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Document 62014CJ0465

Sentenza della Corte (Prima Sezione) del 27 ottobre 2016.
Raad van bestuur van de Sociale verzekeringsbank contro F. Wieland e H. Rothwangl.
Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Centrale Raad van Beroep.
Rinvio pregiudiziale – Articoli 18 e 45 TFUE – Previdenza sociale dei lavoratori migranti – Regolamento (CEE) n. 1408/71 – Articoli 3 e 94 – Regolamento (CE) n. 859/2003 – Articolo 2, paragrafi 1 e 2 – Assicurazione vecchiaia e assicurazione morte – Ex lavoratori marittimi cittadini di uno Stato terzo divenuto membro dell’Unione europea nel 1995 – Esclusione dal diritto a prestazioni di vecchiaia.
Causa C-465/14.

Court reports – general

ECLI identifier: ECLI:EU:C:2016:820

SENTENZA DELLA CORTE (Prima Sezione)

27 ottobre 2016 ( *1 )

«Rinvio pregiudiziale — Articoli 18 e 45 TFUE — Previdenza sociale dei lavoratori migranti — Regolamento (CEE) n. 1408/71 — Articoli 3 e 94 — Regolamento (CE) n. 859/2003 — Articolo 2, paragrafi 1 e 2 — Assicurazione vecchiaia e assicurazione morte — Ex lavoratori marittimi cittadini di uno Stato terzo divenuto membro dell’Unione europea nel 1995 — Esclusione dal diritto a prestazioni di vecchiaia»

Nella causa C‑465/14,

avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte, ai sensi dell’articolo 267 TFUE, dal Centrale Raad van Beroep (Corte d’appello competente in materia di previdenza sociale e funzione pubblica, Paesi Bassi), con decisione del 6 ottobre 2014, pervenuta in cancelleria il 9 ottobre 2014, nel procedimento

Raad van bestuur van de Sociale verzekeringsbank

contro

F. Wieland,

H. Rothwangl,

LA CORTE (Prima Sezione),

composta da A. Tizzano, vicepresidente della Corte, facente funzione di presidente della Prima Sezione, M. Berger (relatore), A. Borg Barthet, S. Rodin e F. Biltgen, giudici,

avvocato generale: E. Sharpston

cancelliere: M. Ferreira, amministratore principale

vista la fase scritta del procedimento e in seguito all’udienza del 16 settembre 2015,

considerate le osservazioni presentate:

per il Raad van bestuur van de Sociale verzekeringsbank, da H. van der Most e T. Theele, in qualità di agenti;

per il governo spagnolo, da M. García-Valdecasas Dorrego, in qualità di agente;

per il governo dei Paesi Bassi, da M. Noort, M. Bulterman e H. Stergiou, in qualità di agenti;

per la Commissione europea, da D. Martin e G. Wils, in qualità di agenti,

sentite le conclusioni dell’avvocato generale, presentate all’udienza del 4 febbraio 2016,

ha pronunciato la seguente

Sentenza

1

La domanda di pronuncia pregiudiziale verte sull’interpretazione dell’articolo 18 e dell’articolo 45, paragrafo 2, TFUE, degli articoli 3 e 94 del regolamento (CEE) n. 1408/71 del Consiglio, del 14 giugno 1971, relativo all’applicazione dei regimi di sicurezza sociale ai lavoratori subordinati, ai lavoratori autonomi e ai loro familiari che si spostano all’interno della Comunità, nella versione modificata e aggiornata dal regolamento (CE) n. 118/97 del Consiglio, del 2 dicembre 1996 (GU 1997, L 28, pag. 1), come modificato dal regolamento (CE) n. 647/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 aprile 2005 (GU 2005, L 117, pag. 1) (in prosieguo: il «regolamento n. 1408/71»), nonché dell’articolo 2, paragrafi 1 e 2, del regolamento (CE) n. 859/2003 del Consiglio, del 14 maggio 2003, che estende le disposizioni del regolamento n. 1408/71 e del regolamento (CEE) n. 574/72 ai cittadini di paesi terzi cui tali disposizioni non siano già applicabili unicamente a causa della nazionalità (GU 2003, L 124, pag. 1).

2

Tale domanda è stata proposta nell’ambito di due distinte controversie tra il Raad van bestuur van de Sociale verzekeringsbank (consiglio di amministrazione della cassa di previdenza sociale; in prosieguo: l’«SVB») da una parte, e, dall’altra, rispettivamente, i sigg. F. Wieland e H. Rothwangl, vertenti sul rifiuto da parte dell’SVB di concedere a questi ultimi una pensione di vecchiaia.

Contesto normativo

Diritto dell’Unione

Il regolamento n. 1408/71

3

Il primo considerando del regolamento n. 1408/71 così recita:

«[...] le norme di coordinamento delle legislazioni nazionali sulla sicurezza sociale si inseriscono nel quadro della libera circolazione delle persone e devono contribuire al miglioramento del loro tenore di vita e condizioni di lavoro».

4

L’articolo 1 di tale regolamento è così formulato:

«Ai fini dell’applicazione del presente regolamento:

a)

i termini “lavoratore subordinato” (...) designano (...):

i)

qualsiasi persona coperta da assicurazione obbligatoria o facoltativa continuata contro uno o più eventi corrispondenti ai settori di un regime di sicurezza sociale applicabile ai lavoratori subordinati o autonomi (...)

(...)

j)

il termine “legislazione” indica, per ogni Stato membro, le leggi, i regolamenti, le disposizioni statutarie e ogni altra misura di applicazione, esistenti o future, concernenti i settori e i regimi di sicurezza sociale di cui all’articolo 4, paragrafi 1 e 2 (...)

(...)

r)

il termine “periodi di assicurazione” designa i periodi di contribuzione, di occupazione o di attività lavorativa autonoma, quali sono definiti o riconosciuti come periodi di assicurazione dalla legislazione sotto la quale sono stati compiuti o sono considerati compiuti, nonché tutti i periodi equiparati, nella misura in cui sono riconosciuti da tale legislazione come equivalenti ai periodi di assicurazione; anche i periodi compiuti sotto un regime speciale per i dipendenti pubblici sono considerati periodi di assicurazione;

(...)

s

bis) il termine “periodi di residenza” designa i periodi definiti o riconosciuti come tali dalla legislazione sotto la quale sono stati compiuti o sono considerati compiuti;

(...)».

