della Commissione europea di voler integrare le assemblee civiche e altre forme di democrazia partecipativa nel processo decisionale dell'UE; sottolinea tuttavia la funzione svolta dai rappresentanti democraticamente eletti, che sono tenuti a rendere conto ai loro elettori, e si impegna a svolgere un ruolo attivo in questi processi;

    34.

    intende proporre misure concrete, anche sulla base delle proposte formulate nel quadro della Conferenza sul futuro dell'Europa come pure alla luce delle esigenze specifiche delle regioni frontaliere e periferiche, allo scopo di affrontare la questione della dimensione territoriale nelle politiche europee tese a conseguire l'obiettivo generale della coesione nell'UE;

    35.

    incarica il proprio presidente di trasmettere la relazione annuale sullo stato delle regioni e delle città nell'UE e la presente risoluzione ai presidenti del Parlamento europeo, della Commissione europea e del Consiglio europeo, nonché ai capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri dell'UE, ed esorta i responsabili politici eletti a livello regionale e locale in Europa a diffondere la relazione presso i cittadini e i mezzi d'informazione a livello locale.

    Bruxelles, 12 ottobre 2022

    Il presidente del Comitato europeo delle regioni

    Vasco ALVES CORDEIRO


    (1)  https://cor.europa.eu/it/our-work/Pages/State-of-Regions-and-Cities-2022.aspx?origin=spotlight

    (2)  Direttiva 2001/55/CE del Consiglio, del 20 luglio 2001, sulle norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati e sulla promozione dell'equilibrio degli sforzi tra gli Stati membri che ricevono gli sfollati e subiscono le conseguenze dell'accoglienza degli stessi (GU L 212 del 7.8.2001, pag. 12).


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