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Document 91997E003880

    INTERROGAZIONE SCRITTA n. 3880/97 dell'on. Amedeo AMADEO alla Commissione. Libro verde - relazioni UE-ACP

    GU C 196 del 22.6.1998, p. 26 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

    European Parliament's website

    91997E3880

    INTERROGAZIONE SCRITTA n. 3880/97 dell'on. Amedeo AMADEO alla Commissione. Libro verde - relazioni UE-ACP

    Gazzetta ufficiale n. C 196 del 22/06/1998 pag. 0026


    INTERROGAZIONE SCRITTA E-3880/97 di Amedeo Amadeo (NI) alla Commissione (5 dicembre 1997)

    Oggetto: Libro verde - relazioni UE-ACP

    In merito al Libro verde su «Le relazioni tra l'Unione europea e i paesi ACP all'alba del XXI secolo - Sfide e opzioni per un nuovo partenariato» (COM(96)0570 def.).

    Le relazioni commerciali e finanziarie tra l'UE e i 70 paesi ACP entrano progressivamente in una nuova fase. Ora si impone una profonda riflessione (la convenzione attuale scade nel febbraio 2000) sugli orientamenti futuri di tali relazioni, che anzitutto devono tener conto, da una parte, del nuovo contesto mondiale e, dall'altra, delle maggiori responsabilità politiche ed economiche dell'Unione europea sulla scena internazionale.

    In quest'ottica intende la Commissione adottare la formula di «reciprocità differenziata» per garantire il graduale inserimento dei paesi ACP nel commercio internazionale e per rivitalizzare gli scambi tra l'Unione europea e tali paesi?

    Risposta comune alle interrogazioni scritte E-3879/97, E-3880/97, E-3881/97 e E-3882/97 data dal Sig. Pinheiro in nome della Commissione (28 gennaio 1998)

    La risposta concreta alla domanda presentata dall'onorevole parlamentare è affermativa. La Commissione intende adottare un approccio differenziato: le modalità e le priorità della cooperazione saranno adeguate in funzione del livello di sviluppo del partner, delle sue esigenze e della strategia di sviluppo a lungo termine. In tale ambito verranno privilegiati i paesi meno avanzati, senza sbocco sul mare e quelli insulari.

    Visto che diventava opportuna una riflessione approfondita sul futuro dei rapporti tra la Comunità e i Paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), e che la prossima scadenza della convenzione di Lomé ne forniva l'occasione, la Commissione l'anno scorso ha pubblicato un «libro verde sui rapporti tra l'Unione europea e i paesi ACP all'alba del XXI secolo - sfide e opzioni per un nuovo partenariato» ((COM(96)570. )). Sulla base di questo documento, che individuava le tematiche e le opzioni principali per il futuro, la Commissione ha avviato un ampio dibattito pubblico dal quale è scaturito un numero consistente di contributi e di manifestazioni, seminari e forum consultivi organizzati su iniziativa della Commissione o per iniziative spontanee di organizzazioni non governative (ONG), di associazioni, di rappresentanti del settore privato, di organizzazioni sindacali, dibattiti nell'ambito del Parlamento e del Comitato economico e sociale.

    Alla fine della consultazione, tenendo conto dei suggerimenti e dei pareri formulati, la Commissione ha presentato un documento di orientamento politico ((COM(97)537. )), destinato a costituire la base per la preparazione degli orientamenti di negoziato.

    Per quanto riguarda la copertura geografica di un accordo futuro, la Commissione propone di mantenere l'assetto geografico globale della convenzione, introducendo tuttavia il principio di differenziazione. Infatti, la Commissione ritiene da un lato che l'impegno di solidarietà espresso dai partner del gruppo ACP durante il dibattito e ribadito al vertice dei capi di Stato ACP a Libreville, debba essere rispettato e dall'altro sembra auspicabile introdurre il principio di una differenziazione basata sulle caratteristiche regionali e le prospettive di integrazione regionale dei partner, tenendo conto inoltre del livello di sviluppo di ogni singolo partner.

    Per quanto riguarda i rapporti economici e commerciali, l'approccio proposto dalla Commissione persegue tre obiettivi: assistere i paesi ACP nel processo di integrazione progressiva nel quadro dell'economia mondiale, a livello degli scambi commerciali e dei flussi di investimento privati; potenziare la presenza europea nel quadro dell'economia ACP; invitare i paesi ACP a cooperare con la Comunità nel quadro dei negoziati economici e commerciali internazionali.

    In tale ambito, appaiono determinanti due tipi di considerazioni: da un lato, è necessario tener conto della volontà politica d'integrazione regionale degli Stati ACP e dall'altro, è necessario adeguare l'approccio alla situazione dei paesi meno avanzati (PMA) verso i quali deve essere mantenuto e migliorato il regime delle preferenze unilaterali, sulla scia del piano d'azione adottato durante la riunione dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) a Singapore.

    Per raggiungere questi obiettivi, si prevede la possibilità di stipulare accordi a livello regionale, che prenderebbero la forma di accordi di partenariato economico aventi l'obiettivo di instaurare progressivamente zone di libero scambio, in conformità con le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio e della politica agricola comune; oppure, temporaneamente, accordi di cooperazione economica, che consolidino l'accesso dei paesi ACP al mercato europeo e siano in grado di introdurre un elemento di reciprocità per quanto riguarda le esportazioni europee sui mercati ACP. Questi accordi dovrebbero prevedere disposizioni per potenziare la cooperazione nei settori connessi con gli scambi.

    Per quanto riguarda la prassi per la cooperazione finanziaria e tecnica, i capisaldi del libro verde erano la ricerca di efficacia, la semplificazione e la differenziazione. Questi principi sono stati ripresi dalla Commissione nel documento di orientamento che propone di riesaminare in maniera approfondita le modalità pratiche di attuazione della cooperazione finanziaria e tecnica per garantire al sistema maggiore efficacia e maggiore flessibilità di fronte a esigenze che sono in rapida evoluzione. La futura convenzione dovrà inoltre essere più accessibile ai livelli decentralizzati. La Commissione propone segnatamente di ridurre il numero di strumenti e di riassegnare un ruolo centrale alla programmazione e dunque al dialogo sulle politiche.

    Il dibattito sugli obiettivi e le priorità della politica di cooperazione comunitaria ha indotto la Commissione a proporre di riassegnare alla cooperazione l'obiettivo della lotta contro la povertà, nell'ambito di un approccio integrato che associ i fattori di crescita economica, la dimensione sociale e ambientale e gli aspetti istituzionali dello sviluppo. Sarà inoltre necessario garantire un collegamento stretto tra una dimensione politica potenziata e la cooperazione; in tale ambito, la prevenzione dei conflitti violenti e la necessità di risolverne le cause potranno anch'esse influire sulle priorità d'azione. Queste azioni, il cui elenco non può essere a priori completo, seguono tre orientamenti prioritari: il sostegno ai fattori di crescita, di competitività e di occupazione; la dimensione sociale e culturale; l'integrazione regionale. Inoltre, sono stati definiti tre principi trasversali: lo sviluppo delle capacità, segnatamente a livello delle istituzioni; l'attenzione sistematica per quanto riguarda la tematica uomo/donna e la riduzione delle differenze tra i sessi; il principio di tutela delle risorse naturali e dell'ambiente.

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