5

L’articolo 2 di detto regolamento, intitolato «Campo di applicazione quanto alle persone», al paragrafo 1 dispone quanto segue:

«Il presente regolamento si applica ai lavoratori subordinati o autonomi e agli studenti, che sono o sono stati soggetti alla legislazione di uno o più Stati membri e che sono cittadini di uno degli Stati membri, oppure apolidi o profughi residenti nel territorio di uno degli Stati membri, nonché ai loro familiari e ai loro superstiti».

6

L’articolo 3 del medesimo regolamento, intitolato «Parità di trattamento», al paragrafo 1 prevede quanto segue:

«Le persone alle quali sono applicabili le disposizioni del presente regolamento, sono soggette agli obblighi e sono ammesse al beneficio della legislazione di ciascuno Stato membro alle stesse condizioni dei cittadini di tale Stato, fatte salve le disposizioni particolari del presente regolamento».

7

Ai sensi dell’articolo 4 del regolamento n. 1408/71, intitolato «Campo d’applicazione “ratione materiae”»:

«1.   Il presente regolamento si applica a tutte le legislazione relative ai settori di sicurezza sociale riguardanti:

(...)

b)

le prestazioni d’invalidità, comprese quelle dirette a conservare o migliorare la capacità di guadagno;

c)

le prestazioni di vecchiaia;

(...)».

8

L’articolo 13 di tale regolamento, intitolato «Norme generali», al paragrafo 2 prevede quanto segue:

«Con riserva degli articoli da 14 a 17:

(...)

c)

la persona che esercita la sua attività professionale a bordo di una nave che batte bandiera di uno Stato membro è soggetta alla legislazione di tale Stato;

(...)».

9

L’articolo 44 di detto regolamento, intitolato «Disposizioni generali concernenti la liquidazione delle prestazioni quando il lavoratore subordinato o autonomo è stato soggetto alla legislazione di due o più Stati membri», al paragrafo 1 così dispone:

«I diritti a prestazioni di un lavoratore subordinato o autonomo che è stato soggetto alla legislazione di due o più Stati membri, o dei suoi superstiti, sono determinati in conformità delle disposizioni del presente capitolo».

10

Conformemente all’articolo 45 del regolamento n. 1408/71, l’istituzione competente dello Stato membro del richiedente deve tenere conto dei periodi di assicurazione o di residenza compiuti sotto la legislazione di altri Stati membri. Nei casi in cui l’istituzione competente deve calcolare le prestazioni in relazione a periodi totalizzati di assicurazione o di residenza secondo le regole poste da tale articolo 45, le prestazioni pensionistiche sono liquidate conformemente all’articolo 46, paragrafo 2, di tale regolamento.

11

L’articolo 94 di detto regolamento, intitolato «Disposizioni transitorie per i lavoratori subordinati», prevede, ai paragrafi 1 e 2, quanto segue:

«1.   Il presente regolamento non fa sorgere alcun diritto per un periodo precedente il 1o ottobre 1972 o la data della sua applicazione nel territorio dello Stato membro interessato o in una parte di esso.

2.   Ogni periodo di assicurazione e, eventualmente, ogni periodo di occupazione o di residenza compiuto sotto la legislazione di uno Stato membro prima del 1o ottobre 1972 o della data di applicazione del presente regolamento nel territorio dello Stato membro interessato o in una parte di esso, è preso in considerazione per la determinazione dei diritti acquisiti in conformità delle disposizioni del presente regolamento».

Il regolamento n. 859/2003

12

L’articolo 1 del regolamento n. 859/2003 così dispone:

«Fatte salve le disposizioni di cui all’allegato del presente regolamento, le disposizioni del regolamento (CEE) n. 1408/71 e del regolamento (CEE) n. 574/72 si applicano ai cittadini di paesi terzi cui tali disposizioni non siano già applicabili unicamente a causa della nazionalità, nonché ai loro familiari e superstiti, purché siano in situazione di soggiorno legale nel territorio di uno Stato membro e si trovino in una situazione in cui non tutti gli elementi si collochino all’interno di un solo Stato membro».

13

Secondo l’articolo 2, paragrafi 1 e 2, del regolamento n. 859/2003:

«1.   Il presente regolamento non prevede alcun diritto per un periodo anteriore al 1o giugno 2003.

2.   Ogni periodo di assicurazione e, eventualmente, ogni periodo di occupazione, di attività autonoma o di residenza compiuto sotto la legislazione di uno Stato membro prima del 1o giugno 2003 è preso in considerazione per la determinazione dei diritti acquisiti in conformità delle disposizioni del presente regolamento».

Il diritto olandese

14

L’articolo 2 dell’Algemene Ouderdomswet (legge generale sull’assicurazione per la vecchiaia, Stb. 1956, n. 281; in prosieguo: l’«AOW»), nella versione applicabile ai fatti di cui al procedimento principale, prevede quanto segue:

«È considerato residente, ai sensi della presente legge, chi abita nei Paesi Bassi».

15

L’articolo 3 dell’AOW, nella versione applicabile sino all’entrata in vigore della legge del 30 luglio 1965 (Stb. 347, n. 882), così disponeva:

«1.   Il luogo di residenza di una persona (...) è determinato in funzione delle circostanze.

(...)

3.   Ai fini dell’applicazione del paragrafo 1, le navi e gli aeromobili il cui porto di immatricolazione si trova nel Regno dei Paesi Bassi sono considerati far parte del Regno stesso per quanto concerne l’equipaggio».

16

L’articolo 3 dell’AOW, nella versione risultante dalla legge del 30 luglio 1965, è formulato come segue:

«1.   Il luogo di residenza di una persona (...) è determinato a seconda delle circostanze.

2.   Ai fini dell’applicazione del paragrafo 1, le navi e gli aeromobili il cui porto di immatricolazione si trova nel Regno dei Paesi Bassi sono considerati far parte del Regno stesso per quanto concerne l’equipaggio.

(...)».

17

L’articolo 6 dell’AOW, nella versione risultante dalla legge del 25 maggio 1962 (Stb. 1962, pag. 205) ed entrata in vigore retroattivamente dal 1o ottobre 1959, disponeva quanto segue:

«1.   Si considera assicurato ai sensi delle disposizioni della presente legge chiunque abbia un’età compresa tra i 15 ed i 65 anni, se:

a)

è residente;

(...)

