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Document 52006IR0398

Parere d'iniziativa del Comitato delle regioni — Il rilancio del processo di riforma dell'Unione europea in vista del Consiglio europeo del 21 e 22 giugno 2007

GU C 197 del 24.8.2007, p. 30–36 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

24.8.2007   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 197/30


Parere d'iniziativa del Comitato delle regioni — Il rilancio del processo di riforma dell'Unione europea in vista del Consiglio europeo del 21 e 22 giugno 2007

(2007/C 197/06)

IL COMITATO DELLE REGIONI

sostiene la presidenza dell'Unione nel suo impegno per il processo di riforma dell'Unione europea e afferma la necessità di preservare la sostanza del Trattato costituzionale che è stato firmato a Roma il 29 ottobre 2004 da tutti i capi di Stato e di governo,

invita i capi di Stato e di governo a impegnarsi, in occasione del Consiglio europeo del 21 e 22 giugno 2007, per giungere a una rapida conclusione del processo di riforma dei Trattati europei senza rimettere in causa le conquiste ottenute da e per gli enti locali e regionali, in particolare in tema di rispetto dei principi di sussidiarietà e di governance e della coesione territoriale dell'Unione europea e chiede che tali disposizioni siano contenute in un eventuale futuro trattato,

chiede di essere consultato sulla tabella di marcia che sarà proposta dal Consiglio europeo per la prosecuzione del processo di riforma dell'Unione europea, e desidera essere associato alla fase dei relativi negoziati, dato che il suo coinvolgimento contribuirà a rendere tale processo più inclusivo, a vantaggio dei cittadini,

ritiene che l'assenza di un Trattato costituzionale nuocerebbe al riconoscimento delle virtù del modello di integrazione europeo che mira a favorire il rispetto e il rafforzamento della diversità in seno all'UE e fa notare che, senza un Trattato costituzionale, all'Unione europea mancherebbe sia il riconoscimento dell'autonomia regionale e locale come pilastro del suo sistema democratico sia una capacità di azione adeguata per garantire la coesione territoriale e il rafforzamento della solidarietà comunitaria,

ribadisce la sua convinzione relativa all'assoluta necessità di promuovere, mediante una politica di comunicazione decentrata, una riflessione sui valori comuni, sulle conquiste della costruzione europea e sulle politiche comunitarie, nonché sulle sfide che attendono l'Unione europea e di adottare un approccio «a due sensi», dato che la comunicazione con gli enti locali e regionali si svolge attualmente in maniera troppo unilaterale, «dall'alto verso il basso»,

ritiene che la politica di comunicazione dell'UE diverrà più coerente ed efficace quando le istituzioni comunitarie troveranno un quadro normativo o una base giuridica idonei a garantire l'attuazione di un vero programma specifico che sia espressione di tale politica e dotato di mezzi finanziari adeguati.

I.   Raccomandazioni politiche

Documento di lavoro dei servizi della Commissione, Coût de l'absence de Constitution («Il costo dell'assenza di una Costituzione»), del 21 novembre 2006.

Nota di informazione del commissario Wallström Plan D: élargir et approfondir le débat en Europe («Piano D: ampliare e approfondire il dibattito in Europa»), del 29 novembre 2006.

SEC(2006) 1553

IL COMITATO DELLE REGIONI

1.

appoggia la presidenza dell'UE nel suo impegno per il processo di riforma dell'Unione europea e sostiene la necessità di preservare la sostanza del Trattato costituzionale che è stato firmato a Roma il 29 ottobre 2004 da tutti i capi di Stato e di governo;

2.

accoglie con favore la Dichiarazione di Berlino, del 25 marzo 2007, che, cinquant'anni dopo la firma dei Trattati di Roma, riconosce l'obiettivo di dare all'Unione europea, entro le elezioni del Parlamento europeo del 2009, una base comune rinnovata, e si rallegra del fatto che tale dichiarazione sancisca il riconoscimento della dimensione territoriale dell'UE così come i principi e i valori propugnati dal CdR;

3.

