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La decisione impugnata qualifica, per definizione, tutti gli imprenditori di spicco che operano in Russia come «persone fisiche o giuridiche, entità o organismi che forniscono un sostegno materiale o finanziario al governo della Federazione russa», a prescindere se ciò si verifichi o meno.

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La decisione impugnata qualifica, per definizione, familiari stretti, o altre persone fisiche che traggono vantaggio da imprenditori di spicco che operano in Russia come persone che li aiutano ad eludere le misure restrittive, a prescindere se ciò si verifichi o meno.

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La decisione impugnata non è né adeguata né necessaria alla realizzazione dell’obiettivo finale e impone ai singoli oneri eccessivi rispetto all’obiettivo finale. La decisione impugnata consente ormai di sanzionare anche gli imprenditori non di spicco coinvolti in settori economici che costituiscono una fonte importante di reddito per il governo della Federazione russa.

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A causa della modifica e dell’ampliamento costante dei criteri di inserimento delle persone nell’elenco delle sanzioni dell’Unione, non è possibile per gli interessati e le persone residenti in Russia adeguare il loro comportamento ai desideri del Consiglio.

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La decisione impugnata utilizza criteri vaghi, quali gli «imprenditori di spicco» e i «settori economici che costituiscono una notevole fonte di reddito per il governo della Federazione russa». Essa non prevede criteri quantitativi o qualitativi per determinare chi sia «di spicco» e quali siano tali settori, né i settori interessati sono definiti.

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La decisione impugnata riguarda i familiari di uomini d’affari, mentre non riguarda i familiari delle persone fisiche di cui all’articolo 1, paragrafo 1, lettera a), e all’articolo 2, paragrafo 1, lettera a), della decisione n. 2014/145/PESC.