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Document 91997E003380

    INTERROGAZIONE SCRITTA n. 3380/97 dell'on. Carlos ROBLES PIQUER alla Commissione. La fase successiva all'introduzione dell'Euro e all'ampliamento

    GU C 174 del 8.6.1998, p. 49 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

    European Parliament's website

    91997E3380

    INTERROGAZIONE SCRITTA n. 3380/97 dell'on. Carlos ROBLES PIQUER alla Commissione. La fase successiva all'introduzione dell'Euro e all'ampliamento

    Gazzetta ufficiale n. C 174 del 08/06/1998 pag. 0049


    INTERROGAZIONE SCRITTA E-3380/97 di Carlos Robles Piquer (PPE) alla Commissione (23 ottobre 1997)

    Oggetto: La fase successiva all'introduzione dell'Euro e all'ampliamento

    Influenti mezzi d'informazione, ancora in tempi recenti poco favorevoli alla moneta unica europea, l'accettano ormai come inevitabile, e accettano altresì il fatto che l'Unione europea comprenda nuovi Stati membri. Questo nuovo atteggiamento va accolto con favore.

    Nel contempo, gli stessi mezzi d'informazione formulano crudamente una domanda che preoccupa anche molti cittadini comunitari, ossia se l'Europa sarà capace di affrontare la»realtà futura» (cfr. Robert Cohen, nel New York Times, International Herald Tribune del 20-21 settembre 1997).

    Tale «realtà futura» include, per esempio, il grave rischio che i paesi che fanno uso dell'Euro diano risposte radicalmente diverse alla sfida rappresentata dalla riforma dello Stato sociale, secondo le affermazioni attribuite a Hans Tietmeyer, presidente della Bundesbank tedesca. Per fare un altro esempio, l'integrazione dei PECO potrebbe causare un'ulteriore frammentazione dell'UE.

    Dopo il buon lavoro compiuto con l'Agenda 2000, la Commissione si propone di elaborare un nuovo studio sul modo migliore per mantenere la stabilità e l'unità dell'Unione, e in particolare dei «paesi - Euro», nell'immediato futuro?

    Risposta data dal Signor de Silguy in nome della Commissione (15 Dicembre 1997)

    Né l'euro né l'ampliamento cambieranno il fatto che la riforma dello Stato sociale costituisce una delle principali sfide a medio termine per la maggior parte degli Stati membri. Poiché questo è un ambito che ricade interamente sotto la responsabilità dei governi nazionali, gli Stati membri devono assicurare un adeguato equilibrio ed il funzionamento dei loro sistemi di previdenza sociale secondo le loro scelte e capacità. Inoltre, le disposizioni degli articoli 104 - 104 C del trattato CE assicurano il rispetto di tale obbligo senza influire sulla stabilità dell'euro.

    Il sottoutilizzo del potenziale di occupazione dell'Europa è una delle principali cause degli attuali squilibri finanziari nei sistemi previdenziali, dato che la disoccupazione comporta un aumento delle richieste di prestazioni erodendo, allo stesso tempo, la base fiscale e contributiva. Inoltre, livelli elevati di indebitamento o di disavanzo costituiscono una minaccia per i sistemi sociali, poiché il servizio del debito spiazza le altre spese pubbliche e la realizzazione di investimenti produttivi. Dato che il sistema di politica macroeconomica dell'UEM dà priorità alla stabilizzazione dei prezzi ed al risanamento di bilancio, ne risulterà un policy mix più equilibrato che favorirà le politiche volte ad incoraggiare la crescita indotta dagli investimenti, il che permetterà ad un maggior numero di persone di trovare un'occupazione produttiva. Pertanto l'euro può contribuire al raggiungimento di una condizione essenziale per il risanamento delle finanze nella previdenza sociale. Per quanto concerne l'impatto dell'ampliamento, si prevede che questo avrà effetti positivi sia per la crescita sia per la sicurezza, contribuendo a liberare risorse da destinare, se gli Stati membri lo riterranno opportuno, per fini sociali.

    La Commissione ha fornito la propria assistenza sulle tematiche riguardanti tanto l'occupazione che la riforma dello Stato sociale, per mezzo di studi analitici di base, lavori di ricerca, Libri verdi o bianchi e comunicazioni; i dettagli su tali lavori verranno trasmessi direttamente all'onorevole parlamentare ed al Segretariato generale del Parlamento.

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