4.   È possibile derogare alle disposizioni del primo paragrafo per mezzo o in forza di un provvedimento amministrativo generale:

a)

nei confronti di stranieri;

b)

nei confronti di persone alle quali si applica un regime simile al di fuori del Regno;

c)

nei confronti di persone che risiedono, o che lavorano, soltanto temporaneamente nel territorio nazionale;

d)

nei confronti di coniugi e di altri componenti del nucleo familiare (...) delle persone di cui al presente paragrafo, lettere b) e c);

e)

nei confronti dei coniugi dei cittadini, [che non sono assicurati dalla presente legge] in forza di un accordo o di un regime di sicurezza sociale applicabile tra i Paesi Bassi e uno o più altri Stati».

18

L’articolo 6 dell’AOW, nella versione risultante dalla legge del 30 luglio 1965, è formulato come segue:

«1.   Si considera assicurato ai sensi delle disposizioni della presente legge chiunque abbia un’età compresa tra i 15 ed i 65 anni, se:

a)

è residente;

(...)

3.   È possibile derogare alle disposizioni del primo paragrafo per mezzo o in forza di un provvedimento amministrativo generale:

a)

nei confronti di stranieri;

b)

nei confronti di persone alle quali si applica un regime simile di un’altra parte del Regno, di un altro Stato o di un’altra organizzazione internazionale;

c)

nei confronti di persone che risiedono, o che lavorano, soltanto temporaneamente nel territorio nazionale;

d)

nei confronti di coniugi e di altri componenti del nucleo familiare delle persone di cui al presente paragrafo, lettere a), b) e c);

e)

nei confronti di coniugi di cittadini, che non sono assicurati dalla presente legge in forza di un accordo o di un regime di sicurezza sociale concluso tra i Paesi Bassi e uno o più altri Stati».

19

Ai sensi dell’articolo 7 dell’AOW, nella versione applicabile ai fatti di cui al procedimento principale:

«Secondo le disposizioni della presente legge hanno diritto ad una pensione di vecchiaia le persone:

a)

che hanno compiuto i 65 anni di età; e

b)

che, in conformità alla presente legge, erano assicurate durante il periodo iniziato il giorno in cui hanno compiuto i 15 anni di età e terminato il giorno in cui hanno compiuto i 65 anni di età».

20

A norma dell’articolo 6 dell’AOW sono stati successivamente adottati provvedimenti amministrativi generali, tra i quali figurano, per quanto riguarda i periodi di cui trattasi nel procedimento principale, il Besluit uitbreiding en beperking kring verzekerden volksverzekeringen (decreto di ampliamento e di limitazione del gruppo di persone assicurate nell’ambito del regime generale obbligatorio di assicurazioni sociali), del 10 luglio 1959 (Stb.1959, n. 230; in prosieguo il «regio decreto 230»), ed il Besluit uitbreiding en beperking kring verzekerden volksverzekeringen (decreto di ampliamento e di limitazione del gruppo di persone assicurate nell’ambito del regime generale obbligatorio di assicurazioni sociali), del 1o gennaio 1963 (Stb. 1963, n. 24; in prosieguo: il «regio decreto 24»).

21

L’articolo 2, parte iniziale e lettera k), del regio decreto 230, nonché l’articolo 2, parte iniziale e lettera k), del regio decreto 24, prevedevano, in termini identici, quanto segue:

«(...) in deroga all’articolo 6, paragrafo 1, dell’[AOW], all’articolo 7 della legge sull’assicurazione generalizzata per vedove e orfani ed all’articolo 6 della legge generale sugli assegni familiari, non sono assicurati:

(...)

k)

lo straniero membro dell’equipaggio di una nave il cui porto di immatricolazione si trova nel Regno, qualora viva abitualmente a bordo di detta nave».

22

L’articolo 2, lettera k), del regio decreto 24 è diventato, in seguito alla modifica di quest’ultimo da parte del decreto dell’11 agosto 1965 (Stb. 373), l’articolo 2, lettera m).

23

In forza dell’articolo 16, paragrafo 1, dell’AOW, nella versione applicabile ai fatti di cui al procedimento principale, la pensione di vecchiaia ha inizio il primo giorno del mese nel corso del quale l’interessato soddisfa le condizioni per avere diritto a tale pensione.

Procedimenti principali e questioni pregiudiziali

24

Il sig. Wieland è nato il 20 marzo 1943 in Austria ed era in possesso della cittadinanza austriaca per nascita. Dall’11 ottobre 1962 al 7 marzo 1966 egli ha lavorato a bordo di navi di proprietà della Holland-Amerika Lijn (in prosieguo: la «HAL»), società di diritto olandese che gestisce un collegamento via mare tra i Paesi Bassi e gli Stati Uniti d’America.

25

Nel corso del 1966, il sig. Wieland si è trasferito negli Stati Uniti ed il 29 agosto 1969 ha acquisito la cittadinanza statunitense, perdendo conseguentemente quella austriaca.

26

Nell’aprile 2008, il sig. Wieland ha richiesto all’SVB il versamento di una pensione di vecchiaia a partire dalla data di compimento del suo sessantacinquesimo anno di età.

27

Con decisione del 15 aprile 2008, l’SVB ha respinto tale richiesta per il motivo che, nel periodo compreso tra il compimento del quindicesimo e del sessantacinquesimo anno di età, il sig. Wieland non era stato assicurato ai sensi dell’AOW. Il 3 ottobre 2008, l’interessato ha informato l’SVB del fatto che, a partire da tale data, la sua residenza principale si trovava ormai in Austria.

28

Il sig. Rothwangl è nato il 7 dicembre 1943 ed è in possesso della cittadinanza austriaca. Dal 6 novembre 1962 al 23 aprile 1963 egli ha lavorato a bordo di navi di proprietà della HAL.

29

Il 12 gennaio 2009, il sig. Rothwangl ha richiesto all’SVB il versamento di una pensione di vecchiaia. In tale data egli risiedeva in Austria, paese nel quale, secondo i dati in possesso dell’SVB, egli era stato assicurato legalmente contro il rischio vecchiaia per un periodo complessivo di 496 mesi, dall’aprile 1958 al luglio 1998.

30

Il sig. Rothwangl ha beneficiato, a partire dal 1o marzo 1998, di una pensione austriaca per inabilità al lavoro («Erwerbsunfähigkeitspension») e, a partire dal 1o settembre 1998, di una pensione svizzera di invalidità. Inoltre, dal 29 novembre 1998 al 1o dicembre 2008, egli ha percepito un’indennità in forza della Wet op de arbeidsongeschiktheidsverzekering (legge sull’assicurazione relativa all’inabilità al lavoro), di un importo pari a EUR 1,08 lordi al giorno.