ribadisce la propria determinazione, espressa nella Dichiarazione per l'Europa adottata il 23 marzo 2007 in occasione della celebrazione del 50o anniversario della firma dei Trattati di Roma, a contribuire a un'Unione sempre più stretta fra i popoli d'Europa: un'Unione forte delle sue libertà, dei suoi valori e dei suoi principi di solidarietà e di responsabilità, che pur sviluppando politiche e azioni comuni, rispetta la diversità e le identità locali e regionali sulla base dei principi di sussidiarietà e di governance;

4.

invita i capi di Stato e di governo a impegnarsi, in occasione del Consiglio europeo del 21 e 22 giugno 2007, per giungere a una rapida conclusione del processo di riforma dei Trattati europei senza rimettere in causa le conquiste ottenute dagli enti locali e regionali e a loro favore, in particolare in tema di rispetto dei principi di sussidiarietà e di governance e della coesione territoriale dell'Unione europea;

5.

di conseguenza, è favorevole alla convocazione, il più presto possibile, di una nuova Conferenza intergovernativa (CIG), dotata di un mandato e di un calendario specifici per dare all'Unione europea un nuovo Trattato che preservi la sostanza e gli equilibri raggiunti nell'ambito della Convenzione e del Trattato costituzionale firmato nel 2004 e che benefici del massimo sostegno possibile nell'Unione;

6.

riconosce che, per molti cittadini, non è più chiaro quale sia l'obiettivo dell'Unione europea nel 21o secolo e, nello spirito del Piano D, è convinto che l'UE non possa pretendere che i cittadini leggano lunghi trattati di natura tecnica e debba essere in grado di spiegare in maniera chiara e concisa la propria «ragion d'essere» ai cittadini di oggi e alle generazioni future. Invita quindi i leader europei a dotare l'UE di una dichiarazione d'intenti per l'Unione europea di una sola pagina, valida a lungo termine, che completi ogni futuro trattato e sulla quale le istituzioni europee possano, oggi come in futuro, richiamare l'attenzione dei cittadini;

7.

chiede di essere consultato e pienamente coinvolto nelle prossime tappe del processo di riforma dell'Unione europea sulla base della tabella di marcia che sarà proposta dal Consiglio europeo; desidera essere associato alla fase dei negoziati di una futura CIG, dato che il suo coinvolgimento contribuirà a rendere tale processo più inclusivo, a vantaggio dei cittadini.

Il contributo del CdR all'analisi del costo politico dell'assenza di Costituzione

8.

sostiene l'approccio della Commissione relativo alla portata simbolica di una Costituzione per il rafforzamento del senso di appropriazione della cittadinanza europea da parte dei cittadini dell'Unione sulla base di valori e ambizioni comuni;

9.

ritiene che, senza un Trattato costituzionale, l'Unione europea rinuncerebbe a compiere progressi significativi per la democrazia rappresentativa e partecipativa nel suo ambito e non disporrebbe di un quadro giuridico appropriato né di meccanismi decisionali atti a rafforzare la sua capacità di agire, in particolare mediante l'estensione del voto a maggioranza qualificata, e di accettare nuovi paesi candidati;

10.

sottolinea che, senza un Trattato costituzionale, l'Unione europea si priverebbe di personalità giuridica e di una base comune per i diritti fondamentali, nella forma di una Carta legalmente vincolante che costituisca una vera garanzia giuridica e democratica per i cittadini europei;

11.

fa notare che, senza un Trattato costituzionale, mancherebbe il riconoscimento dell'autonomia regionale e locale come pilastro del sistema democratico dell'Unione europea;

12.

ritiene che l'assenza di un Trattato costituzionale nuocerebbe al riconoscimento delle virtù del modello di integrazione europeo che mira a favorire il rispetto e il rafforzamento della diversità in seno all'UE;

13.

ricorda che, senza un Trattato costituzionale, l'Unione europea si priverebbe di una classificazione delle competenze più chiara e di un meccanismo politico-giuridico che rafforzi l'applicazione e il rispetto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità, in particolare per quanto concerne l'espresso riconoscimento della dimensione regionale e locale, rinunciando in tal modo a una maggiore considerazione delle competenze degli enti regionali e locali da parte dell'Unione; rinuncerebbe a migliorare la loro partecipazione al processo decisionale grazie alla sistematizzazione del loro coinvolgimento nella fase di consultazione prelegislativa, e a una garanzia giuridica di tale partecipazione, in particolare mediante l'attribuzione al CdR di un diritto di ricorso dinanzi alla Corte di giustizia, che rafforzerebbe la trasparenza e la democrazia nell'Unione;

