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Document 92002E000141

    INTERROGAZIONE SCRITTA E-0141/02 di Eurig Wyn (Verts/ALE) alla Commissione. Direttiva CE 1976 sulle acque di balneazione.

    GU C 172E del 18.7.2002, p. 154–155 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

    European Parliament's website

    92002E0141

    INTERROGAZIONE SCRITTA E-0141/02 di Eurig Wyn (Verts/ALE) alla Commissione. Direttiva CE 1976 sulle acque di balneazione.

    Gazzetta ufficiale n. 172 E del 18/07/2002 pag. 0154 - 0155


    INTERROGAZIONE SCRITTA E-0141/02

    di Eurig Wyn (Verts/ALE) alla Commissione

    (1o febbraio 2002)

    Oggetto: Direttiva CE 1976 sulle acque di balneazione

    Ogni anno in Europa milioni di persone utilizzano le sue acque costiere ed interne. Non ritiene la Commissione che occorrerebbe apportare diverse modifiche alla legislazione esistente per poter dare a questi utenti la protezione che meritano?

    La Commissione dovrebbe garantire che al momento della revisione della direttiva 76/160/CEE(1) si tenga conto di quanto segue.

    Secondo recenti ricerche mediche indipendenti il rischio di infezioni gastrointestinali aumenta appena il livello di streptococchi fecali supera il livello di 35/100 ml. Tuttavia nelle acque della costa di Anglesey (Galles del nord) sono stati accertati livelli di streptococchi fecali pari a 10.000/100 ml.

    Ulteriori trattamenti terziari, con l'impiego di raggi ultravioletti o del microfiltraggio, possono ridurre i batteri fecali ad appena 35/100 ml, diminuendone il livello di 285 volte rispetto a quelli consentiti dai parametri obbligatori e di 60 volte rispetto a quelli orientativi.

    Non ritiene pertanto la Commissione che gli attuali parametri obbligatori siano purtroppo inadeguati e che sia necessario invece introdurre parametri ben più restrittivi, che obblighino le società responsabili delle acque a costruire nuovi impianti per adeguarsi ai nuovi criteri di trattamento totale?

    La direttiva CE sulle acque di balneazione dispone che la protezione dell'ambiente e della salute pubblica impone di ridurre l'inquinamento delle acque di balneazione e di preservare queste ultime da un deterioramento ulteriore. Non ritiene la Commissione che gli attuali parametri non lo permettano?

    (1) GU L 31 del 5.2.1976, pag. 1.

    Risposta data alla sig.ra Wallström a nome della Commissione

    (18 marzo 2002)

    La Commissione concorda sul fatto che la direttiva concernente le acque di balneazione(1) dovrebbe essere rivista per una serie di motivi che sono stati dettagliatamente illustrati nella comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio Una nuova politica per le acque di balneazione(2).

    La Commissione intende basare detta revisione sulle ricerche epidemiologiche svolte dall'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS)(3), confermate anche da altri studi. La relazione dell'OMS rileva come il livello di rischi di infezioni gastrointestinali sia legato alle concentrazioni di enterococchi intestinali (streptococchi fecali SF) nelle acque di balneazione. Secondo l'OMS, il valore 35 cfu (unità formanti colonie) di SF, menzionato dall'onorevole parlamentare, è inferiore al livello NOAEL (no observed adverse effect level- livello al quale non si osservano effetti dannosi). La Commissione ritiene in ogni caso che il livello pari a 10 000 cfu FS per 100 ml sia estremamente elevato e gradirebbe ricevere informazioni più precise circa le modalità di rilevamento e l'ubicazione del sito in questione.

    La qualità generale delle acque interne e costiere è soggetta alla direttiva concernente le acque reflue urbane (direttiva 91/271/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane(4) modificata dalla direttiva 98/15/CE del 27 febbraio 1998(5)), alla direttiva Nitrati (direttiva 91/676/CEE del Consiglio, del 12 dicembre 1991, relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole(6)), alla direttiva quadro Acque (direttiva 2000/60/CE del Parlamento e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque(7)) e ai relativi sistemi di monitoraggio. A seguito della direttiva sulle acque reflue urbane, i trattamenti secondari sono applicati ovunque, ma gli Stati membri devono garantire livelli più elevati di qualità per conformarsi a tutte le direttive del Consiglio. Una volta adottata la nuova direttiva modificata sulle acque di balneazione, gli Stati membri dovranno rispettare i nuovi parametri e nuovi valori soglia per le acque di balneazione.

    Grazie all'impatto della direttiva vigente, la qualità delle acque di balneazione europee è considerevolmente migliorata. Dal 1993 al 2000, la qualità delle acque costiere di balneazione è aumentata ogni anno, la percentuale di conformità è passata, infatti, da 74 % a quasi 97 %. Per le acque dolci la percentuale di conformità aumenta anch'essa ogni anno ed è arrivata a 94 % (rispetto al 30 % nel 1993).

    Tenendo conto degli aspetti legati alla sanità pubblica, la direttiva modificata mira ad un ulteriore miglioramento della qualità delle acque di balneazione.

    (1) Direttiva 76/160/CEE del Consiglio, dell'8 dicembre 1975, concernente la qualità delle acque di balneazione.

    (2) COM(2000) 860 def.

    (3) Cfr.http://www.who.int/water_sanitation_health/Recreational_water/wsh01-2.pdf.

    (4) GU L 135 del 30.5.1991.

    (5) GU L 67 del 7.3.1998.

    (6) GU L 375 del 31.12.1991.

    (7) GU L 327 del 22.12.2000.

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