31

Con decisione del 26 maggio 2009, l’SVB ha negato al sig. Rothwangl il versamento della pensione di vecchiaia richiesta per il motivo che, nel periodo compreso tra il compimento del quindicesimo e del sessantacinquesimo anno di età, egli non era stato assicurato ai sensi dell’AOW.

32

Il sig. Wieland ed il sig Rothwangl hanno entrambi presentato ricorso avverso tali decisioni dell’SVB dinanzi al Rechtbank Amsterdam (tribunale di Amsterdam, Paesi Bassi), e i rispettivi ricorsi sono stati accolti. L’SVB ha proposto appello dinanzi al giudice del rinvio.

33

Nella decisione di rinvio, il Centrale Raad van Beroep (Corte d’appello competente in materia di previdenza sociale e funzione pubblica, Paesi Bassi) fa riferimento alla sentenza della Corte EDU del 4 giugno 2002, Wessels-Bergervoet c. Paesi Bassi (CE:ECHR:2002:1112JUD003446297), nella quale tale ultimo giudice ha dichiarato che la decisione dell’istituzione olandese di versare ad una donna sposata, sulla base dell’AOW, soltanto una pensione di vecchiaia ridotta costituiva una violazione dell’articolo 14 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950 (in prosieguo: la «CEDU»), in combinato disposto con l’articolo 1 del protocollo addizionale alla CEDU, firmato a Parigi il 20 marzo 1952.

34

Il giudice del rinvio spiega che, sebbene i giudici olandesi, in casi un cui venivano messi in discussione i diritti dei lavoratori marittimi alla pensione di vecchiaia, abbiano applicato il ragionamento seguito dalla Corte EDU nella sentenza del 4 giugno 2002, Wessels-Bergervoet c. Paesi Bassi (CE:ECHR:2002:1112JUD003446297), esso ritiene tuttavia che la situazione del sig. Wieland e del sig. Rothwangl si distingua da tali casi e che la differenza di trattamento basata sulla cittadinanza, che le competenti autorità olandesi hanno posto in essere nei procedimenti principali, sia giustificata alla luce dell’articolo 14 della CEDU. Detto giudice si chiede se il regolamento n. 1408/71, in combinato disposto con il regolamento n. 859/2003, nonché con gli articoli 18 e 45 TFUE, possa essere pertinente nei procedimenti di cui trattasi.

35

Per quanto riguarda il sig. Rothwangl, tale giudice considera che, in considerazione delle attività professionali da esso svolte nel corso degli anni ’60, lo stesso debba oggi essere qualificato lavoratore ai sensi non solo del trattato FUE, ma anche del regolamento n. 1408/71. Detto giudice ritiene peraltro che il fatto che l’interessato non sia stato in possesso della cittadinanza di uno Stato membro tra il 6 novembre 1962 ed il 23 aprile 1963, periodo durante il quale era un dipendente della HAL, non osta a che il regolamento in parola si applichi alle attività professionali svolte durante tale periodo, poiché il sig. Rothwangl soddisfa il requisito di cittadinanza previsto dal menzionato regolamento in seguito all’adesione, con effetto dal 1o gennaio 1995, della Repubblica d’Austria all’Unione europea.

36

Il giudice del rinvio si domanda se il periodo durante il quale il sig. Rothwangl è stato impiegato come lavoratore marittimo dalla HAL debba essere considerato un periodo di assicurazione ai sensi dell’articolo 94, paragrafo 2, del regolamento n. 1408/71. A tale riguardo, esso ritiene che occorra prendere in considerazione gli articoli 18 e 45 TFUE, nonché l’articolo 3 del regolamento n. 1408/71.

37

Per quanto riguarda il sig. Wieland, il giudice del rinvio si chiede se la risposta alla questione relativa all’applicabilità del regolamento n. 1408/71 debba essere la stessa fornita nel caso del sig. Rothwangl, dato che la libera circolazione dei lavoratori non si applica ai cittadini di Stati terzi e che il sig. Wieland non è più in possesso, dal 29 agosto 1969, della cittadinanza austriaca.

38

In tali circostanze, il Centrale Raad van Beroep (Corte d’appello competente in materia di previdenza sociale e funzione pubblica) ha deciso di sospendere il procedimento e di sottoporre alla Corte le seguenti questioni pregiudiziali:

«1)

Se l’articolo 3 e l’articolo 94, paragrafi 1 e 2, del regolamento n. 1408/71, debbano essere interpretati nel senso che ostano a che a un ex lavoratore marittimo, membro dell’equipaggio di una nave immatricolata in uno Stato membro, senza una residenza sulla terraferma e che non era cittadino di uno Stato membro, venga negata (parzialmente), dopo che lo Stato di cui egli ha la cittadinanza ha aderito a (un predecessore de) l’Unione o dopo che il regolamento n. 1408/71 è entrato in vigore per detto Stato, la pensione di vecchiaia per l’unico motivo che detto ex-navigante nel periodo della (pretesa) assicurazione non aveva la cittadinanza del (primo) Stato membro.

2)

Se gli articoli 18 e 45 TFUE debbano essere interpretati nel senso che ostano ad una normativa di uno Stato membro in forza della quale un lavoratore marittimo che faceva parte dell’equipaggio di una nave immatricolata in tale Stato membro, senza una residenza sulla terraferma e che non era cittadino di uno Stato membro, era escluso dall’assicurazione per la pensione di vecchiaia, mentre in forza di detta normativa viene considerato assicurato un lavoratore marittimo cittadino dello Stato membro nel quale la nave è immatricolata e che per il resto si trova nelle medesime circostanze, se lo Stato di cui il primo lavoratore marittimo è cittadino ha – al momento della determinazione della pensione – nel frattempo aderito a (un predecessore de) l’Unione o se il regolamento n. 1408/71 è nel frattempo entrato in vigore per detto Stato.

3)

Se la prima e la seconda questione vadano risolte allo stesso modo nel caso di un (ex-) lavoratore marittimo il quale, al momento delle sue attività lavorative aveva la cittadinanza di uno Stato che in un momento successivo aderisce a (un predecessore de) l’Unione, ma che, al momento di detta adesione o dell’entrata in vigore del regolamento n. 1408/71 per questo Stato e al momento della realizzazione del suo diritto alla pensione di vecchiaia, non è cittadino di uno Stato membro, al quale però il citato regolamento è nondimeno applicabile in forza dell’articolo 1 del regolamento n. 859/2003».

Sulle questioni pregiudiziali

Osservazioni preliminari

39

Si deve constatare che, all’epoca in cui il sig. Wieland ed il sig. Rothwangl erano dipendenti della HAL, il coordinamento dei regimi di sicurezza sociale degli Stati membri, per quanto riguarda i lavoratori migranti a livello della Comunità economica europea, era disciplinato dal regolamento n. 3 del Consiglio, del 25 settembre 1958, per la sicurezza sociale dei lavoratori migranti (GU 1958, 30, pag. 561). Tuttavia, detto ultimo regolamento non si applicava ai lavoratori marittimi.

40

Una situazione del genere non era incompatibile con le norme internazionali applicabili ai lavoratori marittimi in vigore all’epoca, in quanto, conformemente all’articolo 2 della convenzione (n. 71) dell’Organizzazione internazionale del lavoro, del 28 giugno 1946, sulle pensioni dei marittimi, ratificata dal Regno dei Paesi Bassi il 27 agosto 1957 ed entrata in vigore il 10 ottobre 1962, ciascuno Stato membro dell’Organizzazione internazionale del lavoro aveva l’obbligo di istituire o di fare istituire, secondo la propria normativa nazionale, un regime pensionistico per i lavoratori marittimi che si ritirano dal loro servizio in mare, precisando che le persone che non risiedevano nel territorio dello Stato membro interessato e le persone che non erano cittadine potevano tuttavia essere escluse da tale sistema.

41

A partire dal 1o aprile 1967, il regolamento n. 47/67/CEE del Consiglio, del 7 marzo 1967, che modifica ed integra alcune disposizioni dei regolamenti nn. 3 e 4 sulla sicurezza sociale dei lavoratori migranti (gente di mare) (GU 1967, 44, pag. 641), ha introdotto norme specifiche riguardanti i lavoratori marittimi, che vertevano, in particolare, sulla determinazione del diritto applicabile e sulla pensione di vecchiaia. Dette norme sono state in seguito incorporate nel regolamento n. 1408/71.

42

Ne consegue che, durante i periodi nel corso dei quali il sig. Wieland ed il sig. Rothwangl erano dipendenti della HAL, l’iscrizione dei lavoratori marittimi ai regimi di sicurezza sociale era disciplinata esclusivamente dalle normative nazionali.

43

Il sig. Wieland ed il sig. Rothwangl hanno invece presentato le proprie domande di pensione in una data nella quale trovava applicazione il regolamento n. 1408/71.

44

Ai sensi del primo considerando di tale ultimo regolamento, l’obiettivo principale da esso perseguito è di coordinare i sistemi nazionali di sicurezza sociale per dare attuazione al principio della libera circolazione delle persone nel territorio dell’Unione.

45

A tale riguardo, anche se gli Stati membri conservano la loro competenza a disciplinare i presupposti d’iscrizione ai loro sistemi di sicurezza sociale, nell’esercizio di tale competenza essi devono tuttavia rispettare il diritto dell’Unione e, in particolare, le disposizioni del Trattato relative alla libera circolazione dei lavoratori (sentenza del 17 gennaio 2012, Salemink, C‑347/10, EU:C:2012:17, punto 39 e giurisprudenza ivi citata).

46

Di conseguenza, da un lato, siffatte condizioni non possono produrre l’effetto di escludere dalla sfera di applicazione di una normativa nazionale, come quella di cui trattasi nei procedimenti principali, le persone cui, in forza del regolamento n. 1408/71, la normativa in parola è applicabile e, d’altro lato, i regimi d’iscrizione alle assicurazioni obbligatorie devono essere compatibili con il disposto degli articoli 18 e 45 TFUE (sentenza del 17 gennaio 2012, Salemink, C‑347/10, EU:C:2012:17, punto 40).

47

È alla luce di tali considerazioni che le questioni pregiudiziali devono essere esaminate.

Sulla prima questione

48

Con la sua prima questione, il giudice del rinvio chiede in sostanza se l’articolo 94, paragrafi 1 e 2, del regolamento n. 1408/71 debba essere interpretato nel senso che osta ad una normativa di uno Stato membro che non prende in considerazione, per la determinazione dei diritti a prestazioni di vecchiaia, un periodo di assicurazione asseritamente compiuto sotto la propria legislazione da un lavoratore straniero qualora, come nel procedimento principale riguardante il sig. Rothwangl, lo Stato di cui il suddetto lavoratore è cittadino abbia aderito all’Unione successivamente al compimento di tale periodo.

49

Al fine di rispondere a tale questione, si deve determinare se, ed eventualmente in quali condizioni, un cittadino di uno Stato membro, al momento della presentazione della sua domanda di pensione di vecchiaia, che non era tuttavia cittadino di uno Stato membro durante il periodo di occupazione compiuto all’estero prima dell’entrata in vigore del regolamento n. 1408/71, acquisisca il diritto a che siano presi in considerazione i periodi di assicurazione realizzati durante siffatto periodo nel territorio di un altro Stato membro, ai fini della costituzione di una pensione di vecchiaia.

50

Nel caso di specie, occorre esaminare se l’interessato abbia acquisito, in forza dell’articolo 94, paragrafi 1 e 2, del regolamento n. 1408/71, in materia di assicurazione vecchiaia, diritti che debbano aggiungersi a quelli che può già far valere in Austria.

51

A tale riguardo, per quanto riguarda l’articolo 94, paragrafo 1, di detto regolamento, secondo il quale quest’ultimo non fa sorgere alcun diritto per un periodo precedente il 1o ottobre 1972 o la data della sua applicazione nel territorio dello Stato membro interessato, o in una parte del territorio dello Stato membro interessato, occorre ricordare che, secondo una costante giurisprudenza della Corte, la disposizione in parola si iscrive pienamente nell’ambito del principio della certezza del diritto, il quale osta a che un regolamento venga applicato retroattivamente, e ciò a prescindere dalle conseguenze favorevoli o sfavorevoli che una siffatta applicazione potrebbe avere per l’interessato, a meno che vi siano indizi sufficientemente chiari, vuoi nella sua lettera, vuoi nei suoi scopi, i quali consentano di ritenere che il regolamento non disponga esclusivamente per l’avvenire. Se la nuova legge ha validità solo per l’avvenire, è pur vero che, secondo un principio generalmente riconosciuto, essa si applica anche, salvo deroga, agli effetti futuri di situazioni sorte sotto l’impero della vecchia legge (v., in tal senso, sentenza del 18 aprile 2002, Duchon, C‑290/00, EU:C:2002:234, punti 2122, nonché giurisprudenza ivi citata).