14.

constata che con il Trattato costituzionale, l'Unione europea disporrebbe di una capacità di azione adeguata a garantire la coesione territoriale e il rafforzamento della solidarietà comunitaria;

15.

sottolinea che, senza un Trattato costituzionale, l'Unione europea si priverebbe di una vera politica comune in materia di asilo e di strumenti concreti per combattere l'immigrazione clandestina, elementi questi particolarmente importanti per gli enti regionali e locali, i quali devono garantire l'accoglienza degli immigrati nelle loro regioni e città;

16.

ricorda che, senza un Trattato costituzionale, l'Unione europea non sarebbe in grado di sviluppare una politica energetica di ampio respiro, e ciò penalizzerebbe l'impegno degli enti regionali e locali a favore dell'uso delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica, che contribuiscono a ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici.

La dimensione regionale e locale nell'assetto costituzionale

17.

chiede che, in ogni caso, in un futuro Trattato siano riprese le seguenti disposizioni:

il riconoscimento dell'importanza degli obiettivi dell'UE, dei valori e dei diritti fondamentali, e in special modo del rispetto delle autonomie locali e regionali nonché della diversità culturale e linguistica (articoli I-3 e I-5 del Trattato costituzionale e preambolo della Carta dei diritti fondamentali dell'UE),

la nuova definizione del principio di sussidiarietà (articolo I-11, paragrafo 3, del Trattato costituzionale),

il riconoscimento degli oneri che la legislazione comunitaria può comportare per gli enti locali e regionali (Protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità),

il riconoscimento del principio di consultazione e, di conseguenza, una maggior partecipazione degli enti locali e regionali all'elaborazione, all'attuazione e alla valutazione delle politiche comunitarie (Protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità),

l'attribuzione ai parlamenti regionali con poteri legislativi della facoltà di partecipare al sistema di allerta precoce istituito nell'ambito del meccanismo di controllo ex ante del rispetto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità (articolo 6 del Protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità),

l'attribuzione al CdR del diritto di presentare ricorso a salvaguardia delle proprie prerogative (articolo III-365 del Trattato costituzionale) e per mancato rispetto del principio di sussidiarietà (articolo 8 del Protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità),

l'equiparazione della durata del mandato dei membri del CdR a quella del mandato dei membri del Parlamento europeo e della Commissione (articolo III-386, 2o comma, del Trattato costituzionale),

un nuovo sistema per regolare il numero e la nomina dei suoi membri e supplenti, che sostituisca quello attuale e si orienti verso un sistema basato su criteri politici o territoriali (articolo III-386 del Trattato costituzionale),

il riconoscimento dell'importanza della democrazia di prossimità nell'UE (articolo I-46 del Trattato costituzionale),

le nuove disposizioni in materia di democrazia partecipativa, che invitano le istituzioni dell'UE a dare alle associazioni rappresentative, tra cui quelle a vocazione locale e regionale, la possibilità di far conoscere e di scambiare pubblicamente le loro opinioni su tutti i settori di intervento dell'UE e a mantenere con tali associazioni un dialogo aperto, trasparente e regolare (articolo I-47 del Trattato costituzionale),

l'inserimento della coesione territoriale tra gli obiettivi dell'UE (articolo I-3 del Trattato costituzionale) e gli impegni assunti dagli Stati membri per la promozione della coesione economica, sociale e territoriale (Protocollo sulla coesione economica, sociale e territoriale),

il riconoscimento dello status specifico delle regioni ultraperiferiche (articolo III-424 del Trattato costituzionale),

l'inclusione della dimensione regionale e locale nelle questioni riguardanti la protezione civile (articolo III-284 del Trattato costituzionale);

18.

di conseguenza, chiede che il Protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità sia incluso in ogni eventuale nuovo trattato o mantenuto come Protocollo n. 2, immediatamente successivo al Protocollo n. 1 sul ruolo dei parlamenti nazionali nell'Unione europea;

19.

riconosce la necessità di tener conto di settori quali cambiamenti climatici, l'energia, il modello sociale europeo nel contesto dell'evoluzione demografica e della globalizzazione (1), la politica di migrazione, in particolare la lotta contro l'immigrazione clandestina, la politica economica nell'area dell'euro e sottolinea che, per essere efficace, l'intervento comunitario in questi settori deve essere appoggiato e portato avanti dagli enti locali e regionali; di conseguenza, chiede che un eventuale nuovo Trattato preveda la consultazione del CdR in questi nuovi settori di intervento;

20.

osserva che, al di là dei problemi di comunicazione già evidenziati infinite volte, i cittadini europei si aspettano dalle istituzioni dell'UE e degli Stati membri politiche più orientate ai loro interessi. È legittimo che i cittadini si chiedano quali vantaggi offra loro l'Unione europea, e le politiche dell'UE devono dare risposte convincenti a questa domanda;

21.

qualora il mandato della nuova CIG preveda il riesame delle basi giuridiche di cui alla Parte III del Trattato costituzionale, chiede che sia prevista la consultazione del CdR in materia di protezione civile, turismo e cooperazione amministrativa (rispettivamente, articoli III-284, III-281 e III-285 del Trattato costituzionale).

La prosecuzione dell'impegno del CdR riguardo al Piano D per il decentramento

22.

fa notare che, dall'inizio del periodo di riflessione, si è registrato un ampio consenso sulla necessità di dibattere sull'Europa al livello più vicino ai cittadini, di dare all'informazione un contenuto locale e regionale e di adattarla al pubblico cui è destinata;

23.

ribadisce la sua convinzione relativa all'assoluta necessità di promuovere, mediante una politica di comunicazione decentrata, una riflessione sui valori comuni, sulle conquiste della costruzione europea e sulle politiche comunitarie, nonché sulle sfide che attendono l'Unione europea;

24.

sottolinea che, aggiungendo una quarta «D» — come decentramento — al Piano D per la democrazia, il dialogo e il dibattito proposto dalla Commissione, il CdR ha inteso dimostrare la pertinenza del dibattito politico e pubblico di prossimità nonché la necessità di promuovere una politica di comunicazione decentrata su tutto il territorio europeo;

25.

ricorda che il CdR realizza a Bruxelles un programma di grandi eventi (gli Open Days, la Settimana europea delle regioni e delle città, i forum, le settimane tematiche), organizzati insieme con altre istituzioni europee, alle quali offre quindi delle vere e proprie piattaforme di comunicazione con i rappresentanti degli enti regionali e locali, i mezzi di informazione regionali e locali, e gli editori delle pubblicazioni delle associazioni europee e nazionali degli enti regionali e locali;

26.

si rallegra inoltre per la serie di iniziative adottate dai suoi gruppi politici e dagli enti locali e regionali in materia di comunicazione sull'Europa ed elencate nelle sue due prime relazioni intermedie sull'attuazione del Piano D per il decentramento (2), iniziative che favoriscono la creazione di uno spazio pubblico di dialogo e dibattito ripreso dalla stampa locale e regionale;

27.

ribadisce quindi la necessità di adottare un approccio «a due sensi», come previsto dalla Commissione nel suo Libro bianco su una politica europea di comunicazione, dato che la comunicazione con gli enti locali e regionali si svolge attualmente in maniera troppo unilaterale, «dall'alto verso il basso»;

28.

nel contesto attuale del proseguimento dell'azione della Commissione, si impegna a seguire l'approccio territoriale già sviluppato con il Piano D per il decentramento e, allo scopo di consolidare una politica di comunicazione decentrata, raccomanda:

la creazione di una rete tra gli uffici stampa degli enti regionali e locali, che, adeguando agli interessi locali la diffusione delle notizie, renda più agevole ed efficace l'uso delle informazioni sull'Europa da parte dei media regionali e locali,

l'organizzazione nei vari Stati membri, in collaborazione con le associazioni nazionali dei poteri regionali e locali, di seminari per i rappresentanti regionali e locali al fine di dibattere i temi più delicati nel loro contesto nazionale,

l'organizzazione, in seno ai consigli regionali e degli enti locali, di una sessione speciale, aperta ai membri del Parlamento europeo e del Comitato delle regioni provenienti dalla stessa circoscrizione elettorale, dedicata ai risultati positivi dell'integrazione europea e al processo di riforma istituzionale dell'UE, da tenersi per esempio nella giornata dell'Europa (9 maggio),