52

Nello stesso senso, allo scopo di consentire l’applicazione del regolamento n. 1408/71 agli effetti futuri di situazioni sorte sotto l’impero della vecchia legge, l’articolo 94, paragrafo 2, dello stesso sancisce l’obbligo di prendere in considerazione, al fine di determinare il diritto ad una prestazione, ogni periodo di assicurazione, di occupazione o di residenza compiuto sotto la legislazione di uno Stato membro «prima del 1o ottobre 1972 o prima della data di applicazione del (...) regolamento nel territorio dello Stato membro interessato». Da questa disposizione deriva quindi che uno Stato membro non può legittimamente rifiutare di tenere conto dei periodi di assicurazione compiuti nel territorio di un altro Stato membro ai fini della costituzione di una pensione di anzianità, per la sola ragione che tali periodi sono maturati prima dell’entrata in vigore di detto regolamento nel suo territorio (sentenze del 18 aprile 2002, Duchon, C‑290/00, EU:C:2002:234, punto 23 e giurisprudenza ivi citata, nonché del 5 novembre 2014, Somova, C‑103/13, EU:C:2014:2334, punto 52).

53

A tale riguardo, occorre verificare se i periodi durante i quali il sig. Rothwangl è stato un dipendente della HAL costituiscano periodi di assicurazione compiuti sotto la legislazione di uno Stato membro prima della data di applicazione del regolamento n. 1408/71 nel territorio di tale Stato membro, ai sensi dell’articolo 94, paragrafo 2, del menzionato regolamento.

54

Dato che il momento a partire dal quale una persona può fare valere eventuali diritti ad una pensione di vecchiaia in forza dell’AOW, sulla base di periodi di assicurazione compiuti anteriormente, corrisponde al primo giorno del mese in cui tale persona compie i 65 anni di età, non può considerarsi che la richiesta del sig. Rothwangl riguardi un diritto sorto per un periodo precedente all’entrata in vigore del regolamento n. 1408/71 o alla data di applicazione di tale regolamento nel territorio dello Stato membro interessato, ai sensi dell’articolo 94, paragrafo 1, di detto regolamento.

55

Si pone invece la questione se al sig. Rothwangl possa essere riconosciuto un diritto per periodi di assicurazione e, eventualmente, per periodi di occupazione o di residenza compiuti sotto la legislazione di uno Stato membro prima del 1o ottobre 1972 o prima della data di applicazione del regolamento n. 1408/71 nel territorio di tale Stato membro.

56

Per invocare validamente il beneficio dell’articolo 94, paragrafo 2, del regolamento n. 1408/71, il richiedente deve infatti poter indicare un periodo di assicurazione e, eventualmente, periodi di occupazione o di residenza compiuti sotto la legislazione di uno Stato membro prima del 1o ottobre 1972 oppure, per quanto riguarda gli Stati membri che hanno aderito all’Unione dopo suddetta data, prima della data di applicazione di tale regolamento nel territorio dello Stato membro interessato. Nel caso della Repubblica d’Austria, tale data è il 1o gennaio 1995.

57

Per quanto riguarda la condizione relativa all’esistenza di periodi di occupazione o di residenza compiuti sotto la legislazione di uno Stato membro, dal fascicolo sottoposto alla Corte emerge che il sig. Rothwangl la soddisfa incontestabilmente.

58

Invece, per quanto riguarda l’esistenza della condizione relativa al periodo di assicurazione compiuto sotto la legislazione di uno Stato membro, occorre rilevare, da un lato, che la normativa nazionale di cui al procedimento principale costituisce una legislazione ai sensi dell’articolo 1, lettera j), del regolamento n. 1408/71.

59

Dall’altro lato, l’espressione «periodo di assicurazione», di cui all’articolo 94, paragrafo 2, del regolamento n. 1408/71, nella definizione data dall’articolo 1, lettera r), di tale regolamento designa «i periodi di contribuzione, di occupazione o di attività lavorativa autonoma, quali sono definiti o riconosciuti come periodi di assicurazione dalla legislazione sotto la quale sono stati compiuti o sono considerati compiuti, nonché tutti i periodi equiparati, nella misura in cui sono riconosciuti da tale legislazione come equivalenti ai periodi di assicurazione» (sentenza del 7 febbraio 2002, Kauer, C‑28/00, EU:C:2002:82, punto 25).

60

Siffatto rinvio alla legislazione interna dimostra chiaramente che il regolamento n. 1408/71, ai fini, in particolare, della totalizzazione dei periodi di assicurazione, si rimette alle condizioni cui il diritto interno assoggetta il riconoscimento di un determinato periodo come equiparato ai periodi di assicurazione propriamente detti. Tuttavia, tale riconoscimento deve avvenire nel rispetto delle disposizioni del Trattato FUE concernenti la libera circolazione delle persone (sentenza del 7 febbraio 2002, Kauer, C‑28/00, EU:C:2002:82, punto 26 e giurisprudenza ivi citata).

61

Nel caso di specie, il giudice del rinvio ha constatato che il sig. Rothwangl non era assicurato contro il rischio vecchiaia durante il suo periodo di occupazione presso la HAL, in quanto, conformemente alla normativa nazionale applicabile ai fatti di cui al procedimento principale, i cittadini di paesi terzi che facevano parte dell’equipaggio di una nave e che vivevano abitualmente a bordo di tale nave erano esclusi dall’assicurazione per quanto riguarda le prestazioni di vecchiaia.

62

Poiché tale esclusione si basava, in particolare, sulla cittadinanza del sig. Rothwangl, occorre esaminare se quest’ultimo possa, in forza del divieto di discriminazione in base alla cittadinanza di cui all’articolo 3 del regolamento n. 1408/71, chiedere di essere trattato come se avesse compiuto un periodo di assicurazione nei Paesi Bassi, nonostante, in realtà, non soddisfi tale condizione essenziale prevista dall’articolo 94, paragrafo 2, di tale regolamento.

63

A tale riguardo, è pur vero che la Corte ha dichiarato che, per dare attuazione alle disposizioni transitorie dell’articolo 94, paragrafi da 1 a 3, del regolamento n. 1408/71, occorreva tenere conto dei periodi di assicurazione compiuti prima dell’entrata in vigore di detto regolamento (v., in tal senso, sentenze del 7 febbraio 2002, Kauer, C‑28/00, EU:C:2002:82, punto 52, e del 18 aprile 2002, Duchon, C‑290/00, EU:C:2002:234, punto 23). Nelle cause che hanno dato luogo alle due menzionate sentenze, gli interessati che avevano richiesto la concessione di una pensione austriaca erano stati assicurati ai sensi della normativa nazionale pertinente. La Corte ha così dichiarato che occorreva valutare la legittimità delle misure nazionali in questione alla luce del diritto dell’Unione, come applicabile dopo l’adesione della Repubblica d’Austria all’Unione (sentenza del 18 aprile 2002, Duchon, C‑290/00, EU:C:2002:234, punto 28) e che, di conseguenza, l’istituzione competente doveva applicare i principi della libera circolazione dei lavoratori e le disposizioni transitorie dell’articolo 94, paragrafi da 1 a 3, del regolamento in parola (v., in tal senso, sentenze del 7 febbraio 2002, Kauer, C‑28/00, EU:C:2002:82, punti 4550, nonché del 18 aprile 2002, Duchon, C‑290/00, EU:C:2002:234, punto 32).

64

Tuttavia, come ha rilevato l’avvocato generale al paragrafo 52 delle sue conclusioni, il fatto che il sig. Rothwangl abbia esercitato, anche prima dell’adesione della Repubblica d’Austria all’Unione, il diritto alla libera circolazione allorché ha lavorato per la HAL non è sufficiente affinché egli possa essere trattato come se avesse compiuto un periodo di assicurazione vecchiaia nei Paesi Bassi. Infatti, diversamente dalla situazione dei ricorrenti nelle cause all’origine delle sentenze del 7 febbraio 2002, Kauer (C‑28/00, EU:C:2002:82), e del 18 aprile 2002, Duchon (C‑290/00, EU:C:2002:234), la normativa olandese escludeva il sig. Rothwangl dal beneficio di tale assicurazione allorché lavorava per la HAL, per il motivo che egli era cittadino di un paese terzo e viveva abitualmente a bordo delle navi delle quali era un membro dell’equipaggio. Una siffatta esclusione, benché fondata sulla cittadinanza, non era vietata dal diritto dell’Unione all’epoca dei fatti di cui al procedimento principale, dato che la Repubblica d’Austria non aveva ancora aderito all’Unione.

65

Inoltre, i documenti del fascicolo presentato alla Corte non consentono di risolvere la questione se il sig. Rothwangl fosse iscritto al sistema previdenziale austriaco durante i suoi periodi di occupazione presso la HAL. Ebbene, soltanto in caso di risposta affermativa a tale questione detti periodi dovrebbero essere presi in considerazione da parte dell’autorità competente austriaca.

66

Alla luce delle suesposte considerazioni, occorre rispondere alla prima questione dichiarando che l’articolo 94, paragrafi 1 e 2, del regolamento n. 1408/71 deve essere interpretato nel senso che non osta ad una normativa di uno Stato membro che non prende in considerazione, per la determinazione dei diritti a prestazioni di vecchiaia, un periodo di assicurazione asseritamente compiuto sotto la propria legislazione da un lavoratore straniero qualora, come nel procedimento principale riguardante il sig. Rothwangl, lo Stato di cui tale lavoratore è cittadino abbia aderito all’Unione successivamente al compimento del periodo in parola.

Sulla seconda questione

67

Con la sua seconda questione, il giudice del rinvio chiede se l’articolo 18 TFUE, che sancisce il principio del divieto di discriminazione, e l’articolo 45 TFUE, che garantisce la libera circolazione dei lavoratori, debbano essere interpretati nel senso che ostano alla legislazione di uno Stato membro, come quella di cui trattasi nei procedimenti principali, in forza della quale un lavoratore marittimo che ha fatto parte, per un determinato periodo, dell’equipaggio di una nave immatricolata nel territorio di tale Stato membro e che viveva abitualmente a bordo di tale nave viene escluso dal beneficio dell’assicurazione vecchiaia relativa a tale periodo per il motivo che durante detto periodo non era cittadino di uno Stato membro.

68

A tale riguardo, si deve rilevare che, secondo una costante giurisprudenza della Corte, l’atto di adesione di un nuovo Stato membro si fonda essenzialmente sul principio generale dell’applicazione immediata e integrale delle disposizioni del diritto dell’Unione a tale Stato, mentre deroghe sono ammesse solo e in quanto previste espressamente da disposizioni transitorie (sentenza del 21 dicembre 2011, Ziolkowski e Szeja, C‑424/10 e C‑425/10, EU:C:2011:866, punto 56 e giurisprudenza ivi citata).

69

In tal senso, l’articolo 2 dell’Atto relativo alle condizioni di adesione della Repubblica d’Austria, della Repubblica di Finlandia e del Regno di Svezia e agli adattamenti dei trattati sui quali si fonda l’Unione europea (GU 1994, C 241, pag. 21, e GU 1995, L 1, pag. 1; in prosieguo: l’«Atto di adesione») prevede che dal momento dell’adesione le disposizioni dei Trattati originari vincolano i nuovi Stati membri e si applicano in tali Stati alle condizioni previste da detti Trattati e dall’Atto di adesione.

70

Poiché tale Atto di adesione non contiene disposizioni transitorie relative all’applicazione degli articoli 7 e 48 del trattato CE (divenuti articoli 12 e 39 CE, a loro volta divenuti articoli 18 e 45 TFUE), gli articoli di cui trattasi devono essere considerati di applicazione immediata e vincolanti per la Repubblica d’Austria a decorrere dalla data della sua adesione, ossia il 1o gennaio 1995. Ne consegue che, a partire da tale data, gli altri Stati membri dovevano considerare i cittadini austriaci come cittadini dell’Unione.

71

Tuttavia, da tale Atto di adesione non risulta alcun obbligo per gli attuali Stati membri di trattare i cittadini austriaci nello stesso modo in cui hanno trattato i cittadini di altri Stati membri prima dell’adesione dell’Austria all’Unione (v., per analogia, sentenze del 26 maggio 1993, Tsiotras, C‑171/91, EU:C:1993:215, punto 12, nonché del 15 giugno 1999, Andersson e Wåkerås-Andersson, C‑321/97, EU:C:1999:307, punto 46).

72

Pertanto, il sig. Rothwangl può chiedere di essere trattato dal Regno dei Paesi Bassi come se fosse stato assicurato ai fini pensionistici soltanto qualora avesse potuto godere dei diritti derivanti dalle disposizioni che disciplinavano la libera circolazione dei lavoratori durante i suoi periodi di occupazione presso la HAL. Infatti, come è stato rilevato ai punti 70 e 71 della presente sentenza, così non era.

73

Alla luce delle suesposte considerazioni, occorre rispondere alla seconda questione dichiarando che gli articoli 18 e 45 TFUE devono essere interpretati nel senso che non ostano alla legislazione di uno Stato membro, come quella di cui trattasi nei procedimenti principali, in forza della quale un lavoratore marittimo che ha fatto parte, per un determinato periodo, dell’equipaggio di una nave immatricolata nel territorio di tale Stato membro e che viveva abitualmente a bordo di tale nave viene escluso dal beneficio dell’assicurazione vecchiaia relativa al periodo in parola per il motivo che durante detto periodo non era cittadino di uno Stato membro.

Sulla terza questione

74

Con la sua terza questione, il giudice del rinvio chiede in sostanza se l’articolo 2, paragrafi 1 e 2, del regolamento n. 859/2003 debba essere interpretato nel senso che osta alla normativa di uno Stato membro secondo la quale un periodo di occupazione compiuto sotto la legislazione di tale Stato membro da un lavoratore subordinato che, come nel procedimento principale riguardante il sig. Wieland, non era cittadino di uno Stato membro durante tale periodo, ma che, alla data in cui richiede il versamento di una pensione di vecchiaia, rientra nell’ambito di applicazione dell’articolo 1 del menzionato regolamento, non viene preso in considerazione da tale Stato membro ai fini della determinazione dei diritti pensionistici del suddetto lavoratore.

75

A tale riguardo, occorre ricordare che, ai sensi dell’articolo 1 del regolamento n. 859/2003, le disposizioni del regolamento n. 1408/71 si applicano ai cittadini di paesi terzi cui tali disposizioni non siano già applicabili unicamente a causa della nazionalità, nonché ai loro familiari e superstiti, purché siano in situazione di soggiorno legale nel territorio di uno Stato membro e si trovino in una situazione in cui non tutti gli elementi si collochino all’interno di un solo Stato membro.

76

Nel caso di specie, il sig. Wieland soddisfa le condizioni poste dall’articolo 1 del regolamento n. 859/2003 dal momento che egli è un cittadino americano che soggiorna legalmente in Austria, che gli elementi della situazione nella quale si trova non si collocano all’interno di un solo Stato membro e che nei suoi confronti non sono già applicabili le disposizioni del regolamento n. 1408/71 unicamente a causa della sua nazionalità. Di conseguenza, egli rientra nell’ambito di applicazione del regolamento n. 859/2003.

77

Ebbene, si deve constatare che l’articolo 2, paragrafi 1 e 2, del regolamento n. 859/2003 è formulato in termini analoghi a quelli utilizzati dall’articolo 94, paragrafi 1 e 2, del regolamento n. 1408/71.

78

Ne consegue che, tenuto conto della risposta fornita alla prima questione posta dal giudice del rinvio, il sig. Wieland, nonostante il fatto che risiedesse nei Paesi Bassi nel periodo durante il quale era un dipendente della HAL, non era più, per gli stessi motivi del sig. Rothwangl, assicurato a fini pensionistici in forza della normativa olandese.

79

Alla luce delle suesposte considerazioni, occorre rispondere alla terza questione dichiarando che l’articolo 2, paragrafi 1 e 2, del regolamento n. 859/2003 deve essere interpretato nel senso che non osta ad una normativa di uno Stato membro secondo la quale un periodo di occupazione compiuto sotto la legislazione di detto Stato membro da un lavoratore subordinato che, come nel procedimento principale riguardante il sig. Wieland, non era cittadino di uno Stato membro durante il periodo in parola, ma che, alla data in cui richiede il versamento di una pensione di vecchiaia, rientra nell’ambito di applicazione dell’articolo 1 del menzionato regolamento, non viene preso in considerazione da tale Stato membro ai fini della determinazione dei diritti pensionistici di tale lavoratore.

Sulle spese

80

Nei confronti delle parti nel procedimento principale la presente causa costituisce un incidente sollevato dinanzi al giudice nazionale, cui spetta quindi statuire sulle spese. Le spese sostenute da altri soggetti per presentare osservazioni alla Corte non possono dar luogo a rifusione.

 

Per questi motivi, la Corte (Prima Sezione) dichiara:

 

1)

L’articolo 94, paragrafi 1 e 2, del regolamento (CEE) n. 1408/71 del Consiglio, del 14 giugno 1971, relativo all’applicazione dei regimi di sicurezza sociale ai lavoratori subordinati, ai lavoratori autonomi e ai loro familiari che si spostano all’interno della Comunità, nella versione modificata e aggiornata dal regolamento (CE) n. 118/97 del Consiglio, del2 dicembre 1996, come modificato dal regolamento (CE) n. 647/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 aprile 2005, deve essere interpretato nel senso che non osta ad una normativa di uno Stato membro che non prende in considerazione, per la determinazione dei diritti a prestazioni di vecchiaia, un periodo di assicurazione asseritamente compiuto sotto la propria legislazione da un lavoratore straniero, qualora lo Stato di cui tale lavoratore è cittadino abbia aderito all’Unione europea successivamente al compimento del periodo in parola.

 

2)

Gli articoli 18 e 45 TFUE devono essere interpretati nel senso che non ostano alla legislazione di uno Stato membro, come quella di cui trattasi nei procedimenti principali, in forza della quale un lavoratore marittimo che ha fatto parte, per un determinato periodo, dell’equipaggio di una nave immatricolata nel territorio di detto Stato membro e che viveva abitualmente a bordo di tale nave viene escluso dal beneficio dell’assicurazione vecchiaia relativa al periodo in parola per il motivo che durante detto periodo non era cittadino di uno Stato membro.

 

3)

L’articolo 2, paragrafi 1 e 2, del regolamento (CE) n. 859/2003 del Consiglio, del 14 maggio 2003, che estende le disposizioni del regolamento n. 1408/71 e del regolamento (CEE) n. 574/72 ai cittadini di paesi terzi cui tali disposizioni non siano già applicabili unicamente a causa della nazionalità, deve essere interpretato nel senso che non osta alla normativa di uno Stato membro secondo la quale un periodo di occupazione compiuto sotto la legislazione di detto Stato membro da un lavoratore subordinato che non era cittadino di uno Stato membro durante il periodo in parola, ma che, alla data in cui richiede il versamento di una pensione di vecchiaia, rientra nell’ambito di applicazione dell’articolo 1 del menzionato regolamento, non viene preso in considerazione da tale Stato membro ai fini della determinazione dei diritti pensionistici di tale lavoratore.

 

Firme


( *1 ) Lingua processuale: il neerlandese.

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