lo svolgimento, a margine delle riunioni fuori sede delle commissioni del CdR, di convegni-dibattiti nel quadro del Piano D intesi ad avviare un dialogo tematico mirato tra i membri del CdR e i cittadini,

la pubblicazione nei siti Internet dei vari enti locali e regionali europei di un testo standard sul Piano D per il decentramento, che indichi le priorità della comunicazione sull'Europa, nonché l'evidenziazione dei link a questi siti nel sito Internet del CdR Debate EuropeGoing local e in quello della Commissione europea, favorendo così la diffusione di buone pratiche in materia di comunicazione e informazione sull'UE a livello locale e regionale;

29.

accoglie con favore l'iniziativa della Commissione, avviata con il convegno di Berlino Communicating Europe together del 18 e 19 gennaio 2007, per lo sviluppo di un partenariato tra le istituzioni europee e gli enti locali e regionali nel campo della comunicazione;

30.

richiama l'attenzione in particolare sulle proposte contenute nelle conclusioni di quel convegno, e specialmente sulla necessità di:

garantire un aumento delle risorse di bilancio a disposizione degli enti locali e regionali per permettere loro di contribuire a una politica di informazione e comunicazione rinnovata,

inserire dei corsi di educazione civica europea nei programmi scolastici,

incoraggiare, nell'ambito delle campagne elettorali regionali e locali, l'inserimento di tematiche europee nei programmi dei candidati per mezzo di un'informazione appropriata,

diffondere le buone pratiche in materia di informazione negli Stati membri, a livello locale e regionale;

31.

condivide il punto di vista della Commissione, secondo cui in futuro la comunicazione andrà indirizzata a gruppi di popolazione ben precisi, in particolare le donne e i giovani;

32.

ritiene che la politica di comunicazione dell'UE diverrà più coerente ed efficace quando le istituzioni comunitarie troveranno un quadro normativo o una base giuridica idonei a garantire l'attuazione di un vero programma specifico che sia espressione di tale politica e dotato di mezzi finanziari adeguati; ritiene inoltre che gli enti regionali e locali e le rispettive reti debbano essere coinvolti nell'attuazione di questi futuri programmi finanziati dai fondi comunitari; in tale contesto accoglie con favore le linee guida per la procedura di bilancio per il Parlamento europeo relativa al 2008 in cui si chiedono un maggior coinvolgimento e nuovi piani d'azione per la comunicazione orientati ai mezzi di comunicazione locali e regionali;

33.

prende atto del fatto che sia la Commissione (3) sia il Parlamento europeo (4) riconoscono la necessità di una collaborazione tra le istituzioni comunitarie per inviare ai cittadini un messaggio uniforme sull'Europa, e si compiace per il rilancio della cooperazione con le istituzioni regionali e locali volto a dimostrare la pertinenza e l'impatto delle decisioni dell'UE sulla vita dei cittadini;

34.

appoggia la proposta del Parlamento europeo concernente un accordo interistituzionale per definire principi comuni che possano presiedere alla cooperazione tra le istituzioni europee in materia di comunicazione, e chiede di partecipare all'elaborazione e all'attuazione di tale accordo (5);

35.

condivide la proposta del Parlamento europeo sulla valutazione delle attività del gruppo interistituzionale sull'informazione (GII), per determinare se siano possibili miglioramenti, e, qualora debba essere creato un gruppo di coordinamento di secondo livello — incaricato di coordinare le azioni concrete di esecuzione degli orientamenti fissati dal GII -, è disposto a parteciparvi in tale contesto (6);

36.

esprime inoltre apprezzamento per il fatto che l'accordo di cooperazione con la Commissione, firmato nel novembre 2005, è ora integrato da un addendum, relativo alla politica di informazione e comunicazione, che rafforza questa dimensione di cooperazione interistituzionale al servizio di una vera politica di comunicazione decentrata;

37.

appoggia le attività di comunicazione dei parlamenti regionali, e chiede che i suoi membri e i rappresentanti dei parlamenti regionali e delle associazioni di questi ultimi possano partecipare ai Forum interparlamentari sul futuro dell'Unione europea;

38.

accoglie con favore l'iniziativa del Parlamento europeo, che propone di istituire un «Fondo europeo per il giornalismo», inteso a favorire la trasposizione dei temi europei nelle varie situazioni regionali e locali (7);

39.

incarica il suo Presidente di trasmettere il presente parere ai membri del Consiglio europeo, al Consiglio, al Parlamento europeo, alla Commissione e al Comitato economico e sociale europeo.

Bruxelles, 6 giugno 2007.

Il presidente

del Comitato delle regioni

Michel DELEBARRE

II. A.   Procedura

Titolo

Documento di lavoro dei servizi della Commissione Coût de l'absence de Constitution («Il costo dell'assenza di una Costituzione»), del 21 novembre 2006.

Riferimenti

Base giuridica

Parere d'iniziativa (art. 265, quinto comma, del TCE)

Base regolamentare

Data della decisione dell'Ufficio di presidenza

12.2.2007

Commissione competente

Commissione Affari costituzionali, governance europea, spazio di libertà, sicurezza e giustizia (CONST)

Relatore

PAIVA, sindaco di Tomar (PT/PPE)

Nota di analisi

CdR 12/2007

Esame in commissione

27.2.2007

Data dell'adozione in commissione

3.5.2007

Esito del voto in commissione

Adottato a maggioranza

Data dell'adozione in sessione plenaria

6.6.2007

Precedente parere del Comitato

Parere CdR 250/2005 fin, del 13 ottobre 2005, sul tema Il periodo di riflessione: la struttura, gli argomenti e il quadro per una valutazione del dibattito sull'Unione europea (relatori SCHAUSBERGER (AT/PPE) e TOPE (UK/ALDE) (8).

II. B.   Procedura

Titolo

Nota di informazione del commissario Wallström Plan D: élargir et approfondir le débat en Europe («Piano D: ampliare e approfondire il dibattito in Europa»), del 29 novembre 2006

Riferimenti

SEC(2006) 1553

Base giuridica

Parere d'iniziativa (art. 265, quinto comma, del TCE)

Base regolamentare

Data della decisione del dell'Ufficio di presidenza

12.2.2007

Commissione competente

Commissione Affari costituzionali, governance europea, spazio di libertà, sicurezza e giustizia (CONST)

Relatore

PAIVA, sindaco di Tomar (PT/PPE)

Nota di analisi

CdR 12/2007

Esame in commissione

27.2.2007

Data dell'adozione in commissione

3.5.2007

Esito del voto in commissione

Adottato a maggioranza

Data dell'adozione in sessione plenaria

6.6.2007

Precedente parere del Comitato

Parere CdR 52/2006 fin, del 15 giugno 2006, in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioniIl contributo della Commissione al periodo di riflessione e oltre: un Piano D per la democrazia, il dialogo e il dibattito (COM(2005) 494 def.) e al Libro bianco su una politica europea di comunicazione (COM(2006) 35 def.) (relatrice BRESSO (IT/PSE)) (9).


(1)  Progetto di relazione sul tracciato per il processo costituzionale dell'Unione (2007/0000(INI)), commissione per gli affari costituzionali del Parlamento europeo, relatori: Enrique BARÓN CRESPO, Elmar BROK, punto 8.

(2)  Communiquer sur l'Europe dans les Régions et les villesMise en œuvre du Plan D «Décentralisation»Premier rapport d'étape (octobre 2005-octobre 2006) («Comunicare l'Europa nelle regioni e nelle città — Attuazione del Piano D per il decentramento — 1a relazione intermedia (ottobre 2005-ottobre 2006)») (opuscolo disponibile solo in francese, inglese e tedesco).

(3)  SEC(2006) 1553, Plan D — Wider and deeper debate on Europe, nota d'informazione del commissario Wallström alla Commissione, 29 novembre 2006.

(4)  Risoluzione del Parlamento europeo, del 16 novembre 2006, sul Libro bianco su una politica europea di comunicazione (2006/2087(INI)).

(5)  2006/2087(INI), punto 9.

(6)  2006/2087(INI), punti 44 e 48.

(7)  2006/2087(INI), punto 33.

(8)  GU C 81 del 4.4.2006, pag. 32.

(9)  GU C 229 del 22.9.2006, pag. 